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mollare tutto, e partire per un anno all'estero!


Barney2996

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Barney2996

Ragazzi, vorrei che mi aiutaste a chiarirmi le idee su un pensiero che mi ronza in testa da parecchio ormai. So che avete la capacità di riuscirci, perché il tempo mi ha insegnato che questo forum è pieno zeppe di persone che vogliono vivere la propria vita come un avventura, fottendosene del pensiero comune, che non si accontentano di quella visione del mondo che i media, la società e la famiglia hanno cercato di imporli fin da piccoli, e ciò che più mi piace è che molti di voi si impegnano proattivamete per realizzarlo, facendolo quasi sembrare facile

Credo che come premessa possa bastare, ora bando alle ciance, vi espongo la questione.

Come avrete capito dal titolo, ho da poco conseguito la maturità scientifica, e a dirla tutta sto vivendo un periodo di crisi su cosa minchia fare lanno prossimo alluniversità. Una idea su che facoltà prendere cè la avrei pure e solo che non sono certo sia proprio una mia idea, credo mi stia autoconvincendo a crederla mia, perchè so bene che questa scelta è legata alle aspettative e ai consigli di mia madre.

Sto parlando della facoltà di economia aziendale, non che mi dispiaccia studiare le materie economiche e co., però non sono nemmeno sicuro che sia proprio qualcosa che mi appassioni sul serio , non so se mi capite..

Ho preso in esame molte altre facoltà ,ho letto il piano di studi, ma non riesco proprio a decidermi, in teoria non sono poche le facoltà che mi appassionano(tra cui alcune a numero chiuso), però sul piano pratico il dilemma si amplia.

Sceglierei economia perchè in primis è una laurea piuttosto generalista e quindi avrei tempo per pensare a cosa vorrei fare veramente, così da prendere una laurea magistrale in campi molto diversi tra loro tra cui : sociale, turistico, gestionale, psicologico ecc.

il timore più grande contro cui combatto è quello di parcheggiarmi in una facoltà per diversi anni, andando quasi avanti per inerzia, oppure accorgermi dellerrore al terzo anno e poi cambiare corso perdendo così un mucchio di tempo; non voglio laurearmi a 28 anni, per poi uscire dalla scuola ed accorgermi di non sapere fare un cazzo, senza uno straccio di esperienza lavorativa ed entrare a far parte dellenorme calderone di laureati che non trovano lavoro alla fine proprio per questi motivi.(in tutto questo magari vivrò ancora con i miei genitori, e la cosa è inaccettabile)

Credo fortemente che in un epoca di rapidi cambiamenti come quella in cui ci troviamo oggi, i leader di domani devono avere una formazione più ampia, che vada oltre a quello che si impara in aula, qualcosa che il percorso di formazione classico non può essere in grado di offrire. Capire cosa possa essere questo valore aggiunto non è sicuramente immediato, e considerare lidea che molte abilità si possano sviluppare anche ben lontano dai banchi di scuola.

E qui torno alloggetto della discussione perché Sia chiaro in questo post non voglio solo ammorbarvi con le mie lamentele di adolescente sconclusionato, o esporvi i miei problemi esistenziali da quattro soldi, quel che voglio fare è dare una svolta concreta, un taglio netto a tutta la faccenda.

Quel che ho in mente già da tempo è di prendermi un anno sabbatico allestero, lavorando o facendo volontariato.. ormai nel mondo sono sempre di più gli studenti che partono per il famoso gap year( Harvard e Stanford promuovono questo tipo di esperienza ai loro studenti da qualche anno ormai) e tutti sono daccordo nel dire che se fatta nel modo giusto unesperienza del genere porti dei benefici enormi: ti permette d conoscere meglio te stesso , di aprire la mente a nuove culture, migliorare le proprie abilità e conoscenze e scoprire passioni che prima non avresti nemmeno immaginato potessero interessarti e molto altro.

Inoltre non trovo sia da buttare l'idea di informarmi su come funzionano le università da quelle parti( se sono alla mia portata economicamente, e soprattutto se vale la pena freuquentarla all'estero piuttosto che in Italia , intendo a livello qualitativo), e chissà magari potrei pensare di rimanere, scartando così la possibilità di andar fuori corso xD ( all'estero non succede, o ti laurei o te ne vai)

in fin dei conti, credo che vivere un questesperienza nel modo giusto, e sottolineo nel modo giusto, (mi sono comprato un libro-guida apposta per questo: larte di girare il mondo di Rolff potts,((incredibilmente illuminante devo dire))per preparare il giusto mindset diciamo ;P) possa aprirti le porte ad un mare infinito di possibiità che diventeranno utilissime nella vita quotidiana anche dopo essere tornato a casa, insomma non credo sia un anno a buttare paragonato ad uno probabilmente perso alluniversità..

Se volete qualche informazione in più sul gap year o anno sabbatico qui ci sono alcuni link piuttosto esaustivi:

http://www.ilsole24o...NB&refresh_ce=1

http://www.linkiesta...gap-year-scuola

http://www.studentvi...tico-s-o-no.htm

gradirei moltissimo sapere la vostra opinione e spero che il vostro aiuto mi serva per scavare più a fondo nella questione e magari mettere in luce lati che non ho ancora valutato

Inoltre mi sarebbe d'aiuto sapere quali città d'Europa siano le più adatte ad un giovane appena diplomato con molta voglia di lavorare, e dove il costo della vita non sia altissimo, per 15 agosto mi troverò a Barcellona ( ultima tappa viaggio interrail) e che lo voglia o no da lì comincierà il viaggio, però ho ancora 4 giorni per sfruttare il biglietto interrail quindi volendo potrei spostarmi in qualsiasi altra città d'Europa( premettendo che ho un buon livello d'ingless)

Mi farebbe un gran piacere sapere la vostra opinione , magari da chi l'ha provato( sarebbe ancora meglio)

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SignorWolf

Purtroppo non ho mai vissuto un'esperienza simile, i viaggi che ho fatto nella mia vita sono stati di svago e mai per motivi di lavoro.

Tuttavia, penso che quella che proponi possa essere un'esperienza molto valida e se sei deciso ti conviene partire. Credo che gli uomini che più fanno la differenza in questo mondo siano quelli che hanno il coraggio di esplorare e di scoprire il mondo alla ricerca di se stessi.

Credo fortemente che in un epoca di rapidi cambiamenti come quella in cui ci troviamo oggi, i leader di domani devono avere una formazione più ampia, che vada oltre a quello che si impara in aula, qualcosa che il percorso di formazione classico non può essere in grado di offrire. Capire cosa possa essere questo valore aggiunto non è sicuramente immediato, e considerare lidea che molte abilità si possano sviluppare anche ben lontano dai banchi di scuola.

Sono completamente d'accordo con te. Alcuni uomini che hanno fatto grandi cose si sono allontanati ad un certo punto dall'università.

Questo però non significa che l'università non serva, ma credo che quello che fa la differenza sia l'approccio con il quale si affrontano gli studi.

C'è un film capolavoro, "Le ali della libertà" che tratta, tra gli altri, lo spinoso tema della rieducazione dei carcerati. Uno dei protagonisti, coglie ad un certo punto l'essenza stessa del carcere che lo fa sentire "istituzionalizzato": in parole povere sente di non esistere più e di essere diventato lui stesso le mura del carcere. Nonostante il senso di colpa nel quale marcisce, crede che il carcere non migliori le persone, ma le uccida solo dentro e basta.

Ovviamente le due faccende sono molto diverse, ma a volte noto come all'università lo studente medio tenda a diventare l'università e non a diventare un professionista.

Quando vado all'università, vedo molti colleghi affannarsi soprattutto dietro gli esami, i giudizi dei professori e dei colleghi, gli appunti, le domande di esame, inutili preoccupazioni di carattere burocratico, e altri aspetti non essenziali. In pochi sembrano occuparsi molto di ciò che studiano, della costruzione del loro futuro, delle conoscenze e competenze che è importante acquisire, del fatto che l'università sia un posto molto ricco di opportunità per divertirsi e fare nuove conoscenze.

Lo dico perchè anche io per i primi anni sono stato così e, anche se ne ho acquistato consapevolezza, in parte lo sono tuttora: mi preoccupavo e a volte mi preoccupo di aspetti non essenziali perdendo di vista la cosa più importante che è la conoscenza.

L'università è una grandissima opportunità, ma ciò a patto di credere che non è solo il titolo a fare la differenza, ma quello che ci portiamo dentro sempre con noi.

In definitiva, sto cercando di dirti che sia che tu decida di fare l'università, sia che tu decida di partire, quello che fa la differenza credo sia l'approccio con cui si affrontano le nostre scelte e le sfide della vita in maniera indipendente.

Modificato da SignorWolf
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tropico

Il titolo di maturità (classica o scientifica che sia) non è spendibile sul mercato ed "obbliga" al percorso universitario: chi non vuole proseguire con gli studi dovrebbe scegliere altri tipi di scuola superiore. Inoltre dovresti tenere a mente che nei CV gli anni sabbatici ed i traguardi conseguiti con ritardo non sono visti bene...

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  • 2 settimane dopo...
- NeX -

Su un sito per studenti (ehi forse si chiama così, chissà) si promuovevano le assunzioni per settembre a disney world.

Come lavoro te lo consiglio.

E ti consiglio pure di fare un IELTS academic se vuoi lavorare all'estero e di prendere 6.5-7.

Per inciso quest'anno io riprendo a studiare ed ho 30 anni.
Non te lo dico per farti paura ma perchè personalmente sono stato parcheggiato a giurisprudenza per 12 anni.

Non so se economia mi piace (ho fatto il tuo stesso ragionamento) però ci provo comunque.

I lavori normali mi annoiano...

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