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Come e in cosa dovrebbe cambiare la SCUOLA ?


leavingmyheart

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leavingmyheart

Il quesito sta in questa sezione perche' e' direttamente connesso col mondo del lavoro e di come viene affrontato dopo la preparazione scolastica.

Come da titolo, secondo voi come e in cosa dovrebbe cambiare il sistema scolastico in italia?

cosa funziona e cosa non funziona?

quali materie scolastiche andrebbero eliminate, ridotte e introdotte?

eventuali aggiornamenti dei programmi scolastici?

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Andre.

Io non ho mai studiato in ambito universitario in Italia, quindi la mia esperienza comprende solo le scuole superiori.

Vivendo in un contesto iper internazionale ho sott'occhio tutti i gioni persone formatesi in altri paesi o in scuole internazionali.

Come considerazione generale, chi si è formato come me in un Liceo Scientifico, in media ha competenze di cultura generale e "buon senso" di gran lunga superiore a chi viene da altri contesti. La preparazione scientifica è anche quella almeno allo stesso livello degli altri paesi anglosassoni e non.

Ovviamente la mia esperienae non rappresenta un "campione statistico" abbastanza ampio da poter fare considerazioni generali, ma da come si può intuire io credo che in realtà di sbagliato nella preparazione in sè non ce ne sia tanto.

L'errore nella scuola italiana è la lungimiranza. Un mio professore, persona veramente squisita, ci ripeteva sempre che un anno di insegnamento in scuola pubblica costa allo stato 5,000 euro per alunno. Non so se questa cifra sia vera, ma mi sembra realistica.

Lo stato spende quindi spende un 5,000*13= 65,000 euro per portare uno studente al diploma. E poi? E poi lo studente lascia l'italia, oppure non trova lavoro perchè non ce n'è.

L'opportunity cost per lo stato (cioè la collettività) è enorme. In pratica, lo stato ti forma aggratis (o quasi) e tu non gli restituisci mai una lira, o perchè vivi e produci in un altro paese, o perchè proprio di soldi non ce ne hai.

Sotto questo punto di vista, a pensare a quanti soldi vengono spesi per l'immigrazione a cuor leggero, mentre si dimentica di pensare al futuro di una nazione, mi cadono veramente le palle..

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leavingmyheart

Io non ho mai studiato in ambito universitario in Italia, quindi la mia esperienza comprende solo le scuole superiori.

Vivendo in un contesto iper internazionale ho sott'occhio tutti i gioni persone formatesi in altri paesi o in scuole internazionali.

Come considerazione generale, chi si è formato come me in un Liceo Scientifico, in media ha competenze di cultura generale e "buon senso" di gran lunga superiore a chi viene da altri contesti. La preparazione scientifica è anche quella almeno allo stesso livello degli altri paesi anglosassoni e non.

Ovviamente la mia esperienae non rappresenta un "campione statistico" abbastanza ampio da poter fare considerazioni generali, ma da come si può intuire io credo che in realtà di sbagliato nella preparazione in sè non ce ne sia tanto.

L'errore nella scuola italiana è la lungimiranza. Un mio professore, persona veramente squisita, ci ripeteva sempre che un anno di insegnamento in scuola pubblica costa allo stato 5,000 euro per alunno. Non so se questa cifra sia vera, ma mi sembra realistica.

Lo stato spende quindi spende un 5,000*13= 65,000 euro per portare uno studente al diploma. E poi? E poi lo studente lascia l'italia, oppure non trova lavoro perchè non ce n'è.

L'opportunity cost per lo stato (cioè la collettività) è enorme. In pratica, lo stato ti forma aggratis (o quasi) e tu non gli restituisci mai una lira, o perchè vivi e produci in un altro paese, o perchè proprio di soldi non ce ne hai.

Sotto questo punto di vista, a pensare a quanti soldi vengono spesi per l'immigrazione a cuor leggero, mentre si dimentica di pensare al futuro di una nazione, mi cadono veramente le palle..

quindi non credi che alcuni programmi scolastici andrebbero rivisti?

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joker2

La scuola italiana è basata sul nozionismo.

Migliaia di nozioni "inutili".

Ok è cultura generale, ma in pratica, la maggior parte di esse, le dimentichi due secondi dopo il compito in classe e non ti serviranno mai più in tutta la tua vita.

Ecco io ridurrei il nozionismo in favore di applicazioni più pratiche.

Come non lo so però. :unknw:

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Winter

Secondo Mauro Scardovelli (vi invito a vedere i suoi video su YouTube, molto interessanti) la scuola dovrebbe insegnare principalmente a pensare rettamente, in modo giusto e logico, a distinguere il vero dal falso.

Oltre a questo bisognerebbe incoraggiare i ragazzi a formare la propria autostima e acquisire indipendenza, ma la scuola al contrario contribuisce a formare la gabbia in cui la società ci rinchiude. Il pensiero critico viene sempre ostacolato.

I programmi sono vecchi, troppo nozionistici e sono fatti per omologare la classe, spingendo uno studente contro l'altro in una corsa al voto più alto. Andavano bene in un mondo di analfabeti, ma ora con lo sviluppo di Internet le nozioni dei programmi attuali sono completamente inutili.

Senza contare che gli studenti dovrebbero imparare da chi sa Fare di più, Creare di più, non da chi sa più nozioni di altri.

Creare dei programmi validi per tutti non è comunque una cosa semplice, considerando che ognuno ha diverse priorità e diversi interessi.

Sicuramente sarebbe una buona idea dare più libertà al singolo studente e formare dei professori che sappiano veramente guidare gli studenti (se qualcuno sa veramente fare da guida, verrà seguito). Probabilmente un'utopia.

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Andre.

quindi non credi che alcuni programmi scolastici andrebbero rivisti?

Secondo me l'unica cosa che si potrebbe fare è dare più scelta allo studente (cosa che non è scontata e necessariamente buona).

In tanti paesi europei la scuola superiore dura 4 anni (non 5) ed è vista come una prosecuzione delle scuole medie, quindi non c'è un vero e proprio "salto" tra i due livelli.

In pratica all'inizio si studia tutti le stesse cose, ma il triennio finale lo studente sceglie in quali materie specializzarsi e a che livello approfondire queste materie. In base alla scelta fatta lo studente potrà studiare solo fare determinati corsi di laurea in università. Se invece non si è impegnato, non ci può neanche andare all'università, o se proprio può accedere a università "professionalizzanti" (in germania hochschule).

E' meglio un modello del genere? Non lo so.

Sicuramente è più rischioso. Per esperienza personale, nell'adolescenza si cambia idea ad una velocità pazzesca e il fatto che un ragazzo non studi un cazzo per un paio d'anni non significa necessariamente che non possa capire che se non muove il culo avrà una vita da inetto :p

Cosa ne pensi leavingmyheart?

P.S. Una cosa che mi ha sempre dato fastidio sono i professori che fanno esplicitamente politica. Se si passano almeno 5 ore al giorno con persone che predicano un credo politico quando tu hai 14-15 anni è davvero difficile non essere influenzati e smettere di pensare con la propria testa.

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^X^

Bellissima domanda. Io ho visto tanti sistemi diversi in giro per il mondo, ma bisogna fare attenzione perché questi sono legati molto strettamente alle società locali e spesso sono difficilmente esportabili.

Copiare i modelli altrui non funziona mai.

In Italia ho avuto un'ottima formazione dalle elementari all'Università che mi permette di lavorare ovunque a testa alta.

Perché la definisco ottima? Perché sono sempre stato libero di fare le mie scelte e di indirizzare i miei studi come credevo fosse corretto.

Nessun professore è mai riuscito ad obbligarmi a studiare ciò di cui non mi fregava niente, e con il senno di poi evitare di perdere tempo con il latino (5 ore a settimana per 5 anni, una idiozia) e concentrarmi sull'informatica (sto parlando degli anni 80 eh!) è stata la scelta migliore.

Tuttavia questa libertà non è per tutti: chi non studiava latino per andare a giocare a calcio non ha fatto un grosso affare. E questi sono il 90% delle persone.

All'Università la stessa cosa: sono sempre riuscito a svicolare le materie che non mi interessavano e questo mi ha lasciato il tempo per aprire una startup in parallelo.

Ora, se avessi studiato in Germania non avrei potuto fare ciò che ho fatto: sarei un Project Manager molto migliore, come centinaia di miei colleghi, ma non sarei l'uomo di punta dell'innovazione e della comunicazione... e altre cose simili.

Ripeto: bellissima la libertà, ma la maggior parte delle persone non saprebbe come usarla (in ambito accademico). Dipende anche molto dal contesto familiare, ovviamente.

Modificato da ^X^
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Giuseppe Antonio

Io direi che la scuola(dalle superiori in giù) dovrebbe anzitutto cambiare la qualità del rapporto insegnante-alunno . In tal senso mi chiedo come mai una persona come tutte le altre,con una laurea , possa aver diritto di approfittare della propria posizione in questi casi :

- il giudizio in una materia ,o talora di due (che significa ESSERE INFLUENTE nell'ammissione dell alunno alla classe successiva )viene stabilito da una singola persona,della quale non si conosce nulla o quasi ... Beh , a mio avviso, si dovrebbe introdurre od un sistema in cui si viene giudicati da più docenti in una singola materia,oppure,introdurre una carica che abbia il compito di giudicare l'operato di un docente.

- arroganza,non dimentichiamoci di quanti casi esistano di docenti che si credevano avere potere temporale,vivere in uno stato di sottomissione nonostante quel rapporto tra insegnante ed alunno dovrebbe essere alla pari

Senza parlare poi del fatto del sistema delle ammissioni.Sarebbe molto meglio che l' esistenza della bocciatura non esistesse per infiniti motivi.

Infine,la cosa più importante ,l'abolizione del sistema nozionistico,non ci ha portati veramente a nulla : se penso che in 5 anni di liceo le uniche materie mediamente utili sono state Filosofia ed Inglese,tra l'altro pure in molti casi insegnate in modi discutibili,viene da farsi due domande.Le 30 ore di lezione settimanali devono essere gestite meglio : sono sicuro che togliendo il Latino dalle scuole ad esempio,si potrebbe introdurre una materia oppure un'attività pratica che stimola la crescita e sviluppa il concetto di SQUADRA ,che forse non abbiamo capito essere l'arma più potente in questo mondo ma vabè.

Perchè tutto questo tempo perso ad imparare il "nulla",ritrovandosi poi nel periodo universitario con una grande confusione e soprattutto con grande immaturità,che magari la figura di uno psicologo scolastico o di un esperto potevano dare una grande mano.

Dovrebbe esserci più che altro un accenno a mio avviso a molti argomenti superflui per non cadere nella totale ignoranza,mentre i docenti dovrebbero prestare maggiore attenzione al ruolo di educatori ,che fa ridere come ancora qualcuno gridI a gran voce di esserlo.

Modificato da Giuseppe Antonio
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comeback

Bella domanda.

Troppo facile parlar male del sistema scolastico italiano (aggiungo parte anche di quello universitario pubblico), premiando invece quel che avviene nel resto dell'Europa. Cercherò di non commettere questo errore.

Intanto scuola e università, messe in ordine sequenziale, sono il motore per la crescita della società (crescita economica inclusa), quindi l'attenzione non deve essere eventuale ma puntuale.

Ritengo sia difficile dare un giudizio complessivo, ho avuto la fortuna di viaggiare molto in Italia (ho cambiato 6 città nella mia vita) e le differenze regionali sono evidenti. Ci sono aree del paese con difficoltà estreme e con limiti culturali evidenti, la scuola e l'istruzione può salvarli. Intanto la scuola deve riacquisire una centralità e il rispetto di studenti e genitori degli studenti, questo è un primo passo per ridare alla scuola credibilità e poteri per lavorare. Poi risolto questo problema si può lavorare sulla formazione. La scuola deve essere agile e dinamica, di formazione europea e fatta da insegnanti preparati non ad un sistema vecchio di 20 anni fa ma ad un sistema moderna. Ritengo gli insegnanti italiani capaci, ma molti di loro sono poco aggiornati. Motivo? Vi è uno scoramento all'interno delle scuole importante, l'insegnante è poco incentivato, non si sente rispettato e investito di nessuna leadership, prende meno del collega europeo, e il più delle volte pur facendo discretamente il suo lavoro attende la campana come il resto degli scolari.

Poi sono molto a favore di programmi di scambi culturali (sorta di erasmus scuola) già a partire dai 15-16 anni, un paio di settimane all'estero (nelle famiglie) aprirebbero molto la mente indolenzita di molti ragazzi/e.

Riguardo la formazione, farei più inglese (ma più direi che lo farei meglio), e più progetti di gruppo al posto delle solite valanghe di interrogazioni mnemoniche.

Inoltre a scuola si insegna davvero poco a risolvere i problemi in modo logico.

Il nostro sistema scolastico è comunque buono, ma un Paese come il nostro ha possibilità evidenti di eccellenza.

Circa le università, vedo una piacevole evoluzione, alcune università sono un pò al palo dell'istruzione, hanno un pò un approccio scolastico "studia 500 pagine e raccontami anche della prefazione dell'autore", altre invece di matrice più europea prevedono ampi scambi di studenti stranieri, attività di gruppo, sinergia tra gli studenti, progetti, attività extra curriculari, stage. Il tutto è legato al "sentiment" dei managers universitari, se si vogliono far bene le cose, non è difficile, ma se si considerano le università come aziende finanziate mandando fuori corso gli studenti, allora non ci siamo.

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Io parlo del mio ambito di studi, quindi matematica e fisica.

Negli ultimi anni sono venuto in contatto, in vari modi, con molti studenti di elementari, medie inferiori e superiori.

Posso dire che il problema più frequente è che molti non sanno le tabelline alle medie e non sanno fare passaggi algebrici elementari alle superiori.

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