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Prima di lasciare l'Italia


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Non dubito che questo mio intervento verrà attaccato dai professoroni dell'accademia della retorica o dai consueti italiani del 'so tutto io' che in uno sfoggio eloquente di egocentrismo marcatamente italiano, mi indirizzeranno, lanterne alla mano, verso ciò che oggi è ancora buio. Invito più i costruttori di idee a interagire piuttosto che le categorie citate.

Mi rendo altresi' conto che un intervento del genere, in un contesto italiano, possa essere percepito come negativo o come una simil-resa, nulla di tutto questo.

Fra circa 3/4 settimane, se non dovessi trovare qualcosa di interessante, parto per lo SVE in un paese del Nord Europa. Lo SVE non mi interessa, non mi rende ricco (tutt'altro), non mi interessa per nulla, ma è una porta d'uscita dall'Italia che è una Paese che desidero lasciare con tutto il cuore. Sarò matto? Ho già vissuto diversi mesi in Germania quindi parto con molta consapevolezza. I motivi che mi spingono a lasciare l'Italia (nuovamente) sono intuibili ed elencabili: non voglio andare in default psicologico, ho chiuso una microattività in famiglia, preferisco una sfida dura (e stimolante) piuttosto che il serio rischio di un declino (meno stimolante), preferisco assumermi un rischio che la certezza di un clima incerto, mi sta sulle palle parte del tessuto sociale italiano, non trovo particolarmente interessanti le donne italiane, eventualmente se ben contrattualizzato in Italia non avrei piacere alcuno nel vedere decurtato il mio stipendio in tasse che mi garantiscono servizi pessimi e che contribuiranno a sostenere una macchina di privilegi. Ancora : ritengo l'Italia un gran paese per caste e mantenimento di posizioni di potere, a queste persone consiglio di non fare l'errore di andar via. Proseguo : la lenta ripresa economica prevista per l'anno appena concluso (si attende uno 0.8%, segno +) e un punto e mezzo per il 2016, dovrebbe dare la percezione che il peggio è passato e questo disincentiverà o incentiverà di meno altre persone a lasciare il Paese. Inoltre si prevede una ripresa più sostenuta in tutti gli altri Paesi europei, i non Pigs per intenderci (avrei dovuto dire Piigs, ma l'Irlanda io non mi sento di includerla).

Per concludere, con estrema sincerità (in netta contrapposizione con l'italiano medio che deve sempre risplendere, anche non di luce propria), al momento non avrei la capacità di vivere da solo (in affitto), di assicurare l'auto (o di comprarla), e neanche lontanamente fare una serie di 'investimenti' in beni durevoli che a 27 anni e una laurea in ing. , mi sarei aspettato. Per beni durevoli intendo : auto o moto, o persino lavatrice, tv o un portatile. Nb: intendo acquisti fatti partendo da risorse proprie.

Ora la parte interessante.

Il mio obiettivo è vivere all'estero (sia razionalmente che irrazionalmente), ho giusto 2-3 paesi in mente, e i sogni son sogni e puoi farci poco, ma se avessi una possibilità concreta in Italia è chiaro che la valuterei.

Ragion per cui mi sono dato come obiettivo quello di candidarmi entro fine mese a circa 1000 offerte di lavoro.

Circa 400 saranno mirate e in linea con una laurea in ingegneria, il resto saranno random (ad esempio oggi una nota azienda chiedeva una responsabile ristorante con laurea o Master).

Ho iniziato a candidarmi a partire dai primi giorni di gennaio.

In questo post, che sarà come un esperimento sociale, avrò cura di aggiornarvi.

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^X^

Ogni singolo motivo che hai elencato sarebbe in realtà sufficiente, quindi il loro insieme diventa killer.

Bonne chanche.

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Massimo12

Non dubito che questo mio intervento verrà attaccato dai professoroni dell'accademia della retorica o dai consueti italiani del 'so tutto io' che in uno sfoggio eloquente di egocentrismo marcatamente italiano, mi indirizzeranno, lanterne alla mano, verso ciò che oggi è ancora buio. Invito più i costruttori di idee a interagire piuttosto che le categorie citate.

Mi rendo altresi' conto che un intervento del genere, in un contesto italiano, possa essere percepito come negativo o come una simil-resa, nulla di tutto questo.

Fra circa 3/4 settimane, se non dovessi trovare qualcosa di interessante, parto per lo SVE in un paese del Nord Europa. Lo SVE non mi interessa, non mi rende ricco (tutt'altro), non mi interessa per nulla, ma è una porta d'uscita dall'Italia che è una Paese che desidero lasciare con tutto il cuore. Sarò matto? Ho già vissuto diversi mesi in Germania quindi parto con molta consapevolezza. I motivi che mi spingono a lasciare l'Italia (nuovamente) sono intuibili ed elencabili: non voglio andare in default psicologico, ho chiuso una microattività in famiglia, preferisco una sfida dura (e stimolante) piuttosto che il serio rischio di un declino (meno stimolante), preferisco assumermi un rischio che la certezza di un clima incerto, mi sta sulle palle parte del tessuto sociale italiano, non trovo particolarmente interessanti le donne italiane, eventualmente se ben contrattualizzato in Italia non avrei piacere alcuno nel vedere decurtato il mio stipendio in tasse che mi garantiscono servizi pessimi e che contribuiranno a sostenere una macchina di privilegi. Ancora : ritengo l'Italia un gran paese per caste e mantenimento di posizioni di potere, a queste persone consiglio di non fare l'errore di andar via. Proseguo : la lenta ripresa economica prevista per l'anno appena concluso (si attende uno 0.8%, segno +) e un punto e mezzo per il 2016, dovrebbe dare la percezione che il peggio è passato e questo disincentiverà o incentiverà di meno altre persone a lasciare il Paese. Inoltre si prevede una ripresa più sostenuta in tutti gli altri Paesi europei, i non Pigs per intenderci (avrei dovuto dire Piigs, ma l'Irlanda io non mi sento di includerla).

Per concludere, con estrema sincerità (in netta contrapposizione con l'italiano medio che deve sempre risplendere, anche non di luce propria), al momento non avrei la capacità di vivere da solo (in affitto), di assicurare l'auto (o di comprarla), e neanche lontanamente fare una serie di 'investimenti' in beni durevoli che a 27 anni e una laurea in ing. , mi sarei aspettato. Per beni durevoli intendo : auto o moto, o persino lavatrice, tv o un portatile. Nb: intendo acquisti fatti partendo da risorse proprie.

Ora la parte interessante.

Il mio obiettivo è vivere all'estero (sia razionalmente che irrazionalmente), ho giusto 2-3 paesi in mente, e i sogni son sogni e puoi farci poco, ma se avessi una possibilità concreta in Italia è chiaro che la valuterei.

Ragion per cui mi sono dato come obiettivo quello di candidarmi entro fine mese a circa 1000 offerte di lavoro.

Circa 400 saranno mirate e in linea con una laurea in ingegneria, il resto saranno random (ad esempio oggi una nota azienda chiedeva una responsabile ristorante con laurea o Master).

Ho iniziato a candidarmi a partire dai primi giorni di gennaio.

In questo post, che sarà come un esperimento sociale, avrò cura di aggiornarvi.

Consiglio non richiesto da uno che ha già fatto lo SVE. Se la tua organizzazione ospitante è seria (e nel Nord Europa ce ne sono parecchie), termina lo SVE. Lavora bene nell'organizzazione, vivi il paese che ti ospita, impara la lingua, esci, crea contatti con le persona, dimostra che le relazioni per te sono importanti, viaggia per il paese. Poi, alla fine dello SVE, se la nazione che ti ha accolto ti piace, invia CV. Sarà molto più facile trovare lavoro e avrai una rete di relazioni sociali che ti aiuterà.

Lo so che sembro il fratello maggiore rompipalle, ma ho già visto diversi ragazzi partire con questa attitudine e perdere ottime occasioni di crescita.

In ogni caso, in bocca al lupo! :good:

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Consiglio non richiesto da uno che ha già fatto lo SVE. Se la tua organizzazione ospitante è seria (e nel Nord Europa ce ne sono parecchie), termina lo SVE. Lavora bene nell'organizzazione, vivi il paese che ti ospita, impara la lingua, esci, crea contatti con le persona, dimostra che le relazioni per te sono importanti, viaggia per il paese. Poi, alla fine dello SVE, se la nazione che ti ha accolto ti piace, invia CV. Sarà molto più facile trovare lavoro e avrai una rete di relazioni sociali che ti aiuterà.

Lo so che sembro il fratello maggiore rompipalle, ma ho già visto diversi ragazzi partire con questa attitudine e perdere ottime occasioni di crescita.

In ogni caso, in bocca al lupo! :good:

Lo SVE è l'unica opportunità che ho attualmente per ri(partire) e la colgo per non accettare di star fermo. Chiaro che non è un obiettivo ma sarò professionale se dovessi prendere questa strada. Intendevo che potevo interromperlo nel caso di una migliore opportunità.

Ti ringrazio per i consigli, avendo già avuto una esperienza di lavoro all'estero, porto con me la dose di errori e imperfezioni passate, e sono le cose che hai scritto.

Ti ringrazio.

Ps : anche tu all'estero? Come ti trovi?

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Andre.

Le offerte di lavoro le stai mandando in tutta Europa o solo in Italia?

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Massimo12

Lo SVE è l'unica opportunità che ho attualmente per ri(partire) e la colgo per non accettare di star fermo. Chiaro che non è un obiettivo ma sarò professionale se dovessi prendere questa strada. Intendevo che potevo interromperlo nel caso di una migliore opportunità.

Ti ringrazio per i consigli, avendo già avuto una esperienza di lavoro all'estero, porto con me la dose di errori e imperfezioni passate, e sono le cose che hai scritto.

Ti ringrazio.

Ps : anche tu all'estero? Come ti trovi?

Intendevo proprio questo. Trarre il massimo dallo SVE (che si può fare solo una volta nella vita) dovrebbe essere il tuo obiettivo a breve termine a mio modo di vedere, perché farlo bene, vivendo appieno il paese in cui andrai ti permette in primo luogo di valutare il luogo e poi di crearti strade che al momento non puoi immagine ma che potrebbero aprirsi alla fine del tuo progetto SVE.

P.S. Anch'io all'estero sì. Dura, durissima. Tante legnate sui denti e ogni tanto si raccoglie qualche frutto dolce come il miele. Ma non tornerei indietro: le possibilità di crescita personale che ti offre vivere all'estero sono impagabili.

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Le offerte di lavoro le stai mandando in tutta Europa o solo in Italia?

Ciao Andre,

ho 4/5 posizioni aperte all'estero ma sono tutte referenziate, e poi lo SVE.

La cosa più saggia e più razionale è trovare posizioni (parliamo di entry-level) dove non entri palesemente in concorrenza con i nativi con la lingua. Esempio : dubito ti assumano in Germania da Ikea alla cassa, se sei un B2 (che è tantissimo), quando possono mettere un nativo. Da questo punto di vista gli informatici sono più favoriti.

In altre parole occorre entrare in qualche inizio di carriera presso multinazionale, dove si parla inglese e fare training pesante sulla lingua locale.

Riguardo l'Italia sto cercando di candidarmi come dicevo su un numero molto ampio di posizioni, in modo da tenermi aperte tutte le possibilità (qualora si presentino).

Il mio sogno è finire all'estero in particolare in Germania, ma ritengo esperienze anche in paesi diversi possano essere stimonanti, importanti, significative e spendibili dal punto di vista lavorativo.

In fin dei conti in Italia tutti dicono di voler partire, poi nessuno va via.

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comeback

Intendevo proprio questo. Trarre il massimo dallo SVE (che si può fare solo una volta nella vita) dovrebbe essere il tuo obiettivo a breve termine a mio modo di vedere, perché farlo bene, vivendo appieno il paese in cui andrai ti permette in primo luogo di valutare il luogo e poi di crearti strade che al momento non puoi immagine ma che potrebbero aprirsi alla fine del tuo progetto SVE.

P.S. Anch'io all'estero sì. Dura, durissima. Tante legnate sui denti e ogni tanto si raccoglie qualche frutto dolce come il miele. Ma non tornerei indietro: le possibilità di crescita personale che ti offre vivere all'estero sono impagabili.

Per me lo SVE è come scopare con una cosi' e cosi' dopo che una bella hb mi ha dato buca. Ritengo però sia una esperienza accattivante.

Da quanto sei fuori? E dove?

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