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Io sono un'HB


capitansomaro

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capitansomaro

Frankso, Revenant,

una precisazione.

io intendo one-itis come fissazione per una donna, non come innamoramento per una donna. Ci vedo una grandissima differenza.

L'innamoramento è uno stato in cui si vede un futuro, si vive con trasporto, si trasfigura l'altra persona, il tutto in un mix di sofferenza e piacere, corrisposti.

In one-itis invece manca la parola magica "corrispondenza".

Se non mi sento corrisposto, non vedo futuro, non vivo la storia (unilaterale) con trasporto, non idealizzo la persona, col risultato che non mi fisso.

A riuscirsi sempre, meriterei il nobel come pacificatore del mondo mio.

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Mentor_Pua

Nonostante le conoscenze maggiorate nella seduzione e lasciando perdere da che parte ci si trova nella vita, rimaniamo esseri umani e ci teniamo le nostre emozioni che tentiamo di ignorare, deviare o annullare.

Ma le ignoriamo, deviamo e annulliamo perchè le proviamo e sono sempre le stesse.

Poi razionalizziamo e agiamo nel modo migliore possibile, arriviamo al risultato che vogliamo.

Ma quell'emozione l'abbiamo vissuta.

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volereessere

di più Frankso, ancora più che ammorbidire il sentimento negativo dell'abbandono: la consapevolezza dei pensieri dell'altro, senza sconfinare nella presuntuosa e fallace lettura del pensiero, risolve definitivamente la sofferenza. E per vestire davvero i panni dell'altro, Sensei, sto sostenendo che la vera conoscenza è nella pratica dell'esperienza, che in questo caso, senza ahimè e ohibò, consiste nell'essere stato almeno una volta come una HB, apparentemente bella e crudele, che lascia senza spiegazioni il suo uomo stregato.

Non soffro più quando vengo "trascurato" nonostante il mio forte interesse, non cerco spiegazioni se mi si dice "ora basta", non rimango fissato ai momenti di eternità vissuti insieme .... semplicemente perchè sono stato anche dall'altra parte ... e so che quel che dico o non dico, quel che faccio o non faccio ... ha sempre un'unica e banale causa, che nessuna razionalizzazione potrà mai spiegare meglio: sento dentro che non mi va più.

pronto a rimangiarmi tutto.... ma sento che non andrò mai più in one-itis....

ciao capitansomaro, in diverse occasioni ho avuto modo di manifestarti la mia stima e l'apprezzamento per i tuoi interventi.

Non immagini quanto vorrei poterlo fare anche stavolta!

Non ho dubbi sul fatto che la consapevolezza dei pensieri dell'altro sia importante per evitare di vomitare stupidamente veleno su colei che, ahimè, ci ha mollato, e altrettanto importante è capire che semplicemente "...non le va più..." per tentare di farsene una ragione.

Non soffrirci è, purtroppo, altra cosa.

Io non ho, in verità, le idee chiarissime su cosa sia che ci fa soffrire così tanto l'abbandono. Forse si tratta di un insieme di più fattori.

Forse il fatto che a lei non vada più, mal si concilia con quello che a noi invece andava ancora.

Per non parlare poi del vedere la nostra ex bella desiderare qualcun altro, o anche solo immaginarlo! Qui entrano in gioco altri fattori ancora! Qui tutte le nostre insicurezze trovano un terreno fertilissimo; ci vediamo immediatamente oggetto di un confronto dal quale usciamo perdenti. Del resto tra noi e l'altro lei ha scelto l'altro.... Entra in gioco, a questo punto, l'importanza che ha su di noi l'altrui giudizio (abbiamo già parlato di questo, ricordi?) e, strettamente collegate a questo, l'autostima e la sicurezza di se.

Molto probabilmente, in conclusione, la tua "medicina" funzione per chi, come te, ha già raggiunto un livello di sicurezza e di indipendenza che altri, come me, devono ancora raggiungere. Forse, allora, prima ancora di mettersi nei di lei panni, è questa la direzione in cui dobbiamo lavorare.

Attendo con ansia un tuo parere.

Un abbraccio

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Frankso

Frankso, Revenant,

una precisazione.

io intendo one-itis come fissazione per una donna, non come innamoramento per una donna. Ci vedo una grandissima differenza.

L'innamoramento è uno stato in cui si vede un futuro, si vive con trasporto, si trasfigura l'altra persona, il tutto in un mix di sofferenza e piacere, corrisposti.

In one-itis invece manca la parola magica "corrispondenza".

Se non mi sento corrisposto, non vedo futuro, non vivo la storia (unilaterale) con trasporto, non idealizzo la persona, col risultato che non mi fisso.

A riuscirsi sempre, meriterei il nobel come pacificatore del mondo mio.

ok, allora ho travisato. ammetto che coi termini specifici non sono proprio un mago. Se mi dparli di semplice fissazione beh, anche io ammetto di aver sviluppato qualche sentore che mi dà il semaforo rosso ( o arancione). e fino a quando non sento la "corrispodnenza" come dici tu, ora come ora rimango dietro la staccionata...

Per quanto riguarda la sofferenza beh, sto probabilmente perdendo una storia, una specie di pseudoFB (l' ho sempre chiamata così) che mi dava tanto, molto a livello sessuale ma anche su su altri livelli. Lei vuole di più da me, ma per alcuni "impedimenti" non me la sento di tramutarla in LTR. La decsione è anche la mia,dal momento che non voglio mettermi in gioco, ma una dose di sofferenza si fa sentire. E mi rendo conto che pur essendo consapevole delle dinamiche, si tratta pur di sofferenza. e fa maluccio... molto maluccio...

ho la strana sensazione però che tu voglia dire qualcos' altro. non intendi secondo me solo pura e semplice sofferenza da abbandono. come fai ad anestetizzarla? già ha radici talmente profonde...

Modificato da Frankso
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Kurama86

Interessantissimo sto topic. Capitansomaro, sono sempre d'accordo coi tuoi post, complimenti...

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  • 3 settimane dopo...
COMANDANTEDAVIDE

Leggo troppo spesso di spiazzamenti esistenziali.

Hai mai cambiato completamente punto di vista?

Che ne so, butto là qualche esempio; in uno sport di squadra, sei mai stato costretto a cambiare ruolo, a passare dall'attacco alla porta? hai mai cambiato lavoro? città?

hai mai sentito dentro la totale mancanza di un riferimento sul quale basarsi?

Sì. la mia è una provocazione. E vorrei provocare chi taccia di insensibilità, di crudeltà, di sciatteria e di superficialità tutte le donne dalle quali è stato lasciato.

Prova a cambiare punto di osservazione. Sei tu che lasci la donna. Pensa a cosa le stai facendo passare.

Lei ti cerca e tu niente.

Lei ti implora e tu per cortesia rispondi.

Lei che fa la carina e la distante, ma tu sai che è una recita.

Lei a distanza di mesi si rifà viva e la serenità che ti dimostra si tradisce subito quando un momento prima di chiudere la telefonata ti domanda "quando ci vediamo".

Lei che ti dimostra cambiamenti e novità, ma tu sai che si sta qualificando e che fa DHV.

Tu trombi con un'altra, ma decidi di non dirle nulla per non farla sentire insignificante.

Tu la pensi raramente, ma sai che lei sta vivendo quella situazione tremenda di fissazione nei tuoi confronti.

Tu sai che la cosa migliore è sparire per sempre, ma lei si ostina a vaneggiare un'amicizia.

Tu sai che il tempo per un caffè si trova sempre e comunque, ma a lei continui a dire che non c'è mai tempo.

Tu sai che una parola gentile è niente di più che una parola gentile, ma sai anche che per lei è l'inizio di un speranza.

Potrei continuare a lungo, ma tanto è chiaro e mi fermo qui.

Per capire che una donna, quando ti molla, la devi lasciar andare, perchè tanto non c'è nulla da fare, bisogna aver sperimentato, almeno una volta, la posizione di chi è stato inseguito, di chi ha lasciato.

Da quel punto di vista -- essere stato un'HB che molla -- si riesce a capire meglio che siamo uguali e che non esiste l'insensibilità, la crudeltà, la sciatteria, la superficialità. Per capirlo, una maniera velocissima è sperimentare "essere un'HB"; ma chi non è mai stato almeno una volta una HB che molla, sente che esiste solo lo spiazzamento di chi ancora non si è trovato mai nell'altro punto di osservazione...

perfettamente d'accordo. anche perchè cambiare punto di vista ti può far vedere nuove prospettive.

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giamino

Ho letto adesso il tuo post Capitansomaro..

Se almeno una volta siam stati noi a lasciare, può bastare poco per capire tante cose; anche quanto sia sottile il rischio della pateticità che può celarsi dietro un DHV palesemente sgamato..

Però a volte, come sto vivendo io in questo mese, ci vuole parecchia forza per riuscire ad accettarlo..tanto più se uno ha passato qualche tempo anche a farsi UMILIARE, magari inconsciamente da entrambe le parti, prima di essere lasciato..

Ci vuole forza e intelligenza, ma a volte l'iinamoramento (anche purtroppo quando non corrisposto o non più corrisposto) ci annebbia l'una e l'altra..

Ovviamente, imho

:db:

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giamino

.

Ci vuole forza e intelligenza, ma a volte l'iinamoramento (anche purtroppo quando non corrisposto o non più corrisposto) ci annebbia l'una e l'altra..

mi autocito..

forza e intelligenza per capire che non c'è nulla da fare, non si capiva..

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  • 6 mesi dopo...
Cartago

Leggo troppo spesso di spiazzamenti esistenziali.

Hai mai cambiato completamente punto di vista?

Che ne so, butto là qualche esempio; in uno sport di squadra, sei mai stato costretto a cambiare ruolo, a passare dall'attacco alla porta? hai mai cambiato lavoro? città?

hai mai sentito dentro la totale mancanza di un riferimento sul quale basarsi?

Sì. la mia è una provocazione. E vorrei provocare chi taccia di insensibilità, di crudeltà, di sciatteria e di superficialità tutte le donne dalle quali è stato lasciato.

Prova a cambiare punto di osservazione. Sei tu che lasci la donna. Pensa a cosa le stai facendo passare.

Lei ti cerca e tu niente.

Lei ti implora e tu per cortesia rispondi.

Lei che fa la carina e la distante, ma tu sai che è una recita.

Lei a distanza di mesi si rifà viva e la serenità che ti dimostra si tradisce subito quando un momento prima di chiudere la telefonata ti domanda "quando ci vediamo".

Lei che ti dimostra cambiamenti e novità, ma tu sai che si sta qualificando e che fa DHV.

Tu trombi con un'altra, ma decidi di non dirle nulla per non farla sentire insignificante.

Tu la pensi raramente, ma sai che lei sta vivendo quella situazione tremenda di fissazione nei tuoi confronti.

Tu sai che la cosa migliore è sparire per sempre, ma lei si ostina a vaneggiare un'amicizia.

Tu sai che il tempo per un caffè si trova sempre e comunque, ma a lei continui a dire che non c'è mai tempo.

Tu sai che una parola gentile è niente di più che una parola gentile, ma sai anche che per lei è l'inizio di un speranza.

Potrei continuare a lungo, ma tanto è chiaro e mi fermo qui.

Per capire che una donna, quando ti molla, la devi lasciar andare, perchè tanto non c'è nulla da fare, bisogna aver sperimentato, almeno una volta, la posizione di chi è stato inseguito, di chi ha lasciato.

Da quel punto di vista -- essere stato un'HB che molla -- si riesce a capire meglio che siamo uguali e che non esiste l'insensibilità, la crudeltà, la sciatteria, la superficialità. Per capirlo, una maniera velocissima è sperimentare "essere un'HB"; ma chi non è mai stato almeno una volta una HB che molla, sente che esiste solo lo spiazzamento di chi ancora non si è trovato mai nell'altro punto di osservazione...

Quoto. Ma non sono d'accordo sul fatto che debba essere "solo una provocazione". Invertire i ruoli, essere sul serio l'hb nella vita reale (con i dovuti limiti e in ambito di sarge :D ), non guasta mai.

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