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metamodello del linguaggio: nominalizzazione SICUREZZA


capitansomaro

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Volpe

"sicuro di sé"

così a freddo, direi semplicemente che significa affrontare la situazione senza essere influenzati da alcun tipo di paura.

Consapevolezza che qualunque cosa accada, questa non avrà il potere di arrecarci danni e che resteremo presenti e padroni del momento.

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BananaNike

Io la vedo molto pià semplice questa cosa del concetto di sicurezza.

Intendiamoci, il termine in se si espone a decine di significati e sfaccettature che variano a seconda della gradazione,del contesto ma soprattutto del soggetto cui quella sicurezza deve essere dimostrata (il giudicante).

Ora, la sicurezza assoluta non esiste. E non esiste neppure l'uomo sicuro in qualsiasi situazione.

Ma non esiste neanche un obbligo assoluto per noi uomini di dimostrarci sicuri sempre ed in qualsiasi situazione.

In primis perchè anche noi abbiamo diritto di avere le nostre paure,ansie,paranoie varie ed eventuali senza cadere in trappole come taluni stereotipi simil-machisti. L'unica cosa che forse non ci possiamo concedere in toto è di scaricare queste nostre paure sull'altra persona cosa che invece per tradizione storico-sociale è concessa alle donne.

E già il non scaricare su di lei ciò che noi sentiamo di negativo ci fa passare per persone sicure ( e da qui il primo passo verso la definizione di sicurezza maschile che darò più avanti). Paradosso: possiamo sentire ma non trasmettere, possiamo avere paura ma non possiamo dimostrare di averne.

In secundis perchè le nostre energie sono limitate (lo vogliate o no) e cercare di convincere il proprio corpo, forzarlo nell'atteggiamento, nella comunicazione non verbale a fare il contrario di ciò che la mente ci dice in quel dato momento comporta un dispendio di forze triplo rispetto al normale ( c'è chi dice addirittura che certe forme di depressione si slatentizzino proprio in quelle persone che hanno dovuto dimostrare sicurezza a tutti i costi per lunghi periodi).

Ora, venendo al discorso sulla sicurezza in fase di abbordaggio io penso che questa sia più che altro una commistione tra il saper tenere la maschera giusta ed adatta i quel dato momento ed il dimostrare a quella persona che noi ci teniamo FORTEMENTE ad avvicinarci a lei.

La maschera giusta ed il saper tenerla deriva da molti fattori:

-coraggio

-esperienze passate con più vittorie o più sconfitte (che influenzano il coraggio)

-allenamento (che influenza il nostro range di vittorie-sconfitte)

-capacità ad interpretare quel dato personaggio.Perchè ditemi ciò che volete ma nel momento dell'opener nessuno di noi è se stesso al 100%.Questa cosa è vera per definizione. In quanto coscienti di non essere degli esseri perfetti, nel momento in cui appocciamo una ragazza cercheremo in tutti i modi, piu che in qualsiasi altro momento, di sedare una parte di noi, la parte difettosa. Ed essendo parte di noi anche quella parte difettosa giocoforza stiamo forzando altri noi-stessi a non venire fuori per non rovinarci il gioco.

Il dimostrare che ci teniamo fortemente a lei è invece il risultato delle quattro cose di cui sopra usate alla perfezione. E' il non cedere in nessun istante alla tentazione di far trapelare che anche noi ci sentiamo innaturali in quella data situazione, che vorremmo essere altrove e con altre persone per sentirci meno legati e più sciolti (perchè chi abbiamo davanti è comunque una perfetta sconosciuta), è il riuscire a non cedere alla tentazione di far vedere che anche noi sentiamo di star forzando delle regole sociali, dei tabù,dei giudizi altrui, perchè cedendo dimostreremmo ciò che è naturale provare in una situazione in cui non sei te stesso al 100%: paura. Paura non vista come terrore di qualcosa di imminente. Paura che però sappiamo farebbe cadere la nostra maschera di sicurezza. Che automaticamente si trasfomerebbe in giudizio da parte di lei del tipo "non è così convinto di ciò che sta facendo ergo non ha così tanto interesse ad avvicinarsi a me". E che farebbe crollare in un attimo tutto il castello di carta.

Quale persona che non fosse stolta oppure che non stesse fingendo o forzando se stessa interpreterebbe la sicurezza come una coscienza che in ogni caso, qualsiasi cosa accada non potrà esserci arrecato nessun danno?

Non è molto più naturale ed intelligente infatti avere coscienza dei danni che una data situazione ci potrebbe arrecare? Non per paranoia ma semplicemente perchè è una forzatura pensare che non ci potrà accadere nulla; specie in situazioni in cui gli eventi avvengono a prescindere da come noi ci comportiamo. Perchè il mondo purtroppo non ruota interamente intorno a noi e noi purtroppo non decidiamo i destini di tutto e di tutti.

Ed invece in quel preciso momento non possiamo avere nessun tentennamento, creaimo una scenografia per cui ci diciamo che tutto dipenderà da noi, che a prescindere da tutto noi andremo avanti. Ma è appunto una scenografia perchè nella vita di tutti i giorni, per fortuna ci fermiamo agli STOP, valutiamo i pericoli, cambiamo strada se può essere dannoso percorrerla in quella direzione e non abbiamo problemi a farlo.

Ecco perchè io interpreto la sicurezza dimostrata in certe situazioni come una maschera, come una finzione che bisogna essere bravi a tenere ed a cavalcare e non come un modo di essere assoluto della persona.

Perchè quei dieci minuti rappresentano una parentesi microscopica se inseriti nell'arco di una settimana o di un mese. Così come una parentesi rappresenta un colloquio di lavoro (altra situazione rara in termini temporali in cui l'io-negativo non può venire fuori).

Basta fermarsi un attimo e pensare poi, mentre ci si prepara una carbonara in casa propria a quante e quali altre situazioni ci impongano quel dato comportamento "dovuto" durante una giornata e la risposta è poche, pochissime, in molti casi nessun'altra situazione.

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BananaNike

Rispondo senza leggere le risposte precedenti (per scelta, non voglio farmi influenzare):

Secondo me quello che è importante per la donna che viene sargiata e per l'uomo che sargia è che, nell'eventualità di un insuccesso (che sul momento sarebbe il palo della ragazza, in altre situazioni qualsiasi tipo di sconfitta e/o ostacolo verso un obiettivo) lo stato mentale dell'individuo non si alteri. Ossia che l'insuccesso non rappresenti un motivo per buttarsi giù di morale.

Allo stesso modo neanche il successo deve alterare lo stato mentale in quanto ciò presupporrebbe che il suo stato mentale sia influenzabile dagli eventi e che quindi in caso di sconfitta si sarebbe alterato in negativo.

Questo non significa essere indifferenti, anzi...ma avere la consapevolezza di poter reagire ad un episodio negativo (resilienza).

Insomma, essere sereni in qualsiasi caso (di palo, di chiusura e anche di non approccio). potremmo dire soddisfatti della propria vita. E ancora voglio fare una specificazione: soddisfatti della propria vita non significa che tutto è perfetto e quindi non migliorabile. Significa essere soddisfatti anche di essere su un percorso; godersi la strada e non solo l'arrivo.

Ho letto il tuo post e non sono d'accordo.

Come può la sicurezza che (diamolo per scontato) è necessario avere con una ragazza essere un qualcosa che si valuta nel dopo ( capacità di "reagire" ad un successo o sconfitta) se per definizione questa è necessaria e deve essere valutata dalla stessa ragazza nel "durante"?

Se il concetto di sicurezza fosse solo una capacità di non farsi influenzare da un eventuale risultato positivo o negativo e se le ragazze cercano sicurezza in un uomo non dovrebbe paradossalmente portarci all'obbiettivo anche una nostra reazione positiva o imperturbabile

ad un eventuale palo datoci dalla ragazza? Ci saremmo dimostrati sicuri no?

Non pensi poi che di per se il saper reagire bene ad un palo datoci sia solo una necessità di dimostrare a chi ci sta davanti che il mondo continuerà anche senza di loro? E che questo con una buona dose di finzione possa essere fatto anche da chi in realtà non è una persona sicura? Che sia più che altro una reazione fatta per la "platea", un dopo necessario, un'ostentazione, ma non un far vedere che si hanno le palle e che si sà andare dritti all'obbiettivo cosa già più vicina al concetto di sicurezza?

Perchè la reazione naturale quando una cosa va male non è di sicuro quella di mettere fuoco ad un locale ma non è neanche quella di sorriderci su a prescindere. Un risultato positivo o negatvo son due cose diverse che provocano in noi sensazioni diverse piu o meno reprimibili..

A meno che di quella data persona non ci importasse realmente molto sin dall'inizio ma a quel punto, giocoforza, stiamo mettendo le basi perchè qualcosa vada storto..

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fulmineo

si capisce.

quando in una disputa verbale vuoi per forza avere ragione e, con una certa puntigliosità, vai a rimarcare pedantemente le falle del discorso dell'altro per poi commettere le stesse identiche imprecisioni, si vede che stai cercando di reframmare, ma non in senso buono. stai infatti usando le tecniche che gli altri non conoscono (o pensi non conoscano), ma non sei onesto nell'essere volutamente fumoso e nel non usarle nel tuo stesso discorso per fare chiarezza quando argomenti...e tutto perchè vuoi avere ragione e basta.

ed è lì che intuisci se è un reframe costruito o meno....

(non puoi capire quanto è fastidioso vederlo)

mmm allora ti chiedo.. quali sono i casi in cui un reframe non funziona? magari durante una discussione importante..

ognuno rimane nel proprio frame, la ragazza non accetta essere chiusa nel tuo reframe e tu non accetti il suo, come si viene fuori?

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capitansomaro

Come può la sicurezza che (diamolo per scontato) è necessario avere con una ragazza essere un qualcosa che si valuta nel dopo ( capacità di "reagire" ad un successo o sconfitta) se per definizione questa è necessaria e deve essere valutata dalla stessa ragazza nel "durante"?

a prescindere dalla "sicurezza" ( valutata nel dopo) e dall'"essere sicuri" (che si sente nel durante), ecco il nocciolo della nominalizzazione. e qui!

amore - amare

motivazione - motivare

ricchezza - essere ricchi

etc etc

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TheItalianBull

Ho letto il tuo post e non sono d'accordo.

Come può la sicurezza che (diamolo per scontato) è necessario avere con una ragazza essere un qualcosa che si valuta nel dopo ( capacità di "reagire" ad un successo o sconfitta) se per definizione questa è necessaria e deve essere valutata dalla stessa ragazza nel "durante"?

Se il concetto di sicurezza fosse solo una capacità di non farsi influenzare da un eventuale risultato positivo o negativo e se le ragazze cercano sicurezza in un uomo non dovrebbe paradossalmente portarci all'obbiettivo anche una nostra reazione positiva o imperturbabile

ad un eventuale palo datoci dalla ragazza? Ci saremmo dimostrati sicuri no?

Non pensi poi che di per se il saper reagire bene ad un palo datoci sia solo una necessità di dimostrare a chi ci sta davanti che il mondo continuerà anche senza di loro? E che questo con una buona dose di finzione possa essere fatto anche da chi in realtà non è una persona sicura? Che sia più che altro una reazione fatta per la "platea", un dopo necessario, un'ostentazione, ma non un far vedere che si hanno le palle e che si sà andare dritti all'obbiettivo cosa già più vicina al concetto di sicurezza?

Perchè la reazione naturale quando una cosa va male non è di sicuro quella di mettere fuoco ad un locale ma non è neanche quella di sorriderci su a prescindere. Un risultato positivo o negatvo son due cose diverse che provocano in noi sensazioni diverse piu o meno reprimibili..

A meno che di quella data persona non ci importasse realmente molto sin dall'inizio ma a quel punto, giocoforza, stiamo mettendo le basi perchè qualcosa vada storto..

Non è una questione del dopo....

Una persona che ha le caratteristiche che ho scritto nel mio post è una persona che, non avendo paura del futuro, dimostra sicurezza nel presente.

L'AA in questo senso è paura del futuro (della reazione della ragazza). Chi non ha AA o, ancora più ammirevole, chi apre con tutta l'AA non teme il futuro. In questo senso chi non ha paura del dopo agisce bene durante.

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Splinter

La sensazione dell'essere sicuri/insicuri, per come la intendo io, si, si prova nel presente, ma necessita sempre di una proiezione mentale a lungo/medio/breve o brevissimo termine nel futuro. Senza non può esserci.

In questo senso, in base anche a quanto scritto da tutti voi,

credo di poter dedurre che prima dello scatto della configurazione somatica e della conseguente sensazione,

c'è l'abitudine, più o meno consapevole, di spostare il focus su un "quid" relativo al futuro.

Se questo "quid" è qualcosa la cui dinamica è completamente determitata da noi(es. miglioramento), allora ci sentiamo sicuri,

altrimenti insicuri(es. fclose).

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capitansomaro

dalla nostra discussione viene quindi fuori che la "sicurezza" è tante cose diverse per ciascuno di noi, con alcuni aspetti comuni a tutti.

la nominalizzazione fa parte della categoria linguistica delle "distorsioni". ricopio ancora un pezzo dal libro, anche se delle pillole inserite qua e là, mi rendo conto che non spiegano un bel niente.

"Suzette Elgin (1980) descrisse questi pseudo-nomi (nominalizzazioni) in maniera molto diretta. Disse che le noinalizzazioni sono "cose verbose trasformate in cose nomose". Mi piace. E' memorabile. Nominalizzare crea delle cose nomose a partire da altre cose verbse, e il risultato è che in una nominalizzazione abbiamo dei "verbi nascosti". Questa ditorsione può impoverire notevolmente una mappa cognitiva. Come? Quando rispondiamo, a questi che sembrano nomi, come se il referente fosse fissato e congelato nella realtà e non fosse in alcun modo influenzabile da noi. Ci dimentichiamo del verbo nascosto da velo dello pseudo-nome.

"ha preso la decisione di non alzare la voce con lui da momento che è il capo." UNa "decisione" sembra definitiva, fissata e immtabile. Tuttavia, una "decisione" implica un "decidere" in corso: un proceso che, di momento in momento, porta a decidere di non alzare la voce.

al contrario, quando de-nominalizziamo , ri-mappiamo le cose che sembrano statiche in modo da poter vedere e percepire i processi che si stanno svolgendo. In questo modo arricchiamo la nostra mappa

"invertire le nominalizzazione aiuta a vedere ciò che si era considerato un evento, compiuto e fuori controllo, in un processo in corso di svolgimento che può essere cambiato"

....praticamente, io vedo nominalizzazioni in tutto quello che ci dà problemi. pare quasi che, per come la vedo io, prima di affrontare un problema, sia necessario riconoscere la natura dinamica dei nostri pensieri, laddove abbiamo congelato tutto in un classico "io sono fatto così, non posso cambiare"

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capitansomaro

Per reframmare usando il modello del metalinguaggio intendi girare le frittate facendo finta che l'interlocutore intendesse un'altra cosa?

è un po' articolato, ma per reframe intendo questo, che applicato scientemente fa venire i brividi.

Allora, prima io scrivo su un altro post a gtc quanto segue:

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senti ... ognuno è libero di pensarla come crede e su questo punto sei un ottimo tutore della libertà di espressione nel forum.

ma vorrei capire se karma kid ha scritto un post e tu l'hai preso e l'hai spostato, cambiandogli il titolo, ma mantenendo la sua firma, fuorviando quindi col cambio-titolo il senso delle sue parole.

al di là del corso a cui andrai e su quale taurus ha scritto, ti ripeto, è importante per me, vorrei capire se è successo, ed è quindi possibile, che kharma kid ha scritto, poi è stato spostato e ne è stato anche cambiato il titolo, dedicandogli un thread che lui non aveva aperto.

non frega a nessuno, ma trovo inaccettabile mettere in bocca ad altri parole non scritte. sicuramente mi sbaglio, ma vi prego, te o kharma kid rassicuratemi.

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poi le parole, insieme ad altre e anche per altri utenti, vengono prese e spostate su un altro post ancora, ritagliate

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snapback.pngcapitansomaro, il 12 apr 2012 - 00:29, ha scritto:

non frega a nessuno, ma trovo inaccettabile mettere in bocca ad altri parole non scritte. sicuramente mi sbaglio, ma vi prego, te o kharma kid rassicuratemi.

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e da taurus refremmate come segue:

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Ti rassicuro io. Anche se secondo me tu hai sbagliato lavoro. Cioè, qualsiasi lavoro tu stia facendo — l'hai sbagliato. IMHO dovevi lavorare alla freedom house! Qui su IS sei davvero sprecato! Comunque, vista la tua preoccupazione per la bocca di kharma kid e per quello che gli è stato messo dentro, ti rispondo subito: il post è stato spostato in quanto non centra una mazza con l'evento che stiamo organizzando. Se ti vuoi lamentare in proposito c'è tanto spazio, ma non mi venire a scrivere i tuoi limiti e a creare conflitti nel topic dedicato a un corso che mira a risolvere tutto ciò. Se vuoi fare una domanda in buona fede — benvenuto, ti rispondo col cuore. Se il motivo del post è solo quello di sfogare la propria negatività in merito — hai sbagliato posto.

Tra l'altro se non ci fosse questa stanza t'assicuro che l'avrei pure cancellato. Del resto, ogni tanto dovrò pur confermare il mio titolo di Dittatore Benevolo, no?! :)

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è un caso da manuale, paragrafo "come si sbaglia un reframe"

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Witcher

bah ciuccetto, la roba di gtc fa un po' girare i peones lo ammetto ed ho pero' deciso che mi astengo dal giudicare il lavoro dei moderatori non solo qua, ma in generale. cmq il caso da te postato di reframe non vedo nulla vedo solo ridicolizzazioni, mancanze di rispetto ed insulti.

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