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schemi


capitansomaro

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capitansomaro
Inviato (modificato)

Capitano hai detto tante bellissime parole come spesso fai. Mi interessa l' argomento ma mi risulta difficile comprendere quello che hai scritto e soprattutto mi riesce difficile capire come metterlo in pratica (non ho detto che non si può mettere in pratica attenzione), probabilmente sarà una mia limitazione. Che ne dici ogni tanto specialmente quando tratti argomenti un pò difficilotti di usare un linguaggio più facile da comprendere?

per vincere la paura nell'esprimersi, se c'è una cosa che va assolutamente capita è la mentalità che si deve avere. è la mentalità giusta che ci rende capaci di esprimerci in maniera coinvolgente.

in fondo, le parole e gli schemi, per quanto efficaci, fanno parte (diciamolo per far prima) dell'outer-game. ma è nell'inner-game che risiede la differenza.

avrai letto su tutti i manuali di auto aiuto, di pissicologia e di pnl che la differenza la fanno le "credenze. parlando di questi schemi, ti dico quali sono le mie convinzioni...figlie delle credenze... che poi sono il solito impasto di cose che hai già letto e che probabilmente pensi anche tu.

davvero io sono convinto che parlare con me, se voglio fare stare bene una persona, è emozionante, che so far stare bene l'altro che ho di fronte e che sono io il primo a trarne giovamento. e mi sento bravissimo nel riuscirci e me lo dimostrano i fatti, perchè, semplicemnte, ci riesco. non ho più dubbi o esistazioni. ogni volta che voglio stare bene vedo come devo parlare e "stare" con una persona. il fatto che mi si dica che sono una persona gradevole, con cui si passa volentieri il tempo, se in passato poteva mettermi in imbarazzo come un complimento, ora non ho più paura di accetarlo come un fatto e mi comporto sapendo di essere gradevole. ed è normale ormai, per me, esprimermi così. ora, sotto certe circostanze, so farlo con tutti. posso parlare con tutti e con tutti provo e riecevo piacere.

più che un libro da consigliare, direi che queste sono le convinzioni che si debbono avere in testa e che si debbono pereguire: leggere, studiare, praticare, parlare, ragionare, conoscere, puntando davvero a questo.

come dicevo nel messaggio di sopra, aggiungo che avere un obiettivo nel parlare è fondamentale. far stare bene, divertirsi, coinvolgere, emozionar e lasciarsi emozionare. solo così ti "rendi conto" di quel che puoi fare parlando. se vuoi ottenre un sorriso e ci riesci, allora confronti quel che hai fatto con l'obiettivo e cerchi di capire come l'hai ottenuto. se invece parli,ma non avevi obiettivo, un sorriso è un sorriso, che oltre al piacere di ridere, nulla aggiunge alla tua comprensione su come ottenerlo.

ovvio. è la mia realtà. è soltanto la mia realtà.

Modificato da capitansomaro
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saimon

Mi sono accorto degli "schemi" (parola che odio) all'interrogazione d'italiano di oggi su Pascoli, quando nel descrivere "i puffini dell'adriatico" ho tirato fuori il mio flauto e ho incanto la prof a mò di serpente. Le parole uscivano da sé e posizionavano tutti cuscini attorno alla cattedra finché puff! Non è crollata li sotto, sul morbido ed è passata ad altri.

Aggiungerei che gli schemi si attuano quando hai la mente lucida che riesce a dirti "ok, bene, adesso indirizza il discorso su X" e nel frattempo mentre pensi ciò fertilizzi il terreno per piantare poi i semi.

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capitansomaro
Inviato (modificato)

mi capita spesso di dover ascoltare chi vuole che io faccia qualcosa per lui. in genere c'è dietro una fregatura, tipo sono le sei del pomeriggio, è ora di andarsene a casa, e arriva lo pseudo-motivatore che ti fa il discorsetto per spiegarti quanto è importante consegnare entro le otto della sera un lavoro-extra. in genere, col tipo non ho nessuna empatia e quindi, freddo e distaccato, ai limiti dell'incazzato, riconosco lo schema che il soggetto ha imparato a qualche corso e che a pappagallo cerca di ripetere con me per ottenere quel che vuole: uno straordinario di due ore.

il tipo vorrebbe far leva sulla "necessità che abbiamo tutti di sentirci necessari". di per se, la cosa non è nè buona e nè cattiva; si può imporre o si può subire.

anche per questo "schema", mi sono accorto io stesso alle volte di usarlo in maniera automatica. quindi, in definitiva, a volte lo subisco, riconoscendolo; altre volte lo applico, sapendo cosa sto facendo.

ognuno risponde positivamente al sapere di essere necessario, apprezzato e valorizzato. se ci si concentra su chi lo fa scientemente, si può riconoscere uno schema e la maniera con la quale si cerca di coinvolgere

- si spiega la situazione nel suo complesso. la posta in gioco? qual è il dilemma?

- si spiega il ruolo specifico che la persona può svolgere nella situazione

- si enfatizza l'importanza del ruolo

- si ribadisce come la persona è particolarmente qualificata per il ruolo

- si riconosce apertamente che la richiesta richiederà un sacrificio da parte di chi ascolta

- si chiede se si può contare sull' aiuto di chi ascolta

....a me adesso capita che mi arrabbio più per aver riconosciuto lo schema, che per il lavoro extra che mi viene richiesto

(... questi "capi" hanno fatto tutti gli stessi corsi...)

Modificato da capitansomaro
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capitansomaro

abbiamo bisogno di un capro espiatorio.

questo schema è semplicisismo e al tempo stesso potente. quando non si vogliono nemici ma amici, sento sempre dire:

"ti sbagli, ma non è colpa tua (capro espiatorio). è solo che non sapevi".

è così potente perchè è molto più facile incolpare qualcuno o qualcos'altro piuttosto che guardarsi dentro e scoprire il modo in cui si potrebbe essere responsabili. incolpare qualcuno o qualcos'altro significa rivalutare seriamente ciò che stiamo facendo, e anche le nostre percezioni.

quattro parole, "non è colpa tua."

ogni volta che si offre una spiegazione per un problema, invece di incolpare chi ha sbagliato, se dici "non è colpa tua", si crea un empatia, neanche tanto nascosta.

l'aspetto manipolatorio dello schema è che chi ascolta risponderà in positivo, anche se non è vero ed è lui il responsabile.

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fulmineo

una persona che ti dice che fare comportamento x è sintomo di insicurezza, (lo si può fare con qualsiasi cosa)

ad esempio

andare con tante donne è sintomo di insicurezza, dovresti cercartene una che ti ama davvero ---> io: ma che cazzo sta a dire questo qua?

altri: si , ineffetti.. non hai tutti i torti (cadono nel frame)

a me sembra che la gente mette in atto schemi non so se consciamente o inconsciamente facendo leva per lo più con il significato di "insicurezza" e ovvio con tanti altri

visto che nessuno al mondo di oggi vuole sentirsi insicuro cadranno in quel frame.

stiamo parlando di questo?

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sbronza

Davvero stupendo: state parlando di recitazione. quando ci si approccia ad un personaggio bisogna rispondere a delle domande

Chi sono io: applicato alla seduzione può essere l'inner game

Con chi sto parlando: con una donna in carriera per lo meno all'inizio, avrò un modo di pormi differente rispetto a quello che userei con una ragazza in discoteca. cercare di capirne i valori, ascoltarne le esperienze insomma avere un quadro della persona.

Cosa voglio ottenere nel dialogo(obbiettivo): suscitare eccitazione

Cosa voglio ottenere con le donne(super obbiettivo): sesso

Qual è l'ostacolo che si frappone al mio obbiettivo: la ragazza è cresciuta in un ambiente poco stimolante, ha dedicato la sua vita agli studi.

Come aggiro l'ostacolo: prendendo ad esempio la donna in carriera all'inizio devo conquistarmi la sua fiducia. avrò un tono di voce calmo, parlerò delle mie esperienze univeritarie e di quel professore che odiavo ecc ecc.mi dimostrerò colto, solido,affidabile. la nostra conversazione all'inizio riguarderà l'università perchè quello è l'ambiente che conosce meglio e in cui si sente al sicuro. parlando di università lei rievocherà l'odore delle aule, i corridoi affollati ecc ecc. per forza di cose si fiderà di me

Poi inizierò a parlare in modo più appassionato e le infarcirei la testa di emozioni e le farei notare in modo indiretto tutte quelle cose a cui lei ha rinunciato nella vita e che io invece ho fatto. in questo modo le dimostrerò che non c'è nulla di male a divertirsi ogni tanto. non c'è bisogno di tradire quei valori (che magare odia,ma ormai fanno parte di lei) di efficienza estrema che le sono stati inculcati da piccola. Resterò sempre sulla sua lughezza d'onda.

se io invece la approcciassi subito con un atteggiamento da cazzone, scatterebbe in lei lo schema mentale del genitore che deve riprendere il figlio discolo o nel peggiore dei casi l'invidia e l'odio riassumibile nel concetto "tu non fai un cazzo dalla mattina alla sera, ma se non lo sai c'è gente che lavora"

l'esempio è banale, ma studiando recitazione per me è straordinario come questi concetti si applichino alla perfezione allo studio di un personaggio. credo proprio che mi leggerò qualcosa al riguardo.

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