Drugo94 [Élite] 847 Inviato 12 Novembre 2012 Condividi Inviato 12 Novembre 2012 Quindi in base alla situazione cambi anche i tuoi valori etici e morali? Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
^'V'^ [Aivia Demon] 160661 Inviato 12 Novembre 2012 Condividi Inviato 12 Novembre 2012 Quindi in base alla situazione cambi anche i tuoi valori etici e morali? Non so se dici a me, comunque non ho una morale, anche se aderisco alle morali dei padroni di casa quando sono ospite, per rispetto, e la mia etica è quelle della vita, inteso della biologia. Rispetto ai due messaggi precedenti... Che dire... Si sta creando una buona atmosfera... Non lo sapete, e non ho prove per documentarlo, ma in quel post davvero lungo avevo inserito questo brano di Pirandello: L'uomo piglia a materia anche se stesso, e si costruisce, sissignori, come una casa. Voi credete di conoscervi se non vi costruite in qualche modo? E ch'io possa conoscervi se non vi costruisco a modo mio? E voi me, se non mi costruite a modo vostro? Possiamo conoscere soltanto quello a cui riusciamo a dar forma. Ma che conoscenza può essere? È forse questa forma la cosa stessa? Sì, tanto per me, quanto per voi; ma non così per me come per voi: tanto vero che io non mi riconosco nella forma che mi date voi, né voi in quella che vi do io; e la stessa cosa non è uguale per tutti e anche per ciascuno di noi può di continuo cangiare, e difatti cangia di continuo. Eppure, non c'è altra realtà fuori di questa, se non cioè nella forma momentanea che riusciamo a dare a noi stessi, agli altri, alle cose. La realtà che ho io per voi è nella forma che voi mi date; ma è realtà per voi e non per me; la realtà che voi avete per me è nella forma che io vi do; ma è realtà per me e non per voi; e per me stesso io non ho altra realtà se non nella forma che riesco a darmi. E come? Ma costruendomi, appunto. Uno, nessuno e centomila, Luigi Pirandello E avevo parlato del mago di Oz, del leone e dell'uomo di latta... Poi ho cancellato entrambi i passaggi perché stava diventando un tema e non volevo complicare il ragionamento più di quello che già era, tantopiù che la verità che può essere scritta non è la verità, e la pietra che può essere vista, e quindi descritta, non è la pietra oscura. Aver visto che nei due messaggi successivi avete citato proprio Pirandello e il Mago di OZ mi ha fatto venire un brivido di piacere. lovedrop22, giannicarlo, Valdast94 e 3 altri ha reagito a questo 6 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Drugo94 [Élite] 847 Inviato 12 Novembre 2012 Condividi Inviato 12 Novembre 2012 Ma parlando in termini di scelte finalizzate all'utilità o inutilità rispetto al bisogno di sopravvivere e riprodursi..allora dovremmo assumere le "forme" che gli altri vorrebbero che noi assumessimo per rendere la situazione favorevole a noi. Per esempio dovremmo assumere la forma che pensiamo voglia una certa ragazza per riprodurci con lei se consideriamo la scelta di riprodurci con questa come favorevole. Allo stesso modo dovremmo assumere la forma di "bravo studente" a scuola se considerassimo la scelta dell'andare bene a scuola come collegata alla sopravvivenza. Stesso discorso per il lavoro. È questo più o meno quello che succede annullando la nostra finta convinzione di essere ciò che siamo? In pratica diventiamo ciò che ci conviene essere in base alla scelta conveniente che facciamo? Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
^'V'^ [Aivia Demon] 160661 Inviato 12 Novembre 2012 Condividi Inviato 12 Novembre 2012 Il discorso di ^V^ è bellissimo, ma secondo me non porta a nulla perché... La pietra oscura non c'è. Il "vero te stesso", non esiste, la società ti vuole limitato in una identità. Ma la tua mente non vuole essere chiusa in una scatola, e non lo sarà mai. Sono d'accordo... Ma su quel non esistere, puoi manifestare le identità che vuoi. Che poi è un non esistere particolare, non cioè l'assenza, ma il tutto. Il cesto di lego è un non esistere come individuo, quindi come "vero se stesso", ma è comunque un esistere come parte del tutto in un continuum. Ora... tutto questo sta diventando molto verboso, e so bene che descrivere la Venere del Botticelli a parole è impresa impossibile. Dico solo che esistono tanti tipi di inner game, alcuni sono anche validi, il mio punto di vista non è volto al miglioramento, ma all'utilità. Parte da considerazioni di guerriglia psicologica, sul trovare i punti deboli e i bisogni delle diverse identità, ed il primo passo, in questo, è quello di annullare la propria, di identità. Vorrei consigliare un libro di Stefano Re, Mindfucking 3 "Identità Zero"...ma non glielo hanno ancora pubblicato... Il mio rimane comunque un punto di vista predatorio, non alpha, esistono molti sistemi, metodi, scuole di pensiero che anche senza essere così metafisiche e "spirituali" possono dare degli aiuti enormi per migliorare con le donne e con se stessi, volevo solo aprire un po' un velo per rispondere alla domanda oggetto del 3d, e per spiegare, per come l'ho capita io, la frase di Tyler Durden. Moltissime persone possono avere una vita piena ed entusiasmante anche senza distruggersi e avere identità come vestiti, e' solo un modo di essere, non l'unico e nemmeno l'unico giusto! Wunderwaffe ha reagito a questo 1 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
^'V'^ [Aivia Demon] 160661 Inviato 12 Novembre 2012 Condividi Inviato 12 Novembre 2012 Ma parlando in termini di scelte finalizzate all'utilità o inutilità rispetto al bisogno di sopravvivere e riprodursi..allora dovremmo assumere le "forme" che gli altri vorrebbero che noi assumessimo per rendere la situazione favorevole a noi. Per esempio dovremmo assumere la forma che pensiamo voglia una certa ragazza per riprodurci con lei se consideriamo la scelta di riprodurci con questa come favorevole. Allo stesso modo dovremmo assumere la forma di "bravo studente" a scuola se considerassimo la scelta dell'andare bene a scuola come collegata alla sopravvivenza. Stesso discorso per il lavoro. È questo più o meno quello che succede annullando la nostra finta convinzione di essere ciò che siamo? In pratica diventiamo ciò che ci conviene essere in base alla scelta conveniente che facciamo? Dipende se vuoi passare sotto il livello dei radar o se vuoi trascinarli nel tuo mondo. Io voglio avere la libertà di scegliere una o l'altra ipotesi. Così non sono schiavo dell'una o dell'altra. Se sei armato, puoi scegliere di non usarla e di imboccare la via del dialogo. E' una libera scelta. Se sei debole e disarmato, la via del dialogo non è una scelta libera ma l'unica opzione. Se puoi essere chi vuoi, libero dalla convinzione di essere te, e che te sia fatto in questo o quel modo, allora puoi anche decidere di vivere esperienze con il te stesso che più ti aggrada, sia che significhi il te stesso che va bene agli altri, che no. Sarai comunque, in ogni caso, soggetto alla verità relativa del mondo, non puoi fare un te stesso che non mangia o che non va in bagno o che non beve, le regole del mondo biologico saranno sempre lì. Il concetto di io e non io, la loro fusione e differenziazione, sono in mano tua. Spiegare una sensazione a parole è difficilissimo. Tanto più una sensazione che per millenni è stata considerata sacra e quasi inarrivabile. Wunderwaffe e giannicarlo ha reagito a questo 2 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Drugo94 [Élite] 847 Inviato 12 Novembre 2012 Condividi Inviato 12 Novembre 2012 "Io voglio avere la libertà di scegliere una o l'altra ipotesi." L'una e l'altra ipotesi sarebbero decidere di fare una scelta conveniente o una scelta deliberatamente lontana dalla convenienza per potere dire di essere liberi da ogni cosa? Non è una critica eh, siamo effettivamente liberi di fare questa scelta, ma è questa quindi la massima che applichi nella vita? "Se puoi essere chi vuoi, libero dalla convinzione di essere te, e che te sia fatto in questo o quel modo, allora puoi anche decidere di vivere esperienze con il te stesso che più ti aggrada, sia che significhi il te stesso che va bene agli altri, che no." Il me stesso che più mi aggrada è un insieme di scelte da cui decido di farm influenzare consapevolmente quindi. Poi non faccio più domande giuro xD Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Pathfinder [Partecipante] 193 Inviato 12 Novembre 2012 Autore Condividi Inviato 12 Novembre 2012 Fai bene a fare domande, non perdere mai questa bellissima virtù. IoCiProvo, Drugo94, Reverie e 3 altri ha reagito a questo 6 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Questo è un messaggio popolare. ^'V'^ [Aivia Demon] 160661 Inviato 13 Novembre 2012 Questo è un messaggio popolare. Condividi Inviato 13 Novembre 2012 Il 12/11/2012 at 18:04, Drugo94 ha scritto: "Io voglio avere la libertà di scegliere una o l'altra ipotesi." L'una e l'altra ipotesi sarebbero decidere di fare una scelta conveniente o una scelta deliberatamente lontana dalla convenienza per potere dire di essere liberi da ogni cosa? Non è una critica eh, siamo effettivamente liberi di fare questa scelta, ma è questa quindi la massima che applichi nella vita? A volte è conveniente stare sotto il livello dei radar, a volte è conveniente manifestarsi. Nessuno può essere libero da qualsiasi cosa, finché vive. Aria, acqua, cibo, dolore, piacere, bisogni vari, l'importante secondo me è capire se una cosa ti serve, anche solo come step intermedio, per S&R, oppure se serve alla S&R di altri. (bisogni indotti). Il 12/11/2012 at 18:04, Drugo94 ha scritto: "Se puoi essere chi vuoi, libero dalla convinzione di essere te, e che te sia fatto in questo o quel modo, allora puoi anche decidere di vivere esperienze con il te stesso che più ti aggrada, sia che significhi il te stesso che va bene agli altri, che no." Il me stesso che più mi aggrada è un insieme di scelte da cui decido di farm influenzare consapevolmente quindi. C'è un te stesso che usi al lavoro, c'è un te stesso che si cala nel ruolo di turista, di studente, uno che usi con la fidanzata, uno che usi con gli amici, le persone sopravvalutano moltissimo l'influenza di fattori interni nella personalità e sottovalutano moltissimo l'influenza di fattori situazionali. Dopo 10 anni che uno fa il poliziotto, o altri ruoli, il ruolo ha quasi completamente assorbito la sua personalità ed è diventato un postino, un poliziotto, un medico, sia durante il lavoro che fuori. Questo è molto evidente per i lavori, lo è un po' meno per gli stili di vita che uno adotta, emula, assorbe dall'ambiente circostante. Va benissimo sapersi mescolare all'ambiente, ma non confondiamo noi stessi con il ruolo dettato da esso. Le persone che hanno viaggiato molto, non intendo per villaggi turistici, ma che hanno vissuto in parti diverse del mondo, sono un buon esempio di libertà dalla cultura di appartenenza, che non sembra ma cambia tantissimo la personalità. Quando vedi che un comportamento o un modo di pensare che dai per scontato, perché è l'unico che conosci, da un'altra parte del mondo è vissuto in maniera molto differente, piano piano ti accorgi di quei comportamenti che non ti appartengono come umano ma che appartengono alla società in cui sei cresciuto. Puoi credere che sia normale che le donne si imbarazzino davanti ad un sexy shop, poi vai in Giappone e vedi sexy shop di tre piani con le ragazze di 16 anni che vanno a comprare le corde per farsi legare e capisci che quell'imbarazzo è culturale. Questo non significa che non devi averlo, ma solo che puoi decidere se averlo o no, se vuoi essere invisibile nella tua cultura lo adotti, se vuoi essere notato te ne sbarazzi. La libertà non è perdere quell'imbarazzo, è scegliere quando decidere di averlo. Ma parlo di libertà relativa, non di Libertà, siamo comunque marionette in mano a Madre Natura che ci punisce col dolore e ci ricompensa col piacere quando ci allontaniamo o ci avviciniamo agli scopi dei geni che ci portiamo dentro. Sopravvivere e riprodurci. lovedrop22, giannicarlo, Sennar e 11 altri ha reagito a questo 11 3 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
^'V'^ [Aivia Demon] 160661 Inviato 13 Novembre 2012 Condividi Inviato 13 Novembre 2012 (modificato) Ma parlando in termini di scelte finalizzate all'utilità o inutilità rispetto al bisogno di sopravvivere e riprodursi..allora dovremmo assumere le "forme" che gli altri vorrebbero che noi assumessimo per rendere la situazione favorevole a noi. Per esempio dovremmo assumere la forma che pensiamo voglia una certa ragazza per riprodurci con lei se consideriamo la scelta di riprodurci con questa come favorevole. Allo stesso modo dovremmo assumere la forma di "bravo studente" a scuola se considerassimo la scelta dell'andare bene a scuola come collegata alla sopravvivenza. Stesso discorso per il lavoro. È questo più o meno quello che succede annullando la nostra finta convinzione di essere ciò che siamo? In pratica diventiamo ciò che ci conviene essere in base alla scelta conveniente che facciamo? Se hai una sola forma sei schiavo di quella forma, coi suoi punti di forza ma anche i suoi punti deboli. Soprattutto se pensi che non è una forma che hai costruito tu, come atto di volontà, ma è il risultato dell'interazione delle tue predisposizioni genetiche con l'ambiente che ti ha formato e spesso lo ha fatto per interessi altrui e non tuoi, il poter distruggere quel te stesso e scegliere di volta in volta come manifestarti (anche con quel te stesso, se vuoi, ma deve essere una scelta, non l'unica scelta) è un atto importante. Il regista rimane lo stesso, tu che stai dietro le quinte sei sempre tu, il vertice del diamante è uno, ma le facce del diamante, gli attori che mandi sul palco, cambiano. Nel Giappone medioevale i Ninja usavano diversi travestimenti e si allenavano ad essere persone diverse per motivi di spionaggio. Inoltre nella guerriglia psicologica se studi i punti deboli mentali dei diversi tipi di avversario è chiaro che il primo passo da fare è non essere anche tu limitato come uno di quei tipi di avversario, lui sarà schiavo della sua tipologia, tu adotterai varie tipologie a seconda di come desideri manifestarti. Oggi, anche senza motivi di spionaggio, la guerriglia psicologica è ovunque, per mangiare non ti serve saper cacciare le antilopi o costruire capanne, accender fuochi o altro, ma devi operare in un ambiente sociale. Inoltre l'ambiente cambia così rapidamente, che mentre 200 anni fa uno cresceva nell'ambiente che avrebbe incontrato per sempre, e poteva permettersi tranquillamente il lusso di essere convinto d'essere un tipo identitario, oggi se ti convinci di essere quell'identità forgiata dall'ambiente x, al veloce mutare degli ambienti ti trovi nell'ambiente y con quella identità da ambiente x che stride e mostra punti deboli. Modificato 13 Novembre 2012 da ^'V'^ arcadefire86, lovedrop22 e MagniFico ha reagito a questo 3 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Questo è un messaggio popolare. ^'V'^ [Aivia Demon] 160661 Inviato 13 Novembre 2012 Questo è un messaggio popolare. Condividi Inviato 13 Novembre 2012 (modificato) Ora....alcuni leggendo tutto questo e sentendo parlare di identità zero, di identità scelte di volta in volta, penseranno ad una eccessiva frammentazione dell'essere. E' vero il contrario! E' la persona convinta di essere un'identità, che avrà al suo interno molte subpersonalità che confliggono animate da diversi bisogni spesso in contrasto fra loro, in contrasto con la cultura, la morale, e combattuta cognitivamente dalla contraddittorietà della cultura popolare. (si pensi che per ogni proverbio ne esiste uno contrario, ad esempio chi fa da se fa per tre/ l'unione fa la forza, Dio guardami dagli amici che dai nemici mi guardo io/chi trova un amico trova un tesoro) Mentre uno legge queste righe, c'è una parte di lui che vuole andare in frigo, una parte che vuole vedere un film, una che vuole comprare un tablet, una che vuole bere perché ha sete, una che ha una gran voglia di cambiare lavoro, ecc, ed ognuna di queste parti tira in direzioni diverse e a volte contrarie (andare bene a scuola/divertirsi) sprecando una montagna di energie. Tornare indietro ed essere il regista, allineare tutte le facce ad un vertice, sebbene comporti la consapevolezza delle diverse e numerose facce, ha la caratteristica paradossale di unificare gli intenti. Si passa dal credere di essere uno e agire confusamente come 10, al sapere di essere dieci, pronti ad agire in un'unica direzione scelta dal regista. Esiste il regista? Chissenefrega, la sua virtualizzazione esiste e funziona, poi se non esiste, è lo stesso, è solo una zattera utile ad attraversare il fiume, una volta all'altra sponda si può buttare. Modificato 13 Novembre 2012 da ^'V'^ lovedrop22, IoCiProvo, Cooper73 e 8 altri ha reagito a questo 8 2 1 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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