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Visto che in Italia nel giro di qualche anno sarà difficile sopravvivere, dove emigrare?


The President

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comeback
5 ore fa, Wayna ha scritto:

E' quello che ho intuito senza aver vissuto all'estero (il max è stato un mese e mezzo).

Il problema è che il lavoro, e parliamo di quello che ti ritrovi a dover fare per studi etc. e NON il lavoro che magari sogneresti di fare, non è sufficiente per renderti felice. Si trattasse della NASA o di cose molto stimolanti e gratificanti magari sarebbe diverso.

Come dici tu la cosa cambia se hai un network, una donna, un gruppo di persone con cui condividi progetti, una mission che però non deve essere mi faccio un cv con i controcoglioni e poi vedo. E' un percorso che credo porti comunque a degli attriti.

Ecco perché mi hanno cominciato a stare un pò sulle palle gli slogan dei paesi expat più ambiti: vieni da noi, trovi lavoro, regole e pulizia. In questo modello socio-economico sono "corpi" vuoti, è troppo sterile, il sogno americano è finito.

In ogni caso spero che ti riprenderai e farai la cosa più giusta per te. Non è facile perché bene o male è un problema comune però ne sento sempre più spesso parlare e quindi potrebbero emergere delle soluzioni comuni (forse...).

Il discorso può essere esteso a qualsiasi spostamento. Tuttavia, vivere all'estero è l'estremo dello spostamento fisico, morale, intellettuale e intendo vivere all'estero, stanziarsi, e non fare l'esperienzina e andar via. Certe sfide sono una forza di pochi o se volete colpi di incoscienza.

Ogni spostamento, anche tra una città e l'altra, sono per definizioni cambiamenti. Più costruisci nei nuovi posti una nuova dimensione, non solo lavorativa, ma sociale e culturale, maggiore è la chance di rimanere a galla e sentirsi vivo. Uno sradicamento, dettato meramente da necessità lavorative, senza alcun sostegno sociale (Ltr, amici, famiglia, ...) tende veramente al tracollo. 

Certo, per alcuni mesi / anni, puoi anche tirare a campare, come già sostenevo, facendo viaggi, buttandoti di qua e di là e perchè no questo diverte e fa star bene. L'uomo però, e non mi stancherò mai di dirlo, è meno nomade di quanto si crede, è un animale territoriale, deve individuare il branco, sentirsi parte di qualcosa, altrimenti non esiste, ne accendi forse desideri più piccanti ma lo rendi più fragile.

Con questo sono felice della mia scelta ma sono finito "altrove" per costruire, non per lavorare. 

 

 

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Il 19/3/2018 alle 21:32 , comeback ha scritto:

Il discorso può essere esteso a qualsiasi spostamento. Tuttavia, vivere all'estero è l'estremo dello spostamento fisico, morale, intellettuale e intendo vivere all'estero, stanziarsi, e non fare l'esperienzina e andar via. Certe sfide sono una forza di pochi o se volete colpi di incoscienza.

Ogni spostamento, anche tra una città e l'altra, sono per definizioni cambiamenti. Più costruisci nei nuovi posti una nuova dimensione, non solo lavorativa, ma sociale e culturale, maggiore è la chance di rimanere a galla e sentirsi vivo. Uno sradicamento, dettato meramente da necessità lavorative, senza alcun sostegno sociale (Ltr, amici, famiglia, ...) tende veramente al tracollo. 

Certo, per alcuni mesi / anni, puoi anche tirare a campare, come già sostenevo, facendo viaggi, buttandoti di qua e di là e perchè no questo diverte e fa star bene. L'uomo però, e non mi stancherò mai di dirlo, è meno nomade di quanto si crede, è un animale territoriale, deve individuare il branco, sentirsi parte di qualcosa, altrimenti non esiste, ne accendi forse desideri più piccanti ma lo rendi più fragile.

Con questo sono felice della mia scelta ma sono finito "altrove" per costruire, non per lavorare. 

 

 

Comeback, mi daresti un consiglio?

Ascolta: in questo momento sto frequentando economia (ho 21 anni, ho iniziato quest'anno), sto dando gli esami e me la sto cavando abbastanza bene, posso migliorare per raggiungere i massimi voti, ma va bene.

Nel frattempo, sto lavorando per un'azienda che produce componenti in plastica per auto, un'azienda abbastanza grande, 180 milioni di fatturato annuo, con un potente e innovativo reparto ingegneristico.

Io sono entrato nel reparto marketing, su una selezione di circa 80 candidati, e insomma devo dire di essermela cavata bene.

Mi occupo di scrivere tutto il possibile, dai testi per il sito, al materiale di marketing off-line ed online. Il periodo di prova finisce domani, e inizialmente dovrei arrivare a guadagnare quei 400-500 euro al mese, fino a poi all'assunzione diretta che avverrà tra diversi mesi se tutto va bene, arrivando a prendere dai 1500-2000.

L'azienda inoltre mi offre il contatto diretto col marketing manager dell'azienda, insieme facciamo tutte le scelte strategiche, e inoltre mi vengono pagati tutti i corsi di aggiornamento, anche molto costosi. Almeno, queste sono le premesse.

C'è un però, non so se ne vale la pena, ci sto pensando molto.

Mi spiego: questo lavoro mi prende abbastanza tempo, 7/7 in media dalle 4-5 giornaliere. Assieme agli esami, dove studiando tutti i giorni dalle 4-6 ore (economia non è ingegneria) per ora sto mantenendo bene il ritmo, e riuscirei a farcela, e piano piano credo anche di velocizzarmi nei ritmi e di permettermi di uscire a divertirmi ogni tanto. 

Ora però: qual è il problema? Il problema è che, pensandoci, potrei impiegare questo tempo che mi prende il lavoro (e me ne prenderà sempre di più, non ritmi incessanti ma equivalenti a quelli di studio) per studiare di più. Per imparare a menadito la matematica, e altre robe utili al percorso di laurea.

Perché, informandomi, so che gli sbocchi di economia vicini alla statistica, matematica finanziaria, non sono boiate e possono in potenza portarmi un bel percorso, arrivando a guadagnare cifre importanti. Soprattutto pensando poi di fare la specialistica ed eventuali specializzazioni fuori in università "serie" e con un forte Brand.

E sono diviso dalle due cose. Perché il marketing è il ramo che più mi diverte,  e il lavoro anche non mi dispiace, dall'altro so che marketing è un percorso alla fine... fumoso, dove buona parte delle scelte sono casuali, quindi no buono.

Mentre la parte di matematica finanziaria, statistica et similia, sono robe più oggettive e con più riscontri.

Che mi consigli? Con queste premesse, vale la pena continuare oppure staccare da lavoro e dedicarmi full time all'uni?

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Gigiun
26 minuti fa, Kagan ha scritto:

Comeback, mi daresti un consiglio?

Ascolta: in questo momento sto frequentando economia (ho 21 anni, ho iniziato quest'anno), sto dando gli esami e me la sto cavando abbastanza bene, posso migliorare per raggiungere i massimi voti, ma va bene.

Nel frattempo, sto lavorando per un'azienda che produce componenti in plastica per auto, un'azienda abbastanza grande, 180 milioni di fatturato annuo, con un potente e innovativo reparto ingegneristico.

Io sono entrato nel reparto marketing, su una selezione di circa 80 candidati, e insomma devo dire di essermela cavata bene.

Mi occupo di scrivere tutto il possibile, dai testi per il sito, al materiale di marketing off-line ed online. Il periodo di prova finisce domani, e inizialmente dovrei arrivare a guadagnare quei 400-500 euro al mese, fino a poi all'assunzione diretta che avverrà tra diversi mesi se tutto va bene, arrivando a prendere dai 1500-2000.

L'azienda inoltre mi offre il contatto diretto col marketing manager dell'azienda, insieme facciamo tutte le scelte strategiche, e inoltre mi vengono pagati tutti i corsi di aggiornamento, anche molto costosi. Almeno, queste sono le premesse.

C'è un però, non so se ne vale la pena, ci sto pensando molto.

Mi spiego: questo lavoro mi prende abbastanza tempo, 7/7 in media dalle 4-5 giornaliere. Assieme agli esami, dove studiando tutti i giorni dalle 4-6 ore (economia non è ingegneria) per ora sto mantenendo bene il ritmo, e riuscirei a farcela, e piano piano credo anche di velocizzarmi nei ritmi e di permettermi di uscire a divertirmi ogni tanto. 

Ora però: qual è il problema? Il problema è che, pensandoci, potrei impiegare questo tempo che mi prende il lavoro (e me ne prenderà sempre di più, non ritmi incessanti ma equivalenti a quelli di studio) per studiare di più. Per imparare a menadito la matematica, e altre robe utili al percorso di laurea.

Perché, informandomi, so che gli sbocchi di economia vicini alla statistica, matematica finanziaria, non sono boiate e possono in potenza portarmi un bel percorso, arrivando a guadagnare cifre importanti. Soprattutto pensando poi di fare la specialistica ed eventuali specializzazioni fuori in università "serie" e con un forte Brand.

E sono diviso dalle due cose. Perché il marketing è il ramo che più mi diverte,  e il lavoro anche non mi dispiace, dall'altro so che marketing è un percorso alla fine... fumoso, dove buona parte delle scelte sono casuali, quindi no buono.

Mentre la parte di matematica finanziaria, statistica et similia, sono robe più oggettive e con più riscontri.

Che mi consigli? Con queste premesse, vale la pena continuare oppure staccare da lavoro e dedicarmi full time all'uni?

Ma hai anche tempo per scopare?

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9 minuti fa, Gigiun ha scritto:

Ma hai anche tempo per scopare?

Sincero: no. L'ultimo rapporto con una donna risale a più di un anno fa, e devo rigraziare un mio amico.

Adesso che vado in uni, c'è una carina che vorrebbe scoparmi a gogo, tendenzialmente se frequento qualche posto anche senza far nulla, qualcosa esce fuori. Il problema è che 

- A lo stress mi impedisce di avere quelle che voglio davvero.

- B esco 1-2 volte al mese. (Quando sono super attivo)

Ma non me ne lamento, a parte periodi bui sono abbastanza stakanovista, musica nelle orecchie e via a lavorare/studiare all the day

P.s: se vuoi darmi un parere sul contento del post a parte le scopate, sei il benvenuto

Modificato da Kagan
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Gigiun
1 minuto fa, Kagan ha scritto:

Sincero: no. L'ultimo rapporto con una donna risale a più di un anno fa, e devo rigraziare un mio amico.

Adesso che vado in uni, c'è una carina che vorrebbe scoparmi a gogo, tendenzialmente se frequento qualche posto anche senza far nulla, qualcosa esce fuori. Il problema è che 

- A lo stress mi impedisce di avere quelle che voglio davvero.

- B esco 1-2 volte al mese. (Quando sono super attivo)

Ma non me ne lamento, a parte periodi bui sono abbastanza stakanovista, musica nelle orecchie e via a lavorare/studiare all the day

Ti dico che anche io a 21 anni ero come te solo studio e lavoro. Se avessi una macchina del tempo qui di fianco a me e potessi tornare indietro farei le cose in modo MOLTO MOLTO MOLTO MOLTO diverso....

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Mich!
48 minuti fa, Kagan ha scritto:

Comeback, mi daresti un consiglio?

Ascolta: in questo momento sto frequentando economia (ho 21 anni, ho iniziato quest'anno), sto dando gli esami e me la sto cavando abbastanza bene, posso migliorare per raggiungere i massimi voti, ma va bene.

Nel frattempo, sto lavorando per un'azienda che produce componenti in plastica per auto, un'azienda abbastanza grande, 180 milioni di fatturato annuo, con un potente e innovativo reparto ingegneristico.

Io sono entrato nel reparto marketing, su una selezione di circa 80 candidati, e insomma devo dire di essermela cavata bene.

Mi occupo di scrivere tutto il possibile, dai testi per il sito, al materiale di marketing off-line ed online. Il periodo di prova finisce domani, e inizialmente dovrei arrivare a guadagnare quei 400-500 euro al mese, fino a poi all'assunzione diretta che avverrà tra diversi mesi se tutto va bene, arrivando a prendere dai 1500-2000.

L'azienda inoltre mi offre il contatto diretto col marketing manager dell'azienda, insieme facciamo tutte le scelte strategiche, e inoltre mi vengono pagati tutti i corsi di aggiornamento, anche molto costosi. Almeno, queste sono le premesse.

C'è un però, non so se ne vale la pena, ci sto pensando molto.

Mi spiego: questo lavoro mi prende abbastanza tempo, 7/7 in media dalle 4-5 giornaliere. Assieme agli esami, dove studiando tutti i giorni dalle 4-6 ore (economia non è ingegneria) per ora sto mantenendo bene il ritmo, e riuscirei a farcela, e piano piano credo anche di velocizzarmi nei ritmi e di permettermi di uscire a divertirmi ogni tanto. 

Ora però: qual è il problema? Il problema è che, pensandoci, potrei impiegare questo tempo che mi prende il lavoro (e me ne prenderà sempre di più, non ritmi incessanti ma equivalenti a quelli di studio) per studiare di più. Per imparare a menadito la matematica, e altre robe utili al percorso di laurea.

Perché, informandomi, so che gli sbocchi di economia vicini alla statistica, matematica finanziaria, non sono boiate e possono in potenza portarmi un bel percorso, arrivando a guadagnare cifre importanti. Soprattutto pensando poi di fare la specialistica ed eventuali specializzazioni fuori in università "serie" e con un forte Brand.

E sono diviso dalle due cose. Perché il marketing è il ramo che più mi diverte,  e il lavoro anche non mi dispiace, dall'altro so che marketing è un percorso alla fine... fumoso, dove buona parte delle scelte sono casuali, quindi no buono.

Mentre la parte di matematica finanziaria, statistica et similia, sono robe più oggettive e con più riscontri.

Che mi consigli? Con queste premesse, vale la pena continuare oppure staccare da lavoro e dedicarmi full time all'uni?

Finanza da buone possibilità di lavoro, ma lo stesso vale per marketing.

Ergo fai quello che più ti piace.

P.s. Ho letto che economia non è ingegneria.

Vero, ad economia si studia più di talune ingegnerie, leggasi gestionale che è tutto meno che complicata.

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9 minuti fa, Gigiun ha scritto:

Ti dico che anche io a 21 anni ero come te solo studio e lavoro. Se avessi una macchina del tempo qui di fianco a me e potessi tornare indietro farei le cose in modo MOLTO MOLTO MOLTO MOLTO diverso....

Perché? E cosa fai ora/cosa avresti fatto di diverso? Se ti va, approfondisci pure. 

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1 ora fa, Mich! ha scritto:

leggasi gestionale che è tutto meno che complicata.

Mh?

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comeback

@Kagan caro,

come spesso tendo a fare, divido le mie osservazioni in punti:

- studio/lavoro: non ne sono un grande estimatore. O una cosa o un'altra. Intendo esperienze di lavoro full-time, non prendo in considerazione chi onorevolmente il weekend fa qualche ora il cameriere anziché bruciare i propri quattrini in alcool. Sull'impegno full-time rischi di far male entrambe. Gli anni dai 20 a salire sono anni d'oro. Le scelte che fai avranno un impatto notevole sulla tua crescita, non solo professionale. In altre parole se a 28-30 o più tardi, non ti laurei, e la laurea è un tuo obiettivo, la vedo complessa dedicarsi full-time alla laurea (che richiede almeno 5 anni di impegno e frequenza).  Qualsiasi cosa fai nella vita valuta il costo-beneficio, ma sappi che le ore dei tuoi 20anni sono ore d'oro.

- sbocchi professionali: non ho studiato economia ma sono iscritto ad un Master dove si riprendono molte materie e dedico qualche ora a settimana allo studio. Ho una formazione da ingegnere, ci sono finito per caso a far quel che faccio, come già detto lavoro come gestionale, ma il mio lavoro potrebbe farlo anche un economista con buone base matematiche. A mio giudizio, non vi sono grosse difficoltà a trovar lavoro con una buona formazione da ingegnere (tutte) o da studente di materie economiche affrontate con maggiore focus sulla matematica. Non conosco marketing ma a naso direi che siamo ben lontani da un approccio matematico o quantitativo, saresti capace poi di affrontare una specializzazione in un ramo più quantitativo? Fai ciò che ti appassiona.

- lavoro: vedo molti neo-assunti carichi a palla e poi dopo qualche settimana si sgonfiano e si eclissano miseramente. Tutti vogliono avere un impatto, trascinare le aziende, essere al centro ed assorbire grosse responsabilità a breve. Molti si ritrovano a gestire fogli excel o presentazioni in power point, o chi gli dovrebbe dare formazione li lascia al pc per ore (perchè vuoi che sono impegnati), e questi ragazzi/e si arrabbiano, e non appena gli affidano qualcosa affermano che fanno meno di quel che sanno o hanno studiato. Per me è normale, vuoi che si affidi a uno che è appena venuto un progetto di milioni? O dei dati su progetti di milioni? A mio parere uno deve apprendere anche in modo indiretto, essere curioso, e le realtà aziendali sono talvolta complesse e iper burocratiche. L' occasione per esprimere il talento c'è, e la trovi se sei bravo specie nelle grandi aziende.

- vita sociale: non la escludere, questa è parte integrante della vita, se non dedichi almeno il tempo di due uscite a settimana e qualche ora di relax al giorno, non stai vivendo. 

 

 

 

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2 ore fa, comeback ha scritto:

@Kagan caro,

come spesso tendo a fare, divido le mie osservazioni in punti:

- studio/lavoro: non ne sono un grande estimatore. O una cosa o un'altra. Intendo esperienze di lavoro full-time, non prendo in considerazione chi onorevolmente il weekend fa qualche ora il cameriere anziché bruciare i propri quattrini in alcool. Sull'impegno full-time rischi di far male entrambe. Gli anni dai 20 a salire sono anni d'oro. Le scelte che fai avranno un impatto notevole sulla tua crescita, non solo professionale. In altre parole se a 28-30 o più tardi, non ti laurei, e la laurea è un tuo obiettivo, la vedo complessa dedicarsi full-time alla laurea (che richiede almeno 5 anni di impegno e frequenza).  Qualsiasi cosa fai nella vita valuta il costo-beneficio, ma sappi che le ore dei tuoi 20anni sono ore d'oro.

- sbocchi professionali: non ho studiato economia ma sono iscritto ad un Master dove si riprendono molte materie e dedico qualche ora a settimana allo studio. Ho una formazione da ingegnere, ci sono finito per caso a far quel che faccio, come già detto lavoro come gestionale, ma il mio lavoro potrebbe farlo anche un economista con buone base matematiche. A mio giudizio, non vi sono grosse difficoltà a trovar lavoro con una buona formazione da ingegnere (tutte) o da studente di materie economiche affrontate con maggiore focus sulla matematica. Non conosco marketing ma a naso direi che siamo ben lontani da un approccio matematico o quantitativo, saresti capace poi di affrontare una specializzazione in un ramo più quantitativo? Fai ciò che ti appassiona.

- lavoro: vedo molti neo-assunti carichi a palla e poi dopo qualche settimana si sgonfiano e si eclissano miseramente. Tutti vogliono avere un impatto, trascinare le aziende, essere al centro ed assorbire grosse responsabilità a breve. Molti si ritrovano a gestire fogli excel o presentazioni in power point, o chi gli dovrebbe dare formazione li lascia al pc per ore (perchè vuoi che sono impegnati), e questi ragazzi/e si arrabbiano, e non appena gli affidano qualcosa affermano che fanno meno di quel che sanno o hanno studiato. Per me è normale, vuoi che si affidi a uno che è appena venuto un progetto di milioni? O dei dati su progetti di milioni? A mio parere uno deve apprendere anche in modo indiretto, essere curioso, e le realtà aziendali sono talvolta complesse e iper burocratiche. L' occasione per esprimere il talento c'è, e la trovi se sei bravo specie nelle grandi aziende.

- vita sociale: non la escludere, questa è parte integrante della vita, se non dedichi almeno il tempo di due uscite a settimana e qualche ora di relax al giorno, non stai vivendo. 

 

 

 

Grazie a tutti per le risposte, davvero :)

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