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Visto che in Italia nel giro di qualche anno sarà difficile sopravvivere, dove emigrare?


The President

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IO.SI.TU.NO

Raga, tornando un attimo on topic....e piantandola con gli insulti...

Vorrei riportarvi alcuni esempi di persone che conosco o ho conosciuto nella vita lavorativa...e di come l'andare all'estero voglia dire tutto e niente...

 

Persona 1) Ingegnere edile...a Caserta consegnava le pizze in nero, a Dubai come ingegnere ci ha fatto una barca di soldi

Persona 2) Operaio....in Italia tirava a campare e arrivava a malapena a fine mese...ora ha trovato come capo settore in una fabbrica FIAT in Polonia...arriva a mettere da parte

Persona 3) Un tuttofare che in Italia ha sempre trovato lavoro e sempre guadagnato bene....dopo qualche mese di infruttuose ricerche di lavoro random in Svizzera, senza sapere la lingua, è tornato in Italia e ha vinto un concorso statale....fa anche piccoli lavoretti di meccanico....

Persona 4) Plurilaureato vagabondo e senza esperienza lavorativa....dopo anni di insulti verso l'Italia, che tacciava di essere la causa dei suoi problemi di impiego, ha provato a cercare lavoro all'estero....non ha trovato in nessun paese nel quale sia andato...

Persona 5) Ingegnere elettronico in Spagna....emigrato in Germania, non sa la lingua e tira a campare con un lavoro mal pagato di pulizie...

Persona 6) Ingegnere italiano...emigrato nella Libia di Gheddafi insieme alla sua società....sapendo come muoversi e chi ingraziarsi, ci ha fatto i milioni prendendo appalti per costruire le autostrade...

Persona 7) Dirigente di una compagnia telefonica....si è trasferito dal centro Italia verso nord, a Milano...guadagna molto bene e gli piace la città....io invece a Milano non ci vivrei nemmeno per 3000€ al mese...

Persona 8) Leggetevi il libro Shantaram....la vita di sto qua, evaso di prigione in Australia e senza niente da perdere, ha avuto una svolta grazie al suo arrivare da clandestino nelle baraccopoli in India...

 

Come potete comprendere, e come ho già detto, non c'è un'unica verità...

La merda di qualcuno può essere oro per qualcun altro...

Ad esempio a me la Repubblica Ceca piace un casino, e li con uno stipendio da 800€ stai sicuramente meglio che in Italia con 1200€....(a parità di situazione)...

 

Ponetevi due domande innanzi tutto...

 

Cosa avete da perdere?

Perché se state facendo un lavoro del cazzo da 800€ al mese in Italia, che vi costringe ad abitare ancora con i genitori, a mio avviso potete partire anche domani e poco importa dove...

 

Che progetto avete?

Perché se non sapete fare nessun mestiere in particolare, non avete nessun titolo di studio particolare e non avete spirito di adattamento, le probabilità di insuccesso sono molto alte...

Ma anche qui vi riporto alla domanda sopra....cosa avete da perdere?

Perché anche se non sapete fare una minchia, ma siete alla disperazione...tanto vale tentare qualcosa....male che vada tornate ancora a casa dai genitori o a consegnare i volantini a nero per 400€ al mese...

 

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senza nome
3 ore fa, IO.SI.TU.NO ha scritto:

Raga, tornando un attimo on topic....e piantandola con gli insulti...

Vorrei riportarvi alcuni esempi di persone che conosco o ho conosciuto nella vita lavorativa...e di come l'andare all'estero voglia dire tutto e niente...

 

Persona 1) Ingegnere edile...a Caserta consegnava le pizze in nero, a Dubai come ingegnere ci ha fatto una barca di soldi

Persona 2) Operaio....in Italia tirava a campare e arrivava a malapena a fine mese...ora ha trovato come capo settore in una fabbrica FIAT in Polonia...arriva a mettere da parte

Persona 3) Un tuttofare che in Italia ha sempre trovato lavoro e sempre guadagnato bene....dopo qualche mese di infruttuose ricerche di lavoro random in Svizzera, senza sapere la lingua, è tornato in Italia e ha vinto un concorso statale....fa anche piccoli lavoretti di meccanico....

Persona 4) Plurilaureato vagabondo e senza esperienza lavorativa....dopo anni di insulti verso l'Italia, che tacciava di essere la causa dei suoi problemi di impiego, ha provato a cercare lavoro all'estero....non ha trovato in nessun paese nel quale sia andato...

Persona 5) Ingegnere elettronico in Spagna....emigrato in Germania, non sa la lingua e tira a campare con un lavoro mal pagato di pulizie...

Persona 6) Ingegnere italiano...emigrato nella Libia di Gheddafi insieme alla sua società....sapendo come muoversi e chi ingraziarsi, ci ha fatto i milioni prendendo appalti per costruire le autostrade...

Persona 7) Dirigente di una compagnia telefonica....si è trasferito dal centro Italia verso nord, a Milano...guadagna molto bene e gli piace la città....io invece a Milano non ci vivrei nemmeno per 3000€ al mese...

Persona 😎 Leggetevi il libro Shantaram....la vita di sto qua, evaso di prigione in Australia e senza niente da perdere, ha avuto una svolta grazie al suo arrivare da clandestino nelle baraccopoli in India...

 

Come potete comprendere, e come ho già detto, non c'è un'unica verità...

La merda di qualcuno può essere oro per qualcun altro...

Ad esempio a me la Repubblica Ceca piace un casino, e li con uno stipendio da 800€ stai sicuramente meglio che in Italia con 1200€....(a parità di situazione)...

 

Ponetevi due domande innanzi tutto...

 

Cosa avete da perdere?

Perché se state facendo un lavoro del cazzo da 800€ al mese in Italia, che vi costringe ad abitare ancora con i genitori, a mio avviso potete partire anche domani e poco importa dove...

 

Che progetto avete?

Perché se non sapete fare nessun mestiere in particolare, non avete nessun titolo di studio particolare e non avete spirito di adattamento, le probabilità di insuccesso sono molto alte...

Ma anche qui vi riporto alla domanda sopra....cosa avete da perdere?

Perché anche se non sapete fare una minchia, ma siete alla disperazione...tanto vale tentare qualcosa....male che vada tornate ancora a casa dai genitori o a consegnare i volantini a nero per 400€ al mese...

 

Ormai molti pochi giovani hanno da perdere, almeno in Italia.

O quantomeno quelli che hanno da perdere non si pongo nemmeno il dilemma.

Perché se io con una triennale in economia nemmeno venivo contattato per fare il colloquio per posti di lavoro ai quali non era richiesta esperienza pregressa (almeno sui bandi) e dove era sufficiente un diploma(a volte nemmeno specifico da ragioniere), come siamo messi?

Allo stesso modo nemmeno contattato per stage per laureati da 500 euro al mese da 40 ore settimanali.

E non è che ho mandato un curriculum, ma decine, ho cambiato anche le modalità di stesura dello stesso, ma niente.

Quindi sto Paese che mi sta dando?

Preferisco, una volta finita la magistrale, giocarmela all'estero nella speranza che mi vada meglio, che peggio è difficile.

E sinceramente lo dico quasi con le lacrime perché nonostante fuori ci sono stato dei periodi e mi sono trovato bene per molte cose, soprattutto con le ragazze, a me la bellezza dell'Italia colpisce il cuore.

Quando esci a Roma e vai anche a prenderti un caffè, tra la caciaria, quello che ti fa una battuta, magari incontri pure un vecchia conoscenza o fai amicizia con qualcuno, ti metti di fuori a berti il caffè con la crema e la panna come piace a te, c'è il sole e stai all'ombra di un monumento, una giornata da buttare diviene bella.

Purtroppo non ci posso vivere o almeno , anche si, ma accontentandomi (a livello lavorativo)davvero tanto.

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gelsomino
3 ore fa, IO.SI.TU.NO ha scritto:

 

Vorrei riportarvi alcuni esempi di persone che conosco o ho conosciuto nella vita lavorativa...e di come l'andare all'estero voglia dire tutto e niente...

 

 

Sei un'ottima risorsa per il forum....

ps... il libro è questo?

http://libreriamo.it/recensiamo/shantaram-tra-biografia-e-riflessione-un-romanzo-che-insegue-la-ricerca-del-bene-2/

 

pps...  e nell'incipiti parla di "essenziale"----godo................................

 

Ho impiegato molto tempo e ho girato quasi tutto il mondo per imparare quello che so dell'amore, del destino e delle scelte che si fanno nella vita. Per capire l'essenziale, però, mi è bastato un istante, mentre mi torturavano legato a un muro. Fra le urla silenziose che mi squarciavano la mente riuscii a comprendere che nonostante i ceppi e la devastazione del mio corpo ero ancora libero: libero di odiare gli uomini che mi stavano torturando oppure di perdonarli. Non sembra granché, me ne rendo conto. Ma quando non hai altro, stretto da una catena che ti morde la carne, una libertà del genere rappresenra un universo sconfinato di possibilità. E la scelta che fai, odio o perdono, può diventare la storia della tua vita.

Modificato da gelsomino
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IO.SI.TU.NO
16 ore fa, gelsomino ha scritto:

Sei un'ottima risorsa per il forum....

ps... il libro è questo?

http://libreriamo.it/recensiamo/shantaram-tra-biografia-e-riflessione-un-romanzo-che-insegue-la-ricerca-del-bene-2/

 

pps...  e nell'incipiti parla di "essenziale"----godo................................

 

Ho impiegato molto tempo e ho girato quasi tutto il mondo per imparare quello che so dell'amore, del destino e delle scelte che si fanno nella vita. Per capire l'essenziale, però, mi è bastato un istante, mentre mi torturavano legato a un muro. Fra le urla silenziose che mi squarciavano la mente riuscii a comprendere che nonostante i ceppi e la devastazione del mio corpo ero ancora libero: libero di odiare gli uomini che mi stavano torturando oppure di perdonarli. Non sembra granché, me ne rendo conto. Ma quando non hai altro, stretto da una catena che ti morde la carne, una libertà del genere rappresenra un universo sconfinato di possibilità. E la scelta che fai, odio o perdono, può diventare la storia della tua vita.


Grazie!

SI è quello, se ti capita leggilo....pure che sia 60% biografia veritiera e 40% realtà romanzata, ti lascia comunque un bel po' di cose...

E' uno di quei libri che divori in pochi giorni...

 

16 ore fa, senza nome ha scritto:

Ormai molti pochi giovani hanno da perdere, almeno in Italia.

O quantomeno quelli che hanno da perdere non si pongo nemmeno il dilemma.

Perché se io con una triennale in economia nemmeno venivo contattato per fare il colloquio per posti di lavoro ai quali non era richiesta esperienza pregressa (almeno sui bandi) e dove era sufficiente un diploma(a volte nemmeno specifico da ragioniere), come siamo messi?

Allo stesso modo nemmeno contattato per stage per laureati da 500 euro al mese da 40 ore settimanali.

E non è che ho mandato un curriculum, ma decine, ho cambiato anche le modalità di stesura dello stesso, ma niente.

Quindi sto Paese che mi sta dando?

Preferisco, una volta finita la magistrale, giocarmela all'estero nella speranza che mi vada meglio, che peggio è difficile.

E sinceramente lo dico quasi con le lacrime perché nonostante fuori ci sono stato dei periodi e mi sono trovato bene per molte cose, soprattutto con le ragazze, a me la bellezza dell'Italia colpisce il cuore.

Quando esci a Roma e vai anche a prenderti un caffè, tra la caciaria, quello che ti fa una battuta, magari incontri pure un vecchia conoscenza o fai amicizia con qualcuno, ti metti di fuori a berti il caffè con la crema e la panna come piace a te, c'è il sole e stai all'ombra di un monumento, una giornata da buttare diviene bella.

Purtroppo non ci posso vivere o almeno , anche si, ma accontentandomi (a livello lavorativo)davvero tanto.


Hai toccato un tasto dolente...

Perché generalmente quando si parla di estero, la maggior parte dei discorsi riguarda solo il lato economico....non il lato più sensoriale....

Cioè odori, clima, vibrazioni della città, cosa puoi fare (gratis e non) nel tempo libero, le abitudini di chi ti circonda ...anche solo fosse solo lo sbattere del materasso della signora di sotto, l'odore del caffè del vicino o i bambini che giocando fanno più casino del solito...

Ricordo che in Italia quando d'inverno mi prendeva male, andavo al mare in una zona dove non c'era nessun locale, in una fila di scogli che non portava da nessuna parte e mi sedevo....il massimo che vedevo era qualche peschereccio circondato da gabbiani, che rientrava in porto, rumore delle onde e vento....mi rilassava e mi rigenerava l'umore.....costo? Zero...

Questa è una piccola cosa, un piccolo esempio, ma ora dove abito il mare non c'è nemmeno...

Quello che tu hai detto riguardo Roma, è una di quelle cose da tenere a mente prima di partire...

Cioè il trovarti e il crearti tutti i tuoi spazi, e tutte (o quasi) le sensazioni di cui hai bisogno, ma in un altro paese....

Perché in un paese dove il tempo libero lo passi a dormire, piove 300 giorni all'anno e i rapporti umani sono inesistenti....beh non so quanto si possa durare....anche se ti dessero 3000 al mese...


Detto ciò, se al contrario l'alternativa è abitare nella città che ti piace, circondato dagli amici, ma non vedere prospettive per il futuro....siamo punto e a capo...

La scelta rimane quasi obbligata...


Per quel che ho potuto capire con il giusto distacco da quando mi sono trasferito fuori, l'Italia è un paese che ti regala tantissimi piccoli piaceri gratuiti....in cui il tempo libero (senza dover per forza spendere troppo) può essere di qualità....in cui ti sono concesse molte più libertà che in altri paesi più oppressivi...

Il problema è che per ogni piccolo piacere gratuito, ci sono 10 cose che hanno a che fare con il vil denaro, che non funzionano....e che ti fanno incazzare perché non funzionano quasi esclusivamente per malafede....

 

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33 minuti fa, IO.SI.TU.NO ha scritto:


Hai toccato un tasto dolente...

Perché generalmente quando si parla di estero, la maggior parte dei discorsi riguarda solo il lato economico....non il lato più sensoriale....

Cioè odori, clima, vibrazioni della città, cosa puoi fare (gratis e non) nel tempo libero, le abitudini di chi ti circonda ...anche solo fosse solo lo sbattere del materasso della signora di sotto, l'odore del caffè del vicino o i bambini che giocando fanno più casino del solito...

Ricordo che in Italia quando d'inverno mi prendeva male, andavo al mare in una zona dove non c'era nessun locale, in una fila di scogli che non portava da nessuna parte e mi sedevo....il massimo che vedevo era qualche peschereccio circondato da gabbiani, che rientrava in porto, rumore delle onde e vento....mi rilassava e mi rigenerava l'umore.....costo? Zero...

Questa è una piccola cosa, un piccolo esempio, ma ora dove abito il mare non c'è nemmeno...

Quello che tu hai detto riguardo Roma, è una di quelle cose da tenere a mente prima di partire...

Cioè il trovarti e il crearti tutti i tuoi spazi, e tutte (o quasi) le sensazioni di cui hai bisogno, ma in un altro paese....

Perché in un paese dove il tempo libero lo passi a dormire, piove 300 giorni all'anno e i rapporti umani sono inesistenti....beh non so quanto si possa durare....anche se ti dessero 3000 al mese...


Detto ciò, se al contrario l'alternativa è abitare nella città che ti piace, circondato dagli amici, ma non vedere prospettive per il futuro....siamo punto e a capo...

La scelta rimane quasi obbligata...


Per quel che ho potuto capire con il giusto distacco da quando mi sono trasferito fuori, l'Italia è un paese che ti regala tantissimi piccoli piaceri gratuiti....in cui il tempo libero (senza dover per forza spendere troppo) può essere di qualità....in cui ti sono concesse molte più libertà che in altri paesi più oppressivi...

Il problema è che per ogni piccolo piacere gratuito, ci sono 10 cose che hanno a che fare con il vil denaro, che non funzionano....e che ti fanno incazzare perché non funzionano quasi esclusivamente per malafede....

 

quoto tutto, infatti ultimamente mi sto facendo domande se rimanere qui o andare all'estero, sapendo appunto a cosa andare incontro, come hai descritto tu. 

il problema in primis è capire cosa si vuole personalmente e poi scegliere il posto piu adatto, si tratta sempre di ricrearsi uno spazio che si puo' definire proprio, ma ci vuole tempo per inserirsi. 

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senza nome
3 ore fa, IO.SI.TU.NO ha scritto:


Grazie!

SI è quello, se ti capita leggilo....pure che sia 60% biografia veritiera e 40% realtà romanzata, ti lascia comunque un bel po' di cose...

E' uno di quei libri che divori in pochi giorni...

 


Hai toccato un tasto dolente...

Perché generalmente quando si parla di estero, la maggior parte dei discorsi riguarda solo il lato economico....non il lato più sensoriale....

Cioè odori, clima, vibrazioni della città, cosa puoi fare (gratis e non) nel tempo libero, le abitudini di chi ti circonda ...anche solo fosse solo lo sbattere del materasso della signora di sotto, l'odore del caffè del vicino o i bambini che giocando fanno più casino del solito...

Ricordo che in Italia quando d'inverno mi prendeva male, andavo al mare in una zona dove non c'era nessun locale, in una fila di scogli che non portava da nessuna parte e mi sedevo....il massimo che vedevo era qualche peschereccio circondato da gabbiani, che rientrava in porto, rumore delle onde e vento....mi rilassava e mi rigenerava l'umore.....costo? Zero...

Questa è una piccola cosa, un piccolo esempio, ma ora dove abito il mare non c'è nemmeno...

Quello che tu hai detto riguardo Roma, è una di quelle cose da tenere a mente prima di partire...

Cioè il trovarti e il crearti tutti i tuoi spazi, e tutte (o quasi) le sensazioni di cui hai bisogno, ma in un altro paese....

Perché in un paese dove il tempo libero lo passi a dormire, piove 300 giorni all'anno e i rapporti umani sono inesistenti....beh non so quanto si possa durare....anche se ti dessero 3000 al mese...


Detto ciò, se al contrario l'alternativa è abitare nella città che ti piace, circondato dagli amici, ma non vedere prospettive per il futuro....siamo punto e a capo...

La scelta rimane quasi obbligata...


Per quel che ho potuto capire con il giusto distacco da quando mi sono trasferito fuori, l'Italia è un paese che ti regala tantissimi piccoli piaceri gratuiti....in cui il tempo libero (senza dover per forza spendere troppo) può essere di qualità....in cui ti sono concesse molte più libertà che in altri paesi più oppressivi...

Il problema è che per ogni piccolo piacere gratuito, ci sono 10 cose che hanno a che fare con il vil denaro, che non funzionano....e che ti fanno incazzare perché non funzionano quasi esclusivamente per malafede....

 

Cambiare nazione o semplicemente città a 25 anni è molto più facile che farlo a 35.

Non voglio avere rimpianti sulle esperienze estere, che magari mi avrebbe aperto un po' la mente, o che, in proiezione futura, mi avrebbe fatto avere un posto migliore per guadagno o semplicemente per Life-work balance o perché più incline a quello che mi piace fare.

Tanto, praticamente ogni giorno, bisogna rinunciare a qualcosa, a volte perfino ad una parte di noi, è la vita, quindi preferisco farlo nell'ottica lavorativa(anche temporanea) che non rimanere ancorato ad una città, che lentamente sta morendo. Certo un po' mi dispiace.

Non sono uno di quelli che se non vanno a Londra o a New York si sentono morire, anzi, se trovassi un lavoro decente a Roma lo accetterei, ma sono pronto a fare le valigie ed andare.

Modificato da senza nome
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IO.SI.TU.NO
6 ore fa, senza nome ha scritto:

Cambiare nazione o semplicemente città a 25 anni è molto più facile che farlo a 35.

Ni...

Diciamo che per emigrare serve un giusto mix tra maturità e spirito di adattamento...

In media la gente tende a maturare con le esperienze di vita, ma tende a perdere spirito di adattamento in favore di ricerca di stabilità, all’avanzare dell’età.

Ma essendo appunto un equilibrio tra le due cose ed essendo tutti diversi...puoi arrivarci a 18 anni, a 35, a 50(come un mio collega che ha lasciato tutto nel suo paese a 10 anni dalla pensione), oppure mai...

 

Io già intorno ai 20 anni mi ricordo che parlavo di andare di qua e di la, ma fortunatamente sono rimasto a casa mia ancora qualche anno, a lavorare, viaggiare ed evolvere...

Bisogna essere pronti, se no le sberle che prendi quotidianamente rischiano di lasciare il segno.

E considera che i problemi di tutti i giorni, all’estero, vengono moltiplicati almeno per 2/3 volte come gravità...

Burocrazia e leggi che non conosci, mentalità del paese che non conosci, nessun parente o amico ad aiutarti, il tutto spesso da gestire in una lingua che non è la tua.

Modificato da IO.SI.TU.NO
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comeback

Vivere all'estero? Non e' un gioco per tutti. 

Ne ho incontrato a centinaia di emigranti italiani, revisione occidentale expats, tentare l'avventura senza la minima ambizione di un programma su cosa fare, quanto restare, cosa costruire, eventualmente quante legnate sui denti pronte ad incassare. Gran parte di questi erano partiti con l'idea che l'estero, per definizione assoluta, incontestabile, quasi da postulato, fosse soluzione ai loro mali, e terra benedetta per fortune, svolte di vita, emozioni indimenticabili e sogni da realizzare. Senza il minimo sforzo.

Dovessi gettare un dato nella mischia, buona parte dei nostri italiani all'estero fanno lavoro nei quali il loro titolo di studio / qualifica conta quanto il ghiaccio in Alaska. Il laureato di architettura che fa il cameriere a Londra, la laureata in psicologia che lavora in hotel, e potrei continuare. Molti sono convinti che trascorso n-tempo nelle solite Londra, Berlino, Parigi, per loro si apriranno automaticamente le carriere che hanno messo nel cantiere. Non mi accusino di classismo becero ma io non ho studiato per muovere il culo fuori dall'Italia e lavorare come cameriere a Londra. Lo avrei fatto se fossi uno studentello con l'ambizione di far due soldi (solo due) e diventare molto piu' confident nel mio inglese. A questo punto resterei tranquillamente in Italia, dove decisamente non mancano opportunita' nella ristorazione e nel settore ricreativo.

Riguardo ai paesi dove emigrare, partirei con una prima valutazione: all'estero sarete sempre secondi ai locali. Ingegnere per ingegnere, bravo per bravo, non vedo perche' favorire voi. Disposto a lottare di piu' degli altri? Si, dietro a un pc tutti leoni ma calatevi nella realta', vi assicuro e' piu' difficile. Sicuri poi di sopportare tutto il resto? Nuova burocrazia, nuova lingua, cultura diverse, percezioni diverse. Volete scappare? Si lo so ma la vostra cultura e' italiana, dovresti giocoforza mitigarla per sopravvivere.

Concludo, per cio' che concerne i paesi dove emigrare, mi permetto di delinearli in 3 aree. La prima area e' composta da paesi che stanno crescendo abbastanza rapidamente nel breve periodo, mi riferisco a Slovacchia, Ungheria, Polonia, Rep Ceca, Lituania. In questi paesi non e' complesso emigrare, esistono significativi squilibri tra l'espansione e la copertura della forza lavoro. Quindi: avanti gli stranieri che servono a coprire richieste a volte specifiche. La seconda area e' quella di paesi piu' strutturati come Francia, Germania, Olanda, Svezia, e altri, dove e' decisamente piu' complesso migrare perche' talvolta rischi una spietata competizione dei locali. Infine, la terza area, è composta da paesi come Stati Uniti, Canada, Australia, Giappone, emigrare in questi paesi e' estremamente difficile. A mio parere ci si puo' muovere verso, soltanto quando una persona possiede un background consistente: esperienza, titoli, network. In alcuni casi si puo' giocare il jolly di un master / titolo di alto livello (post laurea) in quei paesi per cercare di essere spendibili. 

Piccola postilla, lato sociale - umano. Molti emigranti si muovono con donne al seguito portate dai loro paesi, questi riescono a mitigare il peso morale e psicologico del trasferimento. Per gli altri il processo resta piu' complesso.

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1 ora fa, comeback ha scritto:

Qualcuno che ha domande, curiosita', puo' scrivermi sotto.

Dell'area asiatica tipo Cina India, ecc.. e del sud America che ne pensi? 

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