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Sugli psicologi, le terapie e gli altri metodi a pagamento


trout_man

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Mars

Una terapia fatta bene dura come minimo 2 anni più eventualmente terapia di gruppo e deve essere un lavoro costante invece si pensa che la psicoterapia sia come una pillola, qualche seduta e sei guarito

La psicoterapia cognitivo-comportamentale, non richiede anni come il metodo psicoanalitico.

Il lavoro su se stessi cmq a mio parere non finisce mai

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wrong

Io sono psicologo e mi sto specializzando in psicoterapia. E ovviamente sono in analisi...

Che posso dirti se non che hai ragione. Questi che hai elencato sono i più forti pregiudizi che impediscono alla gente di recarsi da un terapeuta (oltre ai soldi ovviamente). Questi non sono solo pregiudizi ma vere e proprie piaghe sociali che portano la gente a rivolgersi, prima di recarsi da una figura esperta, dai vari santoni/guru e roba varia.

La psicoterapia lavora sull'inconscio, sulle fantasie e sulla ricerca del vero Sè. Su una consapevolezza profonda che nessun libro può darti, perchè deriva dalla relazione stessa.

La verità è che tutti abbiamo bisogno della psicoterapia perchè nessuno è a contatto con il suo Vero Sè. Te lo posso assicurare.

Ma è pieno di gente ignorante in giro. E questo è uno dei problemi più grandi che stiamo affrontando. La società tende a diventare sempre più pigra e ignorante e la terapia, al contrario, è un processo trasformativo che necessita di impegno e di apertura mentale oltre che di capacità di mettersi in discussione più e più volte. è un lavoro sulle emozioni più che sul livello razionale.

I tuoi dubbi sono più che giustificati e per questo informati bene sui professionisti della tua zona, ma ti dico che a livello deontologico il terapeuta non deve COLLUDERE con il paziente (es. rendendolo dipendente) ma anzi favorirne l'autonomia. Al contrario gli conviene cercarsi un altro lavoro.

Mi chiedo come possa la psicologia darsi come scopo il "lavorare sul subconscio". Non ci è nemmeno chiaro come funziona la mente e come sia possibile lo stato di coscienza. Io lascerei il lavoro sul subconscio agli ipnotisti, i santoni e i guru (a cui gli psicoanalisti non hanno nulla da invidiare).

Per entrare in contatto con il proprio "vero sé" è necessaria una grande razionalità emotiva. Non ti sembra di esagerare un pò quando dici che nessuno in assoluto è in contatto con il proprio "vero sé"?

Non capisco perché dici che nessun libro può darti questa consapevolezza e perché poni come base la relazione di transfer. Dico di più su questo argomento rispondendo anche Mars.

La psicoterapia cognitivo-comportamentale, non richiede anni come il metodo psicoanalitico.

Il lavoro su se stessi cmq a mio parere non finisce mai

Un bellissimo libro sulla CBT è A new guide to rational living. Il titolo è molto autoesplicativa. L'autore (A.E.) dice nell'introduzione che la terapia è necessaria solo nei casi più gravi e qualsiasi altra persona non stupida può trarre giovamento dal sul libro. Fraz puoi spiegare perché secondo te l'autore sbaglia e verso che tipo di visione protendi (freudiana, jughiana, cognitivo-comportamentale, ecc...)?

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Kobol

La psicoterapia cognitivo-comportamentale, non richiede anni come il metodo psicoanalitico.

Il lavoro su se stessi cmq a mio parere non finisce mai

Dipende cos'hai...la psicoanalisi è ormai in disuso

Mi chiedo come possa la psicologia darsi come scopo il "lavorare sul subconscio". Non ci è nemmeno chiaro come funziona la mente e come sia possibile lo stato di coscienza. Io lascerei il lavoro sul subconscio agli ipnotisti, i santoni e i guru (a cui gli psicoanalisti non hanno nulla da invidiare).

Per entrare in contatto con il proprio "vero sé" è necessaria una grande razionalità emotiva. Non ti sembra di esagerare un pò quando dici che nessuno in assoluto è in contatto con il proprio "vero sé"?

Non capisco perché dici che nessun libro può darti questa consapevolezza e perché poni come base la relazione di transfer. Dico di più su questo argomento rispondendo anche Mars.

Un bellissimo libro sulla CBT è A new guide to rational living. Il titolo è molto autoesplicativa. L'autore (A.E.) dice nell'introduzione che la terapia è necessaria solo nei casi più gravi e qualsiasi altra persona non stupida può trarre giovamento dal sul libro. Fraz puoi spiegare perché secondo te l'autore sbaglia e verso che tipo di visione protendi (freudiana, jughiana, cognitivo-comportamentale, ecc...)?

La razionalità ti porta ad andare contro il vero sé. Il tuo esempio è come la seduzione, basta leggersi i libri di Mistery, Gambler etc per sedurre una donna e invece ci sono qui un sacco di gente con in testa un sacco di seghe mentali che non cominano mai nulla.

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wrong

Dipende cos'hai...la psicoanalisi è ormai in disuso

La razionalità ti porta ad andare contro il vero sé. Il tuo esempio è come la seduzione, basta leggersi i libri di Mistery, Gambler etc per sedurre una donna e invece ci sono qui un sacco di gente con in testa un sacco di seghe mentali che non cominano mai nulla.

Per quanto ti sembri paradossale la razionalità in campo emotivo ti porta ad avvicinarti al tuo vero sé. Anche questo punto è spiegato nel libro.

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Kobol

Per quanto ti sembri paradossale la razionalità in campo emotivo ti porta ad avvicinarti al tuo vero sé. Anche questo punto è spiegato nel libro.

Aaaaabeh se lo dice il tuo libro mi fido eh!

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wrong

Aaaaabeh se lo dice il tuo libro mi fido eh!

Fai bene a diffidare, infatti ti ho dato poco o niente su cui pensare. Provo a spiegarmi meglio.

Attraverso l'analisi delle tue emozioni puoi capire i veri motivi per cui fai qualcosa ed arrivare a capire le tue credenze. Secondo il modello della CBT non possiamo separatamente vedere, agire, pensare e sentire emotivamente. Sono azioni legate, inseparabili, che si condizionano a vicenda. La CBT si concentra sul pensiero perché sostiene che sia il modo migliore per arrivare a risultati duraturi nel tempo ma anche perché il pensiero è il più facilmente malleabile dei 4 elementi (vedere, agire, pensare e provare). L'approccio si può anche giustificare dal punto di vista evolutivo. Infatti il linguaggio è considerato la più grande invenzione umana (per altri riferimenti leggete qualche lavoro di Steven Pinker) e la nostra lingua ci influenza enormemente

Per me sono le proprie credenze ed i propri valori a rappresentare il proprio vero sé.

Allo stesso modo pensare in modo razionale ti aiuta a comprendere le tue emozioni ed ad agire di conseguenza, quindi seguendo le tue credenze, senza però farti sopraffare da esse.

Voglio farti un esempio perché trovo difficile spiegare questo concetto a parole. Mettiamo che sei un centometrista pensi:"Devo vincere, non posso perdere. Se perdessi sarebbe terribile. Tutti questi mesi di allenamento per niente! E poi probabilmente significherebbe che sono più scarso rispetto agli altri e se sono più scarso perderò anche tutte le prossime gare. Devo assolutamente vincere o quello che ho fatto non avrà senso. E che delusione per il mio allenatore."

Possiamo stare certi che se perderà la gara si sentirà un verme. Questo perché ha dei valori o delle credenze che innescheranno questa reazione. Sapendo, il centometrista, che per lui la vittoria è importante, che sente la sconfitta come qualcosa di umiliante e che vuole rendere il suo allenatore orgoglioso, può cambiare il suo pensiero in qualcosa di più razionale che per questo non si distaccherà da ciò che è veramente. Potrebbe ad esempio pensare:"Vorrei vincere e rendere orgoglioso il mio allenatore di me ma se non ce la facessi non sarebbe la fine del mondo. Oggi potrebbero esserci atleti fortissimi e io potrei non essere al top della mia forma fisica. Oggi cercherò di vincere ma so che posso ancora migliorare quindi anche se perdo non significherà che sono un perdente. Mi dispiace per il mio allenatore, lo renderò orgoglioso dando il meglio di me e se non sa apprezzare il mio impegno che vada al diavolo".

Vado a dormire, continuiamo domani.

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Kobol

Fai bene a diffidare, infatti ti ho dato poco o niente su cui pensare. Provo a spiegarmi meglio.

Attraverso l'analisi delle tue emozioni puoi capire i veri motivi per cui fai qualcosa ed arrivare a capire le tue credenze.

Allo stesso modo pensare in modo razionale ti aiuta a comprendere le tue emozioni ed ad agire di conseguenza, quindi seguendo le tue credenze, senza però farti sopraffare da esse.

Voglio farti un esempio perché trovo difficile spiegare questo concetto a parole. Mettiamo che sei un centometrista pensi:"Devo vincere, non posso perdere. Se perdessi sarebbe terribile. Tutti questi mesi di allenamento per niente! E poi probabilmente significherebbe che sono più scarso rispetto agli altri e se sono più scarso perderò anche tutte le prossime gare. Devo assolutamente vincere o quello che ho fatto non avrà senso. E che delusione per il mio allenatore."

Possiamo stare certi che se perde la gara si sentirà un verme. Questo perché ha dei valori o delle credenze che innescheranno questa reazione. Sapendo il centometrista che per lui la vittoria è importante, che sente la sconfitta come qualcosa di umiliante e che vuole rendere il suo allenatore orgoglioso può cambiare il suo pensiero in qualcosa di più razionale che per questo non si distaccherà da chi è veramente. Potrebbe ad esempio pensare:"Vorrei vincere e rendere orgoglioso il mio allenatore di me ma se non ce la facessi non sarebbe la fine del mondo. Oggi potrebbero esserci atleti fortissimi e io potrei non essere al top della mia forma fisica. Oggi cercherò di vincere ma so che posso ancora migliorare quindi anche se perdo non significherà che sono un perdente. Mi dispiace per il mio allenatore, lo renderò orgoglioso dando il meglio di me e se non sa apprezzare il mio impegno che vada al diavolo".

Vado a dormire, continuiamo domani.

Rimanendo in tema, ma cosa frega a lui dell'allenatore? O.o

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wrong

Rimanendo in tema, ma cosa frega a lui dell'allenatore? O.o

Vedo con un pò di dispiacere che i miei sforzi non sono stati premiati e non hai capito l'esempio.

Pazienza.

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OdisseoIV

Mi rivolgo ai più esperti del forum, ai grandi guru e ai grandi studenti della piazza... In particolare a chi studia psicologia, a chi è psicologo e a chi ha svolto qualche tipo di terapia psicologica.

Io sono parecchio ignorante in tema, però parlando con molte amiche e qualche amico, guardando qualche caso in famiglia e soprattutto a seguito di una scopamicizia semi-LTR sto piano piano maturando l'idea di provare quest'esperienza.

Mi sto documentando su Internet e mi sono fatto una bella lista di professionisti e di approcci che potrei sperimentare. Ovviamente sono ancora nella fase "quasi quasi ci provo..."

Ammetto che qualche pregiudizio sugli "strizzacervelli" ce l ho. Insomma fino a ieri credevo di essere una delle ultime persone sulla terra ad aver bisogno di quest'aiuto. Perchè in fondo la richiesta di terapie del genere, agli occhi del profano, si avvicina molto al più classico dei "puttan'tour", ma in una via più raffinata che porta al pagamento di una sega... ok mentale, ma pur sempre sega a pagamento.

L'altro forte pregiudizio, questo ancor ben radicato è quello di farmi "fregare" da terapisti, che come i peggiori avvocati, non facciano altro che prolungare la durata della terapia e trovare sempre nuovi cavilli da risolvere. Oltretutto ho la forte paura di rendermi dipendente dal terapista e spendere fior di quattrini che magari potrei utilizzare per farmi qualche bel vestito nuovo, magari qualche viaggetto o comprare un buon profumo...

Dopo le dovute premesse, voi che ne pensate? Si tratta di un'esperienza utile se affrontata con lo spirito giusto? Può essere troppo costosa? Può portare a dipendenza?

So bene che dovrei parlare bene dei problemi che mi spingono a chiedere un aiuto professionale, so che dovrei parlare bene del tipo di terapia che dovrei affrontare, sull'alleanza terapeutica, sui disagi ecc. ecc.

Ma prima di tutto vorrei sentire cosa avete da dire, soprattutto per chi è più esperto!

Rimarrò umile scolaro ad ascoltare!

Ciao.

Io sono stato in psicoterapia diversi mesi e ti posso raccontare la mia esperienza. LA premessa fondamentale è che ci sono finito a causa di una nevrosi abbastanza grave (una sega mentale di quelle serie). Prima non ci sarei mai andato perchè andare dallo psicologo "è da sfigati" o "ci vanno solo i pazzi". Quindi confermo il pregiudizio che hanno molti. In realtà durante la crisi che ho avuto mi sono più volte dato del pirla per non esserci andato prima, quando stavo bene. Di più, ho pensato seriamente agli errori dei miei genitori, per non avermici mandato quando ero più piccolo e per non esserci andati loro stessi, prima di causare certi danni sulla mia psiche.

Tutto questo è il senno di poi e non conta poi granchè.

Se senti di voler lavorare su te stesso perchè qualcosa non và/non ti piace secondo me fai benissimo ad investire in questa cosa. PErò per darti consigli più precisi bisognerebbe sapere un pò del tuo background. Sai già che tipo di terapia ti interessa? A grandi linee si possono dividere in 2 filoni: TCC (cognitivo comportamentale) oppure psicoanalisi. Poi entrambe si suddividono in mille rivoli più o meno interessanti. Ti dò una indicazione estremamente approssimativa: la TCC và bene per risolvere problemi acuti. la psicoanalisi per quelli cronici. In genere i primi sono solo la punta dell'iceberg. Quindi dipende molto dalla tua situazione.

Una cosa comunque è fondamentale: la tua volontà di metterti PESANTEMENTE in gioco. Sappi che le persone in genere non riescono ad uscire dalle proprie situazioni di blocco perchè NON VOGLIONO FARLO. E non vogliono perchè il cambiamento è DANNATAMENTE DOLOROSO e FATICOSO. Dice bene chi menzionava coloro che vanno dal dietologo ma non dimagriscono. Affrontare la propria psiche, il proprio inconscio significa affrontare i propri demoni. Questa cosa fà moltissima PAURA e richiede un grandissimo CORAGGIO, che pochi hanno.

Tutta la nostra società ed educazione si basa sulla disarmonia degli opposti. Quindi bisogna essere tutti buonini e fare le cose che piacciono agli altri. Altrimenti si fà peccato o si è out. Nell'inconscio quindi nascondiamo e reprimiamo tutto quello che non ci piace di noi, o che ci hanno insegnato essere malvagio. Questo significa che siamo tutti pentole a pressione pronte ad esplodere. Chi più chi meno.

Sentire il bisogno di andare in terapia significa che la pressione comincia ad essere troppa. Meglio allora AGIRE prima di esplodere.

P.S: LAsciamo perdere i libri di auto-aiuto ed il pensiero positivo. E' come cercare di sciogliere con un phon la punta di un iceberg :-)

Modificato da OdisseoIV
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Kobol

Vedo con un pò di dispiacere che i miei sforzi non sono stati premiati e non hai capito l'esempio.

Pazienza.

Beh vieni qui e mi citi un libro ceh si autocelebra...sai com'é, se hai altre esperienze riporta pure

Ciao.

Io sono stato in psicoterapia diversi mesi e ti posso raccontare la mia esperienza. LA premessa fondamentale è che ci sono finito a causa di una nevrosi abbastanza grave (una sega mentale di quelle serie). Prima non ci sarei mai andato perchè andare dallo psicologo "è da sfigati" o "ci vanno solo i pazzi". Quindi confermo il pregiudizio che hanno molti. In realtà durante la crisi che ho avuto mi sono più volte dato del pirla per non esserci andato prima, quando stavo bene. Di più, ho pensato seriamente agli errori dei miei genitori, per non avermici mandato quando ero più piccolo e per non esserci andati loro stessi, prima di causare certi danni sulla mia psiche.

Tutto questo è il senno di poi e non conta poi granchè.

Se senti di voler lavorare su te stesso perchè qualcosa non và/non ti piace secondo me fai benissimo ad investire in questa cosa. PErò per darti consigli più precisi bisognerebbe sapere un pò del tuo background. Sai già che tipo di terapia ti interessa? A grandi linee si possono dividere in 2 filoni: TCC (cognitivo comportamentale) oppure psicoanalisi. Poi entrambe si suddividono in mille rivoli più o meno interessanti. Ti dò una indicazione estremamente approssimativa: la TCC và bene per risolvere problemi acuti. la psicoanalisi per quelli cronici. In genere i primi sono solo la punta dell'iceberg. Quindi dipende molto dalla tua situazione.

Una cosa comunque è fondamentale: la tua volontà di metterti PESANTEMENTE in gioco. Sappi che le persone in genere non riescono ad uscire dalle proprie situazioni di blocco perchè NON VOGLIONO FARLO. E non vogliono perchè il cambiamento è DANNATAMENTE DOLOROSO e FATICOSO. Dice bene chi menzionava coloro che vanno dal dietologo ma non dimagriscono. Affrontare la propria psiche, il proprio inconscio significa affrontare i propri demoni. Questa cosa fà moltissima PAURA e richiede un grandissimo CORAGGIO, che pochi hanno.

Tutta la nostra società ed educazione si basa sulla disarmonia degli opposti. Quindi bisogna essere tutti buonini e fare le cose che piacciono agli altri. Altrimenti si fà peccato o si è out. Nell'inconscio quindi nascondiamo e reprimiamo tutto quello che non ci piace di noi, o che ci hanno insegnato essere malvagio. Questo significa che siamo tutti pentole a pressione pronte ad esplodere. Chi più chi meno.

Sentire il bisogno di andare in terapia significa che la pressione comincia ad essere troppa. Meglio allora AGIRE prima di esplodere.

P.S: LAsciamo perdere i libri di auto-aiuto ed il pensiero positivo. E' come cercare di sciogliere con un phon la punta di un iceberg :-)

Riguardo ai libri...è come quelli che fano i test psicologi su internet e si ritrovano con diagnosi che non c'entrano na benemerita sega ma da lì partono per autocurarsi su cose che non c'entrano nulla.

Per la TCC se a uno interessa direi di prendersi "la TCC per negati" è molto scorrevole e può dare qualche spunto interessante

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