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Io posso cambiare la mia vita // argomentazioni, riflessioni, su come gestire le relazioni


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Le pagine e gli interventi che seguiranno tratteranno una mia personale visione di come gestire le relazioni.

La trattazione non vuol avere la presunzione di insegnare, tanto meno vuol essere l'ennesimo manuale da seguire. L'obiettivo è quello di dare delle indicazioni su diversi argomenti, fornire spunti di riflessioni che vanno contestualizzati all'interno del vostro schema di riferimento : la vostra vita e le vostre esperienze.

L'idea di scrivere, nasce da svariate esigenze. La prima è di carattere personale, avevo ed ho intenzione di razionalizzare e mettere nero su bianco quello che ho imparato in questi anni nella mia vita e attraverso le mie esperienze, e la mia osservazione della realtà. Voglio diventare lettore di tutto questo mio processo di apprendimento.

La seconda esigenza, viene da un mio caro amico, rigenerato completamente attraverso gran parte delle cose che scriverò in queste pagine. La sua reazione e i suoi risultati mi hanno sorpreso, io come amico mi ero solo limitato a stargli vicino, senza nessun'altra velleità. Un paio di settimane fa mi ha sorpreso definendomi la persona più influente della sua vita.

La terza esigenza è quella di condividere con voi, apprezzo questo forum e l'interazione tra utenti mi ha aiutato tanto.

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Stima di se stessi : Il valore alla base delle relazioni sociali

Andreste in giro con una persona insicura alla guida? Ci fareste un lungo viaggio in auto?

Io no, e come me tantissimi altri.

Qualunque tipo di relazione sociale voi intraprendiate, la riuscita di un rapporto non può prescindere dalla stima che hanno gli altri di voi.

La stima è ciò che gli altri ci attribuiscono, ciò che voi riuscite a far percepire di voi stessi agli altri. E' un valore : ogni individuo più o meno coscientemente classifica le persone secondo un ranking.

Una bella ragazza non starà mai con voi se non riconosce o percepisce in noi un valore. Lo stesso vale per una amicizia, una conoscenza, un rapporto di lavoro o con il vostro collega di università.

In molti si preoccupano della stima che gli altri hanno di loro, "Chissà che pensano di me?", dimenticando che la stima degli altri verso di noi è solo il riflesso della stima che abbiamo di noi stessi. Ciò che gli altri pensano di me, è ciò che io mi riconosco e penso di me stesso, se mi attribuiscono un basso valore, è molto probabile che gli altri percepiranno di me insicurezza, eccessiva modestia, poca personalità. Le persone il più delle volte si affidano agli altri, si creano dei modelli, dei riferimenti, delle relazioni con cui costruire la loro vita e se non saranno pigre nella ricerca, sceglieranno sempre di avvicinarsi a persone che stimano.

Quando un rapporto non va, quando una relazione di qualunque tipo non funziona, raramente siamo portati a fare un passo indietro e ad accrescere il nostro valore e la stima di noi stessi, ma il più delle volte cerchiamo di risollevare il rapporto diventando più servili verso gli altri.

Conosco decine di persone che pur di mantenere in vita certi rapporti di amicizia, danno sempre di più all'amico di turno (lato forte del rapporto), accettano di diventare sempre più accomodanti, accettano i suoi ritardi, i suoi richiami, accettano di essere trattati con modi non propriamente gentili. Bene, se fate cosi' il rapporto sfumerà sempre di più.

Solitamente il leader del gruppo è capace di attrarre gentilezze e favori altrui, ma raramente da nella stessa misura di quanto riceve. Il leader è sempre rispettato e sfugge il più delle volte ad una certa condotta di comportamento.

Il più delle volte si ravvisa lo stesso errore anche nelle LTR, "con la mia ragazza va male...", nessuno si ferma e cerca di capire che se il rapporto ha perso quota è perchè noi siamo in picchiata verso terra. La donna non percepisce più il nostro valore, e si cerca di colmare tutto questo offrendo sempre di più a lei. Sappiamo benissimo che il rapporto ha senso se è bilanciato, nel senso che se faccio 10 cose per lei, me ne aspetto almeno 7 o 8, ma a noi non importa, aumentiamo il più possibile i gesti carini, le attenzioni, in uno sfrontato indebolimento del valore che lei percepirà di noi. E' svendersi.

Quindi prima di pensare a come costruire i rapporti e le relazioni è bene partire dal rapporto più importante : quello con se stessi.

Stimarsi, avere fiducia di se stessi, credere di poter raggiungere i propri obiettivi, non sono semplici proclami ma passi fondamentali per dare valore a se stessi.

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Leader si ma di se stessi

Trovo abbastanza ricorrente in molti manuali, e in numerose impostazioni, voler quasi trascinare una persona fino ad elevarlo a leader.

Inoltre è frequente anche nella vita di tutti giorni, ed è ciò che ho visto nella mia esperienza, che diverse persone cercano con risultati più o meno positivi di diventare leader all'interno di una qualsiasi cerchia sociale.

Ritengo che i leader non si creano. Qualcuno o qualcosa di molto forte può sviluppare in un individuo delle caratteristiche da leader, a mio giudizio già esistenti, ma non puoi creare un leader dal nulla.

A parte questo, ritengo che sia più proficuo agire sull'accrescimento del proprio valore, sulle motivazioni, sullo sviluppo della personalità. Diventare in altre parole, leader si ma della propria vita.

Cosa intendo?

Intendo uscire di casa al mattino e dire "sono io a cambiare la mia vita". Sembra banale vero, ma la maggior parte delle persone che conosco attende gli altri anche quando si tratta di realizzare i propri obiettivi. Potrei fare mille esempi, ci sono persone che fanno sport sono se l'amico viene con lui, oppure se si tratta di conoscere una ragazza vanno in crisi se non hanno una spalla che regge il gioco o non viaggiano se la meta tanto desiderata non piace agli amici.

Vivere per se stessi o per gli altri?

Non è un invito all'egoismo, le persone sono importanti, direi fondamentali ma non possono limitarvi.

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AFC? No, grazie!

Ammetto che l'acronimo AFC mi aveva destato più di qualche curiosità quando entrai nel forum la prima volta. Pensavo chissà cosa volesse dire e invece era solo un modo come un altro, decisamente più leggero per noi italiani, per denotare uno sfigato.

Da allora l'AFC per me è stata una figura quasi demoniaca dalla quale fuggire, un terribile baratro nel quale evitare di cadere : costi quel che costi.

Per non essere un AFC occorrono due condizioni :

1) non esserlo

2) allontanarsi rapidamente da altri AFC.

Per me un AFC è uno che ha scelto di non vivere, ma sopravvivere ad una modesta esistenza in balia delle decisioni altrui, degli umori e delle volontà degli altri. Sono come barche in mezzo al mare, nessuna meta, nessuna destinazione, in balia del vento e del mare.

Non mi dilungo sul punto 1), la cui trattazione e comprensione è piuttosto semplice.

Vado al punto 2).

Bene. Supponiate che il vostro obiettivo è imparare a sciare, piuttosto che fare un corso di grafica, o apprendere un mestiere. In tutti questi casi, nessuno si sognerebbe di chiedere lezioni di scii al panettiere, o chiedere al maestro di scii di insegnargli a fare il pane.

Allo stesso modo le conoscenze, che poi confluiscono in competenze, aumentano nettamente al crescere dell'interazione fra persone con gli stessi obiettivi. In altre parole, si impara a sciare da un maestro di scii, poi si migliora andando a sciare con persone che hanno una certa pratica.

In modo analogo nella crescita personale, più si frequentano e si impara da persone che hanno successo, e più si potenzia l'interazione con persone che hanno la voglia di ottenere determinati risultati, e più i risultati arriveranno.

Persone demotivate, impaurite della vita, senza il minimo interesse nel rischiare di rigirare la propria vita, diminuirà nettamente le vostre possibilità di successo. L'ottimismo è contagioso, ma il pessimismo lo è ancora di più.

Ora, la mia non vuol essere una sorta di crociata contro gli AFC, tanto meno non ho parlato di una astensione totale da queste persone, ma semplicemente una separazione del vostro lato ambizioso da queste persone.

Per esempio, se avete a disposizione solo 2 giorni a settimana nel weekend per uscire, in modo categorico evitate di trascorrerli con persone demotivate che impediranno i vostri progetti.

Quindi in definitiva, una buona capacità è quella di circondarsi di persone motivate ed ottimiste, che condividono i nostri obiettivi e possono aiutare a raggiungerli.

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