Questo è un messaggio popolare. ^'V'^ [Aivia Demon] 159926 Inviato 29 Maggio 2014 Autore Questo è un messaggio popolare. Condividi Inviato 29 Maggio 2014 (modificato) Da questo punto di vista la teoria non sembra che essere la pratica o esperienza di qualcuno che ci ha preceduto e che è stata universalmente riconosciuta come valida. Mi chiedo: è davvero così? Avrei un’ altra domanda. Abbiamo visto che la Fisica, o in generale tutte quelle che vengono dette “scienze esatte”, si reggono su principi cardine che altro non sono che evidenze sperimentali riconosciute, a partire dai quali sono state elaborate. Nel caso in cui avessimo a che fare con le scienze umane, o con delle ragazze, in cui le variabili in gioco sono incalcolabili, avrebbe ancora senso chiedersi se esista una distinzione tra teoria e pratica? Può esistere una teoria in questi casi? Quello a cui sto pensando ora è che ad esempio in psicologia molte "teorie" furono elaborate solo dopo aver condotto degli esperimenti, cioè aver fatto della pratica. Questa è una buona conversazione... Risponderò ad entrambe insieme. "Se Cristoforo Colombo, Copernico o Galileo si fossero fidati solo di quanto dicevano tutti, ancora oggi crederemmo che il sole giri attorno ad una terra piatta" (Dott. A. La Torre) Nel prender per buona l'esperienza di chi ci ha preceduti, si cade nella trappola dell' Ipse Dixit. (lo ha detto lui). Ad esempio, negli anni 60 un luminare della otorinolaringoiatria, Shucknecht, disse che gli otoliti si possono spostare diventando "vagabondi" dando origine a vertigini. Nonostante la teoria, ideata da Schucknecht (uno di quelli che contavano all’epoca) quest’ipotesi tramandata per anni non è mai stata veramente confermata. I lavori successivi hanno dato per scontato che siccome lo sosteneva Schuknecht doveva essere così di sicuro e si sono concentrati sulla terapia e non più sulle cause. E sai che c'è? Fu un grande abbaglio, e rispetto molto il Dott. Andrea la Torre per la battaglia scientifica che sta facendo dal 2000 per far notare, prove alla mano, che anche se l'ha detto uno che conta, non è vero. Nel nostro mondo è ancora peggio, rispetto alla scienza medica e alle costruzioni edili. Per due motivi: Qualsiasi ragazzino inesperto di vita e di donne, che conosca l'inglese ed abbia dei soldi da spendere in un bel sito può, inventando un nick senza mai metterci la faccia, scopiazzando materiale dall'inglese e cambiandolo un po' per renderlo poco riconoscibile, mescolandolo tra diverse fonti, diventare un cosiddetto luminare, un punto di riferimento, uno da citare e prendere in considerazione. E il guaio è che ha citato e scopiazzato gente che già di suo non esiste. Non esistono i guru, non esiste, al di fuori della pubblicità, quello che entra in un locale e può rimorchiare il 90% dei target appetibili. Ma in America facciano quello che gli piace, da loro basta inventarsi che si può parlare con San Gennaro grazie alla fisica quantistica, che almeno 500 stronzi che ti pagano e ti seguono come un santone li trovi. Per questo motivo, spesso nel nostro campo l'Ipse Dixit è il voler credere ad un fantoccio inesistente che ha un nome solo su internet, grazie ad un bel sito e a reputazioni e feedback costruiti da se stesso per adornare il proprio sito, che si basa sull'Ipse Dixit di altri fantocci che millantano effetti speciali e vivono di campagne marketing strepitose facendo leva sui più profondi e dolorosi bisogni affettivi-sessuali di ognuno di noi. La psicologia non sarà mai una scienza esatta, trattando di un sistema complesso come è quello delle relazioni umane. Puoi calcolare i vettori di forza che gravano su una trave con estrema precisione, essi sono conoscibili e misurabili come è conoscibile e misurabile ognuno dei componenti di una terrazza. Ma in un sistema devi conoscere e misurare ogni singolo fattore, per indagarne e conoscerne le relazioni con gli altri fattori, ed è impossibile conoscere e misurare il comportamento umano, si può conoscere il comportamento della media in una data situazione, ma non il comportamento di quel particolare umano. Inoltre i fattori (gli umani) non sono isolabili, sono parte di un sistema complesso che è in relazione sistemica multicausale, probabilistica, olistica, interazionista con altri sistemi. Le loro relazioni divengono quindi incalcolabili se non nelle probabilità, secondo l'approccio corrente, che già ha fatto dei passi da gigante rispetto ai modelli deterministici unicausali del secolo scorso, ovvero modelli che facevano risalire ad una o poche cause, in modo deterministico, il comportamento umano. I modelli probabilistici e multicausali introducono una visione sistemica: l’attenzione è per le reciproche modificazioni ed interazioni delle variabili lungo il tempo. Quando il numero delle variabili supera una soglia critica ed esse interagiscono reciprocamente, diventa impossibile predire nel tempo esattamente le conseguenze di un mutamento all’interno di un sistema: impossibilità di usare una causalità certa ed unilineare. Rispetto al punto 1, credo sia il momento giusto perché un bambino tra la folla abbia l'impudenza di urlare che l'imperatore è nudo. Che l'ipse dixit è finito, e che l'unico comandamento fisso del mondo della seduzione debba essere...Believe Nothing, Test Everithing. Credo che questo ruolo debba assumerselo uno che ci metta la faccia, che non si nasconda dietro un nick, che non faccia mistero dei propri errori e fallimenti, uno che non si nasconda dietro un sito ben fatto, ma stia in mezzo alla piazza degli esperti a discutere e farsi criticare, a correggersi, a mettersi in discussione. Uno che non si metta in cima ad una piramide artificiale, ma che venga portato in cima in braccio da chi lo ascolta e ne trae dei risultati tangibili. Rispetto al punto 2, confido che la psicologia, nel suo cercare di seguire i paradigmi della scienza del suo tempo per ammantarsi di credibilità scientifica, possa comprendere un concetto duro e fondamentale per un salto qualitativo: le relazioni umane non sono un sistema semplice, nel quale si opera nel campo delle probabilità. Aver abbracciato la visione sistemica è stato un bel passo avanti, ma la prossima sfida è stare in piedi sulla soglia del caos, accettare che siamo davanti a sistemi complessi ed inconoscibili, ed operare nel campo delle possibilità. Oltre una certa soglia di complessità, non possiamo più parlare di calcolo delle probabilità, poiché tutto ciò che è possibile può accadere. Mentre la psicologia aspetta di conoscere questa dura presa di coscienza, io mi ci metto, in piedi sulla soglia del caos a guardare nel buio. Ed ho capito che nel campo delle possibilità c'è un fattore determinante: la volontà del singolo. In un sistema complesso in cui tutto può accadere, il singolo può costruire la realtà e trascinarci gli altri, come l'osservatore cambia l'osservato. Il ruolo della persona che segue i miei sproloqui non è più, quello della persona che cerca di predire il comportamento altrui e di agire di conseguenza, ma è il ruolo costruttivista di chi sta costruendo la realtà che si verificherà nel campo del possibile, con la forza della sua volontà e con la fede nella propria visione. Non nella mia. Non in quella di un guru americano. Nella propria. Per questo, voglio aiutare ad apprendere, non voglio insegnare. voglio che le persone imparino ad apprendere. Non che imparino delle tecniche. Per smetterla di reagire alla realtà come macchine, e iniziare a costruirla, ad imporla. E, ove impossibile, ad accettarla. E...sai che c'è? Questo rivaluta l'Ipse Dixit. Ma non del tal guru o scienziato. L'Ipse Dixit del costruttore di mondi, dell'agente operante, della persona che sta creando nel campo delle possibilità. Tutti sappiamo che le rose hanno spine. E' buffo, perché da migliaia di anni le rose fabbricano le spine, le spine pungono le dita di chi le ama, ma da migliaia di anni le pecore mangiano lo stesso le rose. E chiedersi il perché le fabbrichino ancora, ha senso. Allo stesso modo, tutti sappiamo che le donne sono delle serpi velenose, e che fanno male senza problemi a chi le ama, pur essendo senza difese verso chi le tratta come cani. La soluzione sembrerebbe quindi quella di trattarle come cani. Eppure... molti anni or sono un botanico riuscì, parlando per generazioni alle rose, e facendole sentire al sicuro, a far nascere delle rose senza spine. Ecco, questo è quello che intendo come creare la realtà nel campo del possibile. Non credo che lo scopo di una vita possa essere provare 1000 donne nel tentativo disperato di trovarne una che non abbia il veleno nel cuore. Credo che lo scopo di una vita intera possa essere parlare ad una donna, farla sentire al sicuro, incoraggiarla e dirle che lei può essere meglio di così, e che tu hai fiducia in questo, darle fiducia e...assistere al miracolo. Hai appena operato nel campo del possibile, oltre la soglia del caos, e hai ottenuto una donna che non serba veleno nel cuore. Questo, è strutturare la realtà. Questo, è operare nel campo della psicologia. E...dopo essermi fatto fare a pezzi tutta la vita, dopo aver sbattuto la faccia in ogni muro possibile, dopo aver sanguinato per le spine di chi amavo...io...ecco, ci sto riuscendo, piano piano. E...quello che fanno certi "guru" è ridicolo: sembrano quelli che ti vendono i numeri vincenti del lotto. E' ovvio (non per tutti) che se uno avesse i numeri vincenti del lotto li giocherebbe, non li venderebbe a te. Allo stesso modo, pare ovvio che se uno avesse la formula per sdraiare tutte le 9 e le 10 del mondo starebbe tutto il giorno a scopare e si farebbe regalare case e macchine dalle donne, non verrebbe da te a venderti un bootcamp. Nel mio caso... io non possiedo la formula magica per scopare tutte le donne, ma se riuscissi a trasmettere l'amore che fa nascere donne senza spine... Ecco che insegnare ad altri avrebbe senso, perché starebbero costruendo un mondo migliore, anche per me. Starei operando mediante loro la mia volontà nel campo delle possibilità. E loro a loro volta. Chiedo scusa se la mia penna è così incapace di trasmettere sogni e sensazioni che ho ben chiare in mente come incendi, ma che quando le metto per iscritto rimangono solo fiammelle. Modificato 29 Maggio 2014 da ^'V'^ ace of heart, /ekyll, Adrian Leverkühn e 22 altri ha reagito a questo 23 1 1 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
globation [Élite] 167 Inviato 29 Maggio 2014 Condividi Inviato 29 Maggio 2014 Fantastico. Ho perso il webinar, cercherò di non perdere il resto. Grazie, davvero. *Swany* e ^'V'^ ha reagito a questo 2 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
davidcar [Élite] 39 Inviato 29 Maggio 2014 Condividi Inviato 29 Maggio 2014 (modificato) Rispetto al punto 1, credo sia il momento giusto perché un bambino tra la folla abbia l'impudenza di urlare che l'imperatore è nudo. Che l'ipse dixit è finito, e che l'unico comandamento fisso del mondo della seduzione debba essere...Believe Nothing, Test Everithing. Credo che questo ruolo debba assumerselo uno che ci metta la faccia, che non si nasconda dietro un nick, che non faccia mistero dei propri errori e fallimenti, uno che non si nasconda dietro un sito ben fatto, ma stia in mezzo alla piazza degli esperti a discutere e farsi criticare, a correggersi, a mettersi in discussione. Uno che non si metta in cima ad una piramide artificiale, ma che venga portato in cima in braccio da chi lo ascolta e ne trae dei risultati tangibili. Rispetto al punto 2, confido che la psicologia, nel suo cercare di seguire i paradigmi della scienza del suo tempo per ammantarsi di credibilità scientifica, possa comprendere un concetto duro e fondamentale per un salto qualitativo: le relazioni umane non sono un sistema semplice, nel quale si opera nel campo delle probabilità. Aver abbracciato la visione sistemica è stato un bel passo avanti, ma la prossima sfida è stare in piedi sulla soglia del caos, accettare che siamo davanti a sistemi complessi ed inconoscibili, ed operare nel campo delle possibilità. Oltre una certa soglia di complessità, non possiamo più parlare di calcolo delle probabilità, poiché tutto ciò che è possibile può accadere. Beh, che dire... semplicemente grazie! Hai affrontato e risolto in maniera puntuale i dubbi che ti avevo posto. Ci pensavo da un pò ma in effetti così tutto il ragionamento torna. Non credo che lo scopo di una vita possa essere provare 1000 donne nel tentativo disperato di trovarne una che non abbia il veleno nel cuore. Credo che lo scopo di una vita intera possa essere parlare ad una donna, farla sentire al sicuro, incoraggiarla e dirle che lei può essere meglio di così, e che tu hai fiducia in questo, darle fiducia e...assistere al miracolo. Hai appena operato nel campo del possibile, oltre la soglia del caos, e hai ottenuto una donna che non serba veleno nel cuore. Aivia sei fantastico. Lo penso davvero. Leggendo questa frase ho capito il senso di quello che screen scrisse una volta a proposito dell' amore, che lui definì puro ed infinito, che tu riservi alle donne. Grazie per il tempo che hai dedicato ad affrontare in maniera così completa ed esaustiva le questioni che ti ho esposto. Ti auguro una splendida serata. Modificato 29 Maggio 2014 da davidcar *Swany* e ^'V'^ ha reagito a questo 2 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
^'V'^ [Aivia Demon] 159926 Inviato 30 Maggio 2014 Autore Condividi Inviato 30 Maggio 2014 (modificato) "Non hai nulla da temere. Non hai bisogno di queste spine per difenderti. Ti proteggerò io” Ascoltai alla radio da bambino la notizia del botanico californiano che parlando alle piante aveva fatto nascere delle rose senza spine. Oggi, facendo una ricerca sulle fonti di quel che dico, mi sono accorto che si trattava di cactus, senza spine. Forse la mia passione per le rose, da bambino, aveva fatto fiorire immagini di rose sentendo raccontare di parlare alle piante e ai fiori, e raccontare di spine, o forse fantasticandoci sopra negli anni successivi dell'infanzia ho sovrascritto le immagini di una rosa a quelle del cactus. Mentre mi scuso per l'inesattezza - che adoro correggere come la squadra di filologi che criticavano e correggevano i rotoli della Biblioteca di Alessandria mantenendoli sempre up to date - rimane valido il concetto di fondo. Per chi fosse curioso di conoscere la storia del cactus e di quel botanico eccezionale: http://www.erbatisana.it/laboratorio-di-erboristeria/luther-burbank/tutte-le-pagine Ps... evitiamo di dire ai cactus che sono piante grasse... XD Modificato 30 Maggio 2014 da ^'V'^ *Swany*, marco92, shantaram e 2 altri ha reagito a questo 3 1 1 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Questo è un messaggio popolare. ^'V'^ [Aivia Demon] 159926 Inviato 30 Maggio 2014 Autore Questo è un messaggio popolare. Condividi Inviato 30 Maggio 2014 Nota per i critici della teoria: Analizzando i metodi esistenti, si nota che essi sono strutturati in modo da non contraddirsi, da presentare una coerenza interna, una logica di fondo, temendo di cadere nella contraddizione che sarebbe subito oggetto di critica e di dubbio sulla sua validità. In piedi sulla soglia del caos, ho però visto nel buio che la realtà è in continua contraddizione, contiene entrambi gli opposti nello stesso istante, l'azione che farà innamorare una donna di te ti farà lasciare da un'altra, offesa e schifata; L'azione che fatta da uno lo renderà attraente, fatta da un altro diverso lo renderà ridicolo. Le persone sono diverse, ed uniche, lo sono i Player e lo sono le donne, le situazioni ed i contesti sono diversi, ed unici. Inoltre la stessa persona esprimerà opposti comportamenti e pensieri in contesti e situazioni diverse. Il caos, insomma. Non è possibile dare un ordine coerente a tutto ciò, non è possibile strutturare una strategia o un metodo da applicare a prescindere dal player e dalla donna, ed anche i bei sistemi di classificazione di Greene, di Vin di Carlo ecc sono interessanti ma danno solo una momentanea sicurezza, perché le donne cambiano di situazione in situazione ed etichettarle può essere fatale. Costringere la loro natura fluida e mutevole in rigide categorie fa perdere di vista sfumature essenziali, perché l'arcobaleno è un continuum di colore, non è sette colori spezzati. Una buona teoria deve quindi fornire armi, non tattiche fisse ed applicabili a chiunque da parte di chiunque in ogni contesto. Sarebbe sciocco e presuntuoso. Armi, attributi, qualità, strumenti, metodi apparentemente opposti ed incoerenti fra loro... e considerata la vastità delle esperienze possibili, l'imperfezione e la caoticità della realtà, questi metodi, armi, strumenti, saranno a volte apparentemente in contrasto fra loro, apparentemente figli dell'incoerenza di fondo che rispecchia la realtà caotica dei sistemi complessi. Sarà perciò normale leggere in una pagina che "chi fa da se fa per tre" e due pagine dopo leggere che "l'unione fa la forza". E sono entrambi frame funzionali, quello che cambia è il contesto in cui utilizzarli, se devo aggiustare un motore e sono un meccanico, è meglio se lo faccio da solo, se devo portare 100 sacchi di sabbia, più siamo e meglio è. Quindi la teoria sarà incoerente e a volte sembrerò contraddirmi nel giro di poche pagine. Non me ne vogliano i critici da tastiera e i bisognosi di sicurezze... spesso i miei passaggi saranno illogici e conterranno contraddizioni interne, questo perché la natura caotica della realtà delinea situazioni spesso molto differenti e che richiedono tattiche opposte. Qualcuno doveva avere il coraggio di farlo... e so che mi tireranno molti pomodori per questo. :-) Waitforit, BillyTheCowboy, lovedrop22 e 9 altri ha reagito a questo 11 1 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
BillyTheCowboy [Partecipante] 890 Inviato 30 Maggio 2014 Condividi Inviato 30 Maggio 2014 (modificato) Armi, attributi, qualità, strumenti, metodi apparentemente opposti ed incoerenti fra loro... e considerata la vastità delle esperienze possibili, l'imperfezione e la caoticità della realtà, questi metodi, armi, strumenti, saranno a volte apparentemente in contrasto fra loro, apparentemente figli dell'incoerenza di fondo che rispecchia la realtà caotica dei sistemi complessi. Sarà perciò normale leggere in una pagina che "chi fa da se fa per tre" e due pagine dopo leggere che "l'unione fa la forza". E sono entrambi frame funzionali, quello che cambia è il contesto in cui utilizzarli, se devo aggiustare un motore e sono un meccanico, è meglio se lo faccio da solo, se devo portare 100 sacchi di sabbia, più siamo e meglio è. Quindi la teoria sarà incoerente e a volte sembrerò contraddirmi nel giro di poche pagine. Non me ne vogliano i critici da tastiera e i bisognosi di sicurezze... spesso i miei passaggi saranno illogici e conterranno contraddizioni interne, questo perché la natura caotica della realtà delinea situazioni spesso molto differenti e che richiedono tattiche opposte. Qualcuno doveva avere il coraggio di farlo... e so che mi tireranno molti pomodori per questo. :-) E cosi deve essere. Ad ogni modo, fai bene a precisare questo aspetto, ma credo che chi ti seguirà (visti gli argomenti che tratti, e il modo in cui li esponi) non avrà nessunissimo problema a comprendere che ciò che dici deve essere contestualizzato, e che non è affatto in contraddizione con ciò che hai esposto in altro capitolo. Questo perchè a mio avviso, l'apertura mentale, la genuina curiosità verso argomenti e approcci mai incontrati prima, e l'obiettività necessarie per comprendere cosa stai dicendo e non criticarlo in modo puntiglioso, già caratterizzano chi segue te e IS da tempo, con partecipazione costruttiva, e coloro che quindi ti seguiranno nelle prossime tue "stanze". Per inciso: è facendo mio questo concetto, che lentamente, ho imparato a non mi sorprendermi troppo, ne provare eccessiva delusione, se riesco a concludere con una strafiga, o mi prendo un palo da una meno bella. Le variabili sono infinite. Se poi ci suggerirai teorie, spunti e concetti per portare piu possibilità dalla nostra parte, suppongo che molti te ne saranno grati. In ogni caso, ti porgo i miei complimenti per il Webinar. Veramente molto interessante. In alcuni istanti, per i concetti espressi, la gestualità, e l'impostazione della voce, mi è parso di avere di fronte una sorta di fusione trà Al Pacino ne "L'avvocato del diavolo", Tyler Durden di "Fight Club", e V di "V per vendetta". Modificato 30 Maggio 2014 da BillyTheCowboy *Swany*, ^'V'^, lovedrop22 e 1 altro ha reagito a questo 4 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Questo è un messaggio popolare. ^'V'^ [Aivia Demon] 159926 Inviato 11 Giugno 2014 Autore Questo è un messaggio popolare. Condividi Inviato 11 Giugno 2014 (modificato) Mi sento in dovere di fare un'altra precisazione sulla teoria, sulla pratica... Spesso scrivo cose come "questo è innaturale, e la natura alla fine spazzerà via queste impalcature culturali", o magari mi si sente professare un modo di fare o di vivere come più in linea con la natura umana, più naturale. Ecco: siamo ormai condizionati a considerare ciò che è naturale come buono e genuino, contrapposto a ciò che è chimico, artificiale, contraffatto. Allora una crema per il viso fatta con ingredienti 100% naturali avrà più appeal, un cibo con la dicitura "biologico" o "naturale" avrà più appeal... sono cose che vanno nel cassetto delle cose "buone e belle" dentro la nostra mente. Ma la vita non è tutta rose e fiori, è rose e zanne. E' naturale che un pitone strangoli un topo e se lo mangi, ma questo non significa che il topo sia felice. Certo, se vedessi uno che per motivi culturali si ostina ad ingozzare il pitone di fette di mela, gli spiegherei che non è in linea con la sua natura, e che dovrebbe mangiare topi. Ma naturale non significa buono e bello. Ci sono un sacco di mal di pancia, nel seguire la propria natura. Ci sono molti lati poco desiderabili. Questo perché la natura di ognuno lo porta a volere il proprio beneficio a detrimento di quello altrui, ove necessario. E siccome maschi e femmine, nel perseguire lo stesso fine della riproduzione e sopravvivenza della specie, hanno esigenze diametralmente opposte... Allora seguire qualcosa di naturale per lui non significa che dia come risultato la felicità e il benessere di lei, e viceversa. Come per il topo ed il pitone, ciò che è naturale non è rose e fiori. Seguire la massa e conformarsi a dettami ridicoli ed innaturali fa stare male tutti per il bene della società. Seguire la propria natura è un preciso atto di guerra, si può stare molto bene e anche male, a seconda del momento. Però almeno a volte si sta bene, cosa altrimenti improbabile. Questo non significa che si stia sempre bene, gli altri tirano nella propria direzione, e le donne tirano nella direzione opposta. Questo va messo in conto. Non ci si può arrendere al primo mal di pancia, o la prima volta che ci si trova a desiderare un colpo secco in testa per non sentire più nulla. Serve una teoria per prevedere e tenere in considerazione i fallimenti, i compromessi, i mal di pancia. Non una teoria problem solver, come se fossero problemi inattesi. Una teoria che riconosca questi problemi come naturale parte del percorso, non come problemi. Esempio pratico: Un tizio frequenta tre donne e una di queste perde la testa per un altro che ha una bella macchina e una casa con la vasca idromassaggio e sparisce. Il tizio si trova colpito a morte, reagisce con rabbia al mal di pancia, alla ferita emotiva, sputtana la ragazza che è sparita, ne parla malissimo con le altre due temendo che ne seguano l'esempio, la tempesta di messaggi minatori, la denuncia per una stronzata. Mette le foto di lei nuda sul web, diventa matto per un mese Il fatto è che è naturale che lei sia attratta dai vantaggi, ed è naturale che lui necessiti di tre donne e che si senta ferito se perde una donna su cui ha investito tempo, energie, attenzioni. Ma anche lei ha agito secondo la propria natura. E non è condannabile. Il suo gemello omozigote ha una visione d'insieme spazio temporale più ampia. Sapeva già, che sarebbe successo ad almeno una delle tre. E aveva già pronto un piano. Perché non è un fulmine a ciel sereno, è una cosa che può capitare facilmente. Quando succede, lui soffre lo stesso identico mal di pancia, ma reagisce in modo differente: spiega alle altre due che lei ha fatto bene, perché non era molto decisa a rimanere con lui e si stava guardando intorno da un po', Spiega loro che non hanno la pistola alla testa per stare con lui e che nessun medico glielo ha ordinato, per cui serve una forte decisione per rimanere, non basta l'inerzia perché al momento non si ha di meglio. Spiega che lui prenderà una settimana di ferie e se ne andrà ad assorbire il colpo lontano da tutto per tornare più sereno e più forte di prima, e che loro nel frattempo potranno guardarsi intorno, al suo ritorno potranno tornare con lui ma solo se in quella settimana avranno capito di essere veramente decise, perché lui non ha tempo per occupare uno slot con un'indecisa e sarebbe far perdere tempo anche a lei. Dopo un mese, le due ragazze che erano andate via dietro una vasca idromassaggio e una macchina costosa, litigano a morte col tizio benestante perché lo vedono come un cretino sottomesso e un burattino e iniziano a rimpiangere le loro due amiche e il loro uomo precedente. Solo, la ragazza del primo gemello ha ricevuto un mese di messaggi kilometrici alternati tra il depresso e l'aggressivo, è stata sputtanata in ogni modo e se anche volesse tornare a chiedere scusa, il tizio farebbe una figura da scemo a riprenderla dopo che ne ha parlato malissimo con le altre due per un mese, finendo per perdere la stima di tutte e tre. La ragazza del secondo gemello non lo ha sentito da un mese, nessuno ce l'ha con lei nonostante il mal di pancia che ha arrecato, e le due ragazze rimaste hanno voglia di vederla mista ad odio per aver fatto star male il loro uomo che però le rassicura che va tutto bene. Hanno mostrato vera decisione al ritorno di lui per rientrare nella sua cerchia, e quando lei si palesa alla porta, lui la accoglie e le spiega che non c'è più posto per lei. Lei insiste un po', ed inizia a messaggiarsi con le altre due che le dicono che deve mostrare vera decisione, come hanno fatto loro. Lui dice alle due di lasciarla perdere, di non aiutarla. Loro la aiutano di nascosto. Lui sa benissimo che lo stanno facendo. Lei per due settimane chiede di tornare, chiede scusa, mostra decisione e....dopo due settimane lui le dà una possibilità. Risultato: Il mal di pancia è uguale per entrambi. Ma la buona teoria ti dà la visione d'insieme per considerare i problemi come qualcosa di naturale che accadrà, e ti fornisce un piano per gestirli. Modificato 11 Giugno 2014 da ^'V'^ fisio02, 213328, Grè e 9 altri ha reagito a questo 11 1 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
black mamba [Partecipante] 2408 Inviato 12 Giugno 2014 Condividi Inviato 12 Giugno 2014 .... Ma la vita non è tutta rose e fiori, è rose e zanne. ... E' naturale che un pitone strangoli un topo e se lo mangi, ma questo non significa che il topo sia felice. Certo, se vedessi uno che per motivi culturali si ostina ad ingozzare il pitone di fette di mela, gli spiegherei che non è in linea con la sua natura, e che dovrebbe mangiare topi. ... Allora seguire qualcosa di naturale per lui non significa che dia come risultato la felicità e il benessere di lei, e viceversa. Come per il topo ed il pitone, ciò che è naturale non è rose e fiori. ... Serve una teoria per prevedere e tenere in considerazione i fallimenti, i compromessi, i mal di pancia. Non una teoria problem solver, come se fossero problemi inattesi. Una teoria che riconosca questi problemi come naturale parte del percorso, non come problemi. ... Ma la buona teoria ti dà la visione d'insieme per considerare i problemi come qualcosa di naturale che accadrà, e ti fornisce un piano per gestirli. Fang and roses per fare il verso a un celebre film. Mi piace questa precisazione che fai. Le zanne come contraltare delle rose. Non perché si voglia essere crudeli. Ma perché quando due desideri sono in contrapposizione, qualcuno, inevitabilmente dovrà soffrire. E per rispondere -ma correggimi se non era questo il tuo pensiero- anche a .screen, perseguire la propria felicità anche a discapito di quella degli altri, non vuol dire che la tua way of Life preveda necessariamente la loro infelicita. Vuol dire forse che nel gioco delle cose accetti che qualche volta saranno le tue, di zanne, a soccombere... ^'V'^ ha reagito a questo 1 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
^'V'^ [Aivia Demon] 159926 Inviato 12 Giugno 2014 Autore Condividi Inviato 12 Giugno 2014 (modificato) Stavo leggendo questo, scritto da Giacobbe: "Senza pretendere che tutti facciano i monaci, occorre, secondo la tradizione buddhista, esercitare una professione che non porti a trasgredire i Cinque Precetti. Quindi, ad esempio, killer, spacciatori di droga e trafficanti darmi non possono raggiungere lo stato di buddhità. Non per il fatto che tali mestieri sono immorali. Il buddhismo non fa questioni di moralità. Ma perché il senso di colpa, sia pure inconscio, che può derivare dallesercizio di tali professioni è causa di sofferenza psichica ineliminabile anche con la pratica del buddhismo, in quanto continuamente rinnovato dallesercizio della professione. Infatti applicarsi a una professione che produce sofferenza agli altri dà luogo, alla lunga, a sofferenza anche in noi, proprio perché produce in noi un senso di colpa. Occorre quindi praticare una professione che non produca sofferenze né a noi né agli altri." Secondo te, quanto da te appena affermato, è contro quanto riporta questo passo o no.. E se si, perché? Non trovi che continuare a pensare esclusivamente (o principalmente) alla propria felicità, sul lungo porti a stress inalienabili? Purtroppo ho prestato quel libro e non riesco ad andare a rileggere alcuni passaggi. Intanto ti mando la mia mappa mentale dello stesso. Quanto ho appena affermato si può sintetizzare così: la natura non è Pandora. Gli alberi competono per le risorse, i gatti mangiano i topolini, le piante si scannano lentamente per dominare su un ettaro, si fanno ombra con le foglie più alte, competono gamicamente, quel gatto che ha mangiato un topolino sarà colto dalla rogna e lotterà per vivere, e intanto un altro gatto prenderà la gatta che voleva lui. E questo è naturale. Naturale non è sinonimo di bello e buono come vogliono farci credere le ammiccanti etichette sui cibi confezionati. Ogni volta che mangi una foglia di insalata, stai facendo del male. Quell'insalata voleva vivere. Perché come te è condannata a questa giostra, con queste fottute regole - sopravvivi e riproduciti. Ogni volta che fai qualcosa per sopravvivere o riprodurti, togli risorse, donne, vita agli altri. La regola è: perché qualcosa viva qualcos'altro deve morire. Il tuo istinto riproduttivo funziona secondo precetti che sono spesso all'opposto rispetto ai precetti che impone l'istinto riproduttivo femminile, e questo per la natura dovrebbe dar luogo ad una guerra di compromessi - e lo fa - che da origine a figli più sani e più accuditi. Alla natura non gliene frega nulla se hai investito 10 anni su quell'utero e mille cene a lume di candela, se avrebbe un figlio più sano con l'idraulico, è con lui che farà sesso senza drammi e complicazioni. Ora, hai tre strade per far fronte a questa consapevolezza: Ti fai da parte - non trombi, mangi solo frutta, non respiri per non consumare l'ossigeno che vuole un altro, non cammini per non pestare formiche, non scopi perché forse un altro è innamorato di quella donna dalle superiori, e sicuramente ci sono altri 20 che la desiderano e ci starebbero male, ti sposi e stai chiuso a casa così lei è contenta di aver trovato un burattino, non lavori per non togliere lavoro ad un disoccupato, ecc... e questo non danneggia gli altri ma distrugge te. - you do it wrong - Te ne fotti - e pensi solo per te, come un bambino ti aspetti che il mondo sia lì solo per servirti e prendi tutto quello che puoi facendo soffrire gli altri e soffrendo te stesso non, per senso di colpa, ma ogni volta che ti scontri con la realtà, ogni volta che gli altri vincono. Perché hanno esigenze opposte che non vuoi accettare. Accetti - che hai delle esigenze e che ne hanno gli altri, fai il possibile per avere delle interazioni win-win con mutuo vantaggio, ma accetti che questo non sempre è possibile, e allora quando devi prendere prendi, e quando sono gli altri a prendere lo capisci e lo avevi previsto. Non quando e come, ma che sarebbe accaduto per forza. Ecco, confrontandolo al passaggio che hai citato, che è relativo al Retto Sostentamento, ovvero ad una professione che non ti allontani dalla felicità, direi che guadagnare dal valore che crei per altri, rendendoli felici e soddisfatti, sia tendenzialmente win win. Se però vendi illusioni, allora è win-lose. Se disinneschi le illusioni chiarendo che la buona teoria deve tener conto che fare le cose secondo la tua natura non significa che siano perfette, e che la perfezione non può esistere, perché non ci può essere comunione d'intenti, allora lasci aperta una strada per l'Accettazione degli intenti dell'altra, lasci aperta la strada per non sentirti in colpa quando i tuoi intenti vanno contro quelli altrui e non c'è modo di gestirla win win, lasci aperta la strada per una maggiore accettazione di sé e degli altri. Perché... non abbiamo scelto di essere qui a scannarci per un pezzo di pane o per una figa, siamo tutti sulla stessa giostra assurda, con regole che portano a sofferenza quando disobbedite. E a felicità quando seguite. Quando vendi armi o uccidi non fai nulla di immorale, e nulla contro il buddhismo. Semplicemente stai facendo qualcosa contro la continuazione della specie e allora provi senso di colpa. La sofferenza ha cause molto naturali. E' il bastone che la natura usa quando ti metti contro i suoi piani. Infatti se siete in cento in un'isoletta e c'è cibo per 40, allora potrai uccidere senza provare alcun senso di colpa. Ne esiste anche una forma che deriva dal frame. Se per esempio ti hanno sempre convinto che il sesso sia una cosa sbagliata che i maschi vogliono fare alle donne, come era convinta la gente in epoca Vittoriana e come è convinto oggi almeno il 50% della popolazione, allora vivrai un conflitto interno. Da una parte senso di colpa mentale per aver fatto sesso, dall'altra felicità per aver seguito la tua natura. Questo conflitto interno va spazzato via a calci nel culo, perché è culturale e innaturale. Allo stesso modo, se ti hanno convinto che uccidere sia contro Dio, in quell'isoletta soffrirai come un cane dopo essere rimasti in 40 perché non saprai accettare la realtà. Vivi in una realtà mentale, in un frame disfunzionale e scollato dalla natura. Questo significa che agendo secondo natura e senza frame castranti e limitanti sarai sempre e solo felice seminando gioia e felicità in chiunque? No. Ma infatti Siddhartha Gautama Sakyamuni, Buddha, ha inventato una forma di psicologia per eliminare la sofferenza mentale da frame sbagliati, non ha inventato un sistema per liberarsi dalla biologia. Perché sarebbe come per un computer liberarsi dal silicio e dall'elettricità. E soprattutto non ha inventato una religione, con buona pace di quanti credono che il buddhismo sia una religione. Ha inventato uno studio sulle sofferenze della mente derivate da frame disfunzionali. (non retti, come li chiamava lui, ma nella nostra cultura retto è malinteso, sembra retto secondo la via del signore, mentre per lui retto significava in linea con la tua realizzazione). Modificato 12 Giugno 2014 da ^'V'^ Gianluca-20, 213328, shantaram e 6 altri ha reagito a questo 8 1 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
life and light [Partecipante] 176 Inviato 12 Giugno 2014 Condividi Inviato 12 Giugno 2014 (modificato) "Senza pretendere che tutti facciano i monaci, occorre, secondo la tradizione buddhista, esercitare una professione che non porti a trasgredire i Cinque Precetti. Quindi, ad esempio, killer, spacciatori di droga e trafficanti darmi non possono raggiungere lo stato di buddhità. Non per il fatto che tali mestieri sono immorali. Il buddhismo non fa questioni di moralità. Ma perché il senso di colpa, sia pure inconscio, che può derivare dallesercizio di tali professioni è causa di sofferenza psichica ineliminabile anche con la pratica del buddhismo, in quanto continuamente rinnovato dallesercizio della professione. Infatti applicarsi a una professione che produce sofferenza agli altri dà luogo, alla lunga, a sofferenza anche in noi, proprio perché produce in noi un senso di colpa. Occorre quindi praticare una professione che non produca sofferenze né a noi né agli altri." Secondo te, quanto da te appena affermato, è contro quanto riporta questo passo o no.. E se si, perché? Non trovi che continuare a pensare esclusivamente (o principalmente) alla propria felicità, sul lungo porti a stress inalienabili? Ti vorrei dare anche la mia opinione. La risposta che ti può essere data è duplice. La prima è accetta. Accettare quello che la natura è, come ha detto Aivia. Accettare che è una danza tra felicità e dolore, gioia e sofferenza. Ma accettare soprattutto che noi siamo essere limitati e ignoranti. Non sappiamo cosa sia la felicità, cosa la guidi, non sappiamo come saremo tra 10 anni, non sappiamo cosa vorremo tra 10, dove saremo e quali desideri avremo. Non sappiamo se quello che facciamo sia conseguenza di leggi sociali, oppure guidato da desideri futuri oppure da condizionamenti. Non sappiamo se quello che oggi o ieri abbiamo fatto con le più buone intenzioni, domani ci affonderà. Sappiamo solo quello che adesso vogliamo per oggi e speriamo per il domani, senza certezza. Domani magari potremmo cambiare in modo totale quello che vogliamo ed improvvisamente il più grande ostacolo potrebbe diventare quello che fino a ieri abbiamo fatto con gioia. La seconda è questa. Non si può evitare di fare del male agli altri, è inevitabile persino quando si fa di tutto per evitarlo. Ma, si può evitare di farlo con consapevolezza. Se nel momento in cui ti trovi nella condizione di scegliere tra un fatto che provoca dolore e uno no, tu scegli quello che provoca dolore e sai che provoca dolore, allora questa cosa ti segnerà. Perchè anche se tu ti giustifichi in qualunque modo di essere stato "obbligato" a fare quella scelta, la consapevolezza che potevi evitarla te la porterai dietro. Modificato 12 Giugno 2014 da life and light Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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