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LTR fra Teoria e Pratica


^'V'^

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globation

Fantastico.

Ho perso il webinar, cercherò di non perdere il resto.

Grazie, davvero.

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davidcar
Rispetto al punto 1, credo sia il momento giusto perché un bambino tra la folla abbia l'impudenza di urlare che l'imperatore è nudo. Che l'ipse dixit è finito, e che l'unico comandamento fisso del mondo della seduzione debba essere...Believe Nothing, Test Everithing. Credo che questo ruolo debba assumerselo uno che ci metta la faccia, che non si nasconda dietro un nick, che non faccia mistero dei propri errori e fallimenti, uno che non si nasconda dietro un sito ben fatto, ma stia in mezzo alla piazza degli esperti a discutere e farsi criticare, a correggersi, a mettersi in discussione. Uno che non si metta in cima ad una piramide artificiale, ma che venga portato in cima in braccio da chi lo ascolta e ne trae dei risultati tangibili.
Rispetto al punto 2, confido che la psicologia, nel suo cercare di seguire i paradigmi della scienza del suo tempo per ammantarsi di credibilità scientifica, possa comprendere un concetto duro e fondamentale per un salto qualitativo: le relazioni umane non sono un sistema semplice, nel quale si opera nel campo delle probabilità. Aver abbracciato la visione sistemica è stato un bel passo avanti, ma la prossima sfida è stare in piedi sulla soglia del caos, accettare che siamo davanti a sistemi complessi ed inconoscibili, ed operare nel campo delle possibilità.
Oltre una certa soglia di complessità, non possiamo più parlare di calcolo delle probabilità, poiché tutto ciò che è possibile può accadere.

Beh, che dire... semplicemente grazie!

Hai affrontato e risolto in maniera puntuale i dubbi che ti avevo posto. Ci pensavo da un pò ma in effetti così tutto il ragionamento torna.

Non credo che lo scopo di una vita possa essere provare 1000 donne nel tentativo disperato di trovarne una che non abbia il veleno nel cuore.

Credo che lo scopo di una vita intera possa essere parlare ad una donna, farla sentire al sicuro, incoraggiarla e dirle che lei può essere meglio di così, e che tu hai fiducia in questo, darle fiducia e...assistere al miracolo.
Hai appena operato nel campo del possibile, oltre la soglia del caos, e hai ottenuto una donna che non serba veleno nel cuore.

Aivia sei fantastico. Lo penso davvero.

Leggendo questa frase ho capito il senso di quello che screen scrisse una volta a proposito dell' amore, che lui definì puro ed infinito, che tu riservi alle donne.

Grazie per il tempo che hai dedicato ad affrontare in maniera così completa ed esaustiva le questioni che ti ho esposto.

Ti auguro una splendida serata.

Modificato da davidcar
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^'V'^
Inviato (modificato)

"Non hai nulla da temere. Non hai bisogno di queste spine per difenderti. Ti proteggerò io”

Ascoltai alla radio da bambino la notizia del botanico californiano che parlando alle piante aveva fatto nascere delle rose senza spine.

Oggi, facendo una ricerca sulle fonti di quel che dico, mi sono accorto che si trattava di cactus, senza spine.

Forse la mia passione per le rose, da bambino, aveva fatto fiorire immagini di rose sentendo raccontare di parlare alle piante e ai fiori, e raccontare di spine, o forse fantasticandoci sopra negli anni successivi dell'infanzia ho sovrascritto le immagini di una rosa a quelle del cactus.

Mentre mi scuso per l'inesattezza - che adoro correggere come la squadra di filologi che criticavano e correggevano i rotoli della Biblioteca di Alessandria mantenendoli sempre up to date - rimane valido il concetto di fondo.

Per chi fosse curioso di conoscere la storia del cactus e di quel botanico eccezionale:

http://www.erbatisana.it/laboratorio-di-erboristeria/luther-burbank/tutte-le-pagine

Ps... evitiamo di dire ai cactus che sono piante grasse... XD

Modificato da ^'V'^
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BillyTheCowboy

Armi, attributi, qualità, strumenti, metodi apparentemente opposti ed incoerenti fra loro... e considerata la vastità delle esperienze possibili, l'imperfezione e la caoticità della realtà, questi metodi, armi, strumenti, saranno a volte apparentemente in contrasto fra loro, apparentemente figli dell'incoerenza di fondo che rispecchia la realtà caotica dei sistemi complessi.

Sarà perciò normale leggere in una pagina che "chi fa da se fa per tre" e due pagine dopo leggere che "l'unione fa la forza".

E sono entrambi frame funzionali, quello che cambia è il contesto in cui utilizzarli, se devo aggiustare un motore e sono un meccanico, è meglio se lo faccio da solo, se devo portare 100 sacchi di sabbia, più siamo e meglio è.

Quindi la teoria sarà incoerente e a volte sembrerò contraddirmi nel giro di poche pagine.

Non me ne vogliano i critici da tastiera e i bisognosi di sicurezze... spesso i miei passaggi saranno illogici e conterranno contraddizioni interne, questo perché la natura caotica della realtà delinea situazioni spesso molto differenti e che richiedono tattiche opposte.

Qualcuno doveva avere il coraggio di farlo... e so che mi tireranno molti pomodori per questo. :-)

E cosi deve essere.

Ad ogni modo, fai bene a precisare questo aspetto, ma credo che chi ti seguirà (visti gli argomenti che tratti, e il modo in cui li esponi) non avrà nessunissimo problema a comprendere che ciò che dici deve essere contestualizzato, e che non è affatto in contraddizione con ciò che hai esposto in altro capitolo.

Questo perchè a mio avviso, l'apertura mentale, la genuina curiosità verso argomenti e approcci mai incontrati prima, e l'obiettività necessarie per comprendere cosa stai dicendo e non criticarlo in modo puntiglioso, già caratterizzano chi segue te e IS da tempo, con partecipazione costruttiva, e coloro che quindi ti seguiranno nelle prossime tue "stanze".

Per inciso: è facendo mio questo concetto, che lentamente, ho imparato a non mi sorprendermi troppo, ne provare eccessiva delusione, se riesco a concludere con una strafiga, o mi prendo un palo da una meno bella. Le variabili sono infinite.

Se poi ci suggerirai teorie, spunti e concetti per portare piu possibilità dalla nostra parte, suppongo che molti te ne saranno grati.

In ogni caso, ti porgo i miei complimenti per il Webinar. Veramente molto interessante.

In alcuni istanti, per i concetti espressi, la gestualità, e l'impostazione della voce, mi è parso di avere di fronte una sorta di fusione trà Al Pacino ne "L'avvocato del diavolo", Tyler Durden di "Fight Club", e V di "V per vendetta".

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  • 2 settimane dopo...
black mamba

....

Ma la vita non è tutta rose e fiori, è rose e zanne.

...

E' naturale che un pitone strangoli un topo e se lo mangi, ma questo non significa che il topo sia felice. Certo, se vedessi uno che per motivi culturali si ostina ad ingozzare il pitone di fette di mela, gli spiegherei che non è in linea con la sua natura, e che dovrebbe mangiare topi.

...

Allora seguire qualcosa di naturale per lui non significa che dia come risultato la felicità e il benessere di lei, e viceversa. Come per il topo ed il pitone, ciò che è naturale non è rose e fiori.

...

Serve una teoria per prevedere e tenere in considerazione i fallimenti, i compromessi, i mal di pancia. Non una teoria problem solver, come se fossero problemi inattesi. Una teoria che riconosca questi problemi come naturale parte del percorso, non come problemi.

...

Ma la buona teoria ti dà la visione d'insieme per considerare i problemi come qualcosa di naturale che accadrà, e ti fornisce un piano per gestirli.

Fang and roses per fare il verso a un celebre film. Mi piace questa precisazione che fai.

Le zanne come contraltare delle rose. Non perché si voglia essere crudeli. Ma perché quando due desideri sono in contrapposizione, qualcuno, inevitabilmente dovrà soffrire.

E per rispondere -ma correggimi se non era questo il tuo pensiero- anche a .screen, perseguire la propria felicità anche a discapito di quella degli altri, non vuol dire che la tua way of Life preveda necessariamente la loro infelicita. Vuol dire forse che nel gioco delle cose accetti che qualche volta saranno le tue, di zanne, a soccombere...

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^'V'^
Inviato (modificato)

Stavo leggendo questo, scritto da Giacobbe:

"Senza pretendere che tutti facciano i monaci, occorre, secondo la tradizione buddhista, esercitare una professione che non porti a trasgredire i Cinque Precetti. Quindi, ad esempio, killer, spacciatori di droga e trafficanti darmi non possono raggiungere lo stato di buddhità. Non per il fatto che tali mestieri sono immorali. Il buddhismo non fa questioni di moralità. Ma perché il senso di colpa, sia pure inconscio, che può derivare dallesercizio di tali professioni è causa di sofferenza psichica ineliminabile anche con la pratica del buddhismo, in quanto continuamente rinnovato dallesercizio della professione. Infatti applicarsi a una professione che produce sofferenza agli altri dà luogo, alla lunga, a sofferenza anche in noi, proprio perché produce in noi un senso di colpa. Occorre quindi praticare una professione che non produca sofferenze né a noi né agli altri."

Secondo te, quanto da te appena affermato, è contro quanto riporta questo passo o no.. E se si, perché? Non trovi che continuare a pensare esclusivamente (o principalmente) alla propria felicità, sul lungo porti a stress inalienabili?

Purtroppo ho prestato quel libro e non riesco ad andare a rileggere alcuni passaggi.

Intanto ti mando la mia mappa mentale dello stesso.

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Quanto ho appena affermato si può sintetizzare così: la natura non è Pandora. Gli alberi competono per le risorse, i gatti mangiano i topolini, le piante si scannano lentamente per dominare su un ettaro, si fanno ombra con le foglie più alte, competono gamicamente, quel gatto che ha mangiato un topolino sarà colto dalla rogna e lotterà per vivere, e intanto un altro gatto prenderà la gatta che voleva lui. E questo è naturale. Naturale non è sinonimo di bello e buono come vogliono farci credere le ammiccanti etichette sui cibi confezionati.

Ogni volta che mangi una foglia di insalata, stai facendo del male. Quell'insalata voleva vivere. Perché come te è condannata a questa giostra, con queste fottute regole - sopravvivi e riproduciti.

Ogni volta che fai qualcosa per sopravvivere o riprodurti, togli risorse, donne, vita agli altri. La regola è: perché qualcosa viva qualcos'altro deve morire.

Il tuo istinto riproduttivo funziona secondo precetti che sono spesso all'opposto rispetto ai precetti che impone l'istinto riproduttivo femminile, e questo per la natura dovrebbe dar luogo ad una guerra di compromessi - e lo fa - che da origine a figli più sani e più accuditi.

Alla natura non gliene frega nulla se hai investito 10 anni su quell'utero e mille cene a lume di candela, se avrebbe un figlio più sano con l'idraulico, è con lui che farà sesso senza drammi e complicazioni.

Ora, hai tre strade per far fronte a questa consapevolezza:

  • Ti fai da parte - non trombi, mangi solo frutta, non respiri per non consumare l'ossigeno che vuole un altro, non cammini per non pestare formiche, non scopi perché forse un altro è innamorato di quella donna dalle superiori, e sicuramente ci sono altri 20 che la desiderano e ci starebbero male, ti sposi e stai chiuso a casa così lei è contenta di aver trovato un burattino, non lavori per non togliere lavoro ad un disoccupato, ecc... e questo non danneggia gli altri ma distrugge te. - you do it wrong -
  • Te ne fotti - e pensi solo per te, come un bambino ti aspetti che il mondo sia lì solo per servirti e prendi tutto quello che puoi facendo soffrire gli altri e soffrendo te stesso non, per senso di colpa, ma ogni volta che ti scontri con la realtà, ogni volta che gli altri vincono. Perché hanno esigenze opposte che non vuoi accettare.
  • Accetti - che hai delle esigenze e che ne hanno gli altri, fai il possibile per avere delle interazioni win-win con mutuo vantaggio, ma accetti che questo non sempre è possibile, e allora quando devi prendere prendi, e quando sono gli altri a prendere lo capisci e lo avevi previsto. Non quando e come, ma che sarebbe accaduto per forza.

Ecco, confrontandolo al passaggio che hai citato, che è relativo al Retto Sostentamento, ovvero ad una professione che non ti allontani dalla felicità, direi che guadagnare dal valore che crei per altri, rendendoli felici e soddisfatti, sia tendenzialmente win win.

Se però vendi illusioni, allora è win-lose.

Se disinneschi le illusioni chiarendo che la buona teoria deve tener conto che fare le cose secondo la tua natura non significa che siano perfette, e che la perfezione non può esistere, perché non ci può essere comunione d'intenti, allora lasci aperta una strada per l'Accettazione degli intenti dell'altra, lasci aperta la strada per non sentirti in colpa quando i tuoi intenti vanno contro quelli altrui e non c'è modo di gestirla win win, lasci aperta la strada per una maggiore accettazione di sé e degli altri.

Perché... non abbiamo scelto di essere qui a scannarci per un pezzo di pane o per una figa, siamo tutti sulla stessa giostra assurda, con regole che portano a sofferenza quando disobbedite. E a felicità quando seguite.

Quando vendi armi o uccidi non fai nulla di immorale, e nulla contro il buddhismo. Semplicemente stai facendo qualcosa contro la continuazione della specie e allora provi senso di colpa.

La sofferenza ha cause molto naturali. E' il bastone che la natura usa quando ti metti contro i suoi piani.

Infatti se siete in cento in un'isoletta e c'è cibo per 40, allora potrai uccidere senza provare alcun senso di colpa.

Ne esiste anche una forma che deriva dal frame.

Se per esempio ti hanno sempre convinto che il sesso sia una cosa sbagliata che i maschi vogliono fare alle donne, come era convinta la gente in epoca Vittoriana e come è convinto oggi almeno il 50% della popolazione, allora vivrai un conflitto interno.

Da una parte senso di colpa mentale per aver fatto sesso, dall'altra felicità per aver seguito la tua natura.

Questo conflitto interno va spazzato via a calci nel culo, perché è culturale e innaturale.

Allo stesso modo, se ti hanno convinto che uccidere sia contro Dio, in quell'isoletta soffrirai come un cane dopo essere rimasti in 40 perché non saprai accettare la realtà. Vivi in una realtà mentale, in un frame disfunzionale e scollato dalla natura.

Questo significa che agendo secondo natura e senza frame castranti e limitanti sarai sempre e solo felice seminando gioia e felicità in chiunque?

No.

Ma infatti Siddhartha Gautama Sakyamuni, Buddha, ha inventato una forma di psicologia per eliminare la sofferenza mentale da frame sbagliati, non ha inventato un sistema per liberarsi dalla biologia.

Perché sarebbe come per un computer liberarsi dal silicio e dall'elettricità.

E soprattutto non ha inventato una religione, con buona pace di quanti credono che il buddhismo sia una religione. Ha inventato uno studio sulle sofferenze della mente derivate da frame disfunzionali. (non retti, come li chiamava lui, ma nella nostra cultura retto è malinteso, sembra retto secondo la via del signore, mentre per lui retto significava in linea con la tua realizzazione).

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life and light

"Senza pretendere che tutti facciano i monaci, occorre, secondo la tradizione buddhista, esercitare una professione che non porti a trasgredire i Cinque Precetti. Quindi, ad esempio, killer, spacciatori di droga e trafficanti darmi non possono raggiungere lo stato di buddhità. Non per il fatto che tali mestieri sono immorali. Il buddhismo non fa questioni di moralità. Ma perché il senso di colpa, sia pure inconscio, che può derivare dallesercizio di tali professioni è causa di sofferenza psichica ineliminabile anche con la pratica del buddhismo, in quanto continuamente rinnovato dallesercizio della professione. Infatti applicarsi a una professione che produce sofferenza agli altri dà luogo, alla lunga, a sofferenza anche in noi, proprio perché produce in noi un senso di colpa. Occorre quindi praticare una professione che non produca sofferenze né a noi né agli altri."

Secondo te, quanto da te appena affermato, è contro quanto riporta questo passo o no.. E se si, perché? Non trovi che continuare a pensare esclusivamente (o principalmente) alla propria felicità, sul lungo porti a stress inalienabili?

Ti vorrei dare anche la mia opinione.

La risposta che ti può essere data è duplice.

La prima è accetta.

Accettare quello che la natura è, come ha detto Aivia. Accettare che è una danza tra felicità e dolore, gioia e sofferenza. Ma accettare soprattutto che noi siamo essere limitati e ignoranti. Non sappiamo cosa sia la felicità, cosa la guidi, non sappiamo come saremo tra 10 anni, non sappiamo cosa vorremo tra 10, dove saremo e quali desideri avremo. Non sappiamo se quello che facciamo sia conseguenza di leggi sociali, oppure guidato da desideri futuri oppure da condizionamenti. Non sappiamo se quello che oggi o ieri abbiamo fatto con le più buone intenzioni, domani ci affonderà. Sappiamo solo quello che adesso vogliamo per oggi e speriamo per il domani, senza certezza. Domani magari potremmo cambiare in modo totale quello che vogliamo ed improvvisamente il più grande ostacolo potrebbe diventare quello che fino a ieri abbiamo fatto con gioia.

La seconda è questa.

Non si può evitare di fare del male agli altri, è inevitabile persino quando si fa di tutto per evitarlo. Ma, si può evitare di farlo con consapevolezza. Se nel momento in cui ti trovi nella condizione di scegliere tra un fatto che provoca dolore e uno no, tu scegli quello che provoca dolore e sai che provoca dolore, allora questa cosa ti segnerà. Perchè anche se tu ti giustifichi in qualunque modo di essere stato "obbligato" a fare quella scelta, la consapevolezza che potevi evitarla te la porterai dietro.

Modificato da life and light
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