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LTR fra Teoria e Pratica


^'V'^

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Nota per i critici della teoria:

Analizzando i metodi esistenti, si nota che essi sono strutturati in modo da non contraddirsi, da presentare una coerenza interna, una logica di fondo, temendo di cadere nella contraddizione che sarebbe subito oggetto di critica e di dubbio sulla sua validità.

In piedi sulla soglia del caos, ho però visto nel buio che la realtà è in continua contraddizione, contiene entrambi gli opposti nello stesso istante, l'azione che farà innamorare una donna di te ti farà lasciare da un'altra, offesa e schifata; L'azione che fatta da uno lo renderà attraente, fatta da un altro diverso lo renderà ridicolo.

Le persone sono diverse, ed uniche, lo sono i Player e lo sono le donne, le situazioni ed i contesti sono diversi, ed unici. Inoltre la stessa persona esprimerà opposti comportamenti e pensieri in contesti e situazioni diverse.

Il caos, insomma.

Non è possibile dare un ordine coerente a tutto ciò, non è possibile strutturare una strategia o un metodo da applicare a prescindere dal player e dalla donna, ed anche i bei sistemi di classificazione di Greene, di Vin di Carlo ecc sono interessanti ma danno solo una momentanea sicurezza, perché le donne cambiano di situazione in situazione ed etichettarle può essere fatale. Costringere la loro natura fluida e mutevole in rigide categorie fa perdere di vista sfumature essenziali, perché l'arcobaleno è un continuum di colore, non è sette colori spezzati.

Una buona teoria deve quindi fornire armi, non tattiche fisse ed applicabili a chiunque da parte di chiunque in ogni contesto. Sarebbe sciocco e presuntuoso.

Armi, attributi, qualità, strumenti, metodi apparentemente opposti ed incoerenti fra loro... e considerata la vastità delle esperienze possibili, l'imperfezione e la caoticità della realtà, questi metodi, armi, strumenti, saranno a volte apparentemente in contrasto fra loro, apparentemente figli dell'incoerenza di fondo che rispecchia la realtà caotica dei sistemi complessi.

Sarà perciò normale leggere in una pagina che "chi fa da se fa per tre" e due pagine dopo leggere che "l'unione fa la forza".

E sono entrambi frame funzionali, quello che cambia è il contesto in cui utilizzarli, se devo aggiustare un motore e sono un meccanico, è meglio se lo faccio da solo, se devo portare 100 sacchi di sabbia, più siamo e meglio è.

Quindi la teoria sarà incoerente e a volte sembrerò contraddirmi nel giro di poche pagine.

Non me ne vogliano i critici da tastiera e i bisognosi di sicurezze... spesso i miei passaggi saranno illogici e conterranno contraddizioni interne, questo perché la natura caotica della realtà delinea situazioni spesso molto differenti e che richiedono tattiche opposte.

Qualcuno doveva avere il coraggio di farlo... e so che mi tireranno molti pomodori per questo. :-)

La realtà non è in continua contraddizione. La contraddizione o la coerenza è negli occhi e nei costrutti di chi guarda, di chi, quella "realtà" la "costruisce" secondo i propri significati personali. Questo spiega perché lo stesso "evento" possa essere costruito in maniera diversa da persone diverse. Le persone non vivono nel caos. Anzi. Hanno una "loro" coerenza e dei meccanismi interni che preservano dalla cosiddetta "dissonanza cognitiva". Quello che può accadere è che io non riesca a comprendere l'altra persona. Ma è un mio problema. Posso trovare incomprensibili dei comportamenti delle altre persone ma quegli stessi comportamenti sono perfettamente coerenti nei termini di chi li mette in atto. Si chiama "sistema di costrutti". Attraverso queste "distinzioni" io do significato al mio mondo. Attraverso queste "distinzioni", cerco di comprendere la "realtà" dell'altro. Alla fin fine, il gioco è proprio questo: comprendere l'altra persona nei suoi termini. Vedere il mondo con i suoi occhi. Quando riesco a fare questo, ottengo comprensione e conoscenza dell'altro. In questo modo, e solo in questo modo, posso "anticiparlo" correttamente e giocare, come direbbe G.A. Kelly, un "ruolo" per quella persona. Se non riesco a fare questo, non costruisco. Strutturo. E fallisco. Genero solo incomprensione.

FMJ

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^'V'^

Fang and roses per fare il verso a un celebre film. Mi piace questa precisazione che fai.

Ho coniato la frase Fangs & Roses tempo fa, cambiando completamente il mio sito da "La Via del Lupo" a Fangs & Roses...ma non avevo idea che ci fosse un film che mi facesse il verso, ho fatto una veloce ricerca sul web ma non l'ho trovato... puoi aiutarmi?

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^'V'^
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La realtà non è in continua contraddizione. La contraddizione o la coerenza è negli occhi e nei costrutti di chi guarda, di chi, quella "realtà" la "costruisce" secondo i propri significati personali. Questo spiega perché lo stesso "evento" possa essere costruito in maniera diversa da persone diverse. Le persone non vivono nel caos. Anzi. Hanno una "loro" coerenza e dei meccanismi interni che preservano dalla cosiddetta "dissonanza cognitiva". Quello che può accadere è che io non riesca a comprendere l'altra persona. Ma è un mio problema. Posso trovare incomprensibili dei comportamenti delle altre persone ma quegli stessi comportamenti sono perfettamente coerenti nei termini di chi li mette in atto. Si chiama "sistema di costrutti". Attraverso queste "distinzioni" io do significato al mio mondo. Attraverso queste "distinzioni", cerco di comprendere la "realtà" dell'altro. Alla fin fine, il gioco è proprio questo: comprendere l'altra persona nei suoi termini. Vedere il mondo con i suoi occhi. Quando riesco a fare questo, ottengo comprensione e conoscenza dell'altro. In questo modo, e solo in questo modo, posso "anticiparlo" correttamente e giocare, come direbbe G.A. Kelly, un "ruolo" per quella persona. Se non riesco a fare questo, non costruisco. Strutturo. E fallisco. Genero solo incomprensione.

FMJ

Certo che la realtà non è in continua contraddizione agli occhi di chi la osserva secondo i suoi atteggiamenti e convinzioni, secondo i suoi costrutti. E proprio per questo ho dovuto chiarire che agli occhi di chi guarda: chi parla di realtà sembrerà contraddirsi di continuo.

Agli occhi di chi crede che esistano buoni e cattivi, anche il ladro che ti lascia un anello perché ti ricorda la tua mamma, è contraddittorio quanto il poliziotto che trova un portafogli coi soldi e riconsegna solo i documenti.

Ma queste non sono contraddizioni vere. Lo sembrano.

Chi parla di cazzate sta attento più che altro a non contraddirsi per ingraziarsi il pubblico. Dovrebbe invece contraddirsi spesso, per parlare di realtà. Sfuggendo così da quella distorsione cognitiva che è il pensiero dicotomico assolutista, e anche dalla polarizzazione, che altri chiamano generalizzazione.

Bella l'idea di comprendere l'altra persona... credo che tutta la scienza della mente che avremo accumulato fra 1000 anni, infilata nel più potente calcolatore che potremo costruire fra 1000 anni, non servirà a prevedere l'andamento del singolo individuo in un sistema complesso come è quello delle relazioni ed interazioni umane, dove ognuno ha i suoi costrutti e le proprie convinzioni inconsce che oltre ad essere a volte insondabili, sono anche non del tutto predittive dell'allineamento tra atteggiamenti e comportamenti posti in essere a seconda della circostanza, comportamenti che andranno ad allineare gli atteggiamenti secondo la teoria della dissonanza cognitiva solo dopo, essere stati agiti.

Forse tra 1000 anni avremo sonde così capillari e precise e calcolatori così potenti da poter davvero prevedere il meteo e far diventare la metereologia una vera scienza esatta.

Perché in quel caso ci sono solo un numero enorme di variabili, ma sono conoscibili e reali. E' un sistema complesso ma costituito da un caos ordinato.

Ci sarà sempre un margine di errore calcolabile entro un certo range confinato in uno spazio finito di reazioni ai valori iniziali, che chiamiamo teoria del caos, ma sarà comunque gestibile.

Ma un sistema complesso caotico come è quello delle relazioni umane ove i micro, meso e macrosistemi si influenzano in modo interattivo, prevede l'esistenza di n valori inconoscibili, come sono appunto i costrutti del singolo umano, che non sono reali e conoscibili, le sue interazioni coi costrutti altrui, e anche le sue azioni contrarie ai propri atteggiamenti e dettate dalla circostanza, dall'alcool, dall'influenza di altri o di un modello.

Si può usare un calcolatore enorme per capire se la gente voterà a destra o sinistra, per capire se in molti investiranno in tecnologia, ma non si può usare per capire cosa farà Sara ad un appuntamento di lavoro tra 2 anni.

Non sarà mai possibile, però è possibile passare dalla modalità di lettura a quella di scrittura, decidendo cosa farà Sara tra due anni, ed applicando una direzione alla volontà, un'intenzione forte oltre la soglia del caos. Ovviamente rimanendo nel campo delle possibilità.

Sara non volerà fuori dalla finestra con un paio di ali appena spuntate, tra due anni.

Ma potrà comportarsi come avremo deciso con molte più probabilità che se avessimo lasciato al caso.

Fermo restando che vi saranno influenze esterne inconoscibili ed incontrollabili che ci fanno sempre rimanere nel campo del probabile e non del definito.

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black mamba

Ho coniato la frase Fangs & Roses tempo fa, cambiando completamente il mio sito da "La Via del Lupo" a Fangs & Roses...ma non avevo idea che ci fosse un film che mi facesse il verso, ho fatto una veloce ricerca sul web ma non l'ho trovato... puoi aiutarmi?

In realtà il titolo del film e' bread and roses... Leggenda narra che fosse scritto sui cartelli delle scioperanti, ma questa e' un'altra storia...
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Non penso esista una realtà oggettiva universale.

Posso supporre una realtà personale (come dici tu) che incontrandosi temporaneamente con un'altra realtà personale, generi

una temporanea realtà di compromesso in cui una puo' piu' o meno prevalere (dinamicamente)

Quindi non capisco come possa generare una differenza col pensiero di V e modificarne le conseguenze.

No, non esiste una realtà oggettiva. Su questo punto, concordano persino i fisici. Il tuo è sempre un punto di vista, un punto di osservazione e la separazione tra soggetto ed oggetto, è una favola superata da molto tempo. Sul punto, siamo d'accordo.

"Le persone sono diverse, ed uniche, lo sono i Player e lo sono le donne, le situazioni ed i contesti sono diversi, ed unici. Inoltre la stessa persona esprimerà opposti comportamenti e pensieri in contesti e situazioni diverse. Il caos, insomma".

Su questo, invece, non sono affatto d'accordo. Non c'è il caos nelle persone. Non c'è incoerenza. Anzi, le persone tendono ad essere molto coerenti con i propri "significati". Si registra incoerenza e caos solo nel caso di disturbi di tipo psichiatrico. Ti dirò di più: la questione, non riguarda nemmeno i diversi contesti o le diverse situazioni, riguardando, invece, i "SIGNIFICATI" che la persona conferisce ai contesti e alle situazioni. Anche alla stessa situazione una persona può reagire diversamente rispetto a quanto fatto in passato, ma questo, non accade perché la persona sia incoerente, accede perché la persona, ora, attribuisce un SIGNIFICATO diverso a quella situazione e quindi, ovviamente, vi reagisce in modo diverso. Allora, ciò che AI NOSTRI OCCHI appare incoerente o caotico, dal PUNTO DI VISTA dell'attore, assume una coerenza ferrea. Il problema, è l'accesso al sistema di significati dell'ALTRO/A. E' lì che c'è la spiegazione dei suoi comportamenti: nel suo sistema di significati. Non abbiamo affatto a che fare con sistemi cognitivi caotici, anzi, abbiamo a che fare con sistemi che fanno della coerenza e della capacità di anticipare gli eventi, la loro unica possibilità di sopravvivenza. Quando ciò non avviene, abbiamo la malattia. Il problema è che spesso noi falliamo nel "costruire le costruzioni dell'altro". Non ci capiamo. Quando non ci capiamo, smettiamo di giocare un "ruolo" nei confronti dell'altro... ci perdiamo... non riusciamo più ad "anticipare gli eventi", e viviamo quel senso di smarrimento ch'è tipico delle persone abbandonate dal/dalla partner... quella sensazione di cadere dalle nuvole, di non aver capito nulla, di essere spiazziati da qualcosa di imprevisto, di non correttamente "anticipato". Tipico è il: "Ma io, CREDEVO che...", "Ma io, non me l'aspettavo..."... ecco, il TUO sistema di significati e le TUE anticipazioni, fanno CILECCA... e tu, ti trovi con il culo nell'acqua... me per l'altro/a non è così: dal SUO punto di vista, tutto ha una sua logicità e una sua coerenza per quanto astrusa possa essere. Infatti, tu coli a picco, lei, magari tromba felice. In perfetta coerenza con se stessa.

FMJ

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^'V'^

In realtà il titolo del film e' bread and roses... Leggenda narra che fosse scritto sui cartelli delle scioperanti, ma questa e' un'altra storia...

Tiro un sospiro di sollievo: dopo aver vissuto l'onta di scoprire che Tony Blauer aveva copiato i miei studi sulle reazioni automatiche spontanee del corpo umano davanti agli attacchi improvvisi 18 anni prima di me, avendo pure il cattivo gusto di farli nel mio anno di nascita,

Dopo aver visto Batman al cinema muoversi in combattimento col mio programma derivato dalla seconda reazione automatica, che avevo insegnato ad uno sparring partner istruttore di JKD che era andato poi in Spagna ad un seminario della Keisy Academy dove li aveva istruiti sul mio programma che gli piaceva un casino, perché funzionava davvero contro i pugili...grande incubo dei marzialisti fino ad allora...ed aver scoperto che la Keisy Academy che promuoveva i sistemi di Dan Inosanto con enfasi sula Kali, il Silat e la lotta, ha cambiato nome in Keisy Fighting Method e cancellando tutta la sua provenienza dalla scuola di Dan Inosanto ora rivendica di essersi inventata un sistema di combattimento ex novo imparando sulla strada, e con i suoi contatti ad Hollywood è arrivata ad insegnare il programma della mia seconda reazione automatica a Batman per il film... ( dopo averlo sviluppato per anni con dedizione e capacità, lo riconosco).

Ci mancava pure uno stronzo che mi copiasse Fangs & Roses prima che lo coniassi io.

Uff! Mi hai fatto prendere un colpo.

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^'V'^
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"Le persone sono diverse, ed uniche, lo sono i Player e lo sono le donne, le situazioni ed i contesti sono diversi, ed unici. Inoltre la stessa persona esprimerà opposti comportamenti e pensieri in contesti e situazioni diverse. Il caos, insomma".

Su questo, invece, non sono affatto d'accordo.

Va bene.

Possiamo stare qui a dire che gli uomini preferiscono le bionde e che le donne amano i gioielli.

Possiamo stare a dire che agli uomini piacciono le curve e che alle donne piacciono le auto di lusso.

E staremmo dicendo il vero.

Ma poi salterebbe fuori Roberto che dice che gli piacciono le ciccione, e che odia le bionde. Salterebbe fuori Ilaria che dice che odia i ricchi e che vuole un punkabbestia come fidanzato.

E starebbero dicendo il vero.

Esistono linee guida che accomunano la massa e che definiscono una tendenza nella popolazione, e questo è reale, come dire che le donne hanno le ovaie e che queste ovaie determinano alcune tendenze comportamentali.

Quindi possiamo dire che tutti i player e le prede sono uguali, nella stessa frase in cui diciamo che le persone sono diverse e uniche, lo sono i player, lo sono i target, lo sono le situazioni ed i contesti che elicitano comportamenti più o meno allineati agli atteggiamenti.

Non c'è vera contraddizione.

Dire che le donne sono tutte puttane è vero quanto dire che le donne sono tutte selettive. Non c'è contraddizione reale.

L'unica vera contraddizione è il voler schematizzare queste differenze, creando categorizzazioni. Come dire: le persone sono diverse, ma rientrano tutte in queste dieci categorie.

E' utile e comodo, sembra logico...ma tiene in troppa considerazione l'identità individuale come fonte dei comportamenti, mentre fin troppi studi in Psicologia Sociale ci mostrano che l'identità - quella che può essere categorizzata - non ha l'influenza che si crede nel senso comune sul comportamento finale, che è molto influenzato dagli eventi e dalle circostanze, più di quanto il nostro cervello voglia farci vedere.

E' un bias cognitivo, quello di attribuire molta identità alle nostre scelte comportamentali, ci ripara dalla depressiva consapevolezza che gli eventi e le circostanze abbiano parte del controllo. Ci fa sentire dalla parte dei bottoni.

Per una distorsione cognitiva tendiamo ad attribuire i nostri successi all'azione nell'ambiente della nostra identità vincente, e i nostri insuccessi all'azione degli eventi nefasti su di noi.

E per contro, si tende ad attribuire il successo dell'avversario a fortuna, ad eventi favorevoli, e il suo insuccesso ad un fallimento personale, identitario, delle sue convinzioni o del suo modello della realtà.

E' comodo.

Fa meno male.

Ma è un'illusione.

Certo che la realtà non è in continua contraddizione agli occhi di chi la osserva secondo i suoi atteggiamenti e convinzioni, secondo i suoi costrutti. E proprio per questo ho dovuto chiarire che agli occhi di chi guarda: chi parla di realtà sembrerà contraddirsi di continuo.

Prima tagliando un pezzo di frase non mi sono accorto che ha perso significato, non posso più modificare. Ecco la frase giusta.

Certo che la realtà non è in continua contraddizione. Lo è soltanto agli occhi di chi la osserva secondo i suoi atteggiamenti e convinzioni, secondo i suoi costrutti. E proprio per questo ho dovuto chiarire che, agli occhi di chi guarda, chi parla di realtà sembrerà contraddirsi di continuo. Perché la realtà appare in continua contraddizione se osservata attraverso gli schemi rigidi nella quale la si vuole far rientrare.

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Certo che la realtà non è in continua contraddizione agli occhi di chi la osserva secondo i suoi atteggiamenti e convinzioni, secondo i suoi costrutti. E proprio per questo ho dovuto chiarire che agli occhi di chi guarda: chi parla di realtà sembrerà contraddirsi di continuo.

Agli occhi di chi crede che esistano buoni e cattivi, anche il ladro che ti lascia un anello perché ti ricorda la tua mamma, è contraddittorio quanto il poliziotto che trova un portafogli coi soldi e riconsegna solo i documenti.

Ma queste non sono contraddizioni vere. Lo sembrano.

Chi parla di cazzate sta attento più che altro a non contraddirsi per ingraziarsi il pubblico. Dovrebbe invece contraddirsi spesso, per parlare di realtà. Sfuggendo così da quella distorsione cognitiva che è il pensiero dicotomico assolutista, e anche dalla polarizzazione, che altri chiamano generalizzazione.

Bella l'idea di comprendere l'altra persona... credo che tutta la scienza della mente che avremo accumulato fra 1000 anni, infilata nel più potente calcolatore che potremo costruire fra 1000 anni, non servirà a prevedere l'andamento del singolo individuo in un sistema complesso come è quello delle relazioni ed interazioni umane, dove ognuno ha i suoi costrutti e le proprie convinzioni inconsce che oltre ad essere a volte insondabili, sono anche non del tutto predittive dell'allineamento tra atteggiamenti e comportamenti posti in essere a seconda della circostanza, comportamenti che andranno ad allineare gli atteggiamenti secondo la teoria della dissonanza cognitiva solo dopo, essere stati agiti.

Forse tra 1000 anni avremo sonde così capillari e precise e calcolatori così potenti da poter davvero prevedere il meteo e far diventare la metereologia una vera scienza esatta.

Perché in quel caso ci sono solo un numero enorme di variabili, ma sono conoscibili e reali. E' un sistema complesso ma costituito da un caos ordinato.

Ci sarà sempre un margine di errore calcolabile entro un certo range confinato in uno spazio finito di reazioni ai valori iniziali, che chiamiamo teoria del caos, ma sarà comunque gestibile.

Ma un sistema complesso caotico come è quello delle relazioni umane ove i micro, meso e macrosistemi si influenzano in modo interattivo, prevede l'esistenza di n valori inconoscibili, come sono appunto i costrutti del singolo umano, che non sono reali e conoscibili, le sue interazioni coi costrutti altrui, e anche le sue azioni contrarie ai propri atteggiamenti e dettate dalla circostanza, dall'alcool, dall'influenza di altri o di un modello.

Si può usare un calcolatore enorme per capire se la gente voterà a destra o sinistra, per capire se in molti investiranno in tecnologia, ma non si può usare per capire cosa farà Sara ad un appuntamento di lavoro tra 2 anni.

Non sarà mai possibile, però è possibile passare dalla modalità di lettura a quella di scrittura, decidendo cosa farà Sara tra due anni, ed applicando una direzione alla volontà, un'intenzione forte oltre la soglia del caos. Ovviamente rimanendo nel campo delle possibilità.

Sara non volerà fuori dalla finestra con un paio di ali appena spuntate, tra due anni.

Ma potrà comportarsi come avremo deciso con molte più probabilità che se avessimo lasciato al caso.

Fermo restando che vi saranno influenze esterne inconoscibili ed incontrollabili che ci fanno sempre rimanere nel campo del probabile e non del definito.

Ma "comprendere" il mondo psicologico di una persona, non significa ridurlo alla prevedibilità nei termini della "prevedibilità scientifica" e quindi alla determinazione. Suvvia. Non stiamo parlando di biglie e di piani inclinati. "Comprendere" il mondo psicologico di una persona è un "conferimento di senso". Proprio per questo si parla di approccio nomotetico e di approccio idiografico (retrodizione). Sono mondi completamente diversi. Un sistema biologico tu lo puoi "perturbare" ma non di certo "determinare" (vedi Maturana e Varela, Bateson, Chiari e tantissimi altri), così come, lo stesso sistema, risponderà in base alla sua struttura e alla sua organizzazione interna e quindi, in base alla SUA coerenza e non in base alla TUA. Ed è per questo che le teorie generali, frutto di un approccio nomotetico, con i sistemi biologici, tendono a funzionare male. E' l'approccio idiografico che ha prodotto, nella storia, i migliori risultati. Ed è proprio in ragione della sola possibilità di "perturbare" un sistema biologico che tu, non potrai MAI determinarlo. Non c'è computer che tenga. Non c'è calcolo che possa qualcosa... ma il SENSO, sì... quello lo puoi cogliere, lo puoi comprendere, lo puoi afferrare. Ed è attraverso il significato che la persona attribuisce alle cose che fa, che puoi comprenderne il mondo e le costruzioni. Già Jung operava la distinzione tra Pleroma e Creatura: solo al secondo, al biologico, appartiene il mondo del significato, della costruzione e della storia. Al primo, competono le biglie e i piani inclinati.

FMJ

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skyluke
Alla natura non gliene frega nulla se hai investito 10 anni su quell'utero e mille cene a lume di candela, se avrebbe un figlio più sano con l'idraulico, è con lui che farà sesso senza drammi e complicazioni.

Intanto ti faccio i complimenti per il tuo splendido intervento. Hai spiegato in modo molto chiaro certe cose che io in parte avevo intuito ma a cui non riuscivo ancora a dare una ''forma''.

A parte questo.... potresti approfondire (bastano 2-3 righe) la frase che ho quotato?

Più nello specifico..... può voler dire che se io sono in un gruppo sociale composto da n hb alcune delle quali impegnate, altre no e so che sono il miglior maschio disponibile (sempre nei limiti delle frequentazioni di ciascuno) inevitabilmente alla lunga mi scoperò tutte quante perchè la loro donna primitiva le dirà che solo con me faranno i figli sani?

Perchè secondo la mia esperienza ho visto che al limite provano tutte a sedurti, ma i filtri che hanno in testa le portano nella maggior parte dei casi a tentare di controllare se stesse e quindi non si verifica la copula come la biologia vuole.... cosa ne pensi? :)

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