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Mia madre si comporta sempre come una troia con me


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gelsomino

Se posso citare un libro senza essere bannato suggerisco "Il dramma del bambino dotato e la ricerca del vero se" della dottoressa Alice Miller.

:shok:

Naaaaaaaaaaaa non credo che ti bannino per aver consigliato un libro di un'autrice superdottoressa che si occupa di problemi legati all'infanzia,che parecchi psicoterapeuti consigliano a chi ha vissuto queste situazioni.

Niente male per chi non e' "dottore" :acute:

ps.. consiglio anche io un film, che parla di una madre pazza e di quello che potrebbe succedere

pps.. scrivi sempre meglio :p

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gelsomino

Chiesi a una autorevole psicologa cosa ne pensasse di questa frase e mi rispose con una domanda: "Tu pensi che esistano le famiglie felici?"

:shok:

Sembra uno shit test,di queste dottoresse,e anche se son le tre meno un quarto,io avrei risposto cosi' ai suooi tentativi di "normalizzare" una situazione di merda...

" e in tutta quest'infinita' di famiglie infelici,quante sono quelle in cui la madre ,va dal figlio di sette anni mentre gioca con i suoi compagni e lo chiama "mostro" ?"

ps.. e per portarla all'inferno,punzecchiando il suo senso di colpa, con me avrei aggiunto, con un tono ironico...

"ma gia',non ci avevo pensato, magari a LEI,sua madre quando veniva a svegliarla la chiamava "tesoro",mi scusi, ma quando ripenso a queste cose , la rabbia la fa d apadrone e sragiono" 8-)

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Connor

:shok:

Naaaaaaaaaaaa non credo che ti bannino per aver consigliato un libro di un'autrice superdottoressa che si occupa di problemi legati all'infanzia,che parecchi psicoterapeuti consigliano a chi ha vissuto queste situazioni.

Niente male per chi non e' "dottore" :acute:

ps.. consiglio anche io un film, che parla di una madre pazza e di quello che potrebbe succedere

pps.. scrivi sempre meglio :p

Grazie, "bravo ragazzo" .

Straquoto il film, consigliatissimo a chiunque abbia preso parte a questa conversazione, anche "per caso"

O.T.: Gelsomino ma perchè hai sempre una citazione musicale o cinematografica per ogni post? Se c'è una spiegazione mi piacerebbe saperlo (anche in pvt), perchè anch'io lo faccio sempre nel parlare, è una mia caratteristica molto nota a tutti quelli che mi conoscono... ci sono diverse spiegazioni ma nessuna mi convince. Fine O.T.

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gelsomino

O.T.: Gelsomino ma perchè hai sempre una citazione musicale o cinematografica per ogni post?

Altrimenti come avrei fatto a sopravvivere?! :p

notte vado a dormire

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...

Ma pare che l'unica soluzione sia allontanarsi. Senza odio, senza risentimento.

Per citare uno psicologo che conosco "Per salvarti la vita devi scappare. La permanenza in situazioni del genere si paga. Con la nevrosi, con l'alcolismo o in mille altri modi, ma si paga".

...

La storia della mia vita...

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Excelsior

tu ,invece,che terrmine useresti?

stronza, al massimo. le mamme non sono mai troie.....................

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gelsomino

stronza, al massimo. le mamme non sono mai troie.....................

Il dolore che ha provato ripensando ai suoi patimenti quando ha scritto il post gli ha fatto scrivere la parola che il suo cervello associa al termine piu' offensivo si possa usare per una donna, pensa ad esempio quando i bambini si sberciano la pelle ed hanno bisogno di punti di sutura,se chiedi a qualchhe infermiere del pronto soccorso,ti dira' che li chiamano "cattivi",si, usano la parola cattivo nei confronti dell'infermiere che li ricuce , perche' conoscono solo quella,non penso lo intendesse davvero,penso che l'utente che ha dato vita al post ami la sua mamma e questa cosa non gli fara' sconti di nessun tipo,la paghera' molto cara.

Modificato da gelsomino
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Connor

Chiesi a una autorevole psicologa cosa ne pensasse di questa frase e mi rispose con una domanda: "Tu pensi che esistano le famiglie felici?"

:shok:

Sembra uno shit test,di queste dottoresse,e anche se son le tre meno un quarto,io avrei risposto cosi' ai suooi tentativi di "normalizzare" una situazione di merda...

" e in tutta quest'infinita' di famiglie infelici,quante sono quelle in cui la madre ,va dal figlio di sette anni mentre gioca con i suoi compagni e lo chiama "mostro" ?"

ps.. e per portarla all'inferno,punzecchiando il suo senso di colpa, con me avrei aggiunto, con un tono ironico...

"ma gia',non ci avevo pensato, magari a LEI,sua madre quando veniva a svegliarla la chiamava "tesoro",mi scusi, ma quando ripenso a queste cose , la rabbia la fa d apadrone e sragiono" 8-)

Gelsomino,

provo un profondo rispetto per chi ha vissuto situazioni come quella che racconti (o assimilabile a quella) ed è riuscito a uscirne mantenendo una sorta di equilibrio mentale e di vita.

Ciononostante sono abbastanza sicuro che non fosse uno shit-test ma la naturale conseguenza di un discorso che avevamo affrontato in precedenza e che

trattava la condizione di supposta "normalità" (posto che esista) e non la patologia, a cui la storia che hai riferito sembra fare cenno.

proverò a riassumere:

Presupposto del discorso è che:

- ogni bambino ha bisogni (psicologici) infiniti

- nessun genitore è perfetto e tantomeno capace di far fronte a bisogni infiniti

dunque

L’amore dei propri genitori è sostentamento, protezione, vicinanza fisica e comprensione.

Soddisfatta quella fame, un bambino è felice.

Sereno. Non ha bisogno di null’altro.

Il problema è che quell'amore (sostentamento, protezione, vicinanza fisica e comprensione) dovrebbe essere costante e totale!

I genitori guardano il loro bambino e vedono il bambino più bello del mondo.

Riflettendosi nel loro sguardo e nei loro sentimenti per lui, creerà la propria identità. Gli addetti ai lavori lo chiamano il “Sé”.

Vivono anche momenti di ambivalenza, i genitori; di stanchezza o di nervosismo, ma normalmente non li mostrano alla loro creatura.

Il bambino riceve un amore puro e incondizionato che nutre la sua autostima e il suo senso di sicurezza sin dalla più tenera età, dandogli conferma del suo valore e della sua unicità.

Purtroppo non a tutti è dato di vivere nell’infanzia questo momento serenamente e con quelle caratteristiche di assolutezza e gratuità.

Può capitare che problemi familiari, di salute o di lavoro portino a tensioni che l’infante a suo modo percepisce e vive come un turbamento di quel clima idilliaco a cui aspira naturalmente. E di conseguenza, non potendo di ciò incolpare il proprio “oggetto d’amore”, cioè il genitore, finisce per prendere su di sé questa responsabilità.

Cercherà cioè di comportarsi bene, di soddisfare al meglio istanze e aspettative che i genitori hanno verso di lui, allo scopo di “meritarsi” l’amore e l’attenzione dei genitori, e di ristabilire la quiete familiare o quantomeno di non turbarla ulteriormente.

Si formano così i bambini buoni, bravissimi studenti e orgoglio della famiglia. Bambini seri, responsabili, già adulti in tenera età.

Che si portano dentro una insaziabile fame d’amore.

Un desiderio inconscio e mai sazio e sopito, di essere amati, apprezzati e valorizzati.

Bambini, adolescenti e poi adulti, che faranno di tutto per eccellere e primeggiare, allo scopo di piacere ed essere amati.

Ma la contraddizione a cui saranno condannati, sarà che proprio l’essere amati per ciò che fanno e ottengono non li soddisferà mai, non corrispondendo a quel desiderio di amore “incondizionato” e “puro”, che tanto sarebbe stato necessario nei primi anni di vita, e che solo una figura genitoriale può dare.

Ora, il problema a cui si accennava, è che i casi di "mancanze" genitoriali sono estrememente frequenti e che, per quanto poco gravi se paragonati ai casi di patologie più o meno conclamate, creano comunque piccoli traumi, ricordi indelebili che marchiano a lungo se non per sempre la memoria dei piccoli protagonisti di questi psicodrammi.

Consentitemi di dilungarmi ancora su un piccolo esempio personale: Ho personalmente visto una persona adulta, non affetta da patologie, scoppiare a piangere mentre riferiva di aver assistito nell' infanzia ad un litigio tra i genitori, in conseguenza del quale i due adulti non si erano parlati per alcuni giorni.

Converrete con me che può sembrare, ed è oggettivamente, una sciocchezza se paragonata a tante situazioni vissute quotidianamente in famiglie disfunzionali.

Ma il problema non è cosa sia effettivamente avvenuto ma ciò che rappresentò psicologicamente, all' epoca dei fatti, per una piccola creatura che fino a quel momento aveva vissuto al riparo da ogni dispiacere!

Alla luce di quanto esposto, si può facilmente evincere che nessun bimbo è virtualmente esente da piccoli traumi .

La differenza, e quindi la necessità di allontanarsi da un ambiente familiare/domestico malsano, la fa sicuramente l'influenza che gli episodi traumatici possono avere sul normale svolgimento della vita quotidiana e la ripetitività di tali eventi.

La mia erudizione accademica mi porta a concludere: quando il livello di rottura di balle arriva a livelli di guardia, è il momento di andare via.

Buona domenica sera a tutti

Dr. Connor / Mr. Hyde

Modificato da Connor
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"Non esistono famiglie felici..."

Probabile...

Certo immagino ci sia differenza tra ricevere meno attenzioni, riceverne di più, e non riceverne mai per una vita...

La scorsa settimana sono stato da una terapeuta per la prima volta nella mia vita, mi ha chiesto come è possibile che io sia (o sembri...) così equilibrato psicologicamente...

So solo che qunado è finita la sessione tremavo come una foglia e mi veniva da vomitare...

Comunque Connor i tuoi post sono eccezionali...

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gelsomino

Gelsomino,

provo un profondo rispetto per chi ha vissuto situazioni come quella che racconti (o assimilabile a quella) ed è riuscito a uscirne mantenendo una sorta di equilibrio mentale e di vita.

So solo che qunado è finita la sessione tremavo come una foglia e mi veniva da vomitare...

Vuol dire che sta funzionando..

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