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studiare in italia conviene ancora?


dariomibtel

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comeback

Alcune considerazioni.

Il numero di laureati in Italia è inferiore rispetto ai maggiori paesi europei, quindi questa laurea data a tutti è una pura invenzione popolare. Una laurea in ingegneria o in medicina o anche altri corsi che necessitano 1) frequenza 2) costanza/determinazione 3) capacità, non la consegui giocando a tressette.

Altri corsi, senza voler screditarli chi li segue (magari anche con una certa passione) presentano gradi di difficoltà e un carico di studio nettamente minori.

Poi.

La triennale dovrebbe fornire una impostazione generale, una sorta di mini laurea che ti da un quadro generale sulla disciplina/area scelta. La magistrale e un phd danno una formazione più specifica, ma si rinnova (in tutto il mondo) che in genere un corso di studi da conoscenza ma non competenza, quella viene in seguito al lavoro e al rapporto giornaliero con la professione. Questo vale per tutto, ma la differenza tra uno che ha fatto l'università e uno che non l'ha fatta, si vede, specie se hai studiato in certe facoltà e in certi ambienti. Dire che questo non sia vero, è come dire che io sono un aiuto-cuoco solo perchè qualche volta sono andato a mangiare in un buon ristorante.

Ancora.

In alcuni atenei la differenza tra triennale e magistrale evidentemente non è ancora nota a livello di gestione del corso stesso, solitamente gli Atenei che non stanno al top delle classifiche (accetto che in alcuni casi i ranking siano eccessivamente discriminanti) sono parecchio rognosi. Prendere un esame in certi Atenei (minori) con un buon voto è davvero dura, altri Atenei (i migliori) pur di conservare ranking, prestigio ect., tendono a far passare gli esami agli studenti che abbiano almeno per un minimo inquadrato lo spirito di un determinato corso. Fanno bene? Più si che no, specie per una triennale.

All'estero non credete che gli studenti li tartassino di domande su argomenti minuziosi, anzi spesso prevale come già detto il progetto di gruppo rispetto all'esame vero e proprio.

Gli studenti italiani sono capaci? In genere direi di si.

L'Università italiana è buona? Direi in genere di si.

Ho trovato più erasmus che hanno trovato insidie in Italia che all'estero.

Non credo che, e ripeto lo dico con cognizione, alcuni amici (stranieri) che millantano a mezzo social di fare 5 esami (all'estero) tra Maggio-Giugno, siano supergeni. Hai studiato un minimo? Ok lo passi, non ti incarti con l'assistente canaglia come avviene in certe università (minori).

Modificato da comeback
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Akira93

La mia prof di Laboratorio di Progettazione Architettonica 3 nella presentazione del corso ha detto:''stanno rendendo l'università come un continuo della scuola dell'obbligo''.

E ha ragione porca miseria perchè vedo alcuni dei miei colleghi che sono i famosi parcheggiati, che stanno li e continuano nonostante a loro non piaccia la materia di studio.

Beati loro che hanno tempo e soldi da perdere.

Nella mia facoltà il primo giorno di lezione il prof di disegno ha esordito cosi:''Qui vi diamo problemi voi ci dovete dare soluzioni''.

Le capacità quindi logico-risolutive sono la chiave per poter andare avanti, questo la mia facoltà me l'ha fatto capire bene.

In tre anni Architettura mi ha messo (lo sta facendo anche adesso) a dura prova nello spirito e nella sanità mentale. Prof che ti cambiano il progetto a 2 settimane dall'esame, nottate per finire le consegne come si deve, lavori di gruppo (recentemente sono capitato con persone che veramente non sanno fare nulla e quindi il lavoro si raddoppia), imparare skills che in università non insegnano/danno per scontate che tu ce l'abbia o che impari parallelamente al corso, ecc...

Tutto ciò unito a corsi teorici slegati dalla realtà o fatti con i piedi, perchè mi so dovuto andare a studiare le cose da solo, prof che pensano esistano solo loro e che mi hanno detto in faccia ''ma fai bene solo questo esame e poi gli altri a settembre''.

Io sono uno di quelli che è economicamente svantaggiato, quando in realtà ci sono persone che finiscono prima la mia facoltà perchè pagano qualcuno per fare parte del lavoro al posto loro (altre volte sono i propri fidanzatini/parenti).

Inutile dire che la democrazia non esiste, che l'università non apre le porte del lavoro, ma ti apre la mente come non mai!!! Se io non studiavo all'università gran parte dei possibili campi di applicazione di ciò che so fare manco l'avrei immaginati! Ho a disposizione una biblioteca immensa dove ogni tanto prendo qualcosa che posso studiare e approfondire per conto mio, se successivamente reinvestirò nella mia formazione so in quale ambito mi conviene mettere soldi.

Sono consapevole che uscito dall'università, devo assolutamente fare esperienze in qualche studio/ambito lavorativo per poter essere competitivo e avere le abilità per fare un buon lavoro.

In più sottolineo come quasi tutti arriviamo all'università impreparati dal punto di vista anche dello studio più semplice, abbiamo poca memoria, un metodo di studio lento e non buono, capacità logico/analitiche abbastanza scarse.

In più noto come l'università (almeno da me) pullula di persone che hanno capacità sociali scarsissime, nonchè grandi problemi di autostima, alcuni sembrano che vivono in un mondo tutto loro grazie ai soldi di pappino, gente che se cresceva in provincia come ho fatto io o alcuni qui del forum avrebbe preso tanti schiaffi e derisa sicuramente.

Ci sta qualche individuo intelligente e da cui imparo molto ma fa parte di una minoranza.

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Paolo1986

Comunque secondo me generalmente in italia c'è troppa teoria e gli esami sono troppo teorici/nozionistici/pesanti. Più studenti erasmus mi hanno detto che all'estero è diverso e c'è un sistema più snello e pratico, altrimenti non è possibile che in italia in media ci si laurea con più fatica e più tardi. Non credo che tutti siamo crape, ma il modello "nozionistico" dove dobbiamo imparare dispense,dispense e libri evidententemente non è praticissimo e putroppo i risultati si vedono. Io premetto che sono partito molto male con l'uni ma sono migliorato molto con costanza, studio e volontà ed ora che sto finendo la specialistica in lingue (mi mancano le due letterature inglesi che sono veramente pesanti) mi rendo conto della pesantezza delle nostre uni.

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^X^

Il luogo comune della "tutta teoria e niente pratica" lo sento da 30 anni, e mi viene da pensare che chi lo ripete non abbia capito granché di cosa dovrebbe essere l'università.

Le abilità pratiche sono infatti facilmente apprendibili da soli e con poco sforzo, e diventano obsolete in poco tempo.

Le abilità teoriche invece durano una vita e rendono molto più facile l'apprendimento continuo.

Restando nel campo che conosco meglio, l'informatica, il fatto di aver studiato teoria algebrica delle basi di dati invece che come scrivere una macro in Access mi ha permesso di restare vent'anni sulla cresta dell'onda.

Oppure aver studiato algoritmi in pseudolinguaggi piuttosto che la sintassi del turbo Pascal...

Anche allora c'erano miei amici che dicevano che quella roba teorica non serviva e niente: non hanno sicuramente fatto la mia carriera.

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olly27

Il luogo comune della "tutta teoria e niente pratica" lo sento da 30 anni, e mi viene da pensare che chi lo ripete non abbia capito granché di cosa dovrebbe essere l'università.

Le abilità pratiche sono infatti facilmente apprendibili da soli e con poco sforzo, e diventano obsolete in poco tempo.

Le abilità teoriche invece durano una vita e rendono molto più facile l'apprendimento continuo.

Restando nel campo che conosco meglio, l'informatica, il fatto di aver studiato teoria algebrica delle basi di dati invece che come scrivere una macro in Access mi ha permesso di restare vent'anni sulla cresta dell'onda.

Oppure aver studiato algoritmi in pseudolinguaggi piuttosto che la sintassi del turbo Pascal...

Anche allora c'erano miei amici che dicevano che quella roba teorica non serviva e niente: non hanno sicuramente fatto la mia carriera.

questo è vero fino ad un certo punto. diciamo che dipende molto da facoltà a facoltà.

ma, alla base di tutto, occorre una mente allenata, elastica. e, si, dipende da "come" studi.

una stupidaggine: ah, hai studiato giurisprudenza? va bhè, tutto a memoria!

NO NO NO. potremmo stare ore a parlarne. non è così. poi ovvio che a lavoro non sai fare una cippa se hai studiato a memoria norme ma non sai fare i conti con la realtà fattuale.

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Chamark

ma, alla base di tutto, occorre una mente allenata, elastica. e, si, dipende da "come" studi.

E quindi te come hai fatto?

Scherzi a parte io condivido quasi interamente il discorso di ^X^. Ho conosciuto molti italiani che lavorano in aziende tedesche e si lamentano degli ingegneri tedeschi. Praticamente all'università studiano i prodotti della Bosch o motori Mercedes, quindi appena usciti possono praticamente lavorare immediatamente dato che sanno perfettamente su cosa devono lavorare. Però se chiedi loro qualcosa di generale come il teorema di Carnot hanno grossi problemi, per cui quando bisogna sviluppare qualcosa di nuovo entrano in crisi. Senza contare che come ^X^ ho trovato grossa soddisfazione nello studio di linguaggi di basso livello nonostante mi abbiano sempre detto che non servivano a nulla.

Poi dipende anche che si intende per teoria. A me la teoria è sempre piaciuta, però se vai all'esame e ti chiedono una ripetizione a memoria di passaggi interminabili di equazioni scritte sul libro e il voto dipende da quanto sei veloce e non sbagli neanche un segno, allora mi fa schifo, preferisco risolvere problemi concreti.

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comeback

Paolo,

non capisco una facoltà di lingue come la tua che ti dovrebbe insegnare di pratica. Presumo fai lingue e quindi studi almeno due lingue, presumo studi anche qualcosa di letteratura, storia e via dicendo. Tra l'altro in un altro post, scrivi che uno dei due esami che stai preparando consta di 70 pagine, dico 70. Meno di questo che vuoi?

Io l'unica cosa, e ripeto su questo la maggior parte dei migliori atenei lo hanno fatto (e qualche prof lungimirante) è aver sostituito esami esclusivamente mnemonici con progetti di gruppo/individuali e integrazione con un carico didattico leggermente ridotto.

L'Università deve in ogni caso dare una formazione di base, un modo di pensare, su cui poi poter costruire.

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The President

Il luogo comune della "tutta teoria e niente pratica" lo sento da 30 anni, e mi viene da pensare che chi lo ripete non abbia capito granché di cosa dovrebbe essere l'università.

Le abilità pratiche sono infatti facilmente apprendibili da soli e con poco sforzo, e diventano obsolete in poco tempo.

Le abilità teoriche invece durano una vita e rendono molto più facile l'apprendimento continuo.

Restando nel campo che conosco meglio, l'informatica, il fatto di aver studiato teoria algebrica delle basi di dati invece che come scrivere una macro in Access mi ha permesso di restare vent'anni sulla cresta dell'onda.

Oppure aver studiato algoritmi in pseudolinguaggi piuttosto che la sintassi del turbo Pascal...

Anche allora c'erano miei amici che dicevano che quella roba teorica non serviva e niente: non hanno sicuramente fatto la mia carriera.

Ottimo post ^X^. Seppur non abbia sopportato lo studio ampiamente nozionistico, devo dire che superata una prima fase di apprendimento fantozziano, l'ing. italiano mediamente risulta più in gamba delle controparti estere.

Certo c'è da dire che purtroppo se si fanno facoltà serie come nei politecnici, ci sarà sempre il contrappasso cioè la difficoltà di avere una vita extra universitaria di livello, per mancanza di tempo, cosa che all'estero è prassi ed in Italia per molti pressochè inesistente (a patto di finire il regola e studiare seriamente).

Modificato da The President
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^X^

Ottimo post ^X^. Seppur non abbia sopportato lo studio ampiamente nozionistico, devo dire che superata una prima fase di apprendimento fantozziano, l'ing. italiano mediamente risulta più in gamba delle controparti estere.

Certo c'è da dire che purtroppo se si fanno facoltà serie come nei politecnici, ci sarà sempre il contrappasso cioè la difficoltà di avere una vita extra universitaria di livello, per mancanza di tempo, cosa che all'estero è prassi ed in Italia per molti pressochè inesistente (a patto di finire il regola e studiare seriamente).

Beh, se ci pensi io ho difeso l'approccio teorico su quello pratico, non certo il nozionismo.

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rid1202

Che l'universita' italiana sia in qualche modo superiore viene millantato da sempre.

Ma chissa' come questi ingegneri tedeschi privi di basi teoriche mantengono il loro paese al top della tecnica da un secolo.

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