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SCOCCATA L'ORA X : basta, mollo l'universita' e lavoro


mirk90

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preferirei farmi stritolare da un treno che tornare in italia.

Tecnicamente tutto e' possibile, ma c'e' anche un CAPITALE PSICOLOGICO da considerare, oltre a quello economico... se torno a milano tornerei a fare la fame e risprofonderei in depressione per tutte le cose che felicemente ho lasciato li'. Starei solo come un cane, almeno dove sto ora ho sempre compagnia e mi distraggo.

Il motivo per cui sono stato cosi' lento con gli studi (idem al liceo..) non e' dovuto al fatto che il tempo per studiare e' insufficiente (non e' cosi'), ma a tutto il contorno della mia vita che non era mai funzionato.

Maledetto il giorno che scelsi di andarci a milano, potessi tornare indietro non comincerei neppure l'universita', me ne andrei subito all'estero per migliorare l'inglese e ovviamente lavorando da subito; oggi avrei da parte un sacco di soldi se lo avessi fatto......

(e poi comunque a novembre non c'e' una sessione di esami, quindi che stai a di' ? )

Visto che ti piace la vita nel paese dove sei, perchè non cominciare a pensare ad una vita, un lavoro, un'attività imprenditoriale, in quel paese?

Modificato da Arkad
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comeback

Rispondo nuovamente a Mirko, e faccio un discorso risvolto più in generale. Mi ero appuntato delle cose sul blocco note.

Una laurea triennale non è determinante, ergo non influenza in modo cosi' pesante la carriera lavorativa. Direi non la influenza per niente. Chiaro che ci sono percorsi di laurea più brevi che altri, mi riferisco alle triennali nelle professioni sanitarie ad esempio, ma mettiamo da parte questi casi.

Tuttavia per ragioni di buon senso, meglio avere una laurea che non averne una. In altre parole meglio una triennale che solo un diploma, meglio una magistrale che sono una triennale e via dicendo.

In generale una laurea (direi magistrale) equivale alla biglietteria di una discoteca, una sorta di ticket per entrare in un grande mondo : quello lavorativo, che si caratterizza perchè è imperfetto, dinamico, talvolta molto immeritocratico e cose di questo tipo. Ergo, non ti stupire se il tuo collega di corso o la tua collega che faticavano a capire la differenza fra il giorno e la notte, oggi lavorano per una delle aziende più importanti al mondo.

Possiamo poi adurre svariati argomenti per non dire il contrario : ma una laurea ha peso e brillantezza, ovviamente spendibilità, se presa in un Ateneo importante, e in tempi relativamente brevi (fai 25 anni/26, magistrale). In tutti gli altri casi, e io sono oltre la linea di confine (27), la spendibilità diventa minore, ma non vuol dire che sia totalmente inefficace per proporsi a delle aziende e a dei selezionatori. Ovviamente molte aziende tendono a imporre limiti stringenti sull'età, come d'altronde 9 casi su 10 preferiscono il tale Y che viene dal prestigioso Ateneo (in Italia) XZ.

Ho letto poi che sei interessato al settore che posso definire come finanziario, in quest'area si sta intensificando la presenza di informatici, fisici, matematici e ingegneri, essendo un settore che per ciò che attiene l'analisi è molto quantitativo. Quindi andando ad esclusione, se ti interessa una posizione retail e ti interessa all'estero, devi imparare la lingua locale.

Di positivo però hai il fatto che non parti da una situazione personale economica deficitaria, questo ti aiuterebbe non poco a inventarti un business.

Altro elemento positivo è che ti poni in una prospettiva che va oltre l'Italia, ma avendo avuto una esperienza lavorativa all'estero, puoi capire in un intervallo di tempo relativamente breve che l'estero può sopravvivere anche senza di te.

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Vincent
Possiamo poi adurre svariati argomenti per non dire il contrario : ma una laurea ha peso e brillantezza, ovviamente spendibilità, se presa in un Ateneo importante, e in tempi relativamente brevi (fai 25 anni/26, magistrale).

Condivido quanto scritto sopra, ma devo fare una aggiunta ed una precisazione qui.

Oggi abbiamo avuto in ufficio delle discussioni sul nostro passato, io ho colleghi con Laurea, colleghi con MBA, colleghi con Master e colleghi SENZA laurea.

Il mio manager, Australiano, e il mio Team Leader, Americano, han fatto diversi commenti abbastanza pesanti sui laureati Europei (citando Spagna e Italia) che finiscono fuori corso, trovandola una cosa assurda e abbastanza ridicola - nessun commento negativo, invece, sui chi la Laurea non l'aveva proprio.

Questo per far capire quanto e' importante finire con i tempi giusti.

E ti assicuro che finire una magistrale di 5 anni a 26 anni e' visto MALISSIMO in determinate Geografie - a meno che tu non l'abbia iniziata a 21 anni.

Quel che ho notato sia in Europa che in questi pochi giorni in Asia e' che la Laurea e' un importantissimo biglietto da visita ma sopratutto un mezzo per dimostrare la propria costanza.

Le conoscenze che vengono date non le ho mai trovate estremamente considerate - perlomeno nel mio campo - e quindi prendere una laurea andando fuori corso, anche solo di un anno, perde di molto il suo senso.

Non condivido totalmente questo tipo di discorso, ma lo comprendo pienamente.

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White Lion

E ti assicuro che finire una magistrale di 5 anni a 26 anni e' visto MALISSIMO in determinate Geografie - a meno che tu non l'abbia iniziata a 21 anni.

Onestamente non so se il mio "informatore" mi racconti cazzate, ma da quanto mi è stato riferito gli atenei all'estero (la mia amica mi parlava in particolare della Germania) sono strutturati in maniera totalmente differente: meno teoria, più pratica e esami più fattibili.

Personalmente su una 40ina di iscritti alla mia magistrale se va bene in corso finiranno in 8-10, gli altri andranno oltre i due anni prestabiliti di almeno 6 mesi.

Ora, o siamo tutti stupidi, o questi americani e amici prima di parlare dovrebbero provare a prendere una laurea qui da noi.

Modificato da White Lion
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mrjako

I limiti di età fissati dai recruiter nelle posizioni entry level e il controllo minuzioso a quanto tempo uno ci ha messo per laurearsi mi è stato detto che è una peculiarità italiana, ma non saprei se è un fatto attendibile sinceramente.

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robinbreak

Condivido quanto scritto sopra, ma devo fare una aggiunta ed una precisazione qui.

Oggi abbiamo avuto in ufficio delle discussioni sul nostro passato, io ho colleghi con Laurea, colleghi con MBA, colleghi con Master e colleghi SENZA laurea.

Il mio manager, Australiano, e il mio Team Leader, Americano, han fatto diversi commenti abbastanza pesanti sui laureati Europei (citando Spagna e Italia) che finiscono fuori corso, trovandola una cosa assurda e abbastanza ridicola - nessun commento negativo, invece, sui chi la Laurea non l'aveva proprio.

Questo per far capire quanto e' importante finire con i tempi giusti.

E ti assicuro che finire una magistrale di 5 anni a 26 anni e' visto MALISSIMO in determinate Geografie - a meno che tu non l'abbia iniziata a 21 anni.

Quel che ho notato sia in Europa che in questi pochi giorni in Asia e' che la Laurea e' un importantissimo biglietto da visita ma sopratutto un mezzo per dimostrare la propria costanza.

Le conoscenze che vengono date non le ho mai trovate estremamente considerate - perlomeno nel mio campo - e quindi prendere una laurea andando fuori corso, anche solo di un anno, perde di molto il suo senso.

Non condivido totalmente questo tipo di discorso, ma lo comprendo pienamente.

ingegneria ≠ economia

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Vincent

Onestamente non so se il mio "informatore" mi racconti cazzate, ma da quanto mi è stato riferito gli atenei all'estero (la mia amica mi parlava in particolare della Germania) sono strutturati in maniera totalmente differente: meno teoria, più pratica e esami più fattibili.

Personalmente su una 40ina di iscritti alla mia magistrale se va bene in corso finiranno in 8-10, gli altri andranno oltre i due anni prestabiliti di almeno 6 mesi.

Ora, o siamo tutti stupidi, o questi americani e amici prima di parlare dovrebbero provare a prendere una laurea qui da noi.

Non lo proveranno - ergo non importa.

Ascolta uno scemo che ha lavorato da qualche parte.

Il corso di Laurea e' di 4 anni, di 5 anni, di 3 anni, di 10.

Che nel tuo paese ci mettano 780 esami, e nel mio 11, non importa - devi finire nel tempo prestabilito.

Ripeto, non sono d'accordo completamente, ma comprendo anche il punto di vista esterno.

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Vincent

ingegneria ≠ economia

A mio parere non e' condivisibile nel contesto del mio messaggio.

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In generale ha ragione Vincent: non importa se una cosa sia giusta o sbagliata, ma quanto la ggente creda in essa.

Nel mio caso, come ho già scritto più volte, l'aver terminato l'università a quasi 28 anni non ha influito per nulla.

Ma nel CV di neolaureato avevo già esperienze di creazione di startup e insegnamento a docenti universitari.

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uao!

Vorrei farti notare una cosa: tieni bene a mente la tua esperienza con i lavori a provvigione, perché entro il 2025 il 100% dei lavori non qualificati sarà così (vedi Uber...). A chiamata, con provvigioni minime e tutto il rischio spostato sul prestatore d'opera (è stata la norma a partire dalla rivoluzione industriale fino all'arrivo dei sindacati, e superare quel modello è costato decine di milioni di morti, ma non divaghiamo).

E entro il 2030 lo saranno anche il 70% di quelli qualificati.

L'unica speranza per evitare di essere tra loro è quella di avere un'istruzione veramente elevata, componente teorica in primis visto che la "pratica" non richiede chissà quali abilità al giorno d'oggi.

Vincent sarà stato crudo, ma temo che abbia sostanzialmente ragione... Occhio!

Discorsi sul pezzo di carta me li aspetto da un 25enne, da un 43enne come ti dichiari tu mi "fanno strano", compreso il "la "pratica" non richiede chissà quali abilità al giorno d'oggi". Quello che vedo io è che in una marea di ambiti interessanti sia dal punto di vista di soddisfazione professionale che economica si è ritornati all'apprendistato, cioè si va a bottega da qualcuno a imparare come fare cose che garantiscono poi un discreto margine. Si tratta di cose assai pratiche, marketing compreso, in cui la componente teorica è a essere buoni fuffa.

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