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La deriva del crocerossino


Panoramix79

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ξรô†ïcø
Condivido alcune idee di fondo, ma non vorrei correre il rischio di buttare il bambino con l'acqua sporca.

A me non interessa tanto "neutralizzare la sensibilità" o arrivare al voler "far schifo" (vorrei non arrivare poi a far schifo anche a me stesso!), andrei a collocarmi su una sponda opposta, ugualmente distruttiva perché, per quel che mi riguarda, poco allineata con la mia interiorità. Motivo per cui anche in termini di "seduzione" ne ricaverei ben poco secondo me.

Il problema è che anche il "crocerossino" è una sponda che rispetta poco la mia persona, è questo che ho capito di recente.

Quindi al concetto del voler "far schifo" (anche se capisco la provocazione), io sostituirei quello di "forza", forza di rispettarsi in ogni circostanza, che ti fa dire di no quando non ne hai più di assimilare la negatività altrui, forza che ti fa, come dice Kris, mettere in primo piano il tuo equilibrio, farne fulcro della tua esistenza, saper abbandonare qualcuno e saper sopportare gli abbandoni.

E al concetto di forza legherei anche quello di umiltà. Mi sono iniziato a chiedere questi giorni....ma chi cazzo sono io per pormi in questa veste di "guaritore"??? Un medico, uno sciamano, un sacerdote, uno psicologo, un santone? Nulla di tutto questo, sono quanto di più lontano da tutto ciò. Non sono stato in grado di darmi una risposta esauriente, se non nell'individuare, proprio come dice Esotico, un MIO antico bisogno di approvazione che si è fossilizzato...

Amico mio, visto che ci son passato mi son sentito subito in sintonia. Ti dò la chiave di lettura.

Questo post

http://www.italianseduction.club/forum/t-30109-ho-deciso-che-non-lo-daro-piu-via-in-giro-come-il-pane/

lo scrivevo nel 2012.

Eppure questo report, dove commetto per l'appunto lo stesso ennesimo errore

http://www.italianseduction.club/forum/t-50892-day1-ma-quanto-sei-intelligente/

è del 2015.

Ora, onestamente, da quando ho iniziato a ragionare in un certo modo (che forse va bene per il più dei ragazzi, la maggior parte di quelli che sono entrati nella Playgang milanese ad esempio sono migliorati radicalmente, io sono rimasto al palo per un botto, finché non sono riuscito a schiodarmi dalla testa questa necessità di ricerca dell'approvazione), ho quasi smesso di fare il carino e simpatico. Preferisco chiederle se le piace prenderlo in bocca dopo che è stata chiavata in culo, o se ha mai fatto una DP, o se sa cos'è l'hitachi magic wand, e in un modo strano, funziona. Mò devo trovare solo il modo di alzare il livello target e di applicarlo in cold-approach, faccio fatica a inserire discorsi simili in un frame corretto, con una donna che conosco da pochi minuti.

Questo

http://www.italianseduction.club/forum/t-38915-essere-cassonetti-per-le-donne-che-vogliono-buttarcisi/?hl=cassonetto

E' il thread del cassonetto. Il thread più utile che abbia mai letto su IS. Più utile di mystery, style e franco messi assieme.

Questa è la strada che mi sono scelto amico mio, ma non è detto che sia la tua. Tuttavia converrai con me nel riscontrare un certo grado di similitudini fra le storie.

  • Grazie! 1
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Erlenmeyer

Off Topic che ho pensato di condividere qua, perché mi sembra quasi calzante vista la coincidenza:

Ieri trovo questa discussione, scrivo la mia opinione e ripenso al periodo che ho passato a causa di queste amiche (che poi erano 2) e a come staccandomi sia riuscita a recuperare. E poi oggi mi informano del fatto che una di queste due persone che mi creava tanta angoscia e tanto malessere è stata ricoverata avantieri nel reparto di psichiatria in circostanze ancora da chiarire... Certo che la fortuna ha un senso dell'umorismo perverso

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Ci sono passato anche io. Dopo svariate cinquine in faccia di notevole intensità ricevute da mamma esperienza, ho imparato che la regola aurea in queste situazioni, quella che ti permette davvero di distaccarti e di vivere più serenamente, è la seguente:

MAI cercare di risolvere da solo e per conto tuo la merda che le persone hanno in testa. Se i loro problemi diventano i TUOI problemi non ne esci, se non in barella. Perchè stai cercando di sbrogliare una matassa di cui non conosci l'intensità, il materiale, la derivazione; di svuotare con un secchio una piscina che viene allo stesso tempo costantemente riempita da una pompa d'acqua che non vedi. Se dall'altra parte non c'è volontà di ricercare una soluzione, ma solo lamenti, piangersi addosso e quant'altro, vuol dire che quella persona in primis non vuole o non riesce a spalare da sola la merda che si è accumulata dentro di sé, la cui provenienza solo quella persona può conoscere, dato che è la sua vita. Per aiutare le persone a capirsi e a sbrogliarsi esistono gli psicologi, ma uno dallo psicologo ci va se ha davvero voglia di capirsi e accettarsi. Tu non solo non sei uno psicologo, ma rischi anche di trovarti a voler "guarire" una persona che non ha voglia di farlo. E' come lanciarsi un'atomica addosso.

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Panoramix79

Amico mio, visto che ci son passato mi son sentito subito in sintonia. Ti dò la chiave di lettura.

Questo post

http://www.italianseduction.club/forum/t-30109-ho-deciso-che-non-lo-daro-piu-via-in-giro-come-il-pane/

lo scrivevo nel 2012.

Eppure questo report, dove commetto per l'appunto lo stesso ennesimo errore

http://www.italianseduction.club/forum/t-50892-day1-ma-quanto-sei-intelligente/

è del 2015.

Ora, onestamente, da quando ho iniziato a ragionare in un certo modo (che forse va bene per il più dei ragazzi, la maggior parte di quelli che sono entrati nella Playgang milanese ad esempio sono migliorati radicalmente, io sono rimasto al palo per un botto, finché non sono riuscito a schiodarmi dalla testa questa necessità di ricerca dell'approvazione), ho quasi smesso di fare il carino e simpatico. Preferisco chiederle se le piace prenderlo in bocca dopo che è stata chiavata in culo, o se ha mai fatto una DP, o se sa cos'è l'hitachi magic wand, e in un modo strano, funziona. Mò devo trovare solo il modo di alzare il livello target e di applicarlo in cold-approach, faccio fatica a inserire discorsi simili in un frame corretto, con una donna che conosco da pochi minuti.

Questo

http://www.italianseduction.club/forum/t-38915-essere-cassonetti-per-le-donne-che-vogliono-buttarcisi/?hl=cassonetto

E' il thread del cassonetto. Il thread più utile che abbia mai letto su IS. Più utile di mystery, style e franco messi assieme.

Questa è la strada che mi sono scelto amico mio, ma non è detto che sia la tua. Tuttavia converrai con me nel riscontrare un certo grado di similitudini fra le storie.

Mi spulcerò per bene tutto il materiale!!! Grazie mille amico!

Ci sono passato anche io. Dopo svariate cinquine in faccia di notevole intensità ricevute da mamma esperienza, ho imparato che la regola aurea in queste situazioni, quella che ti permette davvero di distaccarti e di vivere più serenamente, è la seguente:

MAI cercare di risolvere da solo e per conto tuo la merda che le persone hanno in testa. Se i loro problemi diventano i TUOI problemi non ne esci, se non in barella. Perchè stai cercando di sbrogliare una matassa di cui non conosci l'intensità, il materiale, la derivazione; di svuotare con un secchio una piscina che viene allo stesso tempo costantemente riempita da una pompa d'acqua che non vedi. Se dall'altra parte non c'è volontà di ricercare una soluzione, ma solo lamenti, piangersi addosso e quant'altro, vuol dire che quella persona in primis non vuole o non riesce a spalare da sola la merda che si è accumulata dentro di sé, la cui provenienza solo quella persona può conoscere, dato che è la sua vita. Per aiutare le persone a capirsi e a sbrogliarsi esistono gli psicologi, ma uno dallo psicologo ci va se ha davvero voglia di capirsi e accettarsi. Tu non solo non sei uno psicologo, ma rischi anche di trovarti a voler "guarire" una persona che non ha voglia di farlo. E' come lanciarsi un'atomica addosso.

Dici bene, la vera prova del nove è proprio quella del cercare di capire se queste persone vogliono farsi aiutare veramente.

Se non vogliono, come è capitato quasi sempre nei casi che ho descritto, significa che dietro alle mille geremiadi si nasconde null'altro che la soddisfazione di un piccolo prurito, quello di sfogarsi un po' e sentirsi "coccolate" nei loro piccoli sbalzi esistenziali, sentirsi dire che si è comunque belle, comunque brave.

Inutile dire che, quando queste lamentazioni si facevano particolarmente angosciate ed esasperate, io consigliavo loro di rivolgersi ad uno psicologo, tutte reagivano più o meno nella stessa maniera, escludendo sul nascere questa possibilità.

Off Topic che ho pensato di condividere qua, perché mi sembra quasi calzante vista la coincidenza:

Ieri trovo questa discussione, scrivo la mia opinione e ripenso al periodo che ho passato a causa di queste amiche (che poi erano 2) e a come staccandomi sia riuscita a recuperare. E poi oggi mi informano del fatto che una di queste due persone che mi creava tanta angoscia e tanto malessere è stata ricoverata avantieri nel reparto di psichiatria in circostanze ancora da chiarire... Certo che la fortuna ha un senso dell'umorismo perverso

A questo proposito mi riviene in mente un episodio, che mi spinge a fare un ulteriore passo e un distinguo doveroso. Mi riallaccio anche al discorso di Andreas sulla faccenda degli amici in difficoltà.

Il vero motivo per cui credo che parlare di "desensibilizzazione" sia pericoloso è il fatto che poi si rischia di non riconoscere più il sottile filo che divide l'opportunista che ti vomita addosso di tutto, dalla persona che potrebbe veramente, in un momento difficile, aver bisogno di un tuo aiuto, della tua presenza.

Quindi il vero obiettivo sarebbe di saper individuare subito in quali coordinate si stia muovendo l'altro...ma purtroppo non è affatto facile come sembra.

Tempo fa mi trasferii per lavoro sulla costa adriatica e lì per una fortunata coincidenza ritrovai un mio carissimo amico d'infanzia, anche lui lì per lavoro, col quale avevamo condiviso tutto da bambini e anche molto nell'adolescenza.

Prendemmo a rivederci ogni tanto per una cena o una birra..tutto nella norma.

Un giorno mi arrivò una sua telefonata. La voce era irriconoscibile. Mi chiese di andarlo a trovare in ospedale, stava facendo "dei controlli" in reparto psichiatrico.

Capii subito che c'era qualcosa che non andava. Mi precipitai appena possibile.

Era lì ricoverato, sedato... Vestiti sgualciti, viso sporco, occhi gonfi come due palloni e totalmente assenti. Frasi sconnesse, atroci.

Solo una lucidissima risposta alla mia domanda iniziale "...G., come stai?" -"si sta sempre male quando si è soli"...

Trovare improvvisamente un amico, con la a maiuscola, in quelle condizioni mi sconvolse.

L'avevano imbottito fino alle orecchie di psicofarmaci. Ho poi saputo che soffriva da tempo di un grave disturbo, e quando smetteva o variava le cure rischiava dei crolli pesantissimi, in cui diventava anche molto molto violento e pericoloso.

Nonostante queste premesse nei giorni seguenti lo andai a trovare quando potevo. E vedevo che la cosa metteva a disagio i genitori, ma a lui lo rendeva enormemente felice. Era solo, gli altri amici in questa situazione si erano dileguati all'istante, polverizzati, TUTTI, neanche uno che rispondesse al telefono E per i due-tre mesi successivi di riabilitazione gli sono stato vicino, con conseguenze devastanti sulla mia quotidianità e la mia serenità. Perché continuava ad essere profondamente allucinato, paranoico, instabile ed anche polemico e violento con gli estranei.

Mi metteva in situazioni paradossali, assurde, mi stava sfinendo. Un disagio enorme. Tutti i miei amici e parenti, quando parlavo di questo, mi dicevano che il folle ero io a cacciarmi in quella situazione, che dovevo tirarmene fuori.

Poi iniziò a star meglio, sempre di più, le cure, col tempo, sortirono gli effetti sperati.

In seguito mi trasferii nuovamente per lavoro, a 100 km da lui. Negli anni seguenti ci siamo sentiti pochissimo, solo ogni tanto per telefono, parlando del più e del meno. Lui non ha mai fatto un minimo accenno a quello che era successo, neanche una virgola, forse per pudore, imbarazzo e io lo assecondavo in questo, eludendo l'argomento.

Poi è successo che il mese scorso mi ha chiamato, passava dalle mie parti e mi è venuto a trovare.

Abbiamo cenato fuori, dopo cena si è sciolto e mi ha parlato della sua malattia...

Con gli occhi umidi mi ha ringraziato per tutto quello che avevo fatto per lui, che non l'avrebbe mai dimenticato. Mi ha ricordato di quando sono andato a trovarlo la prima volta in ospedale, ricordava tutto, cazzo, nonostante lo stato in cui si trovava.... Mi ha detto che in quell'inferno si è sentito felice come un bambino quando mi ha visto entrare, varcare la porta del reparto... E mi ha detto che ero il suo unico spiraglio verso il mondo esterno, era stato letteralmente abbandonato da tutti, come un cane, un fantoccio.

Non nascondo che questa "confessione" mi abbia inorgoglito..

Io allora non distinguevo, non vedevo quel filo sottile di cui ho parlato. Era il mio modo di agire e basta.

Non so se oggi, in una situazione simile, sarei capace di comportarmi nella stessa maniera, e questo, devo dire la verità, un po' mi dispiace.

In ogni nuova conquista c'è sempre qualcosa che si rischia di perdere, nel bene e nel male.

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Erlenmeyer

Il vero motivo per cui credo che parlare di "desensibilizzazione" sia pericoloso è il fatto che poi si rischia di non riconoscere più il sottile filo che divide l'opportunista che ti vomita addosso di tutto, dalla persona che potrebbe veramente, in un momento difficile, aver bisogno di un tuo aiuto, della tua presenza.

Quindi il vero obiettivo sarebbe di saper individuare subito in quali coordinate si stia muovendo l'altro...ma purtroppo non è affatto facile come sembra.

Hai voglia che non è facile. Ciò che tu hai passato con il tuo amico io l'ho passato prima che la mia amica venisse ricoverata.

Ci conosciamo dal 2012; ha sempre avuto dei comportamenti un po' particolari ma a partire da aprile di quest'anno è andata a buttarsi in un vortice di autodistruzione di cui lei era consapevole. Nel nostro gruppo di amicizie abbiamo provato tutti a farle capire che non poteva continuare così, che gli esiti se avesse continuato sarebbero stati disastrosi... Tutti ci hanno provato a parlarle tranne me, io ormai avevo già gettato la spugna, conoscendola un po' meglio degli altri e sapendo che le sue lacrime erano di coccodrillo, memore del fatto che negli anni passati ogni volta che faceva una stronzata veniva a piangere da me ed io cercavo di aiutarla, ci provavo a farle capire che non era quella la strada e che avrebbe dovuto cercare aiuto presso persone più qualificate di me. Ed il giorno dopo cosa succedeva? La rivedevi di nuovo tranquilla e felice, il pentimento e la volontà di cambiare del giorno prima obliterati dalla sua mente dalla sua immensa autoindulgenza. Ed il timer che contava il tempo alla prossima cazzata ripartiva.

Così ad un certo punto, quando ho visto che le cose si mettevano sempre peggio, ho detto "basta". Io per un'amica ci sarò sempre a raccogliere i cocci dopo una caduta, ma quando capisco che i cocci ci sono perché ti stai sistematicamente rompendo da sola... Così dopo l'ennesimo episodio rappresentativo del suo stato che mi hanno riferito le mandai un messaggio in cui in poche parole mi stavo lavando le mani di lei. Era una cosa lunga che posso riassumere in "Sei padrona di te stessa, se ti vuoi ammazzare a me dispiace ma non posso di certo impedirtelo". Lei mi chiamò subito dopo e mi disse, in breve, che quel messaggio le aveva fatto da sveglia, che si rendeva conto che stava esagerando ma non aveva il coraggio di chiedere aiuto e bla bla bla... Insomma, la sintesi fu una cosa del tipo "sarò buona, lo prometto andrò dalla psicologa e psichiatra e mi farò curare". Cosa che ovviamente non ha mai fatto... E così 3 mesi dopo si è risvegliata in un lettino di psichiatria.

Questa persona si è comportata in maniera ambivalente: lei voleva solo vomitare addosso agli altri i propri problemi per sentirsi compiangere "Oh poverina, come sei coraggiosa, cosa hai dovuto sopportare nella vita"... Non voleva aiuto anche se ne aveva bisogno, perché in fondo le piaceva autodistruggersi, ci provava gusto.

Sono sicura che se anche andassi a trovarla come hai fatto tu con il tuo amico non proverei quello che hai provato tu, perché ci sono già passata prima. Penso che andrò a trovarla perché in qualche modo lo percepisco come un obbligo morale, ma il distacco è incolmabile ormai.

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marley

mi sta capitando una situazione simile in quest'ultimo periodo

un carissimo amico ha dei problemi sentimentali, è sposato ed ha 2 bambini bellissimi, ma si sta separando dalla moglie straniera per vari problemi

ora sta frequentando una donna separata ed anche lei ha 1 bambino, solo che è una psycho incredibile, stanno sempre litigando per sue cazzate, ed anzichè stare meglio si ritrova a stare di merda

usciamo spesso ma la situazione non è delle migliori, lui è sempre triste e svogliato, è spesso assente ed ha lo sguardo perso nel vuoto oppure fissa il suolo, sbuffa in continuazione per lo stress...

cerco di farlo svagare un pò per quel che posso e non fargli pensare a questi problemi, ma andiamo avanti cosi da 1-2 mesi e sinceramente sta mettendo tristezza anche a me

rivedo in lui il mio stesso problema, quello di essere troppo buono, credo sia la sindrome del bravo ragazzo

http://www.italianseduction.club/forum/t-33783-no-more-mr-nice-guy-robert-glover/

ora questo lo posso fare con lui che è un Amico con la A maiuscola, cosi come mi sembra sia il caso di Panoramix79, non di certo con un semplice "conoscente"

ho trovato qualcosa di utile anche qui

http://www.italianseduction.club/forum/t-22144-sindrome-della-crocerossina-del-crocerossino-debelliamo-il-morbo/

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KGF

Io devo ancora capire come fate ad ascoltare per più di 5 secondi qualcuno che si piange addosso.

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freefall

hai presente quella cosa che si chiama Amicizia?

L'amicizia è anche non pesare troppo sugli amici. Non scaricare le tossine della propria vita sugli altri, senza reagire, nel proprio comodo oblio.

Ho deciso, da questo mese, di liberarmi di tutti gli impiastri che si lamentano e non fanno una mazza per cambiare la loro vita.

Lo faccio per me.

Lo faccio anche per loro.

Se riprenderanno a camminare da soli, bene. Accresceranno la loro autostima. Usciranno dal vortice di inazione e ignavia.

Se non ne escono, devono affondare senza rirare dentro nessuno.

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marley

non sono d'accordo, gli amici si vedono nel momento del bisogno, come lui ha aiutato me quando ho avuto dei momenti difficili

è troppo bello e facile dire che si arrangino da soli

una cosa è parlare di amici

un'altra è fare il crocerossino con un presunto target, in quel caso ok sono d'accordo di lasciar perdere

PS: scusate il ritardo ma ho il blocco dei 5 messaggi al giorno

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