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Cosa conta di più: i valori o le sensazioni?


Anciaki

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Tutti sappiamo che la seduzione è tutta un casino di forti sensazioni ed emozioni ma oggi dopo aver visto questo video mi sono fatto questa domanda.

E la mia prima reazione è stata: ma allora ci sono anche i valori!

Detto per inciso, i valori sono sono solo quelli cristiani e da "bravi ragazzi".

Esiste il valore dell'utile, del bello "estetico" (molti esteti erano grandi trombatori, vedi D'Annunzio), dell'amore e così via.

Il mio preferito è la libertà.

Su cosa allora è più importante concentrarsi secondo voi, sui valori o sulle sensazioni?

Possono i valori essere tanto più devastanti delle sensazioni?

Modificato da Anciaki
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  • 2 settimane dopo...

Insomma conta di più il fatto se ti prendi la figa di una che ti ha fatto sesso appena l'hai vista oppure c'è qualcosa di più?

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I valori li scopri solo conoscendo una persona ... per me sono importanti, ma se lei non mi attizza manco un po', non potrà mai esserci qualcosa che vada oltre l'amicizia.

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Amog_Cattivo

i valori sono ciò che noi riteniamo importante e sono basati sulle nostre esperienze vissute (oppure su esperienze apprese da terzi) soprattutto nell'età infantile, possono essere interni se si basano su una nostra scala di valutazioni, o esterni se basati su una scala di valutazioni di terzi.
Inoltre sono il marchio caratteristico delle convinzioni, nel senso che le convinzioni sono costruite partendo da queste valutazioni.

le sensazioni invece sono l'espressione di stati, di atteggiamenti, di prospettive, dei segnali d'uscita che dipendono da pensieri, da emozioni, o da aspetti fisiologici e comportamentali.

insomma si può dire che sono l'output, mentre i valori sono l'imput, entra in gioco un valore (a proposito i valori fanno parte di quella categoria di parole astratte chiamate attributi) ad esempio ... la seduzione, si avvia un processo, cioè si elabora questo valore attraverso tutta una serie di filtri che abbiamo assorbito nel tempo, il processo viene trasformato in convinzione (ad esempio: credo che la seduzione sia il mio pane quotidiano), e si giunge all'output, alla sensazione/stato/pensiero/posa/comportamento.

a sua volta i valori sono l'output della nostra identità, o meglio della nostra immagine ideale, di come noi vorremmo essere.
Questa identità è composta da tante parti, ciascuna delle quali si identifica con la parola "io", ogni volta che diciamo questa parola in una frase, stiamo attaccando/incollando un valore (e quindi una credenza) a ciò che noi pensiamo di essere.
Invece quando usiamo la parola "mio" stiamo trasmettendo un senso di attaccamento a qualcosa, e quando ci attacchiamo a qualcosa/qualcuno (che può essere benissimo anche solo un'idea, non per forza una persona o cosa o animale) tendiamo a dargli un'identità desiderata (ma che di fondo non è reale, è solo una nostra interpretazione). Come vedi tutto è collegato.
A sua volta questo attaccamento nel momento in cui diventa compulsivo e continuo si trasforma in considerazione, cioè nell'attenzione o focus su una parte del mondo (la nostra realtà) con l'esclusione delle restanti parti del mondo (la vera realtà). Continuando, se noi poniamo il focus, cioè consideriamo, qualcosa o qualcuno, tendiamo a dare importanza a quella cosa/animale/persona/idea trascurando il resto. Questo diventa un valore, va a costruire una convinzione e nel tempo con l'abitudine si trasforma in sensazione/stato/pensiero/comportamento.
La considerazione può essere però anche solo esteriore, la differenza è che la considerazione esteriore si basa sulla realtà di qualcun'altro, cioè sul concetto di comprendere il punto di vista dell'altro (o meglio degli altri), il famoso detto "mettersi nelle sue scarpe" o "mettersi nei suoi panni", conosciuto anche con il nome di rapport. E' molto meglio sfruttare la considerazione esteriore, perchè dal momento in cui ci sforziamo di capire gli altri, e solo in quel momento, possiamo capire realmente noi stessi, vedendo i nostri "io", le nostre parti, e i nostri "mio" i nostri attaccamenti, negli altri, rendendoci conto per riflesso di ciò che siamo realmente e ciò che crediamo di essere (cioè ciò che è basato sulla realtà e ciò che è basato su ciò che noi o altri per noi valutano essere la realtà).

Noi non siamo ne i valori in cui crediamo, ne le sensazioni che proviamo, siamo colui che può avere e può provare, o che viceversa può non avere e può non provare.
Noi non siamo la nostra macchina, noi siamo il pilota che la guida!

Modificato da Amog_Cattivo
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Deckard87

Come dice amog_cattivo, penso che i valori, non essendo qualcosa che sono propri della persona, dipendono molto dall'ambiente in cui una persona nasce e si sviluppa.

Quindi il problema sorge quando questi valori esterni sono autodistruttivi per la persona.

Facendo un esempio estremo, una persona ha il nobilissimo valore di aiutare sempre il prossimo. Questo valore la potrebbe portare ad anteporre il benessere degli altri al proprio. O a far sentire la presona in colpa se c'è qualcuno che sta peggio di lei.

Questo non va bene secondo me

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