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Eliminare facebook dalla mia vita!


saimont

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saimont

Il problema non è se sia una droga.

Il problema è che abbiamo cervelli tribali inseriti in un contesto alientante di separazione in famigliette mononucleari senza pari attorno.

Ogni cosa che ti fa sentire in linea con la tua evoluzione è "una droga", nel senso che ti da piacere. Perché è riconosciuta come qualcosa che ti farà sopravvivere e riprodurti.

In mancanza di persone attorno con cui condividere i momenti, di cui guardare le tette quando si chinano con la maglietta larga, con cui scambiarti cure e aiuto, finisce che ti rifugi nel guardare i culi su fb, nel postare ciò che hai fatto su fb, nel cercare contatti umani lì.

La risposta non sta nel dire "quella è vita virtuale, mentre andare in un discopub a conoscere gente vera è vita reale".

Sono entrambi surrogati virtuali di ciò che il tuo sistema emotivo ricerca, ovvero persone, da 20 a 150, con cui condividere gioie e dolori, di cui guardare, e qualche volta usare, le tette, e con cui condividere cose quotidiane come i pasti.

La droga ti dà dipendenza.Infatti quando sargiamo il nostro cervello vieni inondato di droghe naturali, fortunatamente aggiungerei.

Il problema sta nel fatto che facebook non è come il sarge. Li si combatte per riprodursi e quindi per far sopravvivere la specie e i propri geni,su face si combatte per i mi piace.Poi se si notano aspetti positivi da associare a facebook ci può anche stare,ma non associarmi il conoscere persone nella vita reale a facebook che sono esperienze secondo me separate e ben distinte.

Anche perchè su facebook non si ha un vero contatto umano.

Forse neanche nel sarge,ma ci va molto più vicino rispetto a quella che tu definisci comunque realtà,ma resta una realtà virtuale.

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saimont

Mi sa che hai mancato il punto.

Si parla di aggregazione. La cerchiamo, ne abbiamo bisogno. Non solo di donne da scopare, ma di compagni con cui cacciare, lottare, conquistare.

È nel nostro sangue.

E oggi viviamo, quasi tutti, in contesti in cui per il 50% del tempo siamo soli o in gruppi estremamente ristretti.

Per quello il club di bridge funziona, così come la squadra di calcio, il militare, i corsi di tango e Facebook.

Per sentirci parte di una tribù, parte di qualcosa che coinvolga altri esseri umani, uomini e donne.

Facebook è virtuale, sì, ma il nostro cervello non ha la capacità di capire la differenza, o almeno non così bene.

Per questo i like ci danno potere, rilasciando nel cervello le stesse sostanze che verrebbero rilasciate quando, in gruppo, fai la battuta che fa ridere tutti.

Ovviamente non siamo animali, abbiamo una corteccia prefrontale e siamo in grado di razionalizzare la differenza. O almeno, molti lo sono.

Ma per il tuo cervello, prefrontale esclusa, non c'è davvero nessuna differenza.

Con tutto il rispetto per A^V^A tu ti sei spiegato molto meglio.Adesso ho capito.

Sinceramente il funzionamento del cervello in termini "fisici" la sconosco.Quindi prendendo per vero ciò che mi hai detto ti do ragione.

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La droga ti dà dipendenza.Infatti quando sargiamo il nostro cervello vieni inondato di droghe naturali, fortunatamente aggiungerei.

Il problema sta nel fatto che facebook non è come il sarge. Li si combatte per riprodursi e quindi per far sopravvivere la specie e i propri geni,su face si combatte per i mi piace.Poi se si notano aspetti positivi da associare a facebook ci può anche stare,ma non associarmi il conoscere persone nella vita reale a facebook che sono esperienze secondo me separate e ben distinte.

Anche perchè su facebook non si ha un vero contatto umano.

Forse neanche nel sarge,ma ci va molto più vicino rispetto a quella che tu definisci comunque realtà,ma resta una realtà virtuale.

Ci sono diverse categorizzazioni dei bisogni umani.

La mia è che per i maschi i tre bisogni principali sono bocca, figa e culo.

Ma riferendoci a Mc Lelland, ad esempio, essi sono Potere, Successo, Affiliazione.

Perché questi tre?

Perché all'aumentare di questi tre fattori salgono insieme le nostre possibilità di sopravvivere con un filo di gas e di riprodurci al meglio.

Se questo è verissimo per i maschi, è pur vero che cenerentola avrebbe sedotto pochi principi se fosse rimasta in casa vestita da sguattera ad aspettare di far colpo sul figlio del panettiere.

Anche lei, come donna, deve la sua scalata sessuale e la sua aumentata capacità di ricevere assistenza, cure adeguate e sicurezza, alla possibilità di essere al ballo principesco con un calesse e un vestito da capogiro.

Il succo è che i Like non sono una droga femminile, e non sono una droga sterile o circolare, fine a se stessa.

Sono la misura del riconoscimento da parte dei pari del proprio Potere, Successo, Affiliazione.

Quando fai parte di un Clan di 150 persone e disgusti tutti con le tue uscite fuori luogo, ti fai ridere dietro per la tua infamia, vieni lasciato spesso solo e senza gente attorno, questo ti fa male.

Non perché sei piccolo e dipendi dall'approvazione dei grandi, ma perché se è vero che sei grande e te ne freghi dell'approvazione della società in senso macro, è anche vero che come essere tribale a livello meso sociale, a livello delle persone della tua cerchia, avere influenza (potere), essere gradito e considerato (successo) ed essere sostenuto dalla maggior parte del gruppo (affiliazione) garantiscono la tua sopravvivenza individuale, la tua sicurezza, la tua vita in caso di infortunio o di malattia, ecc. Inoltre garantiscono l'accesso alle fighe migliori.

Bisogna comprendere la linea di demarcazione che c'è tra il voler piacere a tutti, alla società, e voler essere gradito ai propri scelti, al proprio clan.

Fb può essere un problema coi like quando una ragazza ha 5000 amici che l'hanno aggiunta per una foto profilo di culo e si gasa ad avere 100 like sotto una foto a labbra protruse.

Sono like che non significano nulla.

Ma se hai 500 amici di cui 150 reali ed essi gradiscono e riconoscono ciò che condividi, non devi sentirti uno scemo se quei like ti nutrono, perché sono un surrogato di quello che dovrebbe essere per il tuo cervello il continuo gioco di sguardi e di calibrazione di un Clan, di una Tribù.

E' normale.

Il primo passo però è sempre la scelta delle persone che si vogliono come metro esterno di sé.

Quando eravamo tribali in senso stretto, ad ogni passaggio importante nella nostra vita potevamo fregiarci di un tatuaggio, di un colore, di un simbolo, di un'acconciatura in modo che anche gli sconosciuti incontrandoci capissero che eravamo passati ad un livello e che questo era accettato e festeggiato dal nostro Clan.

Oggi non abbiamo più segni per essere riconosciuti come capaci in qualcosa, come già passati da un'esperienza, e così diventa più forte la tendenza a cercare riferimenti esterni, misura esterna, del nostro gradimento, potere, successo.

Il succo è che se questa ricerca è rivolta verso tutti, come le ragazze o i bambini, allora è un problema: non abbiamo una stima di noi stessi basata su esperienze e sulla consapevolezza.

Ma se è rivolta alla tua cerchia di conoscenti filtrati e scelti, va bene. Accettala. E' il tuo sangue tribale che vuole riconoscere il valore dei tuoi intimi e veder riconosciuto il proprio, per stringere legami profondi e utili.

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saimont

Ci sono diverse categorizzazioni dei bisogni umani.

La mia è che per i maschi i tre bisogni principali sono bocca, figa e culo.

Ma riferendoci a Mc Lelland, ad esempio, essi sono Potere, Successo, Affiliazione.

Perché questi tre?

Perché all'aumentare di questi tre fattori salgono insieme le nostre possibilità di sopravvivere con un filo di gas e di riprodurci al meglio.

Se questo è verissimo per i maschi, è pur vero che cenerentola avrebbe sedotto pochi principi se fosse rimasta in casa vestita da sguattera ad aspettare di far colpo sul figlio del panettiere.

Anche lei, come donna, deve la sua scalata sessuale e la sua aumentata capacità di ricevere assistenza, cure adeguate e sicurezza, alla possibilità di essere al ballo principesco con un calesse e un vestito da capogiro.

Il succo è che i Like non sono una droga femminile, e non sono una droga sterile o circolare, fine a se stessa.

Sono la misura del riconoscimento da parte dei pari del proprio Potere, Successo, Affiliazione.

Quando fai parte di un Clan di 150 persone e disgusti tutti con le tue uscite fuori luogo, ti fai ridere dietro per la tua infamia, vieni lasciato spesso solo e senza gente attorno, questo ti fa male.

Non perché sei piccolo e dipendi dall'approvazione dei grandi, ma perché se è vero che sei grande e te ne freghi dell'approvazione della società in senso macro, è anche vero che come essere tribale a livello meso sociale, a livello delle persone della tua cerchia, avere influenza (potere), essere gradito e considerato (successo) ed essere sostenuto dalla maggior parte del gruppo (affiliazione) garantiscono la tua sopravvivenza individuale, la tua sicurezza, la tua vita in caso di infortunio o di malattia, ecc. Inoltre garantiscono l'accesso alle fighe migliori.

Bisogna comprendere la linea di demarcazione che c'è tra il voler piacere a tutti, alla società, e voler essere gradito ai propri scelti, al proprio clan.

Fb può essere un problema coi like quando una ragazza ha 5000 amici che l'hanno aggiunta per una foto profilo di culo e si gasa ad avere 100 like sotto una foto a labbra protruse.

Sono like che non significano nulla.

Ma se hai 500 amici di cui 150 reali ed essi gradiscono e riconoscono ciò che condividi, non devi sentirti uno scemo se quei like ti nutrono, perché sono un surrogato di quello che dovrebbe essere per il tuo cervello il continuo gioco di sguardi e di calibrazione di un Clan, di una Tribù.

E' normale.

Il primo passo però è sempre la scelta delle persone che si vogliono come metro esterno di sé.

Quando eravamo tribali in senso stretto, ad ogni passaggio importante nella nostra vita potevamo fregiarci di un tatuaggio, di un colore, di un simbolo, di un'acconciatura in modo che anche gli sconosciuti incontrandoci capissero che eravamo passati ad un livello e che questo era accettato e festeggiato dal nostro Clan.

Oggi non abbiamo più segni per essere riconosciuti come capaci in qualcosa, come già passati da un'esperienza, e così diventa più forte la tendenza a cercare riferimenti esterni, misura esterna, del nostro gradimento, potere, successo.

Il succo è che se questa ricerca è rivolta verso tutti, come le ragazze o i bambini, allora è un problema: non abbiamo una stima di noi stessi basata su esperienze e sulla consapevolezza.

Ma se è rivolta alla tua cerchia di conoscenti filtrati e scelti, va bene. Accettala. E' il tuo sangue tribale che vuole riconoscere il valore dei tuoi intimi e veder riconosciuto il proprio, per stringere legami profondi e utili.

Dopo aver letto tutto ciò mi fa sorridere trovarmi "PREDATOR CLAN" a caratteri cubitali.

Ti sei spiegato in maniera meravigliosa,ma ci sarà un motivo per cui ho deciso di non andare li,non mi sento il benvenuto in quel "clan" se vogliamo metterla cosi.

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Ti sei spiegato in maniera meravigliosa,ma ci sarà un motivo per cui ho deciso di non andare li,non mi sento il benvenuto in quel "clan" se vogliamo metterla cosi.

A volte anche dentro al Predator Clan ci sono momenti di ambiguità quando parlo di Clan, perché a seconda del contesto lo uso per tribù in senso lato o come abbreviativo del Clan.

In questo caso particolare, mi riferivo alla tua tribù.

A quelli che ti vogliono e che tu vuoi.

Quando la gente sente parlare di tribù gli viene in mente la guerra interminabile delle 33 tribù di Israele, o la guerra fra tribù dell'antica Cina prima che fossero unificate "sotto un'unico cielo".

Il fatto è che una tribù è un superorganismo pluricellulare.

Se tu sei una cellula del fegato magari non ti senti il benvenuto tra le cellule dell'epidermide.

Ma oggi, con internet, i Clan, le tribù, possono essere connessi e trasmettere, comunicare.

Oggi il tuo Clan può avere una comunicazione "nervosa e ormonale" con il mio e possiamo fare insieme pur essendo diversi e specializzati in cose differenti.

Va benissimo se il tuo Clan è "fegato" e il mio è "Pelle".

Va benissimo se non ti senti affine al mio.

Sei una risorsa preziosa come io lo sono per voi.

L'importante è che ti unisci alle cellule "fegato" invece di annaspare nel brodo come unicellulare aspettando un'altra cellula persa per riprodurvi, di nuovo, da soli, condannando un figlio a rivivere il dramma.

Perché quello che stiamo vivendo è un dramma, mal comune non è mezzo gaudio.

Sembra normale, perché lo fanno gli altri, ma gli altri non esistono, non sono Clan, sono organismi unicellulari persi nel brodo in cerca di like.

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DeLaVega

Io non ho Facebook. Ho scelto di non averlo n po' perché ti orta via tempo, ma sopratutto perché mi fa n certo che pensare che in qualche server ci siano un sacco di miei dat personali. (Cit. "L'anonimato e' una calda coperta")

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Quando la gente sente parlare di tribù gli viene in mente la guerra interminabile delle 33 tribù di Israele,

Quelli sono i trentini, quelle erano 12...

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Dani89

Bisogna comprendere la linea di demarcazione che c'è tra il voler piacere a tutti, alla società, e voler essere gradito ai propri scelti, al proprio clan.

Bella distinzione, in teoria.

Lo pensavo anch'io, forse ci spero ancora. Io questa cosa la sento.

Ma la pratica mi delude.

Più conosco le persone che "ho scelto" (sono molto selettivo) più queste si rivelano parte integrante e integrata della società (e su facebook fanno ancora peggio, per un meccanismo di emulazione a spirale). Al massimo si rivelano far parte di un'anti-società che ha le sue regole "anticonformiste" (qualsiasi cosa voglia dire) ma alla fin fine scimmiotta solo inconsapevolmente quello contro cui dice di scagliarsi.

magari scelgo male io ma...

non parlo di ragazzini emo o pseudoalternativi, ma di persone adulte che ti parlano di libertà di espressione, e ci credono, ma che da qualche parte nel cervello sottointendono che esiste solo per quelli che la pensano come loro. Persone improntate a grandi valori, come la società ha insegnato loro, ma che non sono in grado di metter in pratica, o che annunciano solo a parole, intimamente sperando che solo nelle parole rimangano, proprio come la società in cui vivono, improntata a ideali troppo alti e in contrasto con la profondità della natura umana, inapplicabili nella pratica senza passare per una solenne revisione del proprio stile di vita.

A me, per dire, non fa paura Salvini, per il quale non provo alcuna simpatia e che non voterei mai. Salvini, nella sua rozzezza e mancanza di compassione, è umano.

A me fa paura l'imbecille che condivive a raffica post antisalviniani creati a nastro da gente che non ha un cazzo da fare, e poi se uno gli casca davanti per strada si mette a ridere. Questo è diabolico, l'ipocrisia. Enunciare concetti per sentirsi parte di qualcosa*

Vedere anche: femminismo (contro le distinzioni naturali uomo-donna), apertura indiscriminata delle frontiere (contro i concetti di stato e nazione), libertà di espressione incondizionata, anche ai danni dei propri interessi (contro l'istinto di naturale di conservazione), diritti umani applicati alla cazzo di cane, anche su chi non si sogna nemmeno il concetto (eccesso di zelo di valori occidentali).

Ipocrita, la società è ipocrita, e facebook sa tirare fuori solo questo aspetto, il peggiore, perché è palese che non fa leva sul piacere a pochi, ma sul piacere a tutti, o almeno a molti, nel migliore dei casi sul piacere al clan come espressione e sottogruppo della società.

Alla fine i clan sono un modo di sentirsi "parte di", appunto.

Ma su facebook è come se guardassero sempre tutti in alto, a Mamma Società.

Che si chiami "Laura Boldrini official", "Matteo Renzi presidente del consiglio presso Palazzo Chigi", "RUSPA!", "tutta la notte coca e mignotte.it", "Papa Francesco marketing spa" o "Spinoza.it".

È stare sotto l'occhio di Sauron, sono le scimmie che si guardano dalle altre scimmie, che non vengano tirate a forza di nuovo sul fondo della gabbia, giù dalla scala. Si è più liberi e interessati alla condivisione al bar con gli amici che davanti a qualsiasi "clan" di amici virtuali.

O almeno per quello che vedo io essere i "clan" moderni.

Di clan come quelli di cui scrivi tu, io non ne ho mai visti, purtroppo.

*Magari è un problema mio, una volta un amico mi disse: "tu la devi finire con questa storia che ogni volta vuoi ribadire di stare su una posizione tutta tua, che ti fa schifo ogni forma di partecipazione, condivisione e appartenenza". Ma a me in realtà non fa schifo. Fa schifo quello a cui mi si offre di appartenere.

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Bella distinzione, in teoria.

CUT

O almeno per quello che vedo io essere i "clan" moderni.

Di clan come quelli di cui scrivi tu, io non ne ho mai visti, purtroppo.

*Magari è un problema mio, una volta un amico mi disse: "tu la devi finire con questa storia che ogni volta vuoi ribadire di stare su una posizione tutta tua, che ti fa schifo ogni forma di partecipazione, condivisione e appartenenza". Ma a me in realtà non fa schifo. Fa schifo quello a cui mi si offre di appartenere.

Proprio per questo consiglio dentro al "Clan" di formare Ninja Clan di tre unità, amici veri, con cui condividere la vita, e poi unirne tre da tre formando un gruppetto di nove.

Non nove utenti di città diversi, non nove amici di fb, nove persone vicine.

Perché è vero che bere una birra al bar è più bello che fotografarla su fb.

Ma quelle persone con cui la bevi dal vivo sono proprio le persone che vuoi sul tuo social network e con cui condividere le esperienze della vostra vita.

E' ovvio che non considero "amici" un membro del Predator Clan di Cagliari ed uno di Torino.

Ma entrambi possono avere il loro piccolo clan, la tribù di cui sentirsi parte davvero. E non parlo del sentirsi parte di quelli che odiano i truzzi o di quelli che amano la coca cola.

Quello di cui parli, persone che ti paiono inizialmente affini e poi le vedi perdersi nelle cazzate della società, è il motivo stesso per cui ho abbandonato l'idea che avevo prima di MLTR.

Hanno anche loro bisogno di gruppo, ma non vivete tutti assieme in un residence, per cui quando sei con la persona A o quando sei per i fatti tuoi, la persona B e la persona C ricadono nella ricerca di like macrosociali.

Questo accade tanto coi maschi quanto con le femmine e indipendentemente dal livello culturale o intellettivo.

Chiudo la conversazione col racconto di un filmato che vidi sul recupero di un cane ossessionato dal mordere nervosamente sassi (rovinandosi gravemente i denti).

Come lo avranno curato? Scosse elettriche? Fischi potenti inudibili per l'uomo? Coccole quando non mordeva?

Spesso dimentichiamo che, come noi, il cane non è un cane.

Il cane è cane quando inserito in un branco.

Da solo non è nulla, è solo preda di ansie e manie.

Semplicemente, l'addestratore, lo inserì in un gruppo di cani che allevava.

Lui vide un sasso ed iniziò a morderlo, gli altri cani non lo considerarono e si misero a giocare fra loro, lui li guardò, guardò il sasso, e andò a giocare con loro.

Fine della lunga ossessione per i sassi.

Simili sono gli esperimenti sui topi.

Un topo è in una gabbia con due vaschette d'acqua. Una vaschetta è drogata.

Il topo beve l'acqua drogata fino a morire.

E' istintivo sballarsi e cercare la droga?

Lo è quando si è soli a rompersi le palle in una cella.

Cosa successe quando misero i topi con le due vaschette ma in un ambiente stimolante e con altri topi con cui giocare e scopare?

Zero per cento di uso dell'acqua drogata.

Modificato da ^'V'^
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