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Damned Jamie Vardy , You did it ! ( Dannato JamieVardy, ce l'hai fatta !)


cabeleira

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cabeleira

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"A 16 anni venni scartato ai provini per giocare nello Sheffield Wednesday, era la squadra per cui ho sempre tifato e fu una delusione grandissima.
La motivazione era che fisicamente non ero adeguato, ero alto 140cm. Da quel giorno dentro me stesso cresceva sempre di più la rabbia, volevo giocare a calcio, era il mio scopo nella vita. A 18 anni sono andato a lavorare in fabbrica, ma la passione per il football non passava, anzi cresceva giorno dopo giorno. La mattina lavoravo, e la sera ero il bomber delle rappresentative semi dilettantistiche locali. Ero arrivato al punto che tornavo a casa solo per dormire. Dentro di me, però, sapevo che avrei fatto il calciatore professionista e che prima o poi avrei sfondato. Non immaginavo di certo che sarei arrivato in Premier, ma la vita si sa, riserva quando meno te lo aspetti, sempre un'altra possibilità."
Jamie Vardy

In questo discorso trovate tutto quello che vi serve capire sulla crescita personale, che siate appassionati di calcio, o meno.

Se fate attenzione alle frasi che ho sottolineato noterete che Vardy sapeva dentro di se che sarebbe diventato un calciatore, e pur non aspettandosi di arrivare sino in premier, ( in cui fra l'altro ha segnato questa settimana un euro - gol, forse uno dei più belli mai visti),ha sempre sentito di poter diventare un grande calciatore.

Vardy è la sintesi del calciatore vero che attraversa il tempo e lo spazio del calcio ; mosso da un desiderio potentissimo che incenerisce tutte le altre costanti, lanciato verso una meta che non è solo un obbiettivo nella realtà, ma, soprattutto, un "sentire dentro" quello che : " Volli, volli sempre, fortissimamente volli" . ( cit. Vittorio Alfieri).

Il resto è il cammino. Sono alti e bassi che chiunque di noi deve affrontare, una somma di costanti che tutti abbiamo in comune e delle quali è inutile lamentarsi se ci si sente dentro quello che si vuole ottenere.

Pensate invece a Balotelli : ha tutto quello che desidera un calciatore di talento, ma il talento, la predisposizione per il calcio, da soli non bastano.

Lo dico da milanista ed estimatore del suo "talento" : mai una volta Balotelli è stato determinante, mai nella sua carriera ha avuto un momento di continuità.

E' bravo, E' talentuoso, ma non è un vero calciatore, ne (purtroppo ) lo sarà mai. Come mai lo saranno Cassano, El Sharawy ed altri innumerevoli affini che si trascinano per il campo da calcio come Zombie per tutti i 90 minuti.

Meglio un minuto da Vardy che 90 da Balotelli.

E voi cosa volete ?

Vi siete mai chiesti cosa desiderate veramente fare ?

Quali fra i vostri obbiettivi vi sentite dentro e quali no ?

Modificato da cabeleira
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Esemplare Jamie Vardy. Non ha mai mollato e adesso si sta giocando il titolo della Premier.

Ad avercela la sua rabbia.

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Boulevard

Ottimo spunto.

Credo che la determinazione sia un fattore imprescindibile nella vita.

Una vita fatta di risultati, chiaramente.

Non puoi parlare di determinazione a chi passa il fine settimana dal bar alla discoteca (Ah, si parlava di Balotelli).

Non amo il calcio e non amo lo sperpero di denaro che c'è dietro.

Però applausi a Vardy, al Leicester e alle loro palle.

Proprio l'altro ieri leggevo un articolo sui loro risultati.

Ieri mi è capitato di vedere il gol contro il Liverpool.

Zero timori reverenziali.

Determinazione e spirito di sacrificio bastano e avanzano.

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Hesediel

Hai portato un esempio estrapolato dal mondo del calcio, che non amo e non conosco, se non superficialmente.
Hai portato uno degli esempi viventi della frase che io recito come un mantra:

"Non esistono ostacoli troppo grandi, ma solo motivazioni troppo piccole" [cit. Arcibaldo, in Rat-Man]

Ora, che la motivazione sia fondamentale, è certo.
Ma io credo che l'enorme problema di fondo che porta una persona a non raggiungere i propri obiettivi sia:

"Quali sono, esattamente, i miei obiettivi?"

Quando ho iniziato a far lavorare quei tre neuroni che mi son rimasti e che ogni tanto si ritrovano per una scala 40, mi son reso conto che non avevo obiettivi e che molte persone che conoscevo erano nella stessa situazione.

Non sapevo nemmeno io cosa volessi, nella mia vita.
Mi sono reso conto che spesso quelli che definivo "obiettivi" erano in realtà "bisogni da soddisfare": donne, soldi, potere.

Tutti aspetti nei quali avevo mancanze in qualche modo e quindi li vedevo come obiettivi.

Peccato che mi son reso conto che le donne, i soldi e il potere sono solo un mezzo, non un fine.

E quindi, quale è il mio, di fine?

Ecco, questa è la domanda che bisogna porsi con frequenza, ogni giorno.

Perché puoi avere le più indomite motivazioni a soffiare il vento più imponente, ma se non sai dove andare sarai sempre un marinaio alla deriva.

Modificato da Hesediel
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cabeleira

Hai portato un esempio estrapolato dal mondo del calcio, che non amo e non conosco, se non superficialmente.

Hai portato uno degli esempi viventi della frase che io recito come un mantra:

"Non esistono ostacoli troppo grandi, ma solo motivazioni troppo piccole" [cit. Arcibaldo, in Rat-Man]

Ora, che la motivazione sia fondamentale, è certo.

Ma io credo che l'enorme problema di fondo che porta una persona a non raggiungere i propri obiettivi sia:

"Quali sono, esattamente, i miei obiettivi?"

Quando ho iniziato a far lavorare quei tre neuroni che mi son rimasti e che ogni tanto si ritrovano per una scala 40, mi son reso conto che non avevo obiettivi e che molte persone che conoscevo erano nella stessa situazione.

Non sapevo nemmeno io cosa volessi, nella mia vita.

Mi sono reso conto che spesso quelli che definivo "obiettivi" erano in realtà "bisogni da soddisfare": donne, soldi, potere.

Tutti aspetti nei quali avevo mancanze in qualche modo e quindi li vedevo come obiettivi.

Peccato che mi son reso conto che le donne, i soldi e il potere sono solo un mezzo, non un fine.

E quindi, quale è il mio, di fine?

Ecco, questa è la domanda che bisogna porsi con frequenza, ogni giorno.

Perché puoi avere le più indomite motivazioni a soffiare il vento più imponente, ma se non sai dove andare sarai sempre un marinaio alla deriva.

E' proprio questo il senso di tutto il discorso.

Donne, soldi e potere sono conseguenze, non premesse dei tuoi veri obbiettivi.

Gli obbiettivi coincidono con qualcosa di concreto, una cosa che ti è rimasta nel cuore e che vorresti fare bene, ma bene veramente.

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  • 3 settimane dopo...
dickinson1

Mah,credo che Vardy sia un esempio per tanti.

Ed un esempio FRA tanti.

A me viene in mente il Perugia che nella gestione Gaucci (prima che scappasse dall'Italia)

pescava dai dilettanti giocatori da mettere in Serie A e si faceva dei campionati dignitosi.

Il fatto e' che ci sono giocatori che hanno la fortuna di fare il salto di qualita'...

e facilmente anche le conoscenze giuste,non dimentichiamocelo.

Oppure ci sono quelle partite giuste,in cui sei al top...

c'e' l'osservatore giusto al momento giusto e tac.

Non e' per screditare ,ma per mettere i puntini sulle " i".

Poi e' normale che se uno non regge la pressione rischia di fare flop.

Vardy si ritrova dentro ad una giostra che funziona.

Fosse finito all' Arsenal o al Manchester City avrebbe avuto la stessa sorte?

Esempi surreali,lo so...

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comeback

Dal punto di vista tecnico lo considero un buon giocatore ma non un fenomeno, ma l'atteggiamento e lo spirito sono del fuoriclasse.

L'aspetto più interessante della storia di Vardy è l'idea che ci sono molte persone relegate in posizioni, condizioni, ruoli che sono al di sotto delle loro capacità e delle loro potenzialità. Alcune persone lottano contro la loro stessa determinazione per emergere, altri si deprimono e scelgono di non emergere.

Questo è vero in qualsiasi campo della vita.

Nella vita reale ad esempio conta molto il sapersi vendere, il saper trovare le giuste vie (network) per risalire, riuscire a fare delle scelte e ovviamente occorre un margine positivo di 'sorte'.

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