Vai al contenuto

Introversione, quali sono i motivi biologici?


marcosx

Messaggi raccomandati

Allería
Il ‎14‎/‎04‎/‎2017 alle 17:55 , AChangeofSeason ha scritto:

Questo topic offre veramente molti spunti di riflessioni, e tutti gli interventi che ho letto li ho trovati ben ragionati e giusti; spiegano pure molti lati di me,

Io ho sempre trovato la mia introversione come un punto di forza, ma in alcune fasi della mia vita l'ho trovata come una palla al piede. Sempre a creare voli pindarici mentali che non mi portavano a niente! Mentre gli estroversi, con una sana faccia come il culo e la buona parlantina efficaci ad attirare i palcoscenici, ottenevano ciò che volevano. Per forza di cose un po' mi sono adeguato, senza esagerare però, sennò risulto finto e ridicolo, ad "alzare la voce" sulle mie inclinazioni, passioni e gusti. L'introversione è ottima per elaborare, riflettere, farsi una idea articolata su cose profonde (vita, rapporti, mondo circostante, teorie) e crea terreno fertile per creare, ma limita l'azione, che è quella che fa muovere le cose, quella che ti fa accorgere della tua esistenza e del tuo valore. Che cosa ci guadagno con le mie teorie chiuse dentro di me? Pertanto, sono d'accordo sul fatto che bisogna avere l'equilibrio di introversione/estroversione.
  Io ce l'ho questo equilibrio? Rispondo dicendo che io di persone equilibrate al 100% non ne conosco. ;)

Se trovi una persona equilibrata al 100% ti pago in dobloni d'oro.... d'altra parte cosa si intende per "equilibrato"? In realtà quello che si chiama equilibrio non è altro che un insieme di eccessi o difetti che miscelati insieme possono produrre in insieme più o meno equilibrato. Sempre per ipotesi, immagina di avere un personaggio di quei giochi di ruolo dove all'inizio hai un totale di punti abilità che devi distribuire sulle varie abilità del tuo personaggio (forza, velocità, intelligenza etc). Ecco, se consideriamo una persona reale non si è mai visto qualcuno che avesse tali punti distribuiti equamente sulle proprie abilità ( cioè con 10 di forza, 10 di velocità, 10 di intelligenza e così via) ma ci saranno persone che hanno 30 in forza, 5 in velocità, 0 in qualcos'altro e bla bla bla...

Questo per dire che anche le persone definibili equilibrate in realtà sono un precario equilibrio di "eccessi" in elementi contrapposti.

Ma di quali elementi stiamo parlando? Sempre secondo la teoria di Jung, fondamentalmente gli individui non sono del tutto unici e differenti gli uni dagli altri, ma tutti possono essere ricondotti a degli archetipi comuni.

Da cosa nascono questi archetipi?

Al momento della nascita, il primo momento in cui la luce brucia i nostri occhi e ci riempiamo i polmoni con la prima aria, possiamo effettivamente definirci psicologicamente tutti uguali, perché anche se potrebbero esistere predisposizioni innate, queste ancora non hanno ancora avuto modo di esprimersi. Le differenze tra gli individui iniziano ad avere luogo nei primi mesi di vita. Secondo Jung, ciò che differenzia le persone è la scelta che queste effettuano relativamente a quattro "funzioni":

Estroversione/Introversione (E/I)

Come detto, è la preferenza per il mondo esteriore oppure per il mondo interiore

Sensazione/Intuizione (S/N)

La sensazione e l'intuizione sono due modi di percepire le cose del mondo: la sensazione si basa sulla percezione dei sensi, l'olfatto, la vista, l'udito tramite cui diventiamo consapevoli delle cose; l'intuizione si basa sulle percezioni inconsce della nostra mente, spesso si manifesta come "intuito" o "presentimento", è quando si capisce qualcosa senza sapere come ci si sia arrivati, oppure quando si riesce a capire il vero significato dietro le parole delle persone.

Pensiero/Sentimento (T/F)

Questa è la preferenza su come si giudica o valuta ciò che si è percepito tramite S (oppure con N); il pensiero adotterà un metro logico, razionale, che si basa sulla consequenzialità di causa ed effetto; il sentimento adotta invece un metro emotivo, valutando le cose sulla base irrazionale di ciò che ci piace o non ci piace.

Percezione/Giudizio (P/J)

Questa preferenza infine spiega come viene organizzato e disposto l'ambiente circostante ed i propri pensieri: la percezione fa si che si prendano le cose "così come vengono", senza grande schematizzazione, indice spesso di disorganizzazione e ricerca di novità; il giudizio invece fa si che si tenda ad organizzare l'ambiente e le idee, che tutto abbia un ordine, porta ad una preferenza per la stabilità e le certezze.

 

Quindi ogni persona è caratterizzata da 4 funzioni, ovvero una tra E e I, una tra S e N, una tra T e F, e una tra P e J.

Dalla preferenza per diverse combinazioni, nascono i diversi archetipi di persone, ognuna caratterizzata da preferenze e caratteristiche peculiari rispetto alle altre.

E' importante definire che non si nasce con una "combinazione" predefinita e nemmeno può essere stabilita arbitrariamente tramite l'automiglioramento; il risultato è il frutto delle preferenze innate dell'individuo, in aggiunta alle esperienze vissute, con il tutto che può essere leggermente modificato tramite un importante lavoro su se stessi.

 

Questa premessa era lunga ma necessaria per spiegare un punto saliente delle personalità introverse

Come detto all'inizio, le funzioni non sono equamente distribuite ma saranno sempre disposte in ordine discendente, con una più sviluppata in cima e con le altre meno sviluppate via via a scendere.

La funzione più sviluppata si indica come funzione dominante, e la seconda più sviluppata si chiama funzione ausiliaria. Un ruolo fondamentale dell'introversione/estroversione è che essa stabilisce il modo in cui si manifestano la funzione dominante e ausiliaria.

Gli estroversi usano la loro funzione dominante per interagire con il mondo, mentre gli introversi usano la loro funzione ausiliaria. In un testo ho trovato un paragone calzante:

" Un buon metodo per visualizzare la differenza è pensare al processo dominante come al Generale e al processo ausiliario come il suo Ufficiale. Nel caso dell'estroverso, il Generale è sempre sul campo. Gli altri lo incontrano immediatamente e discutono i loro affari direttamente con lui. Possono ricevere il suo punto di vista ufficiale in qualunque momento . L'Ufficiale resta rispettosamente indietro oppure sparisce dentro alla tenda. Il Generale dell'introverso è dentro alla tenda, intento a lavorare a questioni di massima importanza. L'Ufficiale è fuori a respingere le interruzioni oppure, se è dentro ad aiutare il Generale, esce fuori per vedere cosa vogliono da lui. E' l'Ufficiale che gli altri incontrano e colui con il quale essi discutono degli affari. Solo quando la questione è davvero importante (oppure l'amicizia è molto stretta) agli altri è permesso di entrare dentro e incontrare il Generale in persona. Se le persone non comprendono che c'è un Generale dentro alla tenda che ha un grado molto superiore all'Ufficiale che hanno incontrato, possono facilmente ritenere che l'Ufficiale sia il solo in carica. Questo è un errore imperdonabile. Porta non solo a sottovalutare le capacità dell'introverso, ma anche ad un'incompleta comprensione dei suoi desideri, piani e punti di vista. L'unica fonte per queste informazioni riservate è il Generale."

Dunque, ciò che rende gli introversi a disagio all'esterno è che essi affrontano il mondo con la loro funzione ausiliaria, la seconda più sviluppata, quindi non la loro migliore funzione, che si manifesta all'esterno solo in caso di vera necessità o di una situazione di fiducia e rilassatezza.

Gli introversi che dicono di cavarsela bene anche in situazioni caotiche ed in teoria di disagio, è evidentemente perché hanno sviluppato adeguatamente la propria funzione ausiliaria, che gli consente di gestirsi sufficientemente bene in queste circostanze.

 

 

  • Mi piace! 4
Link al commento
Condividi su altri siti

AChangeofSeason
Cita

Dunque, ciò che rende gli introversi a disagio all'esterno è che essi affrontano il mondo con la loro funzione ausiliaria, la seconda più sviluppata, quindi non la loro migliore funzione, che si manifesta all'esterno solo in caso di vera necessità o di una situazione di fiducia e rilassatezza.

Sono d'accordissimo! Io quando sono rilassato non sono per niente introverso!

Cita

Gli introversi che dicono di cavarsela bene anche in situazioni caotiche ed in teoria di disagio, è evidentemente perché hanno sviluppato adeguatamente la propria funzione ausiliaria, che gli consente di gestirsi sufficientemente bene in queste circostanze.

Devo dare un aumento al mio ufficiale! 😄😄

Link al commento
Condividi su altri siti

_Buio_
Il 18/2/2017 alle 21:34 , marcosx ha scritto:

Perché questo tratto genetico si è trasmesso per generazioni fino ad oggi?

In passato quale vantaggio evolutivo ha fornito? E oggi come si può sfruttare? 

 

Non tutti i caratteri e le varie sfumature che contraddistinguono ogni individuo sono per forza soggette alla selezione naturale. Specie nell'ambito della personalità. 

  • Mi piace! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

  • 1 mese dopo...
marcosx

Per capire un po' meglio me stesso è stato di aiuto fare il test MBTI (Myer Brigs Type Indicator). In america è diffusissimo nella valutazione e selezione delle risorse umane.

Lo consiglio a tutti, in sostanza dalla combinazione  dei tratti di personalità descritti da Jungh (e da Alleria) si ricavano 16 tipi di personalità. Fai il test e ti viene restituito il tuo tipo, la sua descrizione ,punti di forza e debolezza.

in inglese c'è tanta letteratura di riferimento per approfondire.

  • Mi piace! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

Crescendo63
On 18/2/2017 at 9:34 PM, marcosx said:

Biologici o bioevolutivi, insomma certe volte si parla di introversione come se fosse una malattia, un difetto o una lacuna da colmare. 

Dalla mia esperienza posso dire che non è sinonimo di insicuro o timido, ma a volte è così che viene trattata nella "vulgata".

Eppure introversi siamo in molti, quindi quali punti di forza abbiamo e possiamo coltivare?

Viene confuso con l'insicurezza perché uno può diventare introverso come "fuga", riparo, difesa. Ma è cosa ben diversa dall'introverso che "abita" se stesso per piacere e naturale tendenza.

 

IMO, come sempre accade in natura, c'è un equilibrio tra una tendenza e il suo opposto:

- L'introverso ha il vantaggio di essere più riflessivo, quindi più profondo e meno superficiale, più empatico, più analitico, più comprensivo.

- L'estroverso ha il vantaggio di agire di più, osare di più e frenarsi meno, cogliere le opportunità.

Appare ovvio che in ambito professionale, p.es., l'una o l'altra tendenza offrano specifici vantaggi per lavori diversi.

 

La persona più evoluta ha entrambe le capacità, e le utilizza in base al contesto e ai suoi obiettivi.

Modificato da Crescendo63
  • Mi piace! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

  • 4 settimane dopo...
the last Hope

Secondo me l`introversione non ha nulla a che fare con l`insicurezza, essere introversi significa vedere il mondo in modo differente... con gli occhi di una persona riflessiva e mooolto empatica.

Ovviamente gli estroversi riescono a star bene con tutti perché sono abituati a stare in ambienti sociali molto grandi ed avere tanti amici... però nel momento in cui un`introverso prova a fare amicizia inizia a riflettere e a vedere se "quella persona va bene per lui" ed ha caretteristiche simili a lui... diciamo che l`introverso è più selettivo mentre all`estroverso non gliene frega un cazzo di nulla! AHAHAHAH

Ovviamente socializzare con tutti è un`ottima qualità... però l`empatia e l`intuito di un`introverso non vanno sottovalutati! ;)

Infine, per concludere, gli introversi che diventano estroversi non perdono i loro tratti intellettuali ed empatici, però iniziano a sbloccarsi di più capendo di poter avere di più dalla loro vita sentimentale ed affettiva, cioè... il problema degli introversi che la maggior parte delle volte non trombano ahahaha... proprio perché il meccanismo di selettività della persona poi si attiva pure con le donne... 

Link al commento
Condividi su altri siti

the last Hope

Comunque... si dice che a livello genetico l`introversione sia pure legata alla genetica... guardati un`articolo sui somatotipi!

Cioè... tipo la gente bassa e grossa tenderà ad essere socievole e pigra... mentre i più gracilini siano più introversi, intellettuali e con animo artistico! Ps( Ciò non significa che l`introversione non possa essere eliminata!)

Modificato da the last Hope
Link al commento
Condividi su altri siti

Il 18/2/2017 alle 21:34 , marcosx ha scritto:

Biologici o bioevolutivi, insomma certe volte si parla di introversione come se fosse una malattia, un difetto o una lacuna da colmare. 

Dalla mia esperienza posso dire che non è sinonimo di insicuro o timido, ma a volte è così che viene trattata nella "vulgata".

Eppure introversi siamo in molti, quindi quali punti di forza abbiamo e possiamo coltivare? 

Perché questo tratto genetico si è trasmesso per generazioni fino ad oggi?

In passato quale vantaggio evolutivo ha fornito? E oggi come si può sfruttare? 

Fu C. G. Jung a concettualizzare, per la prima volta, il costrutto "introversione - estroversione" nel guardare alla personalità di un individuo. Da allora, in effetti, il concetto - costrutto ha assunto i più diversi significati e le più svariate connotazione. Cominciamo con il dire che "introversione" ed "estroversione" non significano assolutamente nulla. Sono delle etichette. Estroverso rispetto a cosa? Introverso rispetto a chi? A cosa? Quando? In quali situazioni? Girano un sacco di stronzate relativamente ad una presunta base genetica dell'introversione con, addirittura, teorie pseudo-scientifiche, che rimandano all'uomo di Neanderthal. Allo stato attuale, non esiste alcuna prova scientifica che l'introversione abbia una base genetica. Zero. Quello che possiamo osservare è solamente che alcune persone hanno una maggior tendenza alla manipolazione dell'universo simbolico/emozionale piuttosto che alla manipolazione dell'universo materiale. Ma attenzione: anche l'universo simbolico trae la sua origine dall'esperienza con l'universo materiale. Quindi, si tratta di una questione di grado. Così definita la dimensione "introversione - estroversione", c'è posto per tutti, introversi ed estroversi. Anche per periodi della vita nei quali si è più introversi e momenti nei quali lo si è meno, esattamente come situazioni nelle quali si reagisce da introversi e altre nelle quali si reagisce da estroversi. Fin qui non sussistono problemi. Quando può nascere il problema? Il problema può sorgere quando l'introversione "fisiologica" diventa Disturbo Schizoide di Personalità. Ovvero, quando si presenta il seguente quadro fenomenologico:

Gli individui con Disturbo Schizoide di Personalità sembrano non desiderare l’intimità, appaiono indifferenti alle opportunità di stabilire relazioni strette, e non sembrano trarre molta soddisfazione dal far parte di una famiglia o di un altro gruppo sociale (Criterio A1). Preferiscono passare il tempo da soli piuttosto che stare con altre persone. Spesso appaiono socialmente isolati o “solitari”, e quasi sempre scelgono attività o passatempi solitari che non implicano l’interazione con gli altri (Criterio A2). Preferiscono compiti meccanici o astratti, come giochi al computer o matematici. Possono avere poco interesse nell’avere esperienze sessuali con un’altra persona (Criterio A3) e provano piacere in poche o nessuna attività (Criterio A4). Vi è di solito una ridotta capacità di provare piacere per esperienze sensoriali, fisiche o interpersonali, come camminare sulla spiaggia al tramonto o fare sesso. Questi individui non hanno amici stretti o confidenti, eccetto talora un parente di primo grado (Criterio A5).

Naturalmente, tutto ciò escludendo problemi legati all'autismo e di altri disturbi di personalità.

Solo quando il quadro assurge agli onori diagnostici la questione diventa un problema. Negli altri casi, dove sta il problema? 

FMJ 

  • Mi piace! 2
Link al commento
Condividi su altri siti

45 minuti fa, the last Hope ha scritto:

Comunque... si dice che a livello genetico l`introversione sia pure legata alla genetica... guardati un`articolo sui somatotipi!

Cioè... tipo la gente bassa e grossa tenderà ad essere socievole e pigra... mentre i più gracilini siano più introversi, intellettuali e con animo artistico! Ps( Ciò non significa che l`introversione non possa essere eliminata!)

Ragazzo mio, non diciamo sciocchezze eh! Non esiste nessuna certezza scientifica di una qualche base genetica CERTA (intendo gene o cluster di geni ereditabili) che determinino quel profilo di personalità che potremmo definire "introverso". Se esiste, riportami qui il nome del gene e la ricerca scientifica di riferimento pubblicata.

Dei somatotipi posso solo ridere. E tanto. Suvvia... dai...

FMJ

  • Mi piace! 3
Link al commento
Condividi su altri siti

Il 17/4/2017 alle 00:09 , Allería ha scritto:

Se trovi una persona equilibrata al 100% ti pago in dobloni d'oro.... d'altra parte cosa si intende per "equilibrato"? In realtà quello che si chiama equilibrio non è altro che un insieme di eccessi o difetti che miscelati insieme possono produrre in insieme più o meno equilibrato. Sempre per ipotesi, immagina di avere un personaggio di quei giochi di ruolo dove all'inizio hai un totale di punti abilità che devi distribuire sulle varie abilità del tuo personaggio (forza, velocità, intelligenza etc). Ecco, se consideriamo una persona reale non si è mai visto qualcuno che avesse tali punti distribuiti equamente sulle proprie abilità ( cioè con 10 di forza, 10 di velocità, 10 di intelligenza e così via) ma ci saranno persone che hanno 30 in forza, 5 in velocità, 0 in qualcos'altro e bla bla bla...

Questo per dire che anche le persone definibili equilibrate in realtà sono un precario equilibrio di "eccessi" in elementi contrapposti.

Ma di quali elementi stiamo parlando? Sempre secondo la teoria di Jung, fondamentalmente gli individui non sono del tutto unici e differenti gli uni dagli altri, ma tutti possono essere ricondotti a degli archetipi comuni.

Da cosa nascono questi archetipi?

Al momento della nascita, il primo momento in cui la luce brucia i nostri occhi e ci riempiamo i polmoni con la prima aria, possiamo effettivamente definirci psicologicamente tutti uguali, perché anche se potrebbero esistere predisposizioni innate, queste ancora non hanno ancora avuto modo di esprimersi. Le differenze tra gli individui iniziano ad avere luogo nei primi mesi di vita. Secondo Jung, ciò che differenzia le persone è la scelta che queste effettuano relativamente a quattro "funzioni":

Estroversione/Introversione (E/I)

Come detto, è la preferenza per il mondo esteriore oppure per il mondo interiore

Sensazione/Intuizione (S/N)

La sensazione e l'intuizione sono due modi di percepire le cose del mondo: la sensazione si basa sulla percezione dei sensi, l'olfatto, la vista, l'udito tramite cui diventiamo consapevoli delle cose; l'intuizione si basa sulle percezioni inconsce della nostra mente, spesso si manifesta come "intuito" o "presentimento", è quando si capisce qualcosa senza sapere come ci si sia arrivati, oppure quando si riesce a capire il vero significato dietro le parole delle persone.

Pensiero/Sentimento (T/F)

Questa è la preferenza su come si giudica o valuta ciò che si è percepito tramite S (oppure con N); il pensiero adotterà un metro logico, razionale, che si basa sulla consequenzialità di causa ed effetto; il sentimento adotta invece un metro emotivo, valutando le cose sulla base irrazionale di ciò che ci piace o non ci piace.

Percezione/Giudizio (P/J)

Questa preferenza infine spiega come viene organizzato e disposto l'ambiente circostante ed i propri pensieri: la percezione fa si che si prendano le cose "così come vengono", senza grande schematizzazione, indice spesso di disorganizzazione e ricerca di novità; il giudizio invece fa si che si tenda ad organizzare l'ambiente e le idee, che tutto abbia un ordine, porta ad una preferenza per la stabilità e le certezze.

 

Quindi ogni persona è caratterizzata da 4 funzioni, ovvero una tra E e I, una tra S e N, una tra T e F, e una tra P e J.

Dalla preferenza per diverse combinazioni, nascono i diversi archetipi di persone, ognuna caratterizzata da preferenze e caratteristiche peculiari rispetto alle altre.

E' importante definire che non si nasce con una "combinazione" predefinita e nemmeno può essere stabilita arbitrariamente tramite l'automiglioramento; il risultato è il frutto delle preferenze innate dell'individuo, in aggiunta alle esperienze vissute, con il tutto che può essere leggermente modificato tramite un importante lavoro su se stessi.

 

Questa premessa era lunga ma necessaria per spiegare un punto saliente delle personalità introverse

Come detto all'inizio, le funzioni non sono equamente distribuite ma saranno sempre disposte in ordine discendente, con una più sviluppata in cima e con le altre meno sviluppate via via a scendere.

La funzione più sviluppata si indica come funzione dominante, e la seconda più sviluppata si chiama funzione ausiliaria. Un ruolo fondamentale dell'introversione/estroversione è che essa stabilisce il modo in cui si manifestano la funzione dominante e ausiliaria.

Gli estroversi usano la loro funzione dominante per interagire con il mondo, mentre gli introversi usano la loro funzione ausiliaria. In un testo ho trovato un paragone calzante:

" Un buon metodo per visualizzare la differenza è pensare al processo dominante come al Generale e al processo ausiliario come il suo Ufficiale. Nel caso dell'estroverso, il Generale è sempre sul campo. Gli altri lo incontrano immediatamente e discutono i loro affari direttamente con lui. Possono ricevere il suo punto di vista ufficiale in qualunque momento . L'Ufficiale resta rispettosamente indietro oppure sparisce dentro alla tenda. Il Generale dell'introverso è dentro alla tenda, intento a lavorare a questioni di massima importanza. L'Ufficiale è fuori a respingere le interruzioni oppure, se è dentro ad aiutare il Generale, esce fuori per vedere cosa vogliono da lui. E' l'Ufficiale che gli altri incontrano e colui con il quale essi discutono degli affari. Solo quando la questione è davvero importante (oppure l'amicizia è molto stretta) agli altri è permesso di entrare dentro e incontrare il Generale in persona. Se le persone non comprendono che c'è un Generale dentro alla tenda che ha un grado molto superiore all'Ufficiale che hanno incontrato, possono facilmente ritenere che l'Ufficiale sia il solo in carica. Questo è un errore imperdonabile. Porta non solo a sottovalutare le capacità dell'introverso, ma anche ad un'incompleta comprensione dei suoi desideri, piani e punti di vista. L'unica fonte per queste informazioni riservate è il Generale."

Dunque, ciò che rende gli introversi a disagio all'esterno è che essi affrontano il mondo con la loro funzione ausiliaria, la seconda più sviluppata, quindi non la loro migliore funzione, che si manifesta all'esterno solo in caso di vera necessità o di una situazione di fiducia e rilassatezza.

Gli introversi che dicono di cavarsela bene anche in situazioni caotiche ed in teoria di disagio, è evidentemente perché hanno sviluppato adeguatamente la propria funzione ausiliaria, che gli consente di gestirsi sufficientemente bene in queste circostanze.

 

 

Faccio notare che il libro di Jung "Tipi psicologici" è del 1920. Non so se mi spiego. Nel frattempo... la psicologia ne ha fatta di strada, eh!. Suvvia... ma per piacere!

FMJ

  • Mi piace! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un membro per lasciare un commento

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra community. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.

Accedi Ora
×
×
  • Crea Nuovo...