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Sconfortato per la mia vita


pinballwizard

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pinballwizard

Ho 27 quasi 28 anni.

Le mie giornate sono tutte uguali e sento di essere ingabbiato, vorrei cambiare la mia vita, ma non ne ho la forza. Per lungo tempo ho avuto la speranza e la sicurezza che potessi cambiare la mia vita, che potessi risalire anzichè discendere la china, ma ora non ne sono più sicuro. Vivo una situazione di disperazione, sento un vuoto incolmabile, è come se cercassi un significato superiore, qualcosa per cui valga la pensa vivere, ma che non ho o non ho ancora trovato. Mi sento triste, agitato, solo.

Sono anni che vivo in questa condizione, sono stato da psicologi e psichiatri vari. Ho preso antidepressivi, antipsicotici e ansiolitici. Le cose sembravano migliorare e ho deciso insieme al mio psichiatra di interrompere l'antidepressivo e credo di aver fatto un errore madornale.

Non mi piace fare più nulla, prima amavo andare al mare, mi piaceva uscire, giocare a biliardo, guardare film, leggere, le donne. Ora sento che nulla può darmi conforto, soddisfazione. Se avessi qualcosa per cui guardare al futuro, un faro in mezzo alla nebbia, potrei dirmi che almeno ho qualcosa a cui appoggiarmi, ma non ho NULLA. La mia famiglia probabilmente, ma non possono darmi conforto ventiquattro ore su ventiquattro.

Cerco di mantenermi impegnato ed esco normalmente, vado al biliardo, al cinema, in palestra, esco con gli amici, cerco di interessarmi alle persone, ma in cuor mio so che è tutto una farsa, una maschera che mi metto.

Soffro di depressione, disturbo ossessivo compulsivo e fobia sociale. Mi viene constantemente rinfacciato che i miei sentimenti, il mio modo di pensare sono sbagliati, che la mia realtà è distorta, che sono troppo pessimista. Io non ero così, ma gli eventi e varie vicissitudini mi hanno cambiato. Non ho avuto avvenimenti gravi come la perdita di qualcuno, ma sento che la mia vita finora è solo stata un'alternarsi di noia e tristezza. Non sto dicendo che nel mondo non ci sia bellezza, sto semplicemente dicendo che io non saprei coglierla.

Ho degli amici, ma forse ho una visione eccessivamente romantica dell'amicizia. Sento che in realtà non ho conforto da loro, ognuno vive la propria vita, solo rarissime volte ho avuto parole di incoraggiamento. Non li biasimo, ognuno vive la propria vita e ha i propri problemi e onestamente anche io sono molto egoista e penso solo a me stesso.

Non studio e non lavoro. Lo studio non faceva per me e ho deciso di non continuare a studiare illudendomi che avrei trovato lavoro, mi sbagliavo di grosso. Ho fatto solo lavori da niente e di pochi mesi. Ho frequentato corsi di formazione che si sono rivelati toltamente inutili.

Non so neanche perchè ho scritto qua, non credo nessuno possa darmi conforto, forse sono troppo compromesso. Ma se scrivo qua vuol dire che magari un minimo di speranza nel cambiamento l'ho ancora.

Un saluto

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AtlasCoelestis

Hai mai pensato di intraprendere un percorso di psicoterapia?

Da quello che sto studiando in quest'ultimo periodo l'EMDR dovrebbe essere perfetta.

La farò pure io in Autunno per rifinire il lavoro che sto facendo su me stesso.

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Descent
21 ore fa, pinballwizard ha scritto:

ho deciso insieme al mio psichiatra di interrompere l'antidepressivo e credo di aver fatto un errore madornale.

Sai già cosa può avere contribuito alla tua ricaduta. Valuta con il tuo psichiatra se vale la pena riprendere l'antidepressivo.

21 ore fa, pinballwizard ha scritto:

Mi viene constantemente rinfacciato che i miei sentimenti, il mio modo di pensare sono sbagliati, che la mia realtà è distorta, che sono troppo pessimista.

Giudicare la visione della vita altrui è da bigotti, e ce ne sono tanti in giro. Tuttavia certe volte delle critiche sul modo di pensare sono semplicemente dei consigli dati male. Possibilmente hai un modo di pensare molto rigido, che può pesare a chi ti circonda, e che può portare al giudizio. Per esperienza, penso che quando una persona giudichi, lo fa per difendere la propria visione del mondo, spesso fragile e poco elastica. 

Magari ti rapporti con altra gente rigida, non c'è da meravigliarsi di questo. 

Se non lavori su te stesso non potrai mai avere a che fare con gente utile alla tua realizzazione. 

21 ore fa, pinballwizard ha scritto:

Non studio e non lavoro.

Non è una colpa. 

Sei depresso, il tuo organismo lavora in maniera disorganizzata e inefficiente. 

Avrai senz'altro delle capacità, investi solo su quelle, tenendo di vista ciò che realmente ti fa stare bene.

21 ore fa, pinballwizard ha scritto:

Soffro di depressione, disturbo ossessivo compulsivo e fobia sociale.

Un quadretto che mi ricorda qualcosa.

Io sto prendendo l'antidepressivo da un po' di tempo, se ti va di scrivermi in privato per parlare della tua esperienza fai pure.

Anche dalle mie parti capitano i momenti bui. 

Modificato da Descent
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pinballwizard
2 ore fa, AtlasCoelestis ha scritto:

Hai mai pensato di intraprendere un percorso di psicoterapia?

Da quello che sto studiando in quest'ultimo periodo l'EMDR dovrebbe essere perfetta.

La farò pure io in Autunno per rifinire il lavoro che sto facendo su me stesso.

sì è da circa cinque anni che faccio psicoterapia: per quattro anni ho fatto quella analitica e ora da circa un anno quella cognitiva comportamentale. Per certi versi sta aiutando, per altri no.

1 ora fa, Descent ha scritto:

Sai già cosa può avere contribuito alla tua ricaduta. Valuta con il tuo psichiatra se vale la pena riprendere l'antidepressivo.

Giudicare la visione della vita altrui è da bigotti, e ce ne sono tanti in giro. Tuttavia certe volte delle critiche sul modo di pensare sono semplicemente dei consigli dati male. Possibilmente hai un modo di pensare molto rigido, che può pesare a chi ti circonda, e che può portare al giudizio. Per esperienza, penso che quando una persona giudichi, lo fa per difendere la propria visione del mondo, spesso fragile e poco elastica. 

Magari ti rapporti con altra gente rigida, non c'è da meravigliarsi di questo. 

Se non lavori su te stesso non potrai mai avere a che fare con gente utile alla tua realizzazione. 

Non è una colpa. 

Sei depresso, il tuo organismo lavora in maniera disorganizzata e inefficiente. 

Avrai senz'altro delle capacità, investi solo su quelle, tenendo di vista ciò che realmente ti fa stare bene.

Un quadretto che mi ricorda qualcosa.

Io sto prendendo l'antidepressivo da un po' di tempo, se ti va di scrivermi in privato per parlare della tua esperienza fai pure.

Anche dalle mie parti capitano i momenti bui. 

Quando prendevo l'antidepressivo non ero felicissimo, poi lo prendeva circa tre anni fa ed il tempo santifica quello che abbiamo perso. Potrei ricordare male come si sentivo. Ho fatto tanto per interrompere di prendere i farmaci perchè onestamente era una schiavitù, avevano tanti effetti collaterali ( prendevo lo zoloft ed ero diventato una sorta di asessuato) e quando non li prendevi la situazione era drammatica, non so se hai mai avuto una dipendenza da benzodiazepine, ti garantisco che l'astinenza è terribile. Ora prendo solo un antipsicotico che penso interromperò ad Agosto.

Per quanto riguarda il pensare in maniera rigida hai centrato in pieno. Sono molto testardo e penso in maniera rigida, per me una cosa è bianca o nera, non ci sono vie di mezzo. E' il mio psicoterapeuta che critica il mio modo di pensare e dice che penso male. Chiaramente non mi dice esplicitamente "pensi male e quello che dici sono cazzate", diciamo che me lo fa capire.

E' vero che il mio cervello è disorganizzato. Mi sento stupido, ho una capacità di attenzione di pochissimi minuti, leggo le cose e non le capisco. Prima sentivo di essere brillante, intuire le cose immediatamente, avevo la battuta pronta, ora sento come se fossi nella nebbia.

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Aiamacai

Tesoro bello, stai tranquillo, non c'è niente di sbagliato in te ^_^ 

Probabilmente sei un ragazzo sensibile, lo so che ti senti giudicato e tu stesso ti giudichi. 

Ma non sei "troppo compromesso" ! Puoi fare tantissimo. Credimi, puoi uscire da quel buio...

Conosco decisamente bene la depressione, fobia sociale, ansia. Non mi sono fatta mancare niente ma, posso dire di aver vinto io.

Scrivimi pure in privato se pensi possa esserti utile :) 

 

 

 

 

 

 

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Descent
1 ora fa, pinballwizard ha scritto:

E' il mio psicoterapeuta che critica il mio modo di pensare e dice che penso male. Chiaramente non mi dice esplicitamente "pensi male e quello che dici sono cazzate", diciamo che me lo fa capire.

Questo qui si chiama ragionamento emotivo, e non sempre ci azzecca.

Anche se dovessi stare antipatico al terapeuta, il suo successo personale sta nel fare il miglior lavoro possibile e guarirti, non ha nessun interesse nello screditarti. 

1 ora fa, pinballwizard ha scritto:

na dipendenza da benzodiazepine, ti garantisco che l'astinenza è terribile.

Gli ansiolitici non sembrano mai aver fatto alcun effetto sul mio umore. Non so quanto sia una fortuna, ma penso di essere distante dall'astinenza, anche perché una volta ho interrotto dal nulla il Lexotan e non ho vissuto niente di anomalo. Potrebbe dipendere dal dosaggio, non so. 

 

1 ora fa, pinballwizard ha scritto:

Mi sento stupido, ho una capacità di attenzione di pochissimi minuti, leggo le cose e non le capisco.

Non molto distante da quello che mi accade. 

Aggiungici pure il senso di colpa per se stessi quando si rimugina su un qualche errore - anche stupido - avvenuto nel passato. Il tutto alimenta questa percezione di stupidità di cui parli. 

Il perdono verso se stessi, in queste condizioni, è la cosa più difficile da maturare. 

Il depresso sente il peso dell'inadeguatezza come nessun altro. Anche un semplice "perché non esci" può suonare come "tutti gli esseri degni di vivere stanno in compagnia, ridono e hanno ambizioni, tu no e sicuramente non meriti il piacere".

E la cosa tragica è che - come vedi - razionalmente ci si arriva, ma è una sorta di partita a scacchi con dio: una volta vinci tu sul tuo cervello, un'altra vince lui. Anzi direi proprio che, data la scarsa sensibilità relazionale di certe frequentazioni, è spesso il cervello a prendere il sopravvento su di noi. 

Che dire, la soluzione c'è, la forza va e viene, e una bella botta di culo non farebbe male. 

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pinballwizard
Il 21/7/2017 alle 20:19 , Descent ha scritto:

Questo qui si chiama ragionamento emotivo, e non sempre ci azzecca.

Anche se dovessi stare antipatico al terapeuta, il suo successo personale sta nel fare il miglior lavoro possibile e guarirti, non ha nessun interesse nello screditarti. 

Gli ansiolitici non sembrano mai aver fatto alcun effetto sul mio umore. Non so quanto sia una fortuna, ma penso di essere distante dall'astinenza, anche perché una volta ho interrotto dal nulla il Lexotan e non ho vissuto niente di anomalo. Potrebbe dipendere dal dosaggio, non so. 

 

Non molto distante da quello che mi accade. 

Aggiungici pure il senso di colpa per se stessi quando si rimugina su un qualche errore - anche stupido - avvenuto nel passato. Il tutto alimenta questa percezione di stupidità di cui parli. 

Il perdono verso se stessi, in queste condizioni, è la cosa più difficile da maturare. 

Il depresso sente il peso dell'inadeguatezza come nessun altro. Anche un semplice "perché non esci" può suonare come "tutti gli esseri degni di vivere stanno in compagnia, ridono e hanno ambizioni, tu no e sicuramente non meriti il piacere".

E la cosa tragica è che - come vedi - razionalmente ci si arriva, ma è una sorta di partita a scacchi con dio: una volta vinci tu sul tuo cervello, un'altra vince lui. Anzi direi proprio che, data la scarsa sensibilità relazionale di certe frequentazioni, è spesso il cervello a prendere il sopravvento su di noi. 

Che dire, la soluzione c'è, la forza va e viene, e una bella botta di culo non farebbe male. 

No, ma per carità non sto dicendo che il mio psicoterapeuta mi dica che ragiono male per screditarmi. Sto semplicemente dicendo che è pesante sentirsi dire che ragiono male e i miei sentimenti sono sbagliati.

Non credo sia importante dire i dosaggi precisi ma io prendevo dosi piuttosto elevate, niente di "eroico" ma neanche poco. Quando ho interrotto, nonostante lo scalaggio progressivo, ho avuto crisi di astinenza. Poi considera che io li ho presi per anni quotidianamente. Non so dire se questa tristezza mi ha instupidito o siano stati i farmaci. Quel che è certo è che mi sento più stupido, meno lucido, non ho più la battuta pronta.

Sì diciamo che il nostro cervello è il nemico più grande, spesso la realtà è più gentile della nostra mente. Io sto lavorando nel cercare di cambiare la mia reazione agli eventi avversi. La mia reazione standard è rattristarsi e autocommiserarmi. Non è per niente facile e di frequente perdo la speranza di poter migliorare la mia vita. Aggiungici anche il fatto che i miei problemi sono spartiti in più ambiti: problemi nel socializzare e nel relazionarmi, tristezza, ansia, preoccupazioni sul mio aspetto fisico,disturbo ossessivo compulsivo. Spero siano sintomi tutti collegati al fatto che mi sento infelice, magari se risolvo, risolvo tutti gli altri.

Quale sarebbe la soluzione che suggerisci tu?

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Descent
2 ore fa, pinballwizard ha scritto:

Io sto lavorando nel cercare di cambiare la mia reazione agli eventi avversi.

Questo è fondamentale, ed è anche il punto più difficile soprattutto per personalità ansiose. 

2 ore fa, pinballwizard ha scritto:

La mia reazione standard è rattristarsi e autocommiserarmi.

Ancora mi capita la stessa cosa. 

Intanto bisogna riconoscere l'effettiva entità degli eventi che consideriamo avversi, per potere sviluppare una reazione emozionale adeguata. 

In noi ansiosi le reazioni sono spesso istintive; se non ricordo male le informazioni di uno stimolo di stress saltano uno step di elaborazione nel cervello, per arrivare subito alla conclusione di trovarci di fronte ad un pericolo (le parti del cervello interessate sono l'amigdala e il talamo, ma non ricordo bene il processo). 

2 ore fa, pinballwizard ha scritto:

Sto semplicemente dicendo che è pesante sentirsi dire che ragiono male e i miei sentimenti sono sbagliati.

Che ragioni male o in maniera disfunzionale è possibile, se lo riconosci.

Sui sentimenti sbagliati mi auguro sia una tua deduzione, perché nessun terapeuta sufficientemente preparato direbbe una cosa simile. 

2 ore fa, pinballwizard ha scritto:

Quale sarebbe la soluzione che suggerisci tu?

Se ne avessi trovata una rapida, probabilmente non starei qui a scrivere.

Il tuo punto sul controllare le reazioni agli eventi avversi è sicuramente di aiuto negli eventi estemporanei. 

Per il malessere sul lungo termine entrano in gioco cose complesse, che possono anche sfociare con la nostra visione della vita.

Intanto parlarne fa sicuramente bene. Da questo punto di vista il forum è uno strumento eccezionale. 

La cosa che spesso mi fa stare male è l'idea che lo stare meglio possa coincidere con il vecchio me che razionalizzava in maniera disfunzionale, senza un minimo di maturazione. Devo però dire che ho avuto modo di constatare l'effettiva efficacia della terapia con le nuove persone che mi capita di conoscere.

Diciamo che lasciarsi alle spalle tutte le vecchie sanguisughe emozionali e più generalmente il passato è una buona strategia per iniziare.

Senza evitare però, perché non vedere le cose non significa che non esistano.

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  • 1 mese dopo...
Joker®

Sono sempre più convinto che sia l'ambiente in cui siamo cresciuti e quello in cui viviamo che ci condiziona non poco. Io sono in procinto di laurearmi, a fatica, perché dopo voglio allontanarmi dal mio contesto attuale. Non ho appoggi in sostanza, quindi è dura. Credo che la soluzione sia proprio cambiare il contesto in cui si vive. 

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leavingmyheart
Il 20.07.2017 alle 20:03 , pinballwizard ha scritto:

Ho 27 quasi 28 anni.

Le mie giornate sono tutte uguali e sento di essere ingabbiato, vorrei cambiare la mia vita, ma non ne ho la forza. Per lungo tempo ho avuto la speranza e la sicurezza che potessi cambiare la mia vita, che potessi risalire anzichè discendere la china, ma ora non ne sono più sicuro. Vivo una situazione di disperazione, sento un vuoto incolmabile, è come se cercassi un significato superiore, qualcosa per cui valga la pensa vivere, ma che non ho o non ho ancora trovato. Mi sento triste, agitato, solo.

Sono anni che vivo in questa condizione, sono stato da psicologi e psichiatri vari. Ho preso antidepressivi, antipsicotici e ansiolitici. Le cose sembravano migliorare e ho deciso insieme al mio psichiatra di interrompere l'antidepressivo e credo di aver fatto un errore madornale.

Non mi piace fare più nulla, prima amavo andare al mare, mi piaceva uscire, giocare a biliardo, guardare film, leggere, le donne. Ora sento che nulla può darmi conforto, soddisfazione. Se avessi qualcosa per cui guardare al futuro, un faro in mezzo alla nebbia, potrei dirmi che almeno ho qualcosa a cui appoggiarmi, ma non ho NULLA. La mia famiglia probabilmente, ma non possono darmi conforto ventiquattro ore su ventiquattro.

Cerco di mantenermi impegnato ed esco normalmente, vado al biliardo, al cinema, in palestra, esco con gli amici, cerco di interessarmi alle persone, ma in cuor mio so che è tutto una farsa, una maschera che mi metto.

Soffro di depressione, disturbo ossessivo compulsivo e fobia sociale. Mi viene constantemente rinfacciato che i miei sentimenti, il mio modo di pensare sono sbagliati, che la mia realtà è distorta, che sono troppo pessimista. Io non ero così, ma gli eventi e varie vicissitudini mi hanno cambiato. Non ho avuto avvenimenti gravi come la perdita di qualcuno, ma sento che la mia vita finora è solo stata un'alternarsi di noia e tristezza. Non sto dicendo che nel mondo non ci sia bellezza, sto semplicemente dicendo che io non saprei coglierla.

Ho degli amici, ma forse ho una visione eccessivamente romantica dell'amicizia. Sento che in realtà non ho conforto da loro, ognuno vive la propria vita, solo rarissime volte ho avuto parole di incoraggiamento. Non li biasimo, ognuno vive la propria vita e ha i propri problemi e onestamente anche io sono molto egoista e penso solo a me stesso.

Non studio e non lavoro. Lo studio non faceva per me e ho deciso di non continuare a studiare illudendomi che avrei trovato lavoro, mi sbagliavo di grosso. Ho fatto solo lavori da niente e di pochi mesi. Ho frequentato corsi di formazione che si sono rivelati toltamente inutili.

Non so neanche perchè ho scritto qua, non credo nessuno possa darmi conforto, forse sono troppo compromesso. Ma se scrivo qua vuol dire che magari un minimo di speranza nel cambiamento l'ho ancora.

Un saluto

 

una vita affettiva ce l'hai?

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