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Il palazzo di ghiaccio, parte I - Una storia di veleni e tempeste emotive


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Avete presente quella sensazione che avete quando pensavate di aver costruito qualcosa di solido, ma poi vi rendete conto che in realtà i mattoni sono disegnati, e in realtà, sotto, è tutto di carta?

Mi sta venendo il dubbio che quello che ho costruito con fatica in questi anni, in realtà sia una sovrastruttura inutile.

Che forse regge a qualche colpo di vento.

Solo che adesso, per la prima volta dopo anni, è arrivata una nuova formidabile tempesta.

E sta cominciando a scricchiolare tutto.

E sta cominciando a riafforare in me quella debolezza di cui pensavo di essermi liberato una volta per tutte.

Quella vocina di merda.

"Ehi, ragazzo. Cos'era quel cigolio?"

Un crescendo.

"Ci sei? Guarda che qui crolla tutto."

E infine.

"Scappa. A breve sarai sepolto da macerie e respirerai polvere."

Taci.

Sono ancora in piedi. Spalle larghe e occhi dritti verso il buio.

Dentro l'incendio. Ma fuori niente è cambiato.

Il mio palazzo di ghiaccio e avorio è ancora lì, in tutta la sua bellezza.


Due mesi fa

Conosco una ragazza al lavoro.

Occhi come il vento. E il veleno che può uccidermi, per citare @^'V'^ in uno dei suoi dei suoi interventi più lucidi, che mi è rimasto scolpito nella memoria.

Non capitava da anni.

Lo capisco quasi subito.

Quella ingannevole e primordiale sensazione di conoscerla già da una vita. Forse da più di una.

Chi sei tu? Mi ricordo di te.

Conosco quegli occhi. Quel profumo.

Dimmi chi sei.

Se ti dico chi sono, tu morirai.

Non importa. Anche io ucciderò te, e sarà bellissimo.

("Sicuro?")

Rinasceremo in un'altra forma e in un altro tempo, e continueremo a ucciderci fintanto che saremo immuni l'uno dall'altra.

("Molto toccante. E se lei fosse già immune?")

Stronzate.

Che il gioco abbia inizio, dunque.


C'è subito attrazione. Ma soprattutto c'è subito connessione.

("Troppa connessione.")

Stesso modo di pensare. Stesso umorismo.

Tutto appare perfettamente speculare, tanto che alcune frasi di lei sembrano uscite dalla mia bocca.

("Stai già perdendo.")

E c'è subito quell'unico errore.

Aspetta. Riprendiamo il controllo.

Se ora entro in lei, sarò divorato. Perderò me stesso. Distacco.

("Troppo tardi.")


I giorni passano, le interazioni continuano, ovunque. Caffè, corridoi, Whatsapp, chat del lavoro.

Ancora. Mordimi ancora. Posso soffrire tutto.

Non ho paura di te.

Ma la vista comincia a essere offuscata.

E ho la vaga sensazione che il suo viso sembri più bello. Le sue tette, più grandi.

Veleno.

Dove ho già visto quegli occhi?

("Ok. Ora ascolta. Fatti un favore e sparisci per una settimana. Vedi altre. Poi la inviti fuori e la sbrani sul primo muro entro i primi dieci minuti, prima che cominci a fare giochetti. Se fai così puoi ancora scoparla.")


Quegli sguardi infiniti nei corridoi.

Lei può mordere e io non posso attaccare. Non ora. Non lì.

La invito fuori. Ma lei non può in quei giorni, e fissiamo una data una settimana più in là.

("Che culo, ragazzo. Proprio il freeze di cui hai bisogno. Ora devi solo staccare la spina finché non vi vedrete e...")

"Prendiamoci un caffè."

("Coglione. Io abbandono la nave. Cazzi tuoi.")


L'investimento emotivo di entrambi, durante questa settimana, è massimo.

Ormai barcollo da quanto veleno ho in corpo, ma mi nutro di quello ed è meraviglioso.

Giorno dopo giorno siamo sempre più vicini, sempre più connessi, sempre più arrapati.

Siamo così in sintonia che durante le conversazioni spesso diciamo cose all'unisono, usando gli stessi termini.

"La monogamia è una scelta.", mi dice.

E io penso che mai avrei creduto di sentire quelle parole da una donna.

Così libera. Così lucida.

Come lo sono io.

("Come lo eri tu. Passavo per un saluto. Me ne vado di nuovo.")


Si parla di qualunque cosa, sesso compreso naturalmente.

A tal punto che si decide di saltare l'uscita e vedersi direttamente da me.

Mai nella vita sono stato così sicuro che mi sarei scopato una.

Orientamento al risultato. Il male.

Ci avrei scommesso tutto. Ogni cosa.


Poi.

Il giorno prima del day1, mi sono svegliato nella mia desertica nuova realtà.

("Te l'avevo detto.")

 

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Paulo10

E vabbè ... così no ... mi ero appassionato alla storia .. 

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  • 1 mese dopo...
Sayuri

Come ti capisco!!!

Però ci devi dire come procede...

Modificato da Sayuri
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