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dover essere il migliore


healer

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Ciao Ragazzi, vi parlo di una mia problematica.

Questa problematica mi si ripercuote sia nella vita di tutti i giorni che nel game in generale, ma dove sento la maggior pressione è nello sport. Proprio da qui partirò con gli esempi.

Io sono un agonista (per passione) in uno sport di combattimento, siamo in pochissimi che facciamo gare & incontri e tra questi pochissimi atleti, ancor meno vincono. Io sono tra questi. Questa PASSIONE sta venendo a meno dato che tutti si aspettano alti risultati da me. La pressione è altissima e spesso gli allenamenti sono massacranti. Io mi alleno 6 giorni su 7, togliendo ore di riposo e svago dalla mia vita dato che, non essendo un professionista, devo lavorare per vivere. Inoltre sono "vecchio" per cui so già in partenza che mi scorderò risultati degni di nota. Ma la passione è passione e comanda lei. 

Tutto questo però mi sta pesando e tutta questa aspettativa nei miei confronti mi distrugge. All'inizio, durante le prime gare e le prime vittorie era una cosa bellissima, mi faceva sentire importante, ma adesso è divenuto la norma che io vinca e quando capita di perdere o addirittura di non combattere è sempre come se deludessi la mia squadra e tutto il lavoro fatto assieme, in più anche l'andare/essere all'incontro è diventato ansioso a livelli elevati.

Mi capita anche nel sarge, spesso i "compagni" hanno alte aspettative e quando non dai il meglio, te lo fanno pesare. Ormai me lo faccio pesare da me :7_sweat_smile: e tutto quello che provo durante gli incontri sportivi mi capita anche nel sarge.

So da me che sia nello sport che nel sarge ma ancor piu' nella vita, dovrei non "sentire" questa pressione sociale ma non è semplice.

Voi come vi comportereste ? che pensieri dovrei avere ?

Qui parliamo di seduzione, per cui concentratevi su quella parte, la fase sportiva era per farvi un esempio.

 

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Datecoach

Ti consiglio di riflettere sulla distinzione tra errore e fallimento : il primo può capitare, è umano ed anzi è una indicazione per migliorare in futuro ma non deve mai trasformarsi nel secondo . Molto spesso nella società attuale tendiamo a confondere le due cose e " l'errore" diventa " fallimento" quando gli effetti di questo vanno oltre la specifica situazione. Sbagliare non vuol dire fallire, tu sei certamente bravissimo nella tua disciplina e meriti ammirazione per i sacrifici che fai , poi non si può vincere sempre; una sconfitta non può cambiare quello che hai fatto e quello che sei ...

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Grazie Datecoach della risposta, ti do ragione a mille. Ma io, quello che non riesco a capire è come mai alcune persone "sguazzano" i questo tipo di pressione e come mai altre (tipo me) ne vengono sopra fatte.

Leggo spesso frasi tipo: "si tu il leader" , "tu inizia e molti ti seguiranno" o cose simili. Ma non è facile (per me).

quello che mi chiedo è loro come fanno ?

 

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Mya
18 ore fa, healer ha scritto:

 

Io sono un agonista (per passione) in uno sport di combattimento, siamo in pochissimi che facciamo gare & incontri e tra questi pochissimi atleti, ancor meno vincono. Io sono tra questi. Questa PASSIONE sta venendo a meno dato che tutti si aspettano alti risultati da me. La pressione è altissima e spesso gli allenamenti sono massacranti. Io mi alleno 6 giorni su 7, togliendo ore di riposo e svago dalla mia vita dato che, non essendo un professionista, devo lavorare per vivere. Inoltre sono "vecchio" per cui so già in partenza che mi scorderò risultati degni di nota. Ma la passione è passione e comanda lei. 

Tutto questo però mi sta pesando e tutta questa aspettativa nei miei confronti mi distrugge. All'inizio, durante le prime gare e le prime vittorie era una cosa bellissima, mi faceva sentire importante, ma adesso è divenuto la norma che io vinca e quando capita di perdere o addirittura di non combattere è sempre come se deludessi la mia squadra e tutto il lavoro fatto assieme, in più anche l'andare/essere all'incontro è diventato ansioso a livelli elevati.

 

 Ah :) Potrebbero essere parole mie di qualche anno fa.

 

2 ore fa, healer ha scritto:

Ma io, quello che non riesco a capire è come mai alcune persone "sguazzano" i questo tipo di pressione e come mai altre (tipo me) ne vengono sopra fatte.

 

Non ho mai conosciuto nessun atleta che viva con serenita' la possibilita' di una sconfitta. La differenza e' comunque nell' approccio. C'e' chi se ne fa una ragione, ben sapendo che nonostante  una preparazione ottimale gli errori siano umani e che l' importante sia concentrarsi sulla prestazione, e chi invece vive un eventuale risultato mancato come un dramma. E se uno inizia ad avere una paura irrazionale del fallimento, probabile che cada nella profezia autoavverante. L' ansia pre gara aumenta cosi come i pensieri negativi e autodistruttivi  durante la gara (   sto agendo in modo sbagliato devo proprio essere un principiante, devo essere piu' sveglio, devo fare piu' attenzione, devo spingermi solo fino lì altrimenti sbagliero' ancora, sto deludendo la squadra, sto facendo una pessima figura, l' avversario mi deridera' etc). La motivazione iniziera' a vacillare. Respira profondamente e gareggia per te stesso, perché ti piace. Se per te e' un peso rinunciare alla vita personale, fa male ignorarlo.  Quest' insoddisfazione si ripercuotera' sull' allenamento. Ristruttura le giornate, trovando un compromesso tra attivita' agonistica e vita privata.

Se come dici tu sei " vecchio", sai meglio di altri atleti giovani di come le energie non siano infinite, soprattutto quelle fisiche. Muovendoti in ambito agonistico con training giornaliero sai come il corpo a volte non ne possa davvero piu' e gridi pieta'. E allo stesso tempo la mente determinata e competitiva lo sproni ad andare avanti, riuscendoci. Eppure arriva sempre e per tutti, e mi pare sempre piu' spesso con l' eta',  il punto in cui per evitare il burn out bisogna fare retromarcia. Questo piccolo passo indietro probabile sara' determinante per una sconfitta, ma il percorso per arrivare al top e' fatto di fasi di stallo e anche retrocessioni, da cui si apprende come bilanciare meglio le energie e gestire blocchi mentali. E' una cosa normale. Come e' normale che per quanto un team sia buono incentivante e solidale, ci sia sempre qualcuno che crei un clima poco favorevole calcando sulle aspettative, sulle difficolta' della sfida, sui deficits del training  ecc. Il segreto sta nel rimanere focalizzati su se stessi, sulla passione, sulla scarica di sensazioni positive, non lasciarsi distrarre dall' esterno, staccarsi dal risultato.

Per quanto riguarda il sarge funziona nella stessa maniera. Sargiare per divertimento, non perché devi compiacere qualcuno o dimostrare qualcosa agli altri. Distacco dal risultato. Ma io sono femmina quindi meglio lasciare la palla ai maschi che se ne intendono meglio. 

Ciao.

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4 ore fa, Mya ha scritto:

 il punto in cui per evitare il burn out bisogna fare retromarcia. Questo piccolo passo indietro probabile sara' determinante per una sconfitta, ma il percorso per arrivare al top e' fatto di fasi di stallo e anche retrocessioni, da cui si apprende come bilanciare meglio le energie e gestire blocchi mentali.

@Mya davvero TUTTO interessante il tuo intervento, anche se ho ritagliato questo pezzo che sembra scritto da un coach mentale.

 

4 ore fa, Mya ha scritto:

staccarsi dal risultato.

questa è la chiave ma è difficile, sono serio quando mi chiedo come faccia certa gente a farlo.

 

4 ore fa, Mya ha scritto:

Per quanto riguarda il sarge funziona nella stessa maniera. Sargiare per divertimento, non perché devi compiacere qualcuno o dimostrare qualcosa agli altri. Distacco dal risultato. Ma io sono femmina quindi meglio lasciare la palla ai maschi che se ne intendono meglio. 

Senza offesa, ma credo che questo punto lo capisca (intendo feel, capire con il corpo e non con la mente) di piu' un maschio, son di parte ultimamente.

Ma il fatto di essere donna credo tu capisca (qui con la mente) le problematiche in questo ambito. Qui spesso è piu' devastante per me, perdere. Dato che son meno sicuro a fare street game e "perdere" con una ragazza piuttosto che su un ring, diciamo che sul ring mi sento piu' a mio agio... per cui figurati :10_wink:

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Mya
46 minuti fa, healer ha scritto:

 

questa è la chiave ma è difficile, sono serio quando mi chiedo come faccia certa gente a farlo.

 

Infatti e' difficile  raggiungere questo stato mentale di ...menefreghismo, anche se di questo non si tratta! bensì di un' accettazione che le cose vanno come devono andare, che non c'e' certezza, che  puo' finire bene come male nonostante la meticolosa preparazione, che la vita va avanti lo stesso e non infelice.  E' sicuramente anche questione di predisposizione caratteriale. Per quanto mi riguarda coltivare anche altri interessi nella vita a parte lo sport e viaggiare molto, cioe' guardare ad altre realta' e ragionare su anche altre scale di valori, mi ha aiutata a capire che impuntarsi preoccupati e inflessibili su un risultato specifico e' cosa limitante che preclude la possibilita' di godersi le cose felici in altri campi. Se avessi solo lo sport e al di fuori di esso una vita grama triste e sola , certo che diverrei dipendente dai miei successi. Allo stesso modo, se io come uomo puntassi tutto su quella determinata ragazza, o su quello specifico target di ragazza, e non avessi altre gratificazioni se non le conferme del gioco seduttivo, chiaro che al rifiuto risponderei male, con chaos interiore, abbassamento di autostima ecc. E' la convinzione che la validazione femminile ( maschile- lavorativa- sportiva- whatever) sia necessaria per essere felici che frega...E piu' uno si convince di questo, piu' sara' ansioso e contratto e piu' i risultati positivi si faranno desiderare...

Modificato da Mya
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@Mya è la prima volta che ti leggo e ritengo che fai degli interventi molto intelligenti. Mi fa piacere e ti seguirò.

Non so cosa risponderti... in generale non è il mio caso specifico quello che tu hai descritto, ma rende l'idea in generale.

 

  • Grazie! 1
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Datecoach

Healer, secondo la mia opinione dovresti far luce su quello che tu vuoi veramente ed in generale su ciò che ti fa sentire meglio e perseguire questa strada, fregandosene dei commenti e delle aspettative altrui, perché soltanto tu puoi sapere veramente come sentirti realizzato. La soluzione è dentro di te e già avere posto il problema ragionandoci sopra è un buon punto di partenza.

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@Datecoach sicuramente hai ragione, ma riguardo lo sport ( e comunque in generale ) quando non sei più un “ cavallo da traino “ le persone ( gli istruttori per quanto riguarda lo sport ) , ti mollano ... questa è una triste realtà.

ma a parte questo. Si... hai ragione da vendere

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Hanamichi

3. DIPENDERE DAI RISULTATI

La felicità si misura dal successo e il successo si misura dai risultati. La domanda che è il caso di porsi è questa: "Cos'è per me il successo?". Qui entriamo nell'ambito della soggettività dei valori. Il problema nasce quando i valori personali si schiantano contro quello che viene generalmente definito come successo ma che presuppone una scala di valori completamente in antitesi. Per esempio, se io considerassi "successo" sposarmi e farmi una famiglia ma fossi impegnato attivamente solo nella ricerca di sesso occasionale con sconosciute: a un occhio distratto sarei un uomo di successo, ma dentro di me sarei la persona più triste del mondo. Inoltre, non è detto che ciò che è avvenuto debba ripetersi come non è nemmeno detto che ciò che debba avvenire poi effettivamente avvenga. L'unica soluzione è vivere nell'armonia del proprio Io, considerando la scala dei valori come indicatore dei propri obiettivi. Il raggiungimento degli obiettivi in antitesi ai valori porta felicità nel breve termine ma depressione e perdita di armonia nel lungo.

SOLUZIONE – Impara a sospendere il giudizio.

Conosco un PUA con cui uscivo spesso in passato. Una sera eravamo in giro per Rimini e il suo scopo era quello di trovare una per farci sesso la sera stessa.

Inutile dire quanto fosse frustrante per lui ricevere continuamente no. A metà serata aveva il morale sotto terra, completamente amareggiato e totalmente disfattista circa se stesso e le sue possibilità con le donne.

Io al contrario ero uscito solo per divertirmi. Approcciavo per il gusto di approcciare e se qualcosa andava male, me ne facevo una ragione e ricominciavo come prima.

Alla fine della serata, avevo rimediato un bacio da una ragazza carina e avrei potuto concludere con qualcosa di più se fossimo stati soli entrambi.

Il punto della questione è questo: considera sempre il fallimento come una componente indissolubile.

Se dipendi dai risultati in ogni cosa che fai, finirai schiacciato dal peso dei tuoi doveri e delle tue colpe.

Lo scopo di ogni partita, come direbbe Timothy Gallwey nel suo libro “Il gioco interiore del Tennis”, non è vincere per dimostrare quanto si è forti, altrimenti basterebbe giocare contro un avversario particolarmente scarso.

Al contrario, in ogni match occorre scegliersi un partner motivato a vincere e deciso a non mollare. Solo in questo caso acquisiamo la motivazione ad affrontare una sfida, attingiamo pienamente alle nostre risorse senza riserva e siamo presenti nel momento.

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