Vai al contenuto

Come siete riusciti a lavorare all'estero? - Problema linguistico.


White Lion

Messaggi raccomandati

34 minuti fa, EdoardoG ha scritto:

Non si sargia su IS, diceva il buon caro Kura Ahahahahah

Vi adoro

Edoà ma quanno ce vò ce vò

  • Haha 1
Link al commento
Condividi su altri siti

2 minuti fa, unadonna ha scritto:

Edoà ma quanno ce vò ce vò

LOL

  • Grrr 1
Link al commento
Condividi su altri siti

comeback
6 ore fa, Aldus ha scritto:

Ciao,

Ho lavorato all'ONU (UNDP / New York) per 3 anni, poi passato in Commissione EU (Bruxelles)  dove tutt'ora lavoro. 

Nel mio caso, ho sempre avuto l'offerta di lavoro prima, tramite agenti o portali vari del settore, e la scelta è stata effettuata a posteriori.

Tu fai però un lavoro molto specialistico, per cui penso sia impensabile andare "prima" in loco e "poi" cercare la posizione giusta, senza avere una sostenibilità minima di un anno ( =15.000 euro circa ).

Se, come dici, per te sono importanti lo stile di vita e la cultura del posto in cui intendi trasferirti, vacci prima in vacanza (sufficientemente lunga), magari nelle circostanze peggiori possibili (es. Agosto con la pioggia e 10° a Bruxelles) per esser pronto a tutto.

Alcune osservazioni...

Il tuo inglese non deve essere un B2, ma un inglese perfetto e disinvolto, sia nello scritto che nel parlato, che funzioni da pass-partout per qualsiasi paese del mondo tu intenda visitare. 

Fatti un curriculum onesto, e inizia a registrarti alle diverse agenzie del lavoro internazionali, oltre che (ovviamente) su LinkedIn e portali equivalenti (indeed, monster, etc.).

Tieni d'occhio anche il portale lavoro delle nazioni unite: www.unjobs.org, anche per possibilità di lavoro interinale a breve termine. 

Non sottovalutare paesi vicini: Francia, Spagna, Svizzera, ma anche Belgio e Paesi Bassi in genere (vedi Solvay...).

L'esperienza internazionale è fondamentale per la propria crescita personale e professionale, fai bene a ricercarla, e non te ne pentirai mai. Solo, non pensare di andartene in vacanza, perché fuori dall'Italia si lavora duro! 

In bocca al lupo

Ottimo intervento.

Credo che la maggior parte delle persone valuta il Paese e poi le possibilità lavorative. In altre parole, fa discorsi del tipo "scelgo un Paese, poi trovo il lavoro", ed è una impostazione per nulla razionale, buona forse per scegliersi le vacanze. Sulla base di questo criterio, migliaia di italiani si spingono in Inghilterra, e in molti casi mal sfruttano capacità, titoli di studio e talento, perchè valutano l'Inghilterra (Londra) come l'unico posto sul pianeta.

Invece la ricerca del lavoro, o di ulteriori opportunità lavorative alla posizione corrente, ha un processo inverno: cerco posizioni lavorative nelle quali posso crescere o migliorare di salario o professionalità, al contempo valuto dove queste geograficamente mi portano. Questo discorso a mio giudizio è valido specie per noi più giovani che dobbiamo muoverci e cogliere nuove opportunità.

Sul discorso linguistico, secondo me con un B2 ci sopravvivi anche in ambienti buoni, ma in quei lavoro ad esempio dove non ti viene richiesta costantemente interazioni col pubblico o con clienti, che potresti gestire anche dal terminale o talvolta essendo anche loro stranieri non hanno un livello d'inglese native. Quando sono arrivato in Inghilterra, ora però l'ho mollata da 1 mese e mezzo in quanto trasferito in Germ, non ero una cima ma ci stavo dentro e la mia figura è di ingegnere gestionale. Il punto è che non puoi sopravvivere al luogo perchè diventi depotenziato. Mia esperienza che ho dovuto lavorarci su duro.

Sulla ricerca del lavoro, io credo molto nel network, se sei capace di costruire un piccolo network anche di persone che si limitano a consigliarti e darti suggerimenti, acceleri i tempi. Altresi', all'estero funziona molto la classica application-domandina sul sito aziendale, se riesci ad avere uno sponsor è altamente apprezzato. Lo sponsor non è una raccomandazione ma una persona che garantisce che tu abbia una qualche qualità per entrare in quella azienda.

In ultimo, all'estero si, tendenzialmente la produttività è più alta, più che il lavorar duro. IMHO. Ritengo ci sia una migliore ottimizzazione del tempo, mentre in Italia, IMHO, sono le 3/4 pause caffè che ti fanno terminare alle 20 o alle 21.00, perchè cerchi una persona o attendi una mail e la gente te la spedisce alle 19.30. 

 

 

 

 

Link al commento
Condividi su altri siti

  • 2 settimane dopo...
White Lion

Grazie a tutti per le risposte!

 

Il 11/10/2017 alle 21:19 , comeback ha scritto:

Quando lavori per una azienda grande e internazionale, basta l'inglese e ovviamente un buon background. Valgono chiaramente eccezioni, dove la conoscenza della lingua locale è un plus ma nei fatti non è determinante all'interno dell'ambiente lavorativo.

Sul fatto di evitare certe zone a discapito di altre, non sono perfettamente d'accordo. Chiaro che vi sono paesi con maggiore concorrenza ed appeal, ma non è il ragionamento giusto, devi seguire l'opportunità, dove questa si presenta.

Riguardo al seguire l'opportunità non posso che darti ragione ma si ritorna al problema scritto nel post iniziale: le aziende richiedono la lingua locale. Almeno questo è quello che ho visto io in questi 45 giorni di ricerca (problema che magari tu hai scavalcato in Germania grazie al tuo background accademico-lavorativo).

Dunque mi pare che le uniche soluzioni siano:

1. fare esperienza in patria e emigrare dopo

2. lavorare per un'azienda e poi farsi spostare in un'altra sede

In ogni caso questo preclude le possibilità di mobilità quando si è all'inizio della carriera.

 

Il 12/10/2017 alle 13:56 , Aldus ha scritto:

Alcune osservazioni...

Il tuo inglese non deve essere un B2, ma un inglese perfetto e disinvolto, sia nello scritto che nel parlato, che funzioni da pass-partout per qualsiasi paese del mondo tu intenda visitare. 

Fatti un curriculum onesto, e inizia a registrarti alle diverse agenzie del lavoro internazionali, oltre che (ovviamente) su LinkedIn e portali equivalenti (indeed, monster, etc.).

Tieni d'occhio anche il portale lavoro delle nazioni unite: www.unjobs.org, anche per possibilità di lavoro interinale a breve termine. 

Non sottovalutare paesi vicini: Francia, Spagna, Svizzera, ma anche Belgio e Paesi Bassi in genere (vedi Solvay...).

L'esperienza internazionale è fondamentale per la propria crescita personale e professionale, fai bene a ricercarla, e non te ne pentirai mai. Solo, non pensare di andartene in vacanza, perché fuori dall'Italia si lavora duro! 

In bocca al lupo

Sull'inglese non so cosa fare attualmente se non guardare film in lingua e frequentare gli scambi linguistici una volta a settimana. Non è assolutamente un livello alto e ne son consapevole ma per entrare nel gruppo C1 dovrei semplicemente andare a vivere in un paese anglofono o stare a contatto con un ambiente internazionale... potrei frequentare dei corsi ma per spendere soldi-tempo lì sopra non sarebbe meglio studiare una terza lingua?

ps. ho già inviato una domanda all'ONU per un tirocinio in Sud Africa nel settore della protezione ambientale... evidentemente non è piaciuto poi molto il mio curriculum...

 

Il 12/10/2017 alle 20:20 , comeback ha scritto:

In ultimo, all'estero si, tendenzialmente la produttività è più alta, più che il lavorar duro. IMHO. Ritengo ci sia una migliore ottimizzazione del tempo, mentre in Italia, IMHO, sono le 3/4 pause caffè che ti fanno terminare alle 20 o alle 21.00, perchè cerchi una persona o attendi una mail e la gente te la spedisce alle 19.30.

Concordo. Mio padre ha fatto il consulente per una grande azienda italiana in due-tre paesi europei anni fa e mi ha confermato che all'estero si lavora bene ma solo durante le ore a contratto e se si sfora si viene pagati;  e sono più che altro delle eccezioni, non la regola.

Ma forse lui è stato soltanto fortunato... speriamo di no:D

Modificato da White Lion
Link al commento
Condividi su altri siti

Mich!
32 minuti fa, White Lion ha scritto:

Sull'inglese non so cosa fare attualmente se non guardare film in lingua e frequentare gli scambi linguistici una volta a settimana. Non è assolutamente un livello alto e ne son consapevole ma per entrare nel gruppo C1 dovrei semplicemente andare a vivere in un paese anglofono o stare a contatto con un ambiente internazionale... potrei frequentare dei corsi ma per spendere soldi-tempo lì sopra non sarebbe meglio studiare una terza lingua?

 

L'unica è andare lì.

Per parlare un inglese che sia veramente C1 devi vivere lì e parlarlo quotidianamente.

In Italia, nonostante la conoscenza, non avrai mai quella velocità o quella pronuncia perfetta come gli inglesi.

Link al commento
Condividi su altri siti

comeback
Il 27/10/2017 alle 16:48 , White Lion ha scritto:

 

Riguardo al seguire l'opportunità non posso che darti ragione ma si ritorna al problema scritto nel post iniziale: le aziende richiedono la lingua locale. Almeno questo è quello che ho visto io in questi 45 giorni di ricerca (problema che magari tu hai scavalcato in Germania grazie al tuo background accademico-lavorativo).

Dunque mi pare che le uniche soluzioni siano:

1. fare esperienza in patria e emigrare dopo

2. lavorare per un'azienda e poi farsi spostare in un'altra sede

In ogni caso questo preclude le possibilità di mobilità quando si è all'inizio della carriera.

Ti ribadisco, se lavori in società con forte internazionalizzazione, sia in termini di persone che di business, ti servirà principalmente l'inglese. Dipende dalla tipologia di lavoro, è normale che un legale che lavora in Germania debba avere una profonda conoscenza del tedesco o chi fa un lavoro di contatto col pubblico (persino la receptionist), ma posso dirti con certezza che in Germania ci sono ingegneri che non conoscono quasi o nulla di tedesco. 

Inoltre, la maggior parte dei laureati lavorano per multinazionali quindi andare all'estero è o può essere una conseguenza. Tuttavia dipende sempre dalla tua professionalità ma dentro grosse aziende ci sono uffici che si occupano di mobilità internazionale.

Sull'inglese non so cosa fare attualmente se non guardare film in lingua e frequentare gli scambi linguistici una volta a settimana. Non è assolutamente un livello alto e ne son consapevole ma per entrare nel gruppo C1 dovrei semplicemente andare a vivere in un paese anglofono o stare a contatto con un ambiente internazionale... potrei frequentare dei corsi ma per spendere soldi-tempo lì sopra non sarebbe meglio studiare una terza lingua?

imho, un c1 sul suolo nazionale lo guadagni o se sei un ossessionato di lingua e le studi/parli per ore al giorno o se hai la fidanzata straniera. 

ps. ho già inviato una domanda all'ONU per un tirocinio in Sud Africa nel settore della protezione ambientale... evidentemente non è piaciuto poi molto il mio curriculum...

Essere respinti e la base specie per certe posizioni. Riprovaci o cerca altre opportunità. Io venni respinto mesi fa in Italia per uno studio di ingegneria di 15 persone, dopo 2 mesi ero in Inghilterra in una delle più grandi aziende del settore.

Concordo. Mio padre ha fatto il consulente per una grande azienda italiana in due-tre paesi europei anni fa e mi ha confermato che all'estero si lavora bene ma solo durante le ore a contratto e se si sfora si viene pagati;  e sono più che altro delle eccezioni, non la regola.

Vedrai da solo, mi sento di augurarti questo.

Ma forse lui è stato soltanto fortunato... speriamo di no:D

 

Link al commento
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un membro per lasciare un commento

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra community. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.

Accedi Ora
×
×
  • Crea Nuovo...