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Frenato dalla competizione


Makk

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Makk
4 minuti fa, Druid ha scritto:

a) Paura di perdere con l'altro.

Questo è il punto, non ho paura di essere lasciato per un altro, penso faccia parte del percorso della vita, l'essere lasciato per un altro è un qualcosa di naturale che secondo me non può essere oggetto di valutazione per la mia persona, dato che si parte da una condizione di netto vantaggio per lui. 

Quello che non sopporto è perdere se giochiamo ad armi pari, se lei preferisce in partenza avere una relazione con un altro piuttosto che con me la vedo come un fallimento personale. Quindi quando so che magari posso incorrere in certe situazioni evito sempre di arrivare al bivio dove la lei di turno è costretta a fare una scelta e preferisco farmi da parte prima.

Non è mai stato un problema questo, però con l'ultima un po' mi è dispiaciuto quindi sto iniziando a rivalutare la cosa.

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Druid
4 minutes ago, Makk said:

Questo è il punto, non ho paura di essere lasciato per un altro, penso faccia parte del percorso della vita, l'essere lasciato per un altro è un qualcosa di naturale che secondo me non può essere oggetto di valutazione per la mia persona, dato che si parte da una condizione di netto vantaggio per lui. 

Quello che non sopporto è perdere se giochiamo ad armi pari, se lei preferisce in partenza avere una relazione con un altro piuttosto che con me la vedo come un fallimento personale. Quindi quando so che magari posso incorrere in certe situazioni evito sempre di arrivare al bivio dove la lei di turno è costretta a fare una scelta e preferisco farmi da parte prima.

Non è mai stato un problema questo, però con l'ultima un po' mi è dispiaciuto quindi sto iniziando a rivalutare la cosa.

Fatti più seghe reali..

E meno seghe mentali..

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Makk
2 minuti fa, Druid ha scritto:

Fatti più seghe reali..

E meno seghe mentali..

Amen.

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  • 9 mesi dopo...
LoSpettatore

Anche io soffro la competizione o la possibile competizione con un altro uomo.  Anzi spesso questa cosa mi inibisice.

In particolare, nella valutazione della papabilità una ragazza mi trovo subito succube di una lista di condizioni disfunzionali che devono essere soddisfatte. Queste condizioni hanno come obiettivo finale far si che il mio eventuale approccio non dia fastidio a qualcun altro.

Ad esempio scarto a priori una ragazza se vicino a lei o nei paraggi c'è almeno un ragazzo (perchè penso che potrebbe essere il suo fidanzato, o amico che ci vuole provare o comunque qualcuno che ha piu diritto di me di averla), e io provandoci potrei mettermi in dei guai o avere discussioni, cosa che voglio evitare come la peste.

Al minimo cenno di possibile competizione lascio stare.

Anche sui social, tengo in considerazione ragazze con pochi follower, pochi amici o con bassa attività social, controllo se magari nelle foto c'è qualche uomo o qualcosa che possa ostacolarmi... Insomma ho proprio paura degli altri.

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MichelaDevi
6 ore fa, LoSpettatore ha scritto:

Anche io soffro la competizione o la possibile competizione con un altro uomo.  Anzi spesso questa cosa mi inibisice.

In particolare, nella valutazione della papabilità una ragazza mi trovo subito succube di una lista di condizioni disfunzionali che devono essere soddisfatte. Queste condizioni hanno come obiettivo finale far si che il mio eventuale approccio non dia fastidio a qualcun altro.

Ad esempio scarto a priori una ragazza se vicino a lei o nei paraggi c'è almeno un ragazzo (perchè penso che potrebbe essere il suo fidanzato, o amico che ci vuole provare o comunque qualcuno che ha piu diritto di me di averla), e io provandoci potrei mettermi in dei guai o avere discussioni, cosa che voglio evitare come la peste.

Al minimo cenno di possibile competizione lascio stare.

Anche sui social, tengo in considerazione ragazze con pochi follower, pochi amici o con bassa attività social, controllo se magari nelle foto c'è qualche uomo o qualcosa che possa ostacolarmi... Insomma ho proprio paura degli altri.

Succede anche a me...al contrario. 

Modificato da MichelaDevi
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LoSpettatore
6 ore fa, MichelaDevi ha scritto:

Succede anche a me...al contrario. 

Questo frame è comunque figlio di una scarsa autostima, non spero di cancellare questa condizione, ma mi sarebbe d'aiuto sapere come perlomeno cercare di arginarla o ridimensionarla

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Hanamichi

Sto leggendo un libro che si chiama: "Strategia Oceano Blu: vincere senza competere".

In questo trattato, gli autori evidenziano come l'approccio tradizionale delle aziende, sia quello di competere all'interno del cosiddetto "Oceano rosso". Si tratta di un ambiente in cui sussistono altre aziende e in cui prodotti e servizi fondamentalmente si assomigliano tutti.

Il solo modo per competere, secondo l'approccio tradizionale, é quello di ridurre il prezzo di vendita (erodendo di fatto il margine di contribuzione) oppure investire sulla qualità.

Un approccio totalmente distaccato è quello dell'Oceano Blu: ottenere un vantaggio duraturo, andando a creare una strategia definita che non sia mai stata esplorata e che sia anche riassumibile in una "tagline"  ovvero uno slogan che ne evidenzi i punti di forza del tipo sottostanti alla strategia offerta, per esempio: "The Best or Nothing (Mercedes)"" evidenzia che non si punta a meno dell'eccellenza, "Tutto senza chiederti niente (Mediaset)" per far sentire il telespettatore in debito in quanto l'offerta del palinsesto televisivo è gratuita, "Today, Tomorrow, Toyota (Toyota)" indica come oggi e domani ci sara sempre una Toyota, "La potenza è nulla senza controllo" (Pirelli) per sottolineare come non basti avere un motore potente se non ci sono i giusti strumenti a tenerlo in pista.

Trasponendo tutto nel mondo del Sarge, potremo dire che conseguire un risultato competitivo significativo è un po come improntare una strategia manageriale. Il metodo piú pratico per farlo é quello di rispondere a queste semplici domande:

1.Quali fattori competitivi sono eliminabili? Potrebbero essere l'uso di abiti alla moda, accessori costosi, auto lussuose, cellulari all'ultimo grido e più in generale tutti quei fattori che indicano solo una competitività esacerbata e che si indirizzano verso un target troppo specifico di utenza. Eliminando le spese inutili, si può pensare di indirizzare quelle risorse verso acquisti più mirati. 

2.Quali fattori competitivi sono riducibili? Per esempio, una cura maniacale per l'aspetto fisico, per la palestra oppure un focalizzarsi troppo sulla visione classica dell'uomo stereotipato. Anche qui, la chiave di svolta é ció a cui si vuole puntare nel definire il proprio posizionamento rispetto alla concorrenza per fornire un posizionamento vantaggioso rispetto alla concorrenza.

3.Quali fattori competitivi vanno aumentati? Potrebbe essere la quantità di argomenti con cui gestire una conversazione, il proprio sex appeal (non necessariamente inerente alla muscolatura ma anche riferito a cura della barba, nuovo taglio di capelli), circolo sociale, social proof, amicizie femminili. Elementi che contribuiscono a dare un vantaggio competitivo multilivello.

4.Quali fattori competitivi vanno aggiunti? Questa è la parte che verte sulla personalità e deve essere in grado di generare un vantaggio competitivo in relazione alla particolare strategia che la persona intende realizzare. Per aiutarti, ti consiglio di reperire il manuale "L'arte della Seduzione" di R. Greene e di dare un'occhiata ai primi capitoli che definiscono le possibili personalità seduttive. Quella a cui mi rifaccio io è "L' Incantatore" una personalità che genera fascino perché esplora l'Io dell'individuo che ha di fronte, facendo leva sulle debolezze e sulla vanità personale. Potrebbe essere la tua voce, il tuo sguardo, la tua teatralità, il tuo modo di muoverti, il tuo essere fuori dagli schemi.

Le risorse che hai sottratto ai punti 1 e 2 dovranno essere investite nei punti 3 e 4; con risorse non intendo solo denaro, intendo anche tempo da dedicare allo sviluppo.

A questo punto, se vuoi dare una parvenza di metodo al tutto:

1. Disegna un grafico quelli che secondo te sono i driver comuni di scelta con cui una donna sceglie il proprio partner (asse orizzontale) e il punteggio che secondo te possiedi per ogni voce (da 1 a 5, lungo l'asse verticale).

2.Tracciata la riga attuale, definisci dove intendi concentrarti, eliminando quello che secondo te devi eliminare, riducendo quello che senti di ridurre, aumentando quello che senti di aumentare e sopratutto aggiungendo nuove voci. 

3.Riassumi la tua strategia con una tagline ad effetto, che definisca in maniera breve e diretta la tua vocazione. 

Dovresti avere una nuova curva che presenta dei picchi in corrispondenza alle voci che intendi aumentare e creare, simile a quella che vedi nella figura in basso. La curva in basso, descrive l'approccio con cui è stato ideato "Le cirque du Soleil"

quadro-strategico-cirque-du-soleil-.png

Modificato da Hanamichi
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  • 3 settimane dopo...
JustAlex

Sforzati di non pensare che c'è un'altra persona, immagina di essere l'unico e colpisci! Focalizzati sulla crescita personale!

Volendo continuare con gli esempi, ho letto che ci sono due categorie di sportivi di successo:

  • Quelli che danno il massimo quando competono
  • Quelli che danno il massimo quando si divertono

Tu appartieni alla seconda categoria: se inizi a pensare che sei in gara con qualcuno non otterrai mai niente, se ti concentri sulla preda e ti diverti nel farlo vincerai naturalmente (se sei di successo, ma anche se perdi ti diverti uguale!)...

Modificato da JustAlex
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Salvatore93

A me è successa la stessa cosa con una ragazza quando ero adolescente, era molto carina, a me piaceva, anche a lei piacevo. Ci baciavamo sempre in discoteca, le si illuminavano gli occhi quando mi vedeva, ero riuscito a farmi benvolere anche da sua sorella e dalle sue amiche unendomi al loro gruppo. Bingo, direte voi. Invece lei ogni tanto si fidanzava con qualcuno. Io cosa facevo? Dentro mi faceva un pò rabbia il fatto che provasse qualcosa per me ma poi si andava a mettere con altri, per cui uscivo lo stesso con loro, facendomi anche io la mia vita. Mi ero messo con un'altra ragazza, per cui eravamo completamente alla pari. Poi ci lasciammo, lei si mise con un altro, che siccome consideravo molto inferiore a me... Con lei ci ho provato lo stesso. Lei mi rifiutò. Finsi indifferenza sul momento, e quando lei si lasciò con lui, io non ci provai più. Lei provava un pò a guardarmi in un certo modo, a farmi capire che mi voleva, ma io la scansavo, ormai avevo perso qualsiasi interesse per lei. Lei ci è rimasta male al punto da parlare con il mio migliore amico, chiedendogli il motivo per cui io fossi così stranito, io a lui l'ho detto, lui glielo ha ridetto e lei? "ah solo per questo, allora ci provo io la prossima volta". Lo ha fatto. Ci siamo dati due bacetti, ricordo la sua lingua calda e la mia freddezza glaciale.

Ancora oggi non capisco se ho fatto bene oppure no, mi faceva soffrire il fatto che lei desse corda a chiunque le desse due attenzioni. Il fatto che le piacevo solo per le attenzioni che le davo, che per lei ero uno dei tanti che le dava attenzioni. Non volevo essere uno dei tanti.

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