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Essere se stessi in amore funziona? Sì, ma solo se...


Crescendo63

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LIZ
5 minuti fa, Crescendo63 ha scritto:

A dispetto di quel che se ne racconta, in generale Osho non dava molta importanza al sesso. Sosteneva che, prima o poi, va trasceso.

Di sicuro io però non sono ancora pronto a trascenderlo...! :-D

Ma sosteneva anche l'importanza di accettare completamente quel che si è, inclusa la sessualità.

Appunto... ma lui era un mistico, accidenti! Se ricordo bene in "con te e senza di te" lo trattava proprio solo nella concezione del fondersi con l'amore. Ad ogni modo mi sa rileggerò anche quel testo.

Nel libro che stavo leggendo io, spiegava la meditazione orientale. E sì, era parecchio noioso. Non conosco per niente la sua meditazione creata ad hoc per gli occidentali. Se vista attraverso gli occhi della danza e delle musiche, la vedo decisamente più incline al mio modo di essere.

Comunque chiedo scusa se sto andando OT. :D

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AntonW
9 hours ago, Crescendo63 said:

In inglese c'è un detto: "Winners find a way, losers find an excuse" ( I vincenti trovano un modo, i perdenti trovano una scusa). ;-)

Cmq ho capito che non sei disponibile a metterti in discussione, e preferisci rimanere come sei.

E va benissimo, è una scelta che rispetto... però rende inutile discuterne ulteriormente. ;-)

Guarda.

Ognuno ha i suoi punti di vista come è giusto che sia.

Io credo molto nel rapporto casualità / causalità, ma questo non vuol dire cercare scuse, ma gestire l'incertezza sapendo che la casualità è presente.

Per il resto, per il semplice fatto che ho espresso un'opinione diversa dalla tua sono stato accusato di essere uno che preferisce rimanere com'é.

Come ti ho detto, ho fatto un paio di percorsi con professionisti ma non ho trovato benefici.

Quando capirò a chi rivolgermi lo farò nuovamente anche più volte, perché la mia curiosità di capire, libero di crederci o no, supera la volontà
di avere quello che desidero.

Grazie della risposta.

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Crescendo63
7 hours ago, AntonW said:

Per il resto, per il semplice fatto che ho espresso un'opinione diversa dalla tua sono stato accusato di essere uno che preferisce rimanere com'é.

Scusa, non volevo essere offensivo.

Ti ho semplicemente dato la mia opinione - che vale quanto il due di picche a briscola :-D

Era solo un feedback, la mia percezione. Come tutti, posso sbagliarmi. :-)

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andros80

Boh.. sinceramente credo che in amore non conviene MAI essere se stessi al 100%..SE..vogliamo tenere "l'amore" o la serenità di coppia. Noi siamo tutti unici..okay, simili magari..ma cmq unici ...non troveremo mai una copia nostra, soprattutto femminile, che già di per se è l'opposto ..e soprattutto una che ci completi al 100% e abbia la forza\pazienza di sopportare ogni nostra lacuna...l'altro individuo quindi troverà sempre qualcosa che non piace nel noi originale e  altra cosa, mostrarci a nudo è troppo rischioso, da li nasce la sofferenza poi, purtroppo qualche maschera o corazza dobbiamo indossarla, la vita è dura, essere sinceri e veri al 100% non paga mai..a meno che non vuoi morire subito.

Per me è giusto avere sempre una (anche piccola) maschera\corazza , soprattutto nelle fasi iniziali, farci vedere subito per come siamo è anche controproducente nella fase del suo innamoramento, toglie il fascino del "mistero".. cosa importante. Poi con gli anni le maschere si tolgono..io con mia moglie dopo 10 anni che maschere vuoi che portavo, erano tutte tolte.........infatti........

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Crescendo63

Ho aggiunto un paragrafo al mio post, sulla incapacità relazionale (a proposito dei casi in cui "essere te stesso" non funziona perché non hai sviluppato adeguate capacità relazionali).

Lo riporto qui perché credo che possa toccare molti.

 

*** Quando non sappiamo relazionarci

A volte siamo noi stessi a "sabotarci": scegliendo le persone sbagliate, ignorando chi potrebbe volerci, o semplicemente se manchiamo della capacità di creare relazioni positive (parlo dell'ambito sentimentale, ma vale anche per il sociale).
Di seguito elenco alcuni fattori che possono contribuire all'incapacità di relazionarci:

  • Profonda mancanza di autostima.
  • Paura o diffidenza verso l'altro sesso (non possiamo creare una relazione sana con qualcuno di cui non ci fidiamo).
  • Grave conflitto irrisolto (o inconscio) con un genitore, specialmente se quello di sesso opposto (ma anche con il genitore del proprio sesso: può portare a un'identità fragile, a scarsa mascolinità negli uomini o a femminilità debole nelle donne).
  • Traumi emotivi nell'infanzia. Per esempio una madre soffocante o manipolativa, un padre freddo o severo, abusi sessuali.

Se abbiamo uno o più di questi fattori, creare relazioni sane e appaganti può risultarci impossibile, e spesso non ne capiamo il motivo (in genere queste ferite rimangono a livello inconscio). Questo è specialmente il caso quando non troviamo nessuno che ci vuole oppure non c'è mai nessuno che ci piace abbastanza.

Possiamo trovare delle scusanti come:

  • "Non ho incontrato la persona giusta"
  • "Sono stata sfortunata"
  • "Non era destino..."

ma quasi sempre la verità è che, in questi casi, non abbiamo sviluppato adeguate capacità relazionali (o le abbiamo sviluppate in modo distorto); non sono capacità innate o scontate, ma vengono sviluppate attraverso l'educazione e l'esperienza (se ci va bene). Quando non possiedo queste capacità, l'altro rimane per me un'entità ignota, incomprensibile, irraggiungibile, o minacciosa.
Ed anche in questi casi, è il "me stesso" il problema che va risolto (facendo chiarezza in sé, sanando le ferite, seguendo un percorso terapeutico...).

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AntonW
On 1/16/2018 at 6:40 PM, Crescendo63 said:

Ho aggiunto un paragrafo al mio post, sulla incapacità relazionale (a proposito dei casi in cui "essere te stesso" non funziona perché non hai sviluppato adeguate capacità relazionali).

Lo riporto qui perché credo che possa toccare molti.

 

*** Quando non sappiamo relazionarci

A volte siamo noi stessi a "sabotarci": scegliendo le persone sbagliate, ignorando chi potrebbe volerci, o semplicemente se manchiamo della capacità di creare relazioni positive (parlo dell'ambito sentimentale, ma vale anche per il sociale).
Di seguito elenco alcuni fattori che possono contribuire all'incapacità di relazionarci:

  • Profonda mancanza di autostima.
  • Paura o diffidenza verso l'altro sesso (non possiamo creare una relazione sana con qualcuno di cui non ci fidiamo).
  • Grave conflitto irrisolto (o inconscio) con un genitore, specialmente se quello di sesso opposto (ma anche con il genitore del proprio sesso: può portare a un'identità fragile, a scarsa mascolinità negli uomini o a femminilità debole nelle donne).
  • Traumi emotivi nell'infanzia. Per esempio una madre soffocante o manipolativa, un padre freddo o severo, abusi sessuali.

Se abbiamo uno o più di questi fattori, creare relazioni sane e appaganti può risultarci impossibile, e spesso non ne capiamo il motivo (in genere queste ferite rimangono a livello inconscio). Questo è specialmente il caso quando non troviamo nessuno che ci vuole oppure non c'è mai nessuno che ci piace abbastanza.

Possiamo trovare delle scusanti come:

  • "Non ho incontrato la persona giusta"
  • "Sono stata sfortunata"
  • "Non era destino..."

ma quasi sempre la verità è che, in questi casi, non abbiamo sviluppato adeguate capacità relazionali (o le abbiamo sviluppate in modo distorto); non sono capacità innate o scontate, ma vengono sviluppate attraverso l'educazione e l'esperienza (se ci va bene). Quando non possiedo queste capacità, l'altro rimane per me un'entità ignota, incomprensibile, irraggiungibile, o minacciosa.
Ed anche in questi casi, è il "me stesso" il problema che va risolto (facendo chiarezza in sé, sanando le ferite, seguendo un percorso terapeutico...).

Di tutto quello che scrivi ci sono almeno un paio di cose che non capisco.

La prima.
Tu parli di gravi incapacità relazionali e porti degli esempi di fattori che portano senza dubbio a questo.
Ma si tratta di problemi enormi che, imho, devono essere curati seriamente e professionalmente.

Non vedo come c'entrino con il discorso legato alla seduzione, voglio dire, questi vengono prima.
Se uno non riesce a relazionarsi non può certamente sedurre.

Invece, io credo, andrebbero portate esperienze, consigli e suggerimenti, per chi ha una normalissima vita
di relazione, con amici, parenti e conoscenti ma che ha difficoltà di seduzione.

La seconda.
Tu metti insieme due fattori che secondo me sono diversi.
Il "non c'è nessuno che mi vuole" che credo in realtà voglia dire "non c'è nessuno partner che mi vuole per una relazione sentimentale" ed il "non c'è nessuno che mi piace"
secondo me sono due gruppi diversi di persone.

Il primo è composto da persone che vengono scartate da altri mentre il secondo è composto dalle persone che scartano.

Non vedo come possa essere la stessa cosa.

Ma forse ho inteso male io il senso del post.

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Friulano80
Il 16/1/2018 alle 18:40 , Crescendo63 ha scritto:

Ho aggiunto un paragrafo al mio post, sulla incapacità relazionale (a proposito dei casi in cui "essere te stesso" non funziona perché non hai sviluppato adeguate capacità relazionali).

Lo riporto qui perché credo che possa toccare molti.

 

*** Quando non sappiamo relazionarci

A volte siamo noi stessi a "sabotarci": scegliendo le persone sbagliate, ignorando chi potrebbe volerci, o semplicemente se manchiamo della capacità di creare relazioni positive (parlo dell'ambito sentimentale, ma vale anche per il sociale).
Di seguito elenco alcuni fattori che possono contribuire all'incapacità di relazionarci:

  • Profonda mancanza di autostima.
  • Paura o diffidenza verso l'altro sesso (non possiamo creare una relazione sana con qualcuno di cui non ci fidiamo).
  • Grave conflitto irrisolto (o inconscio) con un genitore, specialmente se quello di sesso opposto (ma anche con il genitore del proprio sesso: può portare a un'identità fragile, a scarsa mascolinità negli uomini o a femminilità debole nelle donne).
  • Traumi emotivi nell'infanzia. Per esempio una madre soffocante o manipolativa, un padre freddo o severo, abusi sessuali.

Se abbiamo uno o più di questi fattori, creare relazioni sane e appaganti può risultarci impossibile, e spesso non ne capiamo il motivo (in genere queste ferite rimangono a livello inconscio). Questo è specialmente il caso quando non troviamo nessuno che ci vuole oppure non c'è mai nessuno che ci piace abbastanza.

Possiamo trovare delle scusanti come:

  • "Non ho incontrato la persona giusta"
  • "Sono stata sfortunata"
  • "Non era destino..."

ma quasi sempre la verità è che, in questi casi, non abbiamo sviluppato adeguate capacità relazionali (o le abbiamo sviluppate in modo distorto); non sono capacità innate o scontate, ma vengono sviluppate attraverso l'educazione e l'esperienza (se ci va bene). Quando non possiedo queste capacità, l'altro rimane per me un'entità ignota, incomprensibile, irraggiungibile, o minacciosa.
Ed anche in questi casi, è il "me stesso" il problema che va risolto (facendo chiarezza in sé, sanando le ferite, seguendo un percorso terapeutico...).

E' vero. Provato sulla mia pelle. E lo noto anche in altri amici...

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Rick79

Ho forti dubbi, dalla notte dei tempi orfani e persone con tutte le sfaccettature caratteriali possibili si riproducono e conducono una vita familiare, più o meno riuscita, come tutti. Trovo sia il solito tentativo razionalistico di trovare spiegazioni sul perché qualcuno è 'normale' nel suo esito di vita, cioè se ha seguito un percorso 'normale' di vita, genitori amorosi ed in pace tra loro è un leit motiv inevitabile.

Molto spesso queste non sono altro che scuse per dire sì, è colpa mia, ma alla fine è causato dal mio passato ecc. C'è bisogno dello psicologo, o psichiatra, del resto negli USA è quasi uno status symbol andare in terapia psichiatrica, tanto là poi non esistono tutte le limitazioni che troviamo qui, provate a farvi un giretto anche solo per una visita preliminare dallo psicologo al centro di igiene mentale, quindi quello pubblico, e poi fare domanda per un concorso o per guardia particolare giurata. Poi ne riparliamo.

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Nero256
12 minuti fa, Rick79 ha scritto:

negli USA è quasi uno status symbol andare in terapia psichiatrica

Anche qui tra i giovani 

Comunque 

@AntonW se vai dai professionisti otterrai al massimo parole

A te servono fatti per cambiare 

Le parole ti aiutano a capire 

Ma poi sei sempre fermo lì 

@Crescendo63 comunque, dal poco della mia esperienza di vita, non mi sembra che ci siano molte persone là fuori disposte ad accettare gli altri nei loro pregi e difetti senza giudizio

Questa maturità non la riscontro 

Più che mettere il focus su se stessi e sul miglioramento personale (che non sarà mai abbastanza), lo metterei sulle aspettative e sul giudizio propri nei riguardi degli altri 

E bum, idealmente problema risolto 

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Friulano80

Riguardo all'assenza di una forte figura paterna chiedo......come mai ci sono ragazzi cresciuti senza padre (morto, divorziato, separato ) e sono  ugualmente dei perfetti pua?

mentre in alcuni casi...il padre c'è ma non ha formato il figlio dotandolo di forte mascolinità destinandolo a una vita sentimentale di debolezze e insuccessi....c'è un bel contrasto...

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