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Ho 32 anni, studio Medicina e lavoro come "collaboratore domestico/badante", come superare l'imbarazzo con persone nuove e conoscenti?


Mr. Change

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Mr. Change

BREVEMENTE:

Dopo il liceo scientifico ero indeciso su cosa fare, ero affascinato dalla Medicina ma non volendo seguire le orme del babbo, una fase di ribellione (lo so, a pensarci ora, una cosa stupida), ho optato per una laurea triennale, il lavoro però non mi è piaciuto particolarmente.
Alla fine sono tornato sui miei passi, e ho provato a entrare a Medicina, riuscendoci.

Però volevo in qualche modo essere meno dipendente dai miei genitori, sicché ho preferito lavorare mentre studiavo (nonostante Medicina sia tra le facoltà più impegnative), facendo lavori vari, da dipendente in un supermercato al barista, di solito part time 25 ore settimanali.

Ora ho 32 anni, ancora non ho finito, e i genitori per aiutarmi mi hanno proposto di prendermi cura della nonna che è invalida (fisicamente, non mentalmente), mentre termino gli studi, con regolare contratto stipulato con l'INPS, comprensivo di contributi, etc.

Ho deciso di provare, ho potuto constatare che riesco a gestire il tempo per lo studio come voglio, non devo spostarmi da casa, ed è un lavoro retribuito (contratto per collaboratore domestico/badante), e legale.
Sia la nonna che i genitori sono contenti, perché non devono pagare una persona sconosciuta da far entrare in casa (ma pagano me, ci sono anche i  contributi, ecc).

Detto questo, per un po' ho avuto timore a fare nuove conoscenze, o anche solo a parlare con amici che non vedo da tanto tempo, perché alla domanda "cosa fai adesso?" non so bene come dovrei rispondere.

C'è un po' di vergogna, perché comunque a 32 anni sono ancora uno studente-lavoratore, e il lavoro che faccio è praticamente la badante, con tutto il rispetto per le badanti.

Non voglio più farmi questi problemi mentali quando incontro persone nuove o conoscenti.

Perciò:

Cosa potrei dire quando mi chiedono cosa sto facendo?

Cosa posso dire per non sentirmi in imbarazzo, e magari cavarmela anche in maniera elegante o quantomeno convincente? 

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Desmond_Hume

Sei praticamente in una posizione perfetta

- studi in una delle facoltà migliori come prospettive professionali

- lavori e guadagni, mettendo già da parte alcuni contributi inps

- riesci a gestire il tempo tra famiglia/studio

- fare il badante ora ti dona anche soft skill (empatia, comprensione dei bisogni dei malati e delle doti di chi li assiste materialmente) che ti saranno utili nel lavoro da medici

 

Non capisco l'imbarazzo quando incontri altre persone... puoi benissimo dire studio medicina e assisto mia nonna anziana.

Tutti noi facciamo/faremo delle scelte errate nei nostri percorsi professionali (per te la laurea triennale prima di medicina), ma bisogna vederle come deviazioni (anche arricchenti se si usa la giusta prospettiva) anziché come rallentamenti.

Nel mondo del lavoro vedrai le situazioni più dispatate

- c'è chi entra in azienda a 24 anni e a 50 viene lasciata a casa per crisi economiche

- c'è chi fa un figlio dopo i 30 e si prende un anno sabbatico per organizzare la propria vita

- c'è chi apre uno studio professionale e deve attendere anni prima di cominciare a guadagnare quanto faceva da dipendente

- c'è chi si licenzia a 40 anni per iscriversi ad un master

Essere studenti di medicina a 32 anni e nel frattempo assistere un familiare, sinceramente, non mi sembra una cosa di cui doversi vergognare

Modificato da Desmond_Hume
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Mr. Change

È un bel messaggio, una consolazione quasi, grazie!

Però devo aggiungere che amici e conoscenti cominciano a crearsi situazioni stabili non solo lavorative, ma anche di vita (vanno a vivere da soli, sono finalmente indipendenti, ecc.)

E i genitori stanno mettendo pressione su questa università (o finisci, o molli tutto e vai a lavorare definitivamente), quindi c'è un clima abbastanza pesante in casa.

Oltre al fatto che la nonna non è un tipo facile, è iper religiosa e, quando non parla di religione, parla anche lei dell'università da finire oppure ha sempre un atteggiamento pessimista, non è facile starci accanto varie ore al giorno.

 

Modificato da Mr. Change
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Aiamacai
9 ore fa, Mr. Change ha scritto:

quindi c'è un clima abbastanza pesante in casa

Questo è il rischio che si corre quando si resta troppo appiccicati alla famiglia. 

Non è una cosa sana. 

Alla fine, tutti, si permettono di dirti cosa fare o non fare.

 

La questione è: cosa vuoi fare TU? 

Se hai una vocazione e vuoi fare il medico, vai dritto per la tua strada. Anche se lunga e impegnativa. Anche se non sei nei tempi, anche se ti rompono i co......ni.

Anzi, ti dirò una cosa. Diventerai un medico migliore di altri. Perché avrai imparato a prenderti VERAMENTE cura di un'altra persona. Non è scontato. Non è banale. Anche se è la nonna. 

I tuoi occhi saranno allenati, capirai più facilmente i bisogni altrui e saprai metterti nei panni di chi sta male. Capisci le potenzialità? 

 

Se qualcuno ti chiede cosa fai, guardalo negli occhi e sii fiero! Ma quale vergogna?! Al massimo, puoi restare sul vago e dire che stai assistendo una persona anziana.

In ogni caso, non devi nulla a nessuno. 

 

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sfulcrum

In primis: cosa ti manca?

Secondariamente ti converrebbe (a meno di -20 esami) finire anche con il minimo; sbattitene dei voti, punti al concorso di mmg.

Entrare in una chirurgia alla tua età è da folli in quanto l'apice di un chirurgo si raggiunge a 40 anni (la chirurgia poi in Italia, lasciamo perdere...).

Una clinica al 90% saresti sfruttato 4-5 anni della tua vita.

P.S: Discorso diverso se hai una passione vera, ma vedila parametrata sul dopo: se mi dicessi pediatria, cardiologia, gineco ti direi ok, ma è dura per le special forces del corso; ad occhio ti conviene ridurre le mire onde evitare facciate pesanti.

Mmg ad essere svegli ti consente di essere padrone del tuo tempo, ti elimina problemi di media; se sei sveglio un eco e uno spirometro fatturi mica da ridire....il livello medio degli mmg è imbarazzante, basta pochissimo per spiccare....

 

Modificato da sfulcrum
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Abcdf
Il 17/2/2018 alle 14:00 , Mr. Change ha scritto:

Cosa potrei dire quando mi chiedono cosa sto facendo?

Ora, ma te l'immagini raccontare ad una che ti vuoi portare a letto che fai il badante alla nonna?

Cristo, hai 32 anni, sicuramente hai del potenziale, sviluppalo.

Cercati su un'occupazione, per quanto scadente e part-time, che ti possa aiutare a migliorare qualche qualità che ti possa essere utile in futuro.

O che perlomeno non leda la tua dignità in questo modo.

Il 17/2/2018 alle 14:00 , Mr. Change ha scritto:

Cosa posso dire per non sentirmi in imbarazzo, e magari cavarmela anche in maniera elegante o quantomeno convincente?

Cambia lavoro, non c'è niente di elegante, nè convincente, nè seducente nel badare la propria nonna a 30 anni suonati.

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Il 17/2/2018 alle 14:00 , Mr. Change ha scritto:

BREVEMENTE:

Dopo il liceo scientifico ero indeciso su cosa fare, ero affascinato dalla Medicina ma non volendo seguire le orme del babbo, una fase di ribellione (lo so, a pensarci ora, una cosa stupida), ho optato per una laurea triennale, il lavoro però non mi è piaciuto particolarmente.
Alla fine sono tornato sui miei passi, e ho provato a entrare a Medicina, riuscendoci.

Però volevo in qualche modo essere meno dipendente dai miei genitori, sicché ho preferito lavorare mentre studiavo (nonostante Medicina sia tra le facoltà più impegnative), facendo lavori vari, da dipendente in un supermercato al barista, di solito part time 25 ore settimanali.

Ora ho 32 anni, ancora non ho finito, e i genitori per aiutarmi mi hanno proposto di prendermi cura della nonna che è invalida (fisicamente, non mentalmente), mentre termino gli studi, con regolare contratto stipulato con l'INPS, comprensivo di contributi, etc.

Ho deciso di provare, ho potuto constatare che riesco a gestire il tempo per lo studio come voglio, non devo spostarmi da casa, ed è un lavoro retribuito (contratto per collaboratore domestico/badante), e legale.
Sia la nonna che i genitori sono contenti, perché non devono pagare una persona sconosciuta da far entrare in casa (ma pagano me, ci sono anche i  contributi, ecc).

Detto questo, per un po' ho avuto timore a fare nuove conoscenze, o anche solo a parlare con amici che non vedo da tanto tempo, perché alla domanda "cosa fai adesso?" non so bene come dovrei rispondere.

C'è un po' di vergogna, perché comunque a 32 anni sono ancora uno studente-lavoratore, e il lavoro che faccio è praticamente la badante, con tutto il rispetto per le badanti.

Non voglio più farmi questi problemi mentali quando incontro persone nuove o conoscenti.

Perciò:

Cosa potrei dire quando mi chiedono cosa sto facendo?

Cosa posso dire per non sentirmi in imbarazzo, e magari cavarmela anche in maniera elegante o quantomeno convincente? 

 

Ma in cosa hai la laurea triennale?

E quanti sono gli esami che ti sono rimasti?

Comunque..

Ragazza: "e tu cosa fai nella vita?"

Tu: " ho una laurea in <<nome triennale>>, ma non soddisfatto appieno sto prendendo un'altra laurea in medicina. Nel frattempo lavoro e mi mantengo con assistenze private".
Fine.

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Aiamacai
9 ore fa, Abcdf ha scritto:

O che perlomeno non leda la tua dignità in questo modo.

Le cose che ledono la dignità di una persona sono ben altre! Non un lavoro di assistenza e pure pagato.

Se mi piacesse, gliela darei tranquillamente.

Non vedo il problema.

 

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Tod

Complimenti! Tanta stima per te che, insoddisfatto da una triennale e da un lavoro, hai avuto le palle per cominciare Medicina in età avanzata! 

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Giraluna
Il 17/2/2018 alle 14:00 , Mr. Change ha scritto:

Cosa potrei dire quando mi chiedono cosa sto facendo?

Cosa stai facendo Mr.Change?

Vedo quello che non stai facendo. 

Sì, studi a Medicina e sì, badi alla nonna ... Eppure, nel tuo testo non ho letto che cosa fai per affrontare tutto questo senza perdere lo slancio iniziale.

Lo fai mai un giro da qualche parte, da solo, dopo ore trascorse ad occuparti della nonna? Ti riempi quegli spazi vuoti dopo lo studio ad ammirare le sfumature della notte che incalza pensando al giuramento solenne che farai quando diventerai medico?

Sei sicuro di non essere una macchina che percorre i suoi chilometri con un tassametro che ne circoscrive orari, funzionamenti e sviluppo?

Provi una vergogna fasulla. Non ti devi vergognare di nulla perché fra le righe si nota una personalità sensibile, acuta e autorevole, se solo non perdesse tempo dietro alla massa.

La provi, questa vergogna, perché non ricordi più cosa si prova quando ci si prende del tempo a riscoprire se stessi. Quando ritrovi quello slancio, che non si vede nelle tue parole, a quel punto non t'importa della risposta, ma solo della domanda che ti hanno posto.

"Che cosa stai facendo?" ti chiede la tipa che vuoi conoscere, l'amica che non vedi da tempo, il compagno di birre che ti aveva lasciato dopo un pò di tempo per andarsene da qualche parte.

La risposta è tanto semplice quanto difficile è afferrarla e farla tua: Sto vivendo. 

A quel punto ti guarderanno in modo strano, come se fossi uscito da un covo di pazzi, ma tu non fare caso al loro sguardo superficiale, guardali sempre dentro, come fai con tua nonna mentre ti prendi cura di lei. Perché si, caro Mr. Change, si nota anche questo fra le righe ... Una bontà d'animo che ha bisogno di esprimersi invece di comprimersi.

Non la comprimere. Falla esprimere, nonostante tutto e tutti. 

Modificato da Giraluna
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