Questo è un messaggio popolare. Dott.Mauro Grillini [Élite] 367 Inviato 28 Febbraio 2018 Questo è un messaggio popolare. Condividi Inviato 28 Febbraio 2018 Questo thread nasce dalla richiesta fattami da alcuni utenti in discussione pubblica di parlare di Depressione, uno dei più famigerati e diffusi Disturbi dell'Umore. Ho accolto con piacere la richiesta, e mi auguro di contribuire in questo senso a promuovere maggiore consapevolezza su questa problematica, oltre che su cosa si possa fare per gestirla e quali tipi di aiuto possano essere più indicati. Pur essendo infatti una problematica in costante aumento (https://www.insalutenews.it/in-salute/depressione-oms-nel-2020-la-sara-la-seconda-causa-di-invalidita-per-malattia/), essa spesso non viene riconosciuta e trattata per tempo, tanto per un problema di disinformazione, quanto per il permanere di una serie di stereotipi e pregiudizi svantaggiosi circa la patologia psichica: tutto ciò influisce sulla possibilità di ricorrere in un tempo ottimale a cure di comprovata efficacia clinica, aumentando così il rischio di cronicizzazione e stabilizzazione del quadro patologico. In questo senso, un aumento della consapevolezza in materia può assumere un valore non trascurabile. Anzitutto...cos'è un Disturbo Depressivo? Il DSM 5, uno dei manuali diagnostici più diffusi a livello internazionale, riporta come Disturbi Depressivi tutti quei quadri sintomatici che si presentano sotto forma di sentimenti di tristezza, irritabilità, disperazione ecc. di grande intensità, per protratti periodi di tempo e per buona parte della giornata. Quanti sono i Disturbi Depressivi? Il più diffuso tra questi è il Disturbo Depressivo Maggiore, nel quale la persona sperimenta per ripetuti periodi di almeno due settimane almeno 5 tra questi sintomi clinici: umore depresso o irritabile; ridotto interesse o piacere in attività prima interessanti; riduzione (aumento) dell'appetito e/o del peso corporeo; insonnia o ipersonnia; agitazione o rallentamento psicomotorio visibile; perdita di energia e senso di fatica persistente; sentimenti di indegnità o colpa eccessivi e/o inappropriati; difficoltà di concentrazione, pensiero, decisione; pensieri di morte ricorrenti, ideazione suicidaria; Talvolta alcuni di questi sintomi possono presentarsi in forma "attenuata", ma costante nel tempo (almeno 2 anni) e prendono il nome di Disturbo Depressivo Persistente. Vengono inoltre evidenziati il Disturbo da Disregolazione dell'Umore Dirompente nei Bambini fino ai 10 anni d'età, e il Disturbo Disforico Premestruale nelle donne. Essere tristi dunque vuol dire essere depressi? No. Vi sono differenze sostanziali: la sofferenza che tutti noi sperimentiamo di fronte a momenti di perdite importanti (la morte di un proprio caro, la perdita del lavoro, della propria immagine sociale ecc.) o di fronte a momenti particolarmente stressanti e frustranti, ha in genere una durata limitata nel tempo e tendiamo a riprendere spontaneamente un buon equilibrio psicofisico, mantenendo le nostre abitudini e buona parte delle nostre energie. La sofferenza nel Disturbo Depressivo invece ha carattere pervasivo, ossia tende a occupare buona parte della giornata dell'individuo per un tempo eccessivamente prolungato, e viene esperito con intensità tale da compromettere in maniera importante lo svolgimento delle normali attività quotidiane, come l'andare a lavorare, lo studio, il frequentare le persone care, l'attività sessuale o l'occuparsi dei propri hobbies. Si tratta di una condizione clinica riconosciuta come invalidante, e tutelata a livello legale: https://www.laleggepertutti.it/163064_i-diritti-di-chi-soffre-di-depressione Quali sono le cause della depressione? Vi sono vari fattori che possono avere un effetto sulla possibilità di sviluppare un Disturbo Depressivo: elementi genetici, biologici, psicologici sociali e ambientali: https://it.wikipedia.org/wiki/Disturbo_depressivo# [ IMPORTANTE: per non leggere tali dati con eccessivo allarmismo – rischio che si corre non poco spulciando online qua e là – è bene ricordare che questi elementi sono fattori di vulnerabilità più che vere e proprie cause lineari e assolute. In altre parole: il fatto di aver vissuto determinate esperienze o avere in famiglia casi di Disturbo Depressivo NON indica necessariamente che la persona sarà a sua volta soggetta in automatico a svilupparne uno. Il peso di tali elementi e la loro interazione nella vita della persona possono essere più accuratamente esaminati chiedendo il consulto di un esperto e/o con validi esami clinici strumentali.] A chi mi posso rivolgere per ricevere assistenza? http://www.depressione-ansia.it/2016/11/a-chi-rivolgersi-per-la-cura-della-depressione/ Spesso un ostacolo non da poco giace nell’idea di “andare dal dottore dei matti”, nel momento in cui viene proposto un colloquio con uno psichiatra o con uno psicologo. Ancora oggi ci si confronta con un sostanziale giudizio negativo circa certe forme di sofferenza psichica, vissute spesso con vergogna, come sintomo di follia o segno di debolezza. Tutto ciò rischia di favorire una mancata o tardiva richiesta di aiuto, con il rischio di sviluppare un disturbo di natura cronica e persistente. In questo senso mi piace inquadrare questi Disturbi psichici come una sorta di “incantesimo maligno” che ha colto la persona in un momento particolare della sua vita, e per il quale è possibile ricorrere a una serie di antidoti e di alleati tattici che possono aiutarci a romperlo e a ridimensionarlo, con grande beneficio soprattutto nelle fasi preliminari. Quali sono i rimedi più efficaci nella cura dei Disturbi Depressivi? A seguito di una rigorosa valutazione presso un Professionista qualificato, è possibile proporre strumenti che abbiano dimostrato buona efficacia clinica sul piano dell’interruzione dei sintomi e della prevenzione di eventuali ricadute o sviluppi futuri di nuovi episodi. Principalmente tali trattamenti prevedono, a seconda dei casi, l’impostazione di una terapia farmacologica e/o lo svolgere un percorso di psicoterapia: in particolare, la terapia cognitivo-comportamentale sembra essere una di quelle con la massima efficacia documentata per disturbi depressivi lievi e moderati. Nel prossimo post ne parlerò più nel dettaglio.. Shriekin D., BlackSabo, Steven81 e 24 altri ha reagito a questo 17 10 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Giraluna [Partecipante] 9650 Inviato 28 Febbraio 2018 Condividi Inviato 28 Febbraio 2018 (modificato) 32 minuti fa, ispettore Coliandro ha scritto: accolto con piacere la richiesta, e mi auguro di contribuire in questo senso a promuovere maggiore consapevolezza su questa problematica, oltre che su cosa si possa fare per gestirla e quali tipi di aiuto possano essere più indicati. Domani concludo la lettura leggendo anche i link e poi formulero un mio pensiero. Intanto volevo ringraziarti. Stai promuovendo ben più della consapevolezza a riguardo, almeno per quanto riguarda me: mi stai consentendo di scriverne e perché no, magari portare una testimonianza che può aiutare o far riflettere. Modificato 28 Febbraio 2018 da Giraluna soloocchi, Kaihō-sha e Shriekin D. ha reagito a questo 3 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Dott.Mauro Grillini [Élite] 367 Inviato 28 Febbraio 2018 Autore Condividi Inviato 28 Febbraio 2018 22 minuti fa, Giraluna ha scritto: Domani concludo la lettura leggendo anche i link e poi formulero un mio pensiero. Intanto volevo ringraziarti. Stai promuovendo ben più della consapevolezza a riguardo, almeno per quanto riguarda me: mi stai consentendo di scriverne e perché no, magari portare una testimonianza che può aiutare o far riflettere. Grazie @Giraluna sentiti libera di condividere le tue riflessioni e testimonianze..oltre a un contributo più "teorico" mi piacerebbe che diventasse l'occasione per parlare apertamente di cose di cui è spesso difficile parlare..cosa che già di per sè può essere un elemento liberatorio.. Impegni permettendo posto il secondo intervento settimana prossima.. Giraluna ha reagito a questo 1 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
OdetoJoy [Élite] 4686 Inviato 28 Febbraio 2018 Condividi Inviato 28 Febbraio 2018 Tu ti occupi di CBT giusto? Giusto ieri leggevo lo schema di Beck sull'origine della depressione dei cognitivo comportamentalisti Non so perchè continuano a non convincermi Pensare che nasca tutto da un pensiero credo non vada a considerare gran parte della vita psichica emotiva alla base Se il pensiero esiste c'è un emozione alla base che lo crea Non sono neanche un psicoanalista sfegatato, ma penso che la CBT abbia un ruolo importante all'inizio della terapia, sulla superficie, ma che poi la risoluzione completa la si ha solo con la psicodinamica. Cosa ne pensi delle mie riflessioni? Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Dott.Mauro Grillini [Élite] 367 Inviato 28 Febbraio 2018 Autore Condividi Inviato 28 Febbraio 2018 30 minuti fa, OdetoJoy ha scritto: Tu ti occupi di CBT giusto? Giusto ieri leggevo lo schema di Beck sull'origine della depressione dei cognitivo comportamentalisti Non so perchè continuano a non convincermi Pensare che nasca tutto da un pensiero credo non vada a considerare gran parte della vita psichica emotiva alla base Se il pensiero esiste c'è un emozione alla base che lo crea Non sono neanche un psicoanalista sfegatato, ma penso che la CBT abbia un ruolo importante all'inizio della terapia, sulla superficie, ma che poi la risoluzione completa la si ha solo con la psicodinamica. Cosa ne pensi delle mie riflessioni? Grazie del commento non mi intendo di psicodinamica ma per meglio rispondere alla tua domanda introduco prima la parte sulla cbt e riprendo li il discorso magari ti sarà più chiaro.. OdetoJoy ha reagito a questo 1 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Questo è un messaggio popolare. Giraluna [Partecipante] 9650 Inviato 1 Marzo 2018 Questo è un messaggio popolare. Condividi Inviato 1 Marzo 2018 10 ore fa, ispettore Coliandro ha scritto: In questo senso mi piace inquadrare questi Disturbi psichici come una sorta di “incantesimo maligno” che ha colto la persona in un momento particolare della sua vita Inizio da qui perché questa frase è di una bellezza disturbante (così, per restare in tema disturbi :P) per quanto è vera. Inizio proprio dalla fine per raccontare quello che è stato la mia iniziazione verso questo incantesimo. Avevo vent'anni quando entrai in una forte depressione. Accadde dopo un lutto ed una rottura nello stesso anno. Furono due colpi che mi inginocchiarono, anzi, che mi incatenarono al letto. Di quei nove punti che hai elencato, escluso l'ultimo, li ho provati tutti. Ma scrivere ciò sarebbe estremamente riduttivo e per chi legge forse è meglio analizzarli uno ad uno. 10 ore fa, ispettore Coliandro ha scritto: umore depresso o irritabile; Non volevo che nessuno, soprattutto i miei familiari, mi parlasse e quando lo facevano li cacciavo in malo modo. Le loro domande erano semplici, innocue eppure per me era come subire un interrogatorio all'Inquisizione spagnola. Tutti erano una minaccia al silenzio che albergava dentro di me, nel mio cervello. Avevo bisogno di essere lasciata in pace, dovevo esserlo, altrimenti mi sarei sentita braccata, con il cappio al collo. 10 ore fa, ispettore Coliandro ha scritto: ridotto interesse o piacere in attività prima interessanti; Il mio era del tutto inesistente. Era morto tutto quello che riuscivo a fare prima. Ero costretta a letto tutto il giorno, con le tapparelle chiuse. Immagino l'odore che aleggiava nella stanza appena qualcuno apriva la porta. Era il fetore del marcio che albergava dentro di me. Non avevo più voglia. 10 ore fa, ispettore Coliandro ha scritto: riduzione (aumento) dell'appetito e/o del peso corporeo; Mangiavo solo una volta al giorno. Una volta, ricordo, riuscii ad andare avanti con un solo pacchetto di crecker nello stomaco. Il cibo non era il problema maggiore. Lo erano questi, tutti assieme, dentro la mia testa: 10 ore fa, ispettore Coliandro ha scritto: insonnia o ipersonnia; agitazione o rallentamento psicomotorio visibile; perdita di energia e senso di fatica persistente; Dormivo tutto il giorno e quando arrivava il momento di alzarmi era per me una enorme fatica. I piedi erano pesanti, le gambe due arti in più di cui non sapevo cosa farmene. Toglietemeli, pensavo, datemi qualcuno che mi aiuti a camminare, ad alzare le braccia. La mia schiena era ricurva sotto il peso immaginario di un carico inesistente, se non nella mia testa. Ricordo che una volta impiegai qualcosa come un'ora per lavarmi e vestirmi. No, pensai, non fatemelo più fare. E' un'agonia. Dover vedere la luce, camminare e lavarmi dalle impurità era uno strazio; erano dei colpi di frusta inferti in tutte le parti del corpo. 10 ore fa, ispettore Coliandro ha scritto: sentimenti di indegnità o colpa eccessivi e/o inappropriati; difficoltà di concentrazione, pensiero, decisione Mi sentivo parecchio in colpa: gli altri lavorano, io me ne restavo a dormire tutto il giorno; gli altri parlavano, ridevano, scherzavano, mangiavano, si lavavano mentre io provavo dolore a spostarmi da una posizione all'altra dentro il mio letto. Non ricordo un solo un momento di lucidità tanto che ho un vuoto temporale che spazia di mesi. Ricordo che il lutto avvenne a giugno 2007, mi mollai col tipo a luglio 2007 dopodiché ho un vuoto fino a settembre dell'anno dopo, quando mi ritrovai a fare servizio di volontariato. Ho chiesto svariate volte a mia madre che accadette in quel lasso di tempo, e cosa mi fece rialzare dato che i miei genitori, a cui non do alcuna colpa, si dimostrarono impotenti di fronte a quell'incantesimo. Non se lo ricorda neanche lei. Dice che la depressione durò un mese e che un giorno mi ero alzata. Fine della storia. Non auguro a nessuno di avere dei vuoti temporali che puoi colmare solo chiedendo. Ricostruire la tua vita tramite le parole degli altri, quando invece è sacrosanto essere noi a raccontarla. Non so cosa mi spinse ad alzarmi, a lavarmi e a riguardare il sole. Non lo posso sapere perché non lo ricordo. All'inizio facevano male queste risposte, ma ora le ho accettate. Una parte della mia vita è oscura a me stessa. Non saprò mai cosa accadde veramente. Due o tre cose le so nonostante ciò: - Da quella depressione il mio livello di empatia aumentò considerevolmente: quando conosco una persona nuova vengo travolta da zaffate di emozioni che in quel periodo armonizzano lo strumento difficile della sua vita; - una sorta di lucida introspezione s'instaurò come abilità permanente, che mi fa(ceva) vedere soprattutto le ombre di chi incrocia(va) il suo cammino con il mio; - non la curai mai. Non andai dallo psicologo. Dunque non presi farmaci. Andai da uno psicologo a circa 23 o 24 anni. Durò tre mesi che finsi di stare bene perché il cash stava finendo. Non ho mai assunto alcun anti depressivo, nessun farmaco. Non prendo nemmeno la pastiglia per il mal di testa quando subentra. Prima cerco sempre di vedere se mi passa con una bella dormita. Il fatto di non averla curata all'epoca comportò degli inevitabili strascichi che si sono protratti sino a qualche mese fa, quando finalmente andai dal mio medico di base al quale esposi i miei problemi. Mi chiese subito se la curai, quella maledetta depressione. No, ovviamente. Mi spedì al centro di salute mentale. Così andai dalla psichiatra. Mi assicurò di essere un soggetto clinicamente normale, che non necessita di alcuna cura farmacologica e che aveva semplicemente bisogno di un percorso di psicoterapia, che seguii. Sono uscita da quell'incantesimo maligno. E' un maleficio molto potente, che ti intrappola dentro la tua stessa testa. Il pensiero, ciò che distingue l'uomo, è il tuo peggior nemico. Sei incatenato dentro una prigione dalle pareti viscide, unte di tutto il marcio che pervade questa società. Una società malata, egoista, distorta, fondata su basi nulle, materiali, che non esistono. Ecco perché questo incantesimo è in forte aumento. Nessuno crederebbe che un piano così sapientemente messo in atto da non si sa chi possa essere frutto di una messa in scena degna dell'imminente cerimonia dei premi Oscar. Io me ne accorsi grazie ad un lutto, dopo il quale non fui più la stessa. E' difficile vivere in questo mondo malato: vedi la gente soffrire per colpe che in gran parte gli sono state iniettate da un fantasma, perdersi in labirinti sconfinati, surreali, apocalittici dove girano a vuoto, ciechi dinanzi all'uscita che dista solo qualche metro. Vedere in faccia la realtà, come già scrissi, fa sanguinare gli occhi, il cuore; fa tremare le mani, sudare anche con la neve di fuori. MA. Poi sei libero. Libero di camminare in mezzo a loro con la faccia pulita. Li vedi: gli schemi, le carceri in cui sono rinchiusi. E sorridi, finalmente sorridi. Ti chiedi se quando tornano a casa dopo una giornata di lavoro siano davvero soddisfatti, se non lo siano di facciata, perché una facciata è quello che rappresenta questo mondo. Al di là di essa c'è la vera Natura, il vero Sesso, il vero Amore, la vera Famiglia. La Vita. E loro ... Sanno questo oppure no? Di certo se hanno provato una depressione sono sulla buona strada. Black Diamond, Albert87, Whaster e 35 altri ha reagito a questo 13 24 1 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
^'V'^ [Aivia Demon] 160649 Inviato 1 Marzo 2018 Condividi Inviato 1 Marzo 2018 25 minuti fa, Giraluna ha scritto: Sono uscita da quell'incantesimo maligno. E' un maleficio molto potente, che ti intrappola dentro la tua stessa testa. Il pensiero, ciò che distingue l'uomo, è il tuo peggior nemico. Sei incatenato dentro una prigione dalle pareti viscide, unte di tutto il marcio che pervade questa società. Una società malata, egoista, distorta, fondata su basi nulle, materiali, che non esistono. Ecco perché questo incantesimo è in forte aumento. Nessuno crederebbe che un piano così sapientemente messo in atto da non si sa chi possa essere frutto di una messa in scena degna dell'imminente cerimonia dei premi Oscar. Grazie DreamSpirit, Trilly, -AgentOrange- e 1 altro ha reagito a questo 3 1 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Giraluna [Partecipante] 9650 Inviato 1 Marzo 2018 Condividi Inviato 1 Marzo 2018 1 minuto fa, ^'V'^ ha scritto: Grazie Erano nove anni che aspettavo le parole che mi scrissi nell'altro thread da cui poi ha preso vita questa discussione. Grazie a te e al Clan di esserci. Trilly, DreamSpirit, OsWeald e 3 altri ha reagito a questo 2 4 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Edo [Donna] 15305 Inviato 1 Marzo 2018 Condividi Inviato 1 Marzo 2018 @ispettore Coliandro bel post Volevo farti una domanda sul tema, scaturita da una mia osservazione Ho notato che le persone intorno a me più tendenti alla depressione hanno poco da fare o non sono abbastanza impegnate in ciò che dovrebbero fare Mi spiego con un esempio a contrario Persone indaffarate, con situazioni difficili perché per es si doveva star dietro a persone oncologiche o in fin di vita oppure gente con percorsi scolastici o lavorativi impegnativi anche solo a livello logistico, ecco, costoro avrebbero avuto tutte le ragioni per abbattersi eppure i depressi erano quelli che avevano tutto, lavoro comodo, scuola a due passi, salute fisica invidiabile Io dico che i primi hanno la cultura del sacrificio che fin da piccoli ti porta a una certa predisposizione d'animo e a un certo darsi da fare senza piangersi addosso C'entra qualcosa con le cause scatenanti la depressione o invece si tratta semplicemente di sfiga, come potrebbe essere una qualche altra disgrazia? -AgentOrange- ha reagito a questo 1 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Dott.Mauro Grillini [Élite] 367 Inviato 1 Marzo 2018 Autore Condividi Inviato 1 Marzo 2018 27 minuti fa, EdoardoG ha scritto: C'entra qualcosa con le cause scatenanti la depressione o invece si tratta semplicemente di sfiga, come potrebbe essere una qualche altra disgrazia? Dipende da come viene vissuta internamente la cultura del sacrificio..e quanto spazio lascia anche ad altre dimensioni.. Lo stesso vale per chi “non è abbastanza impegnato” nelle cose che fa: posto che non sia già l’effetto di un sintomo...e’ il modo in cui tale condizione viene vissuta internamente a fare la differenza da un punto di vista mentale. Spesso non e’ tanto il fare di più o di meno..quanto il sentirsi in grado di fare cose..e quanto questo conta per definire il nostro senso di se’..il senso di impotenza, associato a situazioni altamente attivanti e stressanti e a una vulnerabilità biologica più marcata a “vivere male” lo stress può aumentare in modo significativo le possibilità di una deflessione del tono dell’umore.. parliamo sempre di rischio, non di nessi causa-effetto.. beyondzen89, Sungroove e Edo ha reagito a questo 1 2 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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