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Racconti Sulla Seconda Guerra Mondiale


Wyatt99

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LODOVICA
17 minuti fa, Case ha scritto:

Ti ringrazio per le belle parole; in effetti ci sono dei periodi in cui le sono stato poco vicino... e purtroppo soffre un po' di solitudine. A volte basta anche una semplice telefonata per cambiarle la giornata in meglio

 

GIUSTO

Io i miei nonni li ho avuti fino a 24 anni e pensavo fossero immortali. Quando me li hanno chiusi in una scatola di legno, uno dopo l'altro, mi sono resa conto di quanto gli volevo bene ma, da mini stronza quale ero, pensavo che li avrei avuti sempre, quindi non ci ho mai pensato.

Non ne parlo mai con nessuno dei miei nonni perché non riesco. Mi viene il magone

In bocca al lupo x tutto e un abbraccio da parte mia alla tua nonna!

LODOVICA

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7 ore fa, LODOVICA ha scritto:

GIUSTO

Io i miei nonni li ho avuti fino a 24 anni e pensavo fossero immortali. Quando me li hanno chiusi in una scatola di legno, uno dopo l'altro, mi sono resa conto di quanto gli volevo bene ma, da mini stronza quale ero, pensavo che li avrei avuti sempre, quindi non ci ho mai pensato.

Non ne parlo mai con nessuno dei miei nonni perché non riesco. Mi viene il magone

In bocca al lupo x tutto e un abbraccio da parte mia alla tua nonna!

LODOVICA

Credo che sia normale, specie da giovanissimi, dare la presenza dei nostri cari per scontata, e accorgersi della loro importanza soltanto nel momento della perdita. 

Non ti conosco ovviamente, ma non penso che fosse per stronzaggine...

 

Conviene essere comunque grati per i momenti che abbiamo passato insieme a loro.

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9 ore fa, LODOVICA ha scritto:

Non ne parlo mai con nessuno dei miei nonni perché non riesco. Mi viene il magone

Inoltre, se pensi che possa farti bene parlarne, e se decidessi di far verificare il tuo profilo... io sono qui. 😉

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  • 3 settimane dopo...

Ho letto questo post tutto d'un fiato, caspita che storie

Quando leggo queste cose e poi i post in cui la gente si lamenta per l'aspetto fisico, per il visualizzato e non risposto o per le pare che abbiano noi donne e che ci sembrano problemi insormontabili, beh mi viene da ridere della nostra vita felice, rispetto a quello che hanno dovuto passare i nostri nonni e bisnonni

Lascio anch'io la "mia" storia

Mio nonno era piccolo quando sono arrivati i tedeschi (seconda guerra mondiale) e lui se li ricorda bene perché gli hanno dato il suo primo lavoro, scavava trincee e lo pagavano in franchi tedeschi che valevano molto più della lira e lui era contento perché si poteva comprare le sigarette invece di fumare le foglie secche del mais. Aveva 13 anni e non mi ha mai raccontato di essere stato costretto a farlo o che si sentisse triste a doverlo fare, da come lo raccontava pareva pure felice di aiutare il nemico. Però non li vedeva come tali perché erano quelli che lo pagavano, mentre dal governo centrale le zone di periferia erano lasciate un po' al loro destino

Mia nonna, quella che poi fu sua moglie, abitava in campagna anche lei e però la sua e altre tre case erano circondate da un fossato piuttosto profondo e ampio e avevano terre e bestiame all'interno di questa zona. Quando arrivarono i tedeschi volevano requisire tutto perché erano praticamente autosufficienti e non hanno usato quasi mai le tessere per il cibo che il governo forniva alla popolazione. Infatti avevano anche grano che macinavano di notte nel mulino comunale dietro casa con la complicità del mugnaio che ha fatto fortuna grazie alla guerra, infatti per ogni tot di grano macinato per le famiglie lì intorno di nascosto si faceva lasciare come pagamento dei sacchi di farina che poi rivendeva ai tedeschi che glieli pagavano bene

Insomma, quando sono arrivati i tedeschi a requisire la zona, le famiglie di mia nonna e i vicini, hanno bruciato l'unico ponte che li collegava al resto del mondo, era l'unico collegamento ufficiale però ai tedeschi serviva assolutamente il legname che loro avevano nel loro bosco e così un ufficiale tedesco si è installato dai miei bisnonni per le trattative: alla fine in cambio del legname e di vitto e alloggio dai miei bisnonni, lui chiedeva un occhio sul traffico di farina e sul traffico di beni come farina, burro, latte, pollame ecc che quelli vendevano ai veneziani che erano proprio alla fame, quando invece secondo gli ordini superiori tutto sarebbe dovuto andare ai tedeschi e/o al governo. Alla fine della guerra, questo generale che in patria era sposato ma non aveva figli, voleva portarsi via mia nonna che aveva 13 anni per portarla in Germania come figlia, anche perché aveva visto che loro erano in 7-8 figli tutti da sfamare, ma a parte che il mio bisnonno si oppose, ma il tedesco non voleva sentire ragioni e voleva che sentissero anche mia nonna, convinto di averle fatto buona impressione: lei me lo descriveva come un uomo a modo e distinto, cordiale e tutto che non ha mai alzato un dito né con lei, né con le sorelle né con la madre. Chiamata mia nonna perché decidesse sul dal farsi, lei reguardì il tedesco e lo mandò a fanculo, i miei bisnonni si incazzarono con lei per paura di ritorsioni ma il tedesco era passato dall'altra parte e non poteva più fare nulla, anzi da usurpante dovette pure ringraziare che grazie al ponte bruciato di cui sopra venne risparmiato alla furia dei partigiani e di quelli che lo volevano fare fuori (la guerra era finita e i tedeschi non avevano vinto anzi, mentre gli italiani passati con gli alleati erano dalla parte giusta)

Altro episodio: quando scoppiò la seconda guerra mondiale, la mamma di mia nonna, come le altre donne, venne chiamata a lasciare la fede nuziale per sovvenzionare la guerra. Il mio bisnonno, che pareva lui il tedesco cattivo della situazione, la minacciò dicendole che se avesse osato dare la fede lui l'avrebbe cacciata di casa, ché a casa sua comandava lui e non il Duce ecc ecc; se però non ubbidivi all'ordine di lasciare la fede erano cavoli amari, allora la mia bisnonna si ingegnò e si infilò al dito un anello di quelli per appendere le tende dicendo che suo marito era talmente povero (infatti non ho mai capito che lavoro facesse, in teoria lavorava i campi ma non ha mai fatto un lavoro stipendiato) che quando l'aveva sposata non si erano potuti permettere la fede d'oro: il commissario comunale fece finta di crederle perché aveva una simpatia per lei e così fu l'unica donna della zona che a guerra finita poté risfoggiare la sua fede vera (alle altre in sostituzione davano un anello di ferro)

Infine mi ricordo che mia nonna mi raccontava che durante il lavoro nei campi c'era un ebete, tal Pluto (credo fosse il nome dell'aereo), che si divertiva a volare a bassissima quota per spaventare gli abitanti; era un soldato che in teoria aveva l'ordine di mitragliare ma non ricordo se fosse italiano o tedesco. Ecco, questo è l'unico episodio che mia nonna raccontava con terrore in merito alla guerra

Ho provato a chiederle se sapeva qualcosa sugli ebrei, visto che comunque fin da piccoli ci hanno insegnato che la seconda guerra mondiale significa sterminio degli ebrei, ma lei ha detto che non ne conosceva mezzo e che non ha mai sentito di gente deportata

Ah ultima cosa, il fratello di mio nonno venne preso dai tedeschi, lo portarono in prigione da qualche parte ma l'episodio fondamentale è che venne riportato a casa da un elicottero fiammante degli americani, che lo mollarono proprio nel campo dietro casa, con tutto il vicinato che lo acclamava: per mio nonno che gode a essere al centro dell'attenzione, quello fu il momento migliore di tutti perché avevano riportato fino a casa suo fratello con l'elicottero quando gli altri se l'erano fatta a piedi da ogni dove (non mi ricordo grazie all'intercessione di chi fecero muovere l'elicottero agli americani, credo semplicemente che nella sfortuna di essere stato incarcerato, il mio prozio si sia salvato e semplicemente gli americani caricavano i vari prigionieri e li portavano a casa, ma sinceramente non saprei)

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LODOVICA

@EdoardoG l'ho letta d'un fiato....BELLISSIMA !!!! Mi sono emozionata a leggere le peripezie dei tuoi nonni.... i nostri nonni erano davvero veri Uomini e vere Donne!!!! Anche se  ti conosco solo virtualmente, mi sei simpatica!

PS: anche mia nonna, che era del 18 e si è fatta tutta la guerra, non ha mai sentito di gente deportata. In più, come forse avevo scritto, aveva un terrore incredibile dei Partigiani. Credo ci fossero delle cose che non sono state dette sui Partigiani...chissà.

Lodovica

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iPaq

@LODOVICA

Perché la storia la scrivono i vincitori, ma la verità non è mai di una sola parte.

P.s.: che bella foto profilo che hai ora 😉

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Un'altra cosa che mi era sfuggita in precedenza, anche se forse è leggermente OT perché riguarda la prima guerra mondiale

Il padre di mio nonno, quello della storia di cui sopra, nella prima guerra mondiale dovette affrontare un soldato nemico in un combattimento corpo a corpo; avendo finito le cartucce lo infilzò con la baionetta, che se avete presente com'è fatta, ha una lama alla fine della canna

Beh quando tornò dalla guerra, in seguito a questo fatto e per gli orrori cui aveva dovuto assistire, sviluppò quello che oggi chiamano disturbo da stress post traumatico ma che allora non veniva riconosciuto come malattia; fatto sta che si mise a bere e divenne un alcolizzato. Sua moglie era una strega e diceva che lui era un debole dato che continuava a ripetere sta cosa che aveva dovuto uccidere un uomo, che però l'ha fatto solo per difendersi eccetera; per lei sostanzialmente era una scusa buona per non lavorare nei campi e lamentarsi dandosi al vino. Per sua moglie infatti in guerra quello si faceva e anzi aveva fatto solo il suo dovere, ma lui poveretto era veramente un mite, un buono, uno che era stato colto di sorpresa dagli eventi della Storia e il carattere duro della moglie di certo non lo aiutava. Ad ogni modo, questo, anche in tarda età era mite e continuava a ripensare a quell'uomo che aveva ammazzato nel campo di battaglia anni prima

Senonché, un giorno, arrivò un comunicato dal governo con il quale si scusavano dell'enorme ritardo con cui si facevano vivi ma avevano sistemato delle scartoffie e risultò che per quell'azione di tantissimi anni prima, il mio bisnonno meritava la medaglia al valor militare per aver fronteggiato senza timore il nemico e averlo annientato in un pericoloso corpo a corpo. Moglie e figli erano contenti per il riconoscimento ma lui no, perché si sentiva in una specie di mondo al rovescio doveva veniva premiato per aver ucciso un uomo, si sentiva in colpa per averne provocato lui la morte

Ovviamente mio nonno e gli altri suoi fratelli fecero i salti di gioia e andarono loro fino a Roma a ritirare la medaglia del padre, ritornarono e rompero le scatole al vicinato per anni con sta storia che il loro padre era stato insignito di questo riconoscimento addirittura dal presidente della Repubblica (credo fosse Pertini ma potrei sbagliarmi). Poco dopo il bisnonno morì

Qualche anno fa la famiglia oramai allargatasi con nipoti e bisnipoti, organizzò addirittura una cena con tanto di fotografo e santa messa ad hoc per commemorare l'avo e la sua medaglia, nonostante lui non l'avesse mai voluta

Credo che si sia rivoltato nella tomba per questa celebrazione postuma in pompa magna

E niente, questa è parte della storia della mia famiglia che si è intrecciata con la Storia

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  • 1 mese dopo...
Wyatt99

Belle storie: purtroppo le ho lette un po' tardi!

 

Se qualcuno avesse qualche altra storia da raccontare, sarebbe veramente un bel gesto!

 

ps: @EdoardoG grazie per le tue storie

Nel Regno D'Italia, il trattamento degli ebrei era ben diverso rispetto nel Terzo Reich 

Anche se furono comunque introdotte le leggi razziali, in Italia non ci furono campi di sterminio (solo nel '43 ce ne fu uno piccolo a Trieste, ma era sotto controllo Germanico) e molte volte gli ebrei e le altre razze inferiori, venivano difese dagli stessi fascisti. La comunità Ebrea di Rodi e del Dodecaneso fu portata nei campi di sterminio solo dopo il settembre 1943, ovvero la caduta del fascismo in Italia. Non solo, anche nella zona francese  conquistata da noi Italiani nel 1940, ci fu una popolazione ebraica di 300.000 abitanti: solo dopo la caduta Italiana, furono presi e portati in Polonia o Germania.

Questo non vuol dire che i fascisti non abbiano fatto del male: ricordiamo la casa dello Studente a Genova o le diverse violenze fatte nei territori occupati in Jugoslavia. 

Voglio solo dire che non bisogna generalizzare, anche perché gli stessi Alleati erano violatori di legge umane e non hanno risparmiato violenze sulle diverse popolazioni 

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  • 6 mesi dopo...
Wyatt99

Riprendo questo post per chiedere agli altri utenti di questo forum, di partecipare postando tutto ciò che sanno dei loro parenti fanti nella prima o seconda guerra mondiale, ma anche di storie civili, soprattutto quelle vissute dalle nostre nonne!

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  • 4 mesi dopo...
Urban_Fender

Topic molto bello, su quella che è la Storia d'Italia e delle nostre famiglie.

Posso portare poco di raccontato e vissuto, per motivi semplici:

Nonno Paterno --> deceduto quando avevo 4 anni, non ha mai raccontato granchè a mia nonna, mio padre etc.

Nonno Materno --> si sa che è stato prigioniero in Dalmazia, lo ha raccontato, ma non ha mai raccontato un solo aneddoto o esperienza

 

 

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