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Racconti Sulla Seconda Guerra Mondiale


Wyatt99

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Wyatt99

E' strano parlare di Storia, soprattutto della Seconda Guerra Mondiale, su un forum di seduzione come IS

 

Ma io ne sono innamorato: ho libri e ricerche fatte sui parenti che hanno partecipato al più grande conflitto mondiale di tutte le ere

 

Ora, vorrei rubarvi 5 min della vostra vita per un favore. Tutti noi abbiamo avuto qualcuno della famiglia che ha partecipato al secondo conflitto mondiale e chiedo, se poteste trascrivere ciò che i vostri Nonni vi hanno raccontato

 

Io purtroppo ho sentito da terzi: Mio prozio paterno a 20 anni perì a Creta, mio prozio materno se ne andò quando io ero ancora piccolo e i fratelli di mio nonno sono morti quando ancora non ero nato

 

Vi chiedo solo questo, di farmi partecipe delle storie che i vostri parenti vi hanno raccontato sulla loro vita nella seconda guerra mondiale e di alcuni racconti nelle trincee

 

Ps: Io faccio ricerche su persone purtroppo decedute nei due conflitti mondiali. Mi basta un cognome e un nome (se avete la data di nascita e il luogo di nascita, sarebbe perfetto), per trovare la data di scomparsa e se fortunato, il luogo di decesso!

 

 

Grazie per chi leggerà e parteciperà a questa discussione! 

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LODOVICA
50 minuti fa, Wyatt99 ha scritto:

 

Ora, vorrei rubarvi 5 min della vostra vita per un favore. Tutti noi abbiamo avuto qualcuno della famiglia che ha partecipato al secondo conflitto mondiale e chiedo, se poteste trascrivere ciò che i vostri Nonni vi hanno raccontato

 

CHE BEL POST!!! Complimenti!!!!

I miei nonni entrambi hanno partecipato alla II guerra mondiale. Adesso sono entrambi in Cielo ma posso riportarti quel che mi ricordo.

Il nonno di mia mamma era classe 1917. Alassino, dalla Liguria è venuto a Torino ed è diventato Ferroviere. Nel 39 è scoppiato il conflitto e l'hanno subito chiamato (aveva 22 anni, l'età perfetta). Ha combattuto al fronte, poi è stato ferito e ha quindi avuto il compito di trasportare (essendo ferroviere) munizioni e vettovaglie al fronte. 

Ho ancora un sacco di sue foto in divisa. Era alto, con i capelli biondi che sembravano bianchi e gli occhi celesti chiarissimi. Spesso gli dicevano  scherzando che sembrava un Ariano e questa era una di quelle frasi che lo facevano irrigidire e chiudere immediatamente la conversazione. Non aveva alcuna stima dei tedeschi e aveva tanti amici ebrei, quindi per lui era una grave offesa.

E' stato poi fatto prigioniero dopo la Guerra d'Aprile (la Jugoslavia di TITO)  ma è riuscito a fuggire (purtroppo alcuni pezzi non li ricordo:44_frowning2: sapessi cosa darei per riavere mio nonno qui un secondo che me li racconta un'altra volta... :61_sob:) e lo ha accolto una famiglia del posto. Raccontava sempre che erano persone buone, di poche parole. Lo hanno accolto per due giorni e poi gli hanno regalato un cavallo (un cavallo!!!) perché potesse fare più rapidamente un pezzo di strada. Mio nonno è risalito dalla Jugoslavia fino al confine con l'Italia e poi tramite colleghi ferrovieri si è ricongiunto ai suoi.

Mi raccontava  che è arrivato a casa talmente magro che era irriconoscibile. la mamma (mia bisnonna) gli ha detto: " Non ho nulla a parte dello strutto: vuoi quello?" e lui ha fatto sì con la testa e si è messo a mangiare lo strutto. Era un barattolo da mezzo chilo, col cucchiaino lo ha finito.

Il papà di mio papà era del 1905. Ha visto sia il primo che il secondo conflitto mondiale ma ovviamente nel primo era piccolissimo. Suo papà (mio bisnonno) prese la medaglia al VALOR MILITARE nella I guerra mondiale. Stette tre giorni in una buca, ferito grave alla mano, a sparare contro gli austro-ungarici.

Per tornare a mio nonno paterno, si è fatto EL ALAMEIN. Ogni volta che parlava dei suoi compagni, aveva le lacrime agli occhi.

"Ve la caverete....Ci avevano detto. E invece siamo tornati una manciata. E li abbiamo lasciati tutti li. Erano miei fratelli, e sono rimasti li".

Mi raccontava che mentre li massacravano, siccome avevano finito le munizioni, tiravano anche le scatolette di pelati al nemico...ma non mollavano. Erano senza acqua, senza rifornimenti. Senza niente in mezzo al deserto con quelli che sparavano.Non chiedevano pietà, non si sono mai arresi.  Il suo migliore amico è rimasto a EL ALAMEIN, e aveva  32 anni.   Una volta gli hanno fatto notare che sia Churchill che Rommel avevano definito i soldati italiani "eroi".

Lui ha alzato un sopracciglio e ha ribattuto: "Non c'era alcun bisogno che Churchill e Rommel li definissero tali. Lo sono stati, e basta." E io ho detto. "Ma nonno! C'eri anche tu! Sei tornato senza mano"

-Io ho fatto meno del mio dovere.-

Adesso mi fermo perché poi mi emoziono e non riesco più a scrivere in maniera decente. Quando sento di gente che sputa sulla bandiera, o dei politici di merda che non gli importa nulla del loro paese, mi sale il sangue al cervello. Perché, come dicevano i miei nonni, tanti hanno combattuto per questo paese e non sono mai tornati.

Grazie @Wyatt99 di avermi dato l'opportunità di raccontare. Sono fiera di aver avuto dei nonni così.

Lodovica

 

Modificato da LODOVICA
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Wyatt99
22 minuti fa, LODOVICA ha scritto:

CHE BEL POST!!! Complimenti!!!!

I miei nonni entrambi hanno partecipato alla II guerra mondiale. Adesso sono entrambi in Cielo ma posso riportarti quel che mi ricordo.

Il nonno di mia mamma era classe 1917. Alassino, dalla Liguria è venuto a Torino ed è diventato Ferroviere. Nel 39 è scoppiato il conflitto e l'hanno subito chiamato (aveva 22 anni, l'età perfetta). Ha combattuto al fronte, poi è stato ferito e ha quindi avuto il compito di trasportare (essendo ferroviere) munizioni e vettovaglie al fronte. 

Ho ancora un sacco di sue foto in divisa. Era alto, con i capelli biondi che sembravano bianchi e gli occhi celesti chiarissimi. Spesso gli dicevano  scherzando che sembrava un Ariano e questa era una di quelle frasi che lo facevano irrigidire e chiudere immediatamente la conversazione. Non aveva alcuna stima dei tedeschi e aveva tanti amici ebrei, quindi per lui era una grave offesa.

E' stato poi fatto prigioniero dopo la Guerra d'Aprile (la Jugoslavia di TITO)  ma è riuscito a fuggire (purtroppo alcuni pezzi non li ricordo:44_frowning2: sapessi cosa darei per riavere mio nonno qui un secondo che me li racconta un'altra volta... :61_sob:) e lo ha accolto una famiglia del posto. Raccontava sempre che erano persone buone, di poche parole. Lo hanno accolto per due giorni e poi gli hanno regalato un cavallo (un cavallo!!!) perché potesse fare più rapidamente un pezzo di strada. Mio nonno è risalito dalla Jugoslavia fino al confine con l'Italia e poi tramite colleghi ferrovieri si è ricongiunto ai suoi.

Mi raccontava  che è arrivato a casa talmente magro che era irriconoscibile. la mamma (mia bisnonna) gli ha detto: " Non ho nulla a parte dello strutto: vuoi quello?" e lui ha fatto sì con la testa e si è messo a mangiare lo strutto. Era un barattolo da mezzo chilo, col cucchiaino lo ha finito.

Il papà di mio papà era del 1905. Ha visto sia il primo che il secondo conflitto mondiale ma ovviamente nel primo era piccolissimo. Suo papà (mio bisnonno) prese la medaglia al VALOR MILITARE nella I guerra mondiale. Stette tre giorni in una buca, ferito grave alla mano, a sparare contro gli austro-ungarici.

Per tornare a mio nonno paterno, si è fatto EL ALAMEIN. Ogni volta che parlava dei suoi compagni, aveva le lacrime agli occhi.

"Ve la caverete....Ci avevano detto. E invece siamo tornati una manciata. E li abbiamo lasciati tutti li. Erano miei fratelli, e sono rimasti li".

Mi raccontava che mentre li massacravano, siccome avevano finito le munizioni, tiravano anche le scatolette di pelati al nemico...ma non mollavano. Erano senza acqua, senza rifornimenti. Senza niente in mezzo al deserto con quelli che sparavano.Non chiedevano pietà, non si sono mai arresi.  Il suo migliore amico è rimasto a EL ALAMEIN, e aveva  32 anni.   Una volta gli hanno fatto notare che sia Churchill che Rommel avevano definito i soldati italiani "eroi".

Lui ha alzato un sopracciglio e ha ribattuto: "Non c'era alcun bisogno che Churchill e Rommel li definissero tali. Lo sono stati, e basta." E io ho detto. "Ma nonno! C'eri anche tu! Sei tornato senza mano"

-Io ho fatto meno del mio dovere.-

Adesso mi fermo perché poi mi emoziono e non riesco più a scrivere in maniera decente. Quando sento di gente che sputa sulla bandiera, o dei politici di merda che non gli importa nulla del loro paese, mi sale il sangue al cervello. Perché, come dicevano i miei nonni, tanti hanno combattuto per questo paese e non sono mai tornati.

Grazie @Wyatt99 di avermi dato l'opportunità di raccontare. Sono fiera di aver avuto dei nonni così.

Lodovica

 

Ho letto tutto d'un fiato i tuoi bellissimi racconti!

 

El Alamein è stata una disfatta! Tuo nonno e tutti coloro che hanno partecipato, sono stati eroi!

 

Magari avessi avuto i miei prozii che raccontavano delle loro storie sul campo di battaglia

 

Grazie @LODOVICA, grazie per queste tue testimonianze !

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LODOVICA
7 minuti fa, Wyatt99 ha scritto:

Ho letto tutto d'un fiato i tuoi bellissimi racconti!

El Alamein è stata una disfatta! Tuo nonno e tutti coloro che hanno partecipato, sono stati eroi!

Magari avessi avuto i miei prozii che raccontavano delle loro storie sul campo di battaglia

Grazie @LODOVICA, grazie per queste tue testimonianze !

Grazie a te per questo bel post.

Se mi viene in mente altro lo aggiungo! E' che poi mi viene il magone e devo tagliare corto.

Hai ragione, erano eroi.

Mi sembra ancora di sentirli raccontare. Erano debolissimi negli ultimi tempi, e sapevano che era arrivato il loro turno, ma quando parlavano di queste cose si illuminavano gli occhi. E sembrava di vedere un vecchio leone stanco, ma ancora fiero.

Ciao

L

Modificato da LODOVICA
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Mio nonno materno aveva 16 anni quando è iniziata la guerra. Abitava a Genova; un giorno, prese la decisione di scappare di casa e unirsi ai partigiani sui monti. I miei bisnonni lo andarono a cercare, e riuscirono anche a trovarlo. Si faceva chiamare Lupo. Data la sua giovane età, faceva la staffetta e altre mansioni; ha raccontato di non aver mai ucciso nessuno. Comunque, rimase con i partigiani per diverso tempo. Non lo conobbi mai di persona, perché morì prima che nascessi, portato via da un cancro.

Mio nonno paterno fu chiamato per la campagna di Russia; ne tornò vivo, ma con il fisico fortemente debilitato: infatti morì che mio padre aveva solo 13 anni.

Un altro mio bisnonno, sempre di Genova, stava accompagnando per strada una mia zia, all'epoca incinta. Dei fascisti a cavallo attraversarono la strada all'improvviso, e rischiarono di metterla sotto; lui si mise a litigare con loro, e così lo portarono via. Fu imprigionato nella casa dello Studente, che all'epoca era diventata una casa delle torture. Non ne uscì da vivo.

Un altro zio, fratello di mia nonna, era stato mandato al fronte, se non sbaglio in Jugoslavia. Dopo l'armistizio dovette attraversare a piedi, o con mezzi di fortuna, tutta l'Italia, per ritornare a Bari, dove viveva. Ci mise due mesi... quando arrivò, la mia bisnonna, sua madre, non c'era. Era fuggita in campagna assieme alle figlie (tra cui mia nonna). Lui rimase sull'uscio per un giorno intero. Poi, quando arrivarono e lo videro, lo fecero spogliare completamente e misero a bollire i vestiti, che erano infestati di parassiti.

P.S. Mi dispiace di non poter dare più particolari; sono racconti che, per ovvi motivi, mi sono arrivati soltanto per via indiretta.

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Wyatt99
10 ore fa, Case ha scritto:

Mio nonno materno aveva 16 anni quando è iniziata la guerra. Abitava a Genova; un giorno, prese la decisione di scappare di casa e unirsi ai partigiani sui monti. I miei bisnonni lo andarono a cercare, e riuscirono anche a trovarlo. Si faceva chiamare Lupo. Data la sua giovane età, faceva la staffetta e altre mansioni; ha raccontato di non aver mai ucciso nessuno. Comunque, rimase con i partigiani per diverso tempo. Non lo conobbi mai di persona, perché morì prima che nascessi, portato via da un cancro.

Mio nonno paterno fu chiamato per la campagna di Russia; ne tornò vivo, ma con il fisico fortemente debilitato: infatti morì che mio padre aveva solo 13 anni.

Un altro mio bisnonno, sempre di Genova, stava accompagnando per strada una mia zia, all'epoca incinta. Dei fascisti a cavallo attraversarono la strada all'improvviso, e rischiarono di metterla sotto; lui si mise a litigare con loro, e così lo portarono via. Fu imprigionato nella casa dello Studente, che all'epoca era diventata una casa delle torture. Non ne uscì da vivo.

Un altro zio, fratello di mia nonna, era stato mandato al fronte, se non sbaglio in Jugoslavia. Dopo l'armistizio dovette attraversare a piedi, o con mezzi di fortuna, tutta l'Italia, per ritornare a Bari, dove viveva. Ci mise due mesi... quando arrivò, la mia bisnonna, sua madre, non c'era. Era fuggita in campagna assieme alle figlie (tra cui mia nonna). Lui rimase sull'uscio per un giorno intero. Poi, quando arrivarono e lo videro, lo fecero spogliare completamente e misero a bollire i vestiti, che erano infestati di parassiti.

P.S. Mi dispiace di non poter dare più particolari; sono racconti che, per ovvi motivi, mi sono arrivati soltanto per via indiretta.

Grazie mille anche a te per i racconti che ci hai condiviso! Sono da condividere, per far vedere ciò che i nostri parenti hanno sofferto, nella seconda guerra mondiale

 

Non sapevo nulla della casa dello studente: farò sicuramente una Ricerca!

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LODOVICA
10 ore fa, Case ha scritto:

P.S. Mi dispiace di non poter dare più particolari; sono racconti che, per ovvi motivi, mi sono arrivati soltanto per via indiretta.

CIAO

Anche me il fatto di non poter dire di più, sapere di più, dispiace un sacco. Perché sono cose che raccontate da una fonte diretta hanno un altro spessore e sono più vive, più emozionanti.

10 ore fa, Case ha scritto:

 

Un altro zio, fratello di mia nonna, era stato mandato al fronte, se non sbaglio in Jugoslavia. Dopo l'armistizio dovette attraversare a piedi, o con mezzi di fortuna, tutta l'Italia,

 

 Anche mio nonno si è fatto Jugoslavia -Italia...se ci penso, non riesco neanche a immaginare le peripezie che un viaggio del genere, in tempo di guerra, comportava... e con mezzi di fortuna, piedi, cavallo, ecc..

Vorrei avere un po' della forza d'animo e del coraggio che hanno avuto loro.

Lodovica

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22 minuti fa, Wyatt99 ha scritto:

Grazie mille anche a te per i racconti che ci hai condiviso! Sono da condividere, per far vedere ciò che i nostri parenti hanno sofferto, nella seconda guerra mondiale

 

Non sapevo nulla della casa dello studente: farò sicuramente una Ricerca! 

Dopo la guerra, è tornata a svolgere la funzione che aveva in origine. Però sì, sono successe cose atroci lì dentro...

http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2017/04/27/AS0vqRAH-tortura_studente_fasciste.shtml

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LODOVICA

 

Voglio però solo aggiungere una cosa, per amor di verità.

Entrambe le mie nonne  (classe 1918 e 1921) hanno vissuto tutta la guerra (nonna materna a Torino, nonna paterna ad Ascoli Piceno) ed entrambe erano TERRORIZZATE dai partigiani. Me ne hanno parlato pochissimo, sempre con disagio.

La mia nonna torinese mi aveva detto che quando usciva per andare a lavorare, questo dopo l'armistizio del 1943, quando l'Italia era nel caos più totale, i  genitori  le dicevano così

"Lodovica, per carità, piuttosto che finire nelle mani dei Partigiani, consegnati ai Tedeschi".

Questa cosa non me la dimenticherò mai. Mi ha lasciata esterrefatta. Probabilmente i Partigiani non erano solo quelli che adesso ci raccontano nei libri....

Probabilmente molte cose non si sapranno mai, perché devono essere taciute. E soprattutto, quelli che potevano dire la loro adesso non possono più parlare.

Ciao,

L

 

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acquasalata

Gran bel post!

Entrambi i miei nonni erano reduci della seconda guerra mondiale.

Mio nonno materno (classe '12) aveva partecipato all'invasione dell'Albania di cui parlava come di una "guerra da burletta", in pratica non spararono un colpo. Poi fu mandato in Nordafrica e fu preso prigioniero dagli inglesi a Tobruk. Lo spedirono in un campo di prigionia in Sudafrica, a Durban, dove restò fino all'ambigua "cobelligeranza" di cui ci avevano insigniti all'8 di settembre '43 mentre dopo andò in Inghilterra, a Portsmouth se non sbaglio, ospite di una famiglia di contadini locali a cui dava una mano nei lavori e che lo amarono come un figlio. Ancora quando ero piccolo ricordo le lunghe telefonate con questa famiglia nell'inglese perfetto che parlava (e che mi ha insegnato anche se lo parlo mille volte peggio di lui). Quando mi portava a passeggio con lui incontravamo i suoi amici che erano reduci di tutti i fronti della WWII, della Resistenza e qualcuno anche del Carso e del Piave e l'unico argomento ammesso a quelle chiacchierate era la guerra. 

Mio nonno paterno (classe '23) stava svolgendo il servizio di leva in una città dalmata che non conosco, sita tra Zara e Spalato, quando arrivò l'8 settembre e fu preso senza colpo ferire dai tedeschi che lo spedirono in Polonia al lavoro in un Lager/miniera dove si infortunò gravemente (devo ringraziare la sua pensione di invalido di guerra se la casa in cui vivo è di mia proprietà). Non so altro, non raccontava quasi nulla, nemmeno a mio padre o a mia nonna. 

Un aneddoto sullo zio di mio padre (fratello della mia bisnonna) fece la campagna di Russia, la terribile ritirata e tornò vivo in Italia solo per essere preso prigioniero dai nazisti che lo spedirono in un Lager. Spinto dalla fame una sera scappò per rubare avanzi, bucce di patata o poco più dalla pattumiera e fu beccato da un tedesco. Questi lo portò alle cucine e gli servì del pane, poi altro pane, poi ancora, obbligandolo a mangiare con la Luger puntata in fronte fino a quando si sentì male e vomitò tutto quel pane prezioso. Quando mesi dopo il campo fu conquistato dai russi la storia fu risaputa, non era la prima volta che quello stronzo trattava sadicamente i prigionieri, e fu proposto al mio triszio di sparargli.

Rifiutò.

"Italiani figli di mamma" gli fu risposto con un sorriso "però due schiaffoni e un calcio nel culo potresti darglieli".

Accettò 🙂

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