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BlackSwan

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BlackSwan
2 ore fa, iPaq ha scritto:

@BlackSwan la tua è una facoltà scentifica? Se si, quale? E quella della tua ragazza? Lei da quale scuola superiore proviene?

Per il resto, lei è femmina e tu maschio; le femmine non vengono educate alla competizione sui risultati (studio, lavoro, ecc.) ma a quella con le altre femmine per il maschio migliore; e lei, dal suo punto di vista, l'ha già vinta. Tu no, sei ancora in guerra.

 

Sì, studio in una facoltà scientifica, ma preferisco non entrare nel dettaglio (ho sempre paura di essere riconosciuto 😂), lei invece non studia una facoltà scientifica, mi limito a dire questo. 

Comunque lei viene da uno scientifico, maturità passata con poco più della sufficienza.

Non so se sono in guerra, mi dico sempre che con lei sto bene, che le voglio un bene incredibile, eppure non nego che se qualche altra ragazza, ai miei occhi attraente, mi venisse a far visita, la rifiuterei. Così come non nego che nonostante tutto quello che lei fa per me, ho comunque voglia di altre a volte (a livello sessuale, non per cominciare altre love story).

Dopo un anno, stavo per lasciarla, le cose non andavano bene perché io volevo più libertà e in virtù del fatto che lei stava diventando la mia prima LTR, avevo voglia di provare altro. Così per un mese mi sono frequentato con un'altra, niente sesso, ma tutto il contorno. Il discorso si è ripetuto qualche settimana dopo con un'altra ragazza, anche se in modo più attenuato. 
Dal mio punto di vista comunque non erano veri tradimenti, mentalmente queste ragazze non le desideravo, avevo solo voglia di fare altro, con altre. Era come se fossi andato a prostitute. Tant'è che nonostante lei non sia rimasta completamente all'oscuro di tutto, siamo riusciti a ripartire. Da lì non è mai più successo nulla e anche se a volte continuo a fantasticare su alcune mie compagne. Però entro certi limiti questo lo ritengo normale

 

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iPaq
48 minuti fa, BlackSwan ha scritto:

Sì, studio in una facoltà scientifica, ma preferisco non entrare nel dettaglio (ho sempre paura di essere riconosciuto 😂), lei invece non studia una facoltà scientifica, mi limito a dire questo. 

Comunque lei viene da uno scientifico, maturità passata con poco più della sufficienza.

Non so se sono in guerra, mi dico sempre che con lei sto bene, che le voglio un bene incredibile, eppure non nego che se qualche altra ragazza, ai miei occhi attraente, mi venisse a far visita, la rifiuterei. Così come non nego che nonostante tutto quello che lei fa per me, ho comunque voglia di altre a volte (a livello sessuale, non per cominciare altre love story).

Dopo un anno, stavo per lasciarla, le cose non andavano bene perché io volevo più libertà e in virtù del fatto che lei stava diventando la mia prima LTR, avevo voglia di provare altro. Così per un mese mi sono frequentato con un'altra, niente sesso, ma tutto il contorno. Il discorso si è ripetuto qualche settimana dopo con un'altra ragazza, anche se in modo più attenuato. 
Dal mio punto di vista comunque non erano veri tradimenti, mentalmente queste ragazze non le desideravo, avevo solo voglia di fare altro, con altre. Era come se fossi andato a prostitute. Tant'è che nonostante lei non sia rimasta completamente all'oscuro di tutto, siamo riusciti a ripartire. Da lì non è mai più successo nulla e anche se a volte continuo a fantasticare su alcune mie compagne. Però entro certi limiti questo lo ritengo normale

 

Ti ho chiesto della facoltà perchè ero praticamente certo che tu fossi in una facoltà scientifica; è l'impatto tipico di queste facoltà specialmente per chi proviene dal classico.

Le facoltà scientifiche non perdonano, c'è poco da discutere o da ragionare: l'esame di analisi, per esempio, lo passi se risolvi gli esercizi e dai le giuste dimostrazioni dei teoremi, mica dando le tue opinioni su un fatto storico o politico o cose così.

Aggiungi il fatto che tu da maschio e per educazione vuoi ben riuscire o primeggiare, e ci sei.

Riguardo alla voglia di scopare altre, tutto normale: il maschio è in buona salute quando ha questa voglia (e la soddisfa pure).

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2 ore fa, BlackSwan ha scritto:

Ciao Case, grazie per la tua risposta. 

La tua è una domanda difficile, anche se penso che la risposta sia no, non è possibile decidere di innamorarsi. Così come non è possibile disinnamorarsi di punto in bianco per scelta, il processo è emotivo, passa per una rielaborazione cognitiva e dipende da tanti fattori secondo me. Ma è davvero tutto o niente? Essere innamorati, intendo. Non c'è una via di mezzo, non c'è uno spettro? 

Se posso permettermi di chiedertelo, cosa ti ha spinto a entrare in una LTR con lei? Io ad esempio non l'ho scelto sin dall'inizio, mi ci sono ritrovato col passare del tempo senza quasi neanche volerlo, le mie intenzioni erano molto diverse. Ho sempre pensato che questa storia non sarebbe durata molto, proprio per queste divergenze. Eppure giorno dopo giorno le cose continuano, lei stravede per me, mette tutta se stessa in questa relazione e io, anche se non faccio altrettanto, le voglio un gran bene, mi impegno fin dove mi sento coerente con le mie emozioni. E quel punto è comunque abbastanza in là. La differenza è che lei dà se stessa al 100%, io al 70, a volte 80%. Il tempo che passiamo insieme è sempre di qualità. 

Non penso di poter trovare del sesso migliore con altre ragazze che non siano lei, perché anche sotto questo aspetto mi dà tutto.

È giusto allora stare con una persona anche se non la si ama fino in fondo, finché c'è comunque una certa armonia? Bisogna avere la certezza di volere qualcuno al proprio fianco? 

Questa è la domanda che pongo io a te 

Mi ha spinto il fatto che fosse una persona tranquilla e che, almeno i primi tempi, ci fosse una buona affinità a livello fisico. Non avevo grandi aspettative, vivevo la relazione "alla giornata"; poi abbiamo iniziato a vederci regolarmente e pian piano è diventata una routine. Avevamo la nostra "vita di coppia", e questa sensazione di stabilità mi faceva stare bene. Però al contempo sentivo che non c'era tutta questa affinità, per i motivi che ho già spiegato, mentre lei investiva sempre di più dal punto di vista emotivo.

Però mi raccontavo che magari in futuro le cose sarebbero cambiate, che avremmo alla fine trovato quell'affinità che andavo cercando, che le cose si sarebbero "messe a posto da sole". Però in profondità, sapevo di mentire a me stesso. Per conservare lo status quo, ho iniziato dimostrare più affetto di quello che provavo (ma non le ho mai detto "ti amo"). Provavo affetto per lei a livello umano, anzi lo provo ancora. Ma sentivo che "non era abbastanza".

In tutto questo, mi sentivo attratto da altre donne, ma mi dicevo che era normale, che era nella mia natura di maschio; comunque non volevo lasciarla perché, egoisticamente, non volevo rinunciare alla stabilità che si era creata.

E poi... nel mentre che decido, e trovo il coraggio di cambiare la situazione, mi accorgo che sono passati 10 mesi.

 

2 ore fa, BlackSwan ha scritto:

È giusto allora stare con una persona anche se non la si ama fino in fondo, finché c'è comunque una certa armonia? Bisogna avere la certezza di volere qualcuno al proprio fianco? 

Posso dirti la mia opinione, per quanto possa valere. Credo che sia più una questione di aspettative... lei mi credeva innamorato tanto quanto lei, e quando le ho spiegato che non era così, ci è rimasta molto male.

Sono convinto che sarebbe stato diverso se avessimo concordato di vederci come FB, ma sapevo che lei non avrebbe accettato di avere una relazione aperta.

Ho deciso io di chiudere, perché questa situazione mi stava logorando, e a distanza di mesi non mi pento della decisione. Con questo non ti sto incoraggiando a fare lo stesso, sia ben chiaro. Sei tu l'unico a conoscere la situazione per intero.

Modificato da Case
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senza nome

Lei non è semplice, è spontanea.

Attraverso l'atto di volontà non potrai mai divenire spontaneo, in quanto non è un forzare, un incanalare, un mirare, ma si tratta di un abbandonarsi, di un deragliare quasi. Con le tue modalità di coping e problem solving non potrai mai raggiungere quel punto, devi abbandonarle a favore di altre, se il gioco vale la candela.

Il problema è che la mancanza di spontaneità, la pianificazione, il continuo uso della volontà nasconde il timore "di vivere" , la paura di essere solo 'quello che si è", la paura della sconfitta, che vengono esorcizzati, appunto, attraverso la ricerca del successo ad ogni costo: se sono il.migliore valgo, se scopo 100 modelle valgo... Si tratta di un secchio bucato, per quanto oro metti dentro ne uscirà sempre la medesima quantità, quindi, se vuoi essere almeno un po' felice dei tuoi risultati devi mettere una toppa a quel buco.

Puoi anche non farlo si intende, ma a quel punto, se davvero esiste questo fantomatico foro, non raggiungere i tuoi obiettivi sarebbe un dramma, ma raggiungerli una vera tragedia, poiché arriviresti così in alto, che non avresti più speranza di andare oltre, ma un passo falso comporterebbe una caduta rovinosa.

Se togli il successo fine a se stesso e se togli la voglia di essere migliore degli altri o considerato tale(da te o dalla gente, fa poca differenza) cosa vorresti per la tua vita? 

 

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OdetoJoy

La prima cosa che devi fare...è smettere di pensare che è strano desiderare altre.

Succederà sempre.

Anche se fai una LTR con Penelope Cruz, dopo un pò incominci a perdere parziale interesse sessuale in lei e a desiderare le altre.

E' fisiologico.

E' tutto scritto nel tuo cromosoma Y.

Prima accetti quella parte di te meglio è.

E' la cultura di massa che ti ha lasciato quella confusione mentale in testa propinandoti film sull'amore eterno e altre cazzate immonde (precisiamo, l'amore eterno potrà anche esistere, ma non è di certo monogamia eterna)

Detto questo

Devi compiere una scelta

E per farlo devi soppesare le due cose,

quanto stai bene nella relazione con lei,

e quanto staresti bene a scopare una nuova e a godere della tua libertà totale..senza lei

E capisco bene quanto sia difficile

Non è una scelta è un dilemma.

Perchè stai scegliendo tra due parti di te, tra due istinti

Ma è parte della vita, scegliere.

Non puoi fare la fine degli Indifferenti di Moravia

Vivere significa scegliere, scegliere significa prendersi responsabilità e...fare un torto a qualche altro o a qualche parte di te

E' inevitabile, quando c'è la scelta, ci sarà sempre quello che ne prenderà la parte peggiore o quella parte di te che non verrà saziata

Vorresti non scegliere vero?

Però o fai la tua scelta e scegli il tuo destino o il destino sceglierà per te

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Oneiroi

Potrei scrivere un poema, dopo aver letto il tuo intervento. Lo stato emotivo che trasmetti lo conosco bene, l'ho vissuto e ciclicamente lo vivo tutt'ora. Ed è sano.

Per un maschio 20enne, è facile impantanarsi in un rapporto non pienamente soddisfacente perchè annebbiati dai fumi del gran sesso. Tu hai però trovato la lucidità di porti delle domande. Solo una manca all'appello: ho l'esperienza sufficiente per definirlo gran sesso o sono le mie gonadi a parlare per me?

Questo è il fulcro di tutto. Se il sesso non fosse soddisfacente, per i tuoi attuali standard, o fosse quantitativamente poco, il tuo benessere non compenserebbe la sensazione di inappagamento di cui parli e la storia sarebbe già finita da tempo, per quanto affetto tu possa provare per lei. E' un duplice all-in e la posta sono anni di vita. Sei pronto a portare avanti una relazione tenuta in piedi solo da affetto e gran sesso? E scommetteresti tutto sul fatto che davvero quello sia il miglior sesso in circolazione, senza prima provarne altro?

Il resto scende tutto a cascata. I tuoi sono i primi passi per una sana quanto ancora acerba consapevolezza di sè, che ti consiglio di coltivare.

Non sai ancora cosa vuoi, non sai ancora quali percorsi intraprendere ma, da quel che scrivi, si percepisce la tua spinta. Non ti accontenti di vivere dentro una bolla ma ancora ti spaventa fare i passi necessari ad uscirne. Il senso di insoddifsazione è l'allarme interiore che ci ricorda che è giunto il momento di agire.

Il 12/6/2018 alle 21:51 , BlackSwan ha scritto:

[...] io non l'ho mai reputata alla mia altezza, sia per profondità, sia per canoni estetici, sia proprio per livello di cultura. [...]

[...] lei è così trasparente e semplice [...]

[...] Lei si alza tardi, va all'uni, torna a casa, a volte studia, altre volte esce con amiche, non fa nulla di speciale per prendersi cura di sé, non riesce a seguire una dieta nonostante debba perdere a mio avviso qualche chilo e si lamenta con me di tutti i suoi problemi inutili di cui a me non frega nulla. Non ha passioni, hobbies, un cazzo. [...]

Sei molto critico con lei. Scommetto che lo sei, allo stesso modo, con molte delle persone che ti circondano. In cuor tuo, senza esternarlo agli interessati. Con queste riflessioni stai ricordando a te stesso cosa non vuoi essere, cosa devi evitare di diventare: non perchè sia sbagliato in sé -ognuno è libero di ricercare il proprio benessere come meglio crede- ma lo sarebbe di certo per te.

Il 12/6/2018 alle 21:51 , BlackSwan ha scritto:

La odio perché lei col minimo sforzo ottiene il massimo dei risultati, io invece metto anima e corpo e spesso il mio sforzo non è ricompensato.

Un consiglio: fuggi da pensieri come questo. Per spiegarti il perchè, provo a parafrasare la frase tenendo conto del contesto che hai descritto.

"La odio perchè averla davanti mi ricorda ogni giorno che, se avessi scelto strade più semplici, studi meno impegnativi, percorsi già battuti, avrei ottenuto risultati migliori".

Non cambiare rotta, persuaso da facili sucessi. Cambiala se questo porta valore alla tua vita.

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BlackSwan

Ragazzi ho appena letto le vostre risposte e sono davvero interessanti, pensate, critiche, apprezzo tantissimo. Stasera mi prendo del tempo per rispondervi con calma.

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BlackSwan
19 ore fa, senza nome ha scritto:

Lei non è semplice, è spontanea.

Attraverso l'atto di volontà non potrai mai divenire spontaneo, in quanto non è un forzare, un incanalare, un mirare, ma si tratta di un abbandonarsi, di un deragliare quasi. Con le tue modalità di coping e problem solving non potrai mai raggiungere quel punto, devi abbandonarle a favore di altre, se il gioco vale la candela.

Il problema è che la mancanza di spontaneità, la pianificazione, il continuo uso della volontà nasconde il timore "di vivere" , la paura di essere solo 'quello che si è", la paura della sconfitta, che vengono esorcizzati, appunto, attraverso la ricerca del successo ad ogni costo: se sono il.migliore valgo, se scopo 100 modelle valgo... Si tratta di un secchio bucato, per quanto oro metti dentro ne uscirà sempre la medesima quantità, quindi, se vuoi essere almeno un po' felice dei tuoi risultati devi mettere una toppa a quel buco.

Puoi anche non farlo si intende, ma a quel punto, se davvero esiste questo fantomatico foro, non raggiungere i tuoi obiettivi sarebbe un dramma, ma raggiungerli una vera tragedia, poiché arriviresti così in alto, che non avresti più speranza di andare oltre, ma un passo falso comporterebbe una caduta rovinosa.

Se togli il successo fine a se stesso e se togli la voglia di essere migliore degli altri o considerato tale(da te o dalla gente, fa poca differenza) cosa vorresti per la tua vita? 

 

Questo intervento è oro colato e no, non lo metterò in un secchio col buco. Purtroppo è difficile slegare la nostra identità dai risultati, è difficile trovare la nostra essenza al di fuori di quello che otteniamo o che non otteniamo. La paura del fallimento è concreta, anche se gli stessi termini successo e fallimento sarebbero da definire. 

Le tue parole mettono bene in evidenza che Vivere implica soprattutto ciò che non è pianificato. "Life is what happens when you're busy making other plans", qualcuno diceva. 

Non so come quotare una specifica frase, ma quando dici che non raggiungere gli obiettivi sarebbe un dramma e raggiungerli una vera tragedia... Mi hai colpito. 

Riflettendoci, è stranamente vero. Chester Bennington è stato ed è il mio cantante preferito, ai miei occhi un idolo, ai miei occhi lui aveva tutto, il suo talento qualcosa che sin da quando avevo 12 anni mi faceva emozionare. E invece la soddisfazione, la felicità, sono strettamente slegati da tutto questo. Persino felicità e soddisfazione sono slegati fra loro.

Lui, come tanti altri che apparentemente avevano tutto, soffrivano di depressione. Né la stima di milioni di persone, né gli amici o la famiglia, sono stati sufficienti a salvarli. Dunque mi rendo davvero conto di star sbagliando tutto. 

 

L'ultima domanda una pugnalata al cuore. Non so la risposta.

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BlackSwan
19 ore fa, OdetoJoy ha scritto:

La prima cosa che devi fare...è smettere di pensare che è strano desiderare altre.

Succederà sempre.

Anche se fai una LTR con Penelope Cruz, dopo un pò incominci a perdere parziale interesse sessuale in lei e a desiderare le altre.

E' fisiologico.

E' tutto scritto nel tuo cromosoma Y.

Prima accetti quella parte di te meglio è.

E' la cultura di massa che ti ha lasciato quella confusione mentale in testa propinandoti film sull'amore eterno e altre cazzate immonde (precisiamo, l'amore eterno potrà anche esistere, ma non è di certo monogamia eterna)

Detto questo

Devi compiere una scelta

E per farlo devi soppesare le due cose,

quanto stai bene nella relazione con lei,

e quanto staresti bene a scopare una nuova e a godere della tua libertà totale..senza lei

E capisco bene quanto sia difficile

Non è una scelta è un dilemma.

Perchè stai scegliendo tra due parti di te, tra due istinti

Ma è parte della vita, scegliere.

Non puoi fare la fine degli Indifferenti di Moravia

Vivere significa scegliere, scegliere significa prendersi responsabilità e...fare un torto a qualche altro o a qualche parte di te

E' inevitabile, quando c'è la scelta, ci sarà sempre quello che ne prenderà la parte peggiore o quella parte di te che non verrà saziata

Vorresti non scegliere vero?

Però o fai la tua scelta e scegli il tuo destino o il destino sceglierà per te

Non penso che sia strano pensare ad altre, almeno nei limiti. Questo l'ho digerito bene come concetto.

Sposo l'evoluzione della specie di Darwin, non credo più alle fiabe Disney, anche se mi piacciono, se ben raccontate, le storie impossibili. 

La tua risposta comunque mi fa ricordare le ore passate a studiare Kierkegaard e Heidegger. Forse solo ora li apprezzo veramente. 

Anche la non-scelta è una scelta. Il dramma della scelta di Kierkegaard, l'aut-aut, la "possibilità-che-si" e la "possibilità-che-non".

L'essere-per-la-morte di Heidegger, esistenziale su cui la Vita Autentica si sviluppa, fa assumere la morte come possibilità più certa, vera, incondizionata, tale da possibilizzare tutte le altre possibilità, in modo che il Dasein non si abbandoni al flusso dell'esistenza. In altre parole la morte ti mette con le spalle al muro, bisogna scegliere perché esiste questa possibilità che sovrasta tutte le altre. 

Nonostante i miei dubbi, scelgo lei, perché sono sicuro che se fossi completamente libero da ogni condizionamento, sceglierei di godere dei bei momenti passati con lei e ovviamente non mi riferisco solo a quelli sessuali. Quando il desiderio di conoscenza prevarrà o quando sul piatto della bilancia sarà più la stanchezza di lei a pesare, allora sarà tempo di cambiare.

Grazie per avermi ricordato la necessità di scegliere.

 

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BlackSwan
8 ore fa, Oneiroi ha scritto:

Potrei scrivere un poema, dopo aver letto il tuo intervento. Lo stato emotivo che trasmetti lo conosco bene, l'ho vissuto e ciclicamente lo vivo tutt'ora. Ed è sano.

Per un maschio 20enne, è facile impantanarsi in un rapporto non pienamente soddisfacente perchè annebbiati dai fumi del gran sesso. Tu hai però trovato la lucidità di porti delle domande. Solo una manca all'appello: ho l'esperienza sufficiente per definirlo gran sesso o sono le mie gonadi a parlare per me?

Questo è il fulcro di tutto. Se il sesso non fosse soddisfacente, per i tuoi attuali standard, o fosse quantitativamente poco, il tuo benessere non compenserebbe la sensazione di inappagamento di cui parli e la storia sarebbe già finita da tempo, per quanto affetto tu possa provare per lei. E' un duplice all-in e la posta sono anni di vita. Sei pronto a portare avanti una relazione tenuta in piedi solo da affetto e gran sesso? E scommetteresti tutto sul fatto che davvero quello sia il miglior sesso in circolazione, senza prima provarne altro?

Il resto scende tutto a cascata. I tuoi sono i primi passi per una sana quanto ancora acerba consapevolezza di sè, che ti consiglio di coltivare.

Non sai ancora cosa vuoi, non sai ancora quali percorsi intraprendere ma, da quel che scrivi, si percepisce la tua spinta. Non ti accontenti di vivere dentro una bolla ma ancora ti spaventa fare i passi necessari ad uscirne. Il senso di insoddifsazione è l'allarme interiore che ci ricorda che è giunto il momento di agire.

Sei molto critico con lei. Scommetto che lo sei, allo stesso modo, con molte delle persone che ti circondano. In cuor tuo, senza esternarlo agli interessati. Con queste riflessioni stai ricordando a te stesso cosa non vuoi essere, cosa devi evitare di diventare: non perchè sia sbagliato in sé -ognuno è libero di ricercare il proprio benessere come meglio crede- ma lo sarebbe di certo per te.

Un consiglio: fuggi da pensieri come questo. Per spiegarti il perchè, provo a parafrasare la frase tenendo conto del contesto che hai descritto.

"La odio perchè averla davanti mi ricorda ogni giorno che, se avessi scelto strade più semplici, studi meno impegnativi, percorsi già battuti, avrei ottenuto risultati migliori".

Non cambiare rotta, persuaso da facili sucessi. Cambiala se questo porta valore alla tua vita.

La tua risposta mi ha davvero toccato nel profondo. 

Sono consapevole che non ho abbastanza esperienza per giudicare se il sesso con lei sia il migliore che io possa mai provare. Però per la legge dei grandi numeri, la risposta è con buona approssimazione no. Certo, per i miei standard attuali, è ottimo e hai pienamente colto nel segno quando dici che se questo non ci fosse, questa relazione sarebbe già finita da tempo.

Perché l'affetto da solo non basta, non a 20 anni, si sa. 

Sono pronto? Sì nel breve termine, non nel lungo. Penso che la scadenza di questo breve termine sarà proprio dettato dalla stanchezza che potrà sopraggiungere o dalla voglia sfrenata di saltare addosso a qualcun'altra. Forse questa è la risposta che un po' do a voi, un po' do a me. Sicuramente nel profondo c'è anche la paura di abbandonare senza sapere dove andare, non ho abbastanza coraggio per alzarmi domattina e stravolgere il mio quotidiano all'improvviso, senza prima una goccia che faccia traboccare il vaso. Ritengo sia nobile desiderare di uscire dalla bolla, sono certo che un giorno lo farò o sarò costretto a farlo, ma non mi sento ancora completamente pronto, il desiderio c'è, ma non è preponderante. 

Sì, sono una persona molto critica. Con lei, con le persone, con me. Soprattutto con me, le persone, anche se non le giudico apertamente. Comunque è vero, non tollero ciò che fa perché so che è quello che non voglio essere.

La tua rielaborazione della mia frase è giustissima, ora che è esplicita è persino più chiara anche a me. Grazie, ne farò tesoro. Hai perfettamente ragione e il tuo commento mi ha ancora più motivato a non cambiare la rotta, voler essere come lei, fare qualcosa apparentemente più facile per avere più successo è una grossa illusione. Ho realizzato solo ora che provo molta più soddisfazione personale nell'impegnarmi in cose difficili e avere risultati non per forza eccellenti, rispetto ad affrontare qualcosa di più facile, solo per mostrare a me o agli altri che eccello.

 

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