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Sola^mente


Giraluna

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Giraluna

Spesso le soluzioni sono davanti ai nostri occhi e sono così lampanti nella loro estrema e puerile capacità di dare il SOL che noto una frequente difficoltà generale a prendere la nota, come se restare in mezzo al coro di pernacchie sia l'unica forma di musicalità. Anche io come molti avevo un intero spartito davanti e la musica non riusciva a entrarmi dentro. Ero stonata come una campana. Provai diversi maestri, scoprendo poi che, per me, si trattava di aver scelto l'attitudine meno incline a chi sono veramente. A me piace scrivere. Così con un foglio ed una penna, ecco che da tempo inizio il viaggio nell'entroterra della mia solitudine. Ed ora qualche riga in merito la posso anche scrivere.

Pochi giorni fa ero sola. Seduta sulla mia sedia a dondolo osservavo il soffitto bianco finché non chiusi gli occhi stanchi e mi concentrai sul rumore della pioggia cadente. Decisi per un attimo di provare a spegnere i pensieri.  La solitudine, intesa come la capacità di ritagliarsi uno spazio proprio dove rifugiarsi dalle intemperie sia emotive che fisiche, è un aspetto che va gestito sapientemente o rischia di rivelarsi un'arma a doppio taglio. Si può, infatti, incorrere in atteggiamenti alienanti anche in compagnia di amici, parenti o colleghi di lavoro.  

Quando la routine arriva a dispiegare troppo le nostri ali fin quasi spezzarle è il momento più indicato per volare via. Per esperienza ritengo che per staccare serva prima di tutto imparare a farlo dentro di sé rispetto alle situazioni che si vivono quotidianamente e che inevitabilmente ci risucchiano in una spirale neanche fossimo cani che si mordono la coda. Molto spesso non possiamo fisicamente andarcene per numerose ragioni: il lavoro, una famiglia a cui badare, esami (clinici e universitari), mancanza di pecunia e dunque emotivamente se innanzitutto non si ha una discreta gestione delle situazioni di overbooking locali risulterà poi difficile affrontare qualsiasi ritorno dai viaggi o dalle gite che ci concediamo.

In che modo rendere sola^mente da tutto il resto?

Ci ho provato a spegnermi sulla sedia a dondolo ed è stato qualcosa che francamente non so neanche spiegare molto bene. Perciò tenterò di descrivere quell'attimo al meglio delle mie possibilità.

Quando ero più piccola soffrii di attacchi di panico. Una notte credevo di morire. Avevo le palpitazioni e la sensazione di soffocare. Quando andai al pronto soccorso i battiti erano a 120 al minuto e l'ossigenazione era normale. Tuttavia dentro di me mi sentivo venire meno. Quando all'ennesimo attacco nel frattempo che attendevo i risultati delle analisi e dell'elettrocardiogramma il dottore mi somministrò qualcosa per calmarmi, rimasi immobile, intorpidita. Mentre mia madre mi parlava, io la seguivo con gli occhi, ma non potevo risponderle. 

La sensazione fu simile, ma per uno scopo diverso. Ero immobile, muovevo gli occhi e non potevo parlare. Questa volta perché non lo volevo. Se lo avessi fatto, avrei sentito male. L'intorpidimento avuto mi ha consentito di immobilizzare anche i pensieri o qualsiasi immagine dentro la mia testa, che fosse anche di natura piacevole.
Fu un attimo, forse, azzardo qualche minuto; non saprei proprio. In ogni caso fu qualcosa di non programmato. Al mio risveglio mi sentii a metà fra l'onnipresente e l'assente completamente. Sono cose davvero difficili da spiegare.  Non so se si possa replicare volontariamente una situazione del genere, ma mi sono resa conto che da allora abbraccio diversamente la mia quotidianità. Mi auguro di poterla replicare. 

Con questo post non voglio consigliare nulla a nessuno. Vorrei più che altro condividere con voi l'esistenza o meno di esperienze vostre in questo senso e chiedervi, inoltre, se avete trovato i vostri sistemi per allenare la mente ad essere più forte e quali sono.

Grazie. 

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capelli bagnati

Leggi il "Potere dell'Adesso" Eckhart Tolle. Hai avuto un momento di lucidità in cui ti si è rotto l'ego e sei andata di botto in presenza totale. Lo descrive all'inizio del libro. Purtroppo il suo modo di scrivere è davvero terribile, ma è utile quanto è scritto.

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Neversaynever

Innanzitutto grazie.
Grazie perché in un forum dove si impara a stare bene con sé stessi, una pratica come quella che hai descritto, la vedo come indispensabile.
Mi sono avvicinato alle esperienze di cui parli diversi anni fa: ero sdraiato su un letto, non stanco, ma rilassato. Dopo poco iniziai a prestare attenzione al mio addome che, seguendo il ritmo del respiro, si gonfiava e sgonfiava. L'attenzione fu totale e dopo qualche istante (minuti ?) iniziai a percepire, con gli occhi chiusi, che il mio corpo andava sempre più in su...ad ogni espirazione si sollevava un po' di più. Ero immobile, non ero io a muovermi in alto, succedeva senza che facessi alcunché. Io osservavo e basta, con grande curiosità.
Sognavo? non so, ero lucidissimo.
Mi ritrovai consapevole di essere in aria, almeno un metro sopra il letto.
Da allora ho iniziato a leggere, a studiare, a cercare di dare una risposta a quella stranissima, ma stupenda sensazione. Ho cercato in tutti i modi di riprovarla, senza ahimé mai riuscirci.
Sono passati circa 4 anni, ho studiato i testi vedici, buddisti, taoisti, sufi, cristiani. Ho praticato innumerevoli forme di meditazione, contemplazione.
Riesco senza troppe difficoltà a mettere la mente completamente in silenzio, a raggiungere quello stato di vuoto, buio, ogni volta che voglio, ma non sono mai riuscito a replicare quel "distacco".

Una cosa è certa, la mente non va allenata ad essere più forte @Giraluna, la mente va annichilita, o meglio, trascesa, perché noi non siamo la nostra mente..

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capelli bagnati
1 minuto fa, Neversaynever ha scritto:

ma non sono mai riuscito a replicare quel "distacco".

Basta che prendi un po' di chetamina o una qualche droga dissociativa. Anche andare in iperventilazione ti dà quell'effetto se non vado errato.

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Giraluna
Inviato (modificato)
47 minuti fa, Neversaynever ha scritto:

Grazie perché in un forum dove si impara a stare bene con sé stessi, una pratica come quella che hai descritto, la vedo come indispensabile.

Grazie a te che hai risposto. 

47 minuti fa, Neversaynever ha scritto:

non sono mai riuscito a replicare quel "distacco".

Esattamente: distacco. Ho sentito un distacco involontario da qualcosa. E me ne sono resa conto solo dopo, quando era ora di alzarsi. Altrimenti appunto non me ne accorgevo neanche del fatto. Del tipo "Oh meo deo, eh?". Non so se mi sono spiegata. 

Come mi scrive @capelli bagnati molto probabilmente ho avuto la rottura dell'ego. Grazie del titolo. lo andrò a recuperare sicuramente. 

Dici che questa rottura sia avvenuta perché tento appunto di alzare la mia energia per risparmiarmi di doverla ricaricare sempre?

Sta accadendo tutto sotto i miei occhi. Perciò parte di quello che hai scritto nell'altro thread sull'energia lo riconosco, però fino a poco fa non sapevo darci una spiegazione. Sto seguendo una psicoterapia che sta funzionando alla grande e ne vedo i risultati, associata alla dieta e ad un pò di movimento mi ritrovo molto nella situazione di troncare di netto senza rimorsi o sensi di colpa, che invece avevo prima, quindi di avere a che fare diversamente con gente che è di un altro livello energetico. 

In ogni caso è stato qualcosa di davvero potente e del tutto inaspettato. Non ho dato nessun comando. E' partito tutto a cazzo, per scriverla volgarmente. 

Modificato da Giraluna
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Dexter78
Il 29/8/2018 alle 12:25 , Giraluna ha scritto:

Spesso le soluzioni sono davanti ai nostri occhi e sono così lampanti nella loro estrema e puerile capacità di dare il SOL che noto una frequente difficoltà generale a prendere la nota, come se restare in mezzo al coro di pernacchie sia l'unica forma di musicalità. Anche io come molti avevo un intero spartito davanti e la musica non riusciva a entrarmi dentro. Ero stonata come una campana. Provai diversi maestri, scoprendo poi che, per me, si trattava di aver scelto l'attitudine meno incline a chi sono veramente. A me piace scrivere. Così con un foglio ed una penna, ecco che da tempo inizio il viaggio nell'entroterra della mia solitudine. Ed ora qualche riga in merito la posso anche scrivere.

Pochi giorni fa ero sola. Seduta sulla mia sedia a dondolo osservavo il soffitto bianco finché non chiusi gli occhi stanchi e mi concentrai sul rumore della pioggia cadente. Decisi per un attimo di provare a spegnere i pensieri.  La solitudine, intesa come la capacità di ritagliarsi uno spazio proprio dove rifugiarsi dalle intemperie sia emotive che fisiche, è un aspetto che va gestito sapientemente o rischia di rivelarsi un'arma a doppio taglio. Si può, infatti, incorrere in atteggiamenti alienanti anche in compagnia di amici, parenti o colleghi di lavoro.  

Quando la routine arriva a dispiegare troppo le nostri ali fin quasi spezzarle è il momento più indicato per volare via. Per esperienza ritengo che per staccare serva prima di tutto imparare a farlo dentro di sé rispetto alle situazioni che si vivono quotidianamente e che inevitabilmente ci risucchiano in una spirale neanche fossimo cani che si mordono la coda. Molto spesso non possiamo fisicamente andarcene per numerose ragioni: il lavoro, una famiglia a cui badare, esami (clinici e universitari), mancanza di pecunia e dunque emotivamente se innanzitutto non si ha una discreta gestione delle situazioni di overbooking locali risulterà poi difficile affrontare qualsiasi ritorno dai viaggi o dalle gite che ci concediamo.

In che modo rendere sola^mente da tutto il resto?

Ci ho provato a spegnermi sulla sedia a dondolo ed è stato qualcosa che francamente non so neanche spiegare molto bene. Perciò tenterò di descrivere quell'attimo al meglio delle mie possibilità.

Quando ero più piccola soffrii di attacchi di panico. Una notte credevo di morire. Avevo le palpitazioni e la sensazione di soffocare. Quando andai al pronto soccorso i battiti erano a 120 al minuto e l'ossigenazione era normale. Tuttavia dentro di me mi sentivo venire meno. Quando all'ennesimo attacco nel frattempo che attendevo i risultati delle analisi e dell'elettrocardiogramma il dottore mi somministrò qualcosa per calmarmi, rimasi immobile, intorpidita. Mentre mia madre mi parlava, io la seguivo con gli occhi, ma non potevo risponderle. 

La sensazione fu simile, ma per uno scopo diverso. Ero immobile, muovevo gli occhi e non potevo parlare. Questa volta perché non lo volevo. Se lo avessi fatto, avrei sentito male. L'intorpidimento avuto mi ha consentito di immobilizzare anche i pensieri o qualsiasi immagine dentro la mia testa, che fosse anche di natura piacevole.
Fu un attimo, forse, azzardo qualche minuto; non saprei proprio. In ogni caso fu qualcosa di non programmato. Al mio risveglio mi sentii a metà fra l'onnipresente e l'assente completamente. Sono cose davvero difficili da spiegare.  Non so se si possa replicare volontariamente una situazione del genere, ma mi sono resa conto che da allora abbraccio diversamente la mia quotidianità. Mi auguro di poterla replicare. 

Con questo post non voglio consigliare nulla a nessuno. Vorrei più che altro condividere con voi l'esistenza o meno di esperienze vostre in questo senso e chiedervi, inoltre, se avete trovato i vostri sistemi per allenare la mente ad essere più forte e quali sono.

Grazie. 

Hai sperimentato un'alterazione dello stato di coscienza molto probabilmente.  Se ti capita leggi gli studi stanislav grof, in particolare sulla respirazione olotropica. 

Io sono pieno di pensieri, continuamente, mi servirebbe fare il vuoto. Vorrei studiare mindfulness. Con essa stacchi la mente e il rimuginare continuo e ti concentri sul rilassamento corporeo

Modificato da Dexter78
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Giraluna
1 ora fa, Neversaynever ha scritto:

la mente va annichilita, o meglio, trascesa.

Su questo sono d accordo proprio perché ho avuto un ritorno alla realtà dove, credimi, mi sentivo una divinità. In realtà non so come si senta una divinità, magari ha più rogne di un mortale, tuttavia la Potenza è stata istantanea. 

Praticamente potevi venire la a dirmene di ogni o provare a ferire qualcuno che amo che sarei stata ancora più in Essere di quanto già sia. In soldoni: ti avrei spedito a casa tua a calci col sorriso e molto probabilmente non solo te ne saresti andato ma avresti che riconosciuto il rispetto che invece meritavo.

9 minuti fa, Dexter78 ha scritto:

Hai sperimentato un'alterazione dello stato di coscienza molto probabilmente.  Se ti capita leggi gli studi stanislav grof, in particolare sulla respirazione olotropica. 

Grazie anche a te per aver risposto, Dexter. 

Darò una occhiata anche ai tuoi suggerimenti dato che una alterazione sicuramente c è stata. L ho sentita nettamente: non è più stato come prima. 

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capelli bagnati
55 minuti fa, Giraluna ha scritto:

ìEsattamente: distacco. Ho sentito un distacco involontario da qualcosa. E me ne sono resa conto solo dopo, quando era ora di alzarsi. Altrimenti appunto non me ne accorgevo neanche del fatto. Del tipo "Oh meo deo, eh?". Non so se mi sono spiegata. 

Come mi scrive @capelli bagnati molto probabilmente ho avuto la rottura dell'ego. Grazie del titolo. lo andrò a recuperare sicuramente. 

Dici che questa rottura sia avvenuta perché tento appunto di alzare la mia energia per risparmiarmi di doverla ricaricare sempre?

Sta accadendo tutto sotto i miei occhi. Perciò parte di quello che hai scritto nell'altro thread sull'energia lo riconosco, però fino a poco fa non sapevo darci una spiegazione. Sto seguendo una psicoterapia che sta funzionando alla grande e ne vedo i risultati, associata alla dieta e ad un pò di movimento mi ritrovo molto nella situazione di troncare di netto senza rimorsi o sensi di colpa, che invece avevo prima, quindi di avere a che fare diversamente con gente che è di un altro livello energetico. 

In ogni caso è stato qualcosa di davvero potente e del tutto inaspettato. Non ho dato nessun comando. E' partito tutto a cazzo, per scriverla volgarmente. 

Di solito avviene quando stai sforzandoti immensamente per ottenere qualcosa. Convinta che quel qualcosa finalmente ti renderà felice. Una relazione, i soldi, la salute, il fisico, chi lo sa. A un certo punto, all'ennesima frustrazione ti arrendi. Hai un momento di vuoto. In cui la tua esistanza rimane appunto... vuota. Senza obiettivi. Senza quel dolore che ti massacrava ogni giorno perché non eri abbastanza. E hai un momento di leggerezza allucinante.

Poi rapidamente torni a cercare qualcosa di superficiale e vuoto per sentirti meglio. Ma se lo stabilizzi... sei invincibile.

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Neversaynever

Ho sentito a lungo parlare di Mindfulness @Dexter78 senza tuttavia aver mai avuto la possibilità di approfondire l'insegnamento.
Penso ci siano molte analogie con lo zen (meditazione camminata, respiro consapevole, corpo totalmente fermo etc.)
Tuttavia penso, forse a torto, che non sia un percorso completo.

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Giraluna
4 ore fa, capelli bagnati ha scritto:

all'ennesima frustrazione ti arrendi. Hai un momento di vuoto. In cui la tua esistenza rimane appunto... vuota. Senza obiettivi. Senza quel dolore che ti massacrava ogni giorno. E hai un momento di leggerezza allucinante. Se lo stabilizzi... sei invincibile.

Ho modificato il tuo passaggio perché è proprio ciò che è accaduto. C'è stato un momento antecedente che mi mise in allarme, poi accadde quanto scritto qui e poi la Potenza allucinante. 

Che cosa intendi con il discorso di stabilizzarlo?

Ho scaricato il pdf del libro che mi hai citato. Provvederò a leggerlo e a farti sapere.

@Dexter78 ho dato una scorsa ai libri di Grof. Ce ne sono molti. Due o tre sulla respirazione olotropica. Quale mi suggerisci nello specifico?

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