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Ma voi siete felici di quello che fate?


Anelse

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Marcatone

Io sono felice di quello che faccio. Mi sono spostato per seguire una mia passione. Mi da la sicurezza di aver sempre un lavoro divertente e di non aver mai più nessun problema di disoccupazione. Mi da la possibilità di concentrare la mia attenzione indivisa su altre cose importanti.

Sto bene ma se ci penso mi vengono molti dubbi, non sono del tutto soddisfatto perché vorrei di più. Temo la noia e la stagnazione, non mi piace farmi dire cosa devo fare e voglio molti più soldi.

Quando ricomincerò a pensarci seriamente aprirò un post chilometrico e vediamo se riesco a venirne fuori.

In effetti penso che l'uomo sia per natura sempre portato a non essere del tutto soddisfatto e a volere sempre qualcosa di più. Probabilmente è per questo che siamo la specie più cazzuta e siamo arrivati a dominare il pianeta.

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acquasalata

Ni
Sono orgoglioso di come ho superato il casino della separazione, non mi sono umiliato nemmeno un istante, ho mantenuto uno stile di vita accettabile, il lavoro non ha risentito della situazione e ho una casa in condizioni igienico-sanitarie decenti (leggi: non ci sono gabbiani che pascolano nel lavandino). 

Dopo 8 mesi di lutto questo agosto sono ripartito, mi sono fatto un sacco di amici nuovi, ho conosciuto donne, con qualcuna ho flirticchiato, con qualcuna è andata a puttane prima di nascere, ho perso non so quante occasioni, due le ho baciate e con una ho fatto l'amore (Dio che cosa assurda fare l'amore con una che non è la mia ex, fatta diversa, che risponde diversamente ai miei stimoli, che gode diverso e in diverso momento). 

Vado avanti, il coraggio non mi manca, l'ho scoperto a 43 anni, pian piano scopro che sono diventato l'uomo che sarei voluto diventare da ragazzino.

Però

Penso almeno dieci volte al giorno alla mia ex, ormai è un pensiero quasi neutro. Però ancora ci rosico, temo i luoghi che ho frequentato felice con lei e li evito quando posso. Quando non posso, beh, un paio di giorni di umor nero è quello che mi aspetta. 

Mi ha chiamato giusto l'altroieri dopo 3 mesi che non ci sentivamo, siamo stati un'ora al telefono e dopo ero felice di una felicità che di sano non ha nulla.

E poi il lavoro, bello, bellissimo, ben pagato e relativamente continuo e sicuro. Ma mi lascia lunghi mesi a casa, il che non è un problema economico perchè poi tra trasferte e tutto il resto ce la faccio tranquillo, ho uno stile di vita parco. Ma è un problema a livello psicologico. L'ozio mi uccide. D'altronde quando riparte un progetto che mi comprende lo so mediamente una settimana prima, non è facile trovarsi un altro lavoretto-hobby in queste condizioni.

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acquasalata
3 ore fa, TADsince1995 ha scritto:

 Potrei cedere solo perché ho voglia di avere dei figli.

Già. E' la mia più gran paura e la mia più grande speranza.

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TADsince1995
17 minuti fa, acquasalata ha scritto:

Vado avanti, il coraggio non mi manca, l'ho scoperto a 43 anni, pian piano scopro che sono diventato l'uomo che sarei voluto diventare da ragazzino.

Sono felice di leggere di un uomo più grande di me che rinasce a 43 anni dopo una separazione e non dopo un post-LTR come il mio.

Anche io tutto sommato sono l'uomo che sarei voluto diventare da ragazzino, esteticamente mi vedevo proprio come sono adesso e ho il lavoro che ho sempre voluto fare, anche se come dicevo la situazione per ora è precipitata, ma non è dipeso da me.

L'unica cosa al momento che mi fa stare male è il non avere, al momento, nuovi obiettivi. Avere un obiettivo è sempre stato il mio motore propulsivo e ciò che mi faceva stare bene quando andavo a dormire. Devo lavorarci e capire che direzione prendere.

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Gainsbourg

Sono felice di come ho imparato a fare le cose.

Sono felice del percorso che sto facendo. 

Del modo in cui imparo giorno dopo giorno, a stare al mondo, a trovare il mio posto.

Eppure ora anche per me c'è tanta incertezza sugli obbiettivi.

Anche per me : adulto (38 anni), una vita passata in una LTR, mi sono ritrovato un giorno senza più niente e con la necessità di ricostruire tutto.

E l'ho fatto. Con sudore e soprattutto affrontando tante paure. Ma ci sono riuscito e vado fiero di me.

Ora, analogamente a tanti altri qui, mi ritrovo con un lavoro, una casa, adulto e indipendente. Direi affermato. Non ho una relazione stabile e non ho figli.

Anche io credo che avere un obbiettivo sia cruciale per un uomo. 

Ma l'obbiettivo non può essere avere figli in se. I figli si fanno quando è il momento e con la persona giusta, se mai arriva.

Occorre poter campare bene e felicemente a prescindere.

Ma non è facile.

Per ora mi sento parecchio ancora sulla scia della lunga separazione che ha segnato la mia vita, 

di cocci non ce ne sono ancora molti in giro

ma la voglia di lasciare andare è ancora tanta

e questo credo influisca anche sulla impossibilità di avere una relazione stabile con una donna.

Ma conoscendomi arriverà tra non molto il momento

in cui non mi andrà più di lasciare andare

e vorrò costruire

Sarà fondamentale, allora

avere consapevolezza di ciò che voglio

In grande, che non sia come scopare di più, o avere cose da fare.

Vorrò costruire qualcosa

che non sia una casa di carte.

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iPaq

Ho pensato a lungo prima di dare una mia risposta. Ecco, felicità è un termine che io non riesco ad usare ma di una cosa sono assolutamente certo.

Sono fiero d'essere l'uomo che sono e sono stato e di quel che ho realizzato, su questo non ho dubbi.

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48 minuti fa, iPaq ha scritto:

Ho pensato a lungo prima di dare una mia risposta. Ecco, felicità è un termine che io non riesco ad usare ma di una cosa sono assolutamente certo.

Sono fiero d'essere l'uomo che sono e sono stato e di quel che ho realizzato, su questo non ho dubbi.

Mi hai tolto le parole di bocca! non credo che mai raggiungerò un senso di appagamento tale da poter dire OK FERMATI BALINESE ORA SEI FELICE, non è il semplice fatto di non accontentarsi (anche questa brutta parola davvero) è che l'evoluzione e la scoperta sono per me vita, questa sete che ho e che avrò sempre mi porterà ad essere felice? si, quando stasera comincerò la mia nuova avventura di ballo, quando sarò al letto con il mio amico, quando riderò a crepapelle con la mia amica, in quei momenti si sono e sarò felice.

La felicità per me è effimera, ed è legata ad un determinato istante e ad una determinata persona, questa persona posso essere io stessa. Ricordo una sera di qualche mese fa, mi trovavo a girare da sola per Roma, da poco presa casa ed iniziato un nuovo lavoro, mi sedetti davanti ai fori Imperiali, accesi la mia bella sigaretta e sorrisi, in quel momento mi sono sentita felice.

Ecco cos'è per me la felicità

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Ambasciatore
7 ore fa, Gainsbourg ha scritto:

Sono felice di come ho imparato a fare le cose.

Sono felice del percorso che sto facendo. 

Del modo in cui imparo giorno dopo giorno, a stare al mondo, a trovare il mio posto.

Eppure ora anche per me c'è tanta incertezza sugli obbiettivi.

Anche per me : adulto (38 anni), una vita passata in una LTR, mi sono ritrovato un giorno senza più niente e con la necessità di ricostruire tutto.

E l'ho fatto. Con sudore e soprattutto affrontando tante paure. Ma ci sono riuscito e vado fiero di me.

Ora, analogamente a tanti altri qui, mi ritrovo con un lavoro, una casa, adulto e indipendente. Direi affermato. Non ho una relazione stabile e non ho figli.

Anche io credo che avere un obbiettivo sia cruciale per un uomo. 

Ma l'obbiettivo non può essere avere figli in se. I figli si fanno quando è il momento e con la persona giusta, se mai arriva.

Occorre poter campare bene e felicemente a prescindere.

Ma non è facile.

Per ora mi sento parecchio ancora sulla scia della lunga separazione che ha segnato la mia vita, 

di cocci non ce ne sono ancora molti in giro

ma la voglia di lasciare andare è ancora tanta

e questo credo influisca anche sulla impossibilità di avere una relazione stabile con una donna.

Ma conoscendomi arriverà tra non molto il momento

in cui non mi andrà più di lasciare andare

e vorrò costruire

Sarà fondamentale, allora

avere consapevolezza di ciò che voglio

In grande, che non sia come scopare di più, o avere cose da fare.

Vorrò costruire qualcosa

che non sia una casa di carte.

Io sono fondamentalmente in disaccorso su un punto. Cioè che sia cruciale per un uomo avere un obiettivo.

A quasi quarant'anni con una situazione lavorativa ed economica felice, una vita sentimentale/sessuale un pò più complessa (ad oggi vivo da solo e non ho figli), io credo che avere degli obiettivi sia cruciale solo per le persone deboli, quelle incapaci di accettare che obiettivi non ce ne sono, che bisogna solo vivere, che alla fine della corsa non c'è traguardo e non c'è premio.

Non capisco la voglia di "costruire", addirittura di costruire qualcosa di solido. Per chi e per cosa? Ovviamente il mio è un parere ed un sentire personale.

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Assolutamente no per quanto mi riguarda. 

Ho realizzato che ora, a quasi 27 anni, ho la maturità che avrei dovuto avere a 18-19.

Ho sempre sognato di avere un lavoro soddisfacente, il problema è che non ho mai capito quale. E non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare.

La mia vita lavorativa è un vero disastro, come lo era stata precedentemente la mia carriera scolastica. Dopo 5 anni passati a fare un lavoro fondamentalmente di merda, dove non ho acquisito nessuna competenza trasferibile, sono stato costretto a lasciarlo perché se fossi rimasto un minuto in più avrei messo le mani addosso al mio datore.

Adesso sono in procinto di cominciare un altro lavoro, forse un po' meno merdoso del precedente, ma ahimè con una paga che non mi permetterà di comprare neanche le caramelle. 

Sto studiando autonomamente alcune discipline perseguendo l'idea di aprire un'attività autonoma. Ciò però presupporrebbe di avere almeno un minimo di budget o comunque il culo parato, ergo nell'immediato devo riuscire a trovare un lavoro da dipendente, quantomeno decente (e scusate la rima).

Il resto, vita sociale e sentimentale, sono il riflesso di quella professionale, quindi ci siamo già capiti, non c'è neanche bisogno che mi dilunghi.

Una situazione che mi trascino dietro da anni e a cui non riesco a dare una svolta. Ogni direzione in cui guardo sembra di vedere il soffitto che si abbassa e le pareti che si stringono. E tutto questo mi fa sentire un povero fallito, profondamente irrealizzato ed infelice per l'appunto.

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leavingmyheart
5 ore fa, Candy ha scritto:

Assolutamente no per quanto mi riguarda. 

Ho realizzato che ora, a quasi 27 anni, ho la maturità che avrei dovuto avere a 18-19.

Ho sempre sognato di avere un lavoro soddisfacente, il problema è che non ho mai capito quale. E non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare.

La mia vita lavorativa è un vero disastro, come lo era stata precedentemente la mia carriera scolastica. Dopo 5 anni passati a fare un lavoro fondamentalmente di merda, dove non ho acquisito nessuna competenza trasferibile, sono stato costretto a lasciarlo perché se fossi rimasto un minuto in più avrei messo le mani addosso al mio datore.

Adesso sono in procinto di cominciare un altro lavoro, forse un po' meno merdoso del precedente, ma ahimè con una paga che non mi permetterà di comprare neanche le caramelle. 

Sto studiando autonomamente alcune discipline perseguendo l'idea di aprire un'attività autonoma. Ciò però presupporrebbe di avere almeno un minimo di budget o comunque il culo parato, ergo nell'immediato devo riuscire a trovare un lavoro da dipendente, quantomeno decente (e scusate la rima).

Il resto, vita sociale e sentimentale, sono il riflesso di quella professionale, quindi ci siamo già capiti, non c'è neanche bisogno che mi dilunghi.

Una situazione che mi trascino dietro da anni e a cui non riesco a dare una svolta. Ogni direzione in cui guardo sembra di vedere il soffitto che si abbassa e le pareti che si stringono. E tutto questo mi fa sentire un povero fallito, profondamente irrealizzato ed infelice per l'appunto.

 

che lavoro facevi ?

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