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Non credere più in nulla


Daphne

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Amaramente mi trovo a non credere più in nulla...

A 30 anni mi trovo a non credere che possa esistere l’amore, apparte forse per la manciata d’anni che ci si innamora e si ha l’illusione che sia amore. Un po’ per delusioni, un po’ per consapevolezza, un po’ per questo forum mi rendo conto di quanto sia diversi uomini e donne e che hanno bisogno di cose diverse.

Io non ci sto a sottomettere il mio io per far felice un altro e non poter essere me stessa, io non ci sto ad avere un figlio e poi magari trovarmi da sola a doverlo crescere in questo mondo sempre più marcio, io non ci sto a stare in coppia con un uomo che poi ha bisogno di altre donne e devo fingere che vada tutto bene. Tanto vale restare soli, tanto vale assaporare solo gli anni di innamoramento e dare data di scadenza preimpostata ad ogni storia, tanto vale vedere una persona perché ci piace ma senza nessun impegno. Ma quale sarebbe lo scopo di tutto questo? Racimolare attimi di felicità volatile? Vivere solo alla giornata senza nessun progetto?

Per non parlare de lavoro, ogni giorno sento uno della mia età esaurito dal mondo del lavoro attuale. Me compresa. Siamo tutti mezze calzette? Ci prendiamo le cose troppo a cuore? È un mondo marcio fino a sotto la crosta terrestre?

Probabilmente direte che sono depressa io! Ma sono stanca di non credere a nulla e aver perso la speranza ormai che qualcosa possa cambiare.

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Provo a darti la mia visione

- amore: è così e quindi occorre accettarlo. Meglio circondarsi da buoni amici, magari trombamici buoni e cose così per quanto mi riguarda. Per il discorso figli devo ancora pensarci bene perché in effetti credo nell'importanza di una famiglia stabile per il benessere dei figli e i casini di aver avuto una famiglia disunita sono sotto gli occhi di tutti. Nel campo delle ipotesi credo che una famiglia che potrebbe funzionare è proprio quella in cui c'è bene reciproco ma non innamoramento. Non sono attratta dalla coppia quanto dalla triade: per es due maschi gay e una femmina secondo me per me potrebbe essere una buona soluzione per il benessere dei figli. Ovviamente la femmina in quel caso specifico può trovarsi i partner al di fuori della famiglia ma il nucleo centrale familiare è quello. Secondo me in questo modo ci sarebbe il giusto equilibrio per il benessere dei figli e non sarebbero necessarie tecniche per me abominevoli come utero in affitto e compagnia bella. Quindi riassumendo staccare il concetto di figli da quello di amore tra genitori, l'amore ci dev'essere nei confronti dei figli che sono un progetto a lunghissimo termine. Sono molto scettica nei confronti delle famiglie allargate dove i figli si trovano a convivere con fratellastri e matrigne/patrigni. C'è stato un periodo della mia vita che ero ossessionata che ciò mi potesse accadere perché sono molto gelosa dei miei spazi 

- lavoro: secondo me è sbagliato puntare sul lavoro in quanto tale ma sarebbe meglio vederlo come un'opportunità per fare soldi per realizzare ciò che si vuole realizzare. Io lavoro ormai da 6 anni e nel mio ambiente la gente, anche quella di passaggio come me (che poi come si fa a dire di passaggio visto che devo passare e sono sempre lì!? Va beh ci siamo capite) prende il lavoro come opportunità di crescita e ci resta male se così non è. Io invece la vedo diversamente: devo fare delle cose, sono pagata per questo, quando a fine mese ricevo il compenso è ok, ma che me ne frega se non sono stata aumentata di ruolo dopo 6 anni!? Sarà che a me sta cosa non tocca affatto perché il lavoro lo vedo come una risorsa per altre risorse più importanti: un po' come quando nei videogiochi a tema fattoria non hai più soldi e devi coltivare grano per venderlo e raccimolare soldi. In questo però molto mi hanno trasmesso i miei genitori: zero ansia di far carriera ma proprio per niente e soprattutto le soddisfazioni se le sono prese sempre fuori dal lavoro (volontariato, amicizie ecc)

Tu per es che passioni hai? Cosa ti piace fare di più al mondo? 

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vol-à-voile

E' una fase della vita, ci sta e non sei l'unica.

Un giorno ti svegli e realizzi che Babbo Natale non esiste.

"Bè ed ora chi mi porta i regali?" Te li comprano i tuoi genitori. 
Alla fine ciò che persegui ti arriva comunque.
Ed io credo che stia tutto nel fissarsi un obiettivo (che fra l'altro ho appena scoperto che si scriva con una sola B [maledetti terroni che pronunciano obiettivo con due BB]) finale, che possa essere felicità, stabilità o qualcos'altro che termini con la sillaba tà.

Anche io ci sono passato, sai? Proprio nel mio periodo post-one-itis.
Ed è proprio nei periodi più bui che bisogna non stancarsi di credere in qualcosa.
Ecco si, ti sembrerà paradossale quello che ho appena detto, però nel mio periodo di one-itis ho riscoperto un valore che avevo perso: l'amicizia.
E magari non ci pensi perché sei totalmente invischiato nella melma, in quel fango pieno di addossamenti di colpe, di risentimenti vari, di inadeguatezza.
Eppure pian piano ho scoperto che proprio mentre ero infangato e sporco, c'era chi si è preso cura di me.
E da lì è stato tutto un crescendo: ho rivalutato me stesso e le mie conoscenze (a livello intellettivo, non a livello personale), ho cambiato lavoro, ho capito che il concetto di carpe diem è una metafora di vita valevole a 360° e non solo riguardo ad un viaggio o una fase della mia vita.

E sai cosa è ancora più paradossale? Che dopo questo periodo ho scoperto l'amore.

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Friulano80
31 minuti fa, Daphne ha scritto:

Amaramente mi trovo a non credere più in nulla...

A 30 anni mi trovo a non credere che possa esistere l’amore, apparte forse per la manciata d’anni che ci si innamora e si ha l’illusione che sia amore. Un po’ per delusioni, un po’ per consapevolezza, un po’ per questo forum mi rendo conto di quanto sia diversi uomini e donne e che hanno bisogno di cose diverse.

Io non ci sto a sottomettere il mio io per far felice un altro e non poter essere me stessa, io non ci sto ad avere un figlio e poi magari trovarmi da sola a doverlo crescere in questo mondo sempre più marcio, io non ci sto a stare in coppia con un uomo che poi ha bisogno di altre donne e devo fingere che vada tutto bene. Tanto vale restare soli, tanto vale assaporare solo gli anni di innamoramento e dare data di scadenza preimpostata ad ogni storia, tanto vale vedere una persona perché ci piace ma senza nessun impegno. Ma quale sarebbe lo scopo di tutto questo? Racimolare attimi di felicità volatile? Vivere solo alla giornata senza nessun progetto?

Per non parlare de lavoro, ogni giorno sento uno della mia età esaurito dal mondo del lavoro attuale. Me compresa. Siamo tutti mezze calzette? Ci prendiamo le cose troppo a cuore? È un mondo marcio fino a sotto la crosta terrestre?

Probabilmente direte che sono depressa io! Ma sono stanca di non credere a nulla e aver perso la speranza ormai che qualcosa possa cambiare.

come ti capisco...l'idea di certi "progetti" spaventa molte persone...ma l'importante è stare bene con noi stessi...se poi arriva qualcosa in più è un surplus...

Modificato da Friulano80
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37 minuti fa, Edo ha scritto:

Provo a darti la mia visione

- amore: è così e quindi occorre accettarlo. Meglio circondarsi da buoni amici, magari trombamici buoni e cose così per quanto mi riguarda. Per il discorso figli devo ancora pensarci bene perché in effetti credo nell'importanza di una famiglia stabile per il benessere dei figli e i casini di aver avuto una famiglia disunita sono sotto gli occhi di tutti. Nel campo delle ipotesi credo che una famiglia che potrebbe funzionare è proprio quella in cui c'è bene reciproco ma non innamoramento. Non sono attratta dalla coppia quanto dalla triade: per es due maschi gay e una femmina secondo me per me potrebbe essere una buona soluzione per il benessere dei figli. Ovviamente la femmina in quel caso specifico può trovarsi i partner al di fuori della famiglia ma il nucleo centrale familiare è quello. Secondo me in questo modo ci sarebbe il giusto equilibrio per il benessere dei figli e non sarebbero necessarie tecniche per me abominevoli come utero in affitto e compagnia bella. Quindi riassumendo staccare il concetto di figli da quello di amore tra genitori, l'amore ci dev'essere nei confronti dei figli che sono un progetto a lunghissimo termine. Sono molto scettica nei confronti delle famiglie allargate dove i figli si trovano a convivere con fratellastri e matrigne/patrigni. C'è stato un periodo della mia vita che ero ossessionata che ciò mi potesse accadere perché sono molto gelosa dei miei spazi 

- lavoro: secondo me è sbagliato puntare sul lavoro in quanto tale ma sarebbe meglio vederlo come un'opportunità per fare soldi per realizzare ciò che si vuole realizzare. Io lavoro ormai da 6 anni e nel mio ambiente la gente, anche quella di passaggio come me (che poi come si fa a dire di passaggio visto che devo passare e sono sempre lì!? Va beh ci siamo capite) prende il lavoro come opportunità di crescita e ci resta male se così non è. Io invece la vedo diversamente: devo fare delle cose, sono pagata per questo, quando a fine mese ricevo il compenso è ok, ma che me ne frega se non sono stata aumentata di ruolo dopo 6 anni!? Sarà che a me sta cosa non tocca affatto perché il lavoro lo vedo come una risorsa per altre risorse più importanti: un po' come quando nei videogiochi a tema fattoria non hai più soldi e devi coltivare grano per venderlo e raccimolare soldi. In questo però molto mi hanno trasmesso i miei genitori: zero ansia di far carriera ma proprio per niente e soprattutto le soddisfazioni se le sono prese sempre fuori dal lavoro (volontariato, amicizie ecc)

Tu per es che passioni hai? Cosa ti piace fare di più al mondo? 

Cara Edo, ho delle passioni che coltivo di tipo creativo che mi danno anche delle soddisfazioni, mi piace leggere, scrivere poesie...ho mille interessi ma non mi bastano per sentirmi realizzata in questo. Ho per fortuna delle amicizie radicate e forti che penso nella vita siano la cosa più importante per andare avanti. 

Io quando faccio una cosa, che sia l’amore che sia andare a lavoro, devo farla con spinta, con passione, sennò mi annoio, sennò mi sembra mediocre. Non riesco ad accentarmi, mai. Non riesco a lavorare solo per arrivare a fine mese. Sono cresciuta con il mito (mio e non indotto) di fare carriera, la famiglia è sempre stata una cosa che vedevo troppo lontana da me e troppo difficile da gestire. A 3 anni già avevo un sogno di che lavoro volevo fare nella mia vita...ma poi la cruda realtà dopo 11 anni di sofferto lavoro mi ha fatto capire che in realtà non era la strada giusta per me, che si cambia, che a furia di mangiare polpette avvelenate si finisce per odiare anche i sogni. 

A volte vorrei solo poter stare tranquilla, che nessuno mi rompesse le palle e avere del tempo per me...ma poi mi manca la sfida, il phatos, l’emozione. Sono strana lo so.

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41 minuti fa, vol-à-voile ha scritto:

E' una fase della vita, ci sta e non sei l'unica.

Un giorno ti svegli e realizzi che Babbo Natale non esiste.

"Bè ed ora chi mi porta i regali?" Te li comprano i tuoi genitori. 
Alla fine ciò che persegui ti arriva comunque.
Ed io credo che stia tutto nel fissarsi un obiettivo (che fra l'altro ho appena scoperto che si scriva con una sola B [maledetti terroni che pronunciano obiettivo con due BB]) finale, che possa essere felicità, stabilità o qualcos'altro che termini con la sillaba tà.

Anche io ci sono passato, sai? Proprio nel mio periodo post-one-itis.
Ed è proprio nei periodi più bui che bisogna non stancarsi di credere in qualcosa.
Ecco si, ti sembrerà paradossale quello che ho appena detto, però nel mio periodo di one-itis ho riscoperto un valore che avevo perso: l'amicizia.
E magari non ci pensi perché sei totalmente invischiato nella melma, in quel fango pieno di addossamenti di colpe, di risentimenti vari, di inadeguatezza.
Eppure pian piano ho scoperto che proprio mentre ero infangato e sporco, c'era chi si è preso cura di me.
E da lì è stato tutto un crescendo: ho rivalutato me stesso e le mie conoscenze (a livello intellettivo, non a livello personale), ho cambiato lavoro, ho capito che il concetto di carpe diem è una metafora di vita valevole a 360° e non solo riguardo ad un viaggio o una fase della mia vita.

E sai cosa è ancora più paradossale? Che dopo questo periodo ho scoperto l'amore.

Per l’amicizia sono d’accordo con te, è una delle poche cose che possono durare per sempre nella vita. Alcuni amici ci saranno sempre, nonostante tutto, nonostante conoscano il peggio di te. 

Capisco il tuo discorso sul carpe diem, è che a volte mi fa pensare ad essere su una barca di legno in balia di una tempesta, mentre idealmente io vorrei essere al timone di una nave da crociera in acque gestibili e guidare la mia vita e la mia nave. 

Probabilmente devo solo imparare ad accettare il buono e il bello della vita come un regalo e tutto il negativo lasciarmelo alle spalle.

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40 minuti fa, Friulano80 ha scritto:

come ti capisco...l'idea di certi "progetti" spaventa molte persone...ma l'importante è stare bene con noi stessi...se poi arriva qualcosa in più è un surplus...

Si come dicevo sopra infatti in un altro risposta. Sarebbe già una grande conquista stare bene con ste stessi in effetti. Ma se c’è disparità tra quello che si vorrebbe essere e ciò che si è in realtà già nasce un gap.

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Friulano80
28 minuti fa, Daphne ha scritto:

Cara Edo, ho delle passioni che coltivo di tipo creativo che mi danno anche delle soddisfazioni, mi piace leggere, scrivere poesie...ho mille interessi ma non mi bastano per sentirmi realizzata in questo. Ho per fortuna delle amicizie radicate e forti che penso nella vita siano la cosa più importante per andare avanti. 

Io quando faccio una cosa, che sia l’amore che sia andare a lavoro, devo farla con spinta, con passione, sennò mi annoio, sennò mi sembra mediocre. Non riesco ad accentarmi, mai. Non riesco a lavorare solo per arrivare a fine mese. Sono cresciuta con il mito (mio e non indotto) di fare carriera, la famiglia è sempre stata una cosa che vedevo troppo lontana da me e troppo difficile da gestire. A 3 anni già avevo un sogno di che lavoro volevo fare nella mia vita...ma poi la cruda realtà dopo 11 anni di sofferto lavoro mi ha fatto capire che in realtà non era la strada giusta per me, che si cambia, che a furia di mangiare polpette avvelenate si finisce per odiare anche i sogni. 

A volte vorrei solo poter stare tranquilla, che nessuno mi rompesse le palle e avere del tempo per me...ma poi mi manca la sfida, il phatos, l’emozione. Sono strana lo so.

6 del Veneto? e scrivi poesie...interessante siamo vicini...

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gelsomino
2 ore fa, Daphne ha scritto:

Amaramente mi trovo a non credere più in nulla...

A 30 anni mi trovo a non credere che possa esistere l’amore, apparte forse per la manciata d’anni che ci si innamora e si ha l’illusione che sia amore. Un po’ per delusioni, un po’ per consapevolezza, un po’ per questo forum mi rendo conto di quanto sia diversi uomini e donne e che hanno bisogno di cose diverse.

Io non ci sto a sottomettere il mio io per far felice un altro e non poter essere me stessa, io non ci sto ad avere un figlio e poi magari trovarmi da sola a doverlo crescere in questo mondo sempre più marcio, io non ci sto a stare in coppia con un uomo che poi ha bisogno di altre donne e devo fingere che vada tutto bene. Tanto vale restare soli, tanto vale assaporare solo gli anni di innamoramento e dare data di scadenza preimpostata ad ogni storia, tanto vale vedere una persona perché ci piace ma senza nessun impegno. Ma quale sarebbe lo scopo di tutto questo? Racimolare attimi di felicità volatile? Vivere solo alla giornata senza nessun progetto?

Per non parlare de lavoro, ogni giorno sento uno della mia età esaurito dal mondo del lavoro attuale. Me compresa. Siamo tutti mezze calzette? Ci prendiamo le cose troppo a cuore? È un mondo marcio fino a sotto la crosta terrestre?

Probabilmente direte che sono depressa io! Ma sono stanca di non credere a nulla e aver perso la speranza ormai che qualcosa possa cambiare.

Si avvicina Natale, Dicembre e quasi la fine del 2018, tempo di bilanci, la maggior della gente, parte fa i bilanci a fine anno.

Unita alla cifra tonda dei 30, nel mezzo del cammin di nostra vita, citando il SOMMO, questa scadenza ti ha fatto fare il BOOM, ed ecco è uscito il post.

Perdonami se dal post che sto scrivendo non traspare empatia, ho troppe cose da fare oggi ed ho voglia di fare un riposino adesso.

Il lavoro, i figli, il gelato al MCDONALD, siamo tutti polli in batteria, otto miliardi di persone, ma esiste un posto ù

in PARADISO per tutte queste persone?!?

Ma esiste un pasto multivitaminico non OGM kilometro zero per tutti quanti?!?

Ma esiste una pillola che non ci faccia confrontare ogni giorno con tutti i nostri fallimenti , anche eventuali, 

con lo scorrere del tempo, cln le scadenze bucate, con i piatti in cui c'e' tutto e sai già che hai perso anche quello che non hai?!?

Vedo millemila persone al giorno con la stessa faccia , con gli stessi modi di fare, 

è così rassicurante....

E' tutto cosiì' virtuale, anche quello che ancora non esiste e forse, probabile, non esisterà mai,

chi siamo noi, per negare ad una madre ed un bimbo 10 minuti a mangiare il gelato dopo la pizza da MCDOONALD, 

con la cassiera che sorride e gli regala il chokopos, in un cestello di carta rosso e gialla?!?

Chi siamo noi?!? per negarglielo!

CHI siamo noi?!? per negarcelo?!?

Non esistono riposte risolutive al tuo post !

La domanda è un'altra !

ma ha bisogno di una premessa!

ma io non scrivo ne' l'una ne l'laltra, perche' potrei essere frainteso....

il mio progetto ora e' mettere una canzone del liga... 

 

 

 

Modificato da gelsomino
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senza nome

Ti stai ponendo nel modo sbagliato verso la vita, normale che ne rimani stritolata.

Non si tratta di ripartire, dare un senso, trovare il definitivo, ma solo fare un passo in più per stare meglio. Almeno momentaneamente, che tanto del domani non c'è certezza.

Sono inutili anche grosse aspettative sul futuro, oggi ci sei e stai facendo qualcosa che è bello per te, domani, nonostante le più rosee premesse, potrebbe tutto andare a scatafascio e magari per elementi impossibili da prevedere, figurarsi da controllare.

Come quella che conosco che parla della noia della vita e di fare sempre le stesse cose, le si offre un'opportunità di fare un viaggio, ovviamente nulla di risolutivo, ma qualcosa che rompe la routine e rifiuta "no, bla bla". Non vuoi venire con me, ci sta, allora va con questi altri, che sono anche amici tuoi "no, bla bla".

Allora significa che attivamente vuoi sempre vivere le stesse cose e le lamentele sono solo modi di dire, se te rifiuti o non vedi o non cerchi le opportunità, fai lo stesso:il lavoro e l'amore sono una merda, si tutto vero, ma tu cosa fai per cambiare la situazione?

Praticamente ogni lavoro ti permette di crescere o cambiare mansione o luogo o divenire indipendente (magari con soci), anche se fai la commessa un conto al MacDonald, un altro in quel caffè letterario tanto carino, un conto fare sempre la cameriera, un conto aprirti con altri un ristorante, un conto fare l'impiegata, un conto specializzarti in un settore che più ti piace, magari anche con qualche titolo. Cioè se ricerchi una qualche soddisfazione lavorativa, la puoi trovare o comunque fare qualcosa per raggiungerla in maniera più attiva, pur rimanendo nel campo che consoci.

L'amore è un grosso malinteso, si pensa di capire e di essere capiti, di amare e di essere amati per la propria altezza di ingegno o per la propria capacità di scrivere poesie, quando è un fattore chimico, di matrioske e visioni personali dei vuoti della persona, sicuramente aiutato dagli elementi sopracitati, ma che non si esaurisce e spesso nemmeno inizia lì; allora per questo non vale più la pena amare e sentirsi amati? Non vale la pena perché l'altro è diverso da noi?

Amare continua ad essere una cosa bella, soprattutto se non pretendi nulla in cambio, soprattutto se non credi che l'altro debba essere come tu vuoi, così come l'essere amata per quello che sei, soprattutto ed anzi forse, solo se togli maschere ed artifizi, allora potrai essere amata "davvero", per quello che sei.

La vita, anche nelle declinazioni da te citate, come l'amore e il lavoro, deve essere affrontate sempre con paura decrescente, altrimenti si rimane bloccati, freezati davanti alle occasioni e davanti alle cose belle, per paura di non riuscire, per paura che finisca o per paura che non siano come le si aspettavano, il punto è che siamo esserini limitati, spesso possono essere più meravigliose e grandiose di quello che crediamo, farci sentire di più, anche se finiscono ed anche se completamente avulse dalle nostre ipotesi.

 

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