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LTR agli sgoccioli ?


algoritmo90

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MichelaDevi

Altre domande: ti piacciono altre? L'hai tradita in questo ultimo anno?

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vol-à-voile
29 minuti fa, Nuovo_utente ha scritto:

E mentre “chi si accontenta”...ha moglie e figli...io cosa ho? Tutto da ricostruire.

Non sono qui per risolvere problemi altrui e né per dire cosa sia giusto o sbagliato (in riferimento non solo a te ma a qualsiasi altro utente, incluso me stesso) però se l'accontentarsi significa snaturare se stessi per raggiungere una sorta di compromesso personale che abbraccia etica, società e storia, bhè allora io lo vedrei più come un'autoflagellazione.
Perché non nasciamo per "accontentarci" di persone con il solo obiettivo di fare una famiglia o figli: non siamo animali; o meglio, non lo siamo allo stato brado.
Poi è giusto nonché molto bello farsi domande sulla propria adeguatezza: è questo che ci fa crescere ed è questo processo che deve esaltarci e non il punto di inizio.
Sei caduto, cadi e cadrai di nuovo in futuro.
Ma ciò non significa che devi fermarti lì seduto senza rialzarti, trovando nuovi modi per farlo.

24 minuti fa, senza nome ha scritto:

Così raccontato è molto edulcorato:una che ha le capacità e la visone imprenditoriale per tirara su un castello dal nulla, è molto difficile che rimanga ancorato alla mucca, perché la ha. Prendi buffett, aveva la mucca, ma adesso ha un impero; ed allo stesso modo tutti quelli o quasi che hanno fatto i soldi, la mucca l'avevano, ma hanno deciso, deliberatamente, di ucciderla.

Sul piano pratico è un racconto che non può funzionare, sono assolutamente d'accordo
Soprattutto se poi fai l'errore di portarlo ad un esempio appunto troppo pratico e poco esistenziale.


Bisogna però inquadrare la metafora nel pensamento della filosofia taostica (spero esista questo aggettivo - comunque mi riferivo al Taoismo) in cui vi è un' entità indeterminata - il "tao" appunto - che è l'essenza dell'evoluzione e del divenire, che sia esso positivo o negativo e con cui l'uomo non deve combattere ma deve essere in grado di adeguarsi. 
Insomma non devi centrare il succo del racconto sul rapporto fra due persone ma bensì sull'esistenza umana. 
Così si che assume un senso.

edit: poi è chiaro che potremmo anche cercare di fare degli esempi che magari si possano rapportare meglio alla realtà umana dei giorni nostri, tuttavia volevo dare solo l'idea che c'è alla base di quel racconto.

Modificato da vol-à-voile
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gold86
50 minuti fa, Nuovo_utente ha scritto:

In questo 2019 saranno 35! Ho chiuso da pochi mesi una relazione che durava anni...qualcosa dentro di me (ovviamente) mi diceva che andava fatto! E l’ho fatto...

Sono stato coerente con me stesso.

Però mi ritrovo nuovamente con NULLA in tasca. E mentre “chi si accontenta”...ha moglie e figli...io cosa ho? Tutto da ricostruire. Per carità...lo farò, nuovamente, ancora e ancora.

E poi? Altro giro, altra corsa. A 42 anni di nuovo? Boh...

Forse non posso risponderti ma posso darti uno spunto di riflessione.

Attualmente ho una relazione con una ragazza che ha avuto un figlio molto giovane con un tipo con cui poi è finita circa 6 anni fa'.

L'ha lasciata lui, la vita di coppia con un figlio piccolo gli stava stretta e, per quanto mi è dato vedere, oltre ad essere poco presente nella vita di suo figlio a livello quantitativo, lo è anche a livello qualitativo.

Lui ha una grande facilità ad entrare dentro le mutande di una donna, ma alla fine non ne conosce davvero neppure una.

Chiamiamoci, istintivamente, è un maestro di P&P, Freeze, C&F, ecc. e seppure mi sia pure molto simpatico, non lo reputo un uomo di valore, ma un bambino egoista e un po' narciso.

Ora, di tutto questo si rende conto pure suo figlio e la mia compagna, infatti, è mortificata per aver dato a suo figlio un padre del genere.

Un tanto premesso per spiegarvi bene cosa ne penso di una certa mentalità che qui vedo imperante, arrivo alla risposta.

Molti ritengono che il "figlio" rappresenti un traguardo per sentirsi realizzati/e come singoli e come coppia (questa è un'idea che sento spesso).

O peggio, un rimedio per riempire un buco che sentono esservi (questa l'ho sentita da una donna di quasi 60 anni).

Io ritengo che entrambe siano delle grandi minchiate perchè un figlio è prima di tutto una responsabilità, e non è nè un tappabuchi nè, tantomeno, un "traguardo" da raggiungere.

Diventi il maestro e la prima guida di un soggetto a cui ti sarà richiesto di insegnare cosa vuol dire essere un uomo o una donna, e che - se sarai bravo - a una certa ora non dovrà più avere bisogno di te.

Ora, @Nuovo_utente, immagina di avere un figlio o una figlia.

Cosa vorresti trasmettergli?

Che chi si accontenta gode, che nei rapporti si va avanti per forza di inerzia perchè la stabilità e l'ideale di coppia sono essenziali alla sopravvivenza anche a scapito della propria felicità personale?

O vorresti invece insegnargli ad essere coraggioso e a mettersi in gioco COME HAI FATTO TU se la sua vita non lo soddisfa?

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algoritmo90
Inviato (modificato)
2 ore fa, MichelaDevi ha scritto:

E farla ingelosire? 

Hai delle amiche? O amica di cui lei è particolarmente gelosa?

Banalmente se riprendi lo schema iniziale potresti riavere il controllo della situazione. 

Amiche strettissime non ne ho più. Ho comunque diverse amiche/conoscenti ed è gelosissima della mia ex, che non sento però da molto tempo ( e non ho intenzione di risentire ).

In ogni caso potrebbe essere una soluzione ma non mi entusiasma molto l'idea di dover flirtare con un'altra solo per fare ingelosire la mia lei.

In realtà non so neanche se ci riuscirei a fare una cosa del genere . 

 

Prendermi una pausa di riflessione può essere un'idea ?

 

 

2 ore fa, Nuovo_utente ha scritto:

Caro @vol-à-voile

ma infatti la mia era una riflessione di chi il cambiamento l’ha sempre abbracciato...solo che mi trovo quasi ad un paradosso. Non so più chi sono, non so più cosa e dove è casa mia...  

Non so se rendo l’idea...

Sono assalito dal dubbio che questa rincorsa continua del miglioramento, della felicità...sia una sorta di pendolo che ci porti sempre ad oscillare e mai a fermarci.

 

In questo 2019 saranno 35! Ho chiuso da pochi mesi una relazione che durava anni...qualcosa dentro di me (ovviamente) mi diceva che andava fatto! E l’ho fatto...

Sono stato coerente con me stesso.

 

Però mi ritrovo nuovamente con NULLA in tasca. E mentre “chi si accontenta”...ha moglie e figli...io cosa ho? Tutto da ricostruire. Per carità...lo farò, nuovamente, ancora e ancora.

E poi? Altro giro, altra corsa. A 42 anni di nuovo? Boh...

 

Scusa, sono sempre uno che si automotiva pure dal nulla. Sono un utente abbastanza navigato del forum...ma queste “feste” mi hanno devastato. La malinconia mi ha inzuppato il cervello.

 

Condivido in pieno. Che senso ha questa ossessione della "caccia" alla donna ? 

Non può essere giusto l'assioma : periodo difficile nella coppia  = devi trovarti un'altra.

 

 

2 ore fa, MichelaDevi ha scritto:

Altre domande: ti piacciono altre? L'hai tradita in questo ultimo anno?

Mai tradita durante tutta la relazione.

Fisicamente ci sono diverse ragazze che mi piacciono, ma da qui a dire che vorrei avere una relazione con alcune di loro ce ne passa; dovrei prima conoscerle a fondo .

Non ho mai incontrato nessuna che mi facesse dire : ora lascio la mia ragazza perchè vorrei mettermi con quest'altra.

Non ho mai avuto desiderio di avere al mio fianco una ragazza che non fosse lei.

 

Modificato da algoritmo90
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vol-à-voile

Hai ragione, quell’assioma non é giusto.

Il problema é che quello che ci hai presentato in questo topic - o almeno per come ce lo hai presentato - non é un problema di coppia.

E mi fermo qui perché mi sa che non riesco a darti la risposta che vorresti sentirti dire.

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algoritmo90
28 minuti fa, vol-à-voile ha scritto:

Hai ragione, quell’assioma non é giusto.

Il problema é che quello che ci hai presentato in questo topic - o almeno per come ce lo hai presentato - non é un problema di coppia.

E mi fermo qui perché mi sa che non riesco a darti la risposta che vorresti sentirti dire.

 

Può essere che il problema sia solo mio, sia solo suo o che ci sia una terza persona.

Può essere tutto. Probabilmente ho un concetto "malato" di relazione, ma tant'è.

Il fatto è che io vorrei semplicemente qualche consiglio per fare tornare la relazione simile a come lo era qualche tempo fa.

Non mi interessa se a 40 anni potrei trovarmi con una che non amo. Mi interessa stare bene ora , vivere il momento.

Con lei ho ( avevo ) trovato un giusto equilibrio tra soddisfazione sentimentale e sessuale, uscite con amici, lavoro. Vorrei mantenere questo equilibrio il più a lungo possibile. 

Tra qualche anno potrei esser costretto a cambiare città per motivi di lavoro ( anche lei potrebbe esserlo ), quindi non so cosa succederà in futuro, voglio godermi il presente.

 

Ti pregherei di essere completamente sincero, in fin dei conti è una tua opinione ( e sono qui per questo ) , ma non è una legge divina . Non me la prendo con te , né mi offendo.

 

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Nuovo_utente
1 ora fa, gold86 ha scritto:

Forse non posso risponderti ma posso darti uno spunto di riflessione.

Attualmente ho una relazione con una ragazza che ha avuto un figlio molto giovane con un tipo con cui poi è finita circa 6 anni fa'.

L'ha lasciata lui, la vita di coppia con un figlio piccolo gli stava stretta e, per quanto mi è dato vedere, oltre ad essere poco presente nella vita di suo figlio a livello quantitativo, lo è anche a livello qualitativo.

Lui ha una grande facilità ad entrare dentro le mutande di una donna, ma alla fine non ne conosce davvero neppure una.

Chiamiamoci, istintivamente, è un maestro di P&P, Freeze, C&F, ecc. e seppure mi sia pure molto simpatico, non lo reputo un uomo di valore, ma un bambino egoista e un po' narciso.

Ora, di tutto questo si rende conto pure suo figlio e la mia compagna, infatti, è mortificata per aver dato a suo figlio un padre del genere.

Un tanto premesso per spiegarvi bene cosa ne penso di una certa mentalità che qui vedo imperante, arrivo alla risposta.

Molti ritengono che il "figlio" rappresenti un traguardo per sentirsi realizzati/e come singoli e come coppia (questa è un'idea che sento spesso).

O peggio, un rimedio per riempire un buco che sentono esservi (questa l'ho sentita da una donna di quasi 60 anni).

Io ritengo che entrambe siano delle grandi minchiate perchè un figlio è prima di tutto una responsabilità, e non è nè un tappabuchi nè, tantomeno, un "traguardo" da raggiungere.

Diventi il maestro e la prima guida di un soggetto a cui ti sarà richiesto di insegnare cosa vuol dire essere un uomo o una donna, e che - se sarai bravo - a una certa ora non dovrà più avere bisogno di te.

Ora, @Nuovo_utente, immagina di avere un figlio o una figlia.

Cosa vorresti trasmettergli?

Che chi si accontenta gode, che nei rapporti si va avanti per forza di inerzia perchè la stabilità e l'ideale di coppia sono essenziali alla sopravvivenza anche a scapito della propria felicità personale?

O vorresti invece insegnargli ad essere coraggioso e a mettersi in gioco COME HAI FATTO TU se la sua vita non lo soddisfa?

Ciao @gold86

Era tanto che non ti sentivo e le tue risposte le reputo sempre molto valide. Sarà che abbiamo una sensibilità “simile”, quasi la stessa età o probabilmente esperienze simili alle spalle.

 

Cmq sì, insegnerei a mio figlio di tirare fuori le palle quando serve, gli spiegherei che nella vita esistono scelte che comportano sacrifici e responsabilità e l’esito finale spesso lo si apprezza a lungo termine.

Adesso io mi trovo nel “breve termine”, in quella classica fase che qui molti chiamano “le montagne russe”, e oggi (ma lo sapevo da tempo che sarebbe stato così) è uno dei giorni più bui. Si sa...le feste...fine/inizio anno...pensi a quel che era e a quel che sarà e la malinconia poi fa il resto. 

 

Per finire, nella mia precedente relazione non ero più felice, non ero più me stesso (come forse ricordi, ad un certo punto, era pure spuntata una terza persona...proprio a dimostrazione che la mia relazione non era quella fortezza inattaccabile che è stata per anni!). Io oggi sono in un certo modo anche e soprattutto grazie ai miei genitori, che hanno costruito attorno a me uno scenario di grande serenità.

Pensando al futuro...ho avuto il forte dubbio e timore di non poter costruire qualcosa di simile per un mio ipotetico figlio. E  sinceramente non vorrei regalare a mio figlio una separazione o un divorzio a 5...10 o 15 anni. Da lì...da quelle riflessioni...ho trovato il coraggio e le palle di troncare con la mia ex. Adesso sono nella fase del “limbo”...in cui una parte del tuo cervello rimuove le cose che non andavano nella precedente relazione, ripulisce i ricordi e ti presenta i filmati stile Apple con tanto di musichetta di sottofondo. Non c’è nulla di nuovo all’orizzonte, se non situazioni potenziali ma stagnanti (stagnanti perché non sono obiettivamente ancora in grado di buttarmi in una nuova relazione)...e quindi ecco che vengono fuori questi pomeriggi/giornate di pseudo depressione 😊.

Comunque grazie, davvero!

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Nuovo_utente

Ahahah per favore non commettere la faccina che piange come reazione ai miei messaggi che mi viene ancora di più lo sconforto ahahah 😂😂😂🙈😜

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senza nome
2 ore fa, vol-à-voile ha scritto:

Non sono qui per risolvere problemi altrui e né per dire cosa sia giusto o sbagliato (in riferimento non solo a te ma a qualsiasi altro utente, incluso me stesso) però se l'accontentarsi significa snaturare se stessi per raggiungere una sorta di compromesso personale che abbraccia etica, società e storia, bhè allora io lo vedrei più come un'autoflagellazione.
Perché non nasciamo per "accontentarci" di persone con il solo obiettivo di fare una famiglia o figli: non siamo animali; o meglio, non lo siamo allo stato brado.
Poi è giusto nonché molto bello farsi domande sulla propria adeguatezza: è questo che ci fa crescere ed è questo processo che deve esaltarci e non il punto di inizio.
Sei caduto, cadi e cadrai di nuovo in futuro.
Ma ciò non significa che devi fermarti lì seduto senza rialzarti, trovando nuovi modi per farlo.

Sul piano pratico è un racconto che non può funzionare, sono assolutamente d'accordo
Soprattutto se poi fai l'errore di portarlo ad un esempio appunto troppo pratico e poco esistenziale.


Bisogna però inquadrare la metafora nel pensamento della filosofia taostica (spero esista questo aggettivo - comunque mi riferivo al Taoismo) in cui vi è un' entità indeterminata - il "tao" appunto - che è l'essenza dell'evoluzione e del divenire, che sia esso positivo o negativo e con cui l'uomo non deve combattere ma deve essere in grado di adeguarsi. 
Insomma non devi centrare il succo del racconto sul rapporto fra due persone ma bensì sull'esistenza umana. 
Così si che assume un senso.

edit: poi è chiaro che potremmo anche cercare di fare degli esempi che magari si possano rapportare meglio alla realtà umana dei giorni nostri, tuttavia volevo dare solo l'idea che c'è alla base di quel racconto.

Dovrebbe essere taoista, ma comunque non sono d'accordo.

Il mutamento è questione del reale, è legge interseca della realtà e l'opposizione ad essa genera dolore, mentre l'armonia porta alla serenità. Però c'è un assunto di base proprio dell'Oriente, non esiste bello o brutto, buono o cattivo, utile o inutile, nemmeno relativo, tutto è. Semplicemente è.

Ora, entrando nello specifico, al di là che non credo sia davvero un racconto zen (mia idea personale), esso non ha senso né su di un piano concreto (per la ragione già detta prima) né su di uno di pensiero, in quanto si tratta semplicemente di adeguamento, nessun meglio o peggio, nessun successo mondano, anzi; difatti praticamente tutti i saggi o beniamini della filosofia orientale sono umili, persone che non hanno nessun successo negli affari (umani), semplicemente vivono in armonia, anche perché è altro elemento comune il non attaccamento (egoico)al contingente.

Non fornisce insegnanti per domare o sfruttare il cambiamento estrinseco delle cose, ma solo per accettarlo, tanto esso è cosa superflua e superficiale.

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Nuovo_utente

Comunque @algoritmo90

 

torno al tuo topic, scusa...

e ti dico questo...

 

Nella mia relazione finita...l’inizio della fine lo avvertii proprio da un suo progressivo distacco. Lo stesso che avverti tu.

Una distanza fisica forzata per motivi lavorativi...lei che inizia ad uscire, amiche, colleghe, serate... Ne parlo con lei...ma più che con le parole...riesco a rifar pendere l’ago della bilancia verso di me con la psicologia spicciola che ti hanno consigliato anche qua.

Mi inizio a guardare intorno...la cerco sempre meno, divento freddo, poco propositivo...lei si riattacca a me. 

Da lì in poi...una serie di dinamiche distruttive che mi hanno portato a mollarla. Quando l’ho fatto, lei era distrutta...io sono stato di pietra, c’era troppa rabbia in me e i sentimenti si erano spenti. Ad oggi non so se la sua disperazione fosse “vera” o semplicemente la paura di ritrovarsi sola, con nulla nella sua vita. Quando le dicevo che le cose avrebbero finito per separarci...lei ha preferito tirare la corda finché questa non si è spezzata. Adesso non abbiamo un cazzo per le mani, nè io nè lei. 

 

Le relazioni finiscono per l’egoismo. 

Quotidianamente tocca fare un passo indietro...ma non può essere sempre la stessa persona a farlo.

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