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Sfida (per tutti gli utenti/utentesse)


Edo

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1 ora fa, Alexis Honlon ha scritto:

come ti dicevo, nel mio caso sperai addirittura che fosse morta negli attentati terroristici di Londra, ai primi del 2000

Credo di essermi persa questo passaggio...me lo potresti linkare/riassumere? 🙂

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Alexis Honlon
30 minuti fa, Edo ha scritto:

Credo di essermi persa questo passaggio...me lo potresti linkare/riassumere? 🙂

Nessun problema: di sicuro l'ho detto in un qualche post, ma vattelo a pesca! Quindi riassumerò l'accaduto.

Ti ricordi i primi anni del '2000? A Londra ci furono gli attentati terroristici nella metropolitana, era estate: all'epoca sapevo che in quel periodo sarebbe stata da quelle parti (per un viaggio di piacere); non appena ebbi la notizia al telegiornale la prima cosa che pensai fu... Beh, sperai che fosse morta (cosa che peraltro gli dissi di persona).

Perché? Il nostro rapporto non fu mai esattamente idilliaco, e motivi di rancore nei suoi confronti li avevo: ma nulla che giustificasse conclusioni così estreme.

C'era qualcos'altro che pesava, naturalmente: e questo qualcos'altro oggi l'ho capito, ed è quello che io definisco per amore, appunto una tendenza all'unità indifferenziata.

E qui finiamo nel filosofico: perché l'unità indifferenziata è il concetto filosofico fondamentale, in quanto più probabile e credibile papabile ad essere l'origine ed il fondamento di tutte le cose, donde la centralità a livello filosofico.

Ovviamente non andrò oltre, ma da questo è opportuno sottolineare che, se questo intendiamo per amore, la persona fisica che abbiamo davanti è un catalizzatore e nulla più: quello che davvero si cerca è appunto questa indifferenza.

E qui sorgono i problemi: io, te, tutti noi, siamo unità, ma differenziate, e quindi come si fa? Semplice (si fa per dire): distruggendo quei limiti. Ecco quindi quelle benedette tendenze etero ed autodistruttive di cui altre volte ho parlato, e di cui prima ne hai visto un esempio: l'effetto su chi prova tutto ciò è duplice, e varia da una forma di esaltazione ad una paura radicale quanto possa esserne una che nasce dalla dissoluzione di se stessi.

Qui nel forum si direbbe che ho fatto di tutto per sabotare il rapporto - io aggiungerei che il "mettersi insieme", o il diventare una coppia fosse cosa troppo limitata e formata. Un limite, quando quello che io volevo era l'informe e l'illimitato: un rapporto che assumesse ora una forma ora un'altra - ma forse niente di tutto ciò.

Infondo, è la persona che più di ogni altra ha messo in luce un bisogno ed una tendenza profonda di me: potresti dire, e con ragione, che io sono una persona infelice, visti i ponti tagliati da anni ormai. Posso rispondere che ho trovato, almeno in parte, altri modi per esprimere tale tendenza: ma non nego che ciò mi genera una qualche forma di infelicita (ma quale felicità!).

Solito WoT: scusa la noia nel caso.

Ritorniamo a te, perché forse ho qualcos'altro di utile da dirti, per quanto si tratta principalmente di dire quello che ti ho già detto nel post precedente, ma credo che potrebbe esserti utile.

Infondo la persona che amiamo è tale solo per un motivo: è la persona che più di ogni altra metterà in luce la parte più profonda di noi; questo spiega perché è sempre così diverso da quello che ci aspettiamo, o da qualsiasi cosa in materia (film Disney compresi, naturalmente).

E stai sicura: quando scavi, non sai mai cosa potresti trovare. Tentennamenti, paure, cambi improvvisi, saranno tutto fuorché rari o improbabili, ma ne varrà la pena.

Ricordo che una volta lei mi disse che era un ipocrita: molto diverso da chi mi disse di essere una brava ragazza che voleva bene agli altri (e tirava pure in ballo gli 8 anni, all'epoca, col fidanzato, che glielo confermava).

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3 minuti fa, Alexis Honlon ha scritto:

Nessun problema: di sicuro l'ho detto in un qualche post, ma vattelo a pesca! Quindi riassumerò l'accaduto.

Ti ricordi i primi anni del '2000? A Londra ci furono gli attentati terroristici nella metropolitana, era estate: all'epoca sapevo che in quel periodo sarebbe stata da quelle parti (per un viaggio di piacere); non appena ebbi la notizia al telegiornale la prima cosa che pensai fu... Beh, sperai che fosse morta (cosa che peraltro gli dissi di persona).

Perché? Il nostro rapporto non fu mai esattamente idilliaco, e motivi di rancore nei suoi confronti li avevo: ma nulla che giustificasse conclusioni così estreme.

C'era qualcos'altro che pesava, naturalmente: e questo qualcos'altro oggi l'ho capito, ed è quello che io definisco per amore, appunto una tendenza all'unità indifferenziata.

E qui finiamo nel filosofico: perché l'unità indifferenziata è il concetto filosofico fondamentale, in quanto più probabile e credibile papabile ad essere l'origine ed il fondamento di tutte le cose, donde la centralità a livello filosofico.

Ovviamente non andrò oltre, ma da questo è opportuno sottolineare che, se questo intendiamo per amore, la persona fisica che abbiamo davanti è un catalizzatore e nulla più: quello che davvero si cerca è appunto questa indifferenza.

E qui sorgono i problemi: io, te, tutti noi, siamo unità, ma differenziate, e quindi come si fa? Semplice (si fa per dire): distruggendo quei limiti. Ecco quindi quelle benedette tendenze etero ed autodistruttive di cui altre volte ho parlato, e di cui prima ne hai visto un esempio: l'effetto su chi prova tutto ciò è duplice, e varia da una forma di esaltazione ad una paura radicale quanto possa esserne una che nasce dalla dissoluzione di se stessi.

Qui nel forum si direbbe che ho fatto di tutto per sabotare il rapporto - io aggiungerei che il "mettersi insieme", o il diventare una coppia fosse cosa troppo limitata e formata. Un limite, quando quello che io volevo era l'informe e l'illimitato: un rapporto che assumesse ora una forma ora un'altra - ma forse niente di tutto ciò.

Infondo, è la persona che più di ogni altra ha messo in luce un bisogno ed una tendenza profonda di me: potresti dire, e con ragione, che io sono una persona infelice, visti i ponti tagliati da anni ormai. Posso rispondere che ho trovato, almeno in parte, altri modi per esprimere tale tendenza: ma non nego che ciò mi genera una qualche forma di infelicita (ma quale felicità!).

 

Mi ricordi Leopardi nei momenti più bui e tristi. Se poi aggiungiamo che in tutto ciò non hai mai scopato ma parli di amore come sentimento totalizzante, unità, Eros, thanatos, amore e morte e filosofia e compagnia cantante...beh mi fai pure paura

Non è che hai la tendenza a idealizzare cose che non hai mai provato e che, in un certo senso, non pensi neanche di meritare?

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Alexis Honlon
16 minuti fa, Edo ha scritto:

Mi ricordi Leopardi nei momenti più bui e tristi. Se poi aggiungiamo che in tutto ciò non hai mai scopato ma parli di amore come sentimento totalizzante, unità, Eros, thanatos, amore e morte e filosofia e compagnia cantante...beh mi fai pure paura

Non è che hai la tendenza a idealizzare cose che non hai mai provato e che, in un certo senso, non pensi neanche di meritare?

Anche se non ho mai fatto sesso ciò non vuol dire che non ho mai provato qualcosa per qualcuno: e quello che dico, se ci fai caso, più che esperienza richiede comprensione.

Riguardo la paura, posso dirti che non sei la prima a dirmelo: anche altri mi hanno detto che il mio modo di coinvolgermi con gli altri mette a disagio (ma paura, hai ragione, è il termine proprio e pregnante).

Per l'idealizzazione, prima di risponderti, preferisco chiederti cosa intendi dire: la mia risposta, così su due piedi è che idealizzo si, ma come tutti prima o poi riesco a vedere con meno mistificazione le cose... ma ho la sensazione che non è questo che volevi intendere...

Ultimo punto: il merito. Ed hai visto giusto: sono di facile tendenza alla colpevolizzazione di me stesso, e mi sono sempre preoccupato di meritarmi quello che chiedo.

Ho dato, perché avevo da dare e volevo dare, come dici tu, per meritare ciò che chiedevo e motivare quel che mi si desse indietro: penso tu abbia capito cosa possa aver ottenuto fino ad ora.

Non mi piangerò troppo addosso: pur se di sbagli ne ho fatti, preferisco di gran lunga finire come una pila scarica, dopo aver consumato tutto il suo potenziale, che inscenare farse come fin troppo ho visto.

Sai cosa apprezzo di te, Edo, a mera trasparenza di righe di forum? Che sei un esempio di donna che maltollera di essere valutata sulla base della fica, cosa molto rara di questi tempi: mi sembra questa la vera motivazione dietro molte delle tue libertà sessuali. Ma ovviamente posso sbagliare: non ti conosco, ovviamente.

Ebbene, hai i miei più vivi complimenti: una donna è un essere umano, e come tale va valutata come si valuta un essere umano - ovvero onore, gloria ed interesse.

I miei auguri, espressi nei post precedenti, sono sinceri: l'amore, qui inteso come svelamento delle pieghe più profonde di se, ai miei occhi dona molto onore a chiunque lo cerca o semplicemente lo trova.

E ti auguro di trovarlo: forse capirai meglio il mio odio contro quello che prima ho definito come "farsa".

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16 ore fa, Alexis Honlon ha scritto:

Anche se non ho mai fatto sesso ciò non vuol dire che non ho mai provato qualcosa per qualcuno: e quello che dico, se ci fai caso, più che esperienza richiede comprensione.

Scusami se entro così in mezzo ad un discorso ma mi sorge spontanea una domanda:

Questa concezione che esprimi dell'amore (spiegata anche molto bene per carità) che tu hai, questa sorta di idealizzazione prima e "risoluzione" poi se mi passi il termine è avvenuta tutta dentro alla tua testa...

Ora non ti chiedi se l'aver "vissuto" veramente una donna potrebbe farti cambiare in toto/in parte il tuo pensiero?

Perchè io noto da come scrivi e da quello che scrivi che sei una persona molto intelligente e mi pare sensibile, tutta questa "capacità" di calcolo senza poi "scaricare" a terra semicit. non trovi potrebbe averti portato "altrove" rispetto ad una linea di pensiero-verifica reale delle sensazioni-pensiero e così via?

 

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Alexis Honlon
6 ore fa, Orph ha scritto:

Scusami se entro così in mezzo ad un discorso ma mi sorge spontanea una domanda:

Questa concezione che esprimi dell'amore (spiegata anche molto bene per carità) che tu hai, questa sorta di idealizzazione prima e "risoluzione" poi se mi passi il termine è avvenuta tutta dentro alla tua testa...

Ora non ti chiedi se l'aver "vissuto" veramente una donna potrebbe farti cambiare in toto/in parte il tuo pensiero?

Perchè io noto da come scrivi e da quello che scrivi che sei una persona molto intelligente e mi pare sensibile, tutta questa "capacità" di calcolo senza poi "scaricare" a terra semicit. non trovi potrebbe averti portato "altrove" rispetto ad una linea di pensiero-verifica reale delle sensazioni-pensiero e così via?

 

Grazie per il post.

E grazie, perché è una domanda intrigante la tua: riguardo il discorso dell'accadere nella mia testa, persino con lei se parlava ai tempi, accusandomi che sarebbe bastato mettere una sua foto invece che lei dal vivo e ben poco sarebbe cambiato; io gli rispondevo che se fosse stato così tutto il mio cercarla non avrebbe avuto senso.

Avevamo ragione entrambi, anche su livelli diversi: io rispetto alla situazione contingente (questi famosi 10-15 anni fa), lei rispetto ad una comprensione più profonda di quello che stava accadendo.

Il problema è però che in casi del genere, ovvero di messa a nudo di tendenze profonde di se, è esattamente così che vanno le cose: un rapporto che ruota attorno a tali tendenze profonde, rende l'altro, più che un elemento secondario, un catalizzatore.

Ma credo che il problema sia, principalmente, un problema di definizione, e quindi di situazione che di conseguenza ci troviamo ad affrontare: se definiamo per amore la messa a nudo delle nostre tendenze profonde che un'altra persona più o meno volontariamente provoca in noi, è solo conseguenza data dalle premesse che il peso maggiore della bilancia siamo noi (o meglio: le nostre tendenze profonde), e che quindi il grosso si svolga nella nostra testa (ben lei me lo disse, ed a voi lo ripeto: "al cuore non si comanda, e non sono capace di farmi innamorarmi di te").

Se definiamo per amore la reciproca e bilanciata alternanza fra il dare ed il ricevere nei partners coinvolti, allora, e lo confermo anche io, le cose stanno come dici tu: non basta il singolo, serve che anche l'altra persona dia (e riceva, non meno importante).

Inutile dire che la prima definizione di amore è, credo ragionevolmente, statisticamente molto rara, la seconda invece comune.

Per concludere, credo sia opportuno sottolineare una cosa: una delle definizioni più comuni di amore è "un puro dare senza ricevere o chiedere in cambio".

Ecco un altro esempio di Famiglia del Mulino Bianco e di Film Disney, per usare il linguaggio di Edo: ovvero di cose pericolosamente  vere a metà.

Per definizione, una cosa del genere può accadere solo in casi in cui ci sia abbondanza e amplissima: dare presuppone avere qualcosa da dare, ad un qualche livello, e tutti sanno bene che, a lungo andare, si esauriscono le risorse - ma la cosa più importante, è che per definizione abbiamo detto che questo dare non può basarsi su ciò che riceviamo dagli altri.

Se è possibile reggere a queste condizioni, quando e chi ci riesce? Senza poi considerare che ci ritroveremo a che fare con una situazione in cui qualcuno da, senza ricevere, e qualcuno riceve, senza dare: solitamente non chiamiamo una cosa del genere sfruttamento?

Inoltre: per sopperire al processo del dare (tralasciando ipotetiche vendette), è così fantascienza che si finisca per prendere da chi, ben sappiamo, abbonda? Magari anche in maniera scomposta.

E chiaro il quadro che emerge: cose del genere accadono in caso di notevole possesso di risorse economiche, sociali, emotive ecc., o comunque in caso di tendenze e risorse per cui si riesce a trovare il modo di sopperirne la carenza (come nel caso di nostre tendenze profonde). E la probabilità di ritrovarsi con un rapporto con tendenze etero ed autodistruttive è tutto fuorché remota.

Arriviamo alla conclusione: perché le donne, in particolare, amano tale definizione di amore? E' ovvio; perché hanno trovato il loro provider definitivo, e quel che più per loro conta non devono fare nulla per ricevere tutto ciò in cambio! La soluzione al problema della loro sessualità: e davvero qui serve un principe (ovvero qualcuno in possesso di notevoli risorse), e poi azzurro.

Direte voi: nulla da obiettare, questa è la logica conclusione da premesse sbagliate, e questa definizione dell'amore è da eliminare. Purtroppo questa è un'altra conclusione errata - ma basta davvero così.

Penso che finalmente, dopo 8 tentativi andati a male, stavolta riuscirò ad aprire il mio primo thread: sennò intasiamo quello di Edo, peraltro.

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1 ora fa, Alexis Honlon ha scritto:

Grazie per il post.

E grazie, perché è una domanda intrigante la tua: riguardo il discorso dell'accadere nella mia testa, persino con lei se parlava ai tempi, accusandomi che sarebbe bastato mettere una sua foto invece che lei dal vivo e ben poco sarebbe cambiato; io gli rispondevo che se fosse stato così tutto il mio cercarla non avrebbe avuto senso.

Avevamo ragione entrambi, anche su livelli diversi: io rispetto alla situazione contingente (questi famosi 10-15 anni fa), lei rispetto ad una comprensione più profonda di quello che stava accadendo.

Il problema è però che in casi del genere, ovvero di messa a nudo di tendenze profonde di se, è esattamente così che vanno le cose: un rapporto che ruota attorno a tali tendenze profonde, rende l'altro, più che un elemento secondario, un catalizzatore.

Ma credo che il problema sia, principalmente, un problema di definizione, e quindi di situazione che di conseguenza ci troviamo ad affrontare: se definiamo per amore la messa a nudo delle nostre tendenze profonde che un'altra persona più o meno volontariamente provoca in noi, è solo conseguenza data dalle premesse che il peso maggiore della bilancia siamo noi (o meglio: le nostre tendenze profonde), e che quindi il grosso si svolga nella nostra testa (ben lei me lo disse, ed a voi lo ripeto: "al cuore non si comanda, e non sono capace di farmi innamorarmi di te").

Se definiamo per amore la reciproca e bilanciata alternanza fra il dare ed il ricevere nei partners coinvolti, allora, e lo confermo anche io, le cose stanno come dici tu: non basta il singolo, serve che anche l'altra persona dia (e riceva, non meno importante).

Inutile dire che la prima definizione di amore è, credo ragionevolmente, statisticamente molto rara, la seconda invece comune.

Per concludere, credo sia opportuno sottolineare una cosa: una delle definizioni più comuni di amore è "un puro dare senza ricevere o chiedere in cambio".

Ecco un altro esempio di Famiglia del Mulino Bianco e di Film Disney, per usare il linguaggio di Edo: ovvero di cose pericolosamente  vere a metà.

Per definizione, una cosa del genere può accadere solo in casi in cui ci sia abbondanza e amplissima: dare presuppone avere qualcosa da dare, ad un qualche livello, e tutti sanno bene che, a lungo andare, si esauriscono le risorse - ma la cosa più importante, è che per definizione abbiamo detto che questo dare non può basarsi su ciò che riceviamo dagli altri.

Se è possibile reggere a queste condizioni, quando e chi ci riesce? Senza poi considerare che ci ritroveremo a che fare con una situazione in cui qualcuno da, senza ricevere, e qualcuno riceve, senza dare: solitamente non chiamiamo una cosa del genere sfruttamento?

Inoltre: per sopperire al processo del dare (tralasciando ipotetiche vendette), è così fantascienza che si finisca per prendere da chi, ben sappiamo, abbonda? Magari anche in maniera scomposta.

E chiaro il quadro che emerge: cose del genere accadono in caso di notevole possesso di risorse economiche, sociali, emotive ecc., o comunque in caso di tendenze e risorse per cui si riesce a trovare il modo di sopperirne la carenza (come nel caso di nostre tendenze profonde). E la probabilità di ritrovarsi con un rapporto con tendenze etero ed autodistruttive è tutto fuorché remota.

Arriviamo alla conclusione: perché le donne, in particolare, amano tale definizione di amore? E' ovvio; perché hanno trovato il loro provider definitivo, e quel che più per loro conta non devono fare nulla per ricevere tutto ciò in cambio! La soluzione al problema della loro sessualità: e davvero qui serve un principe (ovvero qualcuno in possesso di notevoli risorse), e poi azzurro.

Direte voi: nulla da obiettare, questa è la logica conclusione da premesse sbagliate, e questa definizione dell'amore è da eliminare. Purtroppo questa è un'altra conclusione errata - ma basta davvero così.

Penso che finalmente, dopo 8 tentativi andati a male, stavolta riuscirò ad aprire il mio primo thread: sennò intasiamo quello di Edo, peraltro.

Ok se ti va di approfondire puoi aprire un thread a parte, intanto ti ringrazio della risposta e ti aggiungo un punto che sfugge secondo me al tuo ragionamento:

Tutta la tua dissertazione descrive bene un concetto di innamoramento dove però appunto "manca" la parte reale sessual/sentimentale e quindi enfatizzi il concetto di dare senza ricevere e di "risorsa limitata".

In una relazione reale (di qualsiasi tipo bada bene monogama poligama aperta fb ecc) il concetto del ricaricarsi il concetto del "prendere" quindi ricevere si espleta attraverso il sesso che poi genera emozione che poi genera sesso... questo secondo me ti sfugge (anzi mettiamola cosi questo secondo me non consideri) ma proprio perchè ti manca come esperienza, non si può descrivere un colore che non si è mai visto se mi passi la metafora.

Tu la descrivi fino a che puoi "a metà" per la parte dell'innamoramento che è una cosa che conosci in quanto provata reale.

La parte del cosa succede quando la relazione si concretizza la estrapoli dalla tua conoscenza (che resta non completa converrai) e da li fai delle ipotesi ma che si basano su assunti non corretti in quanto ti manca parte dei dati esperienziali per colmare i punti e tu approssimi nella mente come potrebbe essere andando secondo me fuori strada.

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luan angelo
Il 2/1/2019 alle 02:09 , Edo ha scritto:

Nella vita di ogni donna ci sono delle persone che ci sono sempre state, ci sono e verosimilmente ci saranno anche in futuro (ne hanno dato prova nei fatti, rimanendo anche quando altri con "intenzioni serie" avevano spergiurato di rimanere, ma che simpatici). Si va dai trombamici, alle persone con cui si chatta più o meno maliziosamente, e tutte le variabili. Persone che in una relazione cosiddetta seria non ci dovrebbero essere. Persone che durano anni e diventano una presenza per forza di cose

Amare significa darsi totalmente all'altra persona, affidare la nostra vita a quella persona. Mi vedo con te in futuro con figli e casa e macchina e cane. 

Ma l'amore non è eterno, lo sanno anche i muri

Sono già stato innamorato in passato

Ed è finita...

Eh sì

Verosimilmente ti vedevi nel futuro con figli e casa con quella persona. Ci sta. Però poi è finito tutto. Perché dovrei pensare che io sono l'eccezione e che con me farai ciò che dici? Perché dovrei rinunciare a tutto ciò che ho ora di certo per una cosa incerta e che per tua stessa ammissione hai già fallito in passato? Tutto ciò è illogico

CHANGE MY MIND

Ma amare non presupponeva amare incondizionatamente? Amare una persona per quello che è? 

Tra l'altro se mi si vieta una cosa non si fa altro che farmela volere. Potrebbe essere una strategia: vietarmi fermamente di scopare un tizio x, sicuramente farò di tutto per averlo anche se non mi piace troppo o in altre condizioni non lo vorrei.

Aggiungo che sono stata mesi (finita non per scelta mia) con la stessa persona non vedendo altri, ero libera nel senso che non ero stata messa a tavolino con delle regole da rispettare ma non ne avevo la voglia io in primis. Pur non essendo innamorata della persona con cui stavo

Dialogo immaginario ma che dovrebbe essere reale più spesso

@Human se hai voglia change my mind. Il punto è, perché rinunciare al certo per l'incerto? E soprattutto, perché vietarmi di disporre di mie cellule (la figa è un insieme di cellule) attaccate al mio corpo per un volere altrui? È una richiesta enorme e molto pesante, come minimo si dovrebbe offrire una ricompensa certa e ben quantificabile seduta stante per invogliare al patto

Un fidanzato è un trombamico che non ci ha creduto abbastanza, siete d'accordo?

Sfida rivolta a tutti. 

Beh dovresti fidanzarti col tuo migliore amico, probabilmente hai troppa paura per farlo. Oppure non sei in grado di amare( amare non è mica un must). Magari vuoi solo che il tuo fidanzato /scopamico ti rifornisca di emozioni/sensazioni (il che è essenziale altrimenti non ci sarebbe la voglia necessaria al rapporto per esistere). Per quanto riguarda l' amore incondizionato penso che è qualcosa di possibile soltanto in una relazione genitore/figlio. (Hai mai pensato che forse hai desideri di maternità?)P.s. ho aperto una discussione anche io sull' esistenza dell'amore se vi va dategli un occhiata ( il thread si chiama ''esiste l amore'' é presente nella sezione sesso)mi fa sempre piacere raccogliere più punti di vista.

Modificato da luan angelo
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