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LTR a una svolta decisiva: argomento "figli"


Antonio01

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Antonio01

Arrivo subito al dunque.

La mia attuale compagna, con la quale convivo da 4 anni (siamo entrambi over 30) , ormai mi assilla giornalmente che vuole avere un figlio.

Il problema è che personalmente non me la sento, visto che viviamo ancora in affitto e il lavoro è precario, e questa situazione sembra che si protrarrà ancora per parecchio tempo.

Ma non glielo dico apertamente, per non ferirla e non perderla. Ma anche perchè in fondo un figlio prima o poi lo vorrei anche io, e non voglio che la nostra storia finisca per sempre (dopo tanto tempo passato insieme).

Capisco il suo punto di vista, visto che per una donna esiste un orologio biologico, e a 35 anni inizia a farsi sentire. Per un uomo è diverso.

 

Ma c'è un altro problema: il suo atteggiamento. Dolcissima la maggior parte delle volte, quando arriva una giornata storta inizia a non parlarmi e a non voler sentire niente.

Ovviamente quando ciò accade ho imparato a strafregarmene e non dargli retta. Ma passare certe serate così, con i suoi musi lunghi o le sue grida, mi rende dentro davvero nervoso.

E questa cosa del figlio sta diventando in lei sempre più assillante: pretende di fare sesso sempre e comunque senza preservativo, perchè "ci dobbiamo provare". Ho provato a spiegarle che questa sua "imposizione", questo suo modo di fare, inibisce la libido. Il sesso deve essere una cosa naturale e piacevole, non qualcosa fatta a forza per avere un figlio.

E' per questo motivo che del profilattico o di anticoncezionali non ne vuole più sapere.

Capisco il suo punto di vista, come detto sopra, ma non riesco ad andare avanti così.

 

Oggi l'ennesima prova, tanto per rendere meglio l'idea.

Torno da lavoro dopo 12 ore passate davanti a un monitor, completamente stressato. Lei mi accoglie sorridente, mi fa capire che vuole farlo. Io, credetemi, non me la sento, magari più tardi, quando mi sarò rilassato mentalmente (un paradosso, visto che il sesso dovrebbe proprio liberare, ma in questo caso preferivo proprio non pensare a niente per "ricaricarmi").

Appena le faccio notare questa stanchezza, cambia subito umore, litigi e grida, dove lei dice piangendo che non voglio avere figli con lei.

 

Tutto questo mi sta pesando parecchio. Le ho anche detto che questo suo atteggiamento non risolve niente. Che vorrei avere in fondo un figlio, che ho bisogno del mio tempo, non invece di un comando a bacchetta. E che soprattutto, con questo suo atteggiamento, le cose possono solo peggiorare (perchè la voglia di sesso va solo a farsi seppellire...)

 

La soluzione è (e ci stiamo pensando da entrambe le parti) quello di lasciarsi.

Per lei soprattutto mi dispiacerebbe (ho avuto tante ragazze, quindi ho la corazza diciamo "dura" per affrontare la fase post-relazione), soprattutto perchè il sogno di avere un figlio con me andrebbe in fumo definitivamente.

Io sicuramente godrei di un primo periodo di libertà, visto che la convivenza comporta anche molti sacrifici e sopportazioni del carattere altrui.

 

Mi spaventa solo il dopo, visto che buttare 4 anni di convivenza al vento così, dopo essere stati tanto tempo bene assieme, non sono per nulla facili da recuperare con qualcun'altra. E la seduzione da questo punto di vista non c'entra.

Nel senso che nel frattempo io divento sempre più grande di età (mi spaventa l'idea di arrivare vecchio da solo), e conoscere una nuova ragazza significa anche avere il "culo" di trovare quella giusta, che non sia una pazza sclerata o una che ti tradisce dopo un certo periodo (e IS è pieno di queste storie - e anche le mie esperienze passate). E non si fanno figli con la prima che capita, ovviamente.

 

Avrei bisogno di un vostro parere, in questo momento ho bisogno solo di vedere un punto di vista esterno.

 

Modificato da Antonio01
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leavingmyheart
46 minuti fa, Antonio01 ha scritto:

Arrivo subito al dunque.

La mia attuale compagna, con la quale convivo da 4 anni (siamo entrambi over 30) , ormai mi assilla giornalmente che vuole avere un figlio.

Il problema è che personalmente non me la sento, visto che viviamo ancora in affitto e il lavoro è precario, e questa situazione sembra che si protrarrà ancora per parecchio tempo.

Ma non glielo dico apertamente, per non ferirla e non perderla. Ma anche perchè in fondo un figlio prima o poi lo vorrei anche io, e non voglio che la nostra storia finisca per sempre (dopo tanto tempo passato insieme).

Capisco il suo punto di vista, visto che per una donna esiste un orologio biologico, e a 35 anni inizia a farsi sentire. Per un uomo è diverso.

 

Ma c'è un altro problema: il suo atteggiamento. Dolcissima la maggior parte delle volte, quando arriva una giornata storta inizia a non parlarmi e a non voler sentire niente.

Ovviamente quando ciò accade ho imparato a strafregarmene e non dargli retta. Ma passare certe serate così, con i suoi musi lunghi o le sue grida, mi rende dentro davvero nervoso.

E questa cosa del figlio sta diventando in lei sempre più assillante: pretende di fare sesso sempre e comunque senza preservativo, perchè "ci dobbiamo provare". Ho provato a spiegarle che questa sua "imposizione", questo suo modo di fare, inibisce la libido. Il sesso deve essere una cosa naturale e piacevole, non qualcosa fatta a forza per avere un figlio.

E' per questo motivo che del profilattico o di anticoncezionali non ne vuole più sapere.

Capisco il suo punto di vista, come detto sopra, ma non riesco ad andare avanti così.

 

Oggi l'ennesima prova, tanto per rendere meglio l'idea.

Torno da lavoro dopo 12 ore passate davanti a un monitor, completamente stressato. Lei mi accoglie sorridente, mi fa capire che vuole farlo. Io, credetemi, non me la sento, magari più tardi, quando mi sarò rilassato mentalmente (un paradosso, visto che il sesso dovrebbe proprio liberare, ma in questo caso preferivo proprio non pensare a niente per "ricaricarmi").

Appena le faccio notare questa stanchezza, cambia subito umore, litigi e grida, dove lei dice piangendo che non voglio avere figli con lei.

 

Tutto questo mi sta pesando parecchio. Le ho anche detto che questo suo atteggiamento non risolve niente. Che vorrei avere in fondo un figlio, che ho bisogno del mio tempo, non invece di un comando a bacchetta. E che soprattutto, con questo suo atteggiamento, le cose possono solo peggiorare (perchè la voglia di sesso va solo a farsi seppellire...)

 

La soluzione è (e ci stiamo pensando da entrambe le parti) quello di lasciarsi.

Per lei soprattutto mi dispiacerebbe (ho avuto tante ragazze, quindi ho la corazza diciamo "dura" per affrontare la fase post-relazione), soprattutto perchè il sogno di avere un figlio con me andrebbe in fumo definitivamente.

Io sicuramente godrei di un primo periodo di libertà, visto che la convivenza comporta anche molti sacrifici e sopportazioni del carattere altrui.

 

Mi spaventa solo il dopo, visto che buttare 4 anni di convivenza al vento così, dopo essere stati tanto tempo bene assieme, non sono per nulla facili da recuperare con qualcun'altra. E la seduzione da questo punto di vista non c'entra.

Nel senso che nel frattempo io divento sempre più grande di età (mi spaventa l'idea di arrivare vecchio da solo), e conoscere una nuova ragazza significa anche avere il "culo" di trovare quella giusta, che non sia una pazza sclerata o una che ti tradisce dopo un certo periodo (e IS è pieno di queste storie - e anche le mie esperienze passate). E non si fanno figli con la prima che capita, ovviamente.

 

Avrei bisogno di un vostro parere, in questo momento ho bisogno solo di vedere un punto di vista esterno.

 

 

 

Bravo che mediti a non hai ceduto come hanno fatto tanti altri.

Il punto fondamentale lo hai gia' individuato: non e' lei, non sei tu, ma e' questa cosa qui $$$$

perche' nella vita ti puo' succedere di tutto, puoi sposarti oppure no, darle un figlio, dargliene tre, essere mollato, doverle pagarle alimenti, ma quello che stabilisce il tuo benessere, che ti fara' sempre riemergere o sprofondare, e' quello che hai sul conto corrente.

Un figlio e' un costo gigantesco, non sei nelle condizioni, non solo di garantire a lui una crescita adeguata, ma soprattutto di gestire gli imprevisti, che sono poi quelli che ti fregano sempre. 4 anni di convivenza possono essere tranquillamente resettati all'istante da un'altra donna che valga quanto serve (che ovviamente adesso non c'e', senno' sarebbe gia' accaduto), e ancora di piu' resettati da un altro uomo che ti rimpiazzera' nel caso in cui un domani la relazione finisse e ti ritrovassi col fardello del figlio da mantenere e lei che scopa felice con un altro dopo aver incastrato te. A te questo scenario magari sembra impossibile o improbabile, per questo li chiamano imprevisti 😄 
 

in sostanza, azzardare e scommettere sul futuro e' una cosa che ti devi poter permettere, e non e' il tuo caso. Hai troppo da perdere. Adesso che comunque sei ancora giovane, non hai vincoli, hai ancora liberta' di manovra e puoi pensare alla tua realizzazione economica, che viene prima di tutto. La figa c'e' ovunque, puoi riinnamorarti ovunque e di piu' di quanto lo sei ora, questa non e' una scusa accettabile.

Magari medita di cambiare vita,  di andartene all'estero dove potresti smetterla di essere precario. Poi il resto ti verra' molto piu' facile, un figlio lo potrai avere quando vuoi, anche tra 20 anni e piu' con qualche 20enne figa. Non sciupare la tua vita in una cazzata come questa, non ne vale la pena.

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ppp

nel libro "gli uomini vengono da marte, le donne vengono da venere" c'è scritto che l'uomo ha bisogno di entrare in caverna (leggere il giornale, guardare la tv ..) dopo una giornata stressante di lavoro per ricaricare le energie e per far salire il livello di testosterone.come libro te lo consiglio e magari da far leggere anche alla tua compagna.. ci sono cose che effettivamente l'uomo non capisce della donna e viceversa e a volte uno sa di avere bisogno di determinate cosa ma non sa la motivazione biologica per cui ne ha bisogno.

la scelta di avere un figlio non è effettivamente facile, non arriverà mai il momento perfetto (tranne forse per i calciatori o cmq miliardari sia perché hanno tanti soldi e quindi meno preoccupazioni, sia perché hanno realizzato già tutto anche in età giovane). in più lei te lo sta imponendo quindi questo in ogni caso fa salire la tua ansia.

tu le hai già detto che sicuramente avrete figli perché anche tu li vuoi, e che li vorresti avere con lei ma che non ti senti ancora pronto e che come si sta comportando lei potrebbe alla lunga logorare il vostro rapporto. che se anche lei ti ama di attendere ancora un po', di parlarne tra di voi, di valutare se con le spese, affitto etc riuscireste a dare il meglio al bambino... ?

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I miei più sinceri complimenti per essere così obiettivo: mettere al mondo un figlio in situazioni di precarietà è un gesto irresponsabile nei confronti vostri di genitori e suoi di figlio

Per quanto riguarda la tua compagna provate a informarvi sulla crioconservazione dell'ovulo in attesa di tempi migliori, è una tecnica che già viene usata per chi deve fare la chemio quindi non è così impossibile

Prova a parlarle così come hai fatto qui; dille del lavoro precario e contemporaneamente parlale di crioconservare l'ovulo. Se vi lasciate la peggio ce l'avrà lei e il bambino. Mi pare di rivedere mia cugina over 30, ha lasciato il compagno che ancora è all'università mentre lei lavora a tempo indeterminato da anni perché lui non se la sentiva di avere un figlio. Ora lei è single e ovviamente senza figli. Che genio

Grazie anche per la testimonianza perché mi sia personalmente da monito per non diventare così quando sentirò anch'io l'orologio biologico ticchettare. Sono seriamente terrorizzata e mi mancano solo 5 anni ai 30

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Alexis Honlon
11 ore fa, Antonio01 ha scritto:

Arrivo subito al dunque.

La mia attuale compagna, con la quale convivo da 4 anni (siamo entrambi over 30) , ormai mi assilla giornalmente che vuole avere un figlio.

Il problema è che personalmente non me la sento, visto che viviamo ancora in affitto e il lavoro è precario, e questa situazione sembra che si protrarrà ancora per parecchio tempo.

Ma non glielo dico apertamente, per non ferirla e non perderla. Ma anche perchè in fondo un figlio prima o poi lo vorrei anche io, e non voglio che la nostra storia finisca per sempre (dopo tanto tempo passato insieme).

Capisco il suo punto di vista, visto che per una donna esiste un orologio biologico, e a 35 anni inizia a farsi sentire. Per un uomo è diverso.

 

Ma c'è un altro problema: il suo atteggiamento. Dolcissima la maggior parte delle volte, quando arriva una giornata storta inizia a non parlarmi e a non voler sentire niente.

Ovviamente quando ciò accade ho imparato a strafregarmene e non dargli retta. Ma passare certe serate così, con i suoi musi lunghi o le sue grida, mi rende dentro davvero nervoso. 

E questa cosa del figlio sta diventando in lei sempre più assillante: pretende di fare sesso sempre e comunque senza preservativo, perchè "ci dobbiamo provare". Ho provato a spiegarle che questa sua "imposizione", questo suo modo di fare, inibisce la libido. Il sesso deve essere una cosa naturale e piacevole, non qualcosa fatta a forza per avere un figlio.

E' per questo motivo che del profilattico o di anticoncezionali non ne vuole più sapere.

Capisco il suo punto di vista, come detto sopra, ma non riesco ad andare avanti così.

 

Oggi l'ennesima prova, tanto per rendere meglio l'idea.

Torno da lavoro dopo 12 ore passate davanti a un monitor, completamente stressato. Lei mi accoglie sorridente, mi fa capire che vuole farlo. Io, credetemi, non me la sento, magari più tardi, quando mi sarò rilassato mentalmente (un paradosso, visto che il sesso dovrebbe proprio liberare, ma in questo caso preferivo proprio non pensare a niente per "ricaricarmi").

Appena le faccio notare questa stanchezza, cambia subito umore, litigi e grida, dove lei dice piangendo che non voglio avere figli con lei.

 

Tutto questo mi sta pesando parecchio. Le ho anche detto che questo suo atteggiamento non risolve niente. Che vorrei avere in fondo un figlio, che ho bisogno del mio tempo, non invece di un comando a bacchetta. E che soprattutto, con questo suo atteggiamento, le cose possono solo peggiorare (perchè la voglia di sesso va solo a farsi seppellire...)

 

La soluzione è (e ci stiamo pensando da entrambe le parti) quello di lasciarsi.

Per lei soprattutto mi dispiacerebbe (ho avuto tante ragazze, quindi ho la corazza diciamo "dura" per affrontare la fase post-relazione), soprattutto perchè il sogno di avere un figlio con me andrebbe in fumo definitivamente.

Io sicuramente godrei di un primo periodo di libertà, visto che la convivenza comporta anche molti sacrifici e sopportazioni del carattere altrui.

 

Mi spaventa solo il dopo, visto che buttare 4 anni di convivenza al vento così, dopo essere stati tanto tempo bene assieme, non sono per nulla facili da recuperare con qualcun'altra. E la seduzione da questo punto di vista non c'entra.

Nel senso che nel frattempo io divento sempre più grande di età (mi spaventa l'idea di arrivare vecchio da solo), e conoscere una nuova ragazza significa anche avere il "culo" di trovare quella giusta, che non sia una pazza sclerata o una che ti tradisce dopo un certo periodo (e IS è pieno di queste storie - e anche le mie esperienze passate). E non si fanno figli con la prima che capita, ovviamente.

 

Avrei bisogno di un vostro parere, in questo momento ho bisogno solo di vedere un punto di vista esterno.

 

Credo di essere persona adeguata per un consiglio in materia: attualmente disoccupato, dopo due anni di lavoro a 400€ mensili (ma comunque, grazie ad una attenta pianificazione, in pratica guadagnavo quasi il triplo di quello che spendevo), proprietario in prima persona di un'immobile, comprato con i miei soldi, lasciati in eredità da mia nonna, ca 69 000€, rimanenti ca 15 000€ dopo l'acquisto e ristrutturazione (ecco qualche dato sulla casa: 33-35 mq di calpestabile, 48 mq mura comprese - e si, pago 78€ annui di tassa sui rifiuti: è chiaro che ogni mq di un abitazione deve avere reale e precisa ragion d'essere, visto che costa per riscaldarlo, costa per tasse, costa per ristruttarlo e costa per riparazioni di impianti, quali luce, gas, acqua ecc); figlio di genitore (padre) disoccupato per 10 anni dalla mia nascita (fino al punto che in molti finirono a credere che questa disoccupazione era dovuta ad una fedina penale sporca, cosa ovviamente non vera), mio padre il quale a sua volta figlio di madre singola per fuga del padre in Svizzera - e (sempre mio padre) con un infanzia passata ora da una parte ora da un altra perchè sua madre (mia nonna), forse per mancanza di immobile, doveva alloggiarlo da qualche parte per andare a lavorare... Mia nonna raccontava che, addirittura, ai tempi in cui andava in Svizzera a lavorare se lo portava dietro chiuso in una valigia: mio padre non ricorda, ma la cosa potrebbe essere credibile, visto che all'epoca non accettavano i figli degli immigrati lavoratori.

E la mia parte? Infanzia passata con un mutuo da pagare per l'acquisto della casa; mia madre che mi diceva "come arriviamo alla fine del mese?!" (sue personali parole, io non ne ho memoria - se non, forse, per un generale senso di insicurezza che mi pervade, a livello caratteriale); in rare occasioni, persino bagno in acqua fredda per risparmiare sui consumi; termosifoni accesi con oculatezza e, d'inverno, giacca fissa in casa (abitudine che a tutt'ora porto, probabilmente rimasuglio di quel periodo); rapporto fra i genitori non buono, ed il sottoscritto, se non un incidente di percorso (per quanto, successivamente, si siano rinfacciati a vicenda il celebre "te l'avevo detto io che i figli non li volevo! Ma tu a insistere!"), certamente scappato fuori (per altro con parto travagliato) a cercare di tenere insieme i cocci del vaso... E naturalmente fallendo: quale bambino può fare una cosa del genere? Solo un adulto può supplire realmente in casi del genere.

Rapporti coi genitori? Loro medesimi succubi, vuoi un motivo vuoi un altro, dei loro genitori, ed esplicitamente lo hanno detto e riconosciuto (e quindi consistente influenza, sulla nostra famiglia, dei genitori d'origine rispettivi); entro certi limiti, così loro stessi mi vorrebbero (al di là delle belle parole, e di tutto); anche durante l'infanzia, litigi comuni, nominalmente, per il mio bene, ed anche recentemente tentativi di separazione annessi e connessi, mai andati in porto, per motivi di soldi e di logistica - e naturalmente, che i litigi fossero realmente per mio conto, poi l'ho scoperto, era una gigantesca cazzata: al di là della comodità legale dell'affermare una cosa del genere (il "maggior interesse del minore/figlio", che in genere avvantaggia legalmente il genitore che meglio ci si avvicina) era solo una scusa per poter meglio ottenere i propri comodi, da ambo le parti (in tempi recenti, mio padre non ebbe esattamente problemi a dirmi che non ero esattamente il figlio che aveva voluto, e che motivo per cui voleva andare a rifarsi vita e famiglia con una rumena, ed annessi figli da lei già avuti). Poi io che mi ammalo, intorno agli 8-9 anni: tre mesi d'ospedale, due operazioni alla testa, una di 8 ore l'altra di 3, per ascessi alla testa (e sì, potevo non essere qui a parlare, per tanti motivi, non fosse stato per mio padre che insistette coi medici per il ricovero, per i quali "l'ospedale era fatto per i malati"); si era ventilato anche l'ipotesi di trasporto in una clinica privata, a pagamento, di un noto esperto in materia, ipotesi fallita poi per mancanza di soldi, rischio di apertura d'ascessi nel lasso di tempo e per fiducia data dallo stesso neurochirurgo a chi poi mi operò (il quale, peraltro, poi ebbe problemi con la legge per motivi fiscali, se ben ricordo), in quanto suo allievo di cui ne stimava le capacità.

Inutile dire che, ai miei genitori, per la preoccupazione annessa e connessa, ho praticamente tolto anni di vita.

Poi, l'incidente verso i 15 anni ca: investito da una macchina, nulla di grave, volo in aria, omero compostamente rotto e qualche escoriazione, ricovero in ospedale (breve stavolta, una settimana) e poi breve riabilitazione del braccio. Per ammissione più tarda di mia madre, lei aveva paura di essere incolpata legalmente per l'accaduto, e non poche volte mi colpevolizzò del fatto: annessi litigi e problemi con mio padre, perché, occasionalmente, l'incidente avvenne quando io stavo andando a prendere le medicine per lei, che se le era scordate dopo essere andata a fare spesa, ed aveva poca voglia lei di andare a farsi il giro. Indennizzo preso dall'incidente, ca 8000-9000€ (non ricordo): dato a mia madre per fare mucchio di investimento, poi successivamente ripreso con un certo sforzo, perché non era esattamente vogliosa di ridarmi quei soldi.

Certo, poi le cose sono migliorate: per mia nonna, morta a 93 anni, pensione mensile da 2200-2400€ (che peraltro a malapena gli bastava a coprire i costi della vita e le badanti, forse anche a causa del fatto che, falliti i tentativi di convivenza coi figli, il paesello dove abitava ci metteva del suo sul costo della vita); mia madre eredita ca 130 000€ per divisione di proprietà dei suoi genitori (e mi sembra ovvio, lei prese una parte mentre suo fratello, mio zio, due, perché si guardava i genitori: palese caso di porcate di cui altro non voglio dire); mio padre, dopo alterne vicende e con un po' di fortuna, prende lavoro fisso con orario d'apertura 07:00 (ma si sveglia alle 06:00 per andare a lavoro e lavora anche di sabato) e uscita alle 13:00 in una municipalizzata del comune per la raccolta dei rifiuti, posto dorato e vera cassaforte del reddito; io che, come dicevo, entro in possesso di una certa quantità di moneta grazie a mia nonna (e i miei genitori? Per loro stessa ammissione, "in trent'anni di matrimonio, non siamo riusciti a mettere da parte una lira"), mi compro casa ecc - e salute in buone condizioni, purtroppo ancora disoccupato, vero tarlo generazionale, a quanto sembra...

Qualcuno di voi si ricorda di Enrico Mattei, il primo storico presidente dell'ENI, nel suo ultimo discorso a Gela, prima di morire (alla luce delle ultime vicende giudiziarie, sembra in maniera dolosa), quando una donna del posto gli chiede se può far tornare i figli da fuori, perché c'è lavoro per davvero? E Mattei in lacrime che dice di sì (peraltro, verso la fine sembra che fosse diventato di lacrima facile)? Beh, voglio chiosare proprio così: lavoro, sì, lavoro. Pur con i suoi problemi ed anche gravi: mio padre mi raccontava che nella zona del paesello dove visse con sua madre, aprirono alla fine una centrale termoelettrica che portò lavoro - e, diceva sempre mio padre, anche un certo aumento di morti per tumori ed assimilabili. Nè sembra che, all'epoca, molto se ne fece: infondo, sì, bisognava pur lavorare. Sì, lavoro - ovvero, la propria fetta di potere in questa società, necessaria fetta, per noi stessi e per gli altri, visto che quasi ci colpevolizzano (i miei genitori, nei fatti, p. es., lo fanno) se non lo troviamo.

Comunque torniamo alla questione principale: qual'è la morale della favola (e mi rendo conto che purtroppo sono tutto fuorchè chiaro, e quindi d'aiuto)? Lasciate perdere. Davvero.

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Alexis Honlon

Doppione

Modificato da Alexis Honlon
Per sbaglio, ho postato due volte lo stesso post
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@Alexis Honlon a proposito dei post doppi sto avendo anch'io problemi da stamattina e anche altri ho notato quindi credo sia un errore del sistema

Ipotizzo tu sia sui 30-35 anni, giusto?

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Alexis Honlon
2 ore fa, Edo ha scritto:

 

Grazie anche per la testimonianza perché mi sia personalmente da monito per non diventare così quando sentirò anch'io l'orologio biologico ticchettare. Sono seriamente terrorizzata e mi mancano solo 5 anni ai 30

E quando quell'orologio biologico comincerà a ticchettare, Edo, se mai ticchetterà, ricordati che se davvero c'è bisogno, tu ed il tuo partner, di tirare in ballo un'altra persona, perché sì, mettere al mondo un figlio è solo tirare in ballo un'altra persona, è meglio trovare una persona matura ed adulta: il tipo di relazione conta poco, poligono amoroso, relazione multipla - sono questioni importanti, ma di natura organizzativa.

Non c'è nessuna differenza fra mettere al mondo un figlio e prendersi la proverbiale terza ruota del carro: la differenza sta nel come si fa ciò, visto che in entrambi i casi si tira in ballo nel trust coppia qualcun'altro.

Spero che quando verrà quel giorno (se verrà) sarai abbastanza lucida per rendertene conto: a casa mia, dopo 24 anni, se ne sono resi conto. Un figlio è solo un altra testa con cui andare d'accordo e da mettere d'accordo: qual'è allora la differenza con una relazione a tre od un poligono amoroso?

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