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Per quale motivo uno che va su una montagna a suicidarsi, dovrebbe essere pre


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Per quale motivo uno che va su una montagna a suicidarsi, dovrebbe essere preso come esempio?

 

Mi sto ovviamente riferendo alla spedizione sul Nanga Parbat in cui sono morti i due alpinisti.

Premesso che ognuno è libero di suicidarsi come vuole, e ognuno ha la sua passione (c’è chi scala montagne, chi si droga, chi ama la figa e così via)...ciò che però mi fa storcere il naso è che si parli dei due alpinisti come eroi...

Come di due che siano caduti mentre facevano qualcosa di importante per il mondo.

So che il paragone farà ridere, ma se io mi butto dalla finestra gridando  “mondo intero, io forse morirò ma voi non smettete mai di credere nella pace”  non sto dicendo proprio un cazzo.

Il mio obbiettivo era suicidarmi o non so che altro.

Non sono né un buon esempio e né si può trarre alcun messaggio positivo da ciò che ho fatto.

La pace poi non c’entra proprio nulla.

 

Non posso invece giudicare il fatto che un padre di famiglia fosse cosciente di andare incontro a morte pressoché certa, quelli non sono affari miei; mi dispiace però solo per la sua famiglia.

 

Non so, magari sarò l’unico a pensarla così, ma in ciò che hanno cercato di fare non c’è un cazzo di niente di positivo da trarre....nemmeno fossero riusciti nell’impresa.

 

Modificato da newcome
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Ruggero

Almeno stavano facendo una cosa che a loro piaceva moltissimo. E' comunque meglio di quelli che muoiono a 50 anni dopo che per 30 il medico gli ha ripetuto continuamente " smetti di fumare " " dimagrisci " " mangia meglio ".

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2 ore fa, newcome ha scritto:

Per quale motivo uno che va su una montagna a suicidarsi, dovrebbe essere preso come esempio?

 

Mi sto ovviamente riferendo alla spedizione sul Nanga Parbat in cui sono morti i due alpinisti.

Premesso che ognuno è libero di suicidarsi come vuole, e ognuno ha la sua passione (c’è chi scala montagne, chi si droga, chi ama la figa e così via)...ciò che però mi fa storcere il naso è che si parli dei due alpinisti come eroi...

Come di due che siano caduti mentre facevano qualcosa di importante per il mondo.

So che il paragone farà ridere, ma se io mi butto dalla finestra gridando  “mondo intero, io forse morirò ma voi non smettete mai di credere nella pace”  non sto dicendo proprio un cazzo.

Il mio obbiettivo era suicidarmi o non so che altro.

Non sono né un buon esempio e né si può trarre alcun messaggio positivo da ciò che ho fatto.

La pace poi non c’entra proprio nulla.

 

Non posso invece giudicare il fatto che un padre di famiglia fosse cosciente di andare incontro a morte pressoché certa, quelli non sono affari miei; mi dispiace però solo per la sua famiglia.

 

Non so, magari sarò l’unico a pensarla così, ma in ciò che hanno cercato di fare non c’è un cazzo di niente di positivo da trarre....nemmeno fossero riusciti nell’impresa.

 

Sono d'accordo con te ma se non erro uno dei due aveva la madre morta proprio su quella stessa montagna, il ragazzo italiano.

Ciò su cui sono meno d'accordo è l'andare a recuperarli spendendo mezzi e uomini e rischiando visto che lo spazio aereo è in zone di guerra. Almeno metterei l'obbligo di portare sempre con sé un geolocalizzatore almeno per facilitare le eventuali ricerche dopo

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mesmer984

Spero che il post di apertura sia di un troll. Per il resto prima di sparare immani cazzate davanti ad un telefonino \ pc magari e dico magari spendere dieci minuti per capire chi erano e perché, invece di pontificare da ignoranti del web.

Detto questo l’andare a riprenderli, per la comunità alpinistica mondiale, è come andare a riprendere due fratelli. 

Che topic del cazzo, veramente.

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Andrea_mi
16 ore fa, newcome ha scritto:

Per quale motivo uno che va su una montagna a suicidarsi, dovrebbe essere preso come esempio?

Non è così banalmente scontato e prevedibile.

E' diverso.

E' la linea sottile che divide passione e ossessione.

E' lo spirito umano che ruggisce alla vita, che si infila due ganci nella carne della schiena e prova a portare l'uomo dove mai era stato prima.

E' autodisciplina verso fatiche fisiche e mentali che violentano corpo e anima per anni, schiave sia della tensione verso lo sconosciuto che della curiosità di fare un passo lì dove nessuno lo aveva mai fatto. Tensione che vuole fare un piccolo passo in una direzione ignota per portarsi sulla frontiera della conoscenza e guardare cosa c'è all'orizzonte.

E' sentirsi molto piccoli davanti al disegno della Natura, ma volerne fare parte e provare a comprenderlo.

E' avere coraggio e affrontare l'ignoto.

E' sordità verso i "non si può fare".

E' esporsi alle critiche degli altri davanti ad un probabile insuccesso.

E' isolamento.

E' sentirsi dire " Io te l'avevo detto".

E' Cristoforo Colombo che va incontro all'ignoto per riempire un punto interrogativo a occidente dell'Europa su un pezzo di carta.

E dopo di lui, è Magellano, a cui non bastava sapere che lì dove prima si trovavano assurde speculazioni c'era l'America, ma che voleva andare oltre.

E' Galileo, che non si accontentava delle spiegazioni della chiesa e che ha preso un cannocchiale in mano e ci ha capito qualcosa di quello che vedeva.

E' fantasia che diventa realtà, come per John Dalton che guardando un gas teorizzò l'esistenza degli atomi. Chissà che direbbe sapendo cosa è nato da quella riflessione.

Sono i fratelli Wright, che spinti dal desiderio di sentirsi planare nell'aria come gli uccelli hanno inventato l'aereo.

In particolare Orville Wright, che è stato tra i primi membri della NACA, poi evolutasi in NASA, e che 66 anni dopo al primo volo mai fatto da un uomo ha portato degli uomini sulla Luna.

E' mettersi in gioco.

E' non mollare.

E' la consapevolezza che fare il massimo potrebbe non bastare.

E' smettere di sognare e iniziare a vivere, a fare, sbagliare, imparare.

Nardi non stava tentando di scalare il Nanga come altri avevano fatto prima.

Nardi stava tentando di scalare la montagna dallo sperone Mummery, in stile alpino, in inverno.

Mummery è considerato uno dei più grandi alpinisti di tutti i tempi, nel 1895 provò a scalare il Nanga Parbat da questo sperone che assomiglia alla lama di una spada incastonata nella roccia e che porta a circa 1000 metri dalla vetta.

Nel 1895.

Morì anche lui provandoci e dando il nome a quel passaggio.

Lo sperone che porta il suo nome è rimasto inviolato, nonostante poi la montagna sia stata scalata e siano state aperte altre vie.

Nardi aveva fatto delle spedizioni in precedenza che lo avevano portato a scalare tutto lo sperone e addirittura ad arrivare a soli 300 metri dalla vetta nel 2015 se non erro.

Purtroppo in quel caso uno dei componenti della spedizione cominciò ad manifestare i primi sintomi di un edema cerebrale e quindi senza pensarci due volte scesero tutti giù.

L'anno successivo provò a scalarlo due volte, sempre in inverno, sempre dallo sperone Mummery e nel primo tentativo un compagno fece un volo di 80 metri e si salvò per miracolo, nel secondo tentativo fu lui a prendere il volo ma non si fece nulla per sua fortuna.

I suoi compagni pensarono che la sua preparazione quell'inverno fosse insufficiente e lo misero all'angolo, costringendolo a salire da solo o a tornarsene a casa.

Così lui tornò in Italia e gli altri 3 scalarono il Nanga, senza passare dal Mummery, ma usando le stesse cordate che Nardi aveva fissato nei tentativi precedenti.

Bello smacco e 0 ringraziamenti da parte degli altri.

Poi è finita come è finita.

Da una dimensione diversa non solo ai nostri problemi, se pensiamo alla famiglia che ha lasciato, ma anche alle nostre paure e ai nostri ostacoli.

Scalare montagne può essere visto come un esercizio di stile nell'applicazione della volontà sui nostri obiettivi.

Può sembrare quasi sprecata, fine a sè stessa, vuota, ma io credo che sia in una delle sue forme più pure e per questo debba essere apprezzata e rispettata.

Quello che stava facendo Nardi mi ha lasciato qualcosa e credo che lo abbia fatto anche a molti altri.

 

"Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza"

 

Modificato da Andrea_mi
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5 ore fa, Andrea_mi ha scritto:

Non è così banalmente scontato e prevedibile.

E' diverso.

E' la linea sottile che divide passione e ossessione.

E' lo spirito umano che ruggisce alla vita, che si infila due ganci nella carne della schiena e prova a portare l'uomo dove mai era stato prima.

E' autodisciplina verso fatiche fisiche e mentali che violentano corpo e anima per anni, schiave sia della tensione verso lo sconosciuto che della curiosità di fare un passo lì dove nessuno lo aveva mai fatto. Tensione che vuole fare un piccolo passo in una direzione ignota per portarsi sulla frontiera della conoscenza e guardare cosa c'è all'orizzonte.

E' sentirsi molto piccoli davanti al disegno della Natura, ma volerne fare parte e provare a comprenderlo.

E' avere coraggio e affrontare l'ignoto.

E' sordità verso i "non si può fare".

E' esporsi alle critiche degli altri davanti ad un probabile insuccesso.

E' isolamento.

E' sentirsi dire " Io te l'avevo detto".

E' Cristoforo Colombo che va incontro all'ignoto per riempire un punto interrogativo a occidente dell'Europa su un pezzo di carta.

E dopo di lui, è Magellano, a cui non bastava sapere che lì dove prima si trovavano assurde speculazioni c'era l'America, ma che voleva andare oltre.

E' Galileo, che non si accontentava delle spiegazioni della chiesa e che ha preso un cannocchiale in mano e ci ha capito qualcosa di quello che vedeva.

E' fantasia che diventa realtà, come per John Dalton che guardando un gas teorizzò l'esistenza degli atomi. Chissà che direbbe sapendo cosa è nato da quella riflessione.

Sono i fratelli Wright, che spinti dal desiderio di sentirsi planare nell'aria come gli uccelli hanno inventato l'aereo.

In particolare Orville Wright, che è stato tra i primi membri della NACA, poi evolutasi in NASA, e che 66 anni dopo al primo volo mai fatto da un uomo ha portato degli uomini sulla Luna.

E' mettersi in gioco.

E' non mollare.

E' la consapevolezza che fare il massimo potrebbe non bastare.

E' smettere di sognare e iniziare a vivere, a fare, sbagliare, imparare.

Nardi non stava tentando di scalare il Nanga come altri avevano fatto prima.

Nardi stava tentando di scalare la montagna dallo sperone Mummery, in stile alpino, in inverno.

Mummery è considerato uno dei più grandi alpinisti di tutti i tempi, nel 1895 provò a scalare il Nanga Parbat da questo sperone che assomiglia alla lama di una spada incastonata nella roccia e che porta a circa 1000 metri dalla vetta.

Nel 1895.

Morì anche lui provandoci e dando il nome a quel passaggio.

Lo sperone che porta il suo nome è rimasto inviolato, nonostante poi la montagna sia stata scalata e siano state aperte altre vie.

Nardi aveva fatto delle spedizioni in precedenza che lo avevano portato a scalare tutto lo sperone e addirittura ad arrivare a soli 300 metri dalla vetta nel 2015 se non erro.

Purtroppo in quel caso uno dei componenti della spedizione cominciò ad manifestare i primi sintomi di un edema cerebrale e quindi senza pensarci due volte scesero tutti giù.

L'anno successivo provò a scalarlo due volte, sempre in inverno, sempre dallo sperone Mummery e nel primo tentativo un compagno fece un volo di 80 metri e si salvò per miracolo, nel secondo tentativo fu lui a prendere il volo ma non si fece nulla per sua fortuna.

I suoi compagni pensarono che la sua preparazione quell'inverno fosse insufficiente e lo misero all'angolo, costringendolo a salire da solo o a tornarsene a casa.

Così lui tornò in Italia e gli altri 3 scalarono il Nanga, senza passare dal Mummery, ma usando le stesse cordate che Nardi aveva fissato nei tentativi precedenti.

Bello smacco e 0 ringraziamenti da parte degli altri.

Poi è finita come è finita.

Da una dimensione diversa non solo ai nostri problemi, se pensiamo alla famiglia che ha lasciato, ma anche alle nostre paure e ai nostri ostacoli.

Scalare montagne può essere visto come un esercizio di stile nell'applicazione della volontà sui nostri obiettivi.

Può sembrare quasi sprecata, fine a sè stessa, vuota, ma io credo che sia in una delle sue forme più pure e per questo debba essere apprezzata e rispettata.

Quello che stava facendo Nardi mi ha lasciato qualcosa e credo che lo abbia fatto anche a molti altri.

 

"Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza"

 

Sono d'accordissimo con gli esempi che hai riportato dei grandi esploratori e inventori del passato che hanno fatto del bene per l'umanità o comunque hanno aperto nuove strade. Non sono per niente d'accordo nell'accostarli al tipo morto in montagna, non stava scoprendo nulla di utile per tutti, era una sua passione ok (ora è morto e i suoi figli sono orfani perché lui se l'è cercata senza ottenere nulla, ma intanto loro saranno senza papà) ma non serve all'umanità, oggettivamente cosa ce ne viene a noi tutti sapere o no che sì può scalare una montagna da una parte o dall'altra? Per questo concordo con OP, non è un eroe. È uno che è morto facendo sport estremi

Galileo, Colombo, Magellano, Dalton e i Wright hanno fatto la storia e ci hanno lasciato scoperte e invenzioni utili

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mesmer984

Edo smettila. Non hai ragione e finiscila con queste stronzate. Leggi chi era e in cosa era impegnato. A questo mondo vi sono uomini (maschi o femmine)che superano limiti. Perché con il tuo ragionamento del cazzo ci sarebbero state 4 scoperte in tutto il mondo. Si parla di professionisti. Che vivono con la morte e lo sanno. No gente che va a scalare una montagna di in bikini e muore assiderata per avere tre follower in più su Instagram

Stai denigrando persone che verranno ricordate, per qualcosa che un comune mortale non sa neanche dove si comincia. E non aveva scritto in testa red bull o sector ne si chiamava Pietro Tarricone.

Prima di sparare troiate avere un quadro della situazione.

Madonna stiamo facendo passare un professionista che ha dedicato una vita, con le più alte vette scalate della terra, a uno che fa sport estremi. Beata ignoranza del cazzo.

 

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26 minuti fa, mesmer984 ha scritto:

Edo smettila. Non hai ragione e finiscila con queste stronzate. Leggi chi era e in cosa era impegnato. A questo mondo vi sono uomini (maschi o femmine)che superano limiti. Perché con il tuo ragionamento del cazzo ci sarebbero state 4 scoperte in tutto il mondo. Si parla di professionisti. Che vivono con la morte e lo sanno. No gente che va a scalare una montagna di in bikini e muore assiderata per avere tre follower in più su Instagram

Stai denigrando persone che verranno ricordate, per qualcosa che un comune mortale non sa neanche dove si comincia. E non aveva scritto in testa red bull o sector ne si chiamava Pietro Tarricone.

Prima di sparare troiate avere un quadro della situazione.

Madonna stiamo facendo passare un professionista che ha dedicato una vita, con le più alte vette scalate della terra, a uno che fa sport estremi. Beata ignoranza del cazzo.

 

Io mi sono interrogata su cosa abbia lasciato il tizio in questione all'umanità, tu non mi hai risposto nel merito ma mi hai detto di smetterla perché scrivo stronzate ma non mi hai spiegato perché

Aspetto di essere meno ignorante grazie alle tue spiegazioni, se saprai darmele ma sicuramente lo sai fare

😉

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AntonW
22 hours ago, newcome said:

Non so, magari sarò l’unico a pensarla così, ma in ciò che hanno cercato di fare non c’è un cazzo di niente di positivo da trarre....nemmeno fossero riusciti nell’impresa.

Ci sono persone che per sentirsi vive hanno bisogno di vivere all'estremo percorrendo una sottile linea tra fare qualcosa di grande e morire.

E queste persone sono molto utili perché le puoi sparare nello spazio a bordo di un razzo, per esempio.

Nel caso specifico non ne ho idea, ma in generale, queste persone sono molto utili perché senza bisogno di minacciarle, si riesce a far loro fare cose che nessun altro farebbe...

 

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Maldoner

Non riesco a smettere di pensare a quel bambino appena nato che mai potrà conoscere suo padre. 

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