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I danni (anche economici) della scuola italiana sulle persone.


newcome

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gelsomino
3 ore fa, newcome ha scritto:

Per quella che è stata la mia esperienza in termini di apprendimento scolastico e carriera lavorativa successiva, nel mio caso avrei potuto tranquillamente smettere dopo le elementari.

Avrei imparato di più a guardare 5 ore di documentari, leggere libri e focalizzarmi sugli argomenti che mi piacciono per conto mio.

Dovete rendervi conto che il mondo che stiamo vivendo oggi,

50 anni fa non esisteva, e cinquanta anni fa la scuola per moltissimi,

finiva appunto dopo le elementari, chi aveva la fortuna di arrivarci alla quinta.

La gente non sapeva neanche firmare,

si firmava con la croce,

c'era anche chi si faceva 15 km in bicicletta per andare ad imparare le vocali.

La scuola è una istituzione fondata su quello che ho appena detto.

Ma non ve lo hanno detto, avete avuto cattivi maestri,

Il "romanticismo" , questo voler cambiare le leggi di NATURA,

questo voler CREDERE che l'uomo potesse elevarsi al di sopra 

dei suoi istiinti primordiali egoistici ed animaleschi.

Questo anelare alla LIBERTA',

questo voler conoscere, questo SAPERE, questa CONOSCENZA,

che un giorno ci avrebbe reso LIBERI!

Ma davvero pensate che un PROFESSORE,

uno che sapeva leggere e scrivere e far di conto,

avrebbe insegnato le vocali in una sperduta frazione di uno sperduto cuccuzzolo su una montagna?!?

MA, allora ditemi, secondo voi, quanti professori di chimica sarebbero in grado

di mandare avanti un laboratorio galenico??

Ecco che abbiamo un altro argomento,

ma non vi posso spiegare in una pagina ,

cinquanta anni di storia di questo paese, non posso, mi spiace.

L' argomento è il valore legale del titolo di studio,

la certficazione  di essere autorizzato a fare quelqualcosa.

THE SIGN, il timbro, ma parecchi non le sanno queste cose,

perchè è piu' comodo al SISTEMA , farci credere COSE!

Perchè la gente crede o crede di sapere che la croce bastasse 

ad autorizzare , a metter eil segno, il sigillo di approvazione,

ma no sanno che poi ci voleva un'altro che controfirmasse,

un altro che sapeva leggere e scrivere davvero.

Le DIFFERENZE, è quello che frega la gente.... non capire le differenze,

quel "mutatis mutandis", che insegnavano ai licei,

altro che lingua morta....

ps... per darvi una chicca ecco perchè si chiamano mutande..."che devono essere cambiate"....

ecco perchè....

saluti

 

 

 

 

 

Modificato da gelsomino
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AntonW
17 hours ago, Eurogianlu said:

Marchionne era laureato in filosofia...

Appunto!

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leavingmyheart
6 ore fa, newcome ha scritto:

Ok vedo che non sono l'unico allora a pensare certe cose.

Nella fascia di età dai 25 ai 35, la maggior parte della gente con cui ho parlato di questo tema, vede l'istruzione avuta come qualcosa che ha dovuto subire e basta.

Come fossero anni di galera in cui uno galleggia e vegeta aspettando di uscire per vivere veramente.

Molti però non si sono mai posti la domanda:  ma perché la scuola mi suscitava ciò? cosa aveva di sbagliato? come posso rimediare? perché non mi ha aiutato minimamente a trovare poi lavoro?

 

Se posso riportarvi la mia esperienza, io finiti gli studi ho quasi sempre trovato lavoro, ma in NULLA c'entrava qualcosa che potessi aver appreso a scuola.

Il computer che devo usare ora al lavoro, ho imparato ad usarlo decentemente dai 16 anni quando mi hanno comprato il primo che ho avuto.

Le lingue straniere che parlo e che mi hanno permesso di trovare almeno 2 lavori stabili; le ho approfondite da solo e una lingua in particolare l'ho incominciata e imparata da autodidatta.

La storia ad esempio (che mi piace un casino) l'ho sempre approfondita attraverso documentari e libri.....

 

L'esperienza visiva di un documentario is very powerful, non solo in storia, ma anche nella fisica che è materia non sempre facile da capire solo su carta. 

 

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AntonW
22 hours ago, newcome said:

Ed è quello il problema, confonde le idee invece che indirizzarti verso qualcosa....

Non è in grado di indirizzarti perché composta da persone (insegnati) che sono li quasi unicamente perché non sono stati capaci di cavarsela in altri modi.

Come ti dicevo, problema è che la scuola Italiana è fatta per impiegare gli insegnati, non per formare i giovani.

In Italia, negli ultimi 30 anni, in ambito statale/politico si è sempre fatto esattamente l'opposto di quello che andava fatto.

Ma.

Ma questa situazione è un dato di fatto.
Come non ti puoi opporre al cambio delle stagioni, non ti puoi opporre a questa situazione italiana, non ti puoi opporre ai cambiamenti tecnologici.

E.

E prima di dirti fallito, sei sicuro, sicuro, sicurissimo che le tue competenze non sono ricercate in qualche parte del mondo?

Ti racconto un aneddoto.

Durante gli ultimi anni dell'università studiavo come fare a schivare il servizio militare.
Feci obiezione di coscienza e andai a lavorare in una biblioteca.
Non avevo un cazzo da fare ma almeno studiavo, finivo gli esami e portavo avanti la tesi.

Li conobbi una giovane donna che era a capo della biblioteca e che aveva due lauree umanistiche.
Non mi ricordo bene, ma credo conservazione dei beni culturali e storia.
Era scontenta perché a 30 anni si sentiva (giustamente) inutile.

Erano gli anni in cui nasceva il world wide web.
Cominciammo a cercare su internet.
Google non c'era per dirti ma c'era Yahoo.
Tutte le ricerche si facevano su Yahoo che era organizzato esattamente come una biblioteca.
Era evidente per lei come per chiunque altro.

Cercando e cercando trovammo una università negli Stati Uniti che aveva un corso di laurea in Scienze Bibliotecarie.

Fece la domanda di dottorato, non aveva i soldi per pagarselo, ma lavorammo insieme per presentare l'idea che
le scienze bibliotecarie sarebbero servite per il world wide web prossimo venturo.

Il progetto piacque, vinse una borsa di studio, partì dal paesello.

Oggi a distanza di 20 anni è una delle docenti più importanti in termini di metadati e sistemi complessi di gestioni dei dati
negli Stati Uniti.

E'  stato il più importante insegnamento professionale della mia vita.

Questo per dirti che tu forse vedi una porta chiusa davanti alla tua faccia,
ma hai la certezza che non ci sia un portone spalancato alle tue spalle dove ti ostini a non voler guardare?

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AntonW
14 hours ago, TADsince1995 said:

Il problema non è la mancanza di gente capace o in gamba, il problema è che molti non hanno avuto la fortuna di capire cosa gli piace.
Non hanno avuto un indirizzo spontaneo, di pancia, intimo.
E non l'indirizzo che gli hanno dato i genitori, per carità magari in buona fede.

Ma quella cosa li che tu chiami "la fortuna di capire cosa gli piace" a cui io toglierei la parola fortuna, è l'unica vera cosa che serve.

Cioè, se non sai chi sei, cosa ti piace, cosa detesti, come cazzo puoi pensare che lo sappiano gli altri.

Guarda.

Due/tre volte al mese vedo persone che hanno (a dir loro) l'ennesima idea di business che sarà la svolta per l'umanità.

Non sono in grado di raccontarla in un minuto. Non sono in grado di raccontarsi in un minuto.

E' la loro idea, cambierà il destino dell'umanità ma non sai dirla?

Adios!

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Scuola Italiana o estera, l'obbiettivo di tutte le istituzioni è creare mediocri che lavoreranno tutta la loro vita per soldi.

Se pensate di diventare liberi affidando la vostra istruzione alle istituzioni, potete solamente ambire ad una vita standard.

Modificato da Drive
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leavingmyheart
3 ore fa, Drive ha scritto:

Scuola Italiana o estera, l'obbiettivo di tutte le istituzioni è creare mediocri che lavoreranno tutta la loro vita per soldi.

Se pensate di diventare liberi affidando la vostra istruzione alle istituzioni, potete solamente ambire ad una vita standard.

 

 

... mediocri come quelli che ti curano all'ospedale quando sei nei guai ? o quelli pagati per venirti ad aiutare quando tentano di farti secco ? 

 

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comeback

Leggendo il post iniziale mi sembra la solita sterile critica al sistema italiano e il solito fuorviante elogio dell'estero.

Le scuole, in particolare elementari e medie, devono limitarsi a fornire conoscenze di base e ancor più insegnare una certa metodologia di apprendimento, organizzazione di concetti. Proseguendo, le scuole superiori tendono a completare l'opera ampliando la formazione per preparare o ad iniziare un percorso professionale immediato (esempio, scuole professionali) o a fornire solide conoscenze avviarsi verso un percorso universitario. Ci sarebbero poi da fare altre riflessioni sull'importanza anche di insegnare agli studenti a ben presentarsi, a vendersi, a mediare, a gestire un network, a comprendere meglio se stessi, i propri limiti e come lavorarci su, e potrei continuare ma questo è un compito oltre le loro competenze.

Sul piano didattico, la fragilità italiana verte maggiormente sul poco studio delle lingue, che si rileva scarso e approssimativo e al di sotto della media europa. Inoltre sarebbe il caso di introdurre più matematica o almeno più logica a tutti i livelli, una maggiore attitudine verso un apprendimento dinamico e più problem-solving. In molti casi la formazione si basa molto su un apprendimento mnemonico ma molte università ad esempio già dai primi anni organizzano più attività di gruppo e esami basati su progetti.

Un aspetto che invece manca sia a livello scolastico e estenderei universitario è la scarsità di attività di mentoring che sarebbe necessarie per aiutare gli studenti nelle loro scelte e comprendere le loro potenzialità.

 

 

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gelsomino
3 minuti fa, comeback ha scritto:

Leggendo il post iniziale mi sembra la solita sterile critica al sistema italiano e il solito fuorviante elogio dell'estero.

Le scuole, in particolare elementari e medie, devono limitarsi a fornire conoscenze di base e ancor più insegnare una certa metodologia di apprendimento, organizzazione di concetti. Proseguendo, le scuole superiori tendono a completare l'opera ampliando la formazione per preparare o ad iniziare un percorso professionale immediato (esempio, scuole professionali) o a fornire solide conoscenze avviarsi verso un percorso universitario. Ci sarebbero poi da fare altre riflessioni sull'importanza anche di insegnare agli studenti a ben presentarsi, a vendersi, a mediare, a gestire un network, a comprendere meglio se stessi, i propri limiti e come lavorarci su, e potrei continuare ma questo è un compito oltre le loro competenze.

Sul piano didattico, la fragilità italiana verte maggiormente sul poco studio delle lingue, che si rileva scarso e approssimativo e al di sotto della media europa. Inoltre sarebbe il caso di introdurre più matematica o almeno più logica a tutti i livelli, una maggiore attitudine verso un apprendimento dinamico e più problem-solving. In molti casi la formazione si basa molto su un apprendimento mnemonico ma molte università ad esempio già dai primi anni organizzano più attività di gruppo e esami basati su progetti.

Un aspetto che invece manca sia a livello scolastico e estenderei universitario è la scarsità di attività di mentoring che sarebbe necessarie per aiutare gli studenti nelle loro scelte e comprendere le loro potenzialità.

 

 

Che dire di più?!?

Questa è la gente che se ne va....

....quella che rimane si vede ogni giorno... per strada, negli uffici, in televisione, alla radio, su internet...

non finirà bene......

 

 

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domen11

Ciao @newcome , ti racconto la mia. Ottima lista di punti crudi e veri sul tema, ne aggiungerei uno: bisogna far capire che lo studio non è un obbligo ma un diritto, una virtù per la persona e soprattutto un piacere. Studiare deve essere un piacere perciò bisogna studiare ciò che ci piace. Ho fatto un insulso istituto tecnico con vecchia riforma, non ti dico l'arretratezza rispetto alle nuove teconologie di oggi -in termini di nozioni non mezzi!- in cui mi sono ritrovato a formarmi nella scuola superiore. Beh poi ho fatto l'università e mi sono laureato in ingegneria aerospaziale (in una università che viaggia a 1000), facendo l'ultimo anno la tesi all'estero in Inghilterra. Quest'ultima cosa mi ha fatto capire che tutti i punti che hai elencato non sono solo oggetto della società italiana. Il segreto è fare quello che ti piace, punto! Quando esci la sera oppure ad esempio il giorno libero da lavoro vado a giocare a basket, non a scacchi perché non mi piacciono. Questo approccio vale anche per l'istruzione e il lavoro: faccio l'idraulico perché mi piace, faccio l'informatico perché mi riesce, etc. Infine questi punti devono essere oggettivi, cioè se uno ha fatto l'istituto tecnico può diventare tutto, anzi nei momenti più critici sono state proprio le 4 stupidaggini delle superiori che mi hanno salvato le chiappe. Ancora in ultimo: i miei genitori mi hanno dato sempre la massima libertà, ecco rimpiango che non mi abbiano imposto il liceo che mi avrebbe dato più cultura (filosofia ad esempio), più ritmo nel sopportare il carico di studio e alcune nozioni specifiche in più. Non bisogna cambiare niente nella società basta capire che se vogliamo, noi possiamo cambiare e seguire la nostra strada.

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