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EMOTIVITA' IN BALIA DEGLI EVENTI


mark92

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Crescendo63
3 hours ago, ganimede said:

te lo dice uno che per istinto e natura vorrebbe controllare tutto e tutti , che si è costruito una vita nella quale si è reso il più indipendente possibile da tutto e da tutti ( in modo da avere il più possibile il controllo di ogni istante della propria esistenza e dipendere il meno possibile dagli altri visto che non può controllarli) , e che ancora non gli basta...

Esatto (e grazie per l'apprezzamento :-).

La "mente reattiva" (o "mente scimmia" come la chiamano alcuni 😉 ) dce - o urla! - "Devo trovare il modo di non avere paura, o di non soffrire!!!".

E la risposta che si dà è quella del controllo o del potere:

- "Quando avrò il controllo di tutto allora non avrò più paura..."

- "Quando avrò tutto quello che desidero (potere) allora non soffrirò più..."

 

Ma avete MAI visto uno che ha il controllo di tutto? E' semplicemente impossibile. E quanto al potere, ogni volta che soddisfiamo un desiderio, ce ne salta fuori un altro... :-)

Quindi la "via del saggio" (che poi è semplicemente uno che fluisce con la vita, invece di lottare contro di essa) è quella dell'accettazione dell'inevitabile (cosa diversa dalla rassegnazione):

- Riconosco le mie paure, e le affronto. Accetto i miei limiti: faccio del mio meglio e, se non basta, sono cmq in pace con me stesso (non avrei cmq potuto fare di più).

- Riconosco i miei desideri e cerco di soddisfarli, ma decido di non dipendere da essi (locus of control interno). Accetto che non è possibile fare, avere o essere tutto.

 

Se qualcuno legge i due concetti qui sopra e reagisce con un "Sì, ma...", è probabile che sia preda della sua "mente scimmia", che non tollera la frustrazione e l'ansia esistenziale, ed è sempre agitata a trovare un modo per sfuggirle.

Ma, come ha detto Buddha 2500 anni fa: "La vita è sofferenza" (o meglio, una certa quantità di sofferenza è inevitabile, proprio per il fatto di essere vivi e soggetti a certe condizioni). Facciamocene una ragione! 😄

  • Grazie! 2
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mark92

Grazie a tutti quelli che sono intervenuti, farò tesoro dei vostri consigli! 🙂

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  • 3 settimane dopo...
Il 10/4/2019 alle 17:08 , Crescendo63 ha scritto:

Quindi la "via del saggio" (che poi è semplicemente uno che fluisce con la vita, invece di lottare contro di essa) è quella dell'accettazione dell'inevitabile (cosa diversa dalla rassegnazione):

- Riconosco le mie paure, e le affronto. Accetto i miei limiti: faccio del mio meglio e, se non basta, sono cmq in pace con me stesso (non avrei cmq potuto fare di più).

- Riconosco i miei desideri e cerco di soddisfarli, ma decido di non dipendere da essi (locus of control interno). Accetto che non è possibile fare, avere o essere tutto.

Bei pensieri Crescendo, molto maturi e veritieri, condivido appieno. 

Ti cito questa parte perché sono in disaccordo su un punto e vorrei saperne di più su cosa pensi, tu dici:

"Riconosco i miei desideri e cerco di soddisfarli, ma decido di non dipendere da essi (locus of control interno). Accetto che non è possibile fare, avere o essere tutto" 

Sono d'accordo sull'ultima parte, si può essere quel che si vuole a grandi linee, ma non si può racchiudere in se il tutto.

bisogna decidere,scegliere chi e cosa si vuole essere e soprattutto rappresentare.

E poi agire di conseguenza. 

Io penso però che sia una buona cosa dipendere dai propri desideri. Buonissima. In modo sano ovviamente. 

Ti spinge a dare il massimo, a superare i tuoi limiti, a metterci corpo e anima. 

Se accetti di non dipendere da essi, alla prima difficoltà puoi persuaderti a lasciar perdere. Questa non è una cosa buona. 

Una volta che hai inquadrato un tuo desiderio deve essere inseguito come se ne dipendesse la tua vita. 

Solo così potrai eccellere in quello che desideri, e successivamente spostare il focus se altri desideri prenderanno il sopravvento. 

Così si ottiene una crescita esponenziale, ci si mette sempre in gioco, si seguono le proprie passioni sogni e desideri. 

E si tende ad eccellere in ogni cosa che si coltiva. 

Io la vedo così, mi piacerebbe avere un tuo parere più approfondito! 

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Crescendo63
1 hour ago, Thor15 said:

Io penso però che sia una buona cosa dipendere dai propri desideri. Buonissima. In modo sano ovviamente.

IMHO la dipendenza non è mai sana; al massimo può essere momentaneamente innocua... fino alla prossima crisi 😉

Se è sana, allora non è dipendenza. Al massimo è un desiderio intenso, ma cmq gestibile.

 

"Dipendenza" vuol dire che tu non hai il controllo: ce l'ha qualcuno o qualcosa fuori da te. Che decide per te. E quindi può decidere cosa contrarie al tuo benessere.

In pratica una qualsiasi dipendenza ti rende schiavo: a te va bene essere schiavo dei tuoi desideri?

A me no: io non voglio essere schiavo di niente e di nessuno. :-)

 

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Ti spinge a dare il massimo, a superare i tuoi limiti, a metterci corpo e anima.

Sì... finché va bene. Finché rimane entro limiti sani. E quando poi li supera?

Se sei dipendente, ti spinge ancora e ancora, fino a distruggerti. Pensa alle dipendenza da sostanze (alcol, droghe...). Non hai il controllo, finisce male, malissimo.

Coi desideri è uguale: "Voglio scoparmi Giuseppina" / "Voglio 1 milione di euro"... quando hai esaurito le tue possibilità, la dipendenza ti spinge a tentare qualsiasi cosa (sputtanarti tutti i soldi, rompere il cazzo a mezzo mondo, stuprare la fanciulla / ingannare parenti e amici, frodare il fisco, rapinare una banca, vendere tua madre...).

 

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Se accetti di non dipendere da essi, alla prima difficoltà puoi persuaderti a lasciar perdere.

Stai ragionando in modo binario: desiderio minimo OPPURE desiderio massimo.

In realtà esistono sfumature intermedie: si può desiderare intensamente, senza dipenderne. "Voglio tanto quella cosa... ma posso anche farne a meno".

Una persona equillibrata, matura, sa gestire il proprio desiderio intenso, senza dipenderne (perché è padrona di se stessa). Una persona immatura o poco equilibrata tende a dipendere dai suoi desideri intensi, perché non sa sopportare la frustrazione del desiderio inappagato: ma in quel caso il problema non sono i desideri, bensì l'immaturità. Il bambino che fa un pandemonio se gli si dice "No".

 

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Una volta che hai inquadrato un tuo desiderio deve essere inseguito come se ne dipendesse la tua vita.

Se a te piace così... fai pure. 😉

Io lo trovo un modo di vivere orribile: pieno di ansia, tensione, aggressività... e quando si fallisce (cosa inevitabile a volte) pieno di frustrazione, rabbia e disperazione.

Non parliamo poi di viverlo nelle relazioni: modalità drammatica in continuo! Che stress!!! 😛

 

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Solo così potrai eccellere in quello che desideri

Pas d'accord.

Io posso eccellere dove decido di eccellere, perché lo scelgo io. Non ho bisogno di una "forza esterna" che mi spinga ossessivamente.
 

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Così si ottiene una crescita esponenziale, ci si mette sempre in gioco, si seguono le proprie passioni sogni e desideri. 

Forse... se non arrivi prima all'esaurimento nervoso! 😄

 

Termino citando la mia fonte di ispirazione: quei concetti li ho presi dal buddhismo. Buddha studiò l'origine della sofferenza, e decise che una delle fonti principali è l'attaccamento ai propri desideri. Desiderare è ok, è umano e naturale, ma se mi attacco ai desideri, dipendo da essi; quindi la mia felicità o sofferenza dipende dai risultati.

Il modo di essere che esponi può essere sicuramente una molla motivazionale potente, ma ti rende soggetto a moltissima sofferenza e frustrazione.

Per me è più importante vivere sereno, in pace con me stesso, padrone di me, perseguendo i miei obiettivi ma senza dipendere da essi, quindi minimizzando la frustrazione.

Per te può essere diverso, puoi avere priorità diverse. Non siamo tutti uguali :-)

Però ti invito a chiederti: il tuo modo di vivere come ti fa sentire? Ti rende felice, soddisfatto, appagato? Ti produce benessere? Se sì, bene. Se no... magari c'è da porsi qualche domanda 😉

Modificato da Crescendo63
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  • 4 settimane dopo...
bohren

Scusate se ripesco, ma questo è anche un mio problema e vorrei lavorarci per migliorarmi approfittando degli eventi (che spiego in One-itis) che me l'hanno fatto riemergere.

Anche io tendo a essere in balia delle emozioni negative, se ci sono mi è difficile gestirle e proseguire con gli impegni soliti, in particolare cose mentalmente impegnative, ma a volte disdico anche svaghi e mi isolo un po', mi rinchiudo in me stesso... Riesco a lavorare seriamente, di solito, forse perché è retribuito 😄 ma altre cose comunque importanti normalmente saltano ed è un problema, specie lo studio, in questo periodo dovrei quagliare rapidamente.

Questo vale soprattutto quando le emozioni negative riguardano le relazioni interpersonali (one-itis ma anche amicizie importanti a rischio), mi prende l'ansia, non so come gestirla.

Nel mio caso penso che in parte ciò sia anche un segnale del mio corpo e/o dell'inconscio che mi stanno dicendo che c'è un problema a monte, in ciò che voglio dalla mia vita e che devo darmi da fare di più per raggiungere. Perciò, credo, in momenti come questi saltano gli impegni, è come se dicessi a me stesso, devi prendere impegni diversi, che ora ti neghi per qualche ragione.

Non sono sicuro sia una giusta interpretazione ma voglio lavorarci su nelle prossime settimane. Devo superare questo senso di oppressione al torace, mancanza di respiro e, appunto ansia generale e capire a cos'è dovuto e tornare sereno e in grado di controllare il fallimento nel raggiungere un desiderio, una perdita, un lutto, o anche solo una semplice attesa di una risposta a un messaggio.

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gelsomino
1 ora fa, bohren ha scritto:

Anche io tendo a essere in balia delle emozioni negative, se ci sono mi è difficile gestirle e proseguire con gli impegni soliti, in particolare cose mentalmente impegnative, ma a volte disdico anche svaghi e mi isolo un po', mi rinchiudo in me stesso...

Son tecniche di compensazione emotive che il cervello attua per non farti uscire di testa....

alla base c'e' la avalutazione del danno emotivo che hai subuito...

ovvero a volte ci facciamo diecimila problemi per cazzate che esistono solo nella nostra testa...

 

 

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