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Capire non sempre è buono.


Unbreakable

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TADsince1995
25 minuti fa, nic101 ha scritto:

Visto che sei di Roma ti dico che ogni volta che ho qualche problema o sono turbato da qualcosa e passo dalla stazione Termini o Tiburtina di notte mi rendo conto che quantomeno io ho la possibilità di rimediare alla mia situazione.

Io mi accontento di passare ogni stracazzo di giorno sulla Togliatti per andare in ufficio e ogni volta vedere il solito lavavetri coi denti distrutti che mi vuole pulire il parabrezza. Stamattina l'ho visto e riflettevo sul fatto che io mi sono appena potuto permettere di spendere quasi 2000 euro di dentista.

Però stiamo attenti, questa cosa di mettersi nei panni degli altri e di pensare che c'è sempre chi sta peggio di te può essere un'arma a doppio taglio.

Sì, anche io posso dire: ho tutto. Ho un bel lavoro sicuro, una casa tutta mia, una macchina che funziona bene, sono arrivato in gran forma alle soglie dei 40 anni... Però se ti fermi non ti evolvi e io mi auguro di avere almeno altri 40 anni di fronte a me.

Riguardo alle dinamiche che hai descritto, ci penso sempre e sono diventato sensibilissimo al "sentire" i bisogni delle persone, anche di quelli che all'apparenza sembrano i più forti.

E questa cosa mi spaventa molto. Perché mi sta portando a una "sovranalisi" di eventuali nuove amicizie/donne con cui ho a che fare, sovranalisi che rischia di rendere meno spontanee e piacevoli eventuali nuove interazioni.

Devo trovare il giusto equilibrio.

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Balinese
13 minuti fa, nic101 ha scritto:

Ultimamente infatti mi sembra che la conditio sine qua non per stabilire un legame sia quella in cui una persona si lamenta ed ha bisogno di comprensione, supporto, di sentirsi speciale ed unica nei suoi problemi.

L' altra persona ha bisogno di sentirsi utile a questo mondo e quindi cade in questo gioco fatto spesso di lacrime d'oro consolando il malcapitato di turno per le sue eccessive disgrazie, fornendogli compassione e supporto.

Et voilà, ecco l'instaurarsi di un legame il cui core è l'autocommiserazione ed una sorta di counseling alla cazzo di cane.

Ed io mi sono annoiato di insinuarmi in questo modo manipolatorio nella vita delle persone. 

Questo giochino mi diverte farlo solo nelle ONS ormai.

Non ho bisogno di sentirmi utile aiutando tizia o caio dicendogli/le che lui è valido, troverà lavoro, verrà apprezzato da tutti e che è solo un povero incompreso.

Alternative ?

Le alternative sono quelle pochissime persone che si rendono conto di questo giochetto distruttivo.

Sono poche e le riconosci subito quando le incontri.

Ultimamente ho avuto la fortuna di incontrarne una, non saprei definire il ns rapporto perché non ce n'è stato bisogno.

Ecco forse è proprio quando non senti alcun bisogno di nulla, quando prendi la sua compagnia ed il suo essere semplicemente perché è una la cosa che VUOI.

Mi rifaccio al discorso di prima, se ogni piccolo ostacolo che la vita ti mette davanti ti sembra insormontabile avrai necessità di qualcuno che ti rassicuri o peggio che risolva questi fantomatici problemi per te.

Quando riesci a vedere la tua vita con la giusta prospettiva questo bisogno viene automaticamente meno, in quel momento vedrai le altre persone per quello che sono e non come psicologi o contenitori di sicurezze.

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Balinese
17 minuti fa, TADsince1995 ha scritto:

Sì, anche io posso dire: ho tutto. Ho un bel lavoro sicuro, una casa tutta mia, una macchina che funziona bene, sono arrivato in gran forma alle soglie dei 40 anni... Però se ti fermi non ti evolvi e io mi auguro di avere almeno altri 40 anni di fronte a me.

Ciao Tad è un pò che non ci si sente.

Difficile fermarsi se si osserva e se ci si mette in gioco, ottenere beni materiali e riconoscimenti non è necessariamente sintomo di evoluzione, alcune volte le due cose vanno di pari passo, altre volte no... anche tutto questo è la vita

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PapuPetagna
1 ora fa, nic101 ha scritto:

E' un po' di tempo che rifletto sul fatto che ho sempre avuto una certa capacità nel comprendere come si strutturano alcune dinamiche relazionali.

Mi sembra di guardare i rapporti degli altri in terza persona.

E come se ci fosse la voce di un narratore esperto riesco ad anticipare a me stesso, anche non volendo, quali sono le motivazioni che portano due o più persone a fare gruppo e socializzare.

E rinvengo sempre la solita trama.

Una persona si lega all'altra perchè questa ha la capacità di colmare alcune sue lacune.

Mi direte che la teoria è risaputa e sono d'accordo con voi.

Ma vi accade di riuscire a comprendere in tempo reale quali sono i bisogni che le persone hanno, non solo a livello pratico, e di notare che vi stanno "usando" come compensatore ?

Personalmente questa cosa mi impedisce di provare sentimenti veri e duraturi verso altre persone e di ridurre i rapporti a mero utilitarismo di cui usufruisco quando mi va, altrimenti sto bene anche a farmi i cazzi miei.

Però sarei curioso di capire come si acquisisce la capacità di trascendere questo utilitarismo e di conciliarlo con eventuali sentimenti ed emozioni.



 

Anch’io ho sviluppato questa “caratteristica” negli ultimi anni. Un po’ come quando capisci che una persona ti cerca solo per avere compagnia. In questo caso anche a me scatta una sorta di fine utilitaristico del tipo: questo tizio non è che sia il massimo della simpatia però non mi va di andare in quel posto da solo.

Il limite di queste percezioni è che si rischia di alzare troppo l’asticella perché le persone che sanno stare bene da sole sono davvero poche e quindi diventa sempre più difficile incontrare qualcuno che non abbia bisogno di comprensione, di attenzione, ecc..

 

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TADsince1995
4 ore fa, Balinese2016 ha scritto:

Ciao Tad è un pò che non ci si sente.

Difficile fermarsi se si osserva e se ci si mette in gioco, ottenere beni materiali e riconoscimenti non è necessariamente sintomo di evoluzione, alcune volte le due cose vanno di pari passo, altre volte no... anche tutto questo è la vita

Assolutamente, ma infatti non parlavo soltanto di beni materiali. Il problema è quando sei arrivato a un punto in cui, al 90%, hai realizzato tutto quello che volevi, nei limiti delle tue capacità. Stai bene. E adesso?

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Balinese
2 ore fa, TADsince1995 ha scritto:

Assolutamente, ma infatti non parlavo soltanto di beni materiali. Il problema è quando sei arrivato a un punto in cui, al 90%, hai realizzato tutto quello che volevi, nei limiti delle tue capacità. Stai bene. E adesso?

Ti godi il momento!

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TADsince1995
1 ora fa, Balinese2016 ha scritto:

Ti godi il momento!

Quello sicuramente. Ma io ho una croce e una maledizione, sono ambizioso e non mi accontento anche quando raggiungo i risultati.

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Unbreakable

Innanzitutto grazie della risposta Tad, leggo spesso i tuoi post e sono sempre brillanti.

16 ore fa, TADsince1995 ha scritto:

Però stiamo attenti, questa cosa di mettersi nei panni degli altri e di pensare che c'è sempre chi sta peggio di te può essere un'arma a doppio taglio.

Sì, anche io posso dire: ho tutto. Ho un bel lavoro sicuro, una casa tutta mia, una macchina che funziona bene, sono arrivato in gran forma alle soglie dei 40 anni... Però se ti fermi non ti evolvi e io mi auguro di avere almeno altri 40 anni di fronte a me.

La mia regola è quella di guardare chi sta peggio quando sei giù di morale e per fortuna non accade spesso.

Il resto del tempo, forse troppo tempo, lo impiego a pensare a come progredire nei diversi ambiti in cui mi trovo ad agire.

16 ore fa, TADsince1995 ha scritto:

Riguardo alle dinamiche che hai descritto, ci penso sempre e sono diventato sensibilissimo al "sentire" i bisogni delle persone, anche di quelli che all'apparenza sembrano i più forti.

E questa cosa mi spaventa molto. Perché mi sta portando a una "sovranalisi" di eventuali nuove amicizie/donne con cui ho a che fare, sovranalisi che rischia di rendere meno spontanee e piacevoli eventuali nuove interazioni.

Devo trovare il giusto equilibrio.

Purtroppo, almeno per me, non è una cosa che scelgo di fare.

E' un processo automatico che non riesco a controllare.

Uno spoiler continuo delle relazioni umane.

Mi sa che ha ragione @Balinese2016 a dire che forse questo processo si arresta nel momento in cui trovi persone che non hanno particolari bisogni e che agiscono in base ad una volontà che definire "libera" è utopia, ma che alla libertà è costantemente tesa.

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  • 3 settimane dopo...
On 5/7/2019 at 3:57 PM, TADsince1995 said:

 

Riguardo alle dinamiche che hai descritto, ci penso sempre e sono diventato sensibilissimo al "sentire" i bisogni delle persone, anche di quelli che all'apparenza sembrano i più forti.

 

Negli ultimi anni ho disimparato nel prestare attenzione ai bisogni delle persone. Ho diretto il focus troppo verso me stesso, perdendo l'empatia con l'esterno.

"L'intelligenza emotiva" se così si può chiamare, la sento molto distante nel mio interiore. Ho troppa razionalità e logica, sento di compiere le mie azioni solo con schemi preimpostati, non godendomi per niente il momento. 

Ovviamente questo ha le sue ripercussioni anche nelle relazioni.

Come tornare sensibili al "sentire" i bisogni delle persone?
Siamo tutti diversi, quindi il tuo metodo non sarà mai il mio, ma tu come hai sviluppato questa caratteristica?

Modificato da Febb
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alfiere

L'affetto si prova anche perché l'altra persona ci sa dare cose che di solito non potremmo avere, ci si usa a vicenda, non è mica negativo anzi. Se uno non ti dà nulla in cambio, che senso ha perderci tempo dietro?

Ovviamente non parlo solo di cose materiali, si può godere dell'intelligenza e della conoscenza di un'altra persona, come dell'umorismo o della bellezza. 

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