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Il confine tra autostima e superbia, per non cadere più nell' autosvalutazione


antares1

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Salvatore93
8 ore fa, antares1 ha scritto:

Mi puoi dire il titolo del libro sul bambino interiore che stai leggendo? 

"Uscire dalla paura" Krishnananda, Amana .

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giannicarlo
Il 14/5/2019 alle 14:47 , antares1 ha scritto:

Ciao a tutti. Volevo affrontare qui un tema che mi sta molto a cuore e di cui alle volte soffro tuttora. 

Fin da piccolo mi è sempre stato insegnato, dalla mia famiglia, ad essere sempre educato, servizievole e remissivo con tutti. Un pò é normale, fa parte comunque di una educazione ai buoni principi e civiltà, e per sviluppare buon cuore e giustizia e rispetto per il prossimo. Ma forse nel mio caso, è stata un pò esagerata, nel senso che ho avuto l' impressione di dover dare meno valore a me rispetto agli altri. Da bambino un po è normale ricevere questi insegnamenti, anche per rispetto agli adulti, ma questa sensazione di inferiorità, soggezione e dovere accontentare tutti mi è rimasta impressa ed ancora mi crea insicurezza. Forse i miei famigliari,  più che a infondermi un senso di rispetto per il prossimo ed educazione , erano preoccupati a fare loro bella figura tramite me, tramite la mia rispettosità. Forse avevano come prima preoccupaziona quella di avere un figlio sempre servizievole col prossimo e che non facesse fare a loro brutta figura, piuttosto che dare a me la sicurezza e la disinvoltura per essere una persona serena e decisa. Forse preferivono un principino perfetto ed esemplare piuttosto che un figlio felice. Tutto questo condito dal fatto che, oltre ad essere anche figlio unico, mi hanno trasmesso anche apprensione, in quanto i miei famigliari sono sempre state persone ansiose e hanno così ulteriormente proiettato su di me le loro paure, spesso solo immaginarie, creandomi ulteriore insicurezza e repressione. Non dico che i miei genitori siano stati cattivi educatori, ma sicuramente un po egoisti. Per non voler sopportare loro stessi le loro stesse ansie e paure, le hanno scaricate su di me..io,,ovvero il figlio, il bambino, la parte più debole , mi sono dovuto accollare le loro paure e preoccuparmi di non farli stare in pensiero...A questa maniera sono stato fin troppo responsabilizzato, con la conseguenza di mettere in secondo piano la mia libertà di espressione e la mia serenità di muovermi nel mondo a mio piacimento, per dare la precedenza a ciò che faceva stare bene e sereni loro.

Col crescere, ho comunque avuto modo di esprimere il mio carattere indipendente e creativo. Alle scuole elementari ero molto sereno e positivo , sicuro di me stesso e socievole, curioso e pieno di interessi, e ottimi voti. E questo mi dava molta soddisfazione personale, oltre a ricevere i complimenti della mamma che a sto punto mi metteva su un piedistallo. Ma se facevo qualcosa di storto in casa o in privato, mi accusava pesantemente di essere CATTIVO, o BRUTTO ( giudizi totalizzanti, e non semplici e sani feedback negativi selle mie azioni). Oppure quando manifestavo istinto di indipendenza, per uscire a giocare o stare fuori con gli amici in giro, mi si diceva : vuoi fare morire la mamma di dispiacere...??? Ecco, instillato in me il senso di colpa e il guardare indietro e non avanti. 

Procedendo, alle scuole medie mi sono molto divertito. Curiosità, entusiasmo, i voti più alti, amicizie divertenti e positive sia coi maschi che con le compagne. Con le compagne grande confidenza e intimità, non da amichetto gay, ma al contrario avevano spesso un debole e un feeling speciale con me, spesso mi venivano dietro . Io non facevo il bulletto, ero semplicemente in sintonia con me stesso, la mia sensibilità interiore e la mia energia espansiva. Una bellissima sensazione. E per questo le ragazze mi ammiravano e mi stavano dietro. Ho avuto confidenze e discorsi molto più profondi intellettualmente ed emotivamente in terza media con le mie compagne, che non in età adulta con certe galline piene di loro stesse, ignoranti e bambocce. E poi avevo vita facile : per la mia curiosità, entusiasmo e poisitività, avevo bellissimi voti , pur studiando poco. Bellissimo periodo.

Una volta al liceo però, mi sono trovato in un ambiente un po ipocrita e moralista, dove a un tuo minimo accenno di sana trasgressione adolescenziale ( avere la morosina, fumare la sigarettina, vestire un po alla moda e non da nerd , guidare il motorino) venivi additato dai prof e dai compagni secchioni come un poco di buono, come un figlio di papà viziato ed ignorante, mentre loro erano i perfettini, bravi e diligenti, senza macchia e sempre pronti ad abbassare la testa coi prof per farsi belli. Io non sono mai stato un bulletto, ma il leccaculo ipocriti mi hanno sempre fatto tristezza e profonda antipatia. Quindi, trovandomi in un ambiente di questo tipo, il mio entusiasmo e la mia positività sono crollate, unite al fatto che ora veramente bisognava impegnasi tanto per ottenere i buoni voti che alle medie ottenevo con grande facilità...Al liceo quindi mi sentivo un mediocre, pochi anni dopo le mie positive sensazioni che provavo alle medie. E di qua ho sviluppato un mood molto introverso e riflessivo. Troppo passivo e fatalista. Un eroe romantico triste di 16-18, a cui però sono caduti i capelli prima dei 18...Un disastro. Ho tirato a campare tra la mediocrità dei voti e dei rapporti coi compagni. Compagne anche loro o stupide e arriviste, o purtroppo depresse come me. 

Tutto questo per descrivere il mio percorso da bambino a adolescente, e il declino della mia autostima ed energia. 

Ora , da audulto, mi trovo ancora a fare i conti con una bassa autostima, insicurezza generale, senso di inferiorità nei confronti di chi é piu bello e carismatico di me. E all' opposto, temo di essere arrogante e presuntuoso ogni qual volta cerco di tirare fuori le palle e pensare a me stesso positivamente. Come se per risultare gentile, maturo ed intelligente, dovessi per forza sminuirmi. Reagire a un complimento schernendo me stesso. Svalutare i miei meriti per non fare la figura del presuntuoso. E con un senso di inadeguatezza costante. Le scuole elementari e medie avevano compensato certi input sbagliati che la mia famiglia mi diede, ma ai primi insuccessi del liceo, alla perdita dei capelli a 18, ecc...la ferita di infanzia mi si era aperta, e tuttora da audulto in situazioni di tensione o competizione sociale o con donne che shit testano molto, mi si riapre tristemente, minando quel poco di autostima perduta che ho recuperato. 

Be a me sembra tu abbia bisogno solo di accettare le cose per quelle che sono.

Fai molti riferimenti al periodo della tua infanzia millantandola, quasi volessi poter essere quella persona sicura di se che eri un tempo. (medie ecc)

Be ti dirò una cosa scontata, tu non sarai mai più quella persona. Apparte la visone distorta che si ha a quella età sembra quasi tu abbia idealizzato quel periodo.

Io penso che qui il problema sia una dissonanza cognitiva tra ciò che sei e ciò che vorresti essere.

Se accetti ciò che sei per quello che sei adesso tutti questi problemi non esistono, la famiglia che si è comportata in un modo piuttosto che in un altro è solo una scusa come un altra per non fare ciò che dovresti, come anche i capelli persi (tutti noi abbiamo avuto dei problemi in famiglia e personali, potrei stare qui a lamentarmi dei miei ma questo non cambierebbe lo stato attuale delle cose). 

Spetta a te e solo a te decidere come questi avvenimenti influiranno sulla tua vita. 

Quindi in primis prendere coscienza di ciò che si è realmente e non di ciò che si vorrebbe essere. Questo sarebbe un grande primo passo verso la sicurezza che cerchi.

 

Modificato da giannicarlo
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PapuPetagna
3 ore fa, giannicarlo ha scritto:

Be a me sembra tu abbia bisogno solo di accettare le cose per quelle che sono.

Fai molti riferimenti al periodo della tua infanzia millantandola, quasi volessi poter essere quella persona sicura di se che eri un tempo. (medie ecc)

Be ti dirò una cosa scontata, tu non sarai mai più quella persona. Apparte la visone distorta che si ha a quella età sembra quasi tu abbia idealizzato quel periodo.

Io penso che qui il problema sia una dissonanza cognitiva tra ciò che sei e ciò che vorresti essere.

Se accetti ciò che sei per quello che sei adesso tutti questi problemi non esistono, la famiglia che si è comportata in un modo piuttosto che in un altro è solo una scusa come un altra per non fare ciò che dovresti, come anche i capelli persi (tutti noi abbiamo avuto dei problemi in famiglia e personali, potrei stare qui a lamentarmi dei miei ma questo non cambierebbe lo stato attuale delle cose). 

Spetta a te e solo a te decidere come questi avvenimenti influiranno sulla tua vita. 

Quindi in primis prendere coscienza di ciò che si è realmente e non di ciò che si vorrebbe essere. Questo sarebbe un grande primo passo verso la sicurezza che cerchi.

 

Esatto. Prendere consapevolezza di episodi del passato non significa farli diventare degli alibi per il nostro non agire, bensì serve per mettere una pietra sopra al passato e iniziare una nuova vita.

Spesso facciamo l’errore di giudicare in negativo come eravamo 5-10-15 anni fa. La critica costruttiva ha un senso, ma la distruzione di se stessi no, perché gli uomini che siamo oggi guardano con occhi diversi i bambini che eravamo ieri: e quello che siamo diventati oggi è frutto delle esperienze vissute negli ultimi 5-10-15 anni.

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Yepes7

Posso dirti che, come hai visto da tutti i commenti ricevuti al tuo post, non sei solo, siamo tanti che abbiamo avuto i tuoi stessi travagli. Il fatto che ci ritroviamo in un forum del genere non è un caso, persone come noi trovano, od hanno trovato, più difficoltà nei rapporti piuttosto che altre. 

Personalmente penso sia importante assumersi le proprie responsabilità, ora i tuoi genitori non sono più li a giudicarti od al fermarti da quello che vorresti essere, se fai una cosa è tua responsabilità nel bene e nel male. 

Il passato non può diventare un alibi, persone con un passato orribile sono diventate persone di successo, forse anche a causa di questo. 

Accetta quello che è successo e lavora sul futuro. 

Un abbraccio 

Modificato da Yepes7
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Giampaolo
Il 14/5/2019 alle 14:47 , antares1 ha scritto:

Ora , da audulto, mi trovo ancora a fare i conti con una bassa autostima, insicurezza generale, senso di inferiorità nei confronti di chi é piu bello e carismatico di me. E all' opposto, temo di essere arrogante e presuntuoso ogni qual volta cerco di tirare fuori le palle e pensare a me stesso positivamente. Come se per risultare gentile, maturo ed intelligente, dovessi per forza sminuirmi. Reagire a un complimento schernendo me stesso. Svalutare i miei meriti per non fare la figura del presuntuoso. E con un senso di inadeguatezza costante.

Ciao @antares1, mi permetto di risponderti solo sulla base del tuo racconto.

 

Se vuoi davvero riuscire a superare le tue insicurezze occorre fare un percorso ben definito su di te.

Vedi, siamo educati fin da piccoli a comportarci sempre nel modo più giusto. 

I nostri genitori, ci insegnano regole per permetterci di vivere e convivere in mezzo alle altre persone. 

Ci insegnano che essere gentili, rispettosi, umili verso le altre persone sia una cosa “buona, giusta e doverosa”. 

Ci insegnano ad essere altruisti e generosi. 

Ci insegnano che se saremo la persona buona con tutti, otterremo in cambio il rispetto, l’attenzione e la considerazione che desideriamo.

Così nasce dentro di noi la convinzione che se facciamo il massimo per far felici gli altri, se ci comportiamo bene, di riflesso saremo felici anche noi.

 

Per esempio, mamma e papà, ti hanno sempre detto che: “Questo non si fa perché se lo fai chissà poi COSA PENSERANNO GLI ALTRI DI TE”. 

Quella che può sembrarti solo un’innocua regola educativa, ripetuta e sentita migliaia di volte durante la tua crescita, si è piantata nella tua testa diventando inconsciamente la CONVINZIONE che essere e comportarti diversamente da tutti gli altri, o fare qualcosa che altri di solito non fanno, ti espone solo al loro giudizio negativo e sarai etichettato come “diverso” “strano” “cattivo”, ecc... 

E siccome essere giudicato negativamente ti fa stare male, è doloroso, e tu vuoi evitare il dolore, ecco allora che piuttosto che esporti preferisci restare esattamente bloccato dove e come sei ora. 

Ecco (sintetizzata) da dove nascono la PAURA DEL GIUDIZIO DEGLI ALTRI e la RICERCA COSTANTE DI APPROVAZIONE.

 

E le CONVINZIONI ti limitano e ti tengono lontano dal diventare esattamente come senti di essere e di esprimerti liberamente.

E' come se dentro di te si stesse combattendo un conflitto tra due forze opposte che cercano di vincere per il predominio di te.

Un conflitto tra: la persona che sei sempre stata, e che tutti sono abituati a vedere, e la persona che tu desideri diventare.

Per riuscire davvero a fare pace con te stesso, è necessario risolvere il conflitto tra queste due “forze opposte”. 

 

Devi riuscire a far prevalere quella parte di te che vuole cambiare e che desidera ardentemente diventare la persona che sente di essere, solo per sé stessa, liberamente.

Prima, però, il tuo compito è quello di indebolire l’altra parte: quella che pensa ancora che sia giusto tu continui ad essere come sei sempre stato. 
E come tutti gli altri sono abituati a vederti. 

Vedi, per indebolirla, devi abbattere quelle barriere che ti impediscono ancora di sconfiggerla una volta per tutte. 

Le barriere di cui parlo, sono, appunto, le tue CONVINZIONI.

 

Giudicarti continuamente o "analizzarti", non ti permette di spostare la tua attenzione dal "problema" alla "soluzione".

Giudicarti continuamente non fa altro che alimentare solamente le tue paure, i tuoi blocchi, le tue insicurezze.

 

Da dove puoi iniziare?

Inizia a stabilire i TUOI VALORI POSITIVI, non quelli di altri o quelli dei tuoi genitori, sui quali poi puoi stabilire le tue "regole del gioco".

I VALORI POSITIVI, sono i pilastri sui quali puoi iniziare ad erigere il "TUO TEMPIO" (te stesso e la tua vita).

 

Prendi carta e penna.👇

Questo esercizio ti aiuterà a definire in modo dettagliato quello che senti essere PER TE importante in questo momento della tua vita, i tuoi valori fondamentali ed imprescindibili PER TE. 

Di seguito trovi una lista di “VALORI POSITIVI”. 

Scegline da dieci a quindici tra quelli che sono importanti per te e che desideri provare di più, e fai la tua “personale classifica”. 

Sentiti libero di aggiungerne altri anche se non elencati. 

Ricordati di scegliere solo “valori-fine”. 

Per farlo correttamente ti basta rispondere a questa domanda: “Cosa è più importante PER ME nella vita?”. 👇

Amore Fede Avventura Realizzazione Divertimento Spiritualità Sincerità Approvazione Ambizione Fiducia Salute Dignità Felicità Passione Potere Successo Onestà Orgoglio Gratitudine Fedeltà Contribuire Creatività Fare la differenza Integrità Sicurezza Coraggio Comodità Rispetto 
Libertà Essere il Fama Tenacia Intelligenza Autostima Generosità Impegno.

 

Ti auguro il meglio!

Giampaolo

 

 

 

 

 

 

 

 

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