Vai al contenuto

Perché il rapporto fra un uomo e una donna è così difficile? (O addirittura impossibile?)


ArmandoBis

Messaggi raccomandati

3 ore fa, ArmandoBis ha scritto:

In passato, le relazioni soddisfacenti fra un uomo e una donna che durassero tutta la vita, seppure minoritarie, non erano così infrequenti. Oggi sono rarissime. Secondo me, per il motivo di cui sopra.

Ma semplicemente secondo me era perchè le relazioni tipo matrimonio avevano un altro senso che era legare famiglie e consentire passaggi di patrimoni ed eredità, la prostituzione era normale e le amanti accettate, in quel contesto le relazioni "da tutta la vita" avevano un senso, oggi abbiamo svuotato la cosa di tutto questo e siamo in un contesto sociale che stigmatizza la prostituzione quindi ci sono più elementi centrifughi che centripedi per una relazione di quel tipo che resta svuotata del senso "storico" che aveva.

In questo modo viene di nuovo fuori la componente prettamente naturale e biologica (e si sono d'accordo in sostanza con Aivia su questi aspetti).

  • Mi piace! 2
Link al commento
Condividi su altri siti

^'V'^
4 ore fa, ArmandoBis ha scritto:

L'intervento di V è un piccolo, ma estremamente denso saggio di biologia.

Me lo studierò con attenzione perché c'è molto da imparare.

Soprattutto per me che ho un'impostazione diversa, più fondata sulla psicoanalisi, dove gli istinti non giocano praticamente alcun ruolo (altra cosa sono le pulsioni).

La psicoanalisi segna una cesura assoluta fra l'uomo e gli altri mammiferi.

Detto questo, pare che anche certo darwinismo applicato alle relazioni uomo-donna sia abbastanza contestato.

Sto leggendo alcuni testi sull'argomento, magari ne parlerò più avanti.

Riguardo alla problematica del titolo, a mio avviso il problema nasce nell'eccessivo intervallo che separa l'adolescenza dal pieno conseguimento dell'età adulta.

È questo che rende tutto più difficile. In passato, le relazioni soddisfacenti fra un uomo e una donna che durassero tutta la vita, seppure minoritarie, non erano così infrequenti. Oggi sono rarissime. Secondo me, per il motivo di cui sopra.

Forse quello che dici essere "darwinismo delle relazioni contestato" sì riferisce alla psicologia evo?

La psicologia evo è interessante ed avvincente, ma non è confutabile.

Si osserva un comportamento attuale e se ne inferiscono le motivazioni arcaiche. 

Perché si è sviluppato quel pattern comportamentale, per adattarsi a cosa. 

Questo presuppone alcune cose oggetto di sacrosanto dibattito. 

Una è che i pattern comportamentali si trasmettano come organi e funzioni fisiologiche. 

Una è che quel comportamento osservato davvero sia patrimonio di specie, ovvero presente in tutte le culture, o non sia invece frutto di una cultura. 

Una è che spesso chi costruisce quelle ipotesi evo può proiettare nel passato quello che a lui sembra normale oggi.

Ad esempio li sentirai dire che la donna vuole per sé il miglior cacciatore. 

Perché da 140 anni circa esiste la coppia mononucleare, egli è cresciuto credendo fosse normale, e la proietta nel passato ancestrale. 

Nemmeno riflette sul fatto che c'è il miglior team di caccia, non il cacciatore migliore, che senza frigorifero la miglior preda in tre giorni è da buttare.

Trenta kg di capretto senza frigorifero non sono una cosa che porti ad una femmina e suo figlio, sono ciò che portate al clan, e alle vostre femmine. 

Questo fenomeno proiettivo li portò per anni a vedere le impronte di tre ominidi e chiamarle passeggiata di famiglia. Intesa maschio femmina figlio. 

Solo molto più tardi si resero conto che fossero le orme di un giovane uomo e delle sue due fighe. 

E sì, la psicologia evo è esposta a molti bias di interpretazione, non è confutabile e ci colpisce perché amiamo la narrazione e le storie, così come amiamo dire che una cosa ne causa un'altra, trovare dei nessi causali e dare senso alle cose. 

Quello che sopra hai letto, tuttavia, non contiene psicologia evo. 

[continuo più tardi da PC]

  • Mi piace! 7
Link al commento
Condividi su altri siti

ArmandoBis

L'argomento è avvincente ed estremamente complesso.

Per messa in questione del darwinismo mi riferivo ad autori che mettono in dubbio la natura egoistica delle scelte fatta dalla femmina (uso il termine femmina perché si ritiene il comportamento umano in linea con quello della maggior parte delle specie viventi) e finanche il concetto stesso di scelta del gene, cioè se sia possibile effettivamente "scegliere i geni" da parte della femmina (magari quando padroneggerò meglio la materia potrò essere più esauriente, ma dietro a questa obiezione vi sono delle antinomie non risolte.)

Riguardo al matrimonio, mi riferivo all'ultimo secolo.

E' dagli inizi del '900 che l'amore romantico ha rifatto la sua comparsa e quindi la donna che sposavi doveva assommare tutte le qualità che un tempo andavi a cercare (e trovavi) in donne diverse.

Questo nuovo romanticismo ha procurato danni incommensurabili, perché poi la realtà quasi mai coincideva con la fantasia.

Però, una cosa occorre riconoscere, che il fenomeno delle coppie (non necessariamente persone sposate) che stavano insieme in modo soddisfacente per una vita non era così raro.

Questo dipende dal fatto che si diventava adulti prima e, in generale, il rapporto uomo-donna non era così conflittuale (l'economia era più semplice, se ti mettevi con uno che aveva voglia di lavorare eri a posto; oggi invece devi individuare fra cento candidati fabbricati con lo stampino dalle università, quale riuscirà a sopravvivere alle varie ondate di cambiamenti tecnologici e gestionali... Complicato, non trovate?).

Questo a prescindere se l'uomo è monogamo o poligamo.

Secondo me non è né uno né l'altro.

La sua conformazione è frutto di una miriadi di eventi accidentali ma soprattutto dipende dalla situazione che si trova a vivere.

Se uno considera sacro il vincolo matrimoniale ma la consorte è una scassapalle di prima categoria, quanto tempo può resistere?

Del pari, se uno si ritrova con una donna eccezionale poi magari non gli interessa tanto ascoltare le sirene che si presentano, specialmente se valgono molto meno della compagna.

Link al commento
Condividi su altri siti

Il 17/5/2019 alle 16:52 , ArmandoBis ha scritto:

Se una donna è difficile, ha valore. Se è facile, molto meno.

Non mi sono mai innamorato di una difficile 

Link al commento
Condividi su altri siti

1 ora fa, ^'V'^ ha scritto:

Però... ecco... IO NO

Ok è ufficialmente uno dei post migliori di sempre grazie hai raccolto in una sola cosa fruibile un devastante e limpido spaccato della natura umana, è un traguardo di pochi davvero 

  • Mi piace! 1
  • Grazie! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

17 ore fa, ^'V'^ ha scritto:

per lui è come essere un tossico scalzo nella valle dei chiodi, con lo spacciatore che ha gli anfibi e corre via ridendo. 

Bella mi sono messo a ridere in prima battuta ma quanta realtà c’è in ciò e ci troviamo tutte le volte...

Lo spacciatore poi allontanato, sarà interessato a tenere  il contatto per sapere se hai cambiato fornitore per egoismo forse

non è divertente ma grazie della spiegazione come sempre e la metafora 

Modificato da Attato
Link al commento
Condividi su altri siti

ArmandoBis

Scusate, ma io non vi capisco.

Sono state prese delle osservazioni tratte dalla biologia e rapportate pari pari all'uomo, affermando che esso (uomo e ovviamente donna) risponde ai dettami dell'istinto, con tutto ciò che ne consegue e che è stato mirabilmente descritto nei post di V.

La conseguenza di questa operazione è rivendicare che il propio comportamento poligamico è un semplice fatto di natura, e la società opera una sorta di perversione nel sanzionarlo.

Altre discipline (la psicoanalisi) affermano che l'uomo non ha istinti, ma pulsioni, che si plasmano sotto influenza degli ambienti e di fattori accidentali, generando un certo tipo di comportamento sessuale peculiare per ciascuno. Ad esempio, un comportamento poligamico e tendente all'infedeltà (ma anche no).

Qual è la differenza fra le due posizioni? Che una afferma la generalità di certe tendenze e l'altra no.

Ma dal punto di vista di chi è poligamico, entrambe affermano che è semplicemente fatto così, per ragioni naturali l'una, per ragioni accidentali l'altra.

Il problema è il conflitto natura-cultura.

C'è chi ritiene che gli istinti (o le pulsioni) vadano contrastati perché lo impone l'evoluzione dell'uomo, che consiste nell'edificare edifici culturali sempre più complessi.

C'è invece chi respinge questa tesi.

A parte le evidenti difficoltà delle posizione biologistica (non spiega perché esiste la cultura), non si vede perché rivendicare una naturalità dei propri impulsi rappresenti una giustificazione più forte dei propri impulsi, condensabile nella massima "è la natura che ci ha fatti così".

Ma è un'impostazione che non prende neanche in considerazione il conflitto fra natura e cultura.

Ad esempio, se io fossi un pedofilo e cominciassi a introdurre tematiche di questo genere verrei come minimo bannato e molti invocherebbero per me la castrazione chimica. Eppure obbedirei a un impulso istintivo, magari riuscirei a trovare qualche animale che attua comportamenti simili (anche se dubito che esista).

Insomma, si cercherebbe di validare i propri comportamenti poligamici rifacendosi alla natura, ma l'uomo è tale proprio nel conflitto fra natura e cultura (Freud, Il disagio della civiltà).

Io vi consiglio di apprezzare le differenze; se un falco si diverte a girare con gli anfibi, ebbe, contento lui...

Link al commento
Condividi su altri siti

Difficile in che senso?

Scegli quella che più ti piace, le fai uno squillo, le chiedi cosa fa e cosa vorresti fare tu, e ti fai fare un prezzo.

 

  • Haha 1
Link al commento
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un membro per lasciare un commento

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra community. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.

Accedi Ora
×
×
  • Crea Nuovo...