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Lavoro precario e "vuoto"


Hayley

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Eurogianlu
16 ore fa, robinbreak ha scritto:

Boh, potrei scrivere un papiro su tutto quello che e' completamente sbagliato in questo modo di ragionare e di vivere la propria carriera lavorativa.

Non e' il lavoro ad essere precario e vuoto, ma sei tu precaria e vuota sul lavoro.

Non ho voglia di sprecare il mio tempo perche' tanto, dopo le parole al vento, la pancia dettera' la linea.

Il mio consiglio e' quello di farti mettere incinta dal tuo ragazzo e fare la casalinga e la mamma, e concentrarsi il 100% sulla famiglia.

Il lavoro non fa per te.

Mentre la famiglia potrebbe darti grandi e durature soddisfazioni.

Buona fortuna

Condivido al 100%

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senza nome
5 ore fa, comeback ha scritto:

Poi ti risponderà @robinbreak

Premetto che quando ho risposto, mi sono basato sull'assunto di figure junior 0-1 anni di lavoro o massimo 3, in altre parole figure che le aziende reclutano sulla base dei parametri che ho citato. Sono sempre quelli, dove età e Ateneo di laurea con voto sono i parametri più premianti, quelli che hanno una considerazione maggiore.

Rispetto alla tua domanda non comprendo il senso di investire in skills più incline verso una autoimprenditorialità per poi riuscire ad essere appetibile alle grande aziende. Credo vada da se che se hai in mano un buon progetto o una idea da sviluppare, quindi dovrai fare raccogliere capitali, incontrare imprenditori, e via dicendo, o dopo n-anni inizi a fare dei cash flows veri o qualcuno ti assorbe.

 

 

Grazie,

grazie anche a @robinbreak

 

 

Come non mi sono spiegato.

Non vuole essere un provo questa cosa, così che dopo riesco a farmi assumere da xxx, ma quanto: se questo progetto va male, ho assunto comunque skills rivendibili anche in mercato del lavoro da consulente/dipendente?

Partire in proprio, con così poca esperienza, si rivela solitamente troppo limitante, sia per il progetto intrapreso, che per una possibile carriera(anche da imprenditore)?

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robinbreak
56 minutes ago, senza nome said:

Grazie,

grazie anche a @robinbreak

 

 

Come non mi sono spiegato.

Non vuole essere un provo questa cosa, così che dopo riesco a farmi assumere da xxx, ma quanto: se questo progetto va male, ho assunto comunque skills rivendibili anche in mercato del lavoro da consulente/dipendente?

Partire in proprio, con così poca esperienza, si rivela solitamente troppo limitante, sia per il progetto intrapreso, che per una possibile carriera(anche da imprenditore)?

Sono skill rivendibili nella vita, lavorativa ma anche sociale e familiare, non solo nel mercato.

Se guardo ai periodi della mia vita che più mi hanno fatto crescere come uomo, come imprenditore e come lavoratore, sono state quelle situazioni in cui mi sono spinto così tanto fuori dal recinto del conosciuto e della prudenza, che si sono rivelate di per sè fallimentari. È proprio quando sei col culo per terra che inizi a fare chiarezza, e ad imparare dal progetto miseramente fallito.

Quelle situazioni mi hanno permesso di capire fin dove ero capace di arrivare. Quali fossero i miei limiti. E un piano d'azione per superarli.

E sono tutt'ora convinto che il fallire (fallire ma provandoci fino in fondo al 110%!!!) sia un passaggio essenziale e formativo della propria forgia umana.

Fail harder. Fail better.

Il mondo sta cambiando. In meglio.

E uno dei trend è evidente: ognuno imprenditore di se stesso.

Fatevene una ragione.

Modificato da robinbreak
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Hayley
Il 23/8/2019 alle 20:10 , comeback ha scritto:

Generalmente i recruiters italiani di aziende grandi, piuttosto rigidi e ligi a determinati vincoli, valutano i seguenti parametri:

- voto di laurea

- Ateneo, con vie preferenziali verso alcuni verso alcuni atenei.

- età

- esperienze culliculari o extra. Per la maggiore vanno cose come l'Erasmus, eventuali stage (anche inutili ma di nome), tesi, partecipazioni ad eventi accademici e / o esperienze di organizzazione o associazionismo.

Di questi parametri che hai citato direi che sono favorita per voto di laurea, forse età (mi sono laureata da meno di un anno). Non direi che un 2/4 sia molto favorevole, vista l'altra concorrenza.

Il 23/8/2019 alle 20:10 , comeback ha scritto:

Quanto può sei aderente a questi parametri tanto più poi essere ambiti per entrare in aziende o network più grandi, che non vuol dire necessariamente ideali ma che ti permettono di farti del male, soffrire, in ambienti mediamente molto competitivi, spesso sleali, e quasi sempre poco meritocratici ma nei quali imparerei prima di tutto a stare al "mondo".

Non ci vedo allora molti vantaggi sinceramente a lasciare una piccola azienda dove, per quanto riguarda la relazione con il capo, sono tranquilla e a mio agio.

Il 23/8/2019 alle 20:10 , comeback ha scritto:

- Non sprecherei tempo pensando che una lingua conosciuta sia un grande investimento. L' inglese va conosciuto di default e non è più una skill, potresti provare a studiare francese o tedesco ma temo avrai grosse difficoltà perché le lingue si imparano quando veramente fai una full immersion totale.

Di lingue straniere conosco bene inglese e francese. Direi che di entrambe sono intorno ad un livello B2-C1, forse un po' meno adesso che è da mesi che non li pratico, ma potrei sfruttare questi momenti morti per riprenderli un po' per non perdere la padronanza della lingua.

Il 24/8/2019 alle 00:18 , senza nome ha scritto:

- Sulla questione di avere periodi morti durante la giornata o in talune settimane può essere normale.

Detta così immagino di sì. Ma io sono stata assunta a marzo, il primo mese avevo delle cose da imparare e fatture in arretrato da fare, quindi avevo tutte le giornate piene. Ma dalle festività del 25 aprile in poi ti giuro che, tranne per qualche giornata, la situazione era quella descritta: massimo due ore su sette che ero occupata, il resto del tempo il nulla cosmico.

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Hayley
Il 23/8/2019 alle 23:32 , robinbreak ha scritto:

Boh, potrei scrivere un papiro su tutto quello che e' completamente sbagliato in questo modo di ragionare e di vivere la propria carriera lavorativa.

Lo so hai completamente ragione. Forse l'ho detto nel post, fino ad un paio di anni fa ero piena di ambizioni, voglia di mettermi in gioco, e sicuramente non mi sarei accontentata di un lavoro come questo.

Durante l'ultimo anno di università mi sono rovinata a livello mentale, non solo per quanto riguarda ambizioni in ambito lavorativo ma anche nella vita privata, e non so più come tornare sulla "retta via".

Il 23/8/2019 alle 23:32 , robinbreak ha scritto:

Il mio consiglio e' quello di farti mettere incinta dal tuo ragazzo e fare la casalinga e la mamma, e concentrarsi il 100% sulla famiglia.

Non rovinerei mai così la vita di un figlio, non ne voglio proprio perché mi sono resa conto di non essere abbastanza responsabile a crescerne uno.

  • Grazie! 1
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Eurogianlu
4 minuti fa, Hayley ha scritto:

 

Non rovinerei mai così la vita di un figlio, non ne voglio proprio perché mi sono resa conto di non essere abbastanza responsabile a crescerne uno

Non vorrei essere brutale...

Ma se la pensi cosi sulla famiglia e i figli... come puoi sentirti responsabile per un lavoro, una carriera, il prossimo ecc.

Probabilmente sei molto immatura e bambina nonostante la laurea ecc. dovresti fare del volontariato magari in posti pesanti (reparti oncologici, pediatria...)

Io ho la "fortuna" di andare spesso al Gaslini (grazie al cielo per controlli di routine di mia figlia) vedessi come fa bene a tutti rendersi conto delle priorità della vita.

TI Manca proprio l'idea di voler costruire qualcosa...

Riflettici... un abbraccio

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vol-à-voile

LinkedIn signori, il tanto bistrattato LinkedIn.
Lessi tempo fa un articolo de el País dove la gente diceva che non usava LinkedIn e come motivazioni uscivano fuori cose assurde, tipo che non c'era spazio di interazione, che alla fine non si quagliava niente (anche a livello di sarge - si, avete letto bene - e di possibile creazione di cerchie sociali) e che dulcis in fundo era difficile da usare.
Concordando in parte con l'ultima considerazione, direi che LinkedIn è quanto di più semplice da utilizzare una volta capito il meccanismo.
Ho trovato lavoro tramite LinkedIn, ho trovato altri colloqui sempre tramite lo stesso mezzo e non riesco a trovare un miglior motore di ricerca per i lavori del mio campo.

Chiaro che i profili ricercati da LinkedIn sono figure professionali "corporative", per cui se si è salumieri o giardinieri e si finisce lì sopra, ci sono scarse possibilità di trovare un lavoro attinente a quel settore.

Vista la tua laurea in Economia, io gli darei una possibilità.

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Hayley
55 minuti fa, Eurogianlu ha scritto:

Non vorrei essere brutale...

Ma se la pensi cosi sulla famiglia e i figli... come puoi sentirti responsabile per un lavoro, una carriera, il prossimo ecc.

Non sei brutale, anzi mi aiuti a riflettere.

Però da parte mia credo che, nella mia immaturità, mi rendo conto dei miei limiti e non li supero.

Quanta gente al giorno d'oggi fa figli per poi non seguirli adeguatamente nella crescita, non educandoli propriamente. Vedo gente in giro che ha dei figli, che magari sono maleducati o fastidiosi, e invece che rimproverarli ed educarli, semplicemente se ne fregano. Se una persona fa un figlio, deve starci dietro 27 ore su 24 al giorno, la tua vita diventa tuo figlio, devi seguirlo in ogni cosa (quantomeno all'inizio).

Questa è la mia idea di crescere un figlio. E so già che non riuscirei a crescerne uno.

La sorella del mio ragazzo ha due splendidi bambini e soprattutto con quello di 6 anni ci passo sempre molto tempo insieme quando lo vedo. Anche se lo conosco da pochi mesi abbiamo già legato molto, e ammetto che mi piace molto come bambino, ma è stancante. E non riuscirei a farlo tutti i giorni. Per non parlare della piccolina che ha un anno e mezzo, un terremoto!

La loro mamma è fantastica, sempre che li segue, li rimprovera quando serve, li ama, li coccola.

E per quanto possa ammirarla, non riuscirei a fare quella vita. Semplicemente riconosco di non essere portata a farla.

 

Per quanto riguarda la responsabilità sul lavoro ecc, hai perfettamente ragione, infatti ho ammesso anche nel post iniziale che mi ritrovo spesso a cazzeggiare durante il lavoro, quindi mi mancano responsabilità e disciplina. Ma se avessi una pila di fogli sulla scrivania di roba da fare, sicuramente non sarei su internet a svagarmi (se non per quei cinque minuti di pausa per staccare il cervello).

 

1 ora fa, Eurogianlu ha scritto:

TI Manca proprio l'idea di voler costruire qualcosa...

Ce l'avevo. Un tempo volevo una famiglia, dei figli, una casa, un buon lavoro.... volevo tante cose. E ho lavorato sodo per averle, infatti mi sono impeganta per riuscire ad avere quella votazione alla laurea. Poi boh, semplicemente è svanito tutto.

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Hayley
1 ora fa, vol-à-voile ha scritto:

LinkedIn signori, il tanto bistrattato LinkedIn.

Ci ho provato, ma ammetto di non essermi impegnata abbastanza. Anche perché la sua forza (credo) risieda nelle connessioni con altre persone, sviluppare un circolo di conoscenze.

Io avevo già poche conoscenze nella mia città (dove sono nata e ho studiato). Ora che mi sono trasferita, ne ho zero.

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Giraluna
4 ore fa, Hayley ha scritto:

Ora che mi sono trasferita, ne ho zero.

Ho letto un po tutto. 

Non sto a divagare sul tuo lavoro e dove trovarlo. Mi farebbe piacere capire cosa ti ha spinta a trasferirti dal tuo ragazzo senza aver minimamente calcolato che stavi a zero circolo sociale.

Letta così il nocciolo non è che sei svogliata o indisciplinata bensì succube di un sistema parecchio eloquente: aver sacrificato la tua vita per amore. 

Innanzitutto occorre chiarire come siete giunti al tuo trasferimento e poi quello che ti ho scritto all inizio. 

Gli altri vedono il tuo lavoro, io vedo il tuo totale assorbimento ad una vita che non ti compete solo per aver accettato di seguirlo. 

Da qui si capirebbe perché sei svogliata nonostante la laurea e l intelligenza, perché hai zero cerchia sociale nonostante il timido tentativo di scrivere qui. 

Hai cambiato casa e vita passando da casa tua e dallo studio a fare la piccola viaggiatrice in terre non esplorate come la ragazza in casa di qualcuno. 

Ti dice nulla questo?

Cambiare lo si fa per evadere da qualcosa. Migliorare invece richiede costanza e l attraversamento di fasi oscillatorie che poi vengono regolate su un binario più o meno stabile o per lo più maggiormente sicuro rispetto al passato. 

Tu hai solo cambiato la tua situazione. Il lavoro e la tua vita sono in riflesso di chi potresti invece diventare migliorando. 

Da cosa stai scappando Hayley? Cos é accaduto in quell ultimo anno da farti disilludere così tanto? 

Modificato da Giraluna
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