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Triathlete_lover

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Triathlete_lover
Inviato (modificato)
Il 27/3/2020 alle 13:58 , Amon ha scritto:

Quanto a classici russi ho ripreso tutto Dostoevskij, da "Le notti bianche" in poi. Per alcuni può risultare pesantuccio, ma se ti piace il genere di sicuro già lo conosci e lo apprezzi.

Io lo trovo intensissimo. Poi lui è conosciuto proprio per l'abilità di tracciare profili psicologici accurati e realistici nei suoi personaggi. Leggere Dostoevskij è un po' come leggere di psicologia.

Poi adoro Tolstoj e Bulgakov; di quest ultimo, su tutti, ti consiglio "Il maestro e Margherita", capolavoro immortale e "Cuore di cane".

In psicologia ho una serie di saggi sui più disparati argomenti, non saprei cosa consigliarti, devi prima capire qual è il ramo di tuo interesse. Ma se non sei molto pratico del settore potrebbero risultare più utili dei buoni libri di crescita personale.

Quanto alla scrittura può risultare 'terapeutico' scrivere di proprie esperienze negative del passato, anche andando a sottoporre gli eventi a un forte ribaltamento prosistico, a volte indispensabile agli scopi narrativi.

In pratica lo scrivere di quelle cose potrebbe farti digerire meglio piccoli e grandi traumi che ancora non sei riuscito a mandare giù. Puoi anche scrivere la versione del "come ti comporteresti in quell'evento tornando indietro nel tempo".

O anche semplicemente buttare giù dei racconti, ma ti accorgerai che in ciò che andrai a produrre ci sarà sempre qualcosa di te.

Infatti il primo modo che ti dicevo corrisponde solo a una scrittura più diretta e consapevole.

Mi sono avvicinato ai russi per la prima volta qualche anno fa; il primo che lessi e apprezzai è stato Anton Checov, di cui ho letto alcune opere teatrali e racconti brevi (tra cui "Il Monaco nero", e "La fidanzata" e) di Dostoevskij iniziai "Memorie del Sottosuolo" e ho letto "Le notti bianche", ma vorrei approfondirlo, poi Tolstoj in particolare "Padre Sergio" e "La morte di Ivan Ilic" sono i racconti che ho apprezzato maggiormente.  Tra gli altri ho iniziato "Padri e figli" di Turgenev. Purtroppo però li ho abbandonati dedicandomi più alla letteratura americana a livello di narrativa.

Di Psicologia sono interessato principalmente ai temi della "Personalità"  e del "carattere",  sul perchè facciamo determinate scelte  nella vita professionale e sentimentale, infatti ho letto " Tipi Psicologici" di Jung, e un libro di una giornalista Susan Cain, intitolato il Potere degli introversi, dove esamina le differenze tra introversione ed estroversione, facendo riferimento anche a differenze a livello cerebrale nella reazione agli stimoli. Insomma sono interessato all'uomo inserito nelle dinamiche sociali in generale. Mi piace anche scrivere racconti autobiografici principalmente, quindi mi ritrovo molto in quello che dici, quando ti riferisci che parlare delle proprie esperienze sia terapeutico e ti aiuta anche a rimarginare ferite del passato. 

Una curiosità, dati questi tuoi interessi, svolgi qualche attività legata al ramo umanistico, o è semplicemente una tua passione?

 

Modificato da Triathlete_lover
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Triathlete_lover
Il 27/3/2020 alle 14:08 , Thetraveller87 ha scritto:

Oh ma la butto lì:perchè non diradi i contatti via chat e proponi delle chiamate/video chiamate con le tipe?

Ti distingui dalla massa e non passi tutto il tempo a chattare

Proposto a una in particolare, ma al momento è restia, preferisce la chat. Per il resto ti parlo con sincerità il game virtuale mi annoia alquanto, sono più un tipo, da approccio dal vivo, diciamo che me la sto prendendo "di pausa" in questo campo, in attesa di tempi migliori xD (Magari sbaglio è, ma gli approcci virtuali, abbordare ragazze sui social senza poter proseguire dal vivo proprio non lo digerisco

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Amon
19 ore fa, Triathlete_lover ha scritto:

Una curiosità, dati questi tuoi interessi, svolgi qualche attività legata al ramo umanistico, o è semplicemente una tua passione?

Sono un creativo ma faccio tutt'altro. Per un po' ci ho provato a lavorare con la scrittura, ma purtroppo si tratta di un ramo dove non basta avere del talento, lavorare sodo e crederci. Innanzitutto il mercato richiede una forma precisa, che è quella del romanzo (con poche eccezioni).

In secondo luogo, quel romanzo, deve avere una serie di caratteristiche che lo rendano appetibile da un punto di vista commerciale. Non basta avere un'ottima idea, strutturarla e scrivere bene. Ci va anche dell'altro.

E se così non fosse, se ci pensi, saremmo (quasi) tutti grandi scrittori.

A me era stato richiesto un forte compromesso tra il mio stile di scrittura - crudo, asciutto e diretto - e quello che il mercato italiano richiedeva in quel momento, cioè una prosa più morbida e modellata al senso comune.

Senza contare che io do il massimo (e mi diverto di più) con racconti brevi o intermedi, mentre dalle case editrici, come ti dicevo, è praticamente sempre richiesta la forma romanzo.

A quel punto capii che certe passioni possono restare tali, senza dover per forza diventare un lavoro e tendere all'eccellenza. Possono essere coltivate in piccolo e al tempo stesso continuare ad arricchire la tua vita.

Lo dico con cognizione di causa, perché altre passioni, invece, le ho trasformate in lavoro e posso affermare che non è sempre facile preservare il piacere genuino che queste ti davano all'inizio.

Soprattutto se hai necessità di barcamenarti anche con clienti, fornitori, attrezzatura, fisco e tutta una serie di aspetti che prima, essendo quell'attività un semplice passatempo, non dovevi gestire.

Vuoi mettere le stress di uno scrittore che deve consegnare una stesura definitiva entro un certo giorno, con la libertà di poter scrivere di quel che si vuole, come si vuole, senza vincoli di tempo... facendo infine leggere il prodotto della tua mente a pochi intimi, che ti apprezzano o comunque ti danno feedback sinceri.

Puoi addirittura fare come noi, che uniamo psicologia a scrittura e tiriamo fuori delle piccole "bombe terapeutiche".

Se interessa si potrebbe addirittura aprire un thread dove si buttano giù relazioni e appuntamenti passati (solo cose andate più o meno male), ma per come li si vivrebbe col senno di poi.

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Bonus

Credo che chattare a lungo in questo periodo sia controproducente. È il momento di far cuocere un pó di HB e per le new entry giusto degli spot ogni settimana per stuzzicarle. 
Per me il game si fa dal vivo, là chat è solo un aiuto. Solo chat le perdi. Quindi meglio allentare i ponti così puoi remixarle in seguito.

Ovviamente tutto questo discorso fila se hai abbondanza.

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Triathlete_lover
Il 29/3/2020 alle 14:02 , Amon ha scritto:

Sono un creativo ma faccio tutt'altro. Per un po' ci ho provato a lavorare con la scrittura, ma purtroppo si tratta di un ramo dove non basta avere del talento, lavorare sodo e crederci. Innanzitutto il mercato richiede una forma precisa, che è quella del romanzo (con poche eccezioni).

In secondo luogo, quel romanzo, deve avere una serie di caratteristiche che lo rendano appetibile da un punto di vista commerciale. Non basta avere un'ottima idea, strutturarla e scrivere bene. Ci va anche dell'altro.

E se così non fosse, se ci pensi, saremmo (quasi) tutti grandi scrittori.

A me era stato richiesto un forte compromesso tra il mio stile di scrittura - crudo, asciutto e diretto - e quello che il mercato italiano richiedeva in quel momento, cioè una prosa più morbida e modellata al senso comune.

Senza contare che io do il massimo (e mi diverto di più) con racconti brevi o intermedi, mentre dalle case editrici, come ti dicevo, è praticamente sempre richiesta la forma romanzo.

A quel punto capii che certe passioni possono restare tali, senza dover per forza diventare un lavoro e tendere all'eccellenza. Possono essere coltivate in piccolo e al tempo stesso continuare ad arricchire la tua vita.

Lo dico con cognizione di causa, perché altre passioni, invece, le ho trasformate in lavoro e posso affermare che non è sempre facile preservare il piacere genuino che queste ti davano all'inizio.

Soprattutto se hai necessità di barcamenarti anche con clienti, fornitori, attrezzatura, fisco e tutta una serie di aspetti che prima, essendo quell'attività un semplice passatempo, non dovevi gestire.

Vuoi mettere le stress di uno scrittore che deve consegnare una stesura definitiva entro un certo giorno, con la libertà di poter scrivere di quel che si vuole, come si vuole, senza vincoli di tempo... facendo infine leggere il prodotto della tua mente a pochi intimi, che ti apprezzano o comunque ti danno feedback sinceri.

Puoi addirittura fare come noi, che uniamo psicologia a scrittura e tiriamo fuori delle piccole "bombe terapeutiche".

Se interessa si potrebbe addirittura aprire un thread dove si buttano giù relazioni e appuntamenti passati (solo cose andate più o meno male), ma per come li si vivrebbe col senno di poi.

Concordo con quello che dici, tranne per il fatto che saremmo quasi tutti grandi scrittori ( premesso che bisogna capire che metro si vuole utilizzare per definire uno scrittore grande. Perchè considerando le vendite anche Fabio Volo è un GRANDE scrittore) . A parte questo posso chiederti le esperienze che hai avuto con il mondo dell'editoria? Cioè come ti ci sei avvicinato, come sei entrato poi in contatto ecc? 

Ci sta il voler coltivare le proprie passioni senza stress, poi magari dipende anche dal carattere, Ci sono persone che rendono di più sotto pressione e altre che invece per fare un buon lavoro hanno bisogno di calma e tranquillità. Poi è chiaro è anche una decisione personale, oltre che una fortuna quella di decidere di far diventare una propria passione un lavoro e sapere a quello che si va incontro. Io personalmente con la scrittura ho sempre avuto un rapporto più intimo, per intenderci non mi sono mai lanciato come possibile scrittore o mandato qualche scritto da qualche parte (anche se non ti nego che mi piacerebbe farlo in futuro). Mi spieghi meglio la questione del Thread degli appuntamenti passati? Mi sembra una cosa interessante, ma non ho capito bene cosa intendi fare

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