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La società individualista di oggi, come farsi spazio


Oceano123

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gort
1 ora fa, Edo ha scritto:

Non capisco perché il capitalismo è male e ho la fortuna di non aver mai invidiato nessuno (semmai ultimamente pare che siano gli altri a invidiarmi ma non ho ancora capito perché dal momento che non ho nulla di invidiabile)

Questione interessante quella dell'invidia.

 

Io ho sempre invidiato un sacco di gente, ma MAI in maniera distruttiva, tipo sparlando del prossimo.

Sono entusiasta che ci siano persone migliori di me.

Queste persone diventano segretamente mie avversari e il mio obiettivo è batterli lealmente sul campo.

Si potrebbe dire che soffro di eccessivo agonismo, ma è la mia energia vitale e mi spinge a dare il meglio.

Quando e se supero qualcuno, il successo rimane tra me e me.

Se voglio far sapere sui social cosa ho conseguito, lo dico, ma senza confronti. Riguarda solo me.

 

2 ore fa, Oceano123 ha scritto:

Non voglio fare un'analisi approfondita di come sta girando il mondo da anni, voglio sapere i vostri metodi pratici per sopravvivere in questa società individualista, capitalista incentrata nel privilegio del vincitore e nel completo abbandono del perdente. Il continuo paragonarsi con chi ce la fa e invidiare vite altrui con i continui input che i social network ci trasmettono quotidianamente. 

L'essermi ritagliato un'oasi di serenità indipendente dalla società stessa, cioè l'aver trovato delle attività che mi fanno stare bene da solo.

Non so come spiegarlo, mi danno pace mentale. E sono attività comunissime. Forse è più importante il valore che hanno per me.

È come una sorta di capacità di isolarsi. Forse dovuta al mio background di scarsità sociale/affettiva (non voluta).

Inoltre, molte cose invidiate da altri a me non interessano.

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Spaceman
2 ore fa, Edo ha scritto:

Benissimo

Essendo donna questa società è praticamente fatta su mia misura e mi ci trovo davvero bene

Non capisco perché il capitalismo è male e ho la fortuna di non aver mai invidiato nessuno (semmai ultimamente pare che siano gli altri a invidiarmi ma non ho ancora capito perché dal momento che non ho nulla di invidiabile)

Ritengo sia giusto premiare il vincitore, d'altronde proprio qui sul forum si parla di quello che fa la Natura che privilegia il vincente e sfavorisce il perdente (nonostante l'essere umano provi a controbilanciare il tutto e così abbiamo dei tacchini che aggirano per le nostre città rischiando pure di trovare da scopare)

Ciao Edo mi fa piacere che tu ti trova benissimo in questa società ed è una gran bella virtù quella di essere nella condizione di non invidiare.

Denota una certa sicurezza nelle proprie possibilità e nella realizzazione personale, bene!

Poi prosegui con una visione molto pragmatica riguardo la società e ai meriti, forse perché tu sei sempre riuscita ad ottenere con più o meno impegno quel che ti eri prefissata.

Ora non conosco le tue mire e gli obbiettivi che ti sei posta e al metodo e la mentalità che ti hanno aiutata ad ottenerli, ma siamo certi che vincente sia sempre sinonimo di migliore? 

Con tutte le accezioni che possiamo attribuire alla parola "migliore" io guardandomi intorno vedo un sacco di vincenti che le cose le hanno ottenute con sotterfugi, inganni, scappatoie, ai danni delle altre persone, per una spietata mania di arrivismo senza scrupoli o per semplici bias di apparenza dettati da questa società che premia molto l'apparenza.

Viceversa vedo un sacco di persone capaci, abili e di buon animo che non riescono ad ottenere un granché da questa vita e arrancano parecchio, perché sprovvisti di abilità di leccapiedi, di conoscenze strategiche o semplicemente per un fatto di onestà e non essere partiti da posizioni di privilegio (economiche, sociali, estetiche)

Non voglio generalizzare ovviamente, non tutti i vincenti non sono degni di esserlo e non tutti i perdenti sono delle persone meritevoli, anzi la maggior parte forse è collocata nel contesto adeguato o che merita, ma questa casistica fuorviante dalla norma esiste e non è poco degna di considerazione, per quanto mi riguarda.

Digressione che va al di là di chi decida di fare vincere madre natura, la vita, il capo o i guardiani del destino.

 

Modificato da Spaceman
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28 minuti fa, Spaceman ha scritto:

Con tutte le accezioni che possiamo attribuire alla parola "migliore" io guardandomi intorno vedo un sacco di vincenti che le cose le hanno ottenute con sotterfugi, inganni, scappatoie, ai danni delle altre persone, per una spietata mania di arrivismo senza scrupoli o per semplici bias di apparenza dettati da questa societ.

Viceversa vedo un sacco di persone capaci, abili e di buon animo che non riescono ad ottenere un granché da questa vita e arrancano parecchio, perché sprovvisti di abilità di leccapiedi, di conoscenze strategiche o semplicemente per un fatto di onestà e non essere partiti da posizioni di privilegio (economiche, sociali, estetiche)

Non voglio generalizzare ovviamente, non tutti i vincenti non sono degni di esserlo e non tutti i perdenti sono delle persone meritevoli, anzi la maggior parte forse è collocata nel contesto adeguato o che merita, ma questa casistica fuorviante dalla norma esiste e non è poco degna di considerazione.

Digressione che va al di là di chi decida di fare vincere madre natura, la vita, il capo o i guardiani del destino

Bella riflessione questa

Ma per me questi sono solo degli apparenti vincenti

Se vai a scavare bene (ma bene però) scopri che queste persone sono quelle più inclini a depressione e one itis, due cose che per me non sono di certo segno di vittoria

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31 minuti fa, gort ha scritto:

Sono entusiasta che ci siano persone migliori di me.

Queste persone diventano segretamente mie avversari e il mio obiettivo è batterli lealmente sul campo.

Si potrebbe dire che soffro di eccessivo agonismo, ma è la mia energia vitale e mi spinge a dare il meglio

Questo secondo me è molto positivo e trovo meraviglioso che i successi degli uni possano stimolare anche gli altri

31 minuti fa, Spaceman ha scritto:

ma siamo certi che vincente sia sempre sinonimo di migliore? 

Assolutamente, il fallimento fa parte del percorso solo che quando vado non lo sai, oggi però puoi essere a terra domani chi lo sa

2 minuti fa, Edo ha scritto:

Bella riflessione questa

Ma per me questi sono solo degli apparenti vincenti

Se vai a scavare bene (ma bene però) scopri che queste persone sono quelle più inclini a depressione e one itis, due cose che per me non sono di certo segno di vittoria

O comunque sia, chi gli sta intorno sa benissimo come hanno ottenuto quello che hanno e non vengono ritenuti dei modelli a cui ispirarsi o stimolanti, come possono essere quelli che stimolano Gort

Tanto sta comunque alla morale di ognuno, trovo che una persona un domani debba poter guardarsi indietro e non farsi schifo, anche in base a questo decidi chi è un vincente o meno secondo me 

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Spaceman
1 ora fa, Edo ha scritto:

Bella riflessione questa

Ma per me questi sono solo degli apparenti vincenti

Se vai a scavare bene (ma bene però) scopri che queste persone sono quelle più inclini a depressione e one itis, due cose che per me non sono di certo segno di vittoria

Scusa Edo, ma mi sembra un'astrazione un po' generalizzata.

E soggiungo inoltre che non ci vedo niente di male ad essere invaghiti di una persona in determinati casi e con l'adeguata consapevolezza.

Anzi essere innamorati di una persona in mezzo a miriadi di persone è una condizione meravigliosa e quasi miracolosa.

Il cuore ti batte per una causa, e tutto appare dannatamente bello e leggero.

Certo cadere nell'illusione romantica che tutto durerà incontrovertibilmente in eterno senza mai cambiare di una virgola è assurdo, ma dimmi, quale cinico non vorrebbe provare certe emozioni, certe passioni?

Per quanto riguarda i depressi talvolta soffrono di un brutto male è vero, quello di aver capito troppo di questa vita e di avere un'intelligenza e razionalità superiore alla media.

@bruni quando Van Gogh dipinse la notte stellata pensó di non aver realizzato niente di buono e la società gli diede ragione dato che si dice abbia venduto una sola opera.

La sua vita trascorse in povertà e negli stenti e solo dopo la sua morte venne riconosciuta la sua genialità e il suo estro.

Quello che all'epoca e vita natural durante le circostanze hanno circoscritto come quello che potremmo definire un "non vincente", ora a distanza di anni e anni è considerato geniale.

Questo per sostenere che non sempre chi è meritevole ottiene il giusto successo e si tramuta sistemicamente in vincente.

Stesso discorso può essere applicabile al contrario.

 

 

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1 ora fa, Spaceman ha scritto:

Scusa Edo, ma mi sembra un'astrazione un po' generalizzata.

E soggiungo inoltre che non ci vedo niente di male ad essere invaghiti di una persona in determinati casi e con l'adeguata consapevolezza.

Anzi essere innamorati di una persona in mezzo a miriadi di persone è una condizione meravigliosa e quasi miracolosa.

Il cuore ti batte per una causa, e tutto appare dannatamente bello e leggero.

Certo cadere nell'illusione romantica che tutto durerà incontrovertibilmente in eterno senza mai cambiare di una virgola è assurdo, ma dimmi, quale cinico non vorrebbe provare certe emozioni, certe passioni?

Per quanto riguarda i depressi talvolta soffrono di un brutto male è vero, quello di aver capito troppo di questa vita e di avere un'intelligenza e razionalità superiore alla media.

@bruni quando Van Gogh dipinse la notte stellata pensó di non aver realizzato niente di buono e la società gli diede ragione dato che si dice abbia venduto una sola opera.

La sua vita trascorse in povertà e negli stenti e solo dopo la sua morte venne riconosciuta la sua genialità e il suo estro.

Quello che all'epoca e vita natural durante le circostanze hanno circoscritto come quello che potremmo definire un "non vincente", ora a distanza di anni e anni è considerato geniale.

Questo per sostenere che non sempre chi è meritevole ottiene il giusto successo e si tramuta sistemicamente in vincente.

Stesso discorso può essere applicabile al contrario.

 

 

Invaghirsi e innamorarsi non significa andare in one itis

Devo ancora trovare un uomo che non sia andato in one itis: credevo di averlo trovato ma mi sbagliavo

Per quanto riguarda Van Gogh il fatto che abbia venduto più da morto che da vivo non serve a riabilitare la sua persona dato che ha avuto gravi problemi psicologici per tutta la vita

E la favoletta che i depressi abbiano capito più degli altri è appunto una favola che si raccontano le anime un po' deboli

Il tutto imho ovviamente

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3 ore fa, Spaceman ha scritto:

Questo per sostenere che non sempre chi è meritevole ottiene il giusto successo e si tramuta sistemicamente in vincente.

Lungi da me il dire questo, oppure come nel caso da te citato il riconoscimento arriva con il tempo e può essere un tipo di successo e in realtà è stato così per molti studiosi, ma il pittore in vita sua si sentiva un vincente? Alla luce del quadro completo del suo percorso, noi lo consideriamo un vincente? È più importante che ti ritieni tu vincente o la società? (Delle riflessioni così che mi son venute, se qualcuno ha voglia di provare a darci una risposta)

 

 

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Spaceman
1 ora fa, Edo ha scritto:

Invaghirsi e innamorarsi non significa andare in one itis

Devo ancora trovare un uomo che non sia andato in one itis: credevo di averlo trovato ma mi sbagliavo

"One itis" l'ho tradotto in modo grossolano come fissazione per una persona che in qualche modo corrisponde il sentimento. Chiedo scusa se ho inteso in modo errato.

Tuttavia penso sia abbastanza normale cadere almeno una volta in tale condizione a idealizzare una ragazza in particolare se non si dispone di un harem interminabile di donne confacenti i propri gusti intorno a sé pronte a soddisfare qualsiasi desiderio e a distoglierti da qualsiasi incanto e idealizzazione.

Van Gogh era una persona geniale, sensibile e introspettiva che per l'epoca risultó indecifrabile e incomprensibile.

"Malato" di quella estrema lucidità che porta a scrutare nell'animo delle cose, dentro l'abisso.

Per questo poteva avere qualche fragilità psicologica.

Ma oltre a lui potrei citarti molti altri nomi altisonanti che durante l'esitenza non sono stati premiati come vincenti, Galileo, Copernico, Bach.

E poi conosco molte persone nella vita di tutti i giorni che nonostante siano brillanti e con un sacco di skills non ottengono granché perché al posto loro vengono meglio valutate altre persone che magari hanno il vento favorevole delle conoscenze, dello status, della visibilità mediatica, dell'ostentazione dialettica ma che se andiamo a indagare sono inette e poco affidabili nel loro ruolo.

Poi bisogna sempre capire cosa si intende per vincenti, qualcuno può sentirsi bene e realizzato anche nel fare una passeggiata tra i colli, senza quarantena, il sabato pomeriggio perché lo ha libero.

1 ora fa, Edo ha scritto:

E la favoletta che i depressi abbiano capito più degli altri è appunto una favola che si raccontano le anime un po' deboli

Il tutto imho ovviamente

Io ci credo nelle favole, è il lieto fine che spesso viene meno.

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9 ore fa, Edo ha scritto:

Per quanto riguarda Van Gogh il fatto che abbia venduto più da morto che da vivo non serve a riabilitare la sua persona dato che ha avuto gravi problemi psicologici per tutta la vita

E la favoletta che i depressi abbiano capito più degli altri è appunto una favola che si raccontano le anime un po' deboli

Il tutto imho ovviamente

C'è da fare una precisazione secondo me su questo punto:

occhio a non mischiare due aspetti, la "realizzazione" personale/successo con la genialità e altre capacità empatiche/di osservazione della realtà.

Sono cose distinte e non sempre vanno di pari passo, anzi le seconde spesso possono rendere le prime più complicate da raggiungere.

Perchè se hai un motore potente e complesso (genialità e qualità fuori dal normale) non è per nulla detto che tu quel motore lo sappia usare al suo meglio, le stesse possono renderti realizzato come distruggerti.

Paradossalmente una persona più "pragmatica" meno incline allo scavare sotto la superficie delle cose può molto facilmente trovare una sua nicchia e stare "BENE".

Quindi fatte queste precisazioni esistono individui che personalmente hanno vissuto vite infernali anche a causa delle loro qualità ma che hanno lasciato una eredità importante al resto del genere umano.

Non è una questione di "favoletta" ma che la comprensione della realtà sia una cosa da maneggiare con cura sicuramente e che comporta dei rischi è "concetto vecchio come il mondo".

Non banalizzerei questa cosa ecco.

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Spaceman
9 ore fa, bruni ha scritto:

Lungi da me il dire questo, oppure come nel caso da te citato il riconoscimento arriva con il tempo e può essere un tipo di successo e in realtà è stato così per molti studiosi, ma il pittore in vita sua si sentiva un vincente? Alla luce del quadro completo del suo percorso, noi lo consideriamo un vincente? È più importante che ti ritieni tu vincente o la società? (Delle riflessioni così che mi son venute, se qualcuno ha voglia di provare a darci una risposta)

 

 

Ci sono infinite situazioni di cui si può parlare del tema ma poi uscendo da certi contesti subentrerebbero relativismi e soggettivismi dilaganti.

Tu stessa infatti sottoponi domande a cui è difficile dare una risposta netta e imprescindibile da un solo punto di vista ed anche potendo beneficiare di un'ipotetica risposta dell'interessato si cadrebbe comunque nel relativismo.

Una persona ad esempio può considerarsi essa stessa vincente riuscendo ad arrivare a fondo ad una maratona senza averla vinta mentre agli occhi del grande pubblico il vincente sarà solo colui che taglia per primo il nastro del traguardo.

Possiamo parlare di vincenti o perdenti tenendo conto di un determinato "point of view" senza scordarci del relativismo che vige sullo sfondo.

Come esempio ipotetico mettiamo due ragazzi in chat che chiedono di uscire ad una ragazza.

La ragazza potrebbe scegliere di uscire con quello con il profilo più curato,  la foto del tavolo in disco con in mano il dom perignon, il vestito di lusso, la Porche e così via.

Mentre l'altro è un bel ragazzo ma con poche foto fatte male, il profilo da nerd trascurato in cui traspare una vita apparentemente insignificante e non viene preso minimamente in considerazione.

Ecco che si potrebbe individuare in questo piccolo contesto un vincente nel primo ragazzo e un perdente nel secondo (contestualizzato nel caso descritto, non in ambito generale dove non abbiamo ancora altre variabili su cui basarci e in cui si scenderebbe ulteriormente nel relativismo).

Mettiamo poi che andiamo ad indagare nella vita dei due ragazzi e  scopriamo che il primo è stato scelto ma quella che esibiva sui social era una vita ostentata ed in realtà la foto del dom perignom era solo relegata al compleanno, la Porche era di un amico e i vestiti di lusso presi a noleggio e restituiti e la sua personalità e la sua vita risultano vuote come il suo portafoglio.

Mentre il secondo non ha un profilo curato perché non ama ostentare frivolezza ed inoltre è detentore di poco tempo disponibile in quanto è un medico ricercatore che riuscirà a collaborare nella realizzazione di un vaccino che proteggerà il mondo da un'imminente epidemia.

Ora la ragazza che ha scelto non poteva sapere chi fossero realmente i due ragazzi e nel piccolo contesto ha decretato un vincitore e un perdente sulle sue percezioni e sulle informazioni che ha potuto estrapolare da dei social che in alcuni casi potrebbero portare ad una giusta scelta per lei.

Ma con tutto l'estremo relativismo che possiamo usare, tenendo conto che stiamo parlando di solo un esempio iperbolico questa volta ha decretato un vincitore che in realtà non sarebbe il "migliore" per lei dato che poniamo che in un universo parallelo abbia conosciuto l'altro ragazzo medico scoprendo  essere il ragazzo perfetto per lei, quello dei suoi sogni quando era piccola.

Con questo non voglio assolutamente suggerire che chi ha il profilo social curato sia meno vagliabile di interesse o abbia un'esistenza più patetica rispetto a chi lo ha trascurato, attenti bene! Ogni persona è un mondo a sé e le variabili e le situazioni sono infinite e non riuscirei nemmeno a identificare una tendenza. Anzi in tanti casi la gestione ottimale del profilo viene imposta proprio dalla professione stessa.

Il mio era solo un esempio di una situazione che tuttavia potrebbe essere  accaduta anche realmente e contestualizzato ad un piccolo ed insignificante episodio nel bel mezzo dello sconfinato oceano della vita dove tutto dipende da che punto si osserva lo scenario.

 

 

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