Boulevard [Élite] 1979 Inviato 3 Giugno 2020 Autore Condividi Inviato 3 Giugno 2020 On 5/24/2020 at 10:59 PM, Alexis2 said: Forse l'infelicità deriva dal non trovare un senso a tutto quanto? Nemmeno nell'oggi, nemmeno nelle piccole cose. bel post Alexis, un po nichilista.. l'infelicità tecnicamente è una scelta, come lo è la felicità, ma cosa vuol dire essere felici e cosa vuol dire essere tristi? non parliamo di bianco e nero, ci sono tante sfumature. anche se dai ad una persona "infelice" tutto quello che pensa (!!) che la possano rendere felice, non cambierà un cazzo, dopo il boost iniziale tornarà al suo stato di default e anzi si sentirà pure peggio, finendo in depre. come la maggior parte di quelli che vincono alla lotteria. Un saggio diceva, la vita è il 20% quello che ti succedde e l'80% come reagisci, davanti ad ogni evento che ci accade abbiamo di fronte a noi una sorta di bivio, se vedere il lato positivo (oppure bicchiere mezzo pieno...) o quello negativo...(mezzo vuoto), andare a destra o sinistra. è il problema, ricoleggato al titolo del topic, è che molta gente si indetifica solamente con le emozioni negative, per abitudine è abituato a farlo, e si sente viva solamente in quel momento, è quando magari ha qualche momento felice non si sente se stesso, magari di non meritarlo, è in qualche modo la sua identità, riicoleggato al mio post precedente, cambiare questo, invertire il ciclo, richiede molte energie, è queste energie fondamente non stanno venendo usate per qualcosa nesassario alla sopravvivenza, per questo per la maggior parte è impossibile invertire la rotta. anche apprezzare le piccole cose che abbiamo, pensare positivo, crea una spirare di positività, e non parlo di qualcosa di finto o fine a se stessa, ma siccome la vita fa già abbastanza schifo così com'è (lol), perchè scegliere di vivere ogni giorno come se fosse una via crucis, come la massa, o prenderà così come viene e viverla spersierati e vedere il bello intorno a noi? solo che odiare, essere invidiosi, pensare negativo, è moltooo più facile di amare e pensare positivo e pensare in modo analitico su noi stessi. è pensieri del genere portano ad altro dolore...e così via... Crescendo63 e Carlins ha reagito a questo 2 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Alexis2 [Donna] 4536 Inviato 3 Giugno 2020 Condividi Inviato 3 Giugno 2020 42 minuti fa, Boulevard ha scritto: l'infelicità tecnicamente è una scelta, come lo è la felicità, Secondo me non é una scelta O almeno non lo é totalmente Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Questo è un messaggio popolare. sasa4 [Élite] 1778 Inviato 3 Giugno 2020 Questo è un messaggio popolare. Condividi Inviato 3 Giugno 2020 18 minuti fa, Boulevard ha scritto: solo che odiare, essere invidiosi, pensare negativo, è moltooo più facile di amare e pensare positivo e pensare in modo analitico su noi stessi. Esatto. La parola è: facile. Ma hai capito che amare vuol dire prima conoscersi e poi conoscere l'altro? Conoscenza reciproca, indagine, curiositas, pazienza, sensibilità, consapevolezza, passione, sentimento. È uno scambio vero. Comunicazione intima e in risonanza di due persone che sentono, pensano, vivono con la stessa frequenza d'onda, e che si conoscono e continuano a conoscersi vicendevolmente. E non mi riferisco solo a relazioni tra partner, ma a relazioni intime in generale e anche non intime. Il γιγνώσκω dei greci è servito ai latini per formare tale parola: cum - gnosco. Cioè io tramite te e con te mi conosco e conosco te, e viceversa. Che poi sarebbe l'anticamera del dialogo, tra due menti, tra due psiche, tra due mondi, anime. Andare in fondo vuol dire farsi domande, rischiare, rantolare nel buio, inciampare e poi rialzarsi, vedere un labirinto con tante uscite e trovare quella giusta, frugare tra i ricordi, comprendere ed accettare ciò che sentiamo ed i nostri conflitti, guardare e rassicurare le nostre paure, di quel bimbo che ha paura ed è rimasto lì inascoltato. Ti renderai conto che questo è un lavoro che dura tutta la vita, interminabile. È difficile. Ma è la cultura del tutto e subito, del prestito, delle vacanze quando poi non mangi la sera perché non puoi permettertelo, della macchina pagata in leasing, dell'eredità del papà che lo abbiamo mandato non si sa dove e non lo vediamo da 12 anni, delle foto o video felici nei social e poi andiamo in conflitto perché uno ci risponde dopo 3 minuti e non subito, del figlio a 30 anni perché è arrivata l'ora ma non sappiamo nemmeno gestirci da soli immagina farlo con un piccolo essere, del cagnolino a farci compagnia perché non siamo in grado di parlare alle persone e parliamo così agli animali, con esito analogo. Questo di sopra è facile. È facile infatti fare stronzate su stronzate e poi soffrire ogniqualvolta come cani e dare la colpa a non si sa cosa. Perché abbiamo i meccanismi di difesa della psiche, altrimenti saremmo tutti morti da un pezzo. Oggi invece grazie a quelle difese siamo tutti psicopatici o, se ci va bene e ne siamo un pizzico coscienti, nevrotici. La difesa ti manda in conflitto, allevi il dolore ma stai comunque male. E hai angoscia senza sapere da dove origina. Giovani, giovani-adulti, adulti e anziani angosciati senza che ti sappiano dire il motivo. "Guarda che è un periodo che è così", un periodo che dura una vita. Per questo quando parlate con qualcuno (canale razionale, verbale) e gli cercate di offrire un altro punto di vista sul suo problema, lui scatta, triggera e/o dice che non puoi capire. Perché lui/lei ci sta capendo qualcosa poi. Se ora un genitore ha questa impostazione, come pensi che il figlio cresca? E i figli dei loro figli? Infatti sono un paio di generazioni, dal dopoguerra in poi, che poi corrisponde alla ripresa del modello neoliberista (già provato in passato) associato allo sviluppo di nuove tecnologie. Il giocattolo dato in mano ai bambini. Un disastro. Individualismo, egotismo/egocentrismo (e non egoismo che è tutto un altro discorso), acriticismo, amoralismo. Relazioni di potere, di dominio, uno sull'altro. Giochi a somma zero. Io vinco e tu perdi. Vinciamo sul fratellino, sui genitori, sul collega, sul capo, poi sul capo del capo, poi con l'amico, poi con il partner, poi con il tizio che sta davanti con l'auto, poi con quello che è lento alla posta, poi con quello che ha pagato di più il forno a microonde perché è meno furbo di noi. Solo che siamo talmente abituati a questi modelli di sopraffazione che a un certo punto non sappiamo più su cosa vincere e cerchiamo di sfidare noi stessi, con esiti ovviamente discutibili. Autofagia. Per cui ripeto la domanda, da un paio di generazioni a questa parte, se i nonni sono così, un pò peggio i loro figli, ancora peggio i figli dei figli, come pensi che saranno le nuove generazioni? La prima cosa che mi viene in mente sono quei pazienti che all'inizio del secolo avevano psicopatologie gravi e li lobotomizzavano ed erano degli automi viventi, senza scienza e coscienza. Lobotomizzati. L'essere umano, per quanto io sappia, è l'unica specie dei Mammalia che quando va a sbattere su un muro ci ritorna a sbattere più volte, e più volte ancora, cioè fa un errore e continua a ripeterlo. Evidentemente non è la sua natura che lo sta guidando, ma altre forze (non vi do suggerimenti). L'animale, a meno che non abbassi la manovella ottenendo cibo high carb o droga, apprende per condizionamento, per prove ed errori, per insight, per emulazione, ma sul quel muro non ci sbatte più. Perché evidentemente quelle forze non ci sono. Quando ci svegliamo e indaghiamo sul nome e cognome di queste forze? Dodecahedron, Back Door Man, Boulevard e 9 altri ha reagito a questo 6 5 1 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Back Door Man [Élite] 11589 Inviato 3 Giugno 2020 Condividi Inviato 3 Giugno 2020 Il 27/5/2020 alle 10:50 , Boulevard ha scritto: abbiamo il libero arbitrio Ci ho ragionato tempo fa. Si dà per scontato che ci sia il libero arbitrio. E' un concetto di cui parlò Sant'Agostino. Scegliere il bene o il male liberamente. Per fortuna non si crede più in Dio come una volta. Però nessuno sembra mettere in discussione il libero arbitrio. E invece dovreste farlo. Io l'ho fatto e ne ho concluso che è molto ridotto. Spesso non c'è scelta. Al max si può scegliere fra 2 opzioni, a volte c'è una sola scelta, coatta. E una sola sola scelta significa assenza di scelta. Ho notato che il libero arbitrio è considerato un dogma, qualcosa su cui non si è ragionato. Anche fra atei. Questo determina un errore di giudizio. Come se ci fosse un menu, ed al mattino si potesse scegliere cosa fare fra non 2 ma 5 opzioni, scegliere chi incontrare fra 10 persona diverse, e così via. Se così fosse le scelte sarebbero infinite. E invece no. Al max scegli fra 5 diverse lamette da barba. Le poche scelte che si presentano sono pilotate. _____ Bruce Springsteen Lyrics "The River" I come from down in the valley where mister when you're young They bring you up to do like your daddy done Me and Mary we met in high school when she was just seventeen We'd ride out of this valley down to where the fields were green We'd go down to the river And into the river we'd dive Oh down to the river we'd ride Then I got Mary pregnant and man that was all she wrote And for my nineteenth birthday I got a union card and a wedding coat We went down to the courthouse and the judge put it all to rest No wedding day smiles no walk down the aisle No flowers no wedding dress That night we went down to the river And into the river we'd dive Oh down to the river we did ride I got a job working construction for the Johnstown Company But lately there ain't been much work on account of the economy Now all them things that seemed so important Well mister they vanished right into the air Now I just act like I don't remember Mary acts like she don't care But I remember us riding in my brother's car Her body tan and wet down at the reservoir At night on them banks I'd lie awake And pull her close just to feel each breath she'd take Now those memories come back to haunt me they haunt me like a curse Is a dream a lie if it don't come true Or is it something worse that sends me down to the river though I know the river is dry That sends me down to the river tonight Down to the river my baby and I Oh down to the river we ride Carlins ha reagito a questo 1 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Questo è un messaggio popolare. Crescendo63 [Partecipante] 3422 Inviato 3 Giugno 2020 Questo è un messaggio popolare. Condividi Inviato 3 Giugno 2020 (modificato) On 5/24/2020 at 10:07 PM, Boulevard said: ve lo siete mai chiesti? e soprattutto avete trovato una risposta a questa domande? Io ho scritto lunghe spiegazioni sul fenomeno (chi mi conosce sa quanto sono loquace! 😄 ). Il che non vuol dire che ho risolto il problema - al massimo ho trovato qualche piccolo rimedio. Peraltro il tema non è certo nuovo: il buddismo nasce dal desiderio del Budda di alleviare la sofferenza umana (e parliamo di 2500 anni fa). Quote Avendo sviluppato un'empatia molto forte, ormai lo percepisco subito Anch'io ormai vedo oltre le maschere, leggo gli sguardi malinconici, noto le schiene piegate... di quasi tutti. In genere mi ispira compassione. Quote il livello di dolore che abbiamo nella nostra società attuale è inverosimile IMHO questo è un comune errore di prospettiva (dovuto all'ignoranza): credere di vivere in un'epoca peggiore del passato... perché non si conosce il passato. La sofferenza è sempre esistita, e sempre esisterà (vedi citazione del Budda sopra). Oggi abbiamo molta meno sofferenza materiale che in passato (pre-covid, i poverissimi non sono mai stati così pochi). Però sembriamo avere più sofferenza emotiva e psicologica (forse perché quando sei preoccupato per la sopravvivenza, non hai tempo per la depressione). Quote chi è il colpevole? A volte ci sono "colpevoli", a volte no. A volte il dolore è semplicemente parte dell'esistenza. "Shit happens". Però ci sono sempre cause. Ma siccome riconoscere di essere parte del problema (con-causa) genere una responsabilità che la maggior parte delle persone rifiuta, preferiscono dare la colpa all'esterno e cercare il colpevole in chiunque - tranne che in loro stessi. L'errore di molti è credere che la felicità sia il default (quello che accade di norma), e la sofferenza sia un'eccezione da eliminare. Ma è esattamente il contrario: la sofferenza è insita nell'esistenza, mentre la felicità è un evento insolito e tutt'altro che scontato. La mentalità di chi cerca ossessivamente un colpevole, è quella di chi pensa "Dovrei essere felice, ma non lo sono, quindi qualcosa non va e dev'essere colpa di qualcuno". Quote il fatto che non siamo fatti per essere felici ma per sopravvivere Bravo, questa direi che è la ragione numero uno: 1) Non siamo progettati per essere felici - ma per sopravvivere. La felicità è per noi un sottoprodotto, una casualità, un dono dal cielo. L'amigdala, che domina le nostre scelte istintive e viscerali (reazioni "fight or flight"), dà una priorità assoluta alla sopravvivenza, e ben poca alla felicità (semmai favorisce il piacere temporaneo, che è cosa diversa). 2) Il mondo non è fatto per renderci felici. Aspettarsi che lo faccia è una follia, che porta inevitabilmente ad aspettative illusorie, delusione e rabbia. La felicità non è scontata, è un'arte. L'arte non accade di default, per conto suo: va creata con talento, impegno, sacrificio e un pizzico di (o molta) fortuna. La felicità idem. Se uno non coltiva e mette in atto le sue capacità di creare felicità, questa non avverrà (o avverrà di rado, per botta di culo). 3) Abbiamo aspettative elevate e illusorie, e che diamo per scontate. A molti sembra naturale essere felici, si aspettano che gli altri li rendano felici (i partner), o che si prendano cura di loro (la famiglia, lo Stato). DI conseguenza vivono come bambini passivi, in attesa della "manna dal cielo". Una differenza col passato è che, in passato, le persone non si aspettavano di essere felici (il loro obiettivo primo era sopravvivere); oggi invece ci sentiamo in diritto di essere felici (aspettativa ---> delusione). Molte persone soffrono perché si aspettano una vita a "livello 100", e non sanno godersi la loro vita a "livello 30". 4) I media alimentano le nostre illusioni. Pubblicità, social network, ma anche testate informative, continuano a mostrarci vite ideali e sogni in technicolor che ci fanno sentire inferiori, e che tutti sono più fighi e felici di noi. Questo alimenta aspettative irreali (la ragazza che vorrebbe un fisico da modella, l'uomo che vorrebbe il posto da manager...) e una continua rincorsa verso una ipotetica felicità futura ("Sarò felice quando...") che non si raggiunge mai (la felicità esiste solo nel momento presente). Come detto sopra, la felicità (o sofferenza) è direttamente collegata alle aspettative: se io mi aspetto 25 ed ottengo 50, sarò felice; se mi aspetto 75 ed ottengo 50 sarò addolorato. Eppure in entrambi i casi ho ottenuto lo stesso risultato!!! In epoche passate (o in culture diverse dalla nostra), dove si insegna la moderazione ("In medium stat virtus"), l'accontentarsi e l'adattarsi (Stoicismo), e dove non si esaltano ego ed individualismo, in media le persone sono meno stressate, più serene e più contente. 5) Combattiamo con la realtà, invece di accettarla o di collaborare con essa. Se combatto contro l'inevitabile (come la morte) perderò sempre e comunque. Se mi aspetto che la realtà si adatti a me (invece che essere io ad adattarmi ad essa), avrò risultati scarsi o nulli. Invece di vederci - con umile realismo - come piccole particelle di un mondo sconfinato, ci aspettiamo che sia il mondo a girare intorno a noi. Questo tipo di mentalità "narcisista" ("Il mondo esiste per me, per servire me") è alla base di molte delle sofferenze moderne. Il narcisismo altrui ci fa incazzare, ma il nostro ci appare giustificato. Una tendenza egocentrica / narcisista è insita nell'essere umano, ma la società moderna l'ha alimentata a livelli mai visti prima (o visti solo in dittatori folli dominati dalle loro manie di grandezza). 6) I genitori sono incompetenti. Molte sofferenze e problemi nascono dalle esperienze infantili. I genitori sbagliano spesso, anche con le migliori intenzioni, perché A) errare è umano e inevitabile, e B) praticamente nessuno insegna loro come fare (B è rimediabile, A no). In aggiunta, le persone meno adatte a crescere figli (immature, nevrotiche, infelici, ignoranti, primitive...) sono quelle che più probabilmente fanno figli. Il risultato inevitabile sono moltitudini di persone problematiche, complessate e scarsamente capaci di affrontare l'esistenza. 7) La complessità della società aumenta continuamente. Tecnologia, globalizzazione, legislazione, popolazione... tutto è in continuo aumento. Se da una parte questa complessità crescente ci offre sempre maggiori vantaggi (cibo, informazione, cultura, svago, sanità, comodità e lussi...), dall'altra questa complessità ci genera ansia, inquietudine e frustrazione. Ci fa sentire smarriti e impotenti. Il contadino del 1300 viveva più sereno di noi, perché il suo mondo era circoscritto e statico; però metà dei contadini del 1300 sono stati sterminati dalla peste nera. Non si possono avere i vantaggi della modernità senza patirne gli svantaggi (e viceversa). Quote i sogni infranti, i traumi del passato, il fatto di non essere abbastanza, o di pensare di non esserlo, il non vivere nel presente...il fatto di voler esistere a tutti i costi.. Tutte spiegazioni valide. Che confermano la regola base: l'esistenza non è fatta per essere felici (il che non esclude il poterlo essere, ma lo rende arduo). "La vita è sofferenza" (buddismo), cioè una certa sofferenza è inevitabile; mentre la felicità è opzionale, e va coltivata. Modificato 3 Giugno 2020 da Crescendo63 lucerosa, Big Brother, IWILL e 8 altri ha reagito a questo 8 3 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
TheLastNinja [Partecipante] 1151 Inviato 4 Giugno 2020 Condividi Inviato 4 Giugno 2020 Dico una mia breve osservazione. Ho notato nelle persone, sia nuove che vecchie conoscenze, la tendenza a dedicare le loro energie, attenzioni più su cose ( astratte e reali ) che non alle persone. Un esempio, una tipa conosciuta su Fb, all'inizio mi sembrava "normale" anche simpatica poi però era totalmente incentrata sulla religione ( evangelica ) non so se avete presente, quelli mezzi invasati monotematici. Io sarò strano ma i momenti più felici li ho provati con alcune persone al mio fianco, non avevo bisogno di riversare la mia attenzione su altro, perlomeno non quando erano in mia presenza. Hobby, sport, passione per carità ci vogliono assolutamente ma non devono SOSTITUIRE un uomo o una donna, che sia compagna o amica indifferentemente. E poi il gran nemico di oggi e qui cito una frase dello scrittore Massimo Bisotti "conoscersi è scomodità, è accettare non solo la bellezza ma anche l'impegno e la fatica". Ma va di moda l'uso, getta e ricicla, si sa....tempi ecologici. Crescendo63 e bruni ha reagito a questo 2 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Back Door Man [Élite] 11589 Inviato 4 Giugno 2020 Condividi Inviato 4 Giugno 2020 (modificato) Direi che @sasa4 , io e @Crescendo63 abbiamo dato 3 buone risposte. Ognuno nel suo codice. I miei studi mi portano verso le risposte che ha dato sasa4. Ma non ho le competenze sue. Sto studiando, appunto. Ho una memoria storica personale che parte dai primi anni 70, quando ho aperto gli occhi al mondo (potrei dire aprii, a questo punto, è passato ultraremoto) e arriva ad oggi. 9 ore fa, sasa4 ha scritto: amare vuol dire prima conoscersi e poi conoscere l'altro? Conoscenza reciproca, indagine, curiositas, pazienza, sensibilità, consapevolezza, passione, sentimento. È uno scambio vero. Comunicazione intima e in risonanza di due persone che sentono, pensano, vivono con la stessa frequenza d'onda, e che si conoscono e continuano a conoscersi vicendevolmente. E non mi riferisco solo a relazioni tra partner, ma a relazioni intime in generale e anche non intime. Così è, senza malizia. Certe amicizie passate l'ho vissute così, quelle fra maschi. L'amore con le donne ugualmente. Non è altro che un'amicizia sessualizzata. Nel senso che con l'amico maschio non ci faccio sesso, con le donne a volte sì, ma va benissimo anche l'amicizia con donne che non mi attraggono sessualmente o che non sono attratte da me. A ben vedere è amore anche l'amicizia fra maschi. Ma il termine è colpito da censura. Potete trovare quel termine in vecchi libri del primo 900. Marco amava Andrea. Significava null'altro che quello. A partire dalla censura del termine (non so quando sia arrivata, negli anni 70 già c'era) scrivere che Marco amava Andrea non ha più il suo vero significato. Si dà per sicuro che Marco e Andrea fossero 2 gay 😂 che commettevano atti impuri di nascosto 😨 o che tale Marco fosse un rikkione molestatore e che Andrea fosse infastidito da questa roba. Si propone riflessione in tal senso. Conseguentemente ho adottato il termine amicizia per rapporto affettivo fra maschi e amicizia sessualizzata per quello affettivo fra maschio e femmina. Non ho contemplato possibili varianti che non mi danno per nulla fastidio: omosex, bisex, pansex. Mi hanno insegnato che non si giudicano le persone dal loro orientamento sessuale. Insegnato, non imposto. 9 ore fa, sasa4 ha scritto: da un paio di generazioni a questa parte, se i nonni sono così, un pò peggio i loro figli, ancora peggio i figli dei figli, come pensi che saranno le nuove generazioni? Come dicevo, con la mia panoramica mnemonica dagli anni 70 a ora, ho notato un continuo peggioramento della società tutta. American Dream, TV, Piano di Rinascita Democratica, pubblicità, macchinette self service, supermercati coi bollini eccetera. Ciao, Nini. E chi resta sano? Competizione... 9 ore fa, sasa4 ha scritto: La difesa ti manda in conflitto, allevi il dolore ma stai comunque male. E hai angoscia senza sapere da dove origina. Giovani, giovani-adulti, adulti e anziani angosciati senza che ti sappiano dire il motivo. "Guarda che è un periodo che è così", un periodo che dura una vita. [...] sono un paio di generazioni, dal dopoguerra in poi, che poi corrisponde alla ripresa del modello neoliberista (già provato in passato) associato allo sviluppo di nuove tecnologie. Il giocattolo dato in mano ai bambini. Un disastro. Individualismo, egotismo/egocentrismo (e non egoismo che è tutto un altro discorso), acriticismo, amoralismo. Relazioni di potere, di dominio, uno sull'altro. Giochi a somma zero. Io vinco e tu perdi. Vinciamo sul fratellino, sui genitori, sul collega, sul capo, poi sul capo del capo, poi con l'amico, poi con il partner, poi con il tizio che sta davanti con l'auto, poi con quello che è lento alla posta, poi con quello che ha pagato di più il forno a microonde perché è meno furbo di noi. Solo che siamo talmente abituati a questi modelli di sopraffazione che a un certo punto non sappiamo più su cosa vincere e cerchiamo di sfidare noi stessi, con esiti ovviamente discutibili. Autofagia. Per cui ripeto la domanda, da un paio di generazioni a questa parte, se i nonni sono così, un pò peggio i loro figli, ancora peggio i figli dei figli, come pensi che saranno le nuove generazioni? Ooh. Chissà... Modificato 4 Giugno 2020 da Back Door Man Cutted contents Crescendo63 ha reagito a questo 1 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Silent [Partecipante] 167 Inviato 4 Giugno 2020 Condividi Inviato 4 Giugno 2020 (modificato) Perché la gente è profondamente condizionata, vive nella propria testa, nel passato e nel futuro e non accetta profondamente il presente, che è l'unica cosa che esiste. Non si rendono conto inoltre che le situazioni che vivono e e le altre persone non sono altro che lo specchio di loro stessi, e sono dominati dall'ego Modificato 4 Giugno 2020 da Silent Boulevard, mismpa7, ArmandoBis e 1 altro ha reagito a questo 4 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Back Door Man [Élite] 11589 Inviato 4 Giugno 2020 Condividi Inviato 4 Giugno 2020 16 minuti fa, Silent ha scritto: Perché la gente è profondamente condizionata, vive nella propria testa, nel passato e nel futuro e non accetta profondamente il presente, che è l'unica cosa che esiste. Non si rendono conto inoltre che le situazioni che vivono e e le altre persone non sono altro che lo specchio di loro stessi, e sono dominati dall'ego Non male il tuo pensiero. Fatto sta che trovato un perché poi ci accorgiamo che dietro a quel perché c'è un altro perché. I traumi del passato impediscono la piena coscienza del presente. E la sua accettazione. Tutto relativo, a percentuali. Perché la gente vive nel passato? Perché cerca di risolvere l'irrisolto. Perché vive nel futuro (secondo il tuo pensiero)? Forse per illusioni, aspettative imposte dall'esterno sull'individuo (es.: devi sposarti), piani futuri. Desideri, tentativi irrealizzati e rimasti a metà, piani operativi legittimi. Fantasie, evasione... Personalmente non sono d'accordo sul fatto che la gente viva nel futuro. Il presente è un concetto effimero. ES: oggi vado a fare un picnic in campagna. E' presente? Probabilmente il picnic è futuro e la preparazione dell'evento è il presente. Credo anche che non sia possibile vivere senza programmare il futuro. Si può vivere "alla giornata" ma un pensierino al futuro lo si fa sempre. Geppolo123 ha reagito a questo 1 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Silent [Partecipante] 167 Inviato 4 Giugno 2020 Condividi Inviato 4 Giugno 2020 (modificato) Il presente è tutto ciò che esiste. Dove sei adesso, se non nel presente? Puoi essere nel futuro o puoi solo immaginarlo o prevederlo? Puoi essere nel passato o puoi solo ricordarlo? Il dolore non deriva dal pensare al passato o al futuro, occasionalmente e per fini pratici, ma nel fare quello che fanno tutti, ossia lasciare che il proprio stato mentale-emotivo venga influenzato dal passato o dal futuro. Il passato può essere fonte di dolore, senso di colpa, rimorso; il futuro può essere fonte di ansia, preoccupazione, paranoia. Ma quanto sono reali queste emozioni? Quanto sono vere? Le avverti, le avvertiamo tutti, certo, ma non sono altro che illusioni, che sperimentiamo e vogliono prendere il sopravvento su di noi, portandoci all'identificazione con esse. Quello di cui sto parlando è essere il testimone silenzioso dei propri pensieri e delle proprie emozioni. Realizza che dietro di essi c'è qualcos'altro, ossia c'è il vero te, la tua essenza, che poco ha a che fare con i pensieri e le emozioni del momento. Non accettare il passato, così come il presente, ma anche il futuro, porterà sempre al dolore, in ogni caso. Un dolore passato che viene ripetutamente pensato e ripetutamente origina dolore, il pensiero diviene compulsione, l'emozione negativa diviene paradossalmente bisogno. Stiamo parlando di quello che non è altro, molto semplicemente, un pattern di pensiero-emozione-comportamento che è stato ripetuto talmente tante volte che è diventato "automatico", non è più conscio ma subconscio. Se ne hai consapevolezza, e lo osservi mentre si ripete nuovamente, senza giudicarlo, accettandolo, niente è perduto Modificato 4 Giugno 2020 da Silent Crescendo63, Dodecahedron, Boulevard e 1 altro ha reagito a questo 2 2 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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