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Perchè c'è così tanto dolore nelle persone?


Boulevard

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Boulevard
On 5/24/2020 at 10:59 PM, Alexis2 said:

Forse l'infelicità deriva dal non trovare un senso a tutto quanto? Nemmeno nell'oggi, nemmeno nelle piccole cose. 

 

bel post Alexis, un po nichilista..

l'infelicità tecnicamente è una scelta, come lo è la felicità, ma cosa vuol dire essere felici e cosa vuol dire essere tristi? non parliamo di bianco e nero, ci sono tante sfumature.

anche se dai ad una persona "infelice" tutto quello che pensa (!!) che la possano rendere felice, non cambierà un cazzo, dopo il boost iniziale tornarà al suo stato di default e anzi si sentirà pure peggio, finendo in depre.

come la maggior parte di quelli che vincono alla lotteria.

Un saggio diceva, la vita è il 20% quello che ti succedde e l'80% come reagisci, davanti ad ogni evento che ci accade abbiamo di fronte a noi una sorta di bivio, se vedere il lato positivo (oppure bicchiere mezzo pieno...) o quello negativo...(mezzo vuoto), andare a destra o sinistra.

è il problema,  ricoleggato al titolo del topic, è che molta gente si indetifica solamente con le emozioni negative, per abitudine è abituato a farlo, e si sente viva solamente in quel momento, è quando magari ha qualche momento felice non si sente se stesso, magari di non meritarlo, è in qualche modo la sua identità, riicoleggato al mio post precedente, cambiare questo, invertire il ciclo, richiede molte energie, è queste energie fondamente non stanno venendo usate per qualcosa nesassario alla sopravvivenza, per questo per la maggior parte è impossibile invertire la rotta.

anche apprezzare le piccole cose che abbiamo, pensare positivo, crea una spirare di positività, e non parlo di qualcosa di finto o fine a se stessa, ma siccome la vita fa già abbastanza schifo così com'è (lol), perchè scegliere di vivere ogni giorno come se fosse una via crucis, come la massa, o prenderà così come viene e viverla spersierati e vedere il bello intorno a noi?

solo che odiare, essere invidiosi, pensare negativo, è moltooo più facile di amare e pensare positivo e pensare in modo analitico su noi stessi.

è pensieri del genere portano ad altro dolore...e così via...

 

 

 

 

 

 

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42 minuti fa, Boulevard ha scritto:

l'infelicità tecnicamente è una scelta, come lo è la felicità,

Secondo me non é una scelta 

O almeno non lo é totalmente

 

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Back Door Man
Il 27/5/2020 alle 10:50 , Boulevard ha scritto:

abbiamo il libero arbitrio

Ci ho ragionato tempo fa. Si dà per scontato che ci sia il libero arbitrio.

E' un concetto di cui parlò Sant'Agostino. Scegliere il bene o il male liberamente.

Per fortuna non si crede più in Dio come una volta. Però nessuno sembra mettere in discussione il libero arbitrio. E invece dovreste farlo. Io l'ho fatto e ne ho concluso che è molto ridotto. Spesso non c'è scelta. Al max si può scegliere fra 2 opzioni, a volte c'è una sola scelta, coatta. E una sola sola scelta significa assenza di scelta. Ho notato che il libero arbitrio è considerato un dogma, qualcosa su cui non si è ragionato. Anche fra atei.

Questo determina un errore di giudizio. Come se ci fosse un menu, ed al mattino si potesse scegliere cosa fare fra non 2 ma 5 opzioni, scegliere chi incontrare fra 10 persona diverse, e così via. Se così fosse le scelte sarebbero infinite.

E invece no. Al max scegli fra 5 diverse lamette da barba.

Le poche scelte che si presentano sono pilotate.

_____

Bruce Springsteen Lyrics
"The River"

I come from down in the valley
where mister when you're young
They bring you up to do like your daddy done
Me and Mary we met in high school
when she was just seventeen
We'd ride out of this valley down to where the fields were green

We'd go down to the river
And into the river we'd dive
Oh down to the river we'd ride

Then I got Mary pregnant
and man that was all she wrote
And for my nineteenth birthday I got a union card and a wedding coat
We went down to the courthouse
and the judge put it all to rest
No wedding day smiles no walk down the aisle
No flowers no wedding dress

That night we went down to the river
And into the river we'd dive
Oh down to the river we did ride

I got a job working construction for the Johnstown Company
But lately there ain't been much work on account of the economy
Now all them things that seemed so important
Well mister they vanished right into the air
Now I just act like I don't remember
Mary acts like she don't care

But I remember us riding in my brother's car
Her body tan and wet down at the reservoir
At night on them banks I'd lie awake
And pull her close just to feel each breath she'd take
Now those memories come back to haunt me
they haunt me like a curse
Is a dream a lie if it don't come true
Or is it something worse
that sends me down to the river
though I know the river is dry
That sends me down to the river tonight
Down to the river
my baby and I
Oh down to the river we ride

 

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TheLastNinja

Dico una mia breve osservazione. Ho notato nelle persone, sia nuove che vecchie conoscenze, la tendenza a dedicare le loro energie, attenzioni più su cose ( astratte e reali ) che non alle persone. Un esempio, una tipa conosciuta su Fb, all'inizio mi sembrava "normale" anche simpatica poi però era totalmente incentrata sulla religione ( evangelica ) non so se avete presente, quelli mezzi invasati monotematici.

Io sarò strano ma i momenti più felici li ho provati con alcune persone al mio fianco, non avevo bisogno di riversare la mia attenzione su altro, perlomeno non quando erano in mia presenza. Hobby, sport, passione per carità ci vogliono assolutamente ma non devono SOSTITUIRE un uomo o una donna, che sia compagna o amica indifferentemente.

E poi il gran nemico di oggi e qui cito una frase dello scrittore Massimo Bisotti "conoscersi è scomodità, è accettare non solo la bellezza ma anche l'impegno e la fatica".

Ma va di moda l'uso, getta e ricicla, si sa....tempi ecologici.

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Back Door Man

Direi che @sasa4 , io e @Crescendo63 abbiamo dato 3 buone risposte.

Ognuno nel suo codice.

I miei studi mi portano verso le risposte che ha dato sasa4. Ma non ho le competenze sue. Sto studiando, appunto.

Ho una memoria storica personale che parte dai primi anni 70, quando ho aperto gli occhi al mondo (potrei dire aprii, a questo punto, è passato ultraremoto) e arriva ad oggi.

9 ore fa, sasa4 ha scritto:

amare vuol dire prima conoscersi e poi conoscere l'altro?

Conoscenza reciproca, indagine, curiositas, pazienza, sensibilità, consapevolezza, passione, sentimento.

È uno scambio vero.

Comunicazione intima e in risonanza di due persone che sentono, pensano, vivono con la stessa frequenza d'onda, e che si conoscono e continuano a conoscersi vicendevolmente.

E non mi riferisco solo a relazioni tra partner, ma a relazioni intime in generale e anche non intime.

Così è, senza malizia. Certe amicizie passate l'ho vissute così, quelle fra maschi.

L'amore con le donne ugualmente. Non è altro che un'amicizia sessualizzata. Nel senso che con l'amico maschio non ci faccio sesso, con le donne a volte sì, ma va benissimo anche l'amicizia con donne che non mi attraggono sessualmente o che non sono attratte da me.

A ben vedere è amore anche l'amicizia fra maschi. Ma il termine è colpito da censura. Potete trovare quel termine in vecchi libri del primo 900. Marco amava Andrea. Significava null'altro che quello. A partire dalla censura del termine (non so quando sia arrivata, negli anni 70 già c'era) scrivere che Marco amava Andrea non ha più il suo vero significato. Si dà per sicuro che Marco e Andrea fossero 2 gay 😂 che commettevano atti impuri di nascosto 😨 o che tale Marco fosse un rikkione molestatore e che Andrea fosse infastidito da questa roba.

Si propone riflessione in tal senso.

Conseguentemente ho adottato il termine amicizia per rapporto affettivo fra maschi e amicizia sessualizzata per quello affettivo fra maschio e femmina.

Non ho contemplato possibili varianti che non mi danno per nulla fastidio: omosex, bisex, pansex. Mi hanno insegnato che non si giudicano le persone dal loro orientamento sessuale. Insegnato, non imposto.

9 ore fa, sasa4 ha scritto:

da un paio di generazioni a questa parte, se i nonni sono così, un pò peggio i loro figli, ancora peggio i figli dei figli, come pensi che saranno le nuove generazioni?

Come dicevo, con la mia panoramica mnemonica dagli anni 70 a ora, ho notato un continuo peggioramento della società tutta.

American Dream, TV, Piano di Rinascita Democratica, pubblicità, macchinette self service, supermercati coi bollini eccetera.

Ciao, Nini.

E chi resta sano?

Competizione...

9 ore fa, sasa4 ha scritto:

La difesa ti manda in conflitto, allevi il dolore ma stai comunque male. E hai angoscia senza sapere da dove origina.

Giovani, giovani-adulti, adulti e anziani angosciati senza che ti sappiano dire il motivo.

"Guarda che è un periodo che è così", un periodo che dura una vita.

[...]

sono un paio di generazioni, dal dopoguerra in poi, che poi corrisponde alla ripresa del modello neoliberista (già provato in passato) associato allo sviluppo di nuove tecnologie.

Il giocattolo dato in mano ai bambini.

Un disastro.

Individualismo, egotismo/egocentrismo (e non egoismo che è tutto un altro discorso), acriticismo, amoralismo.

Relazioni di potere, di dominio, uno sull'altro. Giochi a somma zero. Io vinco e tu perdi.

Vinciamo sul fratellino, sui genitori, sul collega, sul capo, poi sul capo del capo, poi con l'amico, poi con il partner, poi con il tizio che sta davanti con l'auto, poi con quello che è lento alla posta, poi con quello che ha pagato di più il forno a microonde perché è meno furbo di noi.

Solo che siamo talmente abituati a questi modelli di sopraffazione che a un certo punto non sappiamo più su cosa vincere e cerchiamo di sfidare noi stessi, con esiti ovviamente discutibili.

Autofagia.

Per cui ripeto la domanda, da un paio di generazioni a questa parte, se i nonni sono così, un pò peggio i loro figli, ancora peggio i figli dei figli, come pensi che saranno le nuove generazioni?

Ooh. Chissà...

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Silent

Perché la gente è profondamente condizionata, vive nella propria testa, nel passato e nel futuro e non accetta profondamente il presente, che è l'unica cosa che esiste.
Non si rendono conto inoltre che le situazioni che vivono e e le altre persone non sono altro che lo specchio di loro stessi, e sono dominati dall'ego

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Back Door Man
16 minuti fa, Silent ha scritto:

Perché la gente è profondamente condizionata, vive nella propria testa, nel passato e nel futuro e non accetta profondamente il presente, che è l'unica cosa che esiste.
Non si rendono conto inoltre che le situazioni che vivono e e le altre persone non sono altro che lo specchio di loro stessi, e sono dominati dall'ego

Non male il tuo pensiero.

Fatto sta che trovato un perché poi ci accorgiamo che dietro a quel perché c'è un altro perché.

I traumi del passato impediscono la piena coscienza del presente. E la sua accettazione.

Tutto relativo, a percentuali.

Perché la gente vive nel passato?

Perché cerca di risolvere l'irrisolto.

Perché vive nel futuro (secondo il tuo pensiero)?

Forse per illusioni, aspettative imposte dall'esterno sull'individuo (es.: devi sposarti), piani futuri. Desideri, tentativi irrealizzati e rimasti a metà, piani operativi legittimi. Fantasie, evasione...

Personalmente non sono d'accordo sul fatto che la gente viva nel futuro. Il presente è un concetto effimero.

ES: oggi vado a fare un picnic in campagna.

E' presente?

Probabilmente il picnic è futuro e la preparazione dell'evento è il presente.

Credo anche che non sia possibile vivere senza programmare il futuro.

Si può vivere "alla giornata" ma un pensierino al futuro lo si fa sempre.

 

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Silent

Il presente è tutto ciò che esiste. Dove sei adesso, se non nel presente? Puoi essere nel futuro o puoi solo immaginarlo o prevederlo? Puoi essere nel passato o puoi solo ricordarlo?
Il dolore non deriva dal pensare al passato o al futuro, occasionalmente e per fini pratici, ma nel fare quello che fanno tutti, ossia lasciare che il proprio stato mentale-emotivo venga influenzato dal passato o dal futuro.
Il passato può essere fonte di dolore, senso di colpa, rimorso; il futuro può essere fonte di ansia, preoccupazione, paranoia. 
Ma quanto sono reali queste emozioni? Quanto sono vere? Le avverti, le avvertiamo tutti, certo, ma non sono altro che illusioni, che sperimentiamo e vogliono prendere il sopravvento su di noi, portandoci all'identificazione con esse.
Quello di cui sto parlando è essere il testimone silenzioso dei propri pensieri e delle proprie emozioni.
Realizza che dietro di essi c'è qualcos'altro, ossia c'è il vero te, la tua essenza, che poco ha a che fare con i pensieri e le emozioni del momento.

Non accettare il passato, così come il presente, ma anche il futuro, porterà sempre al dolore, in ogni caso. 
Un dolore passato che viene ripetutamente pensato e ripetutamente origina dolore, il pensiero diviene compulsione, l'emozione negativa diviene paradossalmente bisogno. 
Stiamo parlando di quello che non è altro, molto semplicemente, un pattern di pensiero-emozione-comportamento che è stato ripetuto talmente tante volte che è diventato "automatico", non è più conscio ma subconscio. 
Se ne hai consapevolezza, e lo osservi mentre si ripete nuovamente, senza giudicarlo, accettandolo, niente è perduto

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