Back Door Man [Élite] 11600 Inviato 21 Giugno 2020 Condividi Inviato 21 Giugno 2020 Ti ringrazio, @^'V'^ La tua risposta è eccellente. Leggendo mi sono trovato sullo scenario operativo. Ho vissuto mentalmente l'azione. E un sacco di cose non le sapevo. E' stata un'avventura leggerti. Buona Domenica. Kaihō-sha, Weiji e ^'V'^ ha reagito a questo 2 1 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Kaihō-sha [Élite] 2833 Inviato 21 Giugno 2020 Condividi Inviato 21 Giugno 2020 15 ore fa, ^'V'^ ha scritto: Quando penso al sacco, ai pugni chiusi e disarmati che lo picchiano (non fraintendermi, cosa che piace anche a me - e mi piace anche pettinare e acconciare e truccare la testa bj che ho sul comò), mi viene in mente più il pupazzo Bobo di Bandura che la violenza o una qualche connessione con la virilità. Esiste una sagoma che usano nel rugby per allenarsi a spingere un uomo. Non l'ho mai provata ma ho sentito di persone che l'hanno picchiata applicando pressione per avanzare. Probabilmente (congettura) contenendo il concetto di dominanza sociale della spinta e del guadagnare terreno e far retrocedere ha un buon effetto sull'asse ipotalamo ipofisi testicoli. Nei topi maschi la dominanza sociale si può misurare facendoli passare in un tubo tipo quello dei baci perugina ma trasparente, e uno dei due deve retrocedere se vogliono passare. Quello che retrocede poi è praticamente frocio per ore o giorni non ricordo. (Per chi nuovo del forum: frocio significa mezzo maschio, non omosessuale, ed è misurabile). Manipolando una parte del cervello dei topi geneticamente modificati per rispondere a stimoli luminosi con fibre ottiche, si può dar loro un overboost di dominanza sociale per cui spingono l'altro nel tubo e passano prima, avendo in cambio ora non ricordo se ore o giorni di virilità potenziata. Se penso al sacco, credo siamo influenzati da un modello, pubblicità, belle foto, parti di film, video sul tubo: c'è sempre un maschio virile che si benda i polsi e picchia un sacco per allenarsi o per sfogarsi. Per questo penso a Bobo. I motivi per cui credo che siamo influenzati dal modello sono questi: - la violenza e l'aggressività nella nostra specie hanno a che fare con il pollice opponibile per brandire oggetti e la mente per trasformare ogni oggetto utile in arma. Questo ha anche più correlazione col "guerriero", archetipo comunque recentissimo per il DNA (la guerra arriva con la stanzialità e l'agricoltura). Non hanno a che fare con il nascondere gli artigli per proteggere occhi e gola dell'altro e colpire a mani nude per fair play sportivo, duello. - Quando picchi il sacco non vivi la violenza e nemmeno la dominanza sociale. Non vivi la violenza perché non chiudi la distanza per finire il lavoro, non lo schiacci a terra, non lo finisci, rimani in boxing range e torni sempre a distanza. Non vivi la dominanza sociale perché non guadagni territorio, non applichi pressione costante, torni a distanza di boxe. Il fatto che allontani i comportamenti violenti non lo so. Se parliamo di Bobo e Bandura direi no. Se penso ai pugili che ho conosciuto e con cui ho lavorato e scambiato e vissuto i loro dietro le quinte, metà grazie al fatto di fare sport e non stare per strada a fare cazzate hanno avuto una devianza comportamentale virtuosa, uno ad esempio è andato a fare il pompiere. Metà invece facevano a botte nella vita privata, al di fuori dal nostro lavoro o dal ring, anche spesso, e per futili motivi. La loro devianza comportamentale era viziosa e hanno conosciuto anche le sbarre oltre alle corde. Se ci pensi molti ultras dello stadio fanno boxe e picchiano il sacco. E altrettanti ragazzi che sarebbero stati alla baracchina dei gelati a drogarsi di giorno e preparare una spaccata o a cercare l'acetilene per fare un bancomat, grazie all'essere in palestra a picchiare il sacco e grazie alla disciplina dell'allenatore e l'impegno e tutto il corollario, hanno ricevuto dal sacco una via di fuga dalla devianza da peer pressure. In ogni caso, a parte tutte le considerazioni, la sensazione che riporti è innegabile e picchiare il sacco, soprattutto il pesante, anche a me scarica un bel po'. Credo dipenda dalle catecolamine che accumuliamo per via di continui problemi astratti che non si possono uccidere né fuggire, come i conti da pagare, l'affitto, e queste catecolamine irrigidiscono a vuoto la muscolatura scheletrica, con ripercussioni sulla psiche e viceversa in un circolo vizioso. Quando usi quella tensione e la scarichi su una superficie che può reggere senza danneggiarti, in effetti ti stai rendendo un servizio. Ma lo stesso andrebbe fatto con la voglia di scappare e la tensione ai muscoli delle gambe. Che è poi l'esercizio della fuga in scatto sui 20 -50 metri circa che vedi in Evoluzione Primitiva, con il compagno che simula un agguato alle spalle da dietro un albero ed è liberatorio a quel punto scappare in scatto come un coniglio, dopo una vita di condizionamento sociale al non scappare e fronteggiare a petto in fuori tutto pena la derisione. In natura (prima della scoperta degli antibiotici) non scappare davanti ad un agguato, tirare fuori il petto e vincere riportando solo una ferita... Significava infezione e morte. Non fosse così avremmo la fight reaction come hardware, non la fight or flight reaction (Lotta o fuggi). Ci sta... Forse il click mentale che ho sentito io in quel periodo e’ legato anche al discorso “non mettere le mani addosso agli altri se no sei un bambino cattivo”...schema mentale maladattivo che spesso fa capolino nella mia vita...comportando anche una certa rabbia repressa di fondo...almeno nel suo passaggio all’atto... il poter esprimere fisicamente questa cosa ho sentito che mi ha fatto fare una sorta di scatto mentale..un po’ più profondo della semplice catarsi emotiva da catecolamine...come se mi reimpossessassi di un istinto atavico spesso indirettamente osteggiato dal mio ambiente sociale...”gioco di mani gioco di villani” appunto... la cosa su cui sono più perplesso e’ il rapporto, nella specie umana, tra aggressività rituale (dominazione sociale) e predatoria...perché e’ vero che esistono diversi circuiti cerebrali per questa (se non erro fecero esperimenti sui gatti che identificarono aree diverse dell’amigdala a diversi comportamenti aggressivi) ma nella specie umana, vuoi per le nostre facoltà mentali “superiori” che ci slegano dall’istinto più immediato...nel bene e nel male... può’ pure succedere che un duello rituale può tramutarsi velocemente in combattimento predatorio (tipo che caccia la lama dopo aver invitato la persona a “battersi da uomo” o per ritorsione) oppure situazioni di 5 contro uno per sottomettere il malcapitato (mezzo predatorio con intento rituale) In ogni caso...alcuni dicono che nel momento in cui sei tutto sommato preparato e tonico sul piano fisico e del fiato, impari a scambiare con un certo contatto e ti abitui a darle e prenderle..reggendo la pressione di uno scontro ancorché rituale...tendenzialmente saresti più preparato di uno che fa corsi di krav maga farlocchi dove ti insegnano tecniche improbabili o ti parlano di tecniche talmente devastanti da non poterle utilizzare...che poi magari e’ pure vero...ma li come faccio allora a prepararmi a degli scontri se non affondo mai quei colpi? Per quale motivo dovrebbero funzionare sotto pressione? Rivolgo la domanda a te che per anni hai insegnato combattimento da strada approfondendone molto i vari aspetti Cosa diresti a chi sostiene che uno sport di contatto per quanto limitato sia una scelta tendenzialmente preferibile rispetto a un’ arte marziale tradizionale o moderna da strada? e nel secondo caso...come si allenano tecniche più “predatorie” senza ammazzarsi tra compagni di allenamento? ^'V'^ ha reagito a questo 1 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Questo è un messaggio popolare. ^'V'^ [Aivia Demon] 160797 Inviato 21 Giugno 2020 Questo è un messaggio popolare. Condividi Inviato 21 Giugno 2020 Il 21/6/2020 alle 14:15 , Kaihō-sha ha scritto: Ci sta... Forse il click mentale che ho sentito io in quel periodo e’ legato anche al discorso “non mettere le mani addosso agli altri se no sei un bambino cattivo”...schema mentale maladattivo che spesso fa capolino nella mia vita...comportando anche una certa rabbia repressa di fondo...almeno nel suo passaggio all’atto... il poter esprimere fisicamente questa cosa ho sentito che mi ha fatto fare una sorta di scatto mentale..un po’ più profondo della semplice catarsi emotiva da catecolamine...come se mi reimpossessassi di un istinto atavico spesso indirettamente osteggiato dal mio ambiente sociale...”gioco di mani gioco di villani” appunto... la cosa su cui sono più perplesso e’ il rapporto, nella specie umana, tra aggressività rituale (dominazione sociale) e predatoria...perché e’ vero che esistono diversi circuiti cerebrali per questa (se non erro fecero esperimenti sui gatti che identificarono aree diverse dell’amigdala a diversi comportamenti aggressivi) ma nella specie umana, vuoi per le nostre facoltà mentali “superiori” che ci slegano dall’istinto più immediato...nel bene e nel male... può’ pure succedere che un duello rituale può tramutarsi velocemente in combattimento predatorio (tipo che caccia la lama dopo aver invitato la persona a “battersi da uomo” o per ritorsione) oppure situazioni di 5 contro uno per sottomettere il malcapitato (mezzo predatorio con intento rituale) In ogni caso...alcuni dicono che nel momento in cui sei tutto sommato preparato e tonico sul piano fisico e del fiato, impari a scambiare con un certo contatto e ti abitui a darle e prenderle..reggendo la pressione di uno scontro ancorché rituale...tendenzialmente saresti più preparato di uno che fa corsi di krav maga farlocchi dove ti insegnano tecniche improbabili o ti parlano di tecniche talmente devastanti da non poterle utilizzare...che poi magari e’ pure vero...ma li come faccio allora a prepararmi a degli scontri se non affondo mai quei colpi? Per quale motivo dovrebbero funzionare sotto pressione? Rivolgo la domanda a te che per anni hai insegnato combattimento da strada approfondendone molto i vari aspetti Cosa diresti a chi sostiene che uno sport di contatto per quanto limitato sia una scelta tendenzialmente preferibile rispetto a un’ arte marziale tradizionale o moderna da strada? e nel secondo caso...come si allenano tecniche più “predatorie” senza ammazzarsi tra compagni di allenamento? L'argomento che sfiori è enorme, non se ne esce più, è gigante, ci vorrebbe un'enciclopedia. Però ti do due spunti. Dopo un'esaustiva ricerca in tutto il mondo sul miglior (efficace x efficiente) sistema di combattimento pragmatico e realistico, gli US Navy SEAL chiesero a Paul Vunak di insegnar loro. Ossia. Di insegnare a squadre di SEAL per cui il combattimento Hand to Hand è una condizione rarissima, non in cima alle loro esigenze strategiche, tattiche o operative, e di farlo avendo 25 ore a team. Ecco, se prendiamo dei Navy Seal e questi hanno 25 ore da dedicare all'addestramento hand to hand, pertanto parliamo di atleti con un mindset militare già di default, è meglio in quelle 25 ore far loro imparare le basi di uno sport da combattimento, o dedicarle a quello che allora (parliamo delle prime VHS, dei primi anni 90) era la cutting edge mondiale nella ricerca sul combattimento realistico senza sport e senza fronzoli artistici? Si trovarono, neanche a dirlo, benissimo. Ma erano comunque atleti e guerrieri, molti di loro inoltre facevano comunque sport da combattimento per disposizione personale, e non era certo l'allenamento fisico a mancargli. E invece se prendiamo una palestra a bologna e un bacino di utenza di studenti, casalinghe che vogliono imparare a difendersi, persone dabbene e impiegati che vogliono sfogarsi dopo l'ufficio. E' meglio che abbiano l'abbonamento ad una palestra di tipo puglilistico/MMA/Thai dove possono andare anche ogni giorno e dove molto è puntato sulla preparazione atletica, o che facciano una lezione monosettimanale dello stesso identico programma dei SEAL? La prima. Infatti quando insegnavo sotto Paul il suo stesso programma, agli allievi motivati consigliavo di usarmi come ciliegina sulla torta a corollario di una palestra da SDC. Perché io in una o due lezioni settimanali non potevo dare lo stesso servizio, sparring, preparazione atletica e allenamento che una palestra open coi sacchi e tutto può darti. Anche solo per l'abitudine al contatto. Una cosa è prendere un atleta di BJJ che si allena, e dargli la chiave per "adapting to the street", fargli una o due lezioni a settimana partendo dalla base che c'è, su come evitare la lotta a terra una volta finitoci e applicare l'antigrappling. Una cosa diversa è prendere uno che atleta non è, che il BJJ lo vede sulle riviste ieri, sul tubo oggi, e fargli una lezione o due a settimana di antigrappling con quello che crede di potersi divincolare da un vero atleta di BJJ. E' un po' come chiedersi se sia meglio pensare al proprio lifestyle e regalare fiori o usare una routine PUA. Probabilmente un maschio popolare, bello, ricco e con la patta arrogante che spinge contro la cerniera lasciando poco spazio all'immaginazione, funziona con i fiori ma funzionerebbe meglio con qualche magic bullet. Tuttavia un nerd che si è gasato coi manuali e crede di avere le tecniche segrete, pur dicendo cose più adatte del regalare fiori verrà smerdato sul campo dal tipo che di base è più attraente. Quando insegnavo quello che era il mio sogno non era di convincere le persone che strategie, tattiche e soluzioni più efficaci fossero meglio degli SDC (lo specifico perché molti altri istruttori di vari metodi militari e derivati si prendono questo lusso). Il mio sogno era costruire anch'io un centro di addestramento e allenamento continuo, come le palestre serie di boxe e simili, allora in quel senso sì che me la sarei sentita di dire che addestramento + allenamento in sistemi realistici è meglio che addestramento + allenamento in sport. (se il fine è predatorio/antipredatorio). Ma se confronto un ragazzo che fa l'idraulico e viene due volte a settimana, di cui una di solito la salta perché seguire corsi a orario fisso è stressante e c'è sempre lezione quando hai qualcos'altro da fare... con il suo gemello omozigote che fa cose più sportive ma si allena cinque volte a settimana, ha l'accesso alla palestra e va a fare sacco quando ha voglia, ecc... A me appare chiaro che quello allenato e abituato gliele dia. A molti che devono vendere il loro corso superspecial corps, no, ma a me appare chiaro quanto mi appare palese che quando Paul Vunak (che non faceva altro tutto il giorno da 20 anni, non da 25 ore) fu chiamato ad addestrare per 25 ore a team i SEAL, quelli per cui stava sintetizzando l'addestramento erano SEAL. Prendere lo stesso medesimo programma e venderlo allo studente e all'impiegato come "vieni che t'imparo a picchiare come un SEAL" è falso, in buona o cattiva fede. Cita e nel secondo caso...come si allenano tecniche più “predatorie” senza ammazzarsi tra compagni di allenamento? Questo apre a un oceano. Di Drill, scenario training, ecc. Ma parti dal presupposto che una cosa che gli SDC non ti possono dare è l'inizio del combattimento. Perché lo sai già che combatti, sei sul ring e vi mettete in guardia, è uno sport da combattimento, che altro dovete fare. Nella vita invece hai uno che ti insulta e ti spintona, o uno che si sta comportando strano nel chiederti d'accendere, o uno che ti sta testando diventando offensivo con il verbale, ecc. E pure se vieni da 10 anni di boxe, non hai semplicemente l'abitudine a gestire questa fase, che però è la fase cruciale e che esiste. Allora per esempio una sera c'erano i mondiali di calcio o altre cose simili, in palestra mi venne solo un ragazzo. Passammo tutta la sera con me che gli dicevo "tu sei Michael della barca?" ---> risposta sua ---> "mi hanno detto che ti fai il viaggio" (insomma che fai lo smargiasso). ---> vari tentativi suoi di rispondere più o meno acconcilianti o di rimbalzo ---> reazione mia. E lui doveva rispondere cercando di capire se fosse, o meno, l'inizio di uno scontro. Perché io a volte poi la buttavo a ridere, a volte iniziavo a fissarlo brutto e serravo la mandibola, a volte reagivo alla sua risposta come fanno i bulli una volta che hanno addentato un sasso invece che una cicles, sdrammatizzando, a volte lo spintonavo per poi aggredirlo, a volte lo spintonavo per poi alzare la voce e fare il leone da tastiera. A volte gli davo un pugno in faccia perché mi aveva risposto invece di chiedere scusa di esistere, come nella vita reale. E quello sì, era uno scontro. Ma lui, a parte avere un caschetto protettivo e il corpetto, e a parte che quando metti quelle paratie ti pare normale combattere ed essere colpito, invece la maggior parte delle volte deescalavo come nella vita reale quando uno fa il galletto con qualcun altro poi la discussione escala o deescala, ma raramente è un partire subito con un pugno, a parte questo lo avevo introdotto ad occhi chiusi nello scenario, che avevo cosparso di simulacri di cose che si possono trovare in giro, in un bar, per strada, sia come ostacoli che come oggetti utili. Così lui era come nella vita reale quando pensiamo ad altro e non sappiamo tutte le cose che abbiamo intorno e dietro, e veniamo fermati da uno che cerca rogne (e probabilmente è un decoy e quelli che ci fanno la festa arrivano a 45° angolati da dietro), inconsapevole di cosa avesse dietro e di chi ci fosse, e il suo primo pensiero allora era trasalire e capire, quando io partivo a testarlo. Capire se la minaccia fossi io, cosa si potesse raccogliere, se fosse il caso di indietreggiare con una gamba per osservare un attimo ai lati e dietro, mentre metteva la mano in tasca per lanciarmi negli occhi le monete di plastica, in caso io stessi passando alle vie di fatto, così da dargli il tempo di prendere un qualcosa, come una bottiglia da un finto bidone dell'immondizia. E alla fine in tutte le due ore avremo si e no fatto a pacche tre o quattro volte, il punto era abituarlo alla fase di escalation o deescalation, che nella boxe non esiste, quando fai guanti non è che l'altro capisce che sei sicuro di te e ti dice che è tutto a posto, o magari capisce che ti stai cagando sotto e non sei aware dell'ambiente circostante e allora arrossisce e sbianca e inizia a serrare la mandibola e a escalare spintonandoti e poi prendendoti a pugni. Quando è andato alla macchina, quella sera, un mio amico che è uno e 92 e cui avevo mandato un messaggio lo aspettava seduto sul cofano della sua macchina. Quando Michael è arrivato alla macchina, quello gli chiede se sia Michael della barca, perché gli hanno detto che si fa il viaggio. E lui ora non ricordo, le parole esatte, ma era stato per due ore ad allenarsi alla realtà, ossia queste cose, non un tizio in guardia che boxa. Per un attimo entrò in freeze, io guardavo da lontano. Ma subito dopo quell'attimo che giusto Paul Ekman avrebbe notato consciamente, gli rispose qualcosa come "e credi a quello che ti dice la gente?" cose simili, in ogni caso la deescalò senza grossi problemi. Se avessero fatto a botte il mio amico gliele avrebbe date, se Michael fosse stato tutto il pomeriggio a boxare. Ma essendo invece addestrato a fare mezzo passo indietro e guardarsi le spalle e cercare in tasca o attorno cosa usare, si era evitato che fosse semplicemente una distrazione e che altri due da dietro gli mettessero un sacco in testa e lo trascinassero a terra per prenderlo a pestoni e calci in tre, e aveva messo a terra il borsone che aveva in spalla ed era libero e sapeva cosa ci fosse intorno. Non molto, ma almeno c'erano due vie di fuga. Ho preferito farti un esempio concreto che parlare per massimi sistemi perché è un argomento enorme, immenso. Come dire "seduzione". Kaihō-sha, Marco_drake, Back Door Man e 10 altri ha reagito a questo 5 7 1 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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