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Il diritto all' oblio non esiste nei paesini


Yuber

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Kaihō-sha
26 minuti fa, Yuber ha scritto:

 

Il mio peccato è stato l essere troppo ingenuo frequentando persone malvagie che non mi volevano bene.

Cioè?

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Yuber
50 minuti fa, Kaihō-sha ha scritto:

Cioè?

Scusami kaiho-sha , sono sicuro che vuoi aiutarmi perché mosso dalle migliori intenzioni, ma non mi va di entrare nei particolari.

 

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Kaihō-sha
6 ore fa, Yuber ha scritto:

Scusami kaiho-sha , sono sicuro che vuoi aiutarmi perché mosso dalle migliori intenzioni, ma non mi va di entrare nei particolari.

 

Come vuoi..

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Maldoner

Ma tu in tutto ciò, hai qualche responsabilità?

Hai commesso qualcosa che non dovevi fare?

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Yuber
9 ore fa, Maldoner ha scritto:

Ma tu in tutto ciò, hai qualche responsabilità?

Hai commesso qualcosa che non dovevi fare?

Rispetto a ciò di cui mi si accusa , No!

Assolutamente nulla.

Ovviamente non sono un santo nemmeno io , perciò posso dire che il mio errore è quello di non essere riuscito a comunicare chi sono.

Sicuramente come ha già detto qualcuno ci sono delle dinamiche sociali o "leggi di paesino" che non ho rispettato.

Tuttavia non penso di meritare questo genere di trattamento.

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  • 4 settimane dopo...
BrianBoru
4 ore fa, purple pill ha scritto:

Tu fai casino con i “piani”, confondi i livelli secondo me.

Io posso avere delle falle caratteriali, e più o meno ce le abbiamo tutti. Io per esempio non sono bravo nelle pubbliche relazioni, non mi preoccupo troppo di gestire la mia immagine e soprattutto non sono tarato per la vita in provincia, dove tutto si riduce sempre a una guerretta tra parrocchiette, combattuta a colpi di maldicenze e pettegolezzi. È più forte di me, io non ci riesco a vivere così, quando sento ste fregnacce mi viene spontaneo allontanarmi, ma questo modo di fare in provincia ti rende automaticamente un outsider, ed è come se andassi in giro con un bersaglio dipinto addosso.

Poi posso avere delle mie “colpe” oggettive, o comunque in qualche modo verosimili, ma questa cosa in realtà ha molta meno importanza di quanto sembra tu voglia intendere.

Io tre-quattro anni fa per lavoro giravo in posti in cui ti sparano addosso, mi capitava di sedermi a tu per tu con generali, dissidenti , guerriglieri, ex prigionieri politici. Mi sono preso il lusso di rifiutare l’offerta di lavoro di un esponente politico di primo piano per continuare sulla mia strada molto più incerta e meno remunerativa.

Nel frattempo ho ritrovato pezzi del mio lavoro in una legge dello stato, ho fatto vero attivismo e vero volontariato - e cioè senza il recondito scopo di farmi promozione, difatti lo sapevamo io, i diretti interessati e basta - e il mio lavoro in almeno due occasioni ha dato impulso all’apertura di due fascicoli giudiziari, uno dei quali su fatti avvenuti in un altro continente.

Poteva mai fregarmene qualcosa delle maldicenze di Tizia aspirante scrittrice frustrata e di Caia agitatrice politica da salotto, di Sempronio che sognava di fare X e invece si ritrova a fare Z, di Erminio che a 40 anni vive ancora a casa di mamma e di Astolfo che da due anni ti guarda in cagnesco perché una sera hai limonato - nemmeno scopato - con quella con cui stava in fissa, che è stata così intelligente da andare a dirglielo?

certo che no.

Non me ne fregava un cazzo per il semplice fatto che sono dei frustrati, è gente che passa la vita a inventarsi motivi per avercela con qualcuno. 

Nel mio caso il motivo era che per 4-5 mesi ero stato con una loro sodale, che credeva di potersi fare bella con gli altri facendo fesso me, e - guarda un po’ che strano - dopo qualche mese di questa solfa e dopo averle dedicato fin troppa comprensione e pazienza s’era ritrovata scaricata.

E questo è stato il “La” per cominciare a dire che ero una persona orribile, che ero un problematico, che ero cattivo, che ero qua e che ero la.

Tutte affermazioni che poggiavano sul nulla cosmico, sul vuoto pneumatico, non c’era mezza pezza d’appoggio su quello che dicevano. Al massimo qualcuno aveva ripreso qualche chiacchiera stantia raccolta in qualche corridoio 20 anni prima, quando andavamo alle superiori.

 Peraltro - contrariamente a quanto dicono ora, il che probabilmente gliel’avrà messo in mente quella infelice con cui stavo all’epoca - io di mio questa gente non l’ho mai  giudicata, se non altro perché di molti ignoravo proprio l’esistenza; ma a un certo punto mi pare pure umano che ti venga da mettere sulla bilancia chi con tanta veemenza si prende il lusso di farti i processi.

anche perché, di fatto oggi siamo nel delirio distopico-demenziale dell’”uno-vale-uno” e della colpevolezza fino a prova contraria, per cui anche dalle parole di 20 frustrati va a finire che prima  poi ti devi difendere.

Altrimenti, dai e dai, prima o poi salta fuori qualcuno che gli dà retta (magari perché farlo gli conviene) come fossero 20 cittadini che stanno dicendo qualcosaa e non come un branco di cani arrabbiati con troppo tempo libero e troppe gastriti da smaltire 

 

Tutto molto bello.

Ma non trovo il nesso con quello che ho scritto io.

 

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BrianBoru
2 ore fa, purple pill ha scritto:

A me il nesso pare evidente.

ma capisco

che la rispostuccia laconica

con una frase per rigo

fa uomo di mondo.

 

 

Mi aspettavo un chiarimento visto che ho ammesso di non aver capito.

Invece mi arriva una stoccata inaspettata a livello personale.

Grazie cmq per la risposta.

 

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BrianBoru
1 ora fa, purple pill ha scritto:

Quello che dici tu è vero solo in parte. Sicuramente, il fatto di ritrovarsi protagonisti di certe situazioni è frutto di limiti personali propri: carenza nelle pubbliche relazioni, eccesso di introversione che può essere facilmente scambiata per antipatia;  refrattarietà a certe attività molto diffuse che fungono proprio da collante sociale, tipo il pettegolezzo, che può essere altresì scambiata per altezzosità.

È assolutamente vero che questi limiti continueranno a penalizzarti anche una volta che te ne sarai andato altrove; infatti è importante prenderne coscienza così da capire quale sia  il perimetro entro cui muoversi. Io ad esempio di me ho capito che è meglio che non faccia lavori front office; che difficilmente assumerò posizioni dirigenziali è che la dimensione ideale per me è lavorare in proprio. Inoltre ho capito che pur essendo capace di  creare sinergie e far parte di un gruppo, ho bisogno di andare a scovarmi quelle rare persone con cui si possano avere rapporti tra pari, perché non mi piace influenzare la percezione di realtà dell’altro e non ho stima di chi con troppa facilità ai lascia influenzare o è sempre in cerca di un influencer, lol; così come non amo chi vuole a tutti costi influenzarmi

a qualcuno sembreranno cazzate, in realtà la mappa dei tuoi limiti ti da il tuo perimetro d’azione, per vedere dove puoi lavorare per buttare giù dei muri e dove invece sui muri è meglio che ci appendi i quadri e le mensole, perché tanto lì restano.

Ok... sin qui siamo sostanzialmente d'accordo.

1 ora fa, purple pill ha scritto:

il fatto è che per scoprilo anche a me - come vorrebbe fare Yuber - è toccato a più riprese tagliare i ponti con la mia comunità d’origine, che è una comunità di provincia, dove sarebbe stato impossibile fare una valutazione del genere, perché è quasi impossibile districarsi tra quelle che sono le tue mancanze oggettive e quelle che invece sono le “colpe” assurde e pretestuose che - proprio per via di quelle comuni mancanze - in questi posti finiscono per gettarti addosso.

Solo che io non credo che uno non possa capire quali sono i suoi limiti se rimane confinato. Invece credo che si possa capirlo a condizione di mettersi in discussione, cosa che avviene raramente, preferendo dare la colpa agli altri.

1 ora fa, purple pill ha scritto:

Un’altra cosa che ho scoperto - e che pochi si danno l’opportunità di scoprire- è che una volta che fai tutto questo, cioè ti allontani e ti crei una dimensione tua che esca  dal perimetro della casella mentale in cui vogliono schiaffarti, poi è meglio se non torni; perché - anche se sulle prime magari non si vede chiaramente  - ci sarà sempre qualcuno che ne sarà infastidito, e sarà sempre lì ad aspettarti al varco.

I primi di solito saranno certuni personaggi che, seppur non molto brillanti, sentono di aver raggiunto una posizione di relativo prestigio e privilegio in quel sistema sociale; seguiti a ruota, e con molta più veemenza, da chi invece - per insicurezza, mancanza d’iniziativa o carenze più oggettive - ha barattato, col senso d’appartenenza, un ruolo sociale scomodo.

E Sono proprio cose del genere a farti capire quale sia la peculiarità dei rapporti sociali in certi centri di provincia.

La provincia italiana infatti molto spesso è abitata da gente che i conti con i propri limiti si fotte di paura a farceli;

 ed è per questo che in quei posti si creano questi gruppetti pseudo elitari in cui all’interno vige la compiacenza più tragicomica, nello stesso momento in cui chi sta all’esterno  viene messo in croce per questioni assurde e sussiegose.

In provincia ci puoi stare se riesci a integrarti bene da subito, da ragazzino. Se sei un’outsider, e la cosa ti va stretta, è meglio che ti levi dai coglioni quanto prima.

 

Anche in provincia la situazione è fluida. Certo le cose possono essere più o meno fluide se vivi in un paesino, in un centro di medie dimensioni o uno di quei grandi paesoni di cui l'Italia  è piena.

Tuttavia se cambi cambia anche il rapporto con gli altri.

Il problema è semmai cambiare. Che non è una cosa facile da fare. Ci sono cose di te che non possono mai cambiare e altre che per essere cambiate necessitano di pesantissimi shock. Ecco, il problema è questo: il più delle volte non siamo capaci di cambiare neanche volendolo.

La socialità in una grande città mi sembra abbastanza limitata (ma potrei sbagliare), molto superficiale, quindi magari i tuoi difetti si vedono meno. 

Letta così allora hai ragione tu. Ma si tratta sempre di riconoscere che per certi rapporti sociali non si è tagliati, punto e basta.

Poi c'è un altro aspetto. I rapporti sociali spesso e volentieri si basano su valori che non sempre si condividono. Ma in quei casi bisogna prendere atto che è così. Per esempio, secondo me ci sono persone che non dovrebbero vedere figa manco a pagamento per come sono fatti, eppure scopano. E io devo solo prendere atto che certi loro comportamenti che secondo me dovrebbero tenere la figa lontana, sono ininfluenti , anzi talvolta aiutano anche.

1 ora fa, purple pill ha scritto:

 

 

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Roose Bolton

Dobbiamo però fare un distinguo tra diversi tipi di outsider provinciale.

C'è quello che sta sul cazzo al gruppo popolare ma ha il suo giro e può andare ovunque senza problemi perchè nessuno gli rompe le scatole. Poi c'è l'outsider deriso o peggio, quello perseguitato con accanimento maniacale. Sono situazioni del tutto opposte.

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Yuber
7 ore fa, purple pill ha scritto:

Detto questo.

@Yuber

Questa favola  ego-riferita per cui tutto ciò che ti accade nella vita dipende da te, in questo forum va molto di moda. 

Il più delle volte è un modo come un altro di aggiungersi dei centimetri al cazzo.

Ma il fatto è che , a rigor di logica, non è proprio possibile che ciascuno di noi diventi il deus ex machina del suo km quadrato.

La realtà, come ti dirà qualsiasi studente di sociologia o di filosofia al secondo anno, è un costrutto che è prodotto da una continua opera di mediazione tra le percezioni di tutti gli attori in ballo 

ora, quello che sta succedendo a te è che per qualche motivo la percezione che si ha di te si è fermata a otto anni fa, quando è successo qualcosa che comprensibilmente non vuoi raccontare.

questo implica fondamentalmente 2 cose:

La prima è che gli altri sono stati più bravi a imporre la propria percezione di realtà (che tu reputi falsata, ma poco cambia) mentre  tu non lo sei stato altrettanto a “vendere” la tua.

se vuoi trovare degli spunti di auto-miglioramento, è da qui che devi partire in linea di massima.

il punto però è che - come ovviamente ti è stato già detto - conviene che vai ad auto-migliorarti altrove.

La seconda implicazione, nella tua storia, infatti, è che in questo modo i tuoi compaesani ti stanno attaccando coi chiodi a qualcosa che è successo dieci anni fa.

E qualunque cosa sia, resta il fatto che nessuno in teoria è lo stesso se preso in due punti diversi nel tempo a 10 anni di distanza uno dall’altro.

il problema è che gran parte dell’evoluzione di un individuo avviene proprio all’interno dei rapporti umani. La percezione che gli altri hanno di te muta nel tempo e la tua stessa autopercezione  evolve (anche) con il cambiare dell’immagine che vedi riflessa negli occhi degli altri

.il fatto di venire esclusi per otto anni da tutto ciò (molto frequente in provincia proprio ad opera dei personaggi più mediocri, che sono quelli che più  hanno bisogno di sentirsi élite) ha delle conseguenze DEVASTANTI sulla psiche di una persona, per cui, qualunque sia stato il motivo, va da se che è urgente che ti levi dal cazzo e vai a metterti dove puoi vivere come una persona normale.

Nei primi tempi, purtroppo, gli strascichi di questi 8 anni  saranno pesantissimi

Ma se tieni botta, vedi che ce ne sono di soddisfazioni che puoi toglierti. Sempre inteso che, in quelle condizioni, già riuscire a farsi  una normale vita sociale è una grossa soddisfazione

 

Sono completamente d accordo con te.

 

Sto già mettendo in pratica queste dritte, mi faccio un ora e 20 di treno per andare ad approcciare in serenità e nel nuovo luogo non ho problemi , non ho ansia e non sono paranoico ma mi sento invece benissimo, e sono libero dallo stigma sociale che mi è stato affibbiato.

 

 

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